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Breve commento dell'8 dicembre

Il rialzo delle borse é sostenibile e finora regolare - nuovi massimi storici di S&P500, Nasdaq100 e DAX

Riassunto: Nelle ultime due settimane le borse hanno nuovamente guadagnato terreno. Se una settimana fà la differenza era ancora stata modesta (guadagno durante la settimana di calendario 48: S&P500 +1.06%, Eurostoxx50 +0.31%) questa settimana il balzo é stato più consistente. Inoltre abbiamo osservato una sana rotazione tra settori e un sostanziale recupero delle borse europee con la Germania a fare da locomotiva - il DAX ha guadagnato il +3.86% e ha chiuso venerdì su un nuovo massimo storico a 20384 punti (+0.13%). Nuovi massimi sono un segnale inconfutabile di rialzo - e anche questa settimana l'S&P500 americano (6090.27 punti, +0.25%) e il Nasdaq100 (21622 punti, +0.92%) hanno fatto segnare un nuovo massimo storico.
Il rialzo é sostenibile e regolare e tutti gli analisti tecnici che sulla base degli indicatori di ipercomperato ed eccesso di rialzo tentano di prevedere una correzione o addirittura pensano di avere visto il top, sbagliano. Non hanno ancora capito che il rialzo si trova nella sua fase finale che é contraddistinta dalla mancanza di correzioni. Il rialzo viene alimentato da tutti quelli, ancora scettici (Fear&Greed Index a 53 punti), che sono obbligati a saltare sul carro in corsa e non può che terminare in una accelerazione finale di tipo esaustivo. La fine non é lontana  - é una questione di mesi. Ma prima ci dovrà essere euforia e un consenso generale che il mercato può solamente salire.
Non dimentichiamo però il fatto che fondamentalmente le azioni sono estremamente sopravvalutate - il rialzo é solo alimentato da liquidità e fattori psicologici. Scoppierà quindi improvvisamente come una bolla di sapone. Sarà difficile prevedere il massimo definitivo. Noi siamo unicamente sicuri che per ora c'é luce verde (62.9% dei titoli USA sopra la SMA a 50 giorni, Bullish Percent Index sul NYSE a 65.97) e ci saranno ancora settimane di forte rialzo. Cercheremo di avvisarvi con anticipo quando il rischio comincerà ad essere insostenibile. Per ora non c'é ancora la minima ragione di abbandonare la festa.

Le performance settimanali degli indici azionari sono state le seguenti:
Eurostoxx50             +3.60% a 4977 punti
SX7E (banche)          +5.45% a 145.89 punti
DAX                         +3.86% a 20384 punti
SMI                          +0.14% a 11780 punti
FTSE MIB                  +4.00% a 34749 punti
S&P500                     +0.96% a 6099.27 punti
Nasdaq100                +3.30% a 21622 punti

I tassi d'interesse di mercato (reddito dell'USTBond decennale in USD a 4.17%, reddito del Bund decennale in EUR a 2.1125%) sono scesi rispetto a due settimane fà ma questo movimento non possiede ancora l'intensità e l'ampiezza che noi ci aspettiamo. Ricordiamo che una delle forze che deve contribuire alla continuazione del rialzo delle borse é un netto calo dei tassi d'interesse e un indebolimento dell'USD. Finora questo sviluppo é stato ritardato da ragioni politiche ed economiche. Nei prossimi mesi però non vediamo ulteriori ostacoli e pensiamo che il calo dovrebbe essere sostanziale contribuendo a creare sensibili plusvalenze sulle obbligazioni di lungo periodo in portafoglio.
Nelle ultime due settimane il settore dei metalli preziosi ha perso di interesse e i prezzi di oro (2632 USD/oncia) e argento (future mazo a 31.49%) hanno marciato sul posto. Siamo convinti che si tratta unicamente di un consolidamento e ci aspettiamo a breve una ripresa del rialzo.

Riassumendo non abbiamo molto di nuovo da dire - non ci sono sorprese o variazioni rilevanti rispetto al nostro scenario di base. Il rialzo delle borse continua e la fase finale con l'accelerazione finale di tipo esaustivo é ancora davanti a noi. Ribadiamo gli obiettivi indicati nel commento del 23-24 novembre e restiamo pienamente investiti in azioni, obbligazioni di lungo periodo e metalli preziosi. L'unico asset da evitare é la liquidità.


Sono assente per una settimana di vacanze nelle Fiandre.
Il prossimo commento verrà pubblicato domenica 8 dicembre.

Commento del 23-24 novembre

Borsa americana e oro OK - per tassi d'interesse e cambi bisogna ancora avere pazienza

Riassunto: Una settimana fà avevamo previsto che venerdì 15 novembre l'S&P500 aveva toccato il minimo di una correzione minore a 5853 punti. Secondo noi da questo livello la borsa americana sarebbe dovuta nuovamente salire. Come ripetiamo da mesi siamo nella fase finale di un lungo rialzo che deve terminare con una accelerazione finale di tipo esaustivo. In effetti nelle ultime 5 sedute l'S&P500 americano é sempre salito (lu +0.39%, ma +0.40%, me +0.00%, gio +0.53%) e ha raggiunto venerdì i 5968.34 punti (+0.35%) riavvicinandosi al massimo storico a 6017 punti. Ricordiamo che secondo noi l'S&P500 può salire ancora un +10% / +15% nei prossimi 4-6 mesi. Per il momento questo scenario viene confermato dallo sviluppo dei mercati azionari mentre abbiamo ancora delle divergenze a livello di tassi d'interesse e cambi.
Come pensavamo sulla base di esperienze del passato, lentamente l'interesse degli investitori si sta spostando dai titoli a grande capitalizzazione alle piccole e medie imprese. Anche questa settimana l'indice che le rappresenta in America, il Russell2000 (+1.60% a 2406 punti), ha sovraperformato con una guadagno del +4.46%. Siamo convinti che questo effetto continuerà anche nel prossimo futuro. Dagli attuali 2406 punti il Russell2000 potrebbe raggiungere sul top i 3000 punti.
Restiamo pienamente investiti in azioni favorendo il mercato azionario americano. L'Europa fatica a seguire come potete notare dalle performances settimanali dei maggiori indici. Questo comportamento rispecchia le diverse situazioni economiche dei due continenti. Pensiamo che anche nei prossimi mesi le borse europee, pur guadagnando terreno, si comporteranno peggio dell'America.
Anche l'oro (2715 USD/oncia) ha ripreso il rialzo e lo ha fatto in maniera da soddisfare appieno le attese degli analisti tecnici. Intorno al supporto a 2550 USD e da una evidente situazione di ipervenduto l'oro ha avuto una serie di 5 sedute positive ed é tornato a ridosso del massimo storico a 2790 USD. Il nostro obiettivo a 3000 USD é a portata di mano. L'argento, pur risalendo fino a 31.41 USD (performance settimanale del +3.52%), si muove ancora in scia senza riuscire ad accelerare. Siamo leggermente delusi ma il grafico é costruttivo e i fondamentali restano ottimi. Siamo convinti che nel prossimo futuro l'argento salirà almeno sul nostro obiettivo a 38 USD.
Per il momento i redditi delle obbligazioni non si muovono come ci eravamo immaginati. In una settimana il reddito dell'UST Bond decennale é sceso di poco da 4.44% a 4.41% ma noi prevediamo da mesi un forte calo che per ora non si é materializzato. A novembre i tassi d'interesse sono rimasti stabili invece che scendere. Non cambiamo però opinione. I tassi d'interesse reali sono troppo alti, l'inflazione é sotto controllo e la crescita economica rallenta. Non crediamo che la politica economica di Trump possa cambiare qualcosa. Siamo quindi convinti che nel prossimo futuro i tassi d'interesse di mercato debba scendere alimentando il rialzo dei mercati azionari. Il differenziale dei tassi d'interesse dovrebbe muoversi in sfavore dell'USD che deve indebolirsi. La svalutazione dell'USD dovrebbe stimolare ulteriormente il rialzo dei metalli preziosi.
Nel complesso il nostro scenario macroeconomico si sviluppa secondo le attese - ci sono unicamente dei ritardi che spostano nel tempo il raggiungimento dei nostri obiettivi. Vi raccomandiamo caldamente di restare fiduciosi e completamente investiti. Improvvisamente tutti i mercati cominceranno a muoversi in maniera coordinata e dinamica e avremo ulteriori lauti guadagni su azioni, obbligazioni e metalli preziosi. Bisognerà unicamente trovare il momento giusto per abbandonare il treno in corsa prima del crollo. Il rialzo attuale é unicamente alimentato da liquidità ed ottimismo. Le azioni sono però decisamente sopravvalutate ed appena lo scenario economico accettato dalla maggioranza degli investitori cambierà (da soft landing a rischio di recessione con deflazione) ci si renderà conto che l'S&P500 vale circa 3200 punti (196.63 USD di earning degli ultimi 12 mesi (dato di giugno 2024) capitalizzati con un P/E di lungo periodo di 16)! L'anno prossimo ci sarà un crollo che segnerà l'inizio di un bear market.

Le performance settimanali degli indici azionari sono state le seguenti:
Eurostoxx50             -0.10% a 4789 punti
SX7E (banche)          -1.44% a 142.75 punti
DAX                         +0.58% a 19322 punti
SMI                          +0.83% a 11716 punti
FTSE MIB                  -2.04% a 33494 punti
S&P500                     +1.68% a 5969.34 punti
Nasdaq100                +1.87% a 20776 punti

La seduta di venerdì é stata positiva come le 4 precedenti. L'unica differenza la vediamo negli indicatori tecnici. La partecipazione é aumentata (NH/NL a 7124 su 2247) il numero dei nuovi minimi é in forte calo (NL a 258) e i Summation Index ricominciano a salire. Tutto questo mentre gli investitori pur essendo ottimisti sono ancora prudenti (Fear&Greed Index a 61 punti, VIX a 15.24) e gradualmente gli analisti delle banche alzano i target per i mercati azionari. Lentamente il consenso si volge al rialzo. Questo bull market é destinato a morire nell'euforia generale e non prima.
L'S&P500 ha aperto a 5944 punti, é salito sul massimo a 5972 punti e sceso nuovamente sul minimo a 5944 punti per le 16.30. Poi é oscillato stancamente in laterale e ha chiuso a 5969.34 punti (+0.35%). In fondo é stata una giornata noiosa con un range di soli 28 punti. Segnaliamo il buon comportamento del Russell2000 (+1.60%) sul quale notiamo un volume relativo di 1.4.
Pensiamo che nelle prossime settimane il rialzo dovrebbe continuare. Il ritmo del rialzo dovrebbe aumentare appena i tassi d'interesse di mercato torneranno a calare. Se interpretiamo correttamento il comportamento degli oscillatori e lo paragoniamo alle scadenze dei derivati pensiamo che l'accelerazione debba verificarsi nella prima settimana di dicembre.
Vi ricordiamo che in America giovedì 28 novembre si festeggia Thanksgiving ed é un giorno di festa. La borsa é chiusa. Venerdì, é Black Friday e molti operatori saranno assenti. La borsa chiude alle 13.00 (19.00 in Europa).
 
Commento del 16-17 novembre

La correzione di corto termine si é svolta come previsto - da settimana prossima si ricomincia a salire

Riassunto: Una settimana fà abbiamo confermato il nostro scenario positivo che prevede una continuazione del rialzo delle borse mondiali e in particolare del mercato azionario americano. Abbiamo indicato che probabilmente il nostro obiettivo di riferimento a 6500-6600 punti di S&P500 (-1.32% a 5870.62 punti) é ancora troppo basso. Oggi non abbiamo niente da aggiungere - restiamo rialzisti e pienamente investiti in azioni in attesa della ripresa dell'accelerazione finale di tipo esaustivo che ormai non dovrebbe durare più di qualche mese. Una settimana fà avevamo individuato a breve una situazione di eccesso di rialzo e di ottimismo tra gli investitori. Vi avevamo di conseguenza avvisati che ci sarebbe stato un ritracciamento e un consolidamento - ci aspettavamo una breve e modesta correzione di corto termine che doveva lasciare aperto il gap tra i 5783 ed i 5864 punti. In effetti nelle ultime 5 sedute la borsa americana ha perso terreno accompagnata in maniera selettiva dai mercati europei. L'S&P500 ha toccato venerdì un minimo settimanale a 5853 punti e secondo noi questo potrebbe essere il minimo della correzione. Gli investitori hanno dovuto scontare la notizia dell'elezione di Donald Trump alla presidenza degli Stati Uniti e la scelta di numerosi personaggi discutibili e controversi nel suo governo che prenderà le redini del Paese a gennaio dell'anno prossimo. Questo spiega per esempio il forte calo del settore Health Care (performance settimanale -5.98%) o l'ulteriore aumento dei tassi d'interesse di mercato (reddito dell'USTbond decennale a 4.44%). Il differenziale dei tassi d'interesse di mercato si é spostato in favore della moneta americana (reddito del Bund tedesco decennale in EUR a 2.3485%) che si é rafforzata (cambio EUR/USD a 1.0541, USD Index a 106.58) provocando tra l'altro una continuazione della correzione dei metalli preziosi. Secondo i nostri parametri tecnici questa reazione dovrebbe ora esaurirsi. Ribadiamo un concetto di base - il problema nel futuro non sarà l'inflazione ma il rischio di una recessione indotta da tassi d'interesse reali mantenuti per troppo tempo troppo alti. Nel futuro vediamo nuovamente deflazione (petrolio WTI a 66.92 USD/barile!) e quindi siamo convinti che i tassi d'interesse debbano scendere. Trump non potrà permettersi di imporre pesanti dazi sulle importazioni e provocare un aumento dei prezzi negli Stati Uniti. Quando gli investitori si renderanno conto di questa realtà i prezzi di azioni, obbligazioni e metalli preziosi ricominceranno a salire. Secondo noi questo dovrebbe succedere già a partire da settimana prossima - potrebbero esserci unicamente ancora alcune sedute di consolidamento prima che il movimento di rialzo riprenda vigore.

Le performance settimanali degli indici azionari sono state le seguenti:
Eurostoxx50             -0.15% a 4794 punti
SX7E (banche)          +0.07% a 144.85 punti
DAX                         -0.27% a 19210 punti
SMI                          -1.52% a 11627 punti
FTSE MIB                  +1.11% a 34191 punti
S&P500                     -2.08% a 5870.62 punti
Nasdaq100                -3.42% a 20394 punti

Le borse sono state piuttosto deboli per tutta la settimana (S&P500 lu +0.10%, ma -0.29%, me +0.02%, gio -0.60%, ve -1.32%) ma la pressione di vendita é risultata modesta. Gli indici hanno sempre chiuso le sedute decisamente sopra il minimo giornaliero. Questo scivolare verso il basso sembra essersi esaurito venerdì. L'S&P500 ha aperto a 5910 punti, é salito a 5915 punti per poi scendere fino alle 20.00 sul minimo a 5853 punti. Poi l'indice ha recuperato fino alla chiusura a 5870.62 punti (-1.32%). L'USTBond ha mostrato un costruttivo reversal  (minimo a 108.94, chiusura a 109.41) mentre l'argento ha toccato un minimo giovedÌ - per questa ragione abbiamo l'impressione che la correzione sia finita sul nostro obiettivo. Gli investitori inoltre sono nuovamente scettici e prudenti (Fear&Greed Index a 51 punti).
La seduta al NYSE é stata negativa con A/D a 2678 su 6746, NH/NL a 223 su 1077 (valore alto e a dire il velo inquitante...) e volume relativo a 1.4 (a causa della scadenza delle opzioni di novembre). I Summation Index sono in calo - Il 47.6% dei titoli é sopra la SMA a 50 giorni mentre il Bullish Percent Index sul NYSE é a 62.94. Analizzando i dati tecnici del mercato azionario é possibile che la correzione continui - noi pensiamo però che la correzione sia finita a causa dei segnali costruttivi provenienti dai mercati abbligazionari e da quelli delle materie prime. L'oro (2562 USD/oncia ) sembra aver completato la correzione sul supporto a 2550 USD mentre l'argento (future a 30.34 USD) ha reagito con un reversal dopo aver bucato momentaneamente l'obiettivo massimo della correzione a 30 USD.
Insomma - non abbiamo elementi certi ma la tendenza di fondo e la somma degli indizi tecnici favoriscono a breve una ripresa del rialzo della borsa americana. Le borse europee dovrebbero seguire a distanza trascinate (per assurdo considerando la recessione e la crisi politica in Germania) dal DAX tedesco. Non bisogna dimenticare che le borse non sempre seguono la logica economica ma sono dominate da liquidità ed emozioni influenzate più dalle prospettive future che dalla realtà del momento.

Commento del 9-10 novembre

L'america si invola mentre l'Europa zoppica - a Wall Street é partita l'accelerazione finale di tipo esaustivo

Riassunto: All'inizio dell'anno eravamo decisamente positivi per i mercati azionari e avevamo un'obiettivo di riferimento per l'S&P500 americano a 5000 punti. A marzo abbiamo alzato questo obiettivo a 6000 punti. A maggio abbiamo introdotto l'ipotesi di un'estensione ulteriore del rialzo e abbiamo cominciato a parlare di 6000+ punti - sullo slancio pensavamo che l'S&P500 potesse salire decisamente più in alto e raggiungere i 6500-6600 punti. Venerdì l'S&P500 (+0.38% a 5995.54 punti) ha toccato un nuovo record storico a 6012 punti e la performance da inizio anno raggiunge il +25.70%. La borsa americana ha reagito con un rally all'elezione di Trump a nuovo Presidente degli Stati Uniti. Gli investitori hanno invece punito l'Europa che potrebbe subire l'introduzione di dazi doganali previsti da Trump e una politica economica americana che privilegia l'America e la isola in parte dal resto del mondo. Le borse europee hanno perso questa settimana terreno e da inizio anno la plusvalenza dell'Eurostoxx50 é scesa al +6.20%. Sembra quindi che la nostra politica d'investimento che favorisce i mercati azionari americani a scapito di quelli europei sia corretta. Siamo invece in difficoltà su altri fronti - le nostre previsioni su tassi d'interesse e cambi per ora non si concretizzano. Malgrado che giovedì la FED abbia nuovamente ridotto il tasso d'interesse di riferimento del -0.25%, il reddito dell'US Treasury Bond decennale resta alto (4.31%) e l'USD resta forte (USD Index a 104.89). Siamo però convinti che nel futuro prevarranno le forze deflazionistiche e che le paure d'inflazione scatenate dall'elezione di Trump siano ingiustificate. Ribadiamo la nostra idea che i tassi d'interesse debbano ancora scendere alimentando nel prossimo futuro il rialzo della borsa americana. Di conseguenza é possibile che il nostro obiettivo finale a 6500-6600 punti sia ancora troppo basso. Abbiamo più volte spiegato che una lunga fase di rialzo come quella attuale termina normalmente con un'accelerazione finale di tipo esaustivo e nell'euforia generale. L'accelerazione sembra appena iniziata e gli indicatori di sentiment (p.e. Fear&Greed Index a 61 punti, +2) sono ancora ben lontani dall'euforia. Per il momento notiamo unicamente un tiepido ottimismo ma nulla più. Solo da poco i strategisti delle banche hanno ricominciato a puntare sulla borsa americana e suggeriscono una sovraponderazione delle azioni americane nel portafoglio.
Vi ricordiamo che a livello di sentiment abbiamo un'obiettivo di riferimento - secondo noi la volatilità VIX (14.94) sul top dovrebbe essere sui 10 punti. C'e ancora parecchia strada da fare... 
Come avevamo previsto con largo anticipo finalmente anche il settore delle piccole e medie imprese (PMI) ha cominciato a muoversi e sovraperformare. Questo é un'ulteriore motivo che ci induce a credere di essere sulla buona strada. Mercoledì il Russell2000 ha reagito con uno straordinario +5.84% alla chiara elezione di Trump e nei giorni successivi é continuato a salire. Venerdì l'indice ha toccato un nuovo massimo annuale a 2399 punti (+0.71%) con una performance settimanale di +8.57%. Tra parentesi anche il MDAX tedesco si é distinto con un +0.29% a conferma dell'afflusso di capitali verso le PMI non solo in America ma anche in Europa.
I metalli preziosi stanno correggendo - questo comportamento non deve sorprendere poiché é una logica conseguenza dell'incremento dei tassi d'interesse e della forza dell'USD. Non vediamo però motivi di preoccupazione - si dovrebbe trattare di una semplice correzione intermedia all'interno di un lungo e sostenibile rialzo. Non condividiamo la preoccupazione di molti investitori che sembrano già in panico ora che l'oro (2684 USD/oncia) ha perso un -3.5% dal massimo storico (-2.9% in EUR). Secondo la nostra analisi ciclica e l'esame degli oscillatori i MP dovrebbero consolidare e eventualemente ulteriormente correggere fino a fine novembre prima di riprendere il rialzo verso nuovi massimi storici. Il future sull'argento é caduto a 31.43 - é quindi sceso sotto il livello di 32 USD che secondo noi avrebbe dovuto fermare questa correzione. In teoria la strada si é così riaperta verso il basso fino al massimo i 30 USD ma ci sembra poco probabile che l'argento possa scendere fino a questo livello anche perché da settimana prossima ci aspettiamo che i tassi d'interesse delle obbligazioni in USD tornino a scendere. Manteniamo il nostro obiettivo a 38 USD malgrado che ora ci sembra difficile, per motivi di tempo, che l'obiettivo venga ancora raggiunto per la fine dell'anno.

Le performance settimanali degli indici azionari sono state le seguenti:
Eurostoxx50             -1.55% a 4802 punti
SX7E (banche)          -0.35% a 144.74 punti
DAX                         -0.21% a 19215 punti
SMI                          -1.36% a 11797 punti
FTSE MIB                  -2.48% a 33816 punti
S&P500                     +4.66% a 5995.54 punti
Nasdaq100                +0.41% a 21117 punti

La borsa americana ha reagito con un rally (me S&P500 +2.53%) all'elezione di Donald Trump e sullo slancio é continuata a salire per il resto della settimana (S&P500 gio +0.74%, ve +0.38%). Sappiamo però che questo é solo un capitolo di un lungo rialzo che é diventato regolare e sostenibile da novembre dell'anno scorso. Ci sono state due correzioni di medio termine ad aprile e luglio ma ora il mercato sembra entrato nella fase finale - ci aspettiamo di conseguenza che non ci siano più sostanziali correzioni (al massimo un breve vuoto d'aria di -2%/-3%) fino al top. Da adesso il rialzo dovrebbe accelerare in maniera esponenziale e chiudersi con una o due settimane "pazze" dove l'S&P500 potrebbe guadagnare un 7%-10% in pochi giorni. Allacciamo le cinture di sicurezza e ci prepariamo allo spettacolo.
Nelle prossime sedute potrebbe e dovrebbe esserci un ritracciamento poiché i valori di DSI (Daily Sentiment Index) sono troppo alti per S&P500 e Nasdaq100 e troppo bassi per VIX (DSI a 10). Restamo però pienamente investiti. Siamo incerti di come potrebbe reagire l'Europa dove le premesse economiche sono meno favorevoli che in America. La caduta del governo tedesco non aiuta di certo malgrado che il DAX questa settimana non abbia subito un tracollo. Ripetiamo però che il rally dovrebbe concentrarsi in America mentre che il resto del mondo dovrebbe solo seguire in scia.
Venerdì l'S&P500 ha aperto a 5976 punti, é salito a balzi regolari fino alle 20.45 quando ha raggiunto il record a 6012 punti e poi ha ceduto una decina di punti e ha chiuso a 5995.54 punti (+0.38%). La seduta al NYSE é stata positiva ma non entusiasmante (A/D a 5449 su 3961, NH/NL a 884 su 458 e volume relativo a 1.2). La tendenza di fondo resta tecnicamente al rialzo con il 61.4% dei titoli USA sopra la SMI a 50 giorni ed il Bullish Percent Index sul NYSE a 65.74 punti. I Summation Index salgono.
Insomma - a breve il mercato deve assorbire degli eccessi e l'S&P500 potrebbe consolidare alcuni giorni sui 6000 punti. Pensiamo però che il gap tra i 5783 ed i 5864 punti, che é apparso sul grafico mercoledì, debba restare aperto e rappresentare un gap di accelerazione.
Riassumendo la buona notizia é che il rally a Wall Street ha ancora parecchio potenziale - quella negativa é che la fase di rialzo si avvicina alla fine. Il top é ormai solo una questione di mesi (3-6?) e dopo potrebbe seguire un crollo causato da una crisi deflazionistica ampliata dall'eccesso di debiti e leverage. Ne riparleremo nelle prossime settimane.
 
Commento del 2-3 novembre

L'aumento del reddito delle obbligazioni é un problema - record dell'oro

Riassunto: Il 18 settembre la FED americana, dopo 4 anni di politica monetaria restrittiva, ha finalmente abbassato per la prima volta i tassi d'interesse di riferimento del -0.5%. In quel momento il reddito dell'US Treasury Bond decennale era del 3.6% e da questo livello é poi costantemente aumentato. Venerdì il reddito é salito al 4.40% (+0.11%). Per molti versi questa é una strana reazione - la FED riduce il costo del denaro e il mercato risponde con un aumento dei tassi d'interesse. Una correzione era dovuta (sell the news) visto che precedentemente il reddito dell'USTB decennale era sceso per 4 mesi anticipando la mossa della Banca Centrale. Ora però questo aumento ci preoccupa - noi ci aspettavamo un rimbalzo di circa un mese nell'area 4.00%-4.10%. Quanto successo nelle ultime due settimane invece é una evidente e sostanziale estensione e ci proccupa - non abbiamo una valida spiegazione. Nel mercato si mormora che gli investitori temono il forte indebitamento pubblico americano anche perché nessuno dei due candidati alla presidenza ha l'intenzione di cambiare rotta. Inoltre gli americani in questo momento non sono molto amati e molti investitori stranieri si separano dalle obbligazioni di Stato facendo salire il reddito. D'altra parte l'inflazione negli Stati Uniti é sotto controllo e i tassi d'interesse reali sono troppo alti. Riassumendo ci sono buoni argomenti fondamentali sia per un calo che per un aumento dei tassi d'interesse. Tecnicamente il movimento di rialzo iniziato a metà settembre sembra vicino alla fine e gli oscillatori segnalano l'imminenza di un'ulteriore inversione di tendenza. La nostra conclusione é che a breve il reddito dell'USTBond decennale dovrebbe ricominciare a scendere e muoversi entro la fine dell'anno in direzione del 3.5%. Questo dovrebbe ridare vigore al rialzo delle borse che nelle ultime due settimane si é ingolfato. L'S&P500 ha chiuso venerdì a 5728.80 punti (+0.41%) con una performance settimanale del -1.37%. L'indice é 150 punti o il -2.6% sotto il massimo storico di 5878 punti. Abbiamo a che fare con una strisciante correzione minore che finora non ha provocato danni. Abbiamo sempre detto che una correzione di questo tipo era possibile malgrado che la borsa americana si trova in una solida fase di rialzo. Questo periodo di incertezza non deve però durare troppo a lungo a rischio di togliere momentum e direzionalità al mercato. Martedì 5 novembre (in Europa la mattina di mercoledì 6) sapremo se il prossimo Presidente degli Stati Uniti sarà la democratica Kamala Harris o il repubblicano Donald Trump. Per i mercati finanziari nel complesso non dovrebbe fare molta differenza. Gli indicatori tecnici suggeriscono che potrebbe ancora esserci un pò di debolezza fino alla fine di settimana prossima. Poi il rialzo dei mercati azionari dovrebbe riprendere in maniera dinamica con un convincente rally fino alla fine dell'anno. La premessa é che i tassi d'interesse di mercato sull'USD ricomincino a scendere.

Un valore che non delude é l'oro. Questo metallo prezioso ha toccato mercoledì un nuovo record storico a 2790 USD/oncia e ha terminato la settimana a 2736 USD/oncia. Il rialzo é costante é regolare. L'argento fatica a seguire - il future ha chiuso venerdì a 32.58 USD contro i 33.78 di una settimana fà. Questo sviluppo segue però la nostra previsione. Due settimane fà vi avevamo avvertito che dopo la rottura al rialzo ci doveva essere una fase di consolidamente con una correzione fino a 32.00-32.40 USD. La correzione é praticamente completa e a breve il prezzo dell'argento dovrebbe ricominciare a salire in direzione del nostro obiettivo intermedio a 38 USD.

Nel complesso siamo come sempre ottimisti e pienamente investiti in azioni. Favoriamo l'America all'Europa e la performance delle ultime settimane sostiene la nostra opinione. L'America sta sovraperformando l'Europa e lentamente sta emergendo la forza relativa degli indici delle PMI (performance settimanale del Russell2000 +0.01%). Pensiamo che da adesso in avanti anche le obbligazioni dovrebbero guadagnare terreno e contribuire ai guadagni del portafoglio. Infine teniamo con convinzione le nostre posizioni in oro ed argento. L'argento é più rischioso, volatile e speculativo ma per saldo dovrebbe dare grandi soddisfazioni. La prossima spinta di rialzo dovrebbe partire dei 32 USD e arrivare direttamente in zona 38 USD.

Le performance settimanali degli indici azionari sono state le seguenti:
Eurostoxx50             -1.32% a 4877 punti
SX7E (banche)          +0.32% a 145.26 punti
DAX                         -1.07% a 19255 punti
SMI                          -1.62% a 11967 punti
FTSE MIB                  -0.29% a 34676 punti
S&P500                     -1.37% a 5728.80 punti
Nasdaq100                -1.56% a 20033 punti

La settimana é stata condizionata dal tonfo di giovedì (S&P500 - 1.86%) causato dagli ultimi dati riguardanti il mercato del lavoro americano e lo sviluppo dei prezzi al consumo. Venerdì però le borse si sono prontamente riprese (Eurostoxx50 +1.04%, S&P500 +0.41%). Tecnicamente le borse sono da circa due settimane in una fase di correzione con poca pressione di vendita. Sembra che prima delle elezioni presidenziali in America prevalga una certa prudenza anche perché il quadro macroeconomico é ancora incerto con risultati trimestrali delle imprese misti. In generale però dei buoni risultati trimestrali sono stati presi come occasioni per vendere e prendere i guadagni. Questo si rispecchia sugli indicatori di sentiment che sono rapidamente scesi in territorio neutrale: la volatilità VIX é salita a 21.88 punti, il CBOE Equity put/call ratio era venerdì a 0.71 mentre il Fear&Greed Index é a 49 punti (+6).  
Venerdì l'S&P500 ha aperto in guadagno a 5723 punti ed é subito salito sul massimo a 5772 punti. Poi ad ondate é scivolato verso il basso fino a poco prima della chiusura quando si é ritrovato a 5724 punti. Un rimbalzo sul finale ha fissato la chiusura a 5728.80 punti (+0.41%). Una seduta positiva ma non convincente (A/D a 4905 su 4486, NH/NL a 325 su 815). 

Ci sembra che questa modesta correzione intermedia sia praticamente finita. Gli investitori stanno aspettando il risultato delle elezioni in America prima di prendere ulteriori decisioni. Nel frattempo hanno venduto qualcosa per avere liquidità a disposizione con il corrispettivo margine di manovra. Per logica l'incertezza dovrebbe durare fino a mercoledì di settimana prossima. Poi, dopo alcune scosse di assestamento, dovrebbe riprendere il rialzo dei mercati azionari. Gli altri mercati finanziari dovrebbero muoversi di conseguenza seguendo le conosciute correlazioni. I tassi d'interesse dovrebbero scendere, i corsi delle obbligazioni salire e l'USD dovrebbe indebolirsi.
La nostra politica d'investimento é invariata.


Sono assente nel fine settimana del 26-27 ottobre.
Il prossimo commento verrà pubblicato domenica 3 novembre.


Commento del 19-20 ottobre

Gli indicatori tecnici danno costantemente luce verde e le borse lievitano. Fuochi d'artificio dell'argento (venerdì +6.77%).

Riassunto: Il rialzo dell'S&P500, il più importante indice di borsa americano e mondiale, prosegue in maniera costante e regolare. Giovedì 17 ottobre l'S&P500 (+0.40% a 5864.67 punti) ha toccato un nuovo record storico a 5878.46 punti - la performance da inizio anno é del +22.95%. In scia salgono anche gli altri mercati azionari mondiali - giovedì pure il DAX tedesco (+0.38% a 19657 punti) ha toccato un nuovo massimo storico e la sua performance da inizio anno raggiunge il +17.35%. Abbiamo previsto questo sviluppo con mesi di anticipo e vi abbiamo più volte spiegato le ragioni di questo rally che per i profani ha dell'incredibile. Sapete che questo rialzo deve continuare e finirà unicamente con un'accelerazione finale di tipo esaustivo. Il nostro obiettivo di riferimento é a 6000+ punti - significa che sullo slancio l'S&P500 dovrebbe sforare e arrivare sui 6500-6600 punti. Il top deve verificarsi nell'euforia generale - ora invece osserviamo ancora molto scetticismo con analisti che si affannano a parlare di comportamento irrazionale, valutazioni fondamentali eccessive e rischi sottovalutati. È possibile che saremo nelle prossime settimane obbligati ad alzare gli obiettivi che sono indicativi. I grafici non offrono validi punti di riferimento e quindi possiamo solo stimare su quale livello potrebbe esaurirsi l'impennata finale. Esperienze del passato ci insegnano che alla fine potrebbero esserci un paio di settimane con guadagni superiori al 5%.
Noi siamo convinti che il rialzo deve continuare anche perché nel nostro mosaico mancano ancora alcune componenti - i tassi d'interesse devono scendere ulteriormente, l'USD deve indebolirsi e il rialzo allargarsi ai settori ora trascurati come quello delle piccole e medie imprese. Chi ha riserve di liquidità può ancora comperare ETF sugli indici "secondari" come l'MDAX, il SDAX e in particolare il Russell2000 (RUT) che lentamente mostra segni di risveglio. Il Russell2000 (2276 punti) questa settimana é salito del +1.80% sfiorando il nuovo massimo annuale. Vediamo una forte somiglianza tra il grafico dell'argento e quello del Russell2000 - i 2300 punti di RUT corrispondono ai 32.40 USD/oncia di argento. Confontate le charts e immaginatevi cosa succederà appena il RUT riuscirà a sfondare la resistenza. Spesso il terzo tentativo é quello piu complicato ma anche quello che infine ha successo...
Azzardando una stima ci sembra possibile e probabile che il Russell2000 possa raggiungere nei prossimi 3-6 mesi i 2800 punti. Osservando quanto successo nel 4Q.2021-1.Q2022 questo obiettivo non é irrealistico.
Nell'immediato il rialzo della borsa americana sembra troppo esteso ed i traders sono troppo ottimisti e posizionati in maniera eccessiva long. Gli oscillatori sono in alto, le RSI e i DSI sono elevati, gli indicatori di sentiment (Fear&Greed Index a 75 punti (+3), CBOE Equity put/call ratio a 0.42) mostrano una certa euforia. È quindi possibile che la prossima settimana cominci con una minicorrezione di 3 giorni e di un -2%/-3%: Le premesse tecniche e fondamentali sono però ideali per una veloce e sostenibile ripresa del rialzo - il 69.2% dei titoli é sopra la SMA a 50 giorni, il Bullish Percent Index sul NYSE é a 69.06, I Summation Index stanno salendo.

Venerdì l'oro (+1.07% a 2721 USD/oncia) ha raggiunto in chiusura un nuovo massimo storico. Il nostro obiettivo grafico a 3000 USD si avvicina. Questa però é stata la settimana dell'argento. La resistenza a 32-32.40 USD é stata nuovamente attaccata e finalmente superata. Questo ha provocato un impressionante short covering che venerdì si é espresso in un forte aumento dei volumi e un'impennata di circa 2 USD in poche ore - il future sull'argento ha chiuso a ridosso del massimo a 33.93 USD (+6.77%). Non sappiamo se l'effetto di short covering é già finito o se invece continuerà lunedì provocando un'estensione. La strada verso l'alto é però aperta e confermiamo il nostro obiettivo a 38 USD per fine anno. Per fine anno significa che in seguito il prezzo potrebbe salire decisamente più in alto. Finora l'argento ha sottoperformato l'oro - se come pensiamo inizia adesso un periodo di forte sovraperformance l'argento dovrebbe imitare l'oro e andare a caccia del massimo storico a 50 USD. A breve l'argento dovrebbe digerire il rally di venerdì - dovrebbe farlo riscendendo sui 32.00-32.40 USD. Non saremmo però sorpresi se questa correzione venisse a mancare. Troppi investitori finora hanno ignorato l'argento.

Le performance settimanali degli indici azionari sono state le seguenti:
Eurostoxx50             -0.37% a 4986 punti
SX7E (banche)          +2.05% a 148.10 punti
DAX                         +1.46% a 19657 punti
SMI                          +1.48% a 12326 punti
FTSE MIB                  +2.61% a 35204 punti
S&P500                     +0.85% a 5864.67 punti
Nasdaq100                +0.25% a 20324 punti

Venerdì l'USD sembra aver terminato la correzione ed aver ripreso la strada del ribasso - almeno sul grafico dell'UDSD Index (-0.34% a 103.30) é apparsa la prima candela rossa alla fine del rally iniziato a fine settembre dai 100 punti. Forse questo fattore ha aiutato il rally dei metalli preziosi. Le borse invece hanno avuto una buona giornata (Eurostoxx50 +0.79%) senza però essere in grado di migliorare i livelli record raggiunti giovedì.
L'S&P500 si é mosso in soli 26 punti con un minimo a 5846 subito dopo l'apertura e un massimo a 5672 punti verso le 20.30. L'indice é poi ridisceso a 5850 punti e ha chiuso a 5864.67 punti (+0.40%). Pur essendo stata una buona seduta (A/D a 6037 su 3255, NH/NL a 821 su 228) il mercato ha dato segni di stanchezza e non é riuscito a migliorare i massimi di giovedì.
Sul fronte economico segnaliamo giovedì la decisione della BCE di ridurre i tassi d'interesse di riferimento del -0.25% - il trend al ribasso del costo del denaro in America e in Europa é evidente e sostiene le borse.
Il conflitto in Medio Oriente non sembra influenzare negativamente i mercati finanziari - il prezzo del petrolio (WTI) é sceso a 68.69 USD/barile - l'8 ottobre, al culmine della crisi tra Israele e Iran, era schizzato a 78 USD.
Le elezioni presidenziali negli Stati Uniti sono alle porte. Il 5 novembre si avvicina senza che ci sia un chiaro favorito. Non pensiamo che la vittoria di Trump o della Harris possano influenzare il rialzo della borsa. L'unico problema che potrebbe creare scompiglio é un risultato incerto e contestato. In questo caso la borsa americana potrebbe avere una sostanziale correzione. Per ora questa sembra una variante poco probabile che viene evidentemente ignorata dagli investitori.

Commento del 12-13 ottobre

Nuovo massimo storico dell'S&P500 a 5822 punti. Le banche saltano lentamente sul treno in corsa.

Riassunto: L'S&P500 ha fatto segnare venerdì un nuovo massimo storico a 5822.13 punti. La performance da inizio anno é del +21.91% contro il +10.68% dell'Eurostoxx50 e il +15.65% del DAX. La borsa americana trascina decisamente il plotone e rimane la favorita per i prossimi mesi. I mercati azionari sono in una solida fase di rialzo che si avvicina alla fine. Il nostro obiettivo per l'S&P500 é da mesi a 6000+ punti. Questo obiettivo é ormai a portata di mano mentre non sembra ancora iniziata la fase finale con un'accelerazione di tipo esaustivo accompagnata da euforia. Il rialzo viene però sempre più seguito e accettato dagli investitori. Ormai gli indicatori di sentiment restano stabilmente sull'ottimismo (Fear&Greed Index a 74 punti) con molti speculatori costantemente long (put/call ratio a 0.44 - media mobile a 10 giorni a 0.52) senza che questo provochi una significativa correzione. Nelle ultime due settimane si é verificato un rimbalzo dei tassi d'interesse sull'USD (il reddito dell'USTBond decennale (4.11%) é tornato sopra il 4%) e dell'USD (USIndex a 102.68) ma questo non ha avuto conseguenze negative. Questo rimbalzo sembra, almeno sulla base dell'analisi tecnica, praticamente finito. Pensiamo che nel prossimo futuro i tassi d'interesse debbano ricominciare a scendere e l'USD ad indebolirsi. Questa oscillazione é un'ovvia conseguenza di uno scenario economico ancora incerto. Mentre l'inflazione é sotto controllo non é ancora chiaro se avremo un soft landing, una crescita relativamente robusta o una frenata eccessiva con una crisi deflazionistica. In ogni caso gli utili delle imprese americane sono in crescita e molte banche tornano ad aumentare le percentuali di azioni nei portafogli. Questa settimana uno dei più grandi istituti bancari svizzeri ha diminuito la liquidità per investire... sul mercato azionario americano.
Siamo convinti che in autunno avremo mercati azionari in forte rialzo - difficile dire se il top verrà raggiunto ancora quest'anno ma considerando il ritmo attuale di salita crediamo che questo rialzo possa durare ancora da tre a sei mesi - temiamo che i nostri obiettivi possano essere troppo bassi.
Il trend rialzista é solido e sostenibile (66.4% dei titoli USA sopra la SMA a 50 giorni, Bullish Percent Index sul NYSE a 66.80 punti) con una partecipazione in aumento. Questa settimana sono salite praticamente tutte le borse mondiali in maniera compatta. Osserviamo una buona rotazione tra settori - la tecnologia sta facendo una pausa mentre le PMI sono in recupero.
Restiamo pienamente investiti in azioni e favoriamo il mercato americano a quello europeo. Poiché il rialzo é generalizzato consigliamo di comperare indici o ETF settoriali - a livello di singole imprese é possibile che ci siano sorprese negative e in questo periodo dove le forze trainanti sono la liquidità e le emozioni é difficile fare una buona selezione tra le diverse imprese.
Siamo positivi per quel che riguarda i mercati obbligazionari anche perché questi constituiscono una buona assicurazione in caso di incidenti di percorso. Nei prossimi mesi però sottoperformeranno i mercati azionari mentre saranno decisamente da favorire una volta che le borse avranno raggiunto il top.
Da ultimo manteniamo le nostre posizioni in oro (2657 USD/oncia) e argento (future a 31.74 USD/oncia). Anche i metalli preziosi sono in una forte fase di rialzo - questa settimana c'é stata una pausa con un sano consolidamente che apre la strada ad ulteriori guadagni.
Insomma - il party continua e l'importante é mantenere la rotta senza farsi spaventare dalla alte valutazioni fondamentali e dagli appelli delle Cassandre. Bisogna solo evitare di avere (troppa) liquidità. 

Le performance settimanali degli indici azionari sono state le seguenti:
Eurostoxx50             +1.00% a 5003 punti
SX7E (banche)          +3.46% a 145.12 punti
DAX                         +1.32% a 19373 punti
SMI                          +1.31% a 12154 punti
FTSE MIB                  +2.13% a 34308 punti
S&P500                     +1.11% a 5815.03 punti
Nasdaq100                +1.18% a 20272 punti

È stata una settimana tranquilla durante la quale le borse hanno accolto con un'alzata di spalle qualsiasi notizia - sia positiva che negativa. Le forti oscillazioni dei prezzi del petrolio (lu +2.76 USD, ma -3.57 USD, gio +2.61USD) non hanno influito. L'aumento dei tassi d'interesse non ha frenato la corsa. Dei dati mensili sull'inflazione in America leggermente superiori alle attese non hanno scatenato delle vendite. Sembra ormai che il rialzo sembra immune a qualsiasi influsso.
Venerdì abbiamo avuto la logica conclusione di questo comportamento. L'S&P500 ha aperto in calo a 5775 punti. È subito salito e verso le 16.30 é arrivato a 5819 punti. Si é fermato per ore sui 5810 punti, é sceso a 5802 punti per prendere slancio ed é salito alle 21.10 sul nuovo massimo storico a 5822 punti. Sul finale ha ritracciato e ha chiuso a 5815.03 punti (+0.61%). Tutti i settori hanno partecipato (DJT +2.14%, Nasdaq100 +0.15%, Russell2000 +2.10%, A/D a 7454 su 1843). I Summation Index sono in calo ma stanno girando creando la premesse per la prossima sostanziale spinta di rialzo.
Insomma - questa settimana gli indici azionari sono saliti malgrado che gli indicatori tecnici mostrassero che internamente il mercato stava consolidando con correzioni a livello settoriale. Nel prossimo futuro le premesse tecniche dovrebbero migliorare mentre da tassi d'interesse e USD dovrebbe nuovamente arrivare una spinta positiva. La seconda parte del mese di ottobre potrebbe essere ottima.

Commento del 5-6 ottobre

La borsa americana non scende malgrado il conflitto in Medio Oriente e un rimbalzo dei tassi d'interesse e dell'USD Index

Riassunto: L'S&P500 é sceso mercoledì su un minimo settimanale a 5674 punti e ha concluso la settimana a 5751 punti (+0.90%), 16 punti sotto il massimo storico a 5767 punti. Noi per questa settimana ci aspettavamo una continuazione del consolidamento con un breve vuoto d'aria e una discesa dell'S&P500 fino a 5664 punti. Finora tutto sembra andare secondo i piani anche se non siamo ancora convinti che la borsa americana possa già riprendere stabilmente la via del rialzo. Secondo gli oscillatori il mercato non ha ancora "scaricato" l'ipercomperato e a livello di sentiment vediamo ancora un eccesso di ottimismo. La CBOE Equity put/call ratio venerdì era ancora bassa a 0.48 mentre la MM a 10 giorni questa settimana non si é mossa - questo significa che ci sono ancora troppi traders long. Il Fear&Greed Index a 74 punti (+7) mostra che c'é troppo ottimismo. Esiste di conseguenza la possibilità che l'S&P500 debba ancora fermarsi per una manciata di sedute sui 5650-5800 punti prima di riprendere il rialzo in maniera dinamica. L'S&P500 é salito malgrado che una serie di dati economici e le tensioni in Medio Oriente abbiamo fatto salire il prezzo del petrolio (WTI a 74.38 USD/barile contro i 68.18 di una settimana fà), il reddito delle obbligazioni in USD (USTB decennale da 3.75% a 3.96%) e il valore dell'USD (USD Index da 100.11 a 102.28). La borsa americana ha mostrato in questa maniera resilienza (un termine molto di moda...) riuscendo a guadagnare terreno malgrado che le premesse fossero contrarie. Sembra quasi, guardando anche a quanto successo nell'ultima settimana di settembre, che gli investitori sono in grado di ignorare notizie puntuali discordanti e si concentrano sul quadro generale economico che punta in direzione di un soft landing. Tassi d'interesse tendenzialmente in calo, inflazione sotto controllo, crescita economica positiva e solidi utili delle imprese americane sembrano costituire uno scenario ideale per la continuazione di questo bull market.
Noi crediamo che le Banche Centrali sono in ritardo e che la politica monetaria é stata troppo restrittiva per troppo tempo. Siamo quindi convinti che lentamente lo scenario di soft landing si trasformerà in una recessione con forte rischio di deflazione. Nei prossimi mesi le borse dovrebbero ancora accelerare al rialzo per poi crollare sotto il peso di eccessive valutazioni fondamentali e prospettive economiche improvvisamente negative. Prima però deve ancora esserci una fase di euforia con l'ormai famosa accelerazione finale di tipo esaustivo. A breve non vediamo pericoli all'orizzonte e non pensiamo che il conflitto in Medio Oriente si estenderà ad altri Paesi costituendo un grave problema per l'economia mondiale.
Restiamo quindi pienamente investiti sui mercati azionari, specialmente quello americano. Crediamo che questa settimana il reddito di mercato delle obbligazioni e l'USD siano unicamente rimbalzati per ragioni tecniche - siamo convinti che il ribasso debba a breve riprendere alimentando il rialzo dei mercati azionari.
La performance settimana delle borse europee é stata negativa (Eurostoxx50 -2.22%). Specialmente i settori sensibili ai tassi d'interesse come le banche (SX7E -4.78%) hanno corretto in maniera sostanziale. Considerando quanto era successo nella settimana precedente (Eurostoxx50 +4.04%) questo é però logico e non costituisce un problema. Le borse europee sono semplicemente più volatili di quella americana dove il trend rialzista é più stabile. Per inciso i nostri indicatori di base restano stabilmente positivi (66.0% dei titoli USA sopra la SMA a 50 giorni e Bullish Percent Index sul NYSE a 67.90). 
I metalli preziosi si sono comportati come la borsa americana. Il prezzo dell'oro in USD ha marciato sul posto (2653 USD/oncia) mentre il prezzo in EUR ha fatto registrare venerdì la migliore chiusura della storia a 2417 EUR/oncia. Il future sull'argento é salito da 31.92 di venerdì scorso a 32.45 USD/oncia con un incremento settimanale del +1.66% - la temuta correzione intermedia a 30 USD non si é verificata ma questa possibilità esiste ancora. Venerdì il future ha toccato un nuovo massimo annuale a 33.23 USD. Inutile dire che la tendenza dominante resta al rialzo, noi siamo investiti e fiduciosi sul raggiungimento dei nostri ambiziosi obiettivi.

Le performance settimanali degli indici azionari sono state le seguenti:
Eurostoxx50             -2.22% a 4955 punti
SX7E (banche)          -4.78% a 140.26 punti
DAX                         -1.81% a 19120 punti
SMI                          -1.91% a 11997 punti
FTSE MIB                  -3.26% a 33594 punti
S&P500                     +0.90% a 5751.07 punti
Nasdaq100                +0.13% a 20035 punti

Venerdì gli investitori hanno aspettato con trepidazione fino alle 14.30 gli ultimi dati sul mercato del lavoro americano. I dati sono risultati migliori di quanto avevamo previsto gli analisti, il reddito dell'USTBond decennale é salito a 3.96% (+0.11%), l'USD Index é balzato a 102.28 (+0.50%) e gli indici azionari americani sono saliti trascinandosi dietro l'Europa almeno fino alla chiusura alle 17.30 (Eurostoxx50 +0.68% a 4955 punti). L'S&P500 ha aperto in positivo a 5737 punti, é sceso fino alle 16.30 a 5702 punti per poi recuperare a balzi fino ai 5735 punti. L'indice ha in seguito ritracciato fin verso le 20.00 quando dai 5720 punti é salito stabilmente fino a 5753 punti di massimo. Ha chiuso poco più in basso a 5751.07 (+0.90%). La partecipazione é stata buona (A/D a 6613 su 2745) e sono saliti quasi tutti i comparti (DJT +0.44%, Nasdaq100 +1.22% e Russell2000 +1.50%). Il rapporto NH/NL (628 su 402) resta però deludente. I Summation Index sono in calo. La volatilità VIX é scesa a 19.21 (-1.28) - come spiegato precedentemente c'é troppo ottimismo e questo potrebbe obbligare l'S&P500 a consolidare ancora per qualche giorno. A un certo momento però, quando il mercato entrerà nella fase finale di accelerazione, gli investitori saranno stabilmente ottimisti passando poi all'euforia. Di conseguenza é possibile che l'eccesso di ottimismo ora non provochi più correzioni. Insomma - una correzione minore di un -2%/-3% in questo stadio é possibile ma non necessaria, non é un problema e non deve sorprendere. Possiamo però ignorare questi eventuali brevi vuoti d'aria e goderci il rialzo.

Commento del 28-29 settembre

Il consolidamento in America "perturbato" da buoni dati sull'inflazione e dalla svolta in Cina

Riassunto: Le borse si trovano in una lunga fase di rialzo che deve terminare nei prossimi mesi con un'accelerazione finale di tipo esaustivo. Il nostro obiettivo di riferimento si trova a 6000+ punti di S&P500 (-0.13% a 5738.17 punti). Abbiamo spiegato più volte che con 6000+ vogliamo indicare una forte possibilità che l'S&P500 sullo slancio superi in maniera sostanziale questo obiettivo e possa impennarsi fino ai  6500-6600 punti. All'inizio questo scenario appariva irrealistico - ora però l'S&P500 si trova solo un 4% dall'obiettivo originale mentre l'accelerazione finale non sembra ancora essere iniziata. In ogni caso la tendenza rialzista é indiscutibile e confermata. L'S&P500 passa regolarmente da un nuovo record al successivo (questa settimana l'S&P500 ha toccato un nuovo massimo storico giovedì a 5767.37 punti) mentre i nostri indicatori di base (72.6% dei titoli USA sopra la SMA a 50 giorni, Bullish Percent Index sul NYSE a 67.57) danno sempre luce verde.
Una settimana fà avevamo segnalato a breve una situazione di eccesso - secondo gli oscillatori e gli indicatori di momentum la borsa americana era su un massimo intermedio e aveva bisogno di una fase di consolidamento. Considerando la forza del trend non ci aspettavamo una tipica correzione di medio termine ma solo un periodo di pausa con una minicorrezione di un -2% per chiudere il gap a 5664 punti. In effetti la borsa americana é andata in stallo (S&P500 +0.28%, +0.25%, -0.19%, +0.40%, -0.13%) ma per saldo l'S&P500 é riuscito a guadagnare ancora 36 punti. Le borse europee invece, non bloccato dall'ipercomperato, si sono involate e il DAX tedesco ha fatto registrare un nuovo sostanziale massimo storico a 19491 punti. Tra parentesi questo nuovo record storico del DAX si verifica mentre l'economia é in recessione e il Paese attraversa una grave crisi politica ed economica. Molti analisti fondamentali da mesi prevedono un crollo della borsa ma é evidente che non capiscono i meccanismi che dominano i mercati finanziari.
Cosa é successo e perché la nostra previsione di corto termine per Wall Street é risultata parzialmente sbagliata? Durante la settimana parecchie notizie hanno stimolato le borse. I dati sull'inflazione sono risultati inferiori alle stime degli analisti sia in Europa che in America. Le Banche Centrali danno evidenti segnali di voler seguire una politica monetaria più accomodante - la BNS svizzera ha abbassato per la terza volta quest'anno il suo tasso d'interesse guida del -0.25%. Infine la Cina ha lanciato un mostroso programma di stimoli economici con misure sul fronte della spesa statale, un sostegno dei consumi interni, una maggiore possibilità delle banche a concedere crediti e un classico abbassamento dei tassi d'interesse. Questo ha fatto decollare la borsa cinese - l'indice China A50 ha guadagnato in una settimana il +16.13% mentre l'Hang Seng é balzato del +13.00%. Ovviamente questo fuoco pirotecnico sui mercati asiatici (Nikkei +5.56%) ha contagiato in maniera positiva le borse di tutto il mondo. In fondo é sorprendente che l'S&P500 abbia marciato sul posto - questo é però l'effetto frenante dell'ipercomperato.
Questo significa niente correzione minore? No - numerosi segnali tecnici ci inducono a credere che una minicorrezione é ancora necessaria e pendente. Gli oscillatori non hanno ancora scaricato l'ipercomperato e i dati sulla partecipazione si indeboliscono. I Summation Index stanno girando e mercoledì sono brevemente scesi. Ma é soprattutto il mercato delle opzioni a mostrare una certa pericolosa euforia tra i traders. La CBOE Equity put/call ratio é rimasta tutta la settimana intorno a 0.50 mentre la MM a 10 giorni é scesa a 0.53. Di conseguenza ci sono troppi traders long che a breve devono vendere per chiudere le posizioni speculative long - quest'anno ogni volta che questo indicatore é sceso sotto i 0.56 l'S&P500 ha corretto. Forse nessuno venderà prima della scadenza del trimestre in maniera da mostrare una "bella performance" - alla fine di settembre manca però solo la seduta di lunedì. Non stupitevi quindi se settimana prossima c'é un breve vuoto d'aria.

Correzioni a parte restiamo convinti rialzisti su tutte le borse mondiali - favoriamo quella americana mentre gli indici azionari europei ci sembrano a breve troppo estesi. Nel complesso la situazione economica negli Stati Uniti ci sembra migliore che in Europa ed esiste maggiore spazio di manovra per abbassare i tassi d'interesse. Il reddito dell'USTbond decennale é ora al 3.75% mentre il reddito del Bund decennale é al 2.14%. Siamo long in azioni sfruttando al massimo i limiti imposti dai profili d'investimento. Abbiamo posizioni in obbligazioni poiché siamo convinti che i tassi d'interesse debbano ancora scendere in maniera sostanziale - obbligazioni di buona qualità saranno inoltre una buona assicurazione al momento in cui le borse avranno raggiunto l'apice e cominceranno a cadere. Sembra essere una questione di mesi e non di anni.

Siamo infine investiti in metalli preziosi. Il rialzo dell'oro (2658 USD/oncia) é regolare e stabile. L'oro ha toccato giovedì un nuovo record storico a 2685 USD/oncia - l'obiettivo a 3000 USD si avvicina. Il future sull'argento ha chiuso venerdì a 31.92 USD. La performance settimanale é stata del +1.33%. L'argento é balzato del +4.33% lunedì (32.43) ma poi si é "spento" e ha cominciato a correggere per l'ennesima volta. Potrebbe al massimo ridiscendere sui 30 USD dando un'ultima opportunità d'acquito a chi ancora non é investito. Il prezzo di questo metallo é molto volatile e il mercato é altamente speculativo. Pensiamo però che il nostro obiettivo annuale a 38 USD sia solamente una tappa intermedia all'interno di un movimento di rialzo con un enorme potenziale.

Le performance settimanali degli indici azionari sono state le seguenti:
Eurostoxx50             +4.04% a 5067 punti
SX7E (banche)          +0.89% a 147.31 punti
DAX                         +4.03% a 19473 punti
SMI                          +2.54% a 12234 punti
FTSE MIB                  +2.86% a 34727 punti
S&P500                     +0.62% a 5738.17 punti
Nasdaq100                +1.09% a 20008 punti

Come spiegato nella prima parte del commento, é stata una settimana estremamente positiva per le borse asiatiche ed europee mentre per una volta l'America si é mossa con "il freno a mano tirato". In tutte le sedute l'S&P500 ha aperto bene ma poi ha ritracciato e ha chiuso sotto il livello d'apertura. Un chiaro segno che c'era una certa pressione di vendita malgrado il risultato finale positivo. I dati sulla partecipazione (A/D e NH/NL) confermano questa impressione - a soffrire é stato soprattutto il Russelll2000 (+0.67% a 2224 punti) che durante la settimana ha perso il -0.26%.
Venerdì l'S&P500 ha aperto a 5756 punti, È brevemente sceso a 5750 punti per poi risalire sul massimo giornaliero a 5763 punti. Successivamente l'indice é scivolato verso il basso fin verso le 20.30 quanto ha toccato il minimo a 5727 punti. Dopo un rimbalzo a 5745 punti l'indice ha chiuso a 5738.17 punti (-0.13). Nel complesso una seduta deludente considerando il buon comportamento dei listini europei (Eurostoxx50 +0.69%). L'impressione é che la borsa americana debba ancora consolidare e lo scenario più probabile a breve é ancora una discesa a 5664 punti prima della ripresa del rialzo.

L'USD Index (100.11) continua a ballare sul supporto a 100. La rottura al ribasso é però unicamente rimandata. Per logica la fase conclusiva del rialzo in America con l'accelerazione finale di tipo esaustivo deve corrispondere ad un indebolimento dell'USD - stimiamo che noi prossimi mesi l'USD debba ancora perdere un -10% contro le altre maggiori monete, EUR compreso.
A inizio anno avevamo fissato per il cambio EUR/USD (1.1163) un obiettivo a 1.20-1.25. La direzione é sicuramente quella giusta - forse però il raggiungimento dell'obiettivo slitterà al prossimo trimestre dell'anno prossimo.
 
Commento del 21-22 settembre

La FED riduce i tassi d'interesse del -0.5%. Dopo un consolidamento il rialzo riprenderà in maniera dinamica
Nuovi massimi storici di S&P500, DAX e oro

Riassunto: È andata come doveva. La FED americana mercoledì sera ha abbassato il tasso d'interesse di riferimento del -0.5% e la borsa ha festeggiato - giovedì l'S&P500 ha toccato un nuovo massimo storico a 5733.57 punti. Venerdì sono scaduti i derivati di settembre - é stata una grande scadenza trimestrale che probabilmente corrisponde ad un massimo intermedio. Gli oscillatori sono troppo in alto e il cambiamento d'umore degli investitori é stato troppo repentino - quindi il mercato deve assorbire gli eccessi e settimana prossima ci deve essere un consolidamento che dovrebbe permettere all'S&P500 di scendere a chiudere il gap a 5664 punti. Poi si deve ripartire al rialzo seguendo il trend dominante (in America il 70.2% dei titoli é sopra la SMA a 50 giorni e il Bullish Percent Index sul NYSE é 64.05). Non possiamo che confermare il nostro obiettivo per questo rialzo a 6000+ punti di S&P500. A breve dovrebbe iniziare la fase finale di accelerazione di tipo esaustivo durante la quale praticamente tutto il listino dovrebbe essere risucchiato verso l'alto - favoriti saranno i titoli ciclici, quelli che approfittano di un calo dei tassi d'interesse e le PMI rappresentate dal Russell2000. Al momento non vediamo nulla a livello fondamentale o tecnico che possa negare questo scenario.
Le borse europee seguono a distanza quella americana - il DAX ha toccato giovedì un nuovo record storico a 19044 punti. Altri indici faticano a toccare nuovi massimi per problemi specifici o storici - in Svizzera per esempio l'SMI é appesantito dalla debolezza di Nestlé (performance settimanale del -5.63% e nuovo minimo a 52 settimane) mentre l'Eurostoxx50 non ha ancora completamente recuperato i danni procurati dalle varie crisi dell'ultimo ventennio (la crisi tecnologica del 2000-2003, la crisi finanziaria partita dal mercato immobiliare USA del 2007-2008 e la crisi del debito sovrano del 2010-2011).
Anche per quel che riguarda i metalli preziosi la situazione si sviluppa come previsto - l'oro ha fatto segnare venerdì un nuovo record storico a 2625 USD/oncia. L'argento (future a 31.50 USD/oncia, performance settimanale del +1.36%) segue a distanza. Come in borsa lentamente l'interesse degli investitori si dovrebbe spostare dai titoli a grossa capitalizzazione alle PMI, ci aspettiamo che presto o tardi l'argento venga "riscoperto" dagli investitori istituzionali. Vi ricordiamo che il nostro obiettivo per quest'anno é a 38 USD mentre ci aspettiamo che il rialzo dell'oro si "spenga" intorno ai 3000 USD/oncia. 
Insomma - rispettando il motto del nostro sito consigliamo caldamente di essere long su praticamente tutto - azioni (specialmente negli Stati Uniti), obbligazioni e metalli preziosi. Siamo short unicamente USD - l'attesa rottura del supporto a 100 sull'USD Index tarda ad arrivare ma noi restiamo fiduciosi.
Nel complesso non abbiamo nulla da aggiungere a quando prevediamo da mesi sia per quel che riguarda l'economia che lo sviluppo dei mercati finanziari. Finora funziona tutto come previsto. L'unico inconveniente riguarda il timing - ci aspettavamo che l'inflazione e di riflesso i tassi d'interesse sarebbero scesi più velocemente. Di conseguenza le borse salgono più lentamente del previsto con numerose pause e correzioni intermedie. Questo é però un fattore positivo che rafforza la nostra convinzione riguardante il rialzo. C'é ancora molto scetticismo e molti investitori che non stanno partecipando al rialzo. Ad un certo momento tutti saranno obbligati a saltare sul treno in corsa. Questo rialzo deve finire nell'ottimismo generale e nell'euforia - non prima.

Le performance settimanali degli indici azionari sono state le seguenti:
Eurostoxx50             +0.59% a 4871 punti
SX7E (banche)          +3.45% a 146.01 punti
DAX                         +0.11% a 18720 punti
SMI                          -0.87% a 11934 punti
FTSE MIB                  +0.58% a 33762 punti
S&P500                     +1.36% a 5702.55 punti
Nasdaq100                +1.42% a 19791 punti

Gli investitori hanno aspettato fino a mercoledì per conoscere le decisioni della FED. Ci sono state tre sedute calme e senza sostanziali variazioni (S&P500 +0.13%, +0.03%, -0.29%) e finalmente giovedì si é verificato l'atteso rally che ha scaraventato l'SP500 sopra i 5700 punti. Venerdì invece c'é stata la solita seduta di scadenza tripla di derivati - alti volumi (volume relativo a 2.0) e numerosi repentini cambi di direzione. Per saldo però ha dominato l'ipercomperato e l'S&P500 ha chiuso sul livello d'apertura (5701) a 5702.55 punti (-0.19%). Venerdì ci sono state prese di beneficio su titoli che hanno corso troppo ma per saldo tutti i settori hanno avuto una buona performance settimanale (Russell2000 venerdì -1.10% - performance settimanale +2.08%).
A questo punto l'unico nostro dubbio riguarda solo la profondità e la durata del prossimo dovuto consolidamento. Se fossimo in un mercato in laterale e senza tendenza ci dovrebbe essere una correzione di almeno un -5% in tre settimane. Vista però la situazione attuale crediamo che il consolidamento sarà di breve durata e non dovrebbe superare un -2% (S&P500).

Commento del 14-15 settembre

La correzione intermedia di settembre é alle spalle - ora ci prepariamo a nuovi massimi storici. Record dell'oro.

Riassunto: Sono passate tre settimane dall'ultimo commento e se guardiamo gli indici azionari sembra che sia successo poco o niente. 
L'S&P500 é 8 punti sotto il livello del 23 agosto. Come pensavamo c'é stata ancora una correzione intermedia. In America é iniziata il 3 settembre ed ha fatto cadere l'S&P500 di circa 240 punti in 4 sedute. A questo punto i soliti pessimisti hanno dichiarato che era iniziata una consistente fase di ribasso e questa volta anche gli analisti tecnici erano d'accordo visto che sui grafici di S&P500 e Nasdaq100 si era verificato un massimo discendente (bearish) invece dell'atteso (rileggete a questo riguardo la seconda parte del nostro precedente commento) massimo ascendente. L'analisi tecnica non é però una scienza esatta e non bisogna basare una previsione su un massimo mancato di una ventina di punti ma é necessario prendere in considerazione sempre una serie di fattori come ipercomperato, eccesso di rialzo, divergenze a livello di partecipazione e sentiment. Soprattutto in questo momento sembra che il sentiment (o umore degli investitori) giochi un ruolo determinante. Specialmente i giovani traders con poca esperienza passano velocemente dall'euforia alla disperazione e sembrano reagire spesso a falsi segnali - i social media, dove abbondano i falsi gurus, amplificano questo effetto. Siamo convinti che nei prossimi mesi la volatilità avrà tendenza ad aumentare e quindi riteniamo giusto seguire la tendenza dominante cercando di evitare reazioni emotive. A questo punto possiamo confermare che la tendenza di fondo della borsa americana (e di riflesso di quelle europee) é ancora saldamente al rialzo con il 64.9% dei titoli sopra la SMA a 50 giorni ed il Bullish Percent Index sul NYSE a 57.71.
Abbiamo una certa comprensione per i ribassisti poiché i dati economici sono preoccupanti. Specialmente in Europa si delinea una recessione e pochi riescono p.e. a capire perché il DAX ha fatto segnare ad inizio settembre un nuovo record storico mentre la Germania e in una profonda crisi politica ed economica. Le borse però guardano al futuro e sono fortemente influenzate da liquidità e tassi d'interesse. L'inflazione non é più un problema e questa settimana la BCE ha abbassato per la seconda volta quest'anno i tassi d'interesse di riferimento del -0.25%. Mercoledì 18 settembre, vale a dire settimana prossima, anche la FED americana dovrebbe diminuire il costo del denaro e noi ci aspettiamo una riduzione del -0.5% del FED Rate. Le Banche Centrali stanno passando da una politica monetaria restrittiva ad una più espansiva e questo dovrebbe alimentare il rialzo. In seguito noi ci aspettiamo una crisi deflattiva e debitoria che dovrebbe provocare un crollo dei mercati azionari. È però ancora troppo presto per parlare di questa fase successiva. Prima i mercati giocheranno lo scenario del soft landing e arriverà l'accelerazione finale di tipo esaustivo che catapulterà l'S&P500 sopra il nostro obiettivo di riferimento a 6000+ punti. Preparatevi a movimenti dinamici e considerevoli in poco tempo. Già questa settimana abbiamo avuto un assaggio di quello che succederà in autunno. Il Nasdaq100 ha guadagnato questa settimana il +5.93% mentre l'argento é balzato del +10.25% - il future é salito da 28.18 a 31.07 con un rally di circa il +8% unicamente nelle ultime due sedute.
A questo punto é necessario citare il nuovo record dell'oro (2578 USD / 2328 EUR per oncia) che venerdì ha toccato un nuovo massimo storico a 2587 punti. Vi ricordiamo che già a marzo di quest'anno avevamo fissato l'obietto di questo lungo rialzo a 3000 USD/oncia - siamo convinti che questo obiettivo verrà raggiunto nei prossimi 6 mesi. Di riflesso restiamo bullish sull'argento che ad un certo punto verrà scoperto dagli investitori istituzionali come valida alternativa all'oro vista la sua decisa sottovalutazione storica. Il nostro obiettivo a 38 USD per quest'anno sembra sotto questa ottica ancora conservativo. In fondo bastano due settimana come quella appena trascorsa per catapultare il prezzo dell'argento a ridosso dei 38 USD... Ci vorrà però un certo lavoro con una modesta correzione sui 32 USD e un consolidamento sopra i 30 USD prima della prossima decisiva spinta di rialzo.

In generale restiamo pienamente investiti sui mercati azionari all'interno dei limiti imposti dai profili d'investimento. Abbiamo posizioni in obbligazioni di lungo termine specialmente in USD dove i tassi d'interesse di mercato sono ancora decisamente interessanti malgrado che venerdì il reddito dell'US Treasury Bond sia sceso a 3.66% (-0.02%). Se però come pensiamo all'orizzonte (6-12 mesi) si profila una crisi economica e finanziaria é utile e necessario essere investiti in obbligazioni lunghe e di prima qualità visto che le Banche Centrali reagiranno come al solito abbassando in maniera massiccia i tassi d'interesse e innondando i mercati di liquidità.
Ci teniamo strette infine le posizioni in metalli preziosi, oro e argento. L'argento é più volatile e speculativo dell'oro - ci vogliono nervi saldi per restare investiti e ignorare i paurosi vuoti d'aria che contraddistinguono questo mercato poco liquido. Il forte potenziale di rialzo giustifica però il rischio e la fatica emotiva.

Le performance settimanali degli indici azionari sono state le seguenti:
Eurostoxx50             +2.22% a 4844 punti
SX7E (banche)          +1.60% a 141.13 punti
DAX                         +2.17% a 18699 punti
SMI                          +1.09% a 12037 punti
FTSE MIB                  +0.83% a 33568 punti
S&P500                     +4.02% a 5626.02 punti
Nasdaq100                +5.93% a 19514 punti

A corto termine sui mercati azionari si profila una situazione tecnica interessante. Secondo gli oscillatori, gli indicatori di ipercomperato e quelli di sentiment a breve (DSI) gli indici azionari americani dovrebbero toccare un massimo intermedio a metà di settimana prossima. Il momento potrebbe corrispondere alla seduta della FED quando Jerome Powell dovrebbe annunciare il pivot e la diminuzione per la prima volta in questo ciclo, dei tassi d'interesse. Tentando di dipingere uno scenario teorico l'S&P500 potrebbe salire nelle prime tre sedute della settimana sui 5700-5750 punti ma poi dovrebbe brevemente correggere. Questa correzione potrebbe essere l'ultima prima del top...
La seduta di venerdì é stata positiva e ha concluso in maniera logica una settimana giocata al rialzo. L'S&P500 ha aperto a 5602 punti, é velocemente salito sui 5630 punti poi é oscillato a caso in una ventina di punti (5615-5636) fino alla chiusura a 5626.02 punti (+0.54%). Gli investitori si sono concentrati su assets speculativi e otticamente "rimasti indietro" e questo spiega la buona prestazione del Russell2000 (RUT +2.49%) che per una volta ha messo in ombra la tecnologia (Nasdaq100 +0.47%). La seduta al NYSE é stata positiva con A/D a 7704 su 1817, NH/NL a 830 su 169 e volume relativo a 0.95. La volatilità VIX é scesa a 16.56 (-0.51), il CBOE Equity put/call ratio era basso a 0.54 mentre il Fear&Greed Index é salito a 49 punti (+6). In generale é stata una buona seduta malgrado che la partecipazione resta mediocre.
Come spiegato é probabile che settimana prossima sullo slancio gli indici azionari continuino a salire e l'S&P500 faccia segnare un nuovo record storico. I DSI (Daily Sentiment Index) su S&P500 e Nasdaq100 sono però già alti e quindi é probabile che poi ci sia un breve vuoto d'aria. Non facciamo questa previsione a scopo di trading ma unicamente come forma di avvertimento. Non preoccupatevi di queste correzioni intermedie che malgrado possano essere violente e profonde non intaccano il trend rialzista. Restate investiti e godetevi lo spettacolo di mercati azionari a caccia di record mentre mezzo mondo parla di crisi e possibile recessione.

Ricordiamo che siamo ribassisti sull'USD. L'USD Index é a 101.12 e con la diminuzione dei tassi d'interesse da parte della FED potrebbe arrivare finalmente la spinta ribassista necessaria per rompere definitivamente il supporto a 100.

Commento del 24-25 agosto

Powell da il segnale di partenza per l'accelerazione finale di tipo esaustivo

Riassunto: Venerdì Jerome Powell, responsabile della Banca Centrale americana FED, ha annunciato che é giunto il momento di cambiare politica monetaria. L'inflazione negli Stati Uniti é sotto controllo ed esiste spazio di manovra per abbassare i tassi d'interesse di riferimento. La prima diminuzione é prevista a settembre. Questa evoluzione, come sapete, non ci sorprende - arriva forse troppo tardi. Probabilmente nei prossimi mesi ci saranno parecchi ritocchi ai tassi d'interesse di riferimento. Gli investitori sono convinti che l'economia si dirige verso un soft landing e la combinazione tra costo del denaro in calo e utili futuri delle imprese stabili o in crescita fà decollare le borse. Venerdì é salito praticamente tutto - indici azionari, obbligazioni e materie prime. L'S&P500 ha chiuso a 5634.61 punti (+1.15%) e si trova a soli 35 punti dal massimo storico di metà luglio a 5669 punti. Come pensavamo la caduta di circa 500 punti di luglio/agosto si é rilevata una semplice, veloce e brutale correzione intermedia. Le borse riprendono la loro corsa al rialzo e il nostro obiettivo di riferimento a 6000+ punti di S&P500 é a portata di mano. Nel commento del 6-7 luglio vi avevamo spiegato che 6000+ punti significa che probabilmente sullo slancio questo obiettivo a 6000 punti verrà ampiamente superato (possibili sono 6500-6600 punti). La fase finale del rialzo sarà un'accelerazione finale di tipo esaustivo con forti guadagni in poche settimane o giorni. Molti investitori sono ancora sottoinvestiti e piuttosto scettici (Fear&Greed Index a 53 punti) - siamo a conoscenza di parecchie banche svizzere che ad inizio agosto hanno ridotto le azioni in portafoglio poiché temevano una profonda correzione di medio termine. Molti saranno nelle prossime settimane obbligati a saltare sul treno in corsa e comperare - euforia e momentum creeranno la miscela esplosiva per un finale con il botto.
Lo scenario che seguiamo da tempo si sta sviluppando come previsto e noi restiamo pienamente investiti in azioni e obbligazioni di lungo termine. Favoriamo gli Stati Uniti e i settori ciclici e quelli sensibili ad un calo dei tassi d'interesse. Siamo convinti che le azioni delle PMI sono sottovalutate e consigliamo ancora adesso l'acquisto del Russell2000 (RUT).
Ricordiamo che gli investitori europei hanno unicamente un problema da risolvere - la svalutazione del USD. Nei prossimi mesi il differenziale dei tassi d'interesse si svilupperà a sfavore della moneta americana e l'USD perderà di valore. Chi ha EUR o CHF come moneta di riferimento deve assicurare l'USD contro le monete europee o comperare ETF che compensano il rischio di cambio.
Cosa succederà in futuro lo abbiamo visto in maniera esemplare venerdì. L'S&P500 é salito del +1.15% - il Russell2000 é balzato del +3.19%. Contemporaneamente il cambio EUR/USD é salito a 1.1204 (+0.73%) e l'USD Index é caduto a 100.61 (-0.82%). In pratica per chi calcola in EUR un investimento nell'S&P500 ha reso "solo" il +0.42% (+1.15% di guadagno sull'indice - 0.73% di perdita sul cambio).
L'alternativa é possedere azioni di società europee - le borse europee seguiranno il rialzo della borsa americana. Ripulito dell'effetto cambio é difficile dire quale alternativa sarà la migliore.
Anche i metalli preziosi si sviluppano secondo le nostre previsioni. Non abbiamo bisogno di fare grandi commenti. L'oro (2512 USD/oncia) ha toccato martedì un nuovo record storico a 2531 USD/oncia. Il nostro obiettivo grafico si trova a 3000 USD/oncia. Dovrebbe essere raggiunto nei prossimi 6 mesi. L'argento questa settimana ha guadagnato il +2.64% a 29.86 (future). Il rialzo dell'argento fatica a svilupparsi ma noi restiamo fiduciosi e costruttivi. Presto o tardi gli investitori identificheranno questo metallo come una valida alternativa all'oro e si renderanno conto che il prezzo é "rimasto indietro". Forti acquisti si concentranno in un mercato con scarsa liquidità e improvvisamente il prezzo comincerà a correre. Il nostro obiettivo é a 38 USD/oncia.

Le performance settimanali degli indici azionari sono state le seguenti:
Eurostoxx50             +1.38% a 4909 punti
SX7E (banche)          +0.76% a 139.05 punti
DAX                         +1.70% a 18633 punti
SMI                          +1.34% a 12347 punti
FTSE MIB                  +1.84% a 33650 punti
S&P500                     +1.45% a 5634.61 punti
Nasdaq100                +1.08% a 19720 punti

Le borse hanno avuto un andamento altalenante e sono oscillate in laterale (S&P500 +0.97%, -0.20%, +0.42%, -0.89%) fino a venerdì in attesa del discorso di Jerome Powell a Jackson Hole. L'S&P500 ha aperto venerdì in leggero guadagno a 5600 punti e su questo livello si é fermato fino alle 16.00 quando il capo della FED si é finalmente espresso. L'S&P500 é poi balzato su un massimo a 5641 punti, é sceso a metà seduta sul minimo a 5585 punti per poi risalire regolarmente fino alla chiusura a 5634.61 punti (+1.15%). Tutti i settori  hanno contribuito al buon risultato (DJ +1.14%, DJT +1.61%, Nasdaq100 +1.18%, RUT +3.19%). La seduta é stata decisamente positiva con A/D a 8102 su 1197, NH/NL a 760 su 129 e volume relativo a 0.95. La volatilità VIX é salita a 15.79 (+0.99), il CBOE Equity put/call ratio era basso a 0.55 e il Fear&Greed Index é balzato a 53 punti. I Summation Index stanno salendo e la tendenza di fondo della borsa americana é saldamente al rialzo (70.8% dei titoli sopra la SMA a 50 giorni, Bullish Percent Index sul NYSE a 58.78).
A breve ci aspettiamo che l'S&P500 salga su un nuovo massimo storico sopra i 5669 punti. Questo dovrebbe avvenire in concomitanza con una rottura dell'USD Index sotto i 100 punti. Dovrebbe poi esserci una breve correzione intermedia o un consolidamente per assorbire i guadagni. In seguito gli indici azionari continueranno a salire.

L'escalazione militare in Medio Oriente con l'odierno attacco degli Hisbollah, le milizie libanesi controllate dall'Iran, contro Israele non costituiscono un pericolo in grado di far deragliare il rialzo delle borse.
Tecnicamente non vediamo problemi all'orizzonte.

Avviso: Sono in vacanza una decina di giorni. Il prossimo commento verrà pubblicato in forma ridotta domenica 8 settembre in serata o lunedì 9 settembre.
Aggiornamento: Purtroppo sono tornato con ritardo dalla vacanza e non sono stato in grado di pubblicare il previsto commento dell'8 o 9 settembre. Mi scuso dell'inconveniente. Il prossimo commento apparirà domenica 15 settembre.

Commento del 17-18 agosto

Il rialzo delle borse ha ripreso vigore - massimo storico dell'oro (2508 USD/oz) e buona performance dell'argento (+5.62%)

Riassunto: Lunedì 5 agosto l'S&P500 é crollato su un minimo a 5119 punti. Molti investitori ed analisti erano convinti che la fine del carry trade sul cambio USD JPY aveva provocato l'inizio di una consistente fase di ribasso. Noi non eravamo d'accordo. Secondo noi questo minimo era definitivo e segnava la fine di una correzione. Tecnicamente avevamo notato una evidente situazione di ipervenduto ed eccesso di ribasso con investitori vicini al panico. Secondo noi doveva riprendere il rialzo che restava la tendenza dominante. Osservando gli oscillatori pensavamo unicamente che dovesse esserci una consistente pausa sui 5400 punti prima che l'S&P500 potesse muoversi in direzione dei 6000+ punti, livello che resta il nostro obiettivo per quest'anno. Una settimana fà l'S&P500 si era fermato a 5344 punti. In questa settimana ci sono state altre 5 sedute positive (per un totale di 7 sedute consecutive di rialzo) e l'S&P500 ha chiuso a 5554.25 punti (+0.20%), decisamente sopra la resistenza intermedia a 5400 punti. Il gap down del 2 agosto é stato chiuso con un gap up il 15 agosto ed ora la strada é aperta verso l'alto. Il massimo annuale a 5669 punti é a portata di mano. La tendenza di fondo della borsa americana é nuovamente saldamente al rialzo con il 62.6% dei titoli sopra la SMA a 50 giorni ed il Bullish Percent Index sul NYSE a 54.13 - i Summation Index stanno salendo. Per i prossimi giorni é difficile fare una previsione affidabile. Gli oscillatori di corto e medio termine sono contradditori - siamo però lontani da una situazione di ipercomperato (RSI sui maggiori indici tra i 50 ed i 60 punti) mentre gli investitori restano scettici e prudenti (Fear&Greed Index a 35 punti). Dopo 7 sedute ininterrotte di rialzo una pausa di assestamento sembra necessaria ma non obbligatoria. Un consolidamento all'inizio di settimana prossima sarebbe salutare ma in ogni caso in seguito gli indici azionari sono destinati a salire decisamente più in alto.
Restiamo pienamente investititi sui mercati azionari e favoriamo il mercato americano e il settore delle piccole e medie imprese. 
Gli indici azionari europei sono destinati a seguire l'esempio di Wall Street come é avvenuto nel corso di questa settimana.
Il cambio EUR/USD é salito a 1.1028 - é la più alta chiusura di quest'anno e mostra che la svalutazione della moneta americana sta riprendendo il suo corso. L'USD Index é sceso a 102.31. Ricordiamo che noi prevediamo da tempo un calo dei tassi d'interesse di mercato sull'USD (reddito dell'USTBond decennale a 3.88%) e una svalutazione della moneta americana. Questi due fattori devono contribuire al rialzo delle borse (soprattutto grazie ad un'espansione dei P/E) e dei prezzi delle materie prime.
Ritorniamo sui metalli preziosi segnalando che l'oro ha toccato venerdì un nuovo record storico a 2508 USD/oncia. Vi ricordiamo che a marzo di quest'anno. quando l'oro aveva superato i 2150 USD/oncia, avevamo fissato usando l'analisi grafica un nuovo obiettivo a 3000 USD. Siamo inoltre bullish sull'argento anche se questo metallo fatica seguire l'oro - tecnicamente mostra finora debolezza relativa e la correzione dai 32 USD fino a i 26.50 USD di maggio-agosto é stata decisamente più lunga e profonda del previsto. Domenica scorsa consideravamo però che la correzione era praticamente terminata e avevamo scritto che dai 27.54 USD il future poteva risalire in una settimana a 29. In effetti si é sviluppato un rally che é sfociato venerdì in una chiusura sul massimo a 29.09 - l'argento ha guadagnato in 5 sedute il +5.62%. Pensiamo che la prossima settimana potrebbe iniziare con un ritracciamento fino al massimo a 28.40 e poi deve riprendere il rialzo. L'ipotesi di un minimo a fine agosto, descritta settimana scorsa, non é ovviamente più valida ed é già stata eliminata lunedì 12 agosto con il superamento dei 28 USD. Il nostro obiettivo resta a 38 USD entro la fine di quest'anno.

Le performance settimanali degli indici azionari sono state le seguenti:
Eurostoxx50             +3.53% a 4840 punti
SX7E (banche)          +4.30% a 137.99 punti
DAX                         +3.38% a 18322 punti
SMI                          +2.70% a 12188 punti
FTSE MIB                  +3.96% a 33040 punti
S&P500                     +3.93% a 5554.25 punti
Nasdaq100                +5.37% a 19508 punti

Per tutta la settimana i pessimisti sono rimasti in attesa della ripresa del ribasso - prima hanno argomentato che il rimbalzo dal minimo del 5 agosto doveva durare da 3 a 7 giorni. Poi, quando il rialzo é continuato, erano sicuri che si sarebbe bloccato contro la resistenza a 5400 punti. Martedì sera (S&P500 +1.68% a 5434 punti) avevano i primi dubbi ma sono rimasti ribassisti poiché anche mercoledì (+0.38% a 5455 punti) l'S&P500 non si era allontanato di molto dai 5400 punti. Giovedì (S&P500 +1.61% a 5543 punti) erano a corto di argomenti ma speravamo in un crollo venerdì. Invece la seduta di venerdì é stata ancora positiva (S&P500 + 0.20% a 5554.25 punti) con un'apertura sul minimo ed una chiusura vicino la massimo a 5562 punti. I dati sulla partecipazione sono buoni (A/D a 6294 su 2909, NH/NL a 289 su 210) mentre il sentiment mostra ancora scetticismo (Fear&Greed Index a 35 punti, CBOE Equity put/call ratio a 0.51, VIX a 14.80). Non vediamo problemi tecnici all'orizzonte che possano impedire una continuazione di questa fase di rialzo e lo scenario macroeconomico si sta sviluppando secondo le nostre previsioni.
Restiamo decisamente ottimisti per lo sviluppo dei mercati finanziari (indici azionari e obbligazioni al rialzo) per i prossimi 3 - massimo 6 mesi. Lo stesso vale per i metalli preziosi (oro e argento).

Commento del 10-11 agosto

Il crollo di lunedì (S&P500 -3.00%) ha segnato la fine della correzione - adesso sono tutti esperti di carry trade

Riassunto: Pensavamo che la correzione delle borse fosse finita il 25 luglio con l'S&P500 sui 5400 punti. Ci siamo sbagliati ma, considerando la chiusura di questa settimana (5344.16 punti), non di molto. Abbiamo sottovalutato la reazione degli investitori ad uno sviluppo che avevamo previsto da tempo vale a dire un calo dei tassi d'interesse sull'USD e un contemporaneo aumento del costo del denaro in Giappone. Improvvisamente il fine settimana scorso tutti sono diventati degli esperti di carry trades e delle possibile catastrofiche conseguenze che un reversal delle posizioni USD/JPY poteva avere sui mercati finanziari. Il panico é stato però di breve durata. Lunedì in apertura l'S&P500 é crollato fino ad un minimo a 5119 punti ma poi ha recuperato, sia nella giornata di lunedì con una chiusura a 5186 punti, sia nel resto della settimana che si é conclusa con una performance di poco (-0.04%) negativa. Lunedì tutti gli "esperti" che prevedevano da mesi un ribasso hanno cominciato ad urlare "ve l'avevo detto io" e hanno raddoppiato la dose aggiungendo la previsione di un imminente crollo. Martedì, dopo un anemico rimbalzo (S&P500 +1.04%) hanno detto che tecnicamente doveva esserci un rimbalzo ma che poi la caduta delle borse sarebbe continuata in maniera dinamica. Questa narrativa é rimasta valida fino a venerdì. Noi ovviamente non siamo d'accordo. Lunedì abbiamo osservato panico negli indicatori di sentiment (VIX con un massimo giornaliero a 65.63 punti!) e contemporaneamente abbiamo rilevato una chiara situazione di ipervenduto e eccesso di ribasso a corto termine. Siamo convinti che la correzione iniziata in America a metà luglio é terminata. C'é solo un problema - gli oscillatori di medio termine stanno ancora scendendo e probabilmente si saranno scaricati unicamente per la fine del mese di agosto. Di conseguenza lo sviluppo più probabile per le prossime 3 settimane é quello di una consolidamente dell'S&P500 intorno ai 5400 punti prima che il rialzo, che resta la tendenza dominante, possa proseguire ed accelerare.
Lunedì abbiamo assistito ad un tonfo dell'USD (USD Index a 101.97) e ad un netto calo dei tassi d'interesse di mercato sull'USD ma parte di questo brusco movimento é annullato nel corso della settimana - il reddito dell'US Treasury Bond é risalito a 3.95% mentre l'USD Index ha recuperato fino a 102.97. Pensiamo però che dopo queste scosse di assestamente il movimento debba riprendere - il tassi d'interesse di mercato sull'USD devono nei prossimi mesi scendere e contemporaneamente l'USD dovrebbe indebolirsi. Questa combinazione é ideale per alimentare il rialzo della borsa americana che dovrebbe decisamente sovraperformare gli altri mercati azionari mondiali - Europa compresa.
Una settimana fà é circolata insistentemente la previsione di una recessione in America - pensiamo che nel prossimo futuro questo scenario sarà sostituito da quello di un atterragio morbido (soft landing). L'inflazione é in calo insieme al costo del denaro mentre l'economia, almeno negli Stati Uniti, continua a crescere. Questo é uno scenario ideale per i mercati azionari e crediamo che gli investitori cominceranno di nuovo a comprare azioni con entusiasmo. Ora sono ancora pessimisti (Fear&Greed Index a 24 punti) e sottoinvestiti. Molti dovranno tornare almeno a posizioni azionarie neutre spostandosi oltre tutto da titoli difensivi a quelli di crescita e quelli favoriti da un calo dei tassi d'interesse.
Restiamo pienamente investiti sui mercati azionari favorendo la borsa americana ed il settore delle PMI (Russell2000).

Le materie prime e i metalli preziosi hanno subìto negativamente l'impatto dell'insorgere del timore di recessione. I prezzi sono in generale scesi nella prima parte della settimana e hanno recuperato terreno solo giovedì e venerdì. Per l'argento rimane un saldo settimanale negativo del -4.17% (future a 27.54) - il rally di giovedì ci fà però credere che il peggio é passato e già settimana prossima potrebbe esserci un recupero fino a 29 USD. Temiamo unicamente la scadenza dei futures - secondo le statistiche é probabile che l'argento chiuda il mese di agosto su un minimo intermedio. Vediamo se questa tradizione viene sfatata da un buon inizio di settimana. Ci aspettiamo un aiuto dal rame che sembra aver trovato solido supporto sui 4 USD.
 
Le performance settimanali degli indici azionari sono state le seguenti:
Eurostoxx50             +0.77% a 4675 punti
SX7E (banche)          -0.34% a 132.29 punti
DAX                         +0.35% a 17722 punti
SMI                          +0.01% a 11866 punti
FTSE MIB                  -0.74% a 31782 punti
S&P500                     -0.04% a 5344.16 punti
Nasdaq100                +0.39% a 18513 punti

Venerdì molti si aspettavano un ritorno sul mercato dei venditori ed invece c'é stata una continuazione della buona seduta di giovedì (S&P500 +2.30% a 5319.31 punti). Questo risultato positivo non era fin dall'inizio evidente. L'S&P500 ha aperto in calo sui 5313 punti e all'inizio é sceso fino a 5300 punti. Ha però recuperato ad ondate e verso le 19.30 ha toccato il massimo a 5358 punti. Ci sono poi state delle vendite ma la chiusura a 5344.16 punti ha salvato un solido guadagno di 25 punti (+0.47%).
La seduta al NYSE é stata positiva con A/D a 5375 su 3801, NH/NL a 200 su 531 (entrambi i valori sono bassi) e volume relativo a 0.9. La volatilità VIX é scesa a 20.37 (-3.48), il CBOE Equity put/call ratio é risultato normale a 0.60 (dopo l'alto valore di 0.97 di giovedì) mentre il Fear&Greed Index ha recuperato solo 1 punto a 24 punti. I Summation Index scendono ancora ma il momentum é in calo e un'inversione di tendenza é imminente. Considerando che venerdì lo YEN é ricominciato a salire insieme ai future sui Bond USA sembra che la paura della fine del carry trade é passata. Nel futuro non dovrebbe ripetersi il crollo di lunedì malgrado che l'USD debba indebolirsi.

Consideriamo i tragici sviluppi delle guerre in Ucraina e in Medio Oriente come insignificanti per i mercati finanziari. Non pensiamo che un eventuale attacco dell'Iran contro Israele possa influenzare in maniera sostanziale le sviluppo delle borse.

Commento del 3-4 agosto

Le borse sorprendentemente cadono mentre l'economia si sviluppa come previsto. Reddito del USTBond decennale a 3.79%

Riassunto: Da mesi diciamo che la crescita dell'economia americana sta rallentando. Da parecchio tempo abbiamo previsto che l'inflazione sarebbe scesa, che i tassi d'interesse sarebbero calati e che la FED avrebbe dovuto diminuire i tassi d'interesse di riferimento. Come conseguenza ci aspettavamo un indebolimento dell'USD. Pensavamo che questo sviluppo sarebbe stato progressivo. Invece venerdì c'é stato un repentino cambiamento d'umore da parte degli investitori causato dagli ultimi dati sul mercato del lavoro. A luglio l'economia americana ha creato unicamente 114'000 nuovi posti di lavoro (contro gli attesi 176'000) e il tasso di disoccupazione é balzato al 4.3% (contro l'atteso 4.1%). Come conseguenza i tassi d'interesse di mercato sono precipitati - ancora una settimana fà l'US Treasury Bond decennale rendeva il 4.20% - venerdì il reddito é crollato a 3.79% (-0.19%). Contemporaneamente l'USD si é svalutato - l'USD Index é sceso del -1.2% a 103.00 e l'USD ha perso particolarmente di valore contro monete come lo YEN giapponese (+2.00%) o il CHF svizzero (+1.78%).
A questo punto é necessario un breve inciso. Da anni investitori si indebitavano a tasso 0% in YEN comperando altre monete come l'USD per investire in borsa o in obbligazioni al 5%. Questo Carry Trade é funzionato bene per parecchio tempo ma ora il gioco é finito e di colpo tutti corrono a chiudere queste operazioni poiché i tassi d'interesse sullo YEN stanno salendo e lo YEN si rivaluta. Si ricompra YEN e si vende USD. Lo YEN era cambiato il 10 luglio ancora a 0.6250 - venerdì il cambio é balzato a 0.6869 - c'é stato un apprezzamento di circa il +10% in meno di un mese. Questi sono movimenti enormi che provocano logicamente dei terremoti di assestamento sui mercati finanziari.
Torniamo a quanto successo durante la settimana. La reazione dei mercati obbligazionari e dei cambi é stata logica e razionale. Meno comprensibile é stato invece il crollo delle borse di venerdì ((Eurostoxx50 -2.67%, S&P500 -1.84%). In America sembra concretizzarsi uno scenario di soft landing e il dato sul mercato del lavoro, che oltre tutto si riferisce al passato, non é una sorpresa ma unicamente una conferma di quanto si stava delineando da mesi. Noi ci aspettavamo che le borse reagissero positivamente ad un calo del costo del denaro - quanto successo venerdì sembra contraddire la nostra previsione. In effetti i grafici dei maggiori indici azionari mondiali mostrano delle preoccupanti rotture al ribasso e tecnicamente la variante più probabile a questo punto sembra essere una continuazione della correzione.
Abbiamo sbagliato noi o la reazione di venerdì é irrazionale e ingiustificata? È troppo presto per dirlo ma per il momento non abbiamo ancora abbastanza elementi per poter dire che é iniziato un ribasso e che dobbiamo cancellare la nostra ipotesi di un rialzo estivo.
Molti fattori possono spiegare la caduta delle borse di venerdì. La violenta reazione dei mercati obbligazionari e dei cambi ha creato una situazione di incertezza alla quale normalmente gli investitori reagiscono tentando di ridurre i rischi e di conseguenza le posizioni azionarie. Venerdì per la prima volta é apparso lo spettro della recessione in America e molti pensano che la FED stia sbagliando politica monetaria - avrebbe dovuto, come da noi auspicato, ridurre i tassi d'interesse di riferimento già nella sua ultima seduta di mercoledì 31 luglio.
Insomma - l'economia americana si sviluppa come previsto, i tassi d'interesse scendono, l'USD si indebolisce e i redditi delle obbligazioni sono in calo. Fino a qui funziona tutto come ci eravamo immaginati. Per ora restiamo quindi della ferma opinione che le borse debbano ancora avere una fase d rialzo di 3 - 6 mesi. In fondo la seduta di venerdì non é andata così male - le perdite sono state inferiori al 3% e l'S&P500 (-1.84% a 5346.56 punti) ha chiuso 42 punti sopra il minimo giornaliero. A breve gli indici sono ipervenduti e ci deve essere per lo meno un rimbalzo tecnico. Forse venerdì si é unicamente verificata una falsa rottura al ribasso con panico (VIX a 23.39 (+4.80) e Fear&Greed Index a 27 punti (-12)). In questo caso l'S&P500 dovrebbe nei prossimi giorni risalire sopra i 5400 punti, consolidare e formare base prima di riprendere il rialzo.
Sul fronte dei metalli preziosi é stata una settimana relativamente tranquilla. L'indebolimento dell'USD é una fattore positivo per oro e colleghi e il sostegno dovrebbe rafforzarsi nel futuro. L'argento (future) é risalito da 28.07 a 28.69 - ha guadagnato durante la settimana il +2.20%. Restiamo decisamente rialzisti con un'obiettivo a 38 USD entro la fine dell'anno. 

Le performance settimanali degli indici azionari sono state le seguenti:
Eurostoxx50             -4.64% a 4638 punti
SX7E (banche)          -4.29% a 132.75 punti
DAX                         -4.11% a 17661 punti
SMI                          -3.14% a 11875 punti
FTSE MIB                  -5.30% a 32018 punti
S&P500                     -2.06% a 5346.56 punti
Nasdaq100                -3.16% a 18440 punti

I mercati azionari hanno avuto un andamento altalenante e per saldo positivo fino a mercoledì (S&P500 +0.08%, -0.50% e +1.58%). Giovedì c'é stata un primo cedimento (S&P500 -1.37%) al quale é seguita la pesante caduta di venerdì come conseguenza dei deludenti dati sul mercato del lavoro USA. L'S&P500 ha aperto in gap down a 5366 punti, ha recuperato fino a 5381 punti ma é poi caduto per la chiusura in Europa (17.20) sul minimo a 5302 punti. È risalito una quarantina di punti, é oscillato per ore tra i 5310 ed i 5350 punti ed ha infine chiuso a 5346.56 punti (-1.84%). Le vendite hanno colpito tutti i settori (DJT -2.72%, Nasdaq100 -2.38%, RUT -3.52%). La seduta al NYSE é stata decisamente negativa con A/D a 1772 su 7607 (79% declines), NH/NL a 258 su 1646 e volume relativo a 1.4. I dati sul sentiment sono quasi a livello di panico (CBOE Equity put/call ratio a 0.80).
Secondo i nostri indicatori di base la tendenza di fondo é ora incerta con il 43.2% dei titoli sopra la SMA a 50 giorni ed il Bullish Percent Index sul NYSE a 57.28.
Le borse europee sono più deboli rispetto all'America. Il massimo annuale risale a maggio o giugno e da quel momento i maggiori indici hanno perso circa il -9%. L'Eurostoxx50 guadagna da inizio anno solo il +2.55%. Nel complesso uno sviluppo deludente. La correlazione positiva con l'America é ancora valida - se Wall Street ritroverà la via del rialzo l'Europa dovrebbe seguire. La crescita economica in Europa é però asfittica (l'ultimo dato mostra che la Germania sta cadendo in recessione) e quindi é improbabile che l'Europa possa nel futuro sovraperformare gli Stati Uniti.

Commento del 27-28 luglio

La correzione, concentrata nel settore tecnologico, é finita giovedì con un minimo a 5397 di S&P500. Ora si riparte al rialzo.

Riassunto: A metà luglio é iniziata una correzione di corto termine all'interno del lungo rialzo del mercato azionario americano. Secondo noi la correzione doveva essere violenta ma di corta durata. Avevamo previsto che questa settimana l'S&P500 potesse scendere ancora fino a circa 5440 punti prima di ricominciare a salire. In effetti l'S&P500 ha toccato un minimo giovedì a 5397 punti ma grazie alla buona seduta di venerdì (+1.11% a 5459.10 punti) ha prontamente recuperato e terminato la settimana sopra i 5440 punti. In questa fase del rialzo la volatilità aumenta in maniera considerevole e i livelli tecnici di riferimento non vengono rispettati con precisione. Quello che stiamo tentando di spiegare é che i supporti servono come punto di riferimento ma le reazioni degli investitori sono talmente violente (mercoledì S&P500 -2.31% a 5427.13 punti !) che degli errori di valutazione sono spesso possibili. Solo combinando i livelli tecnici con altri indicatori tipo quelli di sentiment si può dire quando una correzione é finita. Giovedì la VIX era salita a 18.04 (+3.32), il CBOE Equity put/call ratio era balzato a 0.80 mentre il Fear&Greed Index era crollato a 41 punti (-14 punti) - grazie all'apparizione di questi segni di panico era logico prevedere la fine della correzione ma la chiusura giornaliera vicino al minimo ci ha mostrato che molto probabilmente ci sarebbero ancora state delle vendite prima di un solido minimo.
È stata soprattutto una correzione della tecnologia. Il Russell2000, malgrado la caduta di mercoledì (-2.14%), ha guadagnato durante questa settimana il +3.47%. Questo ci mostra che il mercato nel complesso non era per niente male specialmente a livello di partecipazione e che, come avevamo previsto, il settore delle piccole e medie imprese sta sovraperformando. 
Notiamo che gli investitori sono nervosi e reagiscono in maniera virulenta ai risultati trimestrali delle imprese. In questo periodo dei buoni risultati sono spesso stati presi come scusa per prendere dei guadagni e dei risultati deludenti hanno scatenato delle vendite. In generale, indipendentemente dai risultati, la reazione é stata negativa. L'opinione dominante é che le borse sono care e sopravvalutate - di conseguenza molti investitori sono prudenti e sottoinvestiti. Siamo convinti che nei prossimi mesi dominerà uno scenario economico di soft landing con tassi d'interesse in calo - gli investitori si aspetteranno un aumento degli utili delle imprese grazie ad una politica monetaria che diventerà nuovamente espansiva. Questo dovrebbe provocare un netto aumento dei P/E e chi é ancora fuori dai mercati azionari dovrà saltare sul treno in corsa. Il momentum causerà infine entro la fine di quest'anno l'accelerazione finale di tipo esaustivo che noi prevediamo da tempo .

La pesante caduta dei mercati azionari mercoledì ha avuto delle ripercussioni negative anche sui metalli preziosi. Mentre l'oro questa settimana ha nel complesso limitato le perdite (da 2401 a 2387 USD/oncia), l'argento ha subito un tracollo e ha sfondato il supporto sul future a 29. Ci siamo sbagliati e l'argento é sceso decisamente più in basso di quanto avevamo previsto. Il future é crollato giovedì fino a 27.56 e ha terminato la settimana a 28.07. Il problema é di natura tecnica. Quando a maggio l'argento ha superato i 29 dollari e di slancio ha raggiunto i 30 USD molti analisti hanno pensato che fosse partito un'inarrestabile rialzo e hanno consigliato l'acquisto - l'appello é stato seguito da molti investitori retail. La domanda di questi investitori é stata soddisfatta dalle banche con opzioni e con certificati long a effetto leva (mini futures) con l'assicurazione. Molti di questi certificati avevano un livello di finanziamento e stop loss un paio di USD sotto i 30 USD. Quando il prezzo scende gli stop loss scattano e l'argento viene venduto provocando un effetto a valanga. Questo spiega la pausa sui 29 USD e la successiva caduta in alcune ore di ulteriori 1.5 USD. Ora il movimento sembra essersi esaurito e se l'argento riesce a consolidare alcuni giorni sui 28 USD (senza ritestare il minimo settimanale e far scattare ulteriori stop loss) dovrebbe poi ripartire in maniera dinamica al rialzo. Pensiamo che il ritorno sui 32 USD dovrebbe essere una questione di (3-4) settimane e non di mesi.

Le performance settimanali degli indici azionari sono state le seguenti:
Eurostoxx50             +0.69% a 4862 punti
SX7E (banche)          +1.16% a 145.56 punti
DAX                         +1.35% a 18417 punti
SMI                          +0.56% a 12241 punti
FTSE MIB                  -1.18% a 33812 punti
S&P500                     -0.83% a 5459.10 punti
Nasdaq100                -2.55% a 19023 punti

Dopo il crollo generale di mercoledì e la continuazione della caduta giovedì (con momentum in calo e buona reazione del Russell2000 (++1,26%)) era logico aspettarsi venerdì un rimbalzo. Questo si é prontamente concretizzato. L'S&P500 ha aperto a 5431 punti, é salito a balzi fino a metà seduta a 5488 punti, é caduto fino a 5460 punti ed é poi oscillato in laterale fino alla chiusura a 5459.10 punti. La seduta al NYSE é stata positiva con A/D a 7508 su 1741, NH/NL a 1069 su 262 e volume relativo a 0.95. Al rialzo hanno contribuito tutti i settori (Nasdaq100 +1.03%, DJT +1.66%, RUT +1.67%). La volatilità VIX é caduta a 16.39 (-2.07), il CBOE Equity put/call é rimasto piuttosto alto a 0.73 mentre il Fear&Greed Index ha recuperato solo fino ai 45 punti (+69).
Mercoledì 31 luglio la FED comunicherà le sue decisioni riguardanti i tassi d'intereresse. È probabile che nelle prime tre sedute della settimana gli investitori restino in attesa e che le borse si limiteranno a consolidare - l'S&P500 dovrebbe oscillare sui 5440-5500 punti. Noi riteniamo possibile che la FED sorprenda i mercati con una prima riduzione dei tassi d'interesse guida di un -0.25%. In caso contrario dovrebbe per lo meno comunicare la sua intenzione di procedere a settembre con una diminuzione del costo del denaro.

Restiamo positivi e pienamente investiti sui mercati azionari. Abbiamo inoltre posizioni in obbligazioni (specialmente in USD) e in metalli preziosi. L'argento é speculativamente (vista la sua alta volatilità) molto interessante - il nostro obiettivo per quest'anno resta a 38 USD malgrado la pesante correzione iniziata l'11 di luglio (ca -4 USD / ca. -12% in 12 sedute).   

Commento del 20-21 luglio

Una normale, breve e violenta correzione intermedia - attenzione all'USD

Riassunto: Martedì 16 luglio l'S&P500 ha toccato un nuovo massimo storico marginale a 5669 punti. Questo conferma che la tendenza di fondo del mercato azionario americano é al rialzo - i nostri dati tecnici di riferimento (il 63.6% dei titoli si trova sopra la SMA a 50 giorni, il Bullish Percent Index sul NYSE é a 64.06) concordano. Come avevamo suggerito nella parte finale del commento di domenica scorsa, a partire da mercoledì c'é poi stata una breve e violenta correzione intermedia che ha coinvolto soprattutto i big della tecnologia. Questa correzione non scalfisce minimamente il trend rialzista che é destinato a riapparire già nel corso di settimana prossima. È normale che in questa fase finale del bull market ci siano delle brevi e violente correzioni - sono la logica conseguenza di situazioni tecniche di ipercomperato ed eccesso di rialzo. Degli investitori si spaventano per delle notizie negative e decidono di prendere i guadagni accumulati finora. Come abbiamo ripetuto più volte é impossibile prevedere in anticipo con precisione l'inizio e lo sviluppo di queste correzioni - sappiamo unicamente che non bisogna lasciarsi impressionare da queste perdite di -3%/-5% in pochi giorni - basta restare investiti, avere fiducia e attendere la ripresa del rialzo. Restiamo della ferma opinione che nelle prossime settimane i tassi d'interesse dovrebbero sensibilmente scendere e provocare un'accelerazione del rally. I maggiori indici azionari americani ed europei sono destinati a raggiungere dei nuovi massimi annuali o storici.

Le correzioni servono soprattutto a livello psicologico per eliminare l'euforia e a livello tecnico a compensare gli eccessi di rialzo e l'ipercomperato. In questa settimana le RSI sono tornate nel settore tra il neutro (S&P500 50.08) a il venduto ((Eurostoxx50 38.57, Nasdaq100 43.88), la VIX é balzata a 16.52 e il Fear&Greed Index é sceso a 49 punti. Riteniamo che la correzione sia praticamente terminata anche se non possiamo escludere ancora un paio di sedute negative e un breve consolidamento prima della ripresa del rialzo. Secondo gli oscillatori c'é stata una correzione di corto termine mentre il ciclo a medio termine dovrebbe toppare unicamente a fine mese. Ricordiamo che il 31 luglio si svolgerà la prossima riunione della FED durante la quale si discuterà la situazione economica e si prenderanno eventuali misure di politica monetaria. La maggior parte degli analisti prevedono che a luglio la FED lascerà i tassi d'interesse invariati mentre si aspettano una riduzione di -0.25% fino a -0.50% nella riunione di settembre. Noi pensiamo che la FED potrebbe già muoversi a fine luglio - molto dipenderà dai dati economici che verranno pubblicati nei prossimi 10 giorni. Teniamo d'occhio i mercati obbligazionari che dovrebbero anticipare le mosse della Banca Centrale americana. Per ora il reddito dell'USTBond decennale (4.24%) resta ampiamente sopra la barriera del 4%.

Da mesi vi avvisiamo che prevediamo nel futuro un sensibile indebolimento dell'USD. Riteniamo che questo movimento sia ormai imminente. Nella scorsa settimana il cambio EUR/USD (1.0885) si é brevemente impennato fino a 1.0980 mentre l'USDIndex (104.06) é caduto 103.34. Abbiamo l'impressione che l'USD stai provando a muoversi al di fuori del range degli ultimi mesi. I nostri obiettivi per fine anno sono a 1.20-1.25 per il cambio EUR/USD e 90 per l'USD Index. La ragione si trova nel differenziale dei tassi d'interesse. Mentre in Europa c'é poco spazio per ulteriori cali, i tassi d'interesse di mercato e di riferimento in America dovrebbero nel futuro scendere velocemente e marcatamente. La reazione sui cambi dovrebbe essere violenta specialmente contro lo YEN giapponese visto che in Giappone i tassi d''interesse dovrebbero tendenzialmente salire piuttosto che scendere.
Un calo dei tassi d'interesse sull'USD dovrebbe alimentare il rialzo della borsa specialmente nei settori sensibili al costo del denaro. Citiamo ancora una volta il settore delle PMI e rileviamo che anche questa settimana il Russell2000 (performance settimanale del +1.60%) ha sovraperformato il resto del mercato. Un'altro settore che dovrebbe approfittare di questo sviluppo é quello dei metalli preziosi. Ne riparliamo in seguito.
Attenzione quindi all'USD. Nei prossimi mesi, se avete EUR o CHF come moneta di riferimento per i vostri portafogli, parte dei guadagni sugli indici azionari americani verranno persi a causa dell'indebolimento dell'USD. Per combattere questo effetto negativo bisogna vendere l'USD a termine o comperare ETF hedgded vale a dire ETF che compensano il rischio cambio.

Questa settimana hanno nuovamente deluso i metalli preziosi. L'oro ha perso un -0.4% a 2401 USD/oncia mentre il calo dell'argento é stato più pronunciato. Il future ha terminato la settimana a 29.41 - questo corrisponde ad un -5.28% rispetto ai 31.05 di venerdì 19 luglio. Ripetiamo che quello dell'argento é un mercato con poco volume e molto speculativo. Ci sono molti operatori che vanno long con degli stop loss - questa strategia viene seguita sia dai traders sia da banche che emettono certificati long con assicurazione. Purtroppo in un mercato così ristretto questo provoca volatilità e movimenti che si autoalimentano sia verso il basso che verso l'alto. Pensavamo che le vendite di fine giugno avessere eliminato buona parte di questa speculazione rialzista ma ci siamo sbagliati. Poco male - valutiamo che intorno a 29 ci sia solido supporto e ci aspettiamo a breve una ripresa del rialzo in direzione del nostro obiettivo grafico a 38 USD.

Le performance settimanali degli indici azionari sono state le seguenti:
Eurostoxx50             -4.31% a 4827 punti
SX7E (banche)          +1.11% a 143.89 punti
DAX                         -3.07% a 18171 punti
SMI                          -1.57% a 12173 punti
FTSE MIB                  -1.05% a 34215 punti
S&P500                     -1.97% a 5505.00 punti
Nasdaq100                -3.98% a 19522 punti

La caduta iniziata mercoledì (S&P500 - 1.39%) é proseguita giovedì (S&P500 -0.78%) e come da logica non si é fermata neanche venerdì (S&P500 -0.71% a 5505.00 punti). Teoricamente questa caduta di tre giorni sul supporto intermedia a 5500 punti dovrebbe essere sufficiente e ci aspettiamo già lunedì un rimbalzo - vediamo...
Venerdì l'S&P500 ha aperto a 5539 punti e all'inizio é ancora salito a 5557 punti di massimo. Poi é sceso ad ondate fino a metà giornata quando ha toccato il minimo a 5497 punti. Da qui é oscillato in laterale risalendo fino a 5520 punti per infine chiudere a 5505.00 punti. La seduta al NYSE é stata negativa con A/D a 2740 su 6685, NH/NL a 250 su 364 e volume relativo a 1.0. Ìl sentiment é generalmente neutro - é bastata una correzione di un -3% per calmare gli animi. Da un paio di giorni i vari indici si muovono in sintonia (venerdì RUT -0.63%) - giudichiamo questo fenomeno in maniera positiva e come un ritorno alla normalità. Nel futuro ci aspettiamo che il rialzo si sviluppi in maniera omogenea e su una larga base a livello di partecipazione.
A seconda delle notizie il rialzo potrebbe riprendere già lunedì - l'alternativa é che ci siano ancora alcune sedute volatili con una discesa dell'S&P500 fino ai 5440 punti prima che i compratori riprendano il controllo delle operazioni. In attesa della riunione della FED di fine mese gli operatori analizzeranno con attenzione i dati economici riguardanti l'inflazione e lo sviluppo congiunturale in America. 

Commento del 13-14 luglio

Il rialzo inizia una nuova fase con il coinvolgimento delle PMI (Russell2000 +6.10%)

Riassunto: Questa é stata una settimana delle conferme. A livello economico i nuovi dati sull'evoluzione dei prezzi al consumo hanno mostrato che l'inflazione é in calo. I mercati obbligazionari hanno reagito con un rally e una diminuzione dei tassi d'interesse (reddito dell'USTBond decennale in USD a 4.19%, reddito del Bund decennale in EUR a 2.4875%). Il rialzo dei mercati azionari é continuato. L'S&P500 ha toccato venerdì un nuovo massimo storico a 5655.56 punti e ha terminato la settimana a 5615.35 punti (+0.55%). L'ipercomperato e l'eccesso di rialzo hanno unicamente provocato giovedì un breve vuoto d'aria (S&P500 -0.88%, Nasdaq100 -2.24%) che é stata prontamente recuperato. Come previsto ormai le correzioni intermedie sono brevi e insignificanti. La tendenza di fondo della borsa americana resta solidamente al rialzo con il 70.0% dei titoli sopra la SMA a 50 giorni e il Bullish Percent Index sul NYSE a 57.44. Il rialzo é ancora regolare e costante e non é ancora entrato nella fase finale con un'accelerazione esponenziale di tipo esaustivo. A livello di sentiment c'é ancora parecchio scetticismo e nessun accenno di euforia (Fear&Greed Index a 56 punti). Non temiamo la alte valutazioni fondamentali visto che il rally é sospinto da momentum, liquidità e sentiment. Le borse europee stanno seguendo in maniera disciplinata e gli indici azionari si stanno avvicinando ai massimi annuali di maggio - ripetiamo la nostra previsione confermando che a luglio questi record verranno superati.
Tutto quanto successo questa settimana rientra nelle nostre previsioni e rispetta il nostro scenario riguardante la fase finale di questo bull market. C'é solo una novità di rilievo. Finalmente la partecipazione sta migliorando (venerdì NH/NL a 1905 (!) su 113) e il rialzo si allarga coinvolgendo il settore delle piccole e medie imprese (PMI) rappresentato negli Stati Uniti dal Russell2000. Questo indice é balzato giovedì del +3.57% e ha avuto una performance settimanale del +6.10%. Nel futuro il Russell2000 sovraperformerà l'S&P500. Ribadiamo che il rialzo sarà nei prossimi mesi generalizzato - gli investitori che ancora adesso hanno troppe poche azioni andranno disperatamente alla ricerca dei titoli "rimasti indietro" e compreranno praticamente tutto. Conviene investire in indici e ETF settoriali evitando azioni di singole società poiché puntualmente potrebbero esserci ancora delle sorprese negative a livello di utili di imprese visto che la congiuntura sta rallentando. Tecnologia e semiconduttori resteranno i leaders dei mercati azionari. Da evitare saranno unicamente quei settori che subiranno il calo dei tassi d'interesse e dei prezzi dell'energia.
Giovedì ci sono state prese di beneficio sulla tecnologia (Nasdaq100 -2.24%) mentre é esploso il Russell2000 (+3.57%). L'impressione é quindi che c'é stata semplicemente una rotazione nel mercato con liquidità che é fuoriscita dalla tecnologia per affluire altrove dove le valutazioni sembravano più interessanti. Noi siamo convinti che per saldo ci sarà nei prossimi mesi un afflusso di ulteriore liquidità sui mercati azionari e quindi assisteremo sempre meno a questo effetto di rotazione tra settori mentre sempre più il mercato salirà in maniera compatta. Bisogna semplicemente seguire il trend senza cercare di scervellarsi ed interpretare ogni singola oscillazione del mercato. Per esempio perché questa settimana i prezzi dei metalli preziosi non si sono mossi in sintonia con la borsa? Non lo sappiamo e sinceramente non ci interessa. La borsa funziona così e non sempre c'é una logica dietro ogni singolo movimento - non sempre le correlazioni funzionano in maniera ferrea. Se in certi giorni la borsa non si comporta secondo la (nostra) logica non é ancora una ragione sufficiente per mettere in questione il trend dominante e la nostra strategia d'investimento. Spesso bisogna semplicemente avere pazienza e aspettare.
Tornando ai metalli preziosi questa é stata una settimana deludente. I prezzi di oro e argento sono unicamente oscillati a caso senza muoversi di molto e senza fornire nuovi elementi d'analisi. Il future sull'argento é sceso da 31.53 di una settimana fà a 31.02. La tendenza resta indiscutibilmente al rialzo. Bisogna solo aspettare che investitori e traders tornino ad interessarsi a questo tema. Può succedere lunedì come solo nel mese di agosto. Il nostro obiettivo a medio/lungo termine sull'oro (2411 USD/oncia) é a 3000 USD/oncia mentre secondo noi l'argento (30.79 USD/oncia) dovrebbe nei prossimi mesi raggiungere i 38 USD/oncia.
Restiamo investiti al massimo, nel rispetto del profilo d'investimento, in azioni e obbligazioni di lungo termine. Sconsigliamo caldamente qualsiasi operazione short e contro il trend rialzista. Siamo convinti che nei prossimi mesi il rialzo continuerà in maniera dinamica e avrà tendenza ad accelerare. Buon divertimento.

Le performance settimanali degli indici azionari sono state le seguenti:
Eurostoxx50             +1.31% a 5043 punti
SX7E (banche)          -0.00% a 142.31 punti
DAX                         +1.59% a 18748 punti
SMI                          +3.05% a 12365 punti
FTSE MIB                  +1.74% a 34580 punti
S&P500                     +0.87% a 5615.35 punti
Nasdaq100                -0.29% a 20331 punti

Dopo la seduta divergente di giovedì (S&P500 -0.88%, Nasdaq100 -2.24%, Russell2000 +3.57%) gli occhi degli analisti erano puntati sulla seduta di venerdì per vedere se il fenomeno si sarebbe ripetuto o se il Russell2000 avrebbe subito ceduto parte dei suoi guadagni. La risposta é stata semplice ed evidente - i rialzisti controllano la situazione e le divergenze non contano. Venerdì é salito tutto - l'S&P500 ha fatto registrare un nuovo massimo storico a 5655.56 punti e il Russell2000 (+1.09%)é riuscito a continuare il rally del giorno precedente. Il fatto che dopo le 20.00 ci siano state delle prese di beneficio (l'S&P500 é sceso da 5655 punti per chiudere a 5615.35 punti, +0.55%) non rovina l'esito della giornata. La seduta al NYSE é stata decisamente positiva con A/D a 7278 su 1977, NH/NL a 1905 su 113 e volume relativo a 1.05. La volatilità VIX é scesa a 12.46 (-0.46), il CBOE Equity put/call ratio é rimasto basso a 0.57 mentre il Fear&Greed Index ha guadagnato 4 punti a 56 punti.
I possessori di titoli compresi nel Russell2000 hanno guadagnato questa settimana in media il +6.10% - questo significa che certe azioni sono salite del +10%/+15% in pochi giorni. Molti investitori saranno ora tentati di realizzare i guadagni considerando anche il fatto che da inizio anno erano rimasti a bocca asciutta. È quindi possibile che la prossima settimana inizi con alcune vendite ed un consolidamento. Questa potrebbe essere per molti l'ultima possibilità, se non fossero ancora investiti, per comperare un ETF sul Russell2000 sui 2100 punti. Tra l'altro il discorso fatto per l'America vale anche per l'Europa. Date un'occhiata alle PMI dove ci sono nascoste molte perle sottovalutate...

Commento del 6-7 luglio

Il rialzo in America é costante ma manca ancora di partecipazione - il consolidamento dei metalli preziosi é finito

Riassunto: Venerdì l'S&P500 (+0.54% a 5567.19 punti) ha toccato un nuovo massimo storico a 5570.33 punti. È stato accompagnato dai fedelissimi indici tecnologici Nasdaq Composite e Nasdaq100 (+1.02% a 20392 punti). Come sapete questo é un segnale tecnico inconfutabile e indiscutibile di rialzo. Il nostro obiettivo di riferimento per questo bull market sono i 6000+ punti di S&P500 - l'obiettivo dovrebbe essere raggiunto ancora quest'anno. Ai 6000 punti manca meno dell'8% e a questo punto l'obiettivo sembra a portata di mano. Vale ora la pena fare alcune considerazioni.
Abbiamo sempre ribadito e ripetuto che il rialzo viene alimentato da liquidità e scetticismo e può unicamente finire con un'accelerazione finale di tipo esaustivo accompagnata da strasbordante ottimismo ed euforia.
A fine giugno 2024 il denaro investito in Money Market Fund in USD ha raggiunto la cifra record di 6150 miliardi. Questo comportamento dei risparmiatori é logico poiché questo denaro parcheggiato a corto termine rende ancora circa il 5.3%. C'é quindi abbastanza carburante per alimentare il rialzo. Quando i tassi d'interesse a corto termine cominceranno a scendere gli investitori abbandoneranno i MMF e cercheranno valide alternative. Il denaro affluirà, a seconda della propensione al rischio, in obbligazioni o in azioni.
Per quel che riguarda il sentiment il rialzo sembra ancora nel suo pieno sviluppo visto che prevale ancora lo scetticismo (p.e. Fear&Greed Index a 54 punti). Molti analisti fondamentali considerano il mercato azionario come sopravvalutato, sono alla ricerca del top e sono ribassisti. Vi ricordiamo che noi, per quel che riguarda il sentiment, abbiamo un indicatore di riferimento per segnalare la fine del rally - mesi fà avevamo previsto che la volatilità VIX doveva cadere in caso di euforia sotto i 10 punti - finora la VIX non riesce a scendere sotto i 12 punti.
Infine nella fase finale di un bull market il rialzo diventa generalizzato e coinvolge praticamente tutti i settori. Finora invece il rialzo resta selettivo - é confinato ai titoli ad alta capitalizzazione e trascinato soprattutto da tecnologia e finanza. La partecipazione é ancora mediocre come mostra chiaramente la deludente performance del Russell2000 da inizio anno (-0.02% contro il +16.72% dell'S&P500).
Riassumendo, considerando i fattori liquidità, sentiment e partecipazione, ci sembra che il rialzo ha ancora parecchia strada da fare e non é ancora iniziata la fase finale di accelerazione. Tornando all'obiettivo a 6000+ di S&P500 abbiamo l'impressione che il + potrebbe essere consistente. I 6000 punti sono un'obiettivo minimo che potrebbe passare a 6500-6600 punti appena i tassi d'interesse comiciassero decisamente a scendere, l'USD a indebolirsi e la partecipazione a migliorare. Utopia? Considerando che nei primi 6 mesi dell'anno l'S&P500 ha guadagnato il +14% non sembra impossibile che possa salire ancora un +20% nei prossimi 4-6 mesi visto che il rialzo prima o poi dovrebbe accelerare.
Questa settimana abbiamo osservato alcuni segnali molto incoraggianti. Il reddito dell'US Treasury Bond decennale é sceso a 4.29% dopo che una serie di indicatori economici ha mostrato un'ulteriore calo dell'inflazione e una brusca frenata congiunturale. Sui grafici delle divise si delinea un'inversione di tendenza con un'indebolimento generale dell'USD - determinante nei prossimi giorni sarà il comportamento dello YEN giapponese. Infine, come avevamo previsto settimana scorsa, i metalli preziosi e il rame sono ripartiti al rialzo dopo 6 settimane di correzione strisciate o consolidamento. Questa settimana il future sull'argento é passato da 29.43 a 31.53 con una performance del +7.13%. La caccia ai massimi annuali é aperta e confermiamo l'obietto a 38 USD sull'argento entro la fine dell'anno.
Insomma - siamo molto positivi per l'estate e siamo pienamente investiti in azioni (specialmente USA) obbligazioni (specialmente sull'USD) e in metalli preziosi. Non capita spesso di avere la possibilità di guadagnare un +20% nello spazio di 6 mesi.
Attenzione perché alla fase finale di un bull market con un'accelerazione finale di tipo esaustivo segue un tonfo - una pesante caduta che costituisce l'inizio di un bear market. Avremo il tempo di discuterne nei prossimi mesi...

Le performance settimanali degli indici azionari sono state le seguenti:
Eurostoxx50             +1.72% a 4979 punti
SX7E (banche)          +4.08% a 142.33 punti
DAX                         +1.24% a 18475 punti
SMI                          +0.20% a 12006 punti
FTSE MIB                  +2.51% a 33987 punti
S&P500                     +1.95% a 5567.19 punti
Nasdaq100                +3.60% a 20392 punti

Questa settimana é stata interrotta giovedì 4 luglio dalla festa nazionale americana. Abbiamo quindi avuto 3 giorni "normali", un giorno di chiusura a New York, durante il quale l'Europa é rimasta ferma e senza punti di riferimento, e la seduta di venerdì con pochi operatori attivi e volumi sotto la media (volume relativo a 0.8). Malgrado la settimana "anomala" l'esito é stato indiscutibilmente positivo. L'S&P500 ha guadagno terreno tutti i giorni (+0.27%, +0.62%, +0.51% e +0.54%).
L'S&P500 venerdì ha aperto invariato a 5537 punti, é sceso a 5530 punti di minimo ed é poi salito praticamente fino alla chiusura. Ha toccato un nuovo massimo storico a 5570 punti ed ha chiuso a 5567.19 punti. La seduta al NYSE é stata positiva con A/D a 5033 su 4243, NH/NL a 350 su 751 e volume relativo a 0.8. La volatilità VIX é salita a 12.48 (+0.22), il CBOE Equity put/call ratio era neutro a 0.56 e il Fear&Greed Index é balzato a 54 punti (+10). Da un punto di vista tecnico abbiamo poco da dire - riappare la solita costellazione tecnica con indici azionari a breve ipercomperati (RSI sopra i 76 punti) ma con un solido trend rialzista confermato dai nuovi massimi storici.
Una correzione di corto termine (indicativamente -2% in tre giorni) é sempre possibile ma indiscutibilmente gli indici azionari americani sono destinati a salire più in alto e quelli europei non possono che seguire. DAX, Eurostoxx50 e colleghi si stanno riavvicinando ai massimi annuali di maggio e dovrebbero ancora nel mese di luglio toccare nuovi records incuranti dei terremoti politici che scuotono Francia e Gran Bretagna.

Commento del 29-30 giugno

Aspettiamo pazientemente che i tassi d'interesse scendano e facciano partire il rialzo estivo

Riassunto: Abbiamo avuto un'altra settimana senza novità di rilievo. L'S&P500 ha toccato venerdì un nuovo record storico marginale a 5523.64 punti ma ha chiuso la seduta in calo del -0.41% a 5460.48 punti. Di conseguenza la performance settimanale é del -0.08%. Gli indici azionari americani ed europei hanno marciato sul posto e non si é verificata la correzione minore da noi auspicata - l'S&P500 é sceso durante la settimana solo fino ai 5446 punti senza raggiungere i previsti 5400 punti.
Da un punto di vista tecnico e fondamentale non é cambiato nulla. Notiamo unicamente la buona performance relativa del Russell2000 (performance settimanale del +1.02%) che ha provocato un miglioramento nella partecipazione al rialzo. Siamo leggermente irritati dal fatto che i tassi d'interesse non scendono (reddito dell'US Treasury Bond decennale a 4.40%) malgrado che l'inflazione in America sembra ora sotto controllo. Sembra che gli investitori abbiamo bisogno di più tempo per elaborare le informazioni e agire sui mercati rispetto a quanto avevamo supposto noi. È evidente che l'inflazione é in calo e l'economia sta rallentando. Non ci sembra molto logico che il tasso d'interesse di riferimento della FED sia ancora fissato al 5.5% con la conseguenza che i tassi d'interesse reali a corto termine si aggirano sul +2% (5.33% di reddito dell'USTBills semestrale - 3.3% di inflazione). Forse ci sono altre componenti tipo l'enorme aumento del debito pubblico degli Stati Uniti che influiscono sui tassi d'interesse. Non abbiamo però ragioni per cambiare il nostro scenario congiunturale e il conseguente previsto sviluppo dei mercati finanziari per i prossimi 6-9 mesi. Ad un certo momento FED ed investitori si renderanno conto che il rischio nel futuro non é l'inflazione ma una brusca frenata dell'economia se non si ritorna ad una politica monetaria più espansiva. Siamo convinti che i tassi d'interesse di riferimento e di mercato sull'USD devono scendere e che il movimento sarà più veloce ed accentuato che nel resto del mondo. Questo deve indebolire l'USD che invece per ora non si muove (EUR/USD a 1.0715, USDIndex a 105.53 contro la nostra previsione a 90 per fine anno). Il calo dei tassi d'interesse e l'indebolimento dell'USD devono far decollare la borsa americana. È sorprendente che finora i nuovi regolari massimi storici dell'S&P500 non convincano gli investitori che restano scettici (Fear&Greed Index a 44 punti) e sotto investiti. Ci aspettiamo che a breve molti siano obbligati a saltare sul treno in corsa e provocare un'accelerazione del rialzo.
Per il momento le borse stanno consolidando - a luglio dovrebbe partire la prossima spinta di rialzo - il nostro obiettivo di riferimento resta a 6000+ punti di S&P500.

Anche sul fronte dei metalli (soprattutto rame) e metalli preziosi (sopratutto oro e argento) non ci sono cambiamenti importanti. La volatilità giornaliera é in diminuzione e questo suggerisce che la correzione strisciante iniziata a maggio si avvicina alla fine. Questa settimana abbiamo osservato un consolidamento che dovrebbe sfociare nella prossima spinta di rialzo verso un nuovo massimo annuale.
Sull'argento si tratta ora il future a scadenza settembre - questo ha chiuso venerdì a 29.43 USD ciò che corrisponde ad un prezzo cash di 29.14 USD. Per saldo questa settimana l'argento ha nuovamente perso un -1%. Il minimo settimanale di 28.71 (cash) é solo 9 cts sotto il nostro obiettivo della correzione a 28.80 USD - il supporto a 28.70 regge e dovrebbe costituire una solida base per il prossimo rally in direzione dei 38 USD. Restiamo investiti in argento che resta un metallo fondamentalmente decisamente sottovalutato e non considerato nei portafogli degli investitori istituzionali.

Le performance settimanali degli indici azionari sono state le seguenti:
Eurostoxx50             -0.29% a 4894 punti
SX7E (banche)          +0.58% a 136.74 punti
DAX                         +0.39% a 18235 punti
SMI                          -0.22% a 11993 punti
FTSE MIB                  -0.46% a 33154 punti
S&P500                     -0.08% a 5460.48 punti
Nasdaq100                -0.09% a 19682 punti

Questa settimana le borse si sono mosse tra la scadenza dei derivati di giugno di venerdì 21 e la fine del semestre che comporta sempre degli effetti di window dressing. È possibile che molti investitori istituzionali abbiano voluto mostrare portafogli pienamente investiti nei titoli "buoni" in occasione della fine di giugno e che questo effetto abbia evitato la correzione minore che avevamo previsto noi su base tecnica. Difficile dire se questa correzione minore é ancora davanti o noi se verrà completamente a mancare. In ogni caso una correzione non é più necessaria visto che l'ipercomperato e l'eccesso di rialzo sono stati nel frattempo riassorbiti. Indicatori ed oscillatori sono attualmente in posizione +/- neutra - questo significa che a breve l'S&P500 può andare in qualsiasi direzione in un range di un centinaio di punti. Nelle prossime settimane deve però muoversi al rialzo seguendo la tendenza di fondo (50.4% dei titoli sopra la SMA a 50 giorni, Bullish Percent Index sul NYSE a 51.88 e Summation Index da venerdì in aumento).

Venerdì l'S&P500 ha aperto a 5488 punti e nella prima ora é salito su un nuovo record storico a 5523 punti. Poi si é sgonfiato ed é sceso ad ondate fino sul minimo giornaliero a 5451 punti. Dopo le 21.30 é rimbalzato ed ha chiuso a 5460.48 punti (-0.41%). Il listino é stato appesantito dalla tecnologia (Nasdaq100 -0.54%) mentre ancora una volta (come giovedì) hanno fatto bene DJT (+0.98%) e RUT (+0.46%). La seduta al NYSE é stata equilibrata con A/D a 4866 su 4352, NH/NL a 665 su 575 e volume relativo a 1.6. La volatilità VIX é salita a 12.44 (+0.20), il CBOE Equity put/call ratio era neutro a 0.64 mentre il Fear&Greed Index é scivolato a 44 punti (-2).

Pensiamo che le borse abbiamo bisogno ancora alcuni giorni per ritrovare direzionalità e liberarsi dagli effetti psicologici di alcuni avvenimenti politici (tipo l'esito delle elezioni in Francia). Siamo però convinti che il mese di luglio celebrerà una convincete ripresa del rialzo delle borse mondiali. L'Europa é destinata a seguire, a dovuta distanza, l'America.

Breve commento del 22-23 giugno

La scadenza dei derivati di giugno ha rallentato l'inizio del rialzo estivo

Questo fine settimana ho degli ospiti - ho poco tempo a disposizione e mi limito ad un breve commento anche perché, rispetto a settimana scorsa, non ci sono cambiamenti significativi.

Riassunto: Una settimana fà abbiamo ribadito il nostro ottimismo per i mercati azionari e abbiamo confermato che il nostro obiettivo di riferimento restano i 6000+ punti di S&P500 (-0.16% a 5464.62 punti). Secondo noi i mercati azionari erano pronti per iniziare un rally estivo di ampia portata. Avevamo però ricordato che la scadenza dei derivati di giugno potevano ancora condizionare i mercati - l'S&P500 doveva salire fino a venerdì 21ed in seguito correggere per alcuni giorni. In effetti l'S&P500 ha toccato un nuovo record storico a 5505 punti giovedì confermando che la tendenza di fondo é al rialzo. Le performance settimanali dei mercati azionari sono positive malgrado il tonfo di venerdì (Eurostoxx50 -0.82% a 4907 punti / S&P500 -0.16% a 5466.62 punti).
La nostra previsione a corto termine non cambia. L'S&P500 potrebbe all'inizio di settimana prossima correggere fino a circa 5400 punti per poi ripartire con slancio al rialzo. Al momento a livello tecnico vediamo unicamente delle conferme al nostro scenario positivo. La partecipazione sta migliorando e il numero di nuovi minimi sta diminuendo. Lo scetticismo (Fear&Greed Index a 41 punti) é destinato ad alimentare il rialzo - chi é fuori sarà obbligato a saltare sul treno in corsa.
Riassumendo sembra che il rialzo debba riprendere a luglio con vigore con una sovraperformance delle PMI.
Il titolo più discusso resta Nvidia (126.57 USD) che venerdì ha perso il -3.22%. L'azione era ipercomperata ed in eccesso di rialzo - é logico e normale che ci siano delle correzioni intermedie. Siamo però sicuri che anche nel futuro la tecnologia parteciparà al rialzo dei listini azionari americani e NVidia continuerà a giocare il suo ruolo di titolo trainante. Al più tardi dai 120 USD dovrebbe partire la prossima spinta di rialzo - visto che ci aspettiamo un'accelerazione finale di tipo esaustivo é probabile che NVidia debba superare ampiamente i 200 USD.

Le borse europee si comportano secondo le aspettative - non abbiamo nulla da aggiungere al commento di settimana scorsa. Restiamo investiti in Europa ma favoriamo Wall Street.

L'argento continua a intrattenere la platea e ha scuotere i nervi dei traders. Questa settimana la volatilità é stata alta con balzi superiori al 4% nelle due direzioni. Venerdì il future ha perso il -4.03% e ha chiuso a 29.59. Sembra terribile ma rispetto ad una settimana fà l'argento ha perso solo 4 cts - nulla. Chi però sperava che finalmente l'argento potesse ripartire al rialzo verso il nostro obiettivo a 38 USD deve avere ancora pazienza.

Le performance settimanali degli indici azionari sono state le seguenti:
Eurostoxx50             +1.18% a 4907 punti
SX7E (banche)          +1.66% a 135.95 punti
DAX                         +1.02% a 18163 punti
SMI                          -0.15% a 12044 punti
FTSE MIB                  +1.97% a 33308 punti
S&P500                     +0.61% a 5464.62 punti
Nasdaq100                +0.21% a 19700 punti

Venerdì c'é stata la solita seduta di scadenza semetrale dei derivati. L'S&P500 ha aperto in leggero calo a 5468 punti ed é oscillato in laterale senza una chiara tendenza in un range di soli 26 punti (5452-5478 punti). Ha chiuso in leggero calo a 5464.62 punti (-0.16%). L'unico aspetto particolare sono stati gli alti volumi di titoli trattati (volume relativo 2.0). Ovviamente le operazioni di chiusura e prolungamento delle posizioni a margine si sono verificate nella prima parte della settimana - venerdì ci sono state unicamente le liquidazioni. Come anticipato settimana scorsa é possibile che ora debba esserci una breve e limitata correzione minore. Giovedì in serata e venerdì abbiamo visto l'inizio di questo movimento.
Restiamo pienamente investiti in azioni e obbligazioni specialmente in USD - siamo convinti che il rialzo dei mercati azionari debba continuare ed accelerare durante l'estate. Il rally terminerà nell'euforia e con un'accelerazione finale di tipo esaustivo. Crediamo che il raggiungimento del top sia una questione di mesi e non di anni.
Per realizzare questo scenario é necessario che i tassi d'interesse scendano e che l'USD si indebolisca - durante questa settimana non ci sono stati combiamenti importanti sul fronte dei cambi e nel mercato obbligazionario - il reddito dell'USTBond decennale é a 4.26% contro il 4.23% della settimana precedente.

Commento del 15-16 giugno

Ai vostri posti, pronti...via - il rally estivo é nei blocchetti di partenza

Riassunto: Per investire con successo bisogna essere in grado di individuare le tendenze dominanti e riuscire ad ignorare avvenimenti di poco conto ma in grado di provocare delle correzioni di corto termine. Mi spiego. La tendenza di fondo dei mercati azionari e in particolare dell'S&P500 americano é al rialzo. L'indice americano delle 500 compagnie a maggiore capitalizzazione ha toccato mercoledì un nuovo massimo storico a 5447 punti. Venerdì ha chiuso a 5431.60 punti (-0.04%), poco sotto questo record. Anche il Nasdaq Composite e il Nasdaq100 (+0.42% a 19659 punti) hanno fatto registrare dei nuovi massimi storici.
Se invece si guardano le borse europee sembra che giovedì si sia verificata una rottura al ribasso dopo una lunga distribuzione di circa due mesi e mezzo. L'Eurostoxx50 (-1.95% a 4839 punti) ha toccato il massimo annuale ad inizio aprile mentre DAX e FTSE MIB hanno fatto segnare il massimo a metà maggio. Evidentemente gli investitori non hanno apprezzato il risultato delle elezioni europee che ha creato forte incertezza soprattutto in Francia (CAC40 performance settimanale -6.23!). L'EUR si indebolito e si sono verificate massicce vendite specialmente sui titoli finanziari. Bisogna ora credere ai segnali di forza provenienti dagli Stati Uniti o ai segnali di vendita che arrivano dall'Europa? Per deciderlo bisogna sapere perché quest'anno le borse stanno salendo. Gli impulsi arrivano da una situazione congiunturale ancora relativamente robusta, da una buona redditività delle imprese, da un'inflazione in calo e dall'aspettativa che la politica monetaria diventi nuovamente espansiva. È cambiato qualcosa in questo scenario favorevole ai mercati azionari? Sicuramente no - al contrario questa settimana sono arrivati dati che confermano il calo dell'inflazione e il rallentamento della crescita economica. Questo ha permesso ai tassi d'interesse di mercato di scendere: il reddito dell'USTBond decennale é caduto a 4.23% dai 4.44% di una settimana fà e il Bund tedesco decennale rende ora il 2.3650% contro i 2.6205% di venerdì scorso. La FED americana ha deciso questa settimana di mantenere i tassi d'interesse di riferimento al 5.25-5.50% - probabilmente sta facendo un errore - ha atteso troppo nell'alzare i tassi d'interesse quando si stava delineando il problema inflazione mentre ora non osa ancora  abbassarli malgrado che i segnali provenienti dall'economia e dagli investitori siano evidenti (inversione nella curva dei rendimenti).
Tornando alla nostra domanda iniziale siamo convinti che il mercato azionario americano e quello delle obbligazioni stanno andando nella giusta direzione. Questa convinzione deriva dal fatto che la situazione macroeconomica, seppure con ritardo, si sta sviluppando secondo il nostro scenario di base. Di conseguenza riteniamo che le vendite osservate questa settimana in Europa rappresentino unicamente una correzione e che nelle prossime settimane gli indici saranno in grado di risalire e di ritoccare i massimi annuali.
Tornando in America pensiamo che il Russell2000 (-1.61% a 2006 punti), che finora ha deluso, é finalmente pronto ad unirsi al rally. Infine crediamo che l'impennata dell'USD (USD Index a 105.14 / EUR/USD a 1.0702) sia solo un effetto temporaneo dovuto più che altro alla debolezza dell'EUR. Nelle prossime settimane l'USD dovrebbe nuovamente perdere di valore e permette ai metalli e ai metalli preziosi di ripartire al rialzo.
Questa settimana l'argento (future a 29.62) ha ancora intrattenuto la platea. Mercoledì, dopo i dati sull'inflazione americana, il prezzo é balzato a 30.35 e sembrava che la correzione fosse finita. La speranza é durata poco e l'argento giovedì ha nuovamente disseminato il panico tra i traders con un'ultimo tuffo a 28.73. Vi ricordiamo che una settimana fà avevamo scritto che probabilmente doveva ancora esserci una caduta fino a 28.80 per eliminare le ultime mani deboli. Ora molti sembrano aver perso la fiducia nell'argento ma si sbagliano - in fondo é stata una settimana positiva con, per saldo, un guadagno di 0.35 USD. Pensiamo che la correzione sia ora completa e l'argento dovrebbe adesso ripartire al rialzo - confermiamo l'obiettivo a 38 USD.
Restiamo molto ottimisti per i mercati azionari e ribadiamo il nostro obiettivo di riferimento a 6000+ punti di S&P500. La correzione in Europa dovrebbe essere praticamente finita almeno per quel che riguardo il potenziale di ribasso. Dovrebbe ora esserci una settimana di consolidamento con la possibilità di nuovi minimi mensili marginali.
Tornando agli avvenimenti che influenzano a corto termine i mercati ma che non sono in grado di far deragliare il trend segnaliamo che venerdì 21 giugno scadono i derivati di giugno - si tratta di una grande scadenza semestrale di opzioni e future sulle azioni e sugli indici che spesso provoca delle turbolenze. Sulla base di esperienze passate pensiamo che la borsa americana salira con volatilità fino a venerdì. Poi potrebbe esserci un breve vuoto d'aria di un paio di giorni e un paio di punti in percentuale causato da una situazione di eccesso di rialzo. Visto che sui mercati azionari si avvicina l'attesa accelerazione finale di tipo esaustivo, di cui abbiamo più volte parlato, é possibile che questa correzione intermedia venga a mancare.
Un'ultima osservazione riguarda il sentiment o l'umore degli investitori. Il Fear&Greed Index é a 38 punti (-5) e segnala pessimismo. Sembra assurdo visto che l'S&P500 ha toccato un record storico ma questa situazione é una conseguenza della scarsa partecipazione. Molti investitori sono frustrati poiché gli indici salgono ma non il valore del loro portafoglio. Questo scetticismo alimenterà nel futuro il rialzo della borsa e costituisce ai nostri occhi un elemento estremamente positivo. Il rialzo finirà nell'euforia e con una generale partecipazione al movimento. Siamo ancora ben lontani da questa costellazione e quindi, se il futuro ci riserva sorprese, saranno più positive che negative.

Le performance settimanali degli indici azionari sono state le seguenti:
Eurostoxx50             -4.21% a 4839 punti
SX7E (banche)          -8.07% a 133.73 punti
DAX                         -2.89% a 18002 punti
SMI                          -1.73% a 12044 punti
FTSE MIB                  -5.76% a 32665 punti
S&P500                     +1.58% a 5431.60 punti
Nasdaq100                +3.46% a 19659 punti

La seduta di venerdì é stata contrassegnata dall'andamento apparentemente divergente tra Europa (Eurostoxx50 -1.95%) e America (S&P500 -0.04%). In parte questo é dovuto alla diffenza oraria tra le sedute europee e americana - l'S&P500 ha toccato il minimo giornaliero a 5403 punti quando i mercati europei hanno chiuso. È però indiscutibile che questa settimana le borse europee erano decisamente più deboli di quella americana. Sembra che ci sia una sfasatura ciclica come mostrano le RSI (72.31 per l'S&P500 e 35.60 per l'Eurostoxx50). È raro che si verifichi una simile differenza tra i due continenti. Riteniamo possibile che il gap venga chiuso con un consolidamento ad alto livello a Wall Street mentre c'é un recupero in Europa. La chiusura in Europa poco sopra il minimo giornaliero ci fà però temere che la pressione di vendita non si esaurirà immediatamente. L'Europa risalirà ma probabilmente ci vorrà del tempo e quanto perso questa settimana nei riguardi dell'America non verrà recuperato.

L'S&P500 ha aperto venerdì in calo a 5415 punti. Dopo una salita fino a 5422 punti l'indice é sceso verso le 17.30 sul minimo a 5403 punti. In seguito é risalito con spinte irregolari e brevi ritracciamentio fino ai 5431.60 punti (-0.04%). L'indice ha chiuso sul massimo giornaliero.
La seduta al NYSE é stata decisamente negativa (a causa del calo del Russell2000 -1.61%) con A/D a 2467 su 6708, NH/NL a 154 su 1513 (!) e volume relativo a 0.9. La volatilità VIX é balzata a 12.66 (+0.72), il CBOE Equity put/call ratio era abbastanza basso a 0.58 mentre il Fear&Greed Index a 38 punti (-5) segnala pessimismo. Per un analista tecnico questo é un mercato strano e pieno di punti interrogativi - S&P500 e Nasdaq salgono lentamente senza correggere mentre la partecipazione al rialzo é modesta e non migliora. Questa debolezza strutturale può provocare dei brevi e violenti vuoti d'aria - questa reazione non é però necessaria. La variante é che improvvisamente la partecipazione migliora e il Russell2000 comincia a correre.
Considerando la posizione delle borse nel ciclo e il fatto che i tassi d'interesse di mercato stanno finalmente scendendo noi favoriamo decisamente la seconda variante. Ci prepariamo ad un rally estivo e ci posizioniamo nei blocchetti di partenza - siano pienamente investiti in azioni e sovraponderiamo attualmente le PMI.

Commento del 8-9 giugno

Mercati azionari generalmente in buona forma - il cielo sulle obbligazioni e sui metalli momentanemente si annuvola

Riassunto: Venerdì l'S&P500 (-0.11% a 5346.99 punti) ha fatto registrare un nuovo record storico a 5375 punti. Questa settimana anche il Nasdaq e il Nasdaq100 hanno toccato dei nuovi massimi storici. Questo conferma in maniera inequivocabile che la tendenza di fondo della borsa americana é al rialzo. I nostri indicatori di base concordano - il 51.4% dei titoli americani é sopra la SMA a 50 giorni - il Bullish Percent Index sul NYSE é a 56.62. Il problema é che solo poche azioni trascinano il listino - la partecipazione al rialzo é modesta. Il Russell2000 (-1.12% a 2026 punti), che raccoglie 2000 imprese di piccola e media grandezza (PMI) non riesce a decollare. Questa settimana si é mosso in controtendenza é ha perso il -2.10% - da inizio anno é praticamente fermo (-0.03%). Bisogna quindi essere investiti negli indici più importanti e nei titoli "giusti" (tipo NVidia) per guadagnare - la maggior parte dei titoli é invece in affanno come mostrano i Summation Index in calo. Ci sono delle evidenti divergenze tecniche a livello di partecipazione - fino a quando però gli indici regolarmente fanno segnare dei nuovi record non esistono ragioni concrete per vendere e abbandonare il mercato azionario. La variante più probabile é che nei prossimi mesi la partecipazione migliori e che il Russell2000 si unisca al rialzo di S&P500 e Nasdaq.
Il Russell2000 é più sensibile alle mutazioni dei tassi d'interesse e fino a quando il reddito dell'USTBond decennale (4.44%) non scenderà sotto il 4% é poco probabile che si realizzi quella accelerazione finale e generale di tipo esaustivo che prevediamo noi.
Diamo quindi un'occhiata ai tassi d'interesse. Tutto sembrava andare beno fino a mercoledì. Dopo il tonfo di lunedì (-0.11% a 4.39%) il reddito dell'USTBond decennale é sceso mercoledì fino a 4.28%: Nel frattempo l'USD si é indebolito - il cambio EUR/USD ha superato gli 1.09 mentre l'USD Index sembrava finalmente in grado di sfondare il supporto a 104. Giovedì c'é stata una pausa (S&P500 -0.02, USTB a 4.29%). Venerdì alle 14.30 é stato pubblicato l'ultimo rapporto sul mercato del lavoro che ha radicalmente cambiato la situazione. L'economia americana a maggio sembra aver creato 272'000 nuovi posti di lavoro contro i 182'000 previsti degli analisti. Questa stima (poiché é si tratta solo di una stima con tanto di aggiunta di 231'000 posti di lavoro su base statistica secondo il calcolo di nascite e decessi) lascia molti dubbi sulla sua esattezza - polemiche a parte mostra però un'economia molto più forte di quanto molti (noi compresi) si immaginavano. La risposta dei mercati finanziari é stata massiccia e immediata - i tassi d'interesse sono saliti (reddito dell'USTBond decennale +0.15% a 4.44%) insieme all'USD (cambio EUR/USD a 1.0803 - USD Index a 104.91). Questo di riflesso ha messo in difficoltà il Russell2000 e provocato un crollo dei prezzi dei metalli e metalli preziosi (futures: rame -4.94%, oro -3.34%, argento -6.69%). A complemento d'informazione bisogna dire che i metalli preziosi erano in calo già dal mattino quando era arrivata la notizia che la Bank of China nell'ultimo mese aveva interrotto gli acquisti d'oro. In ogni caso abbiamo assistito ad un drammatico reversal sul mercato obbligazionario, in quello delle divise e in quello dei metalli. La borsa americana però ha ignorato questo terremoto e ha terminato la giornata con perdite insignificanti (S&P500 -0.11% a 5346.99 punti). Questo significa che il mercato azionario é in una situazione tecnica molto forte con un solido trend rialzista.
Restiamo pienamente investiti in azioni e confermiamo il nostro obiettivo di riferimento a 6000+ punti di S&P500 (+ significa che l'obiettivo a 6000 punti verrà raggiunto e possibilmente sensibilmente superato). Le borse europee seguiranno a distanza quella americana.
Sembra invece che il calo dei tassi d'interesse e il rally dei prezzi dei metalli preziosi abbia subito un'importante battuta d'arresto che necessita di essere assorbita e digerita. Questo vuol dire che ci sarà bisogno un periodo di consolidamento prima che i prezzi delle obbligazioni e dei metalli preziosi possano ripartire al rialzo. Il trend, secondo noi, non é in discussione. Ci vuole però più tempo del previsto.
Chi investe in mercati molto volatili e speculativi come quello dell'argento deve avere nervi d'acciaio e non deve lasciarsi prendere dal nervosismo. Purtroppo quanto visto questa settimana diventerà nei prossimi mesi la norma visto che ci sono molti investitori con poca esperienza che entrano (ed escono) in massa in un mercato con modesti volumi seguendo i consigli pubblicati sui social media. Questo spiega come sia possibile che giovedì l'argento ha guadagnato il +4.30% per poi perdere il -6.69% venerdì (future a 29.27)! Noi nell'analisi di domenica scorsa ci aspettavamo ancora un tuffo fino a 29.50 circa per completare la correzione di maggio - giugno prima di riprendere il rialzo. Dopo il crollo di venerdì é possibile che l'argento possa ancora cadere a 28.80 prima di stabilizzarsi e consolidare a ridosso dei 30 per qualche giorno. Pazienza. Noi non ci preoccupiamo e confermiamo il nostro obiettivo annuale a 38 USD.

Le performance settimanali degli indici azionari sono state le seguenti:
Eurostoxx50             +1.37% a 5051 punti
SX7E (banche)          -0.87% a 145.47 punti
DAX                         +0.31% a 18557 punti
SMI                          +2.15% a 12254 punti
FTSE MIB                  +0.49% a 34660 punti
S&P500                     +1.32% a 5346.99 punti
Nasdaq100                +2.50% a 19000 punti

Abbiamo già discusso gli avvenimenti che hanno contrassegnato la giornata di venerdì. Riteniamo però necessario focalizzare alcuni aspetti. In generale un mercato che ignora delle notizie negative é un mercato tecnicamente e strutturalmente forte - invece un mercato che crolla al primo segnale di pericolo o di fronte a dati sfavorevoli é un mercato debole. Venerdì abbiamo visto entrambi. Il mercato azionario americano ha semplicemente ignorato l'inatteso balzo del numero di nuovi posti di lavoro creati a maggio negli USA. Il mercato obbligazionario ha accusato il colpo ma il reddito dell'USTBond decennale per saldo durante la settimana é sceso da 4.50% a 4.44%. I prezzi dei metalli sono invece crollati dando l'impressione che la correzione iniziata il 20 di maggio non é ancora finita - strutturalmente questi mercati sono fragili con ancora troppi speculatori con le mani e i nervi deboli a determinare le oscillazioni giornaliere.
Venerdì l'S&P500 ha aperto in calo a 5352 punti. L'indice é brevemente sceso sul minimo a 5331 punti ma subito ha reagito ed é risalito a 5368 punti. Dopo una fase di debolezza fino ai 5348 punti c'é stata una lunga spinta di rialzo fino ai 5375 punti. Dopo le 20.00 c'é stata ancora una caduta di 22 punti seguita sul finale da un recupero fino a 5346.99 punti (-0.11%). È stata quindi una seduta volatile con numerosi cambiamenti di direzione durante la quale però i ribassisti non sono riusciti a fare sostanziali progressi.
La seduta al NYSE é stata negativa con A/D a 2102 su 7055, NH/NL a 207 su 991 e volume relativo a 0.9. Sul listino ha pesato la debolezza del Russell2000 (-1.12%) ma nel complesso il mercato ha retto bene di fronte al rosso che dominava tra i futures di obbligazioni, divise estere e materie prime.
La volatilità VIX é scesa (!) a 12.22, il CBOE put/call ratio era piuttosto basso a 0.58 e il Fear&Greed Index (45 punti) é rimasto sotto i 50 punti. Nel complesso i dati sul sentiment oscillano tra il pessimismo e lo scetticismo malgrado i nuovi record storici dei maggiori indici. È questa reticenza degli investitori nell'accettare il rally che alimenterà nei prossimi mesi questo movimento che terminerà unicamente nell'euforia generale.
Restiamo decisamente ottimisti per quel che riguarda i mercati azionari americano e europei. A corto termine sembra invece che i prezzi delle materie prime e in particolare dei metalli preziosi possano ancora oscillare violentemente per alcuni giorni (al massimo fino a fine giugno) prima che possa ristabilirsi un solido e sostenibile trend rialzista.

Commento del 1-2 giugno

I tassi d'interesse non calano - appiattimento o accelerazione al rialzo?

Riassunto:
Negli ultimi due mesi é successo poco - gli indici azionari sono oscillati in laterale senza fare progressi. La tendenza di fondo é ancora al rialzo come mostrano i nostri indicatori di base (58.6% dei titoli USA sono sopra la SMA a 50 giorni, il Bullish Percent Index sul NYSE é a 58.86). Le borse però sembrano impegnate in una fase di consolidamento contrassegnata da una sana rotazione tra settori di cui non vediamo la fine. Noi da mesi pronostichiamo una continuazione del rialzo e ci aspettiamo un'accelerazione del movimento causata da un calo dai tassi d'interesse di mercato. Dobbiamo però constatare che da aprile le borse sono in stallo e il reddito dell'US Treasury Bond decennale (4.50%) continua ad oscillare sui 4.50% senza scendere sotto la barriera psicologica del 4%. In Europa il reddito del Bund decennale tedesco era ad inizio anno sui 2% - é salito ora al 2.66%. La ragione di questo comportamento é semplice ed evidente - l'inflazione da mesi non scende più e resta sopra gli obiettivi fissati dalle Banche Centrali - venerdì l'aumento dei prezzi al consumo in Europa (+2.6%) e in America (+2.8%) sono risultati superiori al limite del 2% perseguito da BCE e FED. Nel frattempo la crescita economica sembra abbastanza robusta e non sembra che sia necessaria diminuzione del costro del denaro per stimolare la congiuntura. Apparentemente quindi i mercati finanziari sembrano avere raggiunto un livello d'equilibrio che potrebbe teoricamente continuare per mesi.
Questo ci obbliga a porci delle domande e a mettere in questione la ripresa del rialzo. Secondo noi la finestra temporale si chiude verso la fine dell'anno con le elezioni in America - concretamente o l'accelerazione al rialzo si concretizza tra giugno ed ottobre oppure gli indici azionari rischiano di restare intrappolati in un'oscillazione in laterale sui livelli attuali. 
Sia fondamentalmente che tecnicamente non vediamo al momento nessun rischio di un'inversione di tendenza e di ribasso. Forse però il nostro obiettivo di riferimento a 6000+ punti di S&P500 (+0.80% a 5277.51 punti) non verrà raggiunto. Siamo realisti - ca. +800 punti rispettivamente ca. +15% in circa 5 mesi sembra una performance difficilmente realizzabile da un mercato che nei primi 5 mesi dell'anno é salito del +10.64% grazie a pochi titoli. Il Russell2000 (+0.66% a 2070 punti), che secondo noi dovrebbe sovraperformare, é salito da inizio anno solo del +2.12%.
Siamo sicuri che la tendenza di inflazione e tassi d'interesse é al ribasso. Se però a breve non ci sono significativi cambiamenti difficilmente il rialzo delle borse potrà riprendere in maniera dinamica. Ci vuole una caduta del reddito dell'USTBond decennale sotto il 4% e dell'USD Index (104.57) sotto il 100 nel mese di giugno per smuovere le acque.

Le performance settimanali degli indici azionari sono state le seguenti:
Eurostoxx50             -1.11% a 4987 punti
SX7E (banche)          +0.18% a 146.76 punti
DAX                         -1.12% a 18498 punti
SMI                          +0.67% a 12000 punti
FTSE MIB                  +0.00% a 34492 punti
S&P500                     -0.51% a 5277.51 punti
Nasdaq100                -1.44% a 18536 punti

Durante la settimana gli investitori sono rimasti in attesa dei dati sull'inflazione di venerdì. Lunedì la borsa americana é rimasta chiusa in occasione del Memorial Day. Martedì l'S&P500 é rimasto fermo (+0.02%) per poi scivolare verso il basso senza pressione di vendita nelle sedute di mercoledì (-0.74%) e giovedì (-0.60%). Venerdì le borse hanno dapprima reagito negativamente ai dati in linea con le previsioni degli analisti. L'S&P500 ha aperto in guadagno a 5245 punti e all'inizio é salito fino a 5256 punti. Poi é scivolato verso il basso fino alle 18.20 quando ha toccato il minimo a 5191 punti. Da questo livello é lentamente risalito. Il rialzo ha subìto una drammatica accelerazione nell'ultima mezz'ora di contattazioni (+50 punti) e l'S&P500 ha chiuso sul massimo giornaliero a 5277.51 punti (+0.80%). È stata una giornata strana durante la quale il DJIndustrial (+1.51%) si é involato mentra la tecnologia ha frenato (Nasdaq100 -0.01%). La seduta al NYSE é stata positiva con A/D a 6417 su 2782, NH/NL a 434 su 525 e volume relativo a 1.5. Forse per la fine del mese c'é stato del Window Dressing o forse molti investitori si sono alla fine resi conto che i dati sull'inflazione non erano per niente male come ha mostrato la reazione del USTB (il reddito é sceso del -0.05% a 4.50%).
Come settimana scorsa, osservando gli indicatori non rileviamo segnali particolari - non abbiamo indicatori in posizione estrema e quindi non abbiamo elementi che possano suggerirci la direzione che potrebbe prendere il mercato nei prossimi giorni.

L'argento (future a 30.56) si conferma essere un mercato molto volatile e divertente. Settimana scorsa vi avevamo detto che ci sarebbe dotuto essere un consolidamento di alcuni giorni sui 30 prima che il rialzo potesse riprendere in direzione dell'obiettivo a 38. Siamo rimasti sorpresi del rally di martedì che ha fatto guadagnare un +5.37% al future che é tornato ha bussare alla resistenza a 32.75 (massimo a 32.52). Ci sembrava troppo presto per una rottura al rialzo ma almeno il prezzo andava nella direzione da noi auspicata. Mercoledì il future é oscillato nel range di 1 USD intorno a 32. Inesplicabilmente il prezzo é poi crollato tra giovedì e venerdì quando il future ha toccato un minimo a 30.35. Ha chiuso la settimana a 30.56 ciò che corrisponde ad un nulla di fatto (il precedente venerdì aveva chiuso a 30.50). Insomma - il consolidamento continua e non escludiamo una falsa rottura al ribasso (breve caduta fino a 29.50) per eliminare ancora un qualche speculatore long prima della ripresa del rialzo. In genere queste fasi di correzione e consolidamento non durano più di due settimane e quindi ci aspettiamo che la rottura sopra il 32.75 avvenga verso il 10 giugno.

Non vogliamo inquitare i nostri lettori. La nostra previsione di massimo non cambia e restiamo decisamente ottimisti. Siamo pienemente investiti in azioni in America e in Europa e in obbligazioni di lungo periodo in USD. Quello di oggi vuole essere solo un avvertimento - il tempo passa senza che ci siano dei cambiamenti significativi della situazione a livello macroeconomico. Dobbiamo quindi essere realisti e prendere in considerazione la possibilità che il bull market del 2024 finisca sui livelli attuali o che i guadagni da ora siano modesti e inferiori alle nostre rosee previsioni.

Commento del 25-26 maggio

Tranne Nvidia (+13.54%) é successo poco - sparisce l'ipercomperato

Riassunto: Nelle scorse settimane l'analisi tecnica aveva segnalato una situazione di ipercomperato e di eccesso di rialzo. Molti analisti avevano previsto una correzione intermedia. Ora sembra che una correzione non sia necessaria - il mercato sta assorbendo gli eccessi con una rotazione tra settori, una pausa nel rialzo ed un consolidamento ad alto livello.
Questa fase interlocutoria é sfociata in una settimana tranquilla senza movimenti importanti. L'S&P500 ha avuto una serie irregolare di sedute moderatamente positive o negative (lu +0.09%, ma +0.25%, me -0.27%, gio -0.74%, ve +0.70%). L'unico evento di rilievo é stato la pubblicazione dei risultati trimestrali del colosso tecnologico NVidia - gli utili record hanno fatto schizzare l'azione (performance settimanale +13.54%) e hanno stimolato il settore (Nasdaq100 +1.41%). Tecnologia a parte tutti gli altri settori del mercato azionario americano hanno avuto una performance settimanale negativa sottolineando il carattere correttivo della settimana malgrado i guadagni fatti segnare dai maggiori indici.
La tendenza di fondo della borsa USA resta saldamente al rialzo con il 59.5% dei titoli sopra la SMA a 50 giorni ed il Bullish Percent Index sul NYSE a 61.69. Il calo di momentum e di partecipazione non ci preoccupano - i Summation Index da giovedì hanno cominciato a scendere ma la pressione di vendita é modesta e limitata a settori legati allo sviluppo dei tassi d'interesse. Probabilmente molti investitori, come noi, si aspettavano che i tassi d'interesse di mercato sarebbero ora scesi - invece il reddito dell'USTBond (4.47%) resta vicino ai 4.50% e settori che si erano mossi al rialzo tentando di anticipare una riduzione del costo del denaro stanno ora correggendo (Real Estate, Utilities).
Una correzione si é anche concretizzata sui metalli preziosi. Come avevamo suggerito domenica scorsa, l'argento ha perso circa 2 USD ed é ricaduto sul supporto a 30 USD (minimo sul future a 30.24). Queste correzioni intermedie sono normali e salutari - servono ad eliminare gli eccessi speculativi. Prevediamo un consolidamento di qualche giorno sui 30 USD prima della ripresa del rialzo in direzione del prossimo obiettivo a 38 USD.
La nostra previsione riguardante i prossimi mesi non cambia. Il rialzo delle borse dovrebbe continuare, allargarsi ed accelerare. Il nostro obiettivo di riferimento restano i 6000+ punti di S&P500. Il settore delle PMI in America ed Europa dovrebbe sovraperformare. Un'accelerazione del rialzo dovrebbe corrispondere ad un calo dei tassi d'interesse e ad un indebolimento dell'USD. Se la moneta americana si svaluta ne dovrebbero approfittare i prezzi dei metalli preziosi.

Le performance settimanali degli indici azionari sono state le seguenti:
Eurostoxx50             -0.55% a 5035 punti
SX7E (banche)          -0.85% a 146.49 punti
DAX                         -0.05% a 18693 punti
SMI                          -0.82% a 11931 punti
FTSE MIB                  -2.57% a 34490 punti
S&P500                     +0.03% a 5304.72 punti
Nasdaq100                +1.41% a 18808 punti

Lunedì prossimo negli Stati Uniti é giorno di festa (Memorial Day) e la borsa é chiusa. Molti operatori ne hanno approfittato per una breve vacanza e di conseguenza venerdì i volumi di titoli trattati sono stati modesti (volume relativo a 0.75). C'é stato un rimbalzo tecnico (S&P500 +0.70% a 5304.72 punti) che ha compensato il calo del giorno precedente (-0.74%).
L'S&P500 ha aperto a 5285 punti, é brevemente sceso sul minimo a 5278 punti ed é salito per le 17.10 sul massimo a 5311 punti. Da qui é oscillato in laterale in un range di una quindicina di punti (5896 - 5310) e ha chiuso a 5304.72 punti. La seduta al NYSE é stata positiva con A/D a 6676 su 2430 e NH/NL 338 su 575. La volatilità VIX é caduta a 11.93 (-0.84), il CBOE Equity put/call ratio é risalito a 0.67 e il Fear&Greed Index é neutro a 53 punti. Insomma - non ci sono più indicatori in posizione estrema e quindi non ci sono segnali particolari che potrebbero suggerire l'imminenza di un movimento significativo in una o nell'altra direzione. A questo punto bisogna solamente aspettare che gli indici azionari riprendano a muoversi seguendo il trend dominante - questa significa che nelle prossime settimane si verificheranno nuovi massimi storici su molti indici azionari - S&P500, Nasdaq100 e DAX in primis.

Commento del 18-19 maggio

In avanti a tutta forza ignorando le brevi e modeste correzioni - l'argento supera di slancio la barriera dei 30 USD

Riassunto: Chi esamina i mercati utilizzando unicamente l'analisi tecnica é in difficoltà. Molti indici azionari sono a corto termine ipercomperati (come mostrano gli oscillatori o alcuni indicatori di momentum come la RSI) e in eccesso di rialzo (gli indici sono parecchio sopra le medie mobili e "giocano" con i bordi superiori delle Bollinger Bands). D'altra parte la tendenza rialzista é evidente come mostrano anche i nostri indicatori di base per gli Stati Uniti - il 69.1% dei titoli si trova sopra la SMA a 50 giorni e il Bullish Percent Index sul NYSE é a 64.10. Inoltre la partecipazione é modesta: il numero dei nuovi massimi non si espande (NH a 859) e i Summation Index faticano a salire. Di conseguenza i puri analisti tecnici per quel che riguarda il trend sono positivi ma d'altra parte sono continuamente in allarme preannunciando una correzione o un'imminente inversione di tendenza. Malgrado i nuovi massimi storici di molti indici (questa settimana l'S&P500 (+0.12% a 5303.27 punti) ha fatto registrare giovedì un nuovo record a 5325 punti) molti investitori si fanno influenzare negativamente e non osano comperare mantendo un'atteggiamento prudente. Questo spiega perché gli indicatori di sentiment sono in generale ancora in territorio neutro o moderatamente nel campo dell'ottimismo (Fear&Greed Index a 65 punti).
Come abbiamo sottolineato più volte questo bull market terminerà unicamente nell'euforia generale e con un'accelerazione finale di tipo esaustivo. Siamo ben lontani da questa situazione e quindi il rialzo é destinato a continuare. E le correzioni? Queste sono a questo stadio imprevedibili e in ogni caso trascurabili. Ad un certo momento ci sarà un breve vuoto d'aria e gli analisti tecnici, che finora hanno lanciato gridi d'allarme, diranno che hanno ragione. È però possibile che gli indici salgano ancora per settimane al ritmo di un +1% / +3% prima di una correzione. Quindi non aspettate le correzione e non temetele - semplicemente ignorate il problema poiché non é rilevante specialmente se non siete un trader ma un investitore.
Il nostro obiettivo di riferimento restano i 6000+ punti di S&P500. Per quel che riguarda il sentiment dubitiamo che il rally possa concludersi prima che la volatilità VIX (11.99) non scenda sotto i 10 punti. 

Questa settimana l'attenzione degli investitori era concentrata sui dati relativi all'inflazione. I dati (prezzi alla produzione e ai consumi) sono stati in linea con le stime degli analisti. Questa mancanza di una sorpresa negativa é stata sufficiente per alimentare il rialzo - mercoledì l'S&P500 ha guadagnato il +1.17% e giovedì ha toccato un nuovo massimo storico a 5325 punti. Le borse europee invece hanno fatto una pausa (Eurostoxx50 performance settimanale -0.39) ma questa sembra solo un consolidamente conseguenza anche dell'indebolimento dell'USD contro EUR.
Riassumendo non vediamo problemi all'orizzonte. I mercati scommettono su tassi d'interesse in calo malgrado che al momento i tassi d'interesse di mercato scendono solo di poco (il reddito dell'USTBond decennale é sceso solo a 4.43%). Basta però l'impressione che il problema inflazione é ormai alle nostre spalle per infuocare i mercati e la speculazione. Il FOMO (fear of missing out) é la chiave di lettura di questa fase finale del rialzo - tutti sanno che se la politica monetaria ridiventa espansiva le borse non possono che approfittarne e nessuno vuole perdere questa opportunità. Prima salgono i titoli a grande capitalizzazione, poi i mercati che sembrano essere rimasti indietro (questo piega la buona performance questa settimana di Svizzera (SMI +2.30%) e Italia (FTSE MIB +2.14%) e poi sale il resto - per questa ragione siamo convinti che da qui in avanti saranno le PMI raccolte per esempio nel Russell2000 che sovraperformeranno il mercato.
Restiamo pienamente investiti in azioni e in obbligazioni di lungo periodo specialmente in USD. Assicuriamo l'USD su CHF e EUR poiché riteniamo che il potenziale di ribasso dei tassi d'interesse in USD é superiore a quello in Europa. Nei prossimi mesi le sorprese, in positivo, arriveranno dagli Stati Uniti.

Nel frattempo i mercati "scoprono" le materie prime e i metalli preziosi. Finora il rialzo dell'oro (2414 USD/oncia) e i nuovi massimi storici (2431 USD/onca) erano stati registrati con una certa sufficienza e classificati come episodio legato a fattori specifici come la domanda da parte delle Banche Centrali o il bisogno di sicurezza di alcuni investitori di vecchio stile. Noi da mesi seguiamo e consigliamo l'argento. Come previsto l'argento é risalito questa settimana sul massimo di aprile a 30 USD e ha superato in maniera spettacolare questa resistenza. Venerdì il future ha fatto segnare un +6.36% (!) e la performance settimanale é stata del +11.47%. L'argento (cash a 31.26 USD, future a 31.78), come scritto nel commento del 7 maggio, deve ora salire almeno fino a 38 USD. A breve rileviamo troppa euforia e quindi potrebbe esserci ancora una correzione intermedia fino a 30 USD. Sarebbe un regalo per chi non é ancora investito.
In generale i metalli e i loro produttori sono, nell'ottica del rialzo dei mercati previsto per i prossimi mesi, un ottimo investimento. Guardate anche il rame...  

Le performance settimanali degli indici azionari sono state le seguenti:
Eurostoxx50             -0.39% a 5064 punti
SX7E (banche)          +1.28% a 147.75 punti
DAX                         -0.35% a 18704 punti
SMI                          +2.30% a 12038 punti
FTSE MIB                  +2.14% a 35398 punti
S&P500                     +1.54% a 5303.27 punti
Nasdaq100                +2.11% a 18546 punti

Le borse sono salite fino a mercoledì (Europa) rispettivamente giovedì (USA) - poi ci sono state delle prese di beneficio forse anche legate alla scadenza minore dei derivati di maggio.
Venerdì l'S&P500 ha avuto una seduta senza storia in un range di soli 22 punti. Ha aperto a 5300 punti, é salito sul massimo a 5305 punti, é caduto verso le 17.30 sul minimo a 5283 punti ed ha poi recuperato fino a 5303.27 punti (+0.12%). La seduta al NYSE é stata di poco positiva con A/D a 4943 su 4183, NH/NL a 859 su273 e volume relativo a 0.8. La volatilità VIX é scesa a 11.99 (-0.43), Il CBOE Equity put/call ratio era basso a 0.54 mentre il Fear&Greed Index é salito a 65 punti (+4).
È possibile che la nuova settimana inizi con un tonfo di un centinaio di punti - sarebbe una reazione tipica ad una scadenza di derivati che é sfociata su un massimo. Inoltre i dati sul sentiment mostrano a breve un'eccesso di speculazione al rialzo. Come spiegato precedentemente non bisogna farsi impressionare da eventuali brevi correzioni (malgrado la cacofonia che inevitabilmente scateneranno i ribassisti) ed usarle invece per ottimizzare il portafoglio.

Commento del 11-12 maggio

Nuovi massimi storici di DAX e FTSE100 - gli indici salgono malgrado l'ipercomperato

Riassunto: C'é poco da dire - i risultati parlano da soli. L'S&P500 da inizio anno guadagna il +9.49%, l'Eurostoxx50 lo supera con un +12.43%. Venerdì il DAX tedesco, il CAC40 francese e il FTSE100 inglese hanno fatto registrare un nuovo massimo storico. Gli indici azionari sono saliti anche questa settimana malgrado una situazione tecnica di ipercomperato - e noi tutti sappiamo che un mercato che sale malgrado l'ipercomperato é un mercato forte. Il nostro ottimismo viene premiato e la festa non é finita. L'economia negli Stati Uniti ed in Europa rallenta e l'inflazione é in calo. Prossimamente le Banche Centrali abbasseranno i tassi d'interesse di riferimento e torneranno ad una politica monetaria espansiva che infuocherà il bull market. Siamo convinti che in estate il rialzo continuerà ed é destinato ad accellerare. Guardando oltre l'orizzonte temiamo che la politica monetaria sia stata restrittiva per troppo tempo - FED e BCE hanno preferito combattere l'inflazione senza preoccuparsi eccessivamente dello stato generale dell'economia. Il mercato immobiliare e quello del lavoro mostrano preoccupanti segni di debolezza. Temiamo che la frenata possa essere troppo brusca e sfociare in una ulteriore crisi deflattiva e da debiti. Per i mercati azionari, dopo un'accelerazione finale di tipo esaustivo, potrebbe seguire un crollo. Ma per il momento godiamoci la festa anche perché i dati sul sentiment (Fear&Greed Index a 48 punti) ci dicono che siamo ben lontani da quello stato di euforia che normalmente segnala la vicinanza di un top. C'é ancora molto scetticismo e troppi investitori sottinvestiti - questo fattore nei prossimi mesi alimenterà un rialzo che da un punto di vista fondamentale apparirà come irrazionale. Il principio di investire a Benchmark, la paura di restare fuori e la liquidità saranno gli elementi che provocheranno l'ultima gamba di rialzo di questo bull market. Da adesso le correzioni intermedie saranno sempre più corte e modeste. Allacciatevi le cinture di sicurezza e tenete d'occhio il nostro obiettivo di riferimento a 6000+ punti di S&P500.

Le performance settimanali degli indici azionari sono state le seguenti:
Eurostoxx50             +3.30% a 5085 punti
SX7E (banche)          +3.18% a 145.88 punti
DAX                         +4.24% a 18772 punti
SMI                          +4.26% a 11753 punti
FTSE MIB                  +3.06% a 34657 punti
S&P500                     +1.85% a 5222.68 punti
Nasdaq100                +1.51% a 18161 punti

Nel breve commento del 7 maggio avevamo individuato una situazione di ipercomperato a corto termine e previsto un breve ritracciamento. Invece non é successo nulla. L'S&P500 ha faticato a salire e il Nasdaq100 sembrava a corto di ossigeno ma le performances settimanali mostrano chiaramente che il rialzo é continuato senza interruzioni di rilievo. L'S&P500 ha avuto 4 sedute positive e la serie é interrotta unicamente dalla pausa di mercoledì (-0.00%). I dati sulla partecipazione, pur non essendo ottimi, sono convincenti e la tendenza di fondo é al rialzo (57.9% dei titoli USA sopra la SMA a 50 giorni, Bullish Percent Index sul NYSE a 59.80). I Summation Index salgono. Gli oscillatori di medio termine suggeriscono che questa spinta di rialzo ha ancora parecchia strada da fare. L'unico "problema" resta l'ipercomperato di corto termine. Potrebbe ancora esserci una breve correzione intermedia di alcuni punti in percentuale. A questo punto i dati sull'inflazione che verranno pubblicati tra martedì e mercoledì prossimi saranno decisivi. Dati superiore alle stime degli analisti provocheranno una breve e sana correzione - se invece i dati mostreranno che l'inflazione é in ulteriore calo molti scettici salteranno sul treno in corsa e avremo un'altra settimana di forti guadagni. Inutile speculare - bisogna restare pienamente investiti in azioni e in obbligazioni a lunga scadenza. Attenzione che appena apparirà la possibilità che la FED abbassa i tassi d'interesse l'USD si indebolirà - e alcune Banche Centrali, con la Bank of Japan in testa, gli daranno il colpo di grazia. Se avete un portafoglio con moneta di riferimento EUR o CHF assicurate l'USD con operazioni di vendita a termine.

È stata una settimana monotona e senza sorprese. Gli analisti tecnici hanno notato l'effetto dell'ipercomperato anche se a livello di risultato non ci sono stati cambiamenti - una serie quasi costante di sedute positive. Spesso gli indici hanno aperto molto bene "spegnendosi" nel corso della giornata sotto la pressione dell'ipercomperato. Ma come visto venerdì il freno ha solo rallentato la corsa.
Venerdì l'S&P500 ha aperto a 5230 punti ed é salito a 5239 punti di massimo (a pochi punti dal massimo storico a 5264 punti). Poi é scivolato verso il basso fino al minimo giornaliero a 5209 raggiunto verso le 17.45. In seguito ha recuperato ad ondate e ha chiuso a 5222.68 punti (+0.16%, + 8 punti). La seduta al NYSE é stata però strutturalmente negativa (a causa del Russell2000 -0.67%) con A/D a 4059 su 5050, NH/NL a 953 su 365 e volume relativo a 0.85. La volatilità VIX é scesa a 12.55 punti (-0.14) mentre il CBOE Equity put/call ratio si é fissato a 0.60.
Per quel che riguarda gli altri mercati che osserviano per confermare il trend dei mercati azionari non ci sono ancora cambiamenti importanti. Il reddito dell'US Treasury Bond decennale é a 4.50%, il cambio EUR/USD é a 1.0772 (USD Index a 105.17) mentre l'oro é risalito a 2360 USD/oncia (argento a 28.40).
Come sapete prevediamo tassi d'interesse in calo, USD debole e un rally dei prezzi dei metalli (preziosi) come contorno per una continuazione dinamica del bull market - teniamo d'occhio una situazione che per ora si sviluppa secondo le nostre aspettative. Solo il timing é diverso dalle nostre iniziali previsioni - lo scenario scorre più lentamente di quanto ci eravamo inizialmente immaginati.

Breve aggiornamento del 7 maggio

Il rialzo riprende vigore, i tassi d'interesse sono in calo - confermiamo il nostro obiettivo a 6000+ punti di S&P500

Nell'ultimo commento del 20-21 aprile avevamo affermato che la correzione intermedia iniziata a fine marzo aveva esaurito il suo potenziale e che le borse erano pronte a riprendere il rialzo - l'S&P500 si trovava a 4967 punti. Oggi ritroviamo l'S&P500 a 5180 punti. In due settimane l'indice ha guadagnato 213 punti o circa il +4.2% e si sta riavvicinando al massimo storico a 5254 punti. I dati sulla partecipazione sono in miglioramento malgrado che la maggior parte dei titoli sembrano oscillare in laterale in un ampio range senza una precisa tendenza. La tendenza di fondo é al rialzo mentre i Summation Index salgono. Secondo gli oscillatori gli indici azionari sono a corto termine ipercomperati mentre sono ipervenduti a medio termine. Una situazione strana e contraddittoria che dovrebbe risolversi con un breve e modesto ritracciamento durante questa settimana che dovrebbe poi aprire la strada alla prossima possente spinta di rialzo a medio termine. I dati economici suggeriscono che l'economia americana é in netto rallentamento e i tassi d'interesse di mercato sono di conseguenza calati - dal 4.63% del 19 aprile il reddito dell'US Treasury Bond decennale é sceso a 4.49%. Molti analisti sono convinti che l'inflazione resterà troppo alta per permettere alla FED di abbassare nei prossimi mesi i tassi d'interesse di riferimento. Noi siamo invece convinti che la frenata dell'economia americana sarà brusca e obbligherà la FED ad un ripensamento - la politica monetaria é destinata a ridiventare espansiva ed alimentare il rialzo dei mercati azionari.
Consigliamo caldamente di restare pienamente investiti in azioni ed utilizzare eventualmente il ritracciamento che dovrebbe verificarsi nei prossimi giorni per comperare.
I mercati azionari europei dovrebbe seguire l'esempio dell'America - come però ripetiamo da tempo l'America a livello di indici azionari dovrebbe sovraperformare mentre l'USD dovrebbe perdere di valore nei riguardi dell'EUR. Per saldo, per un'investitore con moneta di riferimento EUR, non dovrebbero esserci significative differenze.
Anche i metalli preziosi hanno terminato una correzione. C'é stato un ritardo rispetto ai mercati azionari visto che questa fase é finita unicamente venerdì scorso. L'argento ha corretto più di quanto ci eravamo immaginati - non si é stabilizzato sui 28 USD/oncia ma é dovuto ridiscendere sulla vecchia resistenza e ora forte supporto a 26 USD. Ora il rialzo dovrebbe riprendere in maniera dinamica. Siamo convinti che l'argento questo mese attaccherà e supererà la barriera dei 30 USD dirigendosi verso il prossimo obiettivo a 38 USD.

Assenza

Trascorro il prossimo fine settimana a Barcellona - in seguito mi reco alcuni giorni a Montpellier.
Pubblicherò un breve aggiornamento della situazione al mio ritorno, il martedì 7 maggio.
Il prossimo commento del fine settimana verrà pubblicato tra sabato e domenica 11-12 maggio.

Commento del 20-21 aprile

Pazienza, pazienza...

Riassunto: Da inizio aprile i mercati azionari stanno correggendo all'interno di un rialzo di medio-lungo termine. Noi pensavamo che non ci sarebbero state più correzioni significative (vale a dire superiori al -5%) prima di un'accelerazione di tipo esaustivo in direzione dei 6000+ punti di S&P500 (-0.88% a 4967.23 punti). La premessa era un calo dei tassi d'interesse di mercato indotto da una diminuzione dell'inflazione. Il problema é che per ora l'inflazione ristagna su livelli considerati troppo alti dalle Banche Centrali, i tassi d'interesse non calano (reddito dell'US Treasury Bond decennale a 4.63%) e quella che doveva essere un breve consolidamento si é trasformato in una (non prevista) correzione, complice anche la guerra tra Israele ed Hamas che si sta allargando all'Iran. Un velenosa mistura di problemi economici e geopolitici, in parte inattesi, ha di conseguenza bloccato il rialzo. L'ipercomperato ha scatenato ad aprile una classica correzione di medio termine - l'S&P500 ha perso finora circa un -5.8% dal massimo. La correzione ha provocato un significativo peggioramento degli indicatori di base - solo il 25.4% dei titoli USA é sopra la SMA a 50 giorni mentre il Bullish Percent Index sul NYSE é sceso a 52.57 punti - i Summation Index scendono.  D'altra parte ci sono segnali positivi e costruttivi. A corto termine le borse sono ipervendute e quindi a breve deve almeno esserci un sostanziale rimbalzo. Molti analisti pensano che al rimbalzo debba seguire un ulteriore tuffo verso nuovi minimi mensili. Questo é possibile visto che a medio termine la situazione a livello di indicatori é ancora contraddittoria. Noi però notiamo che la correzione sembra aver esaurito la sua spinta con una diminuzione dei nuovi minimi a 30 giorni (venerdì NH/NL a 124 su 1325 / meno NL che una settimana fà (1445)) - la pressione di vendita é in netto calo. Questo é dovuto al fatto che il Russell2000 mostra forza relativa (venerdì +0.24% in un mercato generalmente in calo / performance settimanale -2.86%). Le vendite hanno finalmente raggiunto anche gli "intoccabili" come NVidia (venerdì -10.01%), Meta (venerdì -4.13%) o Eli Lilly (venerdì -2.63%). Le mani deboli si fanno prendere dal nervosismo e vendono anche i titoli "buoni". Questi sono segnali di esaurimento di trend. Il Fear&Greed Index é caduto a 31 punti (-3) - il pessimismo é diffuso.
Di conseguenza siamo convinti che prossimamente il rialzo dei mercati azionari debba riprendere. È possibile che all'atteso e inevitabile rimbalzo di corto termine possa ancora seguire una discesa sui 4900-4950 punti di S&P500. La correzione sembra però aver esaurito il suo potenziale. Appena i tassi d'interesse scenderanno le borse sono pronte a schizzare verso l'alto e l'attuale sentiment negativo alimenterà il movimento provocando un'accelerazione. A questo punto bisogna abbandonare l'analisi tecnica per rivolgersi all'analisi fondamentale ed economica. I tassi d'interesse scenderanno effettivamente o rimarranno ancora per mesi sui livelli attuali? I dati sono contrastanti. Il mercato immobiliare é in netto calo mentre occupazione e consumi sono stabili ad alto livello. I prezzi di metalli e granaglie stanno salendo mentre il prezzo del petrolio sembra aver "toppato" ad inizio aprile. Nel complesso ci sembra poco probabile che a breve i dati sull'inflazione possano scendere anche se é possibile che i tassi d'interesse di mercato comincino a scendere prima anticipando un calo dei prezzi al consumo.
Riassumendo restiamo positivi e siamo convinti che nelle prossime settimane il rialzo dei mercati azionari debba riprendere vigore. Sui livelli attuali chi é ancora sottoinvestito può comperare. In generale però bisogna ora avere pazienza e attendere con calma lo sviluppo della situazione. Ci vuole una fase di formazione di base, che potrebbe durare circa un mese, prima che i rialzisti siano in grado di riprendere il controllo delle operazione e spingere le borse su nuovi massimi.
Insomma - bisogna riparare i danni e trovare una nuova narrativa per poter far ripartire i mercati azionari al rialzo in maniera dinamica e sostenibile. Non bastano più le ipotesi e le aspettative ma ci vuole qualcosa di concreto per ridare coraggio agli investitori. Nel futuro deve concretizzarsi uno scenario di soft landing con tassi d'interesse in calo.
Teniamo d'occhio il mercato dei metalli preziosi (che resta forte) e quello delle divise alla ricerca di conferme alle nostre previsioni riguardanti i mercati azionari e obbligazionari. Ci aspettiamo che l'USD (USD Index fermo a 105.96) si indebolisca e che il rialzo dei metalli preziosi continui. L'argento (future a 28.75 USD) sta consolidando sui 28 USD e prepara un attacco decisivo della forte resistenza a 30 USD. Il prossimo obiettivo é a 38 USD.

Le performance settimanali degli indici azionari sono state le seguenti:
Eurostoxx50             -0.76% a 4918 punti
SX7E (banche)          +1.70% a 139.63 punti
DAX                         -1.05% a 17737 punti
SMI                          -0.73% a 11296 punti
FTSE MIB                  +0.47% a 33922 punti
S&P500                     -3.05% a 4967.23 punti
Nasdaq100                -5.36% a 17037 punti

Durante tutta la settimana gli indici azionari sono scivolati verso il basso. Le borse europee si sono comportate meglio dell'America ma non sono state in grado di fornire impulsi positivi. La BCE europea sembra più vicina ad un taglio dei tassi d'interesse di riferimento rispetto alla FED americana e questo spiega la forza relativa dei mercati azionari europei.
Venerdì é stata la giornata più interessante. C'é stata un'ondata di vendite sui big della tecnologia (Nasdaq100 -2.05%) mentre a sorpresa le PMI (Russell2000 +0.24%) si sono mosse in controtendenza. Spesso una correzione finisce quando vengono venduti anche i titoli favoriti dai piccoli investitori (NVidia -10.01%) - d'altra parte il Russell2000 sale quando scendono i tassi d'interesse. Nel complesso sembra quindi che venerdì sia cambiato qualcosa nel trend ribassista iniziato ad aprile.
L'S&P500 ha aperto a 5005 punti, é salito ancora a 5019 punti, é caduto fino a metà seduta a 4966 punti, é rimbalzato a 4995 punti, é sceso sul minimo a 4953 punti e ha infine chiuso a 4967.23 punti (-0.88%). La seduta al NYSE é stata moderatamente positiva con A/D a 5058 su 4027 e volume relativo a 1.05. La volatilità VIX é balzata a 18.71, il CBOE Equity put/call ratio era normale a 0.65 mentre il Fear&Greed Index ha perso ancora 3 punti a 31 punti. Abbiamo ora una situazione di ipervenduto ed eccesso di ribasso a corto termine con investitori pessimisti - settimana prossima la borsa americana deve rimbalzare. Vedremo se questo rappresenterà, come pensiamo noi, la ripresa del rialzo o per lo meno la fine della correzione di aprile. 

Commento del 13-14 aprile

Venti di guerra prolungano il consolidamento - l'ipercomperato sparisce. Nuovi massimi sui metalli preziosi

Riassunto: Da mesi le borse mondiali sono in una fase di rialzo. Noi prevediamo un'accelerazione di questo movimento al momento in cui i tassi d'interesse cominceranno a scendere. L'attesa si prolunga poiché l'inflazione, specialmente negli Stati Uniti, non cala. Secondo l'ultimo dato pubblicato mercoledì scorso i prezzi al consumo crescono ancora del +3.5% su base annua - troppo considerando il fatto che la FED ha un'obiettivo al 2%. D'altra parte i tassi d'interesse di mercato sono troppo alti - il Treasury Bill a scadenza tre mesi rende il 5.45% mentre il Bond decennale rende 4.5%. A soffrire maggiormente di questa situazione é soprattuto il settore delle piccole e medie imprese, più sensibili al costo del denaro. Il Russell2000 (-1.93% a 2003 punti / performance settimanale -2.89%) é quindi fermo al palo - si trova sullo stesso livello del 31 luglio del 2023. Senza il Russell i dati sulla partecipazione sono deboli (NH/NL a 263 su 1445) malgrado che gli altri due indici azionari di riferimento, l'S&P500 (-1.46% a 5123.41 punti) e il Nasdaq100 (-1.66% a 18003 punti) si trovano solo poco punti in percentuale sotto il massimo storico. I ribassisti si riferiscono ai dati tecnici sulla partecipazione per prevedere ora almeno una correzione di circa il 10%. In effetti i dati si sono deteriorati - i Summation Index sono in calo, solo il 37.4% dei titoli USA é sopra la SMA a 50 giorni mentre il Bullish Percent Index sul NYSE é sceso a 59.03. Non siamo però convinti che queste preoccupazioni sono eccessive. La settimana di borsa é stata influenzata dalla negativa seduta di venerdì (S&P500 - 1.46%) - gli investitori si sono spaventati quando é stato annunciato l'imminente attacco ad Israele da parte dell'Iran e hanno venduto azioni. Tralasciando questa giornata é stata una settimana altalenante caratterizzata da un'oscillazione in laterale. I mercati azionari sembrano semplicemente consolidare e preparare la prossima spinta di rialzo. A breve la paura che il conflitto in Medio Oriente possa espandersi potrebbe ancora avere un'influsso negativo - la psicologia giocherà nei prossimi giorni ancora un ruolo importante. Noi crediamo (e speriamo ardentemente) che né Israele ed i sui alleati né l'Iran hanno un interesse ad una escalazione. Di conseguenza pensiamo che già nel corso di settimana prossima il rialzo delle borse dovrebbe riprendere. Considerando i molti conflitti armati e i molti problemi che affliggono le economie mondiali, le borse si comportano ancora molto bene. Questa "forza relativa" ci induce a restare ottimisti e pienamente investiti in azioni soprattutto in America ed in Europa.
Le due settimane di moderato calo degli indici azionari hanno anche un risvolto positivo - l'ipercomperato e l'eccesso di rialzo sono spariti (RSI giornaliere sui 44 - 48 punti) e gli investitori sono nuovamente prudenti. Il Fear&Greed Index é sceso a 46 punti, valore neutrale e vicino al pessimismo. Questa é una buona premessa tecnica per una ripresa del rialzo anche se i valori potrebbero scendere ancora più in basso.
La settimana é stata entusiasmante per i metalli preziosi. L'oro é salito fino a venerdì su un nuovo record storico a 2430 USD l'oncia prima si subire un tracollo e finire la settimana a 2344 USD/oncia. C'é molta speculazione in questo settore e i prezzi diventano molto volatili. La tendenza é però indiscutibilmente al rialzo. Dopo una breve correzione intermedia e un consolidamento (stimiamo sui 2300 USD) il rialzo dovrebbe riprendere con obiettivo teorico sui 2700-2800 USD/oncia. L'argento ha toccato venerdì un massimo a 29.90 USD (future di maggio). Il nostro obiettivo a 30 USD é stato praticamente raggiunto. Venerdì c'é stato un'eccesso di rialzo di tipo speculativo al quale e subito seguito un crollo e l'argento ha chiuso a 27.97 USD, un -6% dal massimo! Il mercato dell'argento ha un volume di circa un decimo rispetto a quello dell'oro - venerdì sul future é stato scambiato un volume superiore alla produzione annua. Questa malsana ed irrazionale speculazione provoca una forte volatilità - trattare argento non é per traders dai nervi fragili. La tendenza é però al rialzo e conviene tenere argento nel portafoglio senza lasciarsi influenzare degli sbalzi giornalieri.

Le performance settimanali degli indici azionari sono state le seguenti:
Eurostoxx50             -1.21% a 4955 punti
SX7E (banche)          -2.58% a 137.29 punti
DAX                         -1.49% a 17930 punti
SMI                          -1.01% a 11379 punti
FTSE MIB                  -0.73% a 33764 punti
S&P500                     -1.56% a 5123.41 punti
Nasdaq100                -0.58% a 18003 punti

Venerdì gli investitori sono stati influenzati negativamente dai venti di guerra che spiravano tra Iran e Israele. Prima del fine settimana alcuni investitori hanno preferito vendere e giocare sul sicuro. L'S&P500 ha aperto già in calo a 5167 punti. è ancora brevemente salito a 5175 punti e poi é sceso a sbalzi fino alle 17.30 quando ha raggiunto i 5110 punti. Poi é oscillato in laterale, ha toccato il minimo giornaliero a 5108 e ha recuperato sul finale a 5123.41 punti (-1.46%). La chiusura in recupero é un segnale positivo. La seduta al NYSE é stata decisamente negativa con A/D a 1642 su 7565, NH/NL a 263 su 1445 e volume relativo a 0.95. La volatilità VIX é balzata a 17.31 punti (+2.40) e il CBOE Equity put/call ratio era normale a 0.68. Normalmente ad una seduta del genere segue un rimbalzo - durante la settimana c'é stata una serie regolare di sedute negative e positive. Per logica quindi la seduta di lunedì dovrebbe essere positiva - non sappiamo però come i mercati accoglieranno la notizia dell'attacco missilistico dell'Iran contro Israele. Sorprendentemente il mercato dei metalli preziosi si é sviluppato in maniera diversa. Mentre i mercati azionari erano in calo c'é stato rally impressionante - oro e argento hanno toccato il massimo alle 17.00. Dopo le 17.00 é partita, improvvisamente e senza una chiara ragione, una massiccia ondata di vendite. L'argento da un guadagno giornaliero vicino al +5% é caduto ad un -1% (da 29.90 a 27.97) nello spazio di 6 ore. Il reversal é stato drammatico e ha per ora bloccato il rialzo dei metalli preziosi. Il mercato dovrà digerire questa mazzata prima di poter ripartire.

I mercati azionari non possono sempre salire e ovviamente dopo delle fasi di rialzo ci sono delle brevi correzioni e dei periodi di consolidamento specialmente quando c'é una serie di notizie preoccupanti con un'impatto, almeno a livello psicologico, negativo. Al momento non vediamo però nulla in grado di farci cambiare opinione. Al contrario riteniamo che l'USD forte (USD Index a 105.82) e gli alti tassi d'interesse in America offrano un'ottima opportunità per comperare obbligazioni in USD e giocare al ribasso sulla moneta americana.

Breve commento del 6-7 aprile

Mercati azionari ancora in consolidamento - rotture al rialzo e accelerazione sui prezzi dei metalli preziosi

Riassunto: Malgrado la performance settimanale negativa delle borse non c'é motivo per preoccuparsi. I mercati azionari stanno semplicemente consolidando prima della prossima spinta di rialzo. Nei media molti ribassisti gridano vittoria e pronosticano a breve una massiccia caduta degli indici azionari. Sembra che abbiano perso il contatto con la realtà - l'S&P500 (+1.11% a 5204.34 punti) si trova unicamente 60 punti sotto il massimo storico di 5264 punti. Lo stesso vale per l'Eurostoxx50 (-1.10% a 5014 punti) che si trova solo 108 punti sotto il massimo - questo corrisponde a circa il -2%. La perdita settimanale del -1.38% si é verificata venerdì mentre nel resto della settimana l'indice é oscillato a ridosso del massimo a 52 settimane. La debolezza osservata questa settimana é insignificante.
Aspettiamo con impazienza un calo dei tassi d'interesse di mercato (USTBond decennale a 4.39%, Bund decennale a 2.4040%) che dovrebbe dare inizio alla prossima spinta di rialzo dei mercati azionari.
Nell'attesa gli investitori si sono buttati sui metalli preziosi, un settore sul quale puntiamo da tempo. L'ora ha toccato venerdì un nuovo record storico a 2330 USD /oncia - il rialzo sta accelerando. Anche il prezzo in EUR (2149 EUR / oncia) si é impennato e ha raggiunto un nuovo massimo. L'oro si muove malgrado che l'USD non si indebolisce (USD Index a 104.06). Questo é un segnale di forza.
L'argento ha rotto la forte resistenza a 26 ed é salito di slancio fino a 27.60 (future). Ha guadagnato quasi il +10% in una settimana. A breve potrebbe consolidare ma poi dovrebbe ripartire verso il nostro obiettivo a 30 USD. Considerando la forza dell'oro e il fatto che l'argento sembra avere appena cominciato il suo movimento di rialzo uscendo da un lungo periodo di consolidamento, é probabile che l'obiettivo a 30 USD sia (molto) conservativo. Ricordatevi però che l'argento é un asset volatile e speculativo - malgrado il potenziale di guadagno non investite troppi soldi in questo settore di nicchia.
Restiamo pienamente investiti in azioni, in obbligazioni di lungo termine (in USD) e in metalli preziosi. Siamo decisamente ottimisti per quel che riguarda i prossimi 3 a 6 mesi.

Le performance settimanali degli indici azionari sono state le seguenti:
Eurostoxx50             -1.38% a 5014 punti
SX7E (banche)          +1.16% a 140.93 punti
DAX                         -1.78% a 18175 punti
SMI                          -2.00% a 11495 punti
FTSE MIB                  -2.13% a 34010 punti
S&P500                     -0.95% a 5204.34 punti
Nasdaq100                -0.80% a 18108 punti

L'S&P500 é precipitato giovedì (-1.23%) e tutti si aspettavano venerdì una continuazione di questo movimento. Invece, come normalmente succede durante un rialzo forte, costante e sostenibile, questo breve vuoto d'aria é stato subito comperato e venerdì l'S&&P500 é risalito del +1.11% a 5204.34 punti. La tendenza di fondo resta al rialzo (57.9% dei titoli USA sopra la SMA a 50 giorni, Bullish Percent Index sul NYSE a 64.54). Ovviamente il fatto che i tassi d'interesse non scendano crea dell'incertezza ma nel complesso bisogna ammettere che la borsa americana si comporta molto bene. La partecipazione é nuovamente debole (Summation Index ancora in calo - pochi NH) ma non appare pressione di vendita. Non possiamo che essere positivi.
Le borse europee seguono a ruota Wall Street.
 
Commento del 30-31 marzo

Consolidamento in preparazione di un secondo trimestre entusiasmante

Riassunto: Dai 4103 punti di fine ottobre 2023 l'S&P500 (+0.11% a 5254.35 punti) sale in maniera regolare e senza correggere. Noi già ad inizio ottobre, durante l'ultima correzione, eravamo alla ricerca e in attesa di un solido minimo e avevamo previsto che la fase successiva sarebbe stato un robusto e sostenibile rialzo. All'inizio il nostro target era a 5000 punti - a gennaio abbiamo alzato l'obiettivo finale del rialzo a 6000 punti poiché il movimento sembrava ancora all'inizio e mancavamo i presupposti per un top. Molti non capiscono cosa sta succedendo e quali sono le ragioni che hanno spinto le borse europee e quella americana su nuovi massimi storici. Chi analizza solo i fondamentali nota, giustamente, che i mercati azionari sono molto cari e il quadro macroeconomico non é entusiasmante (é un eufemismo per dire che parecchi Paesi sono sull'orlo di una recessione). Molti operatori non riescono ad immaginarsi quali siano le conseguenze sui mercati finanziari dell'inevitabile e imminente allentamento della politica monetaria accompagnato da una robusta spesa statale. Sempre nel passato questo ha provocato un rialzo delle borse e molti investitori lo sanno - questi investitori stanno anticipando il futuro e stanno da mesi comperando azioni. Molti però sono ancora scettici e parecchi sono ancora sottoinvestiti. Chi vuole comperare azioni sta aspettando una correzione che non arriva come mostra chiaramente il grafico dell'S&P500  che é una linea che sale regolarmente con candele costantemente sopra le medie mobili e indicatori sempre in ipercomperato. Come ripetiamo da settimane é poco probabile che ci siano ancora correzioni significative (> 5%) e questo rialzo avrà invece tendenza ad accelerare finendo in una parabola esponenziale. Sul finale l'attuale ottimismo (Fear&Greed Index a 71 punti) si trasformerà in euforia e irrazionale esuberanza. Solo gli indicatori di sentiment ci potranno suggerire quando saremo vicini ad un top - é possibile che il nostro obiettivo (minimo) di riferimento a 6000 punti di S&P500 si dimostri ancora troppo conservativo.
Siamo convinti che nella prossime settimane il rialzo accelererà il suo ritmo. Questo succederà appena i tassi d'interesse di mercato cominceranno a scendere e l'USD perderà di valore. Per ora su questo fronte é successo ben poco. Il periodo di distribuzione dei tassi d'interesse (reddito dell'USTBond decennale a 4.20%, reddito del Bund decennale a 2.2925%) e dell'USD (USD Index a 104.27) sembra però avvicinanarsi alla fine e finalmente il rialzo non vivrà solo di aspettative ma comincerà ad acquisire certezze. A questo punto tutti saranno obbligati a salire sul treno in corsa - più il rialzo accumulerà forza e partecipazione e più la paura di restare fuori e mancare un'occasione convincerà tutti che é il momento di comperare azioni. Ci prepariamo ad un trimestre entusiasmante durante il quale i guadagni dovrebbero ampiamente superare quanto finora registrato nel 2024 (da inizio anno performance dell'S&P500 +10.16%, dell'Eurostoxx50 +12.41%). Il rialzo dovrebbe coinvolgere tutti i listini europei e americani e in particolare le azioni delle PMI che finora sono "rimaste indietro". Finalmente anche i prezzi delle obbligazioni dovrebbero salire. L'unico pericolo é che potrebbero esserci forti oscillazioni sui cambi - noi riteniamo che l'USD dovrebbe perdere di valore (ca. -15% entro fine anno). Questo é un fattore da considerare per un'europeo che ha come moneta d'investimento l'EUR o il CHF e possiede azioni americane. D'altra parte un indebolimento dell'USD dovrebbe ulteriormente alimentare il rialzo dei prezzi dei metalli preziosi (l'oro ha toccato un nuovo record storico a 2233 USD/oncia) e dei prezzi dei metalli in generale.
Restiamo ottimisti e pienamente investiti. A livello fondamentale e tecnico non vediamo al momento rischi in grado invalidare il nostro scenario e bloccare il rialzo dei mercati azionari. 

Le performance settimanali degli indici azionari sono state le seguenti:
Eurostoxx50             +1.03% a 5083 punti
SX7E (banche)          +2.66% a 139.31 punti
DAX                         +1.64% a 18492 punti
SMI                          +0.67% a 11730 punti
FTSE MIB                  +1.18% a 34750 punti
S&P500                     +0.39% a 5254.35 punti
Nasdaq100                -0.46% a 18254 punti

La settimana prima di Pasqua ha avuto solo quattro sedute ed é trascorsa nella calma. In America abbiamo assistito ad un'ulteriore sana rotazione tra settori. Mentre il Nasdaq100 ha marciato sul posto (week -0.46%) il settore delle PMI (Russell2000 week +2.54%) si é risvegliato. In Europa gli acquisti si sono concentrati sui settori ciclici e finanziari mentre faticano i settori difensivi come alimentari e farmaceutica. Questo spiega la buona performance relativa del FTSE MIB nei riguardi per esempio di un SMI. Anche nel futuro questo effetto dovrebbe persistere.
Giovedì l'S&P500 ha aperto a 5245 punti, é oscillato per ore intorno ai 5252 punti, si é impennato in serata fino ai 5264 punti (nuovo record storico) ed ha infine chiuso a 5254.35 punti (+0.11%). La seduta é stata positiva con A/D a 5783 su 3283, NH/NL a 1179 su 219 e volume relativo a 1.0. La volatilità VIX é salita a 13.01 punti (+0.23), il CBOE Equity put/call ratio era di 0.56 mentre il Fear&Greed Index é stabile a 71 punti (+1). I Summation Index salgono e la tendenza di fondo resta al rialzo (71.2% dei titoli sopra la SMA a 50 giorni e Bullish Percent Index sul NYSE a 66.05).
Notiamo una certa frustrazione tra i ribassisti mentre il gruppo dei rialzisti si sta infoltendo. Questo "bullish sentiment" ci sembra ancora sano e non sembra ancora costituire un pericoloso eccesso. Sempre più investitori credono al rialzo e pensiamo che questo spostamento dai pessimisti nel campo degli ottimisti dovrebbe almeno in questa fase alimentare il rialzo e non creare le premesse per una correzione o peggio ancora un top. Teniamo d'occhio i tassi d'interesse - ad aprile il reddito dell'USTB decennale dovrebbe cadere sotto il 4%. La rottura di questa barriera dovrebbe entusiasmare gli investitori e alimentare il rally delle borse.
Nei forum si discute molto di argento dopo che l'oro ha raggiunto un nuovo record storico. L'argento (future a 25.10 USD/oncia) sembra in ritardo. Se come pensiamo riesce nelle prossime settimane a rompere la forte resistenza a 26 dovrebbe salire direttamente a 30.

Commento del 23-24 marzo

Le borse ripartono al rialzo - tassi d'interesse e USD ancora in stallo - l'argento ha raggiunto la resistenza a 26 e ha corretto

Riassunto: Le borse sono salite fino a giovedì 21 marzo quando l'S&P500 ha raggiunto un nuovo record storico a 5261.10 punti. La BNS (Banca Nazionale Svizzera) ha abbassato a sorpresa, come prima Banca Centrale occidentale, il tasso d'interesse di riferimento del -0.25%. Questo ha provocato degli scossoni specialmente sul mercato delle divise. Il Franco Svizzero si é indebolito e ad approfittarne é stato soprattutto l'USD. Questo ha innescato una breve correzione delle borse e dei prezzi dei metalli preziosi. Forse "per caso" il future sull'argento ha raggiunto un massimo di 25.9730 USD prima di crollare di circa 1.40 USD e finire la settimana a 24.84 USD. Due settimane fà avevamo previsto che l'argento doveva salire fino alla resistenza a 26 USD per poi correggere...
Per saldo però abbiamo avuto un'altra settimana di rialzi per gli indici azionari americani ed europei. Il nostro scenario di base per i mercati finanziari si sta sviluppando come descritto da mesi - l'unico aspetto che differisce ancora dalle nostre previsioni sono i tassi d'interesse. Le Banche Centrali sono tuttora ossessionate dall'inflazione e gli investitori sono ancora indecisi tra uno scenario economico da soft landing e uno recessivo. Il calo dei tassi d'interesse di mercato si fa quindi aspettare e l'accelerazione al rialzo dei mercati azionari e l'indebolimento dell'USD sono dilazionati. Poco male - non abbiamo a che fare con un movimento nella direzione opposta alle nostre previsioni ma semplicemente con una fase di stallo. I tassi d'interesse di mercato marciano sul posto (reddito dell'UST Bond decennale a 4.22%, reddito del Bund tedesco decennale a 2.3190%) e l'USD Index (104.15) continua ad oscillare tra i 102 ed i 105 punti senza attaccare il supporto a 100 punti. Bisogna avere pazienza.
Siamo convinti che nel prossimo futuro i tassi d'interesse devono scendere e l'USD deve indebolirsi alimentando il rialzo delle borse e dei prezzi delle materie prime.

Le performance settimanali degli indici azionari sono state le seguenti:
Eurostoxx50             +0.89% a 5031 punti
SX7E (banche)          +2.76% a 135.69 punti
DAX                         +1.54% a 18205 punti
SMI                          -0.21% a 11652 punti
FTSE MIB                  +1.19% a 34343 punti
S&P500                     +2.29% a 5234.18 punti
Nasdaq100                +2.98% a 18339 punti

Gli indici azionari sono saliti nelle prime quattro sedute della settimana (S&P500 +0.63%, +0.56%, +0.89%, +0.32%). Venerdì ci sono state delle prese di beneficio senza grandi conseguenze (S&P500 -0.14% a 5234.18 punti). Il rialzo é stabile e sostenibile - di conseguenza non ci sarannno più sostanziali correzioni fino al top che secondo la nostra stima dovrebbe situarsi sui 6000 punti di S&P500. Avremo unicamente delle modeste fasi di prese di beneficio e di accumulazione necessarie per eliminare l'eccesso di speculazione al rialzo - indicativamente in questi brevi periodi l'S&P500 potrebbe perdere un -2%/-3% mentre gli indici più volatili come il Nasdaq100 potrebbero perdere un paio di punti in percentuale in più. Non bisogna però farsi influenzare od impressionare da questi brevi vuoti d'aria. Il rialzo ha ancora parecchia strada da fare almeno in termine di percentuale di guadagno.
In questa fase gli analisti tecnici sono in difficoltà. Gli indicatori di momentum mostrano che gli indici azionari sono ipercomperati e in eccesso di rialzo - gli investitori sono ottimisti (p.e. Fear&Greed Index costantemente sui 70+ punti, ora a 72 punti). Questi segnali tecnici che in un mercato in laterale normalmente ci allertano dell'imminenza di una correzione intermedia ora non funzionano. Semplicemente perché la spinta di rialzo é costante e non permette ai ribassisti di prendere il sopravvento - ogni ritracciamento viene chiaramente comperato.
Venerdì l'S&P500 ha aperto invariato a 5242 punti. Durante la seduta l'indice é oscillato a caso tra i 5229 ed i 5246 punti (range di soli 17 punti!) e ha chiuso a 5234.18 punti (-0.14%) con una insignificante perdita di 7 punti. La perdita sul Russell2000 (-1.27%) é stata più consistente e questo spiega i dati negativi della seduta (A/D a 2942 su 6169, NH/NL a 581 su 390 e volume relativo a 0.9). Anche questo indice ha però una performance settimanale positiva (+1.43%). La partecipazione sta in generale migliorando e i Summation Index salgono. La tendenza di fondo resta al rialzo con il 65,5% dei titoli USA sopra la SMA a 50 giorni ed il Bullish Percent Index sul NYSE a 64.53.
Non abbiamo nulla di nuovo da segnalare e finora non vediamo niente all'orizzonte che possa far deragliare o ritardare ulteriormente il rialzo che dovrebbe culminare in un top di lungo periodo nel corso di quest'anno.
Restiamo pienamente investiti in azioni, in obbligazioni a lunga scadenza e in metalli preziosi (speculativamente argento con obiettivo a 30 USD).

Commento del 16-17 marzo

Aspettando la prossima spinta di rialzo constatiamo i guadagni dei titoli finanziari e dell'argento

Riassunto: I mercati azionari sono da mesi in una fase di rialzo. Ad inizio marzo in America é iniziato un consolidamento durante il quale abbiamo osservato una sana rotazione tra settori. Ci sono state prese di beneficio specialmente nei settori che erano corsi troppo ed erano decisamente ipercomperati come la tecnologia. Questa pausa é una conseguenza dello sviluppo della situazione per quel che riguarda l'inflazione negli Stati Uniti che negli ultimi dati é leggermente risalita. Il trend ribassista a medio/lungo termine é però evidente e indiscutibile. Ad un certo momento l'inflazione diminuirà e i tassi d'interesse scenderanno permettendo al rialzo dei mercati azionari di riprendere forza ed accellerare. Tecnicamente questa breve e modesta correzione a Wall Street sembra vicina alla fine. In Europa l'inflazione non sembra più essere un problema e gli indici azionari continuano lentamente a salire - malgrado che molti analisti parlano incessantemente della crisi in Germania, il DAX fà registare ad intervalli regolari dei nuovi massimi storici.
Noi restiamo decisamente positivi e come sapete siamo pienamente investiti, nei limiti imposti dai profili d'investimento, in azioni ed obbligazioni di lunga scadenza. Siamo rialzisti sui metalli preziosi e sui metalli in generale. L'oro ha toccato alcuni giorni fà un nuovo massimo storico a 2195 USD - venerdì é sceso a 2156 USD - pensiamo che si tratti unicamente di un breve ritracciamento / consolidamento e prevediamo nel corso dell'anno prezzi decisamente più alti. Il testimone é stato ripreso questa settimana dall'argento - dai 24.54 USD di una settimana fà il prezzo (future di maggio) é salito venerdì fino a 25.66 USD per chiudere infine a 25.41 USD - vi invitiamo a rileggere il commento di sabato/domenica scorsa - il nostro obiettivo per quest'anno é a 30 USD.
Ricordiamo che il nostro obiettivo di riferimento per i mercati azionari sono i 6000 punti di S&P500 (-0.65% a 5117.09 punti). Dai livelli attuali prevediamo quindi che l'S&P500 possa guadagnare ancora un +17% prima che questa fase di rialzo termini nell'euforia generale con un'accelerazione di tipo esaustivo. L'Europa dovrebbe seguire l'esempio dell'America.
Durante il rialzo ci saranno delle brevi correzioni che serviranno ad assorbire gli accessi e ristabilire uno sano scetticismo. Le correzioni coincideranno con rotazioni tra settori che potrannno essere utilizzate dai traders. Nelle scorse due settimane hanno corretto i magnifici 7, i semiconduttori e la tecnologia in generale mentre si é comportato molto bene il settore finanziario. Sembra giunto il momento di prendere dei guadagni sui titoli bancari ed assicurativi. Restiamo decisamente positivi per le PMI - pensiamo che questo sarà il prossimo segmento di mercato a "decollare" e consigliamo di comperare un ETF sul Russell2000.

Le performance settimanali degli indici azionari sono state le seguenti:
Eurostoxx50             +0.56% a 4986 punti
SX7E (banche)          +3.62% a 132.04 punti
DAX                         +0.61% a 17936 punti
SMI                          +0.25% a 11676 punti
FTSE MIB                  +1.61% a 33940 punti
S&P500                     -0.13% a 5117.09 punti
Nasdaq100                -1.16% a 17808 punti

Venerdì sono scaduti i derivati di marzo. È stata una grande scadenza trimestrale che statisticamente spesso coincideva con dei massimi o minimi dei mercati azionari. La valenza tecnica di questo appuntamento é però gradualmente diminuita negli ultimi anni con l'insorgere delle 0DTE (0 Days to Expiry Options). Queste opzioni a scadenza giornaliera costituiscono ormai il 45% del mercato e quindi le scadenze trimestrali sono importanti per i futures ma non più per le opzioni. La giornata é stata relativamente tranquilla e solo l'alto volume (volume relativo a 2.0) di titoli trattati mostra che é stata una seduta insolita.
L'S&P500 ha aperto a 5124 punti, é salito a zigzag sul massimo a 5136 ed é sceso sul minimo a 5104 a metà giornata. Poi c'é stato un lento ed incerto recupero fino ai 5124 punti e una chiusura a 5117.09 punti (-0.65%). Questa chiusura in mezzo al range e con una perdita di 33 punti non ha una grande significato - dal massimo storico a 5189 punti di inizio marzo l'indice ha perso in questa fase meno del 2%. L'ipercomperato a corto termine é stato riassorbito e il consolidamento potrebbe finire qui. Al massimo l'S&P500 potrebbe ancora scendere qualche giorno fino ai 5060 punti prima di ripartire al rialzo.
La seduta al NYSE é stata di poco negativa con A/D a 4424 su 4621, NH/NL a 408 su 877. La volatilità VIX é ferma a 14.41 (+0.01), il CBOE Equity put/call ratio é nella media a 0.61 mentre il Fear&Greed Index a 70 (-3) mentra ancora ottimismo.
La tendenza di fondo resta al rialzo con il 59.6% dei titoli sopra la SMA a 50 giorni ed il Bullish Percent Index sul NYSE a 62.18. I Summation Index sono in leggero calo.
Nel complesso il quadro tecnico non é entusiasmante. È però indiscutibile che gli indici salgono regolarmente malgrado la modesta partecipazione e i grafici mostrano un costante e regolare rialzo. Questo movimento si sta sviluppando malgrado che finora i tassi d'interesse, sia di riferimento che di mercato, non sono ancora scesi. Il reddito dell'US Treasury Bond decennale resta sopra il 4% (4.31%) mentre quello del Bund tedesco decennale é stabile al 2.4320%. Manca quindi ancora la spinta fornita abitualmente dal calo del costo del denaro. Le Banche Centrali prevedono nel prossimo futuro di abbassare i tassi d'interesse che attualmente sono superiori all'inflazione -  il calo non é messo in discussione - si tratta unicamente di decidere il momento giusto. Questo significa che il rialzo delle borse non é a rischio - il problema é unicamente quello di capire quando avverrà l'accelerazione. A questo ritmo il rialzo potrebbe esaurirsi unicamente in autunno.
Restiamo investiti, siamo fiduciosi ed aspettiamo con calma.

Commento del 9-10 marzo

Calano i tassi d'interesse e l'USD si indebolisce - il rialzo delle borse continuerà e dovrebbe accelerare

Riassunto: Le borse non correggono malgrado che l'analisi tecnica segnali una situazione di ipercomperato ed eccesso di rialzo a corto e medio termine. Questo fatto non ci sorprende. Da parecchi mesi i mercati azionari sono orientati al rialzo e il trend é solido e sostenibile. Inizialmente noi avevamo come obiettivo di riferimento un nuovo record storico dell'S&P500 a 5000 punti. il 20 gennaio, quando questo indice si trovava a 4830 punti, abbiamo alzato il target a 6000 punti. Il motivo é chiaro ed evidente. Il rialzo é alimentato da una combinazione di fattori positivi. La crescita economica in America é ancora robusta mentre l'inflazione é in calo. Questo dovrebbe permettere alle Banche Centrali nel corso di quest'anno di tornare ad una politica monetaria espansiva. I tassi d'interesse in calo sostengono la crescita economica, danno una spinta agli utili degli imprese e permettono un'espansione dei rapporti P/E e di conseguenza danno nel complesso una forte spinta di rialzo ai prezzi delle azioni. Gli investitori conoscono bene questi meccanismi e stanno comperando azioni tentando di anticipare questo sviluppo positivo. Praticamente il rialzo in molti settori é ancora agli inizi e la partecipazione nei prossimi mesi dovrebbe migliorare. Il rialzo dovrebbe finire nell'euforia mentre adesso c'é ancora parecchio scetticismo. Molti analisti tecnici tentano da settimane di prevedere una correzione delle borse e molti analisti fondamentali ripetono costantemente l'avvertimento che le azioni sono sopravvalutate. Tutti hanno ragione ma non si rendono conto che in questa fase queste regole non contano. La spinta di rialzo é talmente possente che l'ipercomperato e gli eccessi a breve non scatenano delle correzioni ma solo dei brevi ritracciamenti come quello di venerdì (S&P500 -0.65%, Nasdaq100 -1.53%). Questo rialzo terminerà unicamente con un'accelerazione finale di tipo esaustivo e nell'euforia generale. Siamo ben lontanoi da questa situazione e quindi é molto probabile che il rialzo prosegua ancora per mesi.
I tassi d'interesse sono scesi ancora di poco (reddito dell'USTBond decennale a 4.09%, reddito del Bund decennale a 2.27%) mentre l'USD ha ceduto solamente qualche punto (EUR/USD a 1.0938, USD Index a 102.71). Su questi due fronti il movimento che noi ci aspettiamo é appena agli inizi. Noi crediamo che nei prossimi mesi il reddito dell'USTBond decennale debba cadere intorno al 3% mentre l'USD potrebbe perdere dal livello attuale un -10% riguardi di EUR,CHF, YEN e GBP. Per quel che riguarda gli indicatori di sentiment lasciamo da parte il Fear&Greed Index che ormai é da settimane nel campo dell'ottimismo (71 punti) senza che ci siano conseguenze negative per il mercato azionario americano. Come punto di riferimento abbiamo la volatilità VIX (14.74 punti) che secondo noi dovrebbe scendere sui 10 punti quando il rialzo si avvicinerà al top.
Per ora tutto sembra confermare che il rialzo é solido e sostenibile e dovrebbe proseguire ancora per mesi. Siamo e restiamo pienamente investiti in azioni e in obbligazioni a lunga scadenza (da 10 a 30 anni).
Come sapete siamo da mesi positivi sui metalli preziosi. L'oro da inizio marzo si é impennato sia in USD che in EUR e ha raggiunto venerdì un nuovo record storico a 2185 USD/oncia. Siamo convinti che anche questo movimento é appena agli inizi e che esiste un ampio potenziale di rialzo. In questo momento siamo particolarmente ottimisti per l'argento che sembra uscire da un lungo consolidamento. Nell'ultimo mese il prezzo é salito dal solido supporto a 22 USD/oncia fino agli attuali 24.54 USD (future di maggio). Il nostro target per quest'anno é a 30 USD. Un'importante resistenza a 26 USD potrebbe provocare una correzione intermedia ma questa volta siamo convinti che l'argento dovrebbe riuscire a sfondare al rialzo dopo i due falliti tentativi ad aprile/maggio e dicembre dell'anno scorso.

Le performance settimanali degli indici azionari sono state le seguenti:
Eurostoxx50             +1.37% a 4961 punti
SX7E (banche)          +2.93% a 127.42 punti
DAX                         +0.43% a 17814 punti
SMI                          +1.33% a 11647 punti
FTSE MIB                  +1.43% a 33403 punti
S&P500                     -0.26% a 5123.69 punti
Nasdaq100                -1.55% a 18018 punti

Venerdì molti hanno notato il reversal su NVidia, il leader incontestato del momento. L'azione, che a inizio anno valeva ancora circa 480 USD, é schizzata venerdì su un nuovo massimo storico a 974 USD per poi cadere di quasi 110 USD e chiudere a 875.28 USD (-5.55%). La lunga candela rossa sul grafico puzza di esaurimento di trend (almeno momentaneo) e ha indotto parecchi analisti a prevedere l'inizio di una correzione generale della borsa americana. In effetti il reversal di NVidia ha avuto effetti negativi sugli indici settoriali (Semiconduttori / SOX -4.03%) e sul Nasdaq100 stesso (-1.53% a 18018 punti). Ormai però questo mercato azionario non é più dipendente dai magnifici 7 - nelle scorsa settimane il rialzo é diventato più ampio e gode adesso di buona partecipazione. Non solo la tecnologia é salita da inizio anno ma affiorano buone performance in altri settori come Financials, Health Care, Basic Materials o Industrials. La borsa americana sta assorbendo senza contraccolpi la debolezza di Apple (negli ultimi tre mesi il titolo é sceso da 200 USD agli attuali 170 USD). Noi siamo convinti che l'attuale pausa dell'S&P500 sui 5100 punti é unicamente un consolidamento prima della prossima spinta di rialzo. La liquidità sta cercando altri obiettivi d'investimento mentre ci sono prese di beneficio sui titoli che da inizio anno hanno già corso molto se non troppo.
Venerdì l'S&P500 ha aperto in guadagno a 5168 punti. Dopo un breve ritracciamento a 5164 l'indice é salito verso le 16.00 sul massimo a 5189 punti. Poi c'é stata una lunga discesa fino alle 19.30 quando l'indice ha toccato il minimo a 5117 punti. Dopo un rimbalzo a 5150 punti l'indice ha chiuso a 5123.69 punti (-0.65%). La seduta al NYSE é stata negativa con A/D a 4229 su 4857, NH/NL a 899 su 324 e volume relativo a 1.0. La volatilità VIX é salita a 14.74 (+0.30), il CBOE Equity put/call ratio era piuttosto basso a 0.56 mentre il Fear&Greed Index é scivolato a 71 punti (-4 punti). Notiamo la forza relativa dell'indice Russell2000 (-0.10% a 2082 punti) che questa settimana ha avuto una performance del +0.30%.

Le borse europee si comportano meglio di quanto ci eravamo aspettati. È possibile che la BCE abbassi i tassi d'interesse di riferimento prima della FED americana. Sembra che l'inflazione in Europa scenda più velocemente del previsto. In America invece l'inflazione persiste e tutti attendono con timore la pubblicazione dell'indice sui prezzi ai consumi in America a febbraio previsto martedì alle 13.30. Attenzione che l'America questo fine settimana passa all'orario estivo. Di conseguenza la differenza tra noi e New York scende a 5 ore - la borsa americana aprirà alle nostre 14.30 invece che le abituali 15.30.

In generale restiamo decisamente positivi. Siamo convinti che il rialzo delle borse debba continuare ancora per mesi con buone prospettive di consistenti guadagni. Siamo long azioni, bonds e metalli preziosi. Al momento non vediamo rischi profilarsi all'orizzonte.

Breve commento del 02-03 marzo

Nuovo massimo storico dell'S&P500 - il rialzo prosegue in maniera costante e regolare in attesa di una accelerazione

Sono stato tre settimane in vacanza in Cambogia e Laos.
Ho seguito da lontano lo sviluppo dei mercati finanziari. Ho notato che non ci sono state sorprese e il rialzo sta proseguendo in maniera regolare e secondo le previsioni. Le borse hanno ancora guadagnato terreno. In Europa gli indici azionari sono saliti intorno al +4%, in America l'S&P500 ha toccato un nuovo record storico a 5140 punti con una performance dall'11 febbraio del +2.20%. Malgrado ipercomperato ed eccesso di rialzo non si verificano delle correzioni - gli indicatori di sentiment mostrano ancora ottimismo a corto termine (Fear&Greed Index a 79 punti) mentre tra gli investitori noto ancora parecchio scetticismo.
Rispetto alla situazione del 10-11 febbraio non ci sono cambiamenti di rilievo - la tendenza di fondo dei mercati azionari di America, Europa e Giappone resta saldamente al rialzo (91.6% dei titoli USA sopra la SMA a 50 giorni, Bullish Percent Index sul NYSE a 60.99 punti).

I tassi d'interesse (reddito dell'USTBond decennale a 4.19%, reddito del Bund tedesco decennale a 2.4130%) sono rimasti stabili - il cambio EUR/USD (1.0837) non é mosso di molto. Restiamo in attesa di un cambiamento su questo fronte. Ad un certo momento i tassi d'interesse scenderanno e l'USD si indebolirà (USD Index a 103.82) - a quel punto il trend rialzista subirà un'accelerazione e si esaurirà su un massimo di lungo periodo che al momento stimiamo possa essere sui 6000 punti di S&P500.
Per ora non abbiamo niente da aggiungere - le nostre previsioni a medio termine non cambiano. La rotta resta quella che continuiamo a descrivere da parecchi mesi. Non vediamo nulla orizzonte che possa far fallire questo rialzo e restiamo pienamente investiti in azioni, obbligazioni di lungo termine e metalli preziosi. Assicuriamo l'USD su EUR e CHF. Delle correzioni minori di un -2%/-3% sono sempre possibili ma non devono impensierire gli investitori. Chi volesse ancora comperare azioni deve cercare dei settori ancora sottovalutati e che finora sono stati trascurati - vediamo ancora ampie possibilità tra le PMI (Russelll2000) e tra le società che agiscono nell'estrazione e commercio delle materie prime.

Le performance settimanali degli indici azionari sono state le seguenti:
Eurostoxx50             +0.44% a 4715 punti
SX7E (banche)          +0.48% a 123.79 punti
DAX                         +1.81% a 17735 punti
SMI                          -0.02% a 11493 punti
FTSE MIB                  +0.71% a 32934 punti
S&P500                     +0.95% a 5137.08 punti
Nasdaq100                +2.03% a 18302 punti

Breve commento del 10-11 febbraio

L'S&P500 raggiunge il primo l'obiettivo a 5000 punti - lo scetticismo alimenta il rialzo

Gli indici azionari continuano a salire malgrado che a livello macroeconomico non ci siano novità di rilievo. I tassi d'interesse sono stabili (reddito dell'USTBond decennale a 4.17%) e i cambi sulle divise non si muovono. La crisi economica cinese non sembra contagiare le economie occidentali e la diminuzione del traffico navale nel canale di Suez dovuta agli attacchi degli Huthi non influenza in maniera determinente il trasporto delle merci in direzione di America ed Europa.
Insomma - la narrativa non cambia. L'inflazione é sotto controllo e il prossimo passo sarà un calo dei tassi d'interessi di riferimento e di mercato. Poiché questo sviluppo nel passato ha sempre avuto risvolti positivi sui mercati finanziari la liquidità scorre in direzione dei mercati azionari e le borse mondiali stanno lievitando. Il movimento é iniziato alle fine di ottobre dell'anno scorso e sembra poter proseguire ancora per mesi.
L'S&P500 ha fatto segnare un nuovo record storico a 5030 punti - i 5000 punti erano il nostro obiettivo iniziale é stato raggiunto. Il 20 gennaio di quest'anno abbiamo alzato questo obiettivo a 6000 punti. La ragione é semplice. Lo scenario che avevamo previsto si sta lentamente realizzando ma mancano ancora parecchi capitoli al suo completamento. Il trend delle borse é al rialzo in maniera solida e sostenibile. Non osserviamo ancora della pericolosa euforia e in particolare il mercato sale ancora a piccoli passi regolari senza accelerare. Il grafico ci fornisce un'obiettivo teorico a 6000 punti e per ora non abbiamo un metodo migliore per fissare un obiettivo differente. Le borse europee seguono malgrado alcune sfumature. La recessione in Germania sta frenando il DAX e i risultati trimestrali non entusiasmanti dei colossi svizzeri Nestlé, Roche e Novartis provocano una sottoperformance dell'SMI. Questi sono però solo dei dettagli in un contesto ideale per i mercati finanziari. L'unico investimento da evitare é la liquidità.
Restiamo pienamente investiti in azioni specialmente sulla borsa americana - in Europa favoriamo le PMI. Abbiamo inoltre obbligazioni a lunga scadenza e metalli preziosi. Non temiamo eventuali correzioni che il questa fase dovrebbero essere modeste e di breve durata.

Le performance settimanali degli indici azionari sono state le seguenti:
Eurostoxx50             +1.30% a 4715 punti
SX7E (banche)          -1.76% a 117.24 punti
DAX                         +0.05% a 16926 punti
SMI                          -1.32% a 11091 punti
FTSE MIB                  +1.43% a 31156 punti
S&P500                     +1.37% a 5026.61 punti
Nasdaq100                +1.81% a 17962 punti

Poco da dire sulla seduta di venerdì. L'S&P500 ha aperto in gap up a 5005 punti, ha raggiunto su un nuovo massimo storico a 5030 punti e ha chiuso a 5026.61 punti (+0.57%) con un guadagno di 28 punti. La partecipazione sta migliorando - il Russell2000 ha guadagnato il +1.53% salendo a 2010 punti, ha passato la barriera psicologica dei 2000 punti e la performance settimanale é stata del +2.41% superando anche il Nasdaq100 (+1.81%). Il raggiungimento e superamento della barriera dei 5000 punti sull'S&P500 provocherà un certo clamore e desterà l'attenzione dei media. È probabile che questo invogli parecchi investitori a saltare sul carro in corsa malgrado che il mercato resta ipercomperato e in eccesso di rialzo. Il Fear&Greed Index a 78 punti (+2) mostra una certa euforia a corto termine ma la grande massa degli investitori resta scettica e sottoinvestita. C'é ancora parecchia liquidità per alimentare questo strano rialzo che può solo terminare con un'accelerazione finale di tipo esaustivo.
Il Fear&Greed Index (78 punti) e il CBOE Equity put/call ratio (0.48) al momento non forniscono segnali affidabili poiché il trend é forte e sostenibile. Consigliamo di tenere d'occhio la volatilità VIX (12.93 punti) per sapere quando il mercato potrebbe essere vicino al top. Quando tutti saranno convinti che il mercato conosce solo una direzione e tutti saranno investiti questo indicatore dovrebbe trovarsi sui 10 punti.

Il prossimo commento verrà pubblicato domenica 3 marzo.


Commento del 3-4 febbraio

La tendenza resta saldamente al rialzo ma ci vuole tempo e pazienza fino all'accelerazione

Riassunto: Malgrado le giustificate critiche riguardanti la scarsa partecipazione al rialzo (venerdì A/D a 3407 su 5757) i maggiori indici azionari americani passano da un record al successivo. Venerdì l'S&P500 (+1.07% a 4958.61 punti, massimo giornaliero a 4975 punti) e il Nasdaq100 (+1.72% a 17642 punti, massimo giornaliero a 17682 punti) hanno raggiunto un nuovo massimo storico. Chi ci legge da anni conosce il nostro commento in queste occasioni: "un nuovo massimo é un segnale indiscutibile e inequivocabile che il trend é al rialzo". Tutti quelli che sono negativi e fanno osservare che il rialzo é trascinato solo da una decina di titoli nel campo della tecnologia (venerdì Meta +20.32%, Amazon +7.87%, NVidia +4.87%), che i Summation Index sono in calo e che più del 50% dei titoli dell'S&P500 da inizio anno sono in perdita (!) hanno ragione - d'altra parte chi é investito in un ETF sull'S&P500 o sul Nasdaq100 sta guadagnando e non gli importa molto perché l'indice sale. Noi da più di un anno stiamo inseguendo l'obiettivo a 5000 punti di S&P500 o ormai la nostra previsione si sta avverando. Manca ancora un +1% mentre il trend é saldamente al rialzo (60.4% dei titoli sopra la SMA a 50 giorni e Bullish Percent Index sul NYSE a 58.18). Come anticipato il mercato azionario americano non riesce più a correggere malgrado che regolarmente si presentano delle situazioni, a corto o medio termine, di eccesso di rialzo e di ipercomperato. Noi avevamo previsto adesso un breve ritracciamento fino ai 4800-4820 punti - il massimo che il mercato é riuscito a fare é stata una caduta mercoledì fino a 4845 punti (-1.61%). I ribassisti pensavano già di poter prendere l'iniziativa ma invece giovedì (+1.25%) e venerdì (+1.07%) il contrattacco dei rialzisti é sfociato su un nuovo record storico. A nulla servono dati economici in teoria negativi per la borsa. I dati che segnalano recessione sono interpretati in maniera positiva poiché i tassi d'interesse scendono - i dati che mostrano invece che il mercato del lavoro é in buona salute inducono a credere che l'economia si salverà in un soft landing. È evidente che ogni scusa é buona per comperare azioni. Bisogna però seguire le tendenze di fondo e non farsi influenzare da dati economici fuori dal coro e in particolare da quelli che si riferiscono al passato. Lo scenario da seguire per il futuro é quelle che descriviamo da mesi e si sta lentamente delineando. L'inflazione é in calo e questo permetterà una discesa dei tassi d'interesse di mercato e di riferimento. Molti investitori sanno che questo scenario é bullish per le azioni e quindi stanno comperando ed alzano nuovamente le percentuali di azioni nei portafogli. L'unico aspetto che si differenzia da quanto prevediamo noi da parecchi mesi é la velocità del movimento. Su parecchi fronti é ancora successo poco o nulla. In particolare i tassi d'interesse non scendono in maniera sostanziale - il reddito dell'US Treasury Bond decennale oscilla ancora intorno al 4% (4.03%, +0.16%). Anche l'USD non perde di valore - l'USD Index (103.84, +0.84%) continua la sua oscillazione nel range 100-104 e non sembra a breve voler rompere il supporto a 100. Di conseguenza i prezzi dei metalli preziosi non decollano - l'oro (2039 USD/oncia) ha guadagnato questa settimana una ventina di USD ma questo non corrisponde al rialzo che ci aspettiamo noi.
Insomma - le borse restano impostate decisamente al rialzo ma l'accelerazione fatica a concretizzarsi. Da una parte questo ha risvolti positivi poiché molti investitori restano scettici e non appare quella pericolosa euforia che potrebbe farci temere un'esaurimento del trend. D'altra parte questo avanzare a piccoli passi significa che la fase finale, vale a dire l'accelerazione di tipo esaustivo, non é imminente. A questo ritmo pensiamo che il top potrebbe essere raggiunto solo verso metà anno se non in autunno. Poco male - per ora il trend rialzista é solido e indiscutibile - bisogna solo avere pazienza e restare investiti. Nel futuro il rialzo dovrebbe coinvolgere anche i settori finora relativamente deboli e in particolare il settore delle piccole e medie imprese (Russell2000 -0.59% a 1962 punti, performance settimanale -0.59%) che finora é in affanno.
Questa settimana le borse europee hanno fatto una pausa vittime della concentrazione del rialzo in alcuni settori come tecnologia, consumi o industria.  Restiamo però dell'opinione che l'Europa dovrebbe seguire l'America e non bisogna farsi impressionare dalle rotazioni settoriali o di paese. L'unico mercato azionario da evitare é quello cinese. Non abbiamo che segnali negativi sia dall'economia che dall'analisi tecnica.

Le performance settimanali degli indici azionari sono state le seguenti:
Eurostoxx50             +0.42% a 4654 punti
SX7E (banche)          +0.44% a 119.34 punti
DAX                         -0.25% a 16918 punti
SMI                          -1.32% a 11239 punti
FTSE MIB                  +1.11% a 30718 punti
S&P500                     +1.38% a 4958.61 punti
Nasdaq100                +1.26% a 17642 punti

La seduta di venerdì é un caso per un manuale di analisi tecnica - raramente si osserva una seduta con un netto guadagno di S&P500 (+1.07%), Nasdaq100 (+1.72%), DJI (+0.35% e DJT (+0.99%) e contemporaneamente dati sulla partecipazione così negativi (A/D a 3407 su 5757 e NH/NL a 445 su 618). Questo si spiega in parte con il calo del Russelll2000 (-0.59%) - resta il fatto che assistiamo ad un mercato diviso in due dove hanno prevalso le vendite.
L'S&P500 ha aperto in gap up a 4912 punti. È salito fino ai 4960 punti - ha metà seduta ha ritracciato fino ai 4940 punti per poi ripartire al rialzo e raggiungere verso le 21.30 il nuovo massimo storico a 4975 punti. Sul finale l'indice é ricaduto a 4958.61 punti (+1.07%). La volatilità VIX é stabile a 13.85 punti (-0.03), il CBOE Equity put/call ratio é neutro a 0.62 mentre il Fear&Greed Index é scivolato a 67 punti (-3). L'analisi tecnica fornisce buoni argomenti sia ai rialzisti che ai ribassisti - il trend é però indiscutibilmente al rialzo e senza prova contraria una continuazione di questo movimento é la variante nettamente più probabile.
Notiamo che l'Eurostoxx50, dopo il +4.19% di settimana scorsa, é ancora riuscito a salire questa settimana del +0.42%. Sempre più analisti notano il fatto che a livello fondamentale le azioni europee sono più a buon mercato di quelle americane. Malgrado i segnali di recessione in Germania, sono da favorire i settori ciclici e gli indici delle piccole e medie imprese come il MDAX.
 
Annuncio: Il 10-11 febbraio pubblicherò unicamente un breve aggiornamento. Sarò poi assente fino a sabato 2 marzo.

 
Commento del 27-28 gennaio

Mercati azionari in ebollizione - nuovo massimo storico dell'S&P500 a 4906 punti

Riassunto: Il trend rialzista continua a dominare. Una sana rotazione tra settori e mercati permette agli indici azionari americani ed europei di salire in maniera regolare e sostenibile. Questa settimana il testimone é passato all'Eurostoxx50 che ha messo a segno una performance del +4.19%. La tecnologia invece ha fatto una pausa - in America i titoli a grande capitalizzazione hanno lasciato spazio alle PMI rappresentate dal Russell2000 (+1.75%). Gli analisti tecnici continuano a mettere in dubbio il rialzo puntando il dito su una o l'altra debolezza. In effetti la partecipazione resta debole come mostrano i Summation Index - quello sul NYSE si é a malapena stabilizzato mentre quello sul Nasdaq continua a scivolare verso il basso. Venerdì l'S&P500 ha toccato un nuovo record storico a 4906 punti mentre sul NYSE ci sono stati solo 533 titoli che hanno fatto registrare un nuovo massimo a 30 giorni. È difficile scegliere i titoli "giusti" come mostra l'esempio di Intel - l'azione venerdì ha perso il -11.91% mentre l'indice settoriale (semiconduttori) ha toccato giovedì un nuovo record storico. Poiché i movimenti sui singoli titoli sono violenti e spesso non si riesce ad individuare quelli "giusti", per evitare errori  é meglio giocare questo rialzo investendo sugli indici con ETF o futures. Un'altro aspetto tecnico che suggerisce prudenza é il sentiment - gli indicatori tradizionali raccolti nel Fear&Greed Index (77 punti) veleggiano costantemente tra l'ottimismo e l'euforia. Questo eccesso però non provoca reazioni negative e le borse non correggono.
Riteniamo che questo bull market secolare si trovi nella fase finale - questo significa che per i prossimi mesi non ci saranno più correzioni significative (vale a dire superiori al -5%) e il trend si esaurirà con una accelerazione di tipo esaustivo e con euforia tra gli investitori. Non osserviamo per ora questi due fattori e quindi riteniamo che il rialzo ha ancora parecchia strada da fare. L'accelerazione dovrebbe verificarsi quando i tassi d'interesse di mercato cominceranno a scendere e l'USD si indebolirà. Per ora il reddito dell'USTBond decennale resta sopra il 4% (4.15%) e l'USD Index (103.26) non cade sotto i 100 punti.
Nel complesso il rialzo si sviluppa finora come atteso e vi ricordiamo che settimana scorsa abbiamo alzato l'obiettivo indicativo di riferimento a 6000 punti di S&P500 - a partire dagli attuali 4890.97 punti c'é quindi ancora quest'anno un potenziale di rialzo di un +20%/22%. Non possiamo che ripetere il nostro consiglio di restare pienamente investiti in azioni e in obbligazioni di ottima qualità e di lunga scadenza. Raramente si presenta un'occasione simile.
Sugli altri mercati finanziari regna invece la calma - i tassi d'interesse di mercato sono relativamente stabili - i cambi tra le divise, malgrado fiammate di breve durata in una o nell'altra direzione, non si muovono e anche metalli e materie prime sembrano semplicemente consolidare. Notizie negative sul fronte politico o economico non sembrano in grado di far deragliare il rialzo delle borse che viene alimentato dalla liquidità e dal sottoinvestimento in azioni di molti investitori istituzionali. A tutte le presentazioni finanziarie di banche e brokers alle quale partecipiamo prevale un cauto ottimismo - nei profili di investimento però nessuno istituto é pienamente investito e molti scelgono titoli difensivi mettendo in risalto il fatto che le borse sembrano pericolosamente scollarsi dalla realtà economica. Siamo convinti che l'afflusso di liquidità viene fortemente sottovalutato e molti saranno costretti nei prossimi mesi ad inseguire il mercato. D'altra parte concordiamo sul fatto che al momento é difficile spiegare sulla base dei fondamentali le alte valutazioni della azioni. Il trend é però indiscutibile - assistiamo ad un tipico rally speculativo con un'espansione dei rapporti prezzo/utili provocata dalle attese future di un netto calo dei tassi d'interesse di riferimento e di mercato. La conseguenza é che al top seguirà probabilmente una rovinosa caduta. Prima però godiamoci la parte finale della festa.

Le performance settimanali degli indici azionari sono state le seguenti:
Eurostoxx50             +4.19% a 4635 punti
SX7E (banche)          +1.68% a 119.87 punti
DAX                         +2.45% a 16961 punti
SMI                          +2.15% a 11390 punti
FTSE MIB                  +0.32% a 30379 punti
S&P500                     +1.06% a 4890.97 punti
Nasdaq100                +0.61% a 17421 punti

In questa settimana i mercati azionari erano ancora in ebollizione. Gli investitori hanno ignorato le notizie negative e onorato quelle positive. Gli investitori sembrano alla disperata ricerca di obiettivi d'investimento a buon prezzo. Le azioni di società che segnalano un marginale miglioramento della situazione (ordini, cifra d'affari o utili) vengono subito istericamente comperate (per esempio venerdì Lonza +14.37%). D'altra parte la punizione é pesante quando l'azione é salita a dismisura e gli utili della società deludono (per esempio venerdì Intel -11.91%). Nel complesso però gli investitori sono benevoli e le notizie vengono tendenzialmente interpretate in maniera positiva. Risultati in linea con le stime degli analisti non scatenano prese di beneficio ma piuttosto provocano ulteriori acquisti. 
Una settimana fà con l'S&P500 a 4840 punti avevamo previsto sullo slancio una salita di ancora "qualche giorno" e poi una breve correzione fino a ritestare il nuovo supporto a 4800-4820 punti. In linea di massima questo resta il nostro scenario per i prossimi giorni. Venerdì l'S&P500 si é fermato - é oscillato in soli 25 punti, ha toccato un nuovo massimo storico a 4906 punti e ha chiuso a 4890.97 punti (-0.07%) con una leggera perdita di 3 punti. A livello tecnico non abbiamo nulla di particolare da segnalare. Il trend di base resta saldamente al rialzo (67.8% dei titoli sopra la SMA a 50 giorni, Bullish Percent Index sul NYSE a 60.35 punti). A breve osserviamo la solita situazione di eccesso di rialzo e di ipercomperato che dovrebbe sfociare in un ritracciamento (ca. -2%) e in un breve consolidamento.

Commento del 20-21 gennaio

Nuovo massimo storico dell'S&P500 e tutti si lamentano - alziamo il target a 6000 punti (?!)

Riassunto: Da mesi siamo positivi per i mercati azionari e in particolare per la borsa americana. Siamo pienamente investiti in azioni e abbiamo come obiettivo primario un nuovo record storico dell'S&P500 a 5000 punti. Venerdì l'S&P500 ha toccato un nuovo massimo storico a 4842 punti e ha chiuso a 4839.81 punti (+1.23%) - la nostra previsione di base si sta realizzando. Per il resto questa settimana le borse non hanno offerto nulla di nuovo. S&P500 e Nasdaq/Nasdaq100 sono saliti malgrado che sul fronte dei tassi d'interesse e dei cambi non ci siano stati cambiamenti di rilievo.
Molti analisti e investitori si lamentano malgrado la straordinaria performance dei maggiori indici azionari americani. Molto probabilmente perché la partecipazione é ancora scarsa (venerdì NH/NL al NYSE a 400 su 979) e quindi pochi hanno i titoli "giusti" - la maggior parte della azioni é ancora lontana dai massimi storici. Questo effetto viene confermato dai Summation Index su NYSE e Nasdaq che sono ancora in calo - questo significa che nelle ultime settimane la maggior parte delle azioni ha perso terreno mentre poche azioni di società ad alta capitalizzazione trascinano gli indici al rialzo. Abbiamo già discusso questo effetto una settimana fà dicendo che questo fattore non ci preoccupa. Probabilmente nei prossimi mesi la partecipazione aumenterà e il rialzo si farà generalizzato. Lo scetticismo degli analisti tecnici e le lamentele degli investitori hanno conseguenze sul sentiment che di fondo resta improntato allo scetticismo. Negli indicatori di corto termine (Fear&Greed Index a 72 punti, +6) appare ottimismo ma questo interessa i traders e non rispecchia il posizionamento della maggior parte degli investitori. In pratica- come osserviamo da settimane - gli indici possono continuare a salire mentre gli indicatori di sentiment mostrano continuamente ottimismo senza che si diffonda una pericolosa euforia. La volatilità VIX (13.30 punti, -0.85) p.e. oscilla costantemente sui 12-14 punti senza scendere sui 10 punti - i 10 punti segnalerebbero un eccesso di ottimismo e costituiscono il nostro obiettivo finale che dovrebbe essere raggiunto alla fine del bull market.
A questo punto, come anticipato più volte in precedenti commenti, dobbiamo rivedere il nostro target per l'S&P500. All'obiettivo iniziale a 5000 punti di S&P500 mancano solo 160 punti o il +3.3%. Il trend rialzista é solido e sostenibile (65.3% dei titoli sopra la SMA a 50 giorni e Bullish Percent Index sul NYSE a 59.51 punti). Il consolidamento di inizio anno ha permesso di assorbire buona parte degli eccessi che si erano accumulati nel rialzo da fine attobre a fine 2023. È quindi molto probabile che questo bull market ha ancora parecchia strada da fare. Quanta? Sinceramente non lo sappiamo anche perché con un nuovo massimo storico non ci sono più valide resistenze e mancano punti di riferimento. Dobbiamo quindi provare ad indovinare per dare un valore indicativo. Secondo l'analisi grafica questa spinta di rialzo potrebbe portare l'S&P500 sui 6000 punti. Ci sembra un obiettivo molto ambizioso ma per il momento non abbiamo di meglio. Sapete che nella fase finale il rialzo avrà tendenza ad accelerare e quindi un +20% in 4-6 mesi sembra possibile. Inoltre i tassi d'interesse non sono ancora scesi e le Banche Centrali sembrano ancora reticenti a sostenere delle economie che sembrano passare dall'inflazione alla deflazione con conseguente recessione.
In ogni caso bisogna restare investiti e bisogna seguire il trend almeno fino a quando non appariranno evidenti segnali di pericolo. Gli eccessi che rischiano di provocare un'inversione di tendenza non verranno dall'ipercomperato o dal troppo rialzo ma piuttosto dall'euforia. Al momento tutti i nostri segnali tecnici danno ancora luce verde - la liquidità sta nuovamente affluendo in borsa e siano convinti che questo rialzo ha ancora parecchia strada davanti a sé. Vedremo se la spinta basterà effettivamente fino ai 6000 punti di S&P500. 
Per quel che riguarda le borse europee non abbiamo nulla da aggiungere a quanto scritto una settimana fà. L'Europa fatica a seguire l'America poiché i fondamentali sono peggiori. Gli indici saliranno a traino dell'America ma in termini nominali é molto probabile che, come nella settimana appena trasconrsa, Eurostoxx50, DAX e colleghi nel complesso avranno una sottoperformance. 

Le performance settimanali degli indici azionari sono state le seguenti:
Eurostoxx50             -0.72% a 4448 punti
SX7E (banche)          -0.81% a 117.88 punti
DAX                         -0.89% a 16555 punti
SMI                          -0.68% a 11150 punti
FTSE MIB                  -0.61% a 30283 punti
S&P500                     +1.17% a 4839.81 punti
Nasdaq100                +2.86% a 17314 punti

Sto partendo per il fine settimana e non ho il tempo per analizzare nel dettaglio la seduta di venerdì.
L'S&P500 (+1.23% a 4839.81 punti) ha aperto vicino al minimo giornaliero (4785) e ha chiuso vicino al massimo (4842) con un guadagno di 58 punti. Questo proprio quando nei social media si moltiplicavano le previsioni di una imminente profonda correzione. Pochi analisti pensavano che adesso l'S&P500 poteva superare di slancio la forte resistenza a 4800-4820 punti. Molti investitori nelle prossime settimane saranno obbligati a coprire posizioni short ed inseguire il mercato.
Probabilmente grazie al momentum la borsa americana salirà ancora qualche giorno - poi ci aspettiamo un ritracciamento ed un test dall'alto da parte dell'S&P500 del nuovo supporto a 4800-4820 punti. In seguito il rialzo riprenderà e in questa successiva fase dovrebbe partecipare anche il Russell2000 (+1.08%, performance settimanale -0.34%) permettendo un miglioramento dei dati tecnici sulla partecipazione.
Se c'é qualcuno che non ha seguito finora i nostri consigli e vuole ancora comperare azioni deve scegliere questo indice che raccoglie le PMI americane.

I metalli preziosi e in particolare l'argento (future a 2275) al momento deludono e non si muovono al rialzo come pensavamo. I fondamentali restano buoni e i grafici suggeriscono che si tratta unicamente di una fase di consolidamento. Probabilmente questa pausa é determinata dal rimbalzo dell'USD - il USD Index é risalito nell'ultimo mese da 100 a 103. Pensiamo che da questo livello debba partire una nuovo spinta di ribasso che dovrebbe far cadere l'indice decisamente sotto i 100 punti. In questo caso i prezzi dei metalli preziosi, grazie alla correlazione inversa con l'USD, dovrebbero decollare specialmente se anche i tassi d'interesse di mercato ricominceranno a scendere.

Commento del 13-14 gennaio

La correzione si rivela un semplice consolidamento ed é quasi finita - ci prepariamo a nuovi massimi storici sull'S&P500

Riassunto: All'inizio di gennaio, dopo il rally di fine anno iniziato a fine ottobre 2023, le borse erano ipercomperate e in eccesso di rialzo a medio termine. Gli indicatori di sentiment di corto termine mostrano parecchio ottimismo e l'S&P500 era arrivato sull'ovvia e evidente resistenza a 4800 punti. Doveva quindi esserci una correzione di medio termine. Avevamo subito detto che non ci aspettavamo nulla di serio - una discesa ordinata fino a circa 4600 punti di S&P500 fino alla ripresa del rialzo con un'accelerazione finale di tipo esaustivo con obiettivo minimo a 5000 punti. L'S&P500 é sceso solo fino a 4682 punti e poi é risalito. Chiude questa settimana a 4783.83 punti (+0.08%) con una performance settimanale del +1.84%. Malgrado il buon risultato la borsa americana sta ancora formalmente correggendo poiché i nuovi minimi sono aumentati mentre i nuovi massimi non si espandono. Nel sottofondo ci sono quindi delle vendite che non appaiono a livello di indici. Come in precedenti periodi durante l'anno scorso il rialzo di questa settimana si é concentrato su alcuni titoli ad alta capitalizzazione nel settore della tecnologia - questo spiega il buon comportamento del Nasdaq100 (+3.22) mentre il settore delle piccole e medie imprese rappresentato dai 2000 titoli del Russell2000 (performance settimanale del -0.01%) ha marciato sul posto. Insomma - poche azioni sono già ripartite al rialzo mentre il grosso del plotone ancora arranca e sta ancora facendo una pausa di consolidamento. È possibile che ci siano ancora alcuni giorni di borsa volatile con indici azionari ad oscillare sui valori attuali. La correzione si avvicina però alla fine e molto probabilmente abbiamo già visto i minimi. Il prossimo capitolo é un attacco del massimo storico dell'S&P500. Manca solo meno dell'1% a questo record (4818 punti del 4 gennaio 2022) e questo sviluppo l'avevamo già previsto un anno fà - non c'é quindi nulla di sorprendente.
Gli oscillatori hanno assorbito solo parte degli eccessi che si erano accumulati ad inizio mese ma questo non dovrebbe essere un problema. La tendenza di fondo resta solidamente al rialzo (73.9% dei titoli USA sopra la SMA a 50 giorni, Bullish Percent Index sul NYSE a 62.84) e i Summation Index, che a gennaio hanno cominciato a scendere, sembrano già decelerare ed avvicinarsi ad un minimo.
Ci sorprende quanti investitori cercano ancora di speculare al ribasso malgrado l'evidente forza del mercato. Questa settimana abbiamo notato alti valori di equity put/call ratio (me 1.55!, gio 0.80, ve 0.83) che rispecchiano le alte scommesse ribassiste dei traders. Lo stesso effetto appare nell'alto numero di calls sulla volatilità VIX (12.70 punti). Siamo convinti che appena l'S&P500 supererà il massimo storico molti speculatori dovranno gettare la spugna e coprire le posizioni short. Dovranno comperare e a loro si aggiugeranno tutti gli investitori istituzionali ancora sotto investiti e con portafogli posizionati in maniera difensiva in previsione di una recessione economica. Nei prossimi mesi il rialzo dovrebbe accelerare. Per questa ragione - lo ripetiamo - é possibile e probabile che il nostro obiettivo a 5000 punti S&P500 sia troppo conservatore e verrà ampiamente superato.
Se come pensiamo l'USD si indebolirà a causa della diminuzione del differenziale dei tassi d'interesse, é probabile che le borse europee debbano seguire l'America a distanza. Parte del distacco verrà compensato dal cambio sulle divise. In generale però sembra esserci maggiore potenziale di rialzo in America poiché i fondamentali sono migliori. Questo su numerosi fronti - stimolo fornito dalla spesa pubblica e dalla politica monetaria, redditività delle imprese.
Per ora il nostro scenario di base per i mercati finanziari si sta sviluppando come previsto - manca ora un evidente passaggio da un contesto inflattivo ad uno deflattivo con un netto ribasso dei tassi d'interesse di mercato. A marzo prevediamo la prima diminuzione dei tassi d'interesse di riferimento da parte delle Banche Centrali - ci aspettiamo questa mossa sia dalla FED americana che dalla BCE europea. Le borse dovrebbe muoversi al rialzo in anticipo e a marzo dovrebbero già essere nella fase di accelerazione.

Le performance settimanali degli indici azionari sono state le seguenti:
Eurostoxx50             +0.36% a 4480 punti
SX7E (banche)          -2.80% a 118.84 punti
DAX                         +0.66% a 16704 punti
SMI                          +0.36% a 11226 punti
FTSE MIB                  +0.10% a 30470 punti
S&P500                     +1.84% a 4783.83 punti
Nasdaq100                +3.22% a 16832 punti

È stata una settimana strana poiché molti si aspettavano una continuazione del calo iniziato a fine dicembre ma il mercato ha sempre avuto una scusa per fare altro. Lunedì (S&P500 +1.41%) c'é stato l'atteso rimbalzo tecnico. Martedì é seguita una pausa (-0.15%). Mercoledì ha prevalso l'ottimismo (+0.67%) in attesa dei dati sull'inflazione. Giovedì i dati sui prezzi al consumo erano misti e hanno provocato volatilità ma pochi movimenti significativi (-0.07%). Venerdì i dati sui prezzi alla produzione hanno segnato un calo superiore alle attese degli analisti e l'S&P500 ha terminato la settimana con un leggero guadagno (+0.08% a 4783.83 punti). L'indice é oscillato tra i 4769 ed i 4802 punti e la seduta é stata formalmente neutra (A/D a 4955 su 4087, NH/NL a 444 su 456, volume relativo a 1.0). Il Fear&Greed Index (71 punti) é rimasto tutta la settimana stabile intorno ai 72 punti. I dati sul sentiment sono contraddittori e in questa fase non sembrano fornire segnali affidabili - gli investitori sembrano ancora scettici, i traders tentano regolarmente operazioni short mentre il Fear&Greed Index segnala ottimismo. Noi non vediamo provenire da questo fronte nessuna forte ostacolo ad una prosecuzione del rialzo. La volatilità VIX (12.70), pur essendo bassa, può scendere verso i 10 punti e in generale l'ottimismo può (e deve) sfociare nell'euforia generale prima che le borse possano essere su un massimo definitivo e vengano a mancare i compratori.
Questa settimana non ci sono stati grandi cambiamenti a livello di tassi d'interesse (reddito dell'USTBond decennale a 3.96%) e divise (USD Index a 102.17, EUR/USD a 1.0950). La ripresa del rialzo generale delle borse deve coincidere con un indebolimento dell'USD e un calo dei tassi d'interesse di mercato. Vediamo cosa si muove prima....
Malgrado alcuni tentativi di rottura al ribasso l'argento difende con il future (23.36) il supporto a 23. Restiamo long.

Commento del 6-7 gennaio

Moderata correzione di medio termine prima dell'accelerazione finale

Riassunto: Una settimana fà avevamo previsto l'inizio di una correzione dei mercati azionari dopo che gli indici avevano raggiunto a fine anno una situazione di ipercomperato ed eccesso di rialzo a medio termine. Pensavamo che l'S&P500 (+0.18% a 4697.24 punti) potesse salire ancora sui 4850 punti (falsa rottura al rialzo) prima di cominciare a scendere in direzione dell'obiettivo della correzione a 4600 punti. Invece il massimo si é verificato il 28 dicembre sui 4800 punti (4812 punti in preborsa - 4793 punti durante la seduta) e il 2024 é subito cominciato con una serie di sedute negative. La situazione si é sviluppata come precedentemente descritto con un rimbalzo dei tassi d'interesse (il reddito dell'USTBond decennale é risalito a 4.05%, quello del Bund decennale a 2.174%) e un rafforzamento dell'USD (il cambio EUR/USD é sceso a 1.0942) con una reazione dell'USD Index (102.14) dal supporto a 100 punti.
Secondo gli oscillatori e gli indicatori di momentum e di partecipazione la correzione é circa a metà strada. Di conseguenza stimiamo che la correzione debba durare ancora da una a due settimane e che l'obiettivo a 4600 punti di S&P500 sia giusto. Per il momento gli indicatori di sentiment segnalano ancora troppo ottimismo (Fear&Greed Index a 74 punti) ma considerando che ci troviamo in una fase di solido rialzo (77.3% dei titoli sopra la SMA a 50 giorni, Bullish Percent Index sul NYSE a 63.16) crediamo che non ci sia bisogno molto pessimismo prima che la correzione finisca. Il fatto che i Summation Index da mercoledì hanno cominciato a scendere non ci preoccupa - questo fa parte di quel processo di eliminazione degli eccessi speculativi necessario ora per far partire la prossima fase di dinamico rialzo.
A prima vista sembra che le borse europee (SMI e FTSE MIB con una performance settimanale positiva) si sono comportate meglio dell'America. Questa rilevazione é solo in parte corretta. Prima di tutto non bisogna dimenticare che la prima settimana di contrattazioni nel nuovo annno era corta (4 sedute in America e in Europa, 3 sedute in Svizzera) e che parte della differenza di performance é spiegabile con la variazione sul cambio EUR/USD. L'SMI svizzero ha approfittato del carattere difensivo dell'indice (Nestlé, Roche e Novartis in guadagno) mentre la borsa italiana é salita grazie ai titoli bancari. Pensiamo che questa correzione sia un'occasione d'acquisto soprattutto nei settori tecnologico e delle piccole e medie imprese che stanno in questa fase correggendo di più (performance settimanale del Nasdaq100 -3.09%, del Russell2000 -3.75%).
Insomma - il rally di base é intatto e la correzione sta svolgendo egregiamente il suo compito. Finora la pressione di vendita é scarsa e non pensiamo che nell'immediato futuro ci saranno dei cambiamenti. La correzione dovrebbe durare ancora una decina di giorni e poi gli indici dovrebbero ripartire al rialzo e accelerare. Il nostro obiettivo finale é ancora fissato a 5000 punti di S&P500. Abbiamo però già più volte ribadito che probabilmente l'indice salirà più in alto poiché per terminare questo bull market c'é bisogno euforia. In questo momento invece c'é ancora molto scetticismo e molti investitori hanno ancora troppe poche azioni in portafoglio. Sui social media questa settimana é riapparso un folto gruppo di ribassisti che prevede l'inizio di un lungo ribasso causato da una recessione. Noi invece pensiamo che avremo ancora un periodo di circa sei mesi di sostanziali rialzi sui mercati azionari. Il calo dell'inflazione provocherà una diminuzione dei tassi d'interesse di mercato al quale le Banche Centrali dovranno adeguarsi. Nei prossimi mesi gli investitori crederanno ancora ad uno scenario economico di soft landing al quale dovrebbe seguire un periodo di crescita economica causato dagli stimoli provenienti da una politica monetaria di nuovo accomodante. Secondo noi invece i tassi d'interesse sono già rimasti troppo alti per un periodo troppo lungo e quindi il prossimo capitolo sarà una recessione accompagnata da deflazione - avremo però tempo di riparlarne nei prossimi mesi. Adesso i mercati si focalizzeranno sull'aspetto positivo del calo dei tassi d'interesse - prepariamoci a nuovi massimi storici sui maggiori indici azionari americani e europei.
Restiamo pienamente investiti in azioni e in obbligazioni americane di lungo termine, short USD contro EUR e CHF e long sui metalli preziosi.

Le performance settimanali degli indici azionari sono state le seguenti:
Eurostoxx50             -1.29% a 4463 punti
SX7E (banche)          +3.49% a 122.27 punti
DAX                         -0.94% a 16594 punti
SMI                          +0.29% a 11185 punti
FTSE MIB                  +0.43% a 30441 punti
S&P500                     -1.52% a 4697.24 punti
Nasdaq100                -3.09% a 16306 punti

Dopo tre sedute negative (S&P500 -0.57%, -0.80%, -0.34%) venerdì si pensava che ci dovesse essere un rimbalzo intermedio. In effetti l'S&P500 (+0.18% a 4697.24 punti) ha chiuso lontano dal minimo giornaliero con un guadagno di 8 punti ma nel complesso é stata una seduta neutra (A/D a 4606 su 4410, NH/NL a 380 su 487) e senza tendenza (oscillazione tra 4682 e 4721 punti). Non c'é molto da dire se non rilevare il calo consecutivo di 5 sedute del Russel2000 (-0.34%) che statisticamente lunedì dovrebbe rimbalzare.
I dati sul mercato del lavoro pubblicati alle 14.30 sono a prima vista apparsi molto buoni e per assurdo hanno provocato un calo dei future sull'S&P500. Poi però le revisioni dei dati dei precedenti mesi hanno deluso e i mercati sono tornati sul livello del mattino. È stata quindi una breve tempesta in un bicchiere d'acqua. Difficile dire cosa ci aspetta settimana prossima. La correzione delle borse deve continuare ma essendo la pressione di vendita modesta é possibile e statisticamente probabile che lunedì / martedì ci sia un breve rimbalzo prima della continuazione della scivolata in direzione dei 4600 punti di S&P500. Tra giovedì e venerdì in America sono attesi i dati sull'inflazione a dicembre (prezzi ai consumi e alla produzione). Questi dati hanno il potenziale per influenzare i tassi d'interesse e dare un'impulso ai mercati azionari. Potrebbero provocare un sell off e la fine della correzione o causare un rimbalzo intermedio e far slittare la fine della correzione di un paio di giorni - dopo la festa del Martin Luther King Day di lunedì 15 gennaio.
Notiamo che l'argento ha ancora una volta rispettato il supporto a 23 USD. Questo supporto sembra abbastanza solido da costituire una solida base per una sostenibile fase di rialzo con obiettivo a 30 USD. In ogni caso vale la pena tentare una speculazione long con stop loss sotto i 23 USD.

Chiusura 2023

Le performance annuali (2023) degli indici azionari sono state le seguenti:
Eurostoxx50             +19.20% a 4521 punti
SX7E                        +23.24% a 118.14 punti
DAX                         +20.31% a 16751 punti
SMI                          +3.81% a 11137 punti
FTSE MIB                  +28.03% a 30351 punti
S&P500                    +24.23% a 4769.83 punti
Nasdaq100               +53.81% a 16826 punti
Nikkei                      +28.24%
Shanghai                  -3.70%

EUR/USD a 1.1035 (+3.08%)
EUR/CHF a 0.9288 (-6.16%)
Oro a 2063 USD/oncia - 1869 EUR/oncia (fine 2022 1823 USD/oncia - 1705 EUR/oncia)
Petrolio (WTI) a 71.65 USD/barile (fine 2022 80.26 USD/barile)
Reddito USTBond decennale (USD) a 3.88% (fine 2022 3.88%)
Reddito Bund decennale (EUR) a 2.0235% (fine 2022 2.5650%)

Commento del 30-31 dicembre

Correzione? Adesso o mai più - borsa americana in corsa verso il top

Riassunto: All'inizio dell'anno 2023, con l'S&P500 (-0.28% a 4769.83 punti) a 3850 punti, avevamo previsto che le borse avrebbero avuto uno sviluppo positivo. Già allora avevamo fissato come obiettivo generale un nuovo massimo storico dell'S&P500 a 5000 punti - abbiamo mantenuto questa previsione per tutto l'anno malgrado che in certe fasi sembrava che la situazione si stesse sviluppando negativamente. Dopo una fase di rialzo a gennaio, l'S&P500 é ricaduto a metà marzo a 3850 punti e tra fine luglio e fine ottobre c'é stata una lunga e profonda correzione di circa 500 punti. Poi però l'indice dai 4100 punti ha ricominciato a salire e giovedì 28 dicembre ha toccato il massimo annuale a 4812 punti. Il massimo storico del 4 gennaio 2022 a 4818 punti, raggiunto prima dell'invasione dell'Ucraina da parte della Russia, é stato praticamente eguagliato. Per le borse europee ad americana é stata un'annata ottima con performances eccezionali specialmente nel settore tecnologico. La festa non é finita - anche l'anno 2024 dovrebbe darci molte soddisfazioni e siamo convinti che l'obiettivo a 5000 punti verrà raggiunto e probabilmente ampiamente superato. Manca ancora una fase di euforia e un'accelerazione finale di tipo esaustivo prima di terminare questo bull market. Non tutto però é andato come ci aspettavamo. L'inflazione si é rivelata più ostinata del previsto e di conseguenza i tassi d'interesse sono saliti più di quanto ci eravamo inizialmente aspettati (reddito massimo dell'USTB decenale a 4.98%) prima di finalmente scendere a partire da metà ottobre (reddito dell'USTBond decennale a 3.88%). Di conseguenza il rialzo delle borse ha faticato a svilupparsi. A gennaio pensavamo che i 5000 punti sarebbero stati raggiunti a metà anno - invece stiamo ancora aspettando questo evento anche se il trend é ora decisamente in nostro favore e l'obiettivo é vicino. Eravamo inoltre ribassisti sull'USD e rialzisti sull'oro. Anche queste previsioni si sono rivelate corrette malgrado che noi credevamo che il movimento devesse essere più ampio. Nel 2023 l'USD ha perso un -3% sull'EUR e un -9% sul CHF mentre l'oro (2063 USD/oncia) il 4 dicembre ha toccato un nuovo record storico a 2138 USD/oncia.
Le borse sono ora ipercomperate e in eccesso di rialzo a medio termine mentre gli investitori sono generalmente ottimisti. A novembre e dicembre molti analisti pensavano che le borse dovessero correggere a corto termine. Noi avevamo negato questa tesi poiché era evidente che il mercato si trovava in una solida e sostenibile fase di rialzo che non era sensibile agli eccessi di corto termine. In effetti il rialzo dal 27 ottobre in avanti é stato regolare e qualsiasi tentativo di correzione é stato prontamente respinto. I ritracciamenti superiori all'1% sono stati subito comperati. Ora, con l'S&P500 sull'ovvia resistenza a 3800 punti, c'é l'ultima concreta possibilità di correzione a medio termine prima della fase finale del rialzo. Come accennato nel titolo - o adesso o mai più. Gli oscillatori sono su un massimo, i Summation Index sono toppish e il mercato deve fare una pausa e raccogliere le forze. Ci sarà solo un consolidamento o piuttosto una correzione di medio termine di circa un mese? Non lo sappiamo ma possiamo provare a tentare d'indovinare. Molti analisti tecnici vedono sul grafico dell'S&P500 un doppio massimo a 3800 punti. Raramente questa costellazione prende corpo senza una sorpresa. Crediamo quindi che ci debba essere una falsa rottura al rialzo causata dagli abituali acquisti di inizio anno. L'S&P500 potrebbe quindi salire sui 3850 punti prima di essere respinto verso il basso. Sui grafici dell'USD Index (101.06 con supporto a 100) e dei tassi d'interesse (USTB decennale a 3.88% con supporto a 3.50%-3.75%) appaiono solidi supporti che probabilmente provocheranno un rimbalzo. La correlazione tra USD, tassi d'interesse e indici azionari suggerisce che la probabilità di una correzione di medio termine a partire del 4-8 gennaio é piuttosto alta. Ci aspettiamo però una moderata correzione di circa un -5% - l'S&P500 dovrebbe tornare sui 4600 punti per poi ripartire verso fine mese al rialzo. In seguito, se non ci sono sorprese sostanziali sul fronte politico o economico, dovrebbe esserci la cavalcata finale fino al top che dovrebbe essere raggiunto entro metà anno. Per la seconda parte del 2024 siamo decisamente pessimisti. Crediamo che le Banche Centrali abbiamo fatto un errore e abbiamo combattuto un'inflazione provocata da dei contraccolpi sul fronte dell'offerta (pandemia e guerra in Ucraina) con un'eccessivo e in parte inutile aumento del costo del denaro. Mentre l'offerta si é nel frattempo praticamente normalizzata gli alti tassi d'interesse di riferimento stanno strangolando la domanda. In pratica nei prossimi mesi dovrebbe esserci una brusca frenata dell'economia mondiale - alcune economie in Europa sono già in recessione. Nella seconda parte del 2024 dovrebbe concretizzarsi una recessione mondiale in un contesto deflattivo. La conseguenza sui mercati finanziari sarà un crollo dei mercati azionari e una forte calo dei tassi d'interesse (con conseguente rialzo dei corsi delle obbligazioni). Avremo tempo di riparlare di questo scenario nei prossimi mesi - prima godiamoci la fase finale del rialzo che, ripetiamo, dovrebbe sorprendere in positivo con nuovi record storici su molti indici azionari europei ed americani. Siamo particolarmente bullish per le piccole e medie imprese in America (Russell2000) e in Europa e (ancora) sulla tecnologia. Restiamo invece ribassisti sull'USD e ribadiamo il nostro obiettivo a 90 sull'USD Index. La debolezza dell'USD dovrebbe spingere al rialzo i prezzi dei metalli preziosi e industriali. Siamo long su oro e argento (variante più speculativa).
Di fatto non c'é nulla di nuovo rispetto a quello che andiamo ripetendo da mesi - lo scenario si sta sviluppando secondo le nostre aspettative. il 2024 sarà un anno da dottor Jekyll e Mister Hyde - alla festa iniziale con nuovi record storici di molti indici azionari seguirà una pesante caduta quando lo scenario consensuale di un soft landing si vaporizzerà - per fine anno ci aspettiamo un saldo negativo. L'importante sarà mantenere i nervi saldi e non essere troppo golosi. Bisogna cavalcare ora il rialzo e sapere poi vendere al momento giusto quando tutti saranno ottimisti ed euforici.

Le performance settimanali degli indici azionari sono state le seguenti:
Eurostoxx50             +0.01% a 4521 punti
SX7E (banche)          -0.34% a 118.14 punti
DAX                         +0.27% a 16751 punti
SMI                          -0.14% a 11137 punti
FTSE MIB                  -0.01% a 30351 punti
S&P500                     +0.32% a 4769.83 punti
Nasdaq100                +0.29% a 16826 punti

La settimana appena trascorsa é stata anomala. Prima di tutto perché era corta - lu 25 si é festeggiato il Natale e ma 26 in Europa i mercati finanziari erano ancora chiusi in occasione di Santo Stefano. Abbiamo quandi avuto solo da 3 a 4 sedute di contrattazioni. Inoltre ci sono state le abituali operazioni legate alla chiusura annuale con l'effetto di Window Dressing. Sui mercati azionari é successo poco - l'S&P500 ha confermato il rialzo con un nuovo massimo annuale ma in generale le borse sono apparse stanche con modeste plusvalenze. Solo sui cambi c'é stata parecchia volatilità con ampi movimenti che hanno favorito il CHF a scapito di EUR/ e USD. Il cambio EUR/USD si é impennato a 1.1140 per infine terminare l'anno a 1.1035.
La seduta di venerdì a Wall Street é stata senza storia e insignificante. L'S&P500 si é mosso in 36 punti (4722-4788) e ha chiuso nella parte superiore del range con una modesta perdita di 13 punti (-0.28% a 4769.83 punti). La seduta é stata negativa con A/D a 2427 su 6680, NH/NL a 560 su 172 e volume relativo a 0.95. I NH sono veramente pochi - sembra che la spinta di rialzo manchi ormai di forza e partecipazione. La tendenza di fondo resta però solidamente rialzista con l'82.0% dei titoli sopra la SMA a 50 giorni e il Bullish Percent Index sul NYSE a 68.83. I Summation Index sono ancora saliti ma sono toppish.
Sul fronte del sentiment traspare ottimismo: la volatilità VIX é a 12.46 (-0.02), il CBOE Equity put/call ratio era a 0.65 mentre il Fear&Greed Index é stabile a 76 punti (-1). La costellazione tecnica favorisce una correzione di medio termine. Molti investitori stanno però aspettando una correzione per saltare sul treno in corsa - di conseguenza pensiamo che il calo sarà modesto o addirittura assente.
Evitiamo ora qualsiasi speculazione short. Una correzione deve unicamente essere usata per comperare azioni o ottimizzare il portafoglio prima dell'accelerazione finale - il ritmo di salita degli indici in questa fase finale deve aumentare.

Vi auguro un felice e prospero Anno Nuovo.

Breve commento del 26 dicembre

Consolidamento ad alto livello

Riassunto: Il commento odierno sarebbe superfluo poiché sui mercati finanziari, sia a livello fondamentale che tecnico, non appare nulla di nuovo. Vi avevamo però promesso dopo Natale un aggiornamento della situazione e quindi oggi riprendiamo i temi già affrontati nelle scorse settimane e mesi.
Anche questa settimana il rialzo della borsa americana é continuato. Mercoledì (S&P500 -1.47%) c'é stato un breve e moderato vuoto d'aria. Nelle ultime due ore della seduta a New York c'é stata un'ondata di vendita che ha fatto immmediatamente gridare i ribassisti alla correzione. Il tutto però si é risolto in una bolla di sapone e già giovedì (S&P500 +1.03%) c'é stato un sensibile recupero.
Abbiamo nuovamente osservato un fenomeno che vi avevamo già annunciato all'inizio di questo rialzo. La borsa americana sta sovraperformando in termini nominali ma contemporaneamente il dollaro americano si indebolisce (EUR/USD a 1.1013). Se si ripulisce la performance dell'effetto cambio non c'é molta differenza tra l'Europa e l'America.
Un'altro effetto che é ripparso in maniera evidente é quello del recupero delle azioni delle piccole e medie imprese (Russell2000 - performance settimanale +2.46%). Questo settore rimane quello più interessante considerando le moderate valutazioni fondamentali.
Siamo convinti che anche nel futuro questi due effetti riappariranno ad intervalli regolari.
Il reddito dell'USTBond decennale (3.90%) é rimasto per tutta la settimana sotto la barriera del 4% - ora questo livello costituisce resistenza. La resistenza potrebbe venir testata nell'ambito di un rimbalzo tecnico. La tendenza al ribasso dei tassì d'interesse é però solida e sostenibile. Ipotizziamo un ritorno del reddito dell'USTBond decennale a 2.5%-2.75% in concomitanza con il massimo del bull market della borsa. Questo significa che teoricamente esiste ancora parecchio potenziale di rialzo su S&P500 e colleghi. Ripetiamo che i 5000 punti di S&P500 (+0.17% a 4754.63 punti) sono l'obiettivo minimo. Il massimo storico e il nostro obiettivo sono vicini (rispettivamente ca. 50 punti e 250 punti) mentre sul mercato regna ancora lo scetticismo. Non é quindi troppo tardi per comperare azioni visto che il treno sta appena raggiungendo la velocità di crocera. Il rialzo deve finire con un'accelerazione finale di tipo esaustivo e con investitori euforici, Finora di tutto questo non appare ancora nulla - il rialzo é regolare ma non ha ancora accelerato. Durante questa settimana abbiamo però constatato che qualsiasi accenno di correzione viene comperato - una correzione intermedia di un -3% sarà possibile anche nel futuro ma escludiamo la possibilità che possa ancora esserci una correzione a medio termine di un -10%.
Il nostro consiglio é invariato. Restate pienamente investiti in azioni e obbligazioni di lungo termine nel rispetto del vostro profilo d'investimento. Assicurate il rischio di una svalutazione dell'USD nei riguardi della vostro moneta di riferimento (EUR o CHF) - riteniamo probabile che nei prossimi mesi l'USD perda circa il 10% del suo valore nei riguardi di queste due monete.
L'indebolimento dell'USD corrisponderà ad un aumento di valore dei metalli preziosi. La variante conservativa per giocare questo effetto é possedere oro. Quella più rischiosa ma in questo momento decisamente interessante é comperare argento. La più speculativa é quella di possedere azioni di miniere d'oro e argento.

Le performance settimanali degli indici azionari sono state le seguenti:
Eurostoxx50             -0.64% a 4521 punti
SX7E (banche)          +0.34% a 118.55 punti
DAX                         -0.27% a 16706 punti
SMI                          -0.35% a 11153 punti
FTSE MIB                  -0.07% a 30353 punti
S&P500                     +0.75% a 4754.63 punti
Nasdaq100                +0.92% a 16777 punti

L'ultima seduta prima di Natale é stata senza storia. L'S&P500 ha guadagnato 8 punti - ha aperto a 4763 punti, é salito fino ad un massimo a 4772 punti, ha trascorso la parte centrale della seduta oscillando intorno ai 4763 punti, é caduto dopo le 20.00 sul minimo a 4736 punti ma ha infine recuperato e chiuso a 4754.63 punti (+0.17%). Ancora una volta un breve attacco dei ribassisti é velocemente scemato ed é stato facilmente respinto. La seduta al NYSE é stata positiva con A/D a 6087 su 2977, NH/NL a 1264 su 141 e volume relativo a 0.9. I dati sulla partecipazioni sono buoni ma non entusiasmanti - questo induce molti analisti tecnici a mettere in dubbio la sostenibilità di questo rialzo. I dati restano però costantemente positivi e i Summation Index continuano a salire. A livello di sentiment (VIX a 13.03 (-0.62), CBOE Equity put/call ratio a 0.50, Fear&Greed Index a 77) c'é costantemente ottimismo ma nessun eccesso e/o euforia.
Nel complesso la luce del semaforo dell'analisi tecnica resta sul verde.
Tradizionalmente il periodo tra Natale e fine anno, compresa la prima settimana di gennaio, é positivo. Ripetiamo quindi che lo scenario più probabile per il prossimo futuro é una salita dell'S&P500 sui 4800 punti per l'inizio del 2024. A questo punto il mercato dovrebbe essere ipercomperato a medio termine. Riteniamo però probabile che l'ipercomperato non verrà assorbito tramite una correzione ma piuttosto tramite un consolidamento. A gennaio, dopo un'oscillazione in laterale intorno ai 4800 punti il rialzo dovrebbe riprendere ed accelerare.

Commento del 16-17 dicembre

Gli Stati Uniti assumono un ruolo guida. Molti sperano in una correzione che non arriva...

Riassunto: Il rialzo delle borse continua. Questa settimana la FED americana ha cambiato il suo atteggiamento. Come avevamo previsto da mesi, l'inflazione é in calo e sotto controllo. Jerome Powell comincia a preparare un adattamento della politica monetaria e ipotizza nel prossimo futuro una riduzione dei tassi d'interesse guida. Il problema che si profila all'orizzonte é quello di un eccessivo rallentamento congiunturale e un ritorno della deflazione. I mercati finanziari hanno reagito violentemente alle dichiarazioni del responsabile della Banca Centrale americana. Mercoledì l'S&P500, sfidando ipercomperato ed eccesso di rialzo ha guadagnato il +1.37%, il reddito dell'US Treasury Bond decennale (3.91%) é caduto sotto la barriera del 4%, il cambio EUR/USD (1.0895) ha sfiorato l'1.10 e un rally sui metalli preziosi ha permesso all'argento di recuperare un +6% in una seduta. Insomma - lo scenario che descriviamo da mesi si sta delineando in maniera sempre più chiara. Nel futuro un calo dei tassi d'interesse di riferimento e di mercato farà decollare le borse verso nuovi record storici. La borsa americana, grazie anche ad un indebolimento dell'USD, dovrebbe nei prossimi mesi accelerare al rialzo con un movimento esponenziale di tipo esaustivo. Il nostro obiettivo di riferimento rimane per ora a 5000 punti di S&P500. Mancano però solo 200 punti ad un nuovo record storico e 400 punti al nostro obiettivo mentre tra gli investitori regna ancora lo scetticismo e non appare ancora quella euforia (Fear&Greed Index solo a 67 punti) necessaria per poter ipotizzare la presenza di un massimo significativo. Di conseguenza é possibile, e a questo punto probabile, che questo rialzo permetterà all'S&P500 nel primo trimestre dell'anno prossimo di superare ampiamente i 5000 punti. Nel frattempo questa settimana il DAX tedesco (-0.00% a 16751 punti) e il Nasdaq100 (+0.52% a 16623 punti) hanno fatto segnare la migliore chiusura giornaliera della loro storia.
In Europa la BCE condotta da Christine Lagarde sta ancora inseguendo il fantasma dell'inflazione da domanda e non sembra ancora intenzionata a cambiare politica monetaria - questo mentre l'economia europea é sull'orlo della recessione e in una situazione nel complesso peggiore di quella americana. La reazione delle borse europee é stata questa settimana evidente - hanno marciato sul posto facendosi staccare da Wall Street. Sembra che da adesso in avanti questa potrebbe essere una regola - l'America dovrebbe sovraperformare con un effetto di compensazione provocato dal cambio sulle divise.
Nel complesso non c'é nulla di nuovo - bisogna restare pienamente investiti in azioni, long borse europee ed americana, long USTBond americani con scadenza a 20-30 anni e long metalli preziosi. Come preannunciato l'S&P500 potrebbe correggere un'ultima volta quando arriverà sui 4800 punti. Questo potrebbe succedere all'inizio del 2024. Almeno in quel momento si dovrebbe presentare una costellazione ideale - la presenza di una resistenza in concomitanza con mercati ipercomperati e in eccesso di rialzo a medio termine e con investitori retail eccessivamente esposti in maniera speculativa. Normalmente il periodo intorno a Natale e fine anno é positivo e quindi riteniamo poco probabile che si verifichi una correzione prima della prima settimana di gennaio.
Venerdì sono scaduti i derivati di dicembre - non abbiamo osservato particolari movimenti speculativi. Di conseguenza non pensiamo che la prossima settimana ci debba essere il tradizionale ritracciamento che segue una scadenza arrivata ovviamente su un massimo. Al contrario le operazioni di window dressing legate alla chiusura annuale dovrebbero ancora permettere agli indici azionari di lievitare fino a Natale e fine Anno.

Le performance settimanali degli indici azionari sono state le seguenti:
Eurostoxx50             +0.58% a 4549 punti
SX7E (banche)          +0.11% a 118.14 punti
DAX                         -0.05% a 16751 punti
SMI                          +1.08% a 11191 punti
FTSE MIB                  -0.10% a 30373 punti
S&P500                     +2.49% a 4719.19 punti
Nasdaq100                +3.35% a 16623 punti

L'analisi tecnica é in difficoltà. Le borse sono in un trend rialzista solido e sostenibile (78.7% dei titoli USA sopra la SMA a 50 giorni, Bullish Percent Index sul NYSE a 63.53). Gli indicatori, dopo 7 settimane di interrotto rialzo, segnalano una forte situazione di ipercomperato ed eccesso di rialzo - le RSI sono sui 73-80 punti, gli indici sono decisamente sopra le MM a 200, 90 e 50 giorni, gli oscillatori sono alti, i DSI (Daily Sentiment Index) sono sopra gli 80 punti. Molti analisti tecnici pensano quindi che una correzione sia necessaria ed imminete. Visto che non succede nulla tanti parlano di mercati manipolati o irrazionali. Invece é così che si comportano i mercati finanziari quando si passa da una politica monetaria restrittiva ed una espansiva (il famoso pivot). Gli investitori devono passare da un sottoinvestimento in azioni ad un portafoglio neutro. Quando il rialzo é ormai evidente passano poi ad un sovrainvestimento in azioni rispetto al profilo di riferimento. La liquidità scorre in direzione dei mercati azionari e la corrente é talmente forte da spazzare via tutti gli ostacoli di tipo tecnico. È già successo più volte in passato e siamo sorpresi del fatto che molti investitori ed analisti sembrano voler ignorare la storia. Le borse guardano al futuro e non bisogna farsi influenzare dal quadro negativo che traspare ogni giorno leggendo i media.
La seduta di venerdì é stata tranquilla e una degna conclusione di una settimana positiva. L'S&P500 si é mosso in soli 21 punti e ha chiuso invariato (-0.01% a 4719.19 punti) e vicino al massimo giornaliero. Solo gli alti volumi di titoli trattati (volume relativo a 2.0) ci ricordano la grande scadenza dei derivati di dicembre. La seduta al NYSE é stata negativa (a causa del calo del Russell2000 (-0.77%) con però una performance settimanale del +5.55%) con A/D a 3047 su 6050 e NH/NL a 1248 su 277.  La volatilità VIX é scesa a 12.28 (-0.20) e il CBOE Equity put/call ratio era stabile a 0.53. I Summation Index continuano a salire.
La partecipazione al rialzo rimane qualitativamente buona e il momentum non mostra segni di cedimento. Una correzione intermedia e minore é possibile in qualsiasi momento (-2%/-3%) ma per ora il trend rialzista é stabile e non vediamo nessun rischio all'orizzonte.

Auguriamo a tutti i lettori Buon Natale. Il prossimo commento tecnico verrà pubblicato, in forma abbreviata, il martedì 26 dicembre.

Commento del 9-10 dicembre

Correzioni sulle divise e sui metalli preziosi - i mercati azionari sono indifferenti

Riassunto: Le borse salgono ormai da sei settimane. I maggiori indici azionari europei e americani (Eurostoxx50, DAX, S&P500 e Nasdaq100) nelle ultime sei settimane hanno avuto una performance positiva e il DAX tedesco (+0.78% a 16759 punti) ha per primo raggiunto un nuovo massimo storico. Il trend rialzista é evidente e in rafforzamento (75.6% dei titoli USA sopra la SMA a 50 giorni, Bullish Percent Index sul NYSE a 56.26). Molti analisti affermano che i mercati azionari sono manipolati o irrazionali poiché i prezzi delle azioni salgono malgrado che la congiuntura sta rallentando e in certi Paesi si delinea una recessione. Questi analisti non hanno ancora capito come funzionano le borse - queste guardano al futuro e non al passato. Gli investitori sono convinti che le Banche Centrali torneranno ad una politica monetaria espansiva e che i tassi d'interesse di riferimento e di mercato scenderanno. Per questa ragione, sulla base di precedenti esperienze, stanno comperando azioni. Solo tra 6- 12 mesi sapremo se hanno ragione ma per il momento il loro comportamento é logico e razionale. È possibile che ci saranno delle correzioni intermedie provocate da fattori tecnici, da dati economici diversi dalle previsioni o da eventi inattesi. È però estremamente difficile prevedere in anticipo queste correzioni - i presupposti tecnici non bastano. Gli indicatori tecnici che funzionano egregiamente quando manca una tendenza di fondo forte e dominante non riescono adesso a fornire segnali affidabili - in pratica non basta che gli indici siano ipercomperati e in eccesso di rialzo per causate una correzione o un'inversione di tendenza. Ovviamente presto o tardi questa serie vincente si interromperà e ci sarà un vuoto d'aria che sarà celebrato da molti analisti pessimisti come una vittoria e una previsione azzeccata. In realtà sarà un caso. Al momento non vediamo seri pericoli all'orizzonte e quindi non possiamo che consigliare di restare pienamente investiti in azioni. Il nostro obiettivo minimo di riferimento restano i 5000 punti di S&P500 (+0.41% a 4604.37 punti). L'S&P500 fatica a superare i 4600 punti ma non mostra segni di cedimento. Probabilmente salirà fino all'attuale massimo storico a 4800 punti (per l'esattezza 4818 punti il 4 gennaio 2022) senza un ritracciamento di rilievo. Considerando quanto manca a questo traguardo e la posizione degli oscillatori di medio termine pensiamo che l'indice possa raggiungere questo obiettivo intermedio nella prima settimana di gennaio del 2024. Qui potrebbe esserci una correzione prima dell'accelerazione finale di tipo esaustivo. Aggiorneremo questo scenario di massima nei prossimi commenti.
La dimostrazione della parziale imprevedibilità dei mercati é venuta questa settimana dai metalli preziosi. L'oro é caduto da 2072 USD/oncia a 2004 USD/oncia mentre l'argento é crollato del -9.66% a 23.01 USD/oncia. Dopo che l'oro aveva raggiunto un nuovo massimo storico c'era ovviamente euforia in un mercato ipercomperato. Noi ci aspettavamo un consolidamento e ancora adesso non sappiamo perché c'é stata questa violenta correzione. I fondamentali restano ottimi e bisogna restare investiti in metalli preziosi. La correzione ci lascia però perplessi - non l'abbiamo vista arrivare e mancano le abituali correlazioni per giustificare un simile movimento. L'USD questa settimana si é rafforzato (EUR/USD da 1.0880 a 1.0763, USD Index da 103.12 a 103.96) e questo spiega in parte la debolezza dei metalli. Una rivalutazione dell'1% dell'USD non dovrebbe però sfociare in perdite di -4%/-9% sui metalli preziosi. La scadenza di derivati e operazioni di reporting in un mercato poco liquido possono a posteriori spiegare il crollo - se però queste sono le uniche ragioni, settimana prossima i prezzi di oro e argento dovrebbero assestarsi e consolidare (oro sui 2000 USD e argento sui 23 USD) in preparazione della ripresa del rialzo. 

Le performance settimanali degli indici azionari sono state le seguenti:
Eurostoxx50             +2.35% a 4523 punti
SX7E (banche)          +0.91% a 118.01 punti
DAX                         +2.21% a 16759 punti
SMI                          +1.69% a 11071 punti
FTSE MIB                  +1.59% a 30403 punti
S&P500                     +0.21% a 4604.37 punti
Nasdaq100                +0.54% a 16084 punti

Venerdì alle 14.30 sono stati pubblicati i dati sul mercato del lavoro americano a novembre. La disoccupazione era in calo (3.7%) mentre i salari dei lavoratori sono leggermente saliti (+0.4%). Questi dati positivi rafforzano l'impressione che l'economia americana si dirige verso un atterraggio soffice (soft landing) e i mercati finanziari hanno reagito secondo logica. I tassi d'interesse sono leggermente saliti (reddito dell'USTBond decennale a 4.23% (+0.09%)) mentre l'USD si é rafforzato. La borsa ha avuto una buona giornata (S&P500 +0.41%, Nasdaq100 +0.39%, Russell2000 +0.67%) e gli indici hanno chiuso vicino al massimo giornaliero. La seduta al NYSE é stata positiva con A/D a 5406 su 3661, NH/NL a 1115 su 250 e volume relativo a 1.1. La volatilità VIX é scesa a 12.35 (-0.71), Il CBOE Equity put/call ratio é rimasto relativamente basso a 0.56 mentre il Fear&Greed Index é lievitato a 68 punti (+3). Nel complesso la borsa americana resta moderatamente ipercomperata e in eccesso di rialzo - gli investitori sono ottimisti - non osserviamo però ancora quegli eccessi che spesso assicurano l'imminenza di una una correzione. Unicamente il DAX (RSI giornaliera a 83.73, RSI settimanale a 65.65) avrebbe veramente bisogno di una fase di consolidamento con una correzione intermedia del -2%/-3%.
Solo oro (-1.25%) e argento (-3.20%) hanno avuto venerdì una reazione decisamente negativa. Anche a posteriori non riusciamo a capire cosa é successo. Quando però il cambio JPY/USD riesce ad oscillare del 4% in una giornata (giovedì) significa che ci sono forze incredibili in gioco e non sempre l'ampiezza dei movimenti segue una logica.

Commento del 2-3 dicembre

Nessuna correzione ma sana rotazione tra settori - il rialzo si sviluppa come da previsioni

Riassunto: È trascorsa un'altra settimana durante la quale molti investitori hanno atteso invano una correzione delle borse.
Ci sono due gruppi che sperano nella correzione: i traders, che aprono posizioni speculative short basandosi su segnali tecnici che hanno funzionato bene fino ad ottobre, e i portfolio managers che a giugno-luglio hanno ridotto le posizioni azionarie e non hanno ancora ricomperato.
I traders non hanno tutti i torti: gli indici azionari sono ipercomperati e in eccesso di rialzo mentre molti indicatori di sentiment di corto termine mostrano troppo ottimismo (VIX a 12.63). Questi traders però non hanno capito che qualcosa é cambiato. Le borse non sono più in una oscillazione in laterale ma si trovano in una solida e sostenibile fase di rialzo (75.9% dei titoli USA sopra la SMA a 50 giorni, Bullish Percent Index sul NYSE a 53.87). Questo é il problema di chi si basa solo sull'analisi tecnica senza tenere in considerazione l'analisi fondamentale - questi i segnali tecnici non sono più affidabili. L'inflazione é in calo e i tassi d'interesse di mercato scendono (reddito dell'US Treasury Bond decennale a 4.22% dopo aver sfiorato il 5% a metà ottobre, Bond decennale tedesco a 2.3570%). Nel futuro i tassi d'interesse cadranno molto più in basso - noi pensiamo che nei prossimi anni il reddito dell'USTBond decennale crollerà allo 0% - ne riparleremo però nel 2024. Questa certezza (trend ribassista sui tassi d'interesse) ha due conseguenze - da una parte gli investitori si aspettano che si ripeta il solito effetto positivo sulle borse che negli ultimi decenni in situazioni simili sono sempre decollate. Inoltre per un semplice calcolo finanziario, tassi d'interessi pìù bassi permettono un'espansione dei multipli (P/E) e un aumento dei prezzi delle azioni. Infine molti pensano che una diminuzione del costo del denaro farà ripartire la crescita economica. Non crediamo che anche questa volta lo stimolo monetario funzionerà ma almeno per i prossimi tre a sei mesi questo presupposto scenario dovrebbe permettere alle borse di involarsi. Torniamo ai traders - aprono posizioni short, normalmente all'inizio delle sedute, ma poi non succede niente. O almeno gli indici azionari non scendono abbastanza per fare sostanziali profitti. I traders devono quindi ricomperare - alla fine della seduta o quando ormai é chiaro che invece di una rottura al ribasso c'é un consolidamento seguito da un'accelerazione al rialzo (come successo venerdì sul RUT (+2.96%)). Insomma - i traders ribassisti provocano un pò di volatilità ma non riescono a sfondare - non c'é pressione di vendita come si vede bene dai bassi numeri di declines e nuovi minimi (NL a 30 giorni a 209). La copertura dei short impedisce le correzioni e alimenta il rialzo.
I portfolio managers e molti investitori privati sono ancora sottinvestiti. In questa fase economica nella quale molte economie sembrano cadere in recessione, molti non sono in grado di immaginarsi cosa succederà tra 12-18 mesi e non osano comperare azioni mentre i profitti delle imprese sono in calo e i dati economici segnalano un forte rallentamento della congiuntura, problemi nel mercato immobiliare e un ristagno dei consumi. Le borse però guardano al futuro. Questo é il grafico del colosso dei semiconduttori INTEL - notate la base a 25 USD - da giugno il prezzo dell'azione é salito costantemente e ha raggiunto, dopo un'accelerazione a novembre, i 45 USD - le notizie provenienti dall'azienda e dal mercato dei semiconduttori sono ancora negative - gli analisti sono ancora pessimisti - noi non sappiamo cosa sta succedendo ma evidentemente molti investitori sanno qualcosa che non é ancora trapelato o si aspettano tempi migliori.
Noi riceviamo il research delle due più grandi banche svizzere attive nella gestione patrimoniale. Una, al 1. decembre, é ancora sottoinvestita in azioni rispetto ai profili d'investimento - l'altra é passata neutrale questo venerdì. Significa che entrambe stanno sottoperformando gli indici di riferimento (benchmark) e nei prossimi mesi, con un miglioramento delle prospettive congiunturali e una continua ascesa delle borse dovranno comperare azioni per i loro clienti non potendosi permettere di "stare fuori". In pratica lo scetticismo alimenterà il rialzo ancora per mesi. Ci vorrà euforia e un'accelerazione finale di tipo esaustivo prima di terminare questo movimento. Siamo convinti che il nostro obiettivo a 5000 punti di S&P500 verrà raggiunto in tempi brevi (= alcuni mesi). Una volta raggiunto l'obiettivo dovremmo esaminare la situazione specialmente per quel che riguarda il sentiment. È possibile che il rally possa proseguire - i 5000 punti sono un'obiettivo minimo.   
Oltre alla mancanza di una correzione questa settimana abbiamo osservato un'altro fenomeno - la rotazione tra settori. Improvvisamente la tecnologia é in affanno e ci sono prese di beneficio sui magnifici 7 - il Nasdaq100 marcia sul posto (performance settimanale +0.09%). Invece guadagnano settori prima trascurati come gli industriali e i materiali di base. In precedenti commenti vi avevamo invitato a comperare le azioni delle piccole e medie imprese (PMI) rappresentate in America dal Russell2000 - queste società sono fondamentalmente sottovalutate e trascurate. Con un balzo venerdì del +2.96% il Russell 2000 (1862 punti) ha finalmente superato la resistenza a 1800 punti  e si dirige velocemente verso il prossimo obiettivo a 2000 punti. Siamo convinti che questo indice si comporterà nel futuro meglio dell'S&P500.
La rotazione tra settori mostra però che gli investitori sono ancora prudenti - vendono dove hanno guadagnato bene e comperano altri settori che sembrano rimasti indietro. Non abbandonano la borsa ma finora arriva poca nuova liquidità sui mercati borsistici. Nelle prossime settimana il rialzo deve diventare generale e non selettivo. Nell'euforia viene comperato tutto indistintamente - siamo ancora molto lontani dalla fine di questa possente spinta di rialzo a medio-lungo termine.
Ripetiamo un avvertimento - potrebbero esserci delle modeste correzioni intermedie. La prossima potrebbe essercene una con l'S&P500 (4594 punti) a contatto con la resistenza a 4600 punti, massimo di luglio. Nessuno é però in grado di prevedere queste correzioni anche perché i normali indicatori di un massimo intermedio (ipercomperato (RSI sull'S&P500 a 73.44, sul DAX a 79.66), eccesso di rialzo, oscillatori, indicatori di sentiment di corto termine) non funzionano bene in un mercato dominato da una forte tendenza rialzista. Bisogna quindi restare investiti ed eventualmente comperare se si verifica una correzione minore di -2%/-3%. Ci sembra poco probabile che possa esserci una correzione significativa (più del -5%) prima dei 4800 punti di S&P500 (massimo storico di gennaio 2022 a 4818 punti).
Come vediamo da settimane le borse europee seguiranno l'esempio della borsa americana. Avendo una capitalizzazione limitata potrebbero per assurdo comportarsi meglio malgrado che l'economia dell'UE sembra "messa peggio" di quella americana.
I prezzi dei metalli preziosi continuano a salire. L'oro ha raggiunto i 2072 USD/oncia (nuovo massimo storico) - l'argento ha già superato i 25 USD/oncia (future dicembre a 2590) e si dirige verso il prossimo obiettivo a 30 USD. Prossimo significa che questo non dovrebbe essere l'obiettivo finale... Restiamo investiti evitando di realizzare i consistenti guadagni.    

Le performance settimanali degli indici azionari sono state le seguenti:
Eurostoxx50             +1.03% a 4418 punti
SX7E (banche)          +1.80% a 116.94 punti
DAX                         +2.30% a 16397 punti
SMI                          +0.07% a 10887 punti
FTSE MIB                  +1.69% a 29928 punti
S&P500                     +0.77% a 4594.63 punti
Nasdaq100                +0.09% a 15997 punti

Venerdì il responsabile della FED Powell ha tenuto un discorso ribadendo la possibilità che la Banca Centrale americana debba ancora alzare i tassi d'interesse per combattere l'inflazione. I mercati finanziari gli hanno riso in faccia non credendo a questa bluff di tipo psicologico - il reddito dell'USTBond decennale é sceso a 4.22% (-0.15%) e gli indici azionari sono saliti. In particolare il Russell2000, più sensibile al costo del denaro, ha guadagnato il +2.96%.
L'S&P500 ha aperto a 4559 punti, é sceso a 4554 punti, é oscillato sui 4560 punti fino alla conferenza di Powell e poi é partito al rialzo. Ha raggiunto i 4599 punti verso le 19.00 e poi si é fermato come segno di rispetto di fronte a questo barriera psicologica e resistenza (4600 punti). L'indice ha ritracciato fino a 4585 punti e ha infine chiuso a 4594.63 punti (+0.59%). Anche il Nasdaq100 ha guadagnato il +0.31% a 15997 punti dopo aver trascorso buona parte della giornata in negativo.
La seduta al NYSE é stata positiva con A/D a 7637 su 1510, NH/NL a 1587 su 209 e volume relativo a 1.1. La volatilità VIX é scivolata a 12.63 (-0.29) mentre il Fear&Greed Index é stabile a 67 punti. Il CBOE Equity put/call ratio era relativamente basso a 0.51 - anche mercoledì era basso (0.55) senza però che giovedì (S&P500 +0.38%) ci fosse una reazione negativa.
In genere dopo una seduta come quella di venerdì dovrebbe esserci una correzione minore - pensiamo però che l'indice dovrebbe semplicemente fermarsi da due a tre giorni ritracciando fino ai 4540-4550 punti prima di trovare la forza per accelerare sopra i 4600 punti.
Sconsigliamo qualsiasi tentativo di provare un trade short malgrado che la tentazione, almeno sulla base dei presupposti tecnici, sia alta.

Commento del 25-26 novembre

Tendenze evidenti e in rafforzamento - movimenti significativi sui metalli preziosi

Riassunto: Durante questa settimana i tassi d'interesse di mercato sono rimasti praticamente invariati (USTBond decennale a 4.47% contro il precedente 4.44%, Bund tedesco decennale a 2.6295% contro il precedente 2.5835%) mentre l'USD ha leggermente perso di valore (USD Index a 103.28 contro il precedente 103.68). Di conseguenza le borse avrebbero potuto cogliere l'occasione per correggere. Invece gli indici azionari sono ancora saliti - la giornata di festa di giovedì in America (Thanksgiving) non ha influito.
L'ipercomperato (RSI su S&P500 e Eurostoxx50 sopra i 70 punti) e l'eccesso di rialzo non fermano il movimento - questo é normale quando il trend é forte e dominante. La volatilità VIX é scesa a 12.46 (-0.34) - il livello più basso da marzo del 2020. Quello che molti considerano un segnale di troppo ottimismo da parte degli investitori é invece una conferma della stabilità della tendenza. Magari qualcuno si ricorda che avevamo previsto che nella fase finale di questo bull market la VIX sarebbe tornata a 10 - ci saranno ovviamente dei rimbalzi intermedi ma la tendenza al ribasso della volatilità é ormai confermata da questo nuovo minimo di periodo.
Le borse dovrebbero ora consolidare o fare unicamente modesti progressi fino a quando non avremo nuovamente un dato economico o una notizia in grado di spingere i tassi d'interesse più in basso. In quel momento avremo la prossima sostanziale spinta di rialzo. È inutile tentare di giocare col timing - ogni ritracciamento é un'occasione d'acquisto.
L'esempio é stato dato in questo giorni dai metalli preziosi. L'oro (2002 USD/oncia) dopo una correzione fino a 1930 USD é ritornato sulla resistenza a 2000 USD e si prepara ad effettuare una rottura al rialzo con obiettivo a 2150 USD. L'argento una settimana fà aveva (massimo sul future a 2422) testato la resistenza intermedia a 24 USD. Ha poi ritracciato e consolidato per 4 sedute tornando a 2330. Venerdì con un balzo del +2.92% il future é balzato su un nuovo massimo a 2438 - il prossimo obiettivo a 25 USD é a portata di mano. Le borse avranno un comportamento simile - ci saranno delle brevi e modeste correzioni intermedie seguita da ulteriori spinte di rialzo. Non bisogna shortare il mercato e si deve investire seguendo il trend dominante che é decisamente rialzista (69.4% dei titoli USA sopra la SMA a 50 giorni, Bullish Percent Index sul NYSE a 50.19 - Summation Index stabilmente in salita). Non bisogna lasciarsi spaventare dalle alte valutazioni fondamentali e dallo scetticismo degli analisti che viaggiano sempre guardando nello specchio retrovisore. Nel futuro un calo dell'inflazione e dei tassi d'interesse non possono che sostenere i mercati azionari almento fino a quando non si profilerà il rischio di una nuova crisi deflazionistica.
Riassumendo rispetto alle precedenti 3 settimane c'é poco di nuovo da dire. La performance settimanale degli indici azionari é nuovamente positiva anche se i progressi sono stati modesti. Il leggero calo del FTSE MIB é un semplice problema temporaneo. La Festa del Ringraziamento in America ha imposto una pausa - settimana prossima é probabile che inizi il tradizionale rally di fine anno. Le premesse, sia tecniche che fondamentali, sono buone. Più le borse salgono senza correggere e più sale la pressione su chi é rimasto fuori. Molti saranno obbligati a comperare unicamente per il fatto che non possono restare fuori dai mercati azionari e sono sottoinvestiti. Entro fine anno i portfolio manager dovranno adattare i portafogli ai profili d'investimento e questo dovrebbe sfociare in ulteriori acquisti e in una accelerazione del rialzo. L'obiettivo a 5000 punti di S&P500 sarà molto probabilmente raggiunto nei prossimi due mesi.

Le performance settimanali degli indici azionari sono state le seguenti:
Eurostoxx50             +0.74% a 4372 punti
SX7E (banche)          +2.34% a 114.87 punti
DAX                         +0.69% a 16029 punti
SMI                          +1.32% a 10879 punti
FTSE MIB                  -0.22% a 29432 punti
S&P500                     +1.00% a 4559.34 punti
Nasdaq100                +0.91% a 15982 punti

In fondo é stata una settimana tranquilla. Dopo i guadagni di lunedì (S&P500 +0.74%) c'é stata martedì una seduta negativa (S&P500 -0.20%) durante la quale i traders sono corsi a comperare puts (CBOE Equity put/call ratio a 1.10) - un chiaro segnale che i traders stanno ancora tentando di shortare il mercato sperando in una netta correzione dopo quasi un mese di ininterrotto rialzo. Mercoledì però hanno ancora predominato gli acquisti (S&P500 +0.41%). Giovedì la borsa di New York é rimasta chiusa. Venerdì molti operatori erano assenti e la seduta é terminata 3 ore prima del solito. L'S&P500 si é mosso in pochi punti (4552-4560 punti) e ha chiuso con un leggero guadagno (+0.06% a 4559.34 punti). I bassi volumi (volume relativo a 0.5) mostrano la scarsa importanza di questa giornata che non merita un'analisi approfondita.
Siamo long azioni e obbligazioni e short USD - evitiamo operazioni di trading in controtendenza sapendo che tentare di indovinare quando ci sarà una correzione intermedia di un paio di punti in percentuale é praticamente impossibile.

Commento del 18-19 novembre

Il rialzo é ora inarrestabile - non ci saranno più correzioni importanti fino all'obiettivo (minimo) finale a 5000 punti di S&P500

Riassunto: Dopo la correzione che si é verificata tra inizio agosto e fine ottobre la tendenza rialzista ha finalmente ripreso il sopravvento. Domenica scorsa, dopo due settimane di rally, ci siamo domandati come le borse potevano reagire di fronte a una situazione di ipercomperato ed eccesso di rialzo a corto termine - gli oscillatori erano troppo in alto e pronti girare. Poteva esserci una correzione intermedia (-2%/-4%) - noi però avevamo escluso questa variante poiché il rialzo sembrava solido con un netto miglioramento degli indicatori di base (66.3% dei titoli sopra la SMA a 50 giorni, Bullish Percent Index sul NYSE a 48.21). Inoltre i fondamentali si stavano sviluppando secondo le nostre previsioni e in particolare l'inflazione era in diminuzione. I tassi d'interesse di mercato in calo (il reddito dell'USTBonds é ulteriormente sceso a 4.44%) non potevano che sostenere i mercati azionari. Pensavamo quindi che doveva solo esserci un consolidamento e una pausa per assorbire gli eccessi. Avevamo però preso in considerazione la possibilità che le borse continuassero a salire senza pausa nel caso in cui la partecipazione fosse migliorata - in effetti finora il rialzo era trascinato da pochi titoli (i magnifici 7) mentre il resto del mercato arrancava. Concretamente si é avverata la variante più positiva - martedì in America sono stati pubblicati dei dati sull'inflazione migliori delle previsioni e la borsa di New York si é involata (S&P500 +1.91%) trascinata dal settore delle piccole e medie imprese (Russell2000/RUT +5.44%). Le borse europee si sono aggregate mentre il resto dei mercati finanziari (divise, obbligazioni, materie prime) si é comportato secondo logica vale a dire l'USD si é indebolito (USD Index sotto il supporto a 104.50 e ora a 103.68 contro i 105.68 di una settimana fà) e i prezzi dei metalli preziosi sono saliti a razzo. Domenica scorsa vi avevamo detto che avevamo comperato il future scadenza dicembre sull'argento a 2222 e già giovedì il nostro primo obiettivo (24 USD/oncia) é stato raggiunto - il future ha toccato un massimo a 2422 (+4.50%). Finalmente abbiamo dei trend evidenti e confermati - i tassi d'interesse scendono, l'USD si svaluta (noi abbiamo un obiettivo sull'USD Index a 90) e i prezzi dei metalli preziosi salgono.
Insomma - settimana scorsa il rialzo delle borse é continuato ignorando i vari ostacoli tecnici (ipercomperato, eccesso di rialzo, resistenza a 4400 punti di S&P500). Questo é un evidente segnale di forza - la partecipazione é in netto miglioramento e il trend dovrebbe rafforzarsi ed accelerare. Molti investitori sono ancora scettici poiché l'economia mondiale sta rallentando e molti Paesi sono sull'orlo della recessione. Le borse però guardano oltre e sono stimolate dal calo dell'inflazione e dei tassi d'interesse. Bisogna quindi ignorare i cattivi dati economici che riguardano il passato, non dare peso ai cali degli utili delle imprese dovuti solo a fattori congiunturali e seguire senza troppe apprensioni le tendenze ora dominanti.
Siamo pienamente investiti sui mercati azionari, siano long in obbligazioni americane ventennali e abbiamo sostanziali posizioni sui metalli preziosi (l'oro é meno volatile e quindi più adatto ad un investimento difensivo ma l'argento ha un maggiore potenziale di rialzo). Assicuriamo con operazioni di cambio a termine l'USD su EUR o CHF (a dipendenza della moneta di riferimento) poiché siamo convinti che la moneta americana debba perdere di valore.
Ribadiamo lo scenario che ripetiamo monotonamente da inizio anno - ci aspettano ancora da 3 a 6 mesi di borse al rialzo spinte da tassi d'interesse al ribasso. Questo rally finirà solo nell'euforia mentre adesso regna ancora tra gli investitori lo scetticismo (Fear&Greed Index a 58 punti (+3)). Il nostro obiettivo di riferimento é a 5000 punti di S&P500 - significa che nella pipeline c'é almeno un ulteriore guadagno del +10%. Il Russell2000 dovrebbe comportarsi decisamente meglio. Quando tutti proveranno a saltare sul carro in corsa cercheranno disperatamente di trovare le azioni di quelle società che sembrano essere rimaste indietro - le migliori opportunità sono nel settore delle piccole e medie imprese. Le borse europee devono comportarsi in maniera simile. Pensavamo che potessero essere penalizzare dall'incremento del cambio EUR/USD (1.0915). Sembra invece che questo handicap possa essere compensato dalla bassa capitalizzazione dei mercati europei rispetto a quelli americani. Concretamente la liquidità ha pochi titoli da comperare e quindi la forte domanda potrebbe far schizzare i prezzi delle azioni europee oltre l'immaginabile.
Il rialzo sarà generalizzato - per evitare di possedere azioni sottoperformanti a causa di risultati trimestrali di singole società estremamente deludenti conviene investire in ETF legati agli indici azionari - chi preferisce investire in settori deve scegliere i settori ciclici e di crescita a discapito di quelli difensivi - già adesso notiamo che l'SMI sottoperforma a causa della presenza nell'indice di troppo alimentari (Nestlé) e farmaceutica (Roche e Novartis).
L'obiettivo a 5000 punti di S&P500 é conservativo e potrebbe essere corretto verso l'alto - molto dipenderà dall'umore degli investitori (sentiment). Un bull market muore unicamente nell'euforia e in un comportamento irrazionale. Pensiamo che l'ottimismo si presenterà unicamente quando l'S&P500 arriverà sul massimo storico a 4800 punti. Passato questo livello tutti si sentiranno obbligati a partecipare al rialzo e finalmente gli analisti e i vari guru consiglieranno di comperare descrivendo un futuro luminoso. È poco probabile che l'accelerazione che seguirà si fermerà a 5000 punti di S&P500...
Ovviamente potrebbe succedere qualcosa di inatteso in grado di fare deragliare il rialzo. È successo nel recente passato con la guerra in Ucraina e con il Covid. Ci vuole però qualcosa di veramente dirompente e con forte impatto sull'economia mondiale per cambiare in maniera radicale lo scenario che si sta delineando. Il conflitto tra Israele e Hamas, pur costituendo una tragedia in particolare per quel che riguarda il numero di vittime civili dalle due parti, non é un evento in grado di influenzare i mercati finanziari.

Le performance settimanali degli indici azionari sono state le seguenti:
Eurostoxx50             +3.38% a 4340 punti
SX7E (banche)          +1.47% a 112.24 punti
DAX                         +4.49% a 15919 punti
SMI                          +1.72% a 10737 punti
FTSE MIB                  +3.49% a 29498 punti
S&P500                     +2.24% a 4514.02 punti
Nasdaq100                +1.98% a 15838 punti

Abbiamo già parlato del rally di martedì (S&P500 +1.91%). Guardiamo ora come é continuata la settimana. Mercoledì le borse hanno marciato sul posto (S&P500 +0.16%) e a prima vista sembra che anche giovedì (S&P500 +0.12%) non sia successo nulla di particolare. Notiamo invece che ci sono state forti vendite sul Russell2000 (-1.52%) Bisognava quindi attendere la seduta di venerdì per capire se si stava preparando una correzione generale o se invece avevamo avuto unicamente delle prese di beneficio sul RUT. Prontamente venerdì il Russell2000 é ripartito al rialzo (+1.35%) cancellando la possibilità che i ribassisti avessero ancora qualcosa da dire. L'S&P500 si é mosso in pochi punti. Ha aperto a 4510 punti, é sceso fino a 4499 punti di minimo, é salito lentamente fino al massimo a 4520 punti e ha chiuso a 4514.02 punti (+0.13%) con un modesto ma significativo guadagno di 5 punti. Significativo poiché l'S&P500 ha terminato tutte le sedute di questa settimana in guadagno portando la performance ad un +2.24% - molto per un indice che potenzialmente aveva le premesse tecniche per correggere. Per tutta la settimana la tecnologia ha seguito docilmente l'S&P500 senza sovraperformare (Nasdaq100 +1.98%) - sembra che gli "altri" 493 titoli possano prendere il testimone dai magnifici 7 e continuare il rialzo dei listini americani con una partecipazione meglio distribuita.
La volatilità VIX é scesa a 13.90 punti - é relativamente bassa con un DSI sui 10 punti - questo non basta però per scatenare una reazione negativa del listino. Il CBOE Equity put/call ratio venerdì era a 0.54 - anche mercoledì abbiamo registrato un valore molto basso (0.48). Questa evidente speculazione al rialzo in un mercato senza una forte tendenza e/o in oscillazione laterale avrebbe provocato una correzione - il fatto però che non ci siano correzioni significative vuol dire che il trend rialzista é talmente forte e dominante che questi eccessi di corto termine non hanno un'influsso. Crediamo che nelle prossime settimane oscillatori, indicatori di ipercomperato come la RSI, indicatori di eccesso di rialzo (come la distanza dalle MM) e gli indicatori di sentiment sul corto termine (VIX, put/call ratio) non forniranno segnali validi. In pratica avemo sempre una situazione dove potenzialmente il mercato potrebbe correggere ma in pratica non succederà nulla. Ancora troppi investitori devono comperare poiché possiedono troppe poche azioni e non possono permettersi di sottoperformare troppo a lungo - ogni ritracciamento verrà comperato.
Probabilmente i ribassisti tenteranno una reazione in prossimità di importanti resistenza (4600 punti e 4800 punti di S&P500, 4475 punti di Eurostoxx50, 16400-16500 punti di DAX). Non dovrebbero però ottenere importanti risultati. Visto che all'S&P500 mancano solo 96 punti ai 4600 punti (poco più del 2%) é possibile che già settimana prossima riprenderemo l'argomento.

Commento dell'11-12 novembre

Il rialzo in America continua - debolezza in Europa - cosa significa il calo in controtendenza del RUT (week -3.15%) ?

Riassunto: Una settimana fà avevamo preso nota dell'impressionante rally che aveva concluso la lunga correzione di medio termine iniziata ad agosto. Da una situazione di ipervenduto e di eccesso di ribasso gli indici azionari avevano realizzato un'inversione di tendenza e si era verificata una prima possente spinta di rialzo con forti guadagni specialmente in America. Questa spinta di rialzo era stata accompagnata e favorita da un sensibile calo dei tassi d'interesse di mercato e da un indebolimento dell'USD. Questa settimana ci aspettavamo un breve ritracciamento prima della prosecuzione del rialzo. Le prime tre sedute della settimana sono state positive (S&P500 +0.18%, +0.28% +0.10%) ma poco convincenti - in effetti i guadagni si sono concentrati nel settore tecnologico mentre nel settore delle PMI rappresentato dal Russell2000 (-1.29%, -0.28%, -1.10%) ci sono state le attese prese di beneficio dopo gli eccezzionali guadagni della settimana precedente (+7.56). Giovedì c'é stata una caduta generale (S&P500 -0.81%, Nasdaq100 -0.82%, RUT -1.57%) che é stata subito controbilanciata nella seduta di venerdì (S&P500 +1.56% a 4415 punti). La prossima settimana sarà decisiva per poter giudicare la forza del trend e per poter capire qual'é il potenziale di rialzo nelle prossime settimane. In effetti gli oscillatori mostrano che a corto termine l'S&P500 é ipercomperato - l'indice si trova nella zona di resistenza intermedia intorno ai 4400 punti. Se il rialzo é molto forte l'S&P500 sarà in grado di ignorare ipercomperato e resistenza e continuare a salire in direzione dei 4600 punti. Questa variante ci sembra poco probabile considerando gli indicatori di partecipazione che mostrano come il rialzo sia ancora limitato a pochi settori e titoli. Se il rialzo però é solido, come pensiamo noi sulla base dei fondamentali e del miglioramento dei dati di base (42.5% dei titoli sopra la SMA a 50 giorni, Bullish Percent Index sul NYSE a 39.81), l'S&P500 dovrebbe unicamente fare una pausa di consolidamento di alcune sedute prima di salire decisamente più in alto. Se invece l'S&P500 corregge e torna sui 4340 punti (MM a 50 giorni e minimo di giovedì) o addirittura ridiscende fino ai 4250 punti (chiusura dei gaps e ritorno sul supporto fornito dalla MM a 200 giorni) é evidente che al rialzo manca di forza e convinzione e quindi bisognerà armarsi di pazienza. La borsa avrà bisogno di tassi d'interesse di mercato decisamente più bassi prima di potersi muovere con decisione al rialzo sopra i 4400 punti. Durante l'ultima settimana sul mercato obbligazionario e valutario abbiamo osservato parecchia volatilità ma per saldo i cambiamenti sono insignificanti. Il reddito dell'USTBond decennale é passato da 4.57% a 4.61% mentre l'USD Index é risalito da 104.91 a 105.68. Il rimbalzo che avevamo previsto una settimana fà si é verificato ma é stato modesto.
Da ultimo giocherà un ruolo importante il sentiment. L'intonazione di fondo é ancora piuttosto pessimistica con molti investitori istituzionali sottoinvestiti. Nelle ultime due settimane é stato però un evidente miglioramento degli indicatori legati al trading (VIX a 14.17 punti, -1.12) e quindi viene a mancare la spinta fornita dal short covering di tipo speculativo. Sono impressionanti gli sbalzi del CBOE Equity put/call ratio che riesce a passare dai 0.65 di martedì ai 1.18 e 1.09 di mercoledì e venerdì. Abbiamo l'impressione che troppi traders pensano che i 4400 punti di S&P500 saranno in grado di respingere l'indice e farlo ricadere decisamente più in basso. Spesso il mercato si comporta in maniera da ingannare gli speculatori e quindi non saremmo sorpresi se l'S&P500 fosse in grado di salire fino a 4600 punti sullo slancio e con il supporto del Russell2000. Ci sono molti argomenti per stare long ed evitare qualsiasi speculazione short. Vi ricordiamo che sui 4600 punti si situa il massimo annuale, poco sopra i 4800 punti c'é il massimo storico mentre il nostro obiettivo per questo rialzo é a 5000 punti.
Insomma - lo sviluppo della borsa nelle prossime 5 sedute ci dirà come deve continuare questo rialzo. Osserveremo con particolare interesse l'indice Russell2000 che tecnicamente si trova in una situazione particolare - ha già corretto e non é ipercomperato. Dovrebbe quindi ripartire per primo al rialzo e mostrare forza relativa. Considerando il comportamento del mercato negli ultimi mesi e le caratteristiche del Russell2000 (molto sensibile alle variazioni dei tassi d'interesse) ci sembra difficile che questo indice possa prendere la leadership ma l'analisi tecnica mostra che questa variante é possibile e auspicabile.
I prezzi dei metalli preziosi sono scesi - oro e argento sembrano però aver completato una correzione intermedia e ci aspettiamo che a breve riprendano il rialzo verso dei nuovi massimi annuali. Il petrolio, malgrado il balzo di venerdÌ (WTI a 77.17 USD/oncia, +1.43) é in una tendenza ribassista da fine settembre quando aveva toccato i 95 USD - questo sostiene il nostro scenario macroeconomico disinflazionista.

Le performance settimanali degli indici azionari sono state le seguenti:
Eurostoxx50             +0.52% a 4197 punti
SX7E (banche)          -0.07% a 110.61 punti
DAX                         +0.30% a 15234 punti
SMI                          -0.23% a 10555 punti
FTSE MIB                  -0.59% a 28504 punti
S&P500                     +1.31% a 4415.24 punti
Nasdaq100                +2.84% a 15529 punti

La seduta di venerdì ha sorpreso tutti quelli, noi compresi, che dopo la caduta di giovedì si aspettavano un'altra seduta negativa. In effetti durante la giornata le borse europee erano deboli e non sembrava che l'America potesse dare impulsi positivi. L'S&P500 ha aperto in guadagno a 4364 punti ma per le 16.40 era caduto praticamente in pari a 4353 punti. Poi é iniziata la rimonta - a balzi regolari l'Indice é salito, trascinato dal Nasdaq100 (+2.25%) e accompagnato da DJTransportation (+1.12%) e RUT (+1.07%) fino a 4418 punti ed ha chiuso a 4415.24 punti (+1.56%). Chi si aspettava una reazione negativa a partire della resistenza intermedia a 4400 punti é rimasto deluso e molti sembrano ancora essere short nella speranza che la caduta sia solo rimandata. Il Fear&Greed Index é salito di poco a 42 punti (+1) mentre i Summation Index continuano a migliorare. La seduta al NYSE é stata positiva con A/D a 6477 su 2545, NH/NL a 357 (pochi) su 729 e volume relativo a 1.05. Tecnicamente la debole partecipazione non ci piace per niente ma sappiamo che questa può migliorare - non é una ragione sufficiente per un fallimento del rialzo anche se é un segno di debolezza che favorisce una correzione. In generale però regna uno scetticismo che nei prossimi mesi non può che alimentare questo rialzo a cui nessuno crede.
Noi però ci crediamo e siamo pienamente investiti in azioni nel rispetto dei profili d'investimento. Favoriamo l'America all'Europa.
Venerdì abbiamo comperato argento (future dic a 2222) per effettuare di una breve operazione speculativa long con obiettivo minimo a 24 USD e ideale sui 25 USD.    

Breve commento del 4-5 novembre

È partito il rialzo che porterà l'S&P500 ad un nuovo massimo storico sui 5000 punti

Questo fine settimana ho una riunione di famiglia e una festa di compleanno. Non ho il tempo di effettuare un'analisi dettagliata e quindi mi limito ad un breve aggiornamento. Eventualmento aggiungerò ulteriori informazioni nella giornata di lunedì.

Le performance settimanali degli indici azionari sono state le seguenti:
Eurostoxx50             +4.04% a 4174 punti
SX7E (banche)          +3.47% a 110.69 punti
DAX                         +3.42% a 15189 punti
SMI                          +2.48% a 10579 punti
FTSE MIB                  +5.08% a 28674 punti
S&P500                     +5.85% a 4358.34 punti
Nasdaq100                +6.48% a 15099 punti

Finalmente tutti i pezzi del puzzle stanno andando al loro posto - si é verificata l'attesa inversione di tendenza.
I tassi d'interesse di mercato stanno calando - il reddito dell'USTBond decennale é sceso a 4.57% (-0.10%) dopo che una decina di giorni fà era brevemente salito sopra il 5%. Il calo dei redditi delle obbligazioni ha scatenato un rally da short covering sulle borse - gli indici azionari erano ipervenduti e in eccesso di ribasso e la reazione é stata estremamente violenta. In America abbiamo avuto 5 sedute di forti rialzi con alti volumi di titoli trattati. Il miglior indice é stato quello precedentemente più venduto e più sensibile ai tassi d'interesse - la performance settimanale del Russell2000 (PMI americane) é uno stratosferico +7.56%.
L'USD si sta indebolendo - l'USD Index é caduto a 104.91 mentre il cambio EUR/USD é salito a 1.0730 - sono stati superati importanti supporti (o resistenze a seconda di come si guarda il cambio) e l'USD dovrebbe perdere ulteriormente terreno - come prevediamo da mesi l'USD Index dovrebbe cadere decisamente sotto 100 permettendo agli indici azionari americani di sovraperformare quelli europei almeno in termini nominali.
A breve in borsa dovrebbe esserci una modesta correzione intermedia o ritracciamento di un paio di punti in percentuale. Questo perché la prima spinta di rialzo dal minimo é stata imponente e poiché intorno ai 4.60% ci aspettiamo un rimbalzo del reddito dell'USTBond decennale (per completare una testa e spalle ribassista).
Siamo però convinti che la lunga correzione dei mercati azionari iniziata ad agosto é terminata e che questa spinta di rialzo continuerà per mesi. Probabilmente l'S&P500 salirà senza pause significative intorno ai 4600 punti dove si situa l'attuale massimo annuale. In seguito, verosimilmente dopo una correzione di medio termine, il rialzo dovrebbe proseguire in direzione dei 5000 punti, obiettivo finale del bull market. Le borse europee e mondiali saliranno insieme alla borsa americana - ci aspettano ancora da 3 a 6 mesi di festa.
Restiamo convinti long sui mercati azionari e siamo investiti in obbligazioni in USD a lungo termine.
 
Commento del 28-29 ottobre

Svendita in America mentre l'Europa resiste - segnali positivi da tassi d'interesse, CHF e metalli preziosi

Riassunto: Domenica scorsa avevamo preso nota del ripulisti (wash out) che si era verificato sui mercati azionari europei. Avevemo rimarcato la forza relativa della borsa americana e avevamo fatto dei paralleli con lo sviluppo della situazione in Europa. Era evidente che l'S&P500 (-0.48% a 4117.37 punti) doveva scendere sotto i 4216 punti ma avevamo escluso la possibilità di una caduta fino ai 3800 punti seguendo l'esempio europeo. Pensavamo che un reversal fosse vicino ma eravamo convinti che prima dovesse ancora esserci una breve spinta di ribasso.
Questa settimana le borse sono ulteriormente scese. In Europa le perdite sono modeste - in America invece c'é stata una svendita (S&P500 performance settimanale -2.53%) dopo un tentativo di rimbalzo nelle prime due sedute della settimana (S&P500 lu -0.17% e ma +0.73%). Sembra quindi che gli investitori americani abbiano gettato la spugna con una settimana di ritardo rispetto agli europei. Ora abbiamo nuovamente una situazione di ipervenduto, eccesso di ribasso e panico tra gli investitori (Fear&Greed Index a 24 punti (-2)). Lentamente però appaiono delle divergenze positive - il numero di nuovi minimi (NL) non aumenta più malgrado l'ulteriore calo degli indici e la pressione di vendita é in diminuzione. I Summation Index continuano a scendere ma il momentum é in calo e sembra delinearsi una formazione di base. Allargando lo sguardo notiamo che il Franco Svizzero si é indebolito (EUR/CHF a 0.9536 contro 0.9452 di venerdì scorso) a riprova che la tensione sui mercati finanziari dovuta al conflitto tra Israele e Hamas diminuisce. Nel frattempo i metalli preziosi continuano a dare il buon esempio e l'oro (2006 USD/oncia) venerdì sera in chiusura ha superato la barriera psicologica dei 2000 USD/oncia.
Arriviamo infine al mercato obbligazionario che secondo noi costituisce la chiave per capire come potrebbe evolvere la situazione nei prossimi mesi. Sapete che secondo noi i tassi d'interesse di mercato devono scendere poiché l'inflazione é in calo e l'economia sta rallentando. In effetti alcuni Paesi europei come la Germania sembrano sull'orlo della recessione. Invece in America il PIL continua a crescere grazie ad un aumento della spesa statale senza precedenti - abbiamo sottostimato l'effetto della spesa pubblica che finora compensa ampiamente la frenata causata dalla stretta monetaria voluta dalla FED. La conseguenza é che i tassi d'interesse sull'USD ancora non scendono e questo ritarda la ripresa del rialzo delle borse. Una settimana fà il reddito dell'USTBond decennale era brevemente salito sopra il 5% - questo venerdì il reddito é tornato a 4.84% (-0.08%). Insomma - il rialzo dei tassi d'interesse é finito ma é ancora troppo presto per parlare d'inversione di tendenza. Osservando il grafico arriviamo alla conclusione che ci vuole una caduta sotto i 4.58% per poter finalmente parlare di calo dei tassi d'interesse e per far partire la prossima spinta di rialzo a medio termine dei mercati azionari.

Le performance settimanali degli indici azionari sono state le seguenti:
Eurostoxx50             -0.25% a 4014 punti
SX7E (banche)          -0.01% a 106.97 punti
DAX                         -0.30% a 14687 punti
SMI                          -0.24% a 10323 punti
FTSE MIB                  -0.25% a 27287 punti
S&P500                     -2.53% a 4117.37 punti
Nasdaq100                -2.60% a 14180 punti

Durante la settimana numerose sedute di borsa sono iniziate bene per concludersi male - spesso dopo un iniziale ottimismo sono riapparsi i venditori e gli indici hanno chiuso in calo. La seduta di mercoledì é stata pessima (S&P500 -1.43%) con perdite in tutti i settori. Nelle altre ci sono sempre stati degli aspetti positivi (gio S&P500 -1.18 ma Russell2000 +0.34%) - gli investitori hanno reagito violentemente alla pubblicazione dei risultati trimestrali sia positivi (Microsoft, Amazon, Intel) che negativi (Google, Meta).
La seduta di venerdì non é stata un'eccezzione. L'S&P500 ha aperto in positivo a 4153 punti. È sceso inizialmente a 4131 punti ed é risalito fino a 4156 punti. Dopo la chiusura in Europa é sceso in maniera piuttosto regolare fino al minimo a 4103 punti. Sul finale é rimbalzato a 4117.37 punti (-0.48%). Il Nasdaq100 é salito a 14180 punti (+0.50%) grazie a Intel (+9.19%), Amazon (+6.83%) e il rimbalzo di Meta (+2.91%) dopo la pesante caduta di giovedì. Il Russell2000 ha raggiunto il minimo annuale a 1636 punti (-1.21%) con una perdita annuale del -7.06% - questo settore ci preoccupa...
La seduta al NYSE é stata negativa con A/D a 2438 su 5938, NH/NL a 163 su 1594 e volume relativo a 1.05. la volatilità VIX é salita a 21.27 punti (+0.59), il CBOE Equity put/call ratio resta alto a 0.82 e il Fear&Greed Index a 24 punti segnala panico.
La tendenza di fondo é al ribasso con il 15.7% dei titoli sopra la SMA a 50 giorni e il Bullish Percent Index sul NYSE a 29.42. I Summation Index sono in calo.
Insomma - trend e momentum sostengono ancora la tendenza ribassista iniziata ad agosto. Partecipazione e sentiment suggeriscono la possibilità che siamo vicini ad un'inversione di tendenza. Questa variante positiva viene sostenuta dal comportamento dei tassi d'interesse, dei cambi e dei prezzi dei metalli preziosi.
Per i prossimi mesi siamo costruttivi - long azioni, oro/argento e obbligazioni di lungo termine in USD.

Commento del 21-22 ottobre

La guerra provoca un inatteso ripulisti (wash out) - i mercati azionari si apprestano a copiare i metalli preziosi

Riassunto: Pensavamo che la guerra tra Israele ed Hamas avrebbe avuto un impatto limitato sui mercati finanziari. Sembra che ci siamo sbagliati - nella scorsa settimana gli investitori hanno perso i nervi e hanno venduto praticamente tutto (azioni, obbligazioni) con l'eccezione dei beni rifugio. Gli indici azionari sono crollati con vendite in tutti i settori. Sono saliti i tassi d'interesse - il reddito dell'USTBond decennale é lievitato in 5 sedute da 4.63% a 4.93% - giovedì ha sfiorato la barriera psicologica del 5%. Anche in Europa, malgrado i segnali recessivi, il reddito del Bund decennale si é impennato dal 2.72% al 2.89%. Quello che consideriamo il nostro termometro di crisi, il Franco Svizzero, si é ulteriormente rafforzato (EUR/CHF da 0.9481 a 0.9452). Infine i prezzi dei metalli preziosi hanno nuovamente guadagnato terreno - l'oro é schizzato a 1981 USD/oncia dai 1932 USD di una settimana fà.
Restiamo un attimo sull'oro. Il rally é iniziato due giorni prima dell'attacco terroristico di Hamas contro Israele da una situazione di ipervenduto, eccesso di ribasso ed estremo pessimismo. La guerra potrebbe aver alimentato il rialzo ma é probabile che il prezzo dell'oro sarebbe salito in ogni caso. Anche l'argento, che ha meno valore di bene rifugio, si comporta alla stessa maniera. Vediamo un evidente parallelo tra la situazione tecnica di oro e argento di due settimane fà con quella odierna dell'S&P500 americano (-1.26% a 4224.16 punti).
Settimana scorsa si é verificata una brutta rottura al ribasso degli indici azionari europei (Eurostoxx50 -1.61% a 4024 punti) che hanno fatto segnare venerdì dei nuovi minimi della correzione iniziata ad agosto. Ci avviciniamo ai minimi della correzione di marzo. Ora bisogna vedere come si comporterà la borsa americana che finora mostra una certa forza relativa. L'S&P500 é sceso a 4224.16 punti - non ha ancora superato al ribasso il minimo del 3 ottobre a 4216 mentre ha bucato la MM a 200 giorni che scorre a 4233 punti. In genere questi supporti non reggono - pensiamo di conseguenza che in ogni caso debba verificarsi una rottura al ribasso sotto i 4216 punti. La domanda é ora se l'indice deve cadere fino al minimo di marzo a 3808 punti (copiando gli europei) prima di toccare il fondo e risalire. Un'ulteriore caduta di un -10% ci sembra altamente improbabile considerando il ciclo e il sentiment che già sfiora il panico (Fear&Greed Index a 26 punti, -2). Il ciclo ci mostra che il rialzo dei tassi d'interesse dovrebbe essere alla fine - in ogni caso il DSI é talmente basso (balla poco sopra i 10 punti) che a questo punto deve esserci un rimbalzo dei Bond che per logica conseguenza deve dare una boccata d'ossigeno ai mercati azionari. La nostra ipotesi é quindi che l'S&P500 deve terminare la correzione iniziata ad agosto con una falsa marginale rottura al ribasso sotto 4200 punti. Abbiamo un'ulteriore elemento a sostegno di questa ipotesi - lentamente l'USD si sta indebolendo. Questa settimana l'USD Index é scivolato a 105.98 mentre il cambio EUR/USD é salito a 1.0595. Il cambiamento é di poco conto ma é la direzione che conta - come i metalli preziosi anche l'USD da inizio ottobre ha cambiato tendenza e perde lentamente di valore. Ora l'inversione di tendenza dovrebbe estendersi ai mercati obbligazionari e azionari - pensiamo che possa essere una questione di giorni.
Per il momento però la tendenza di fondo é ancora al ribasso (17.9% dei titoli sopra la SMA a 50 giorni, Bullish Percent Index sul NYSE a 34.21, Summation Index in calo) e quindi é meglio aspettare ulteriori divergenze positive prima di poter diventare nuovamente rialzisti sui mercati azionari.
Riassumendo il quadro tecnico generale é fosco e per ora la correzione di agosto continua. La costellazione tecnica favorisce ora un reversal su azioni e bonds - teniamo gli occhi aperti. Ricordiamo però che fino a quando l'inversione di tendenza non si é verificata sono il trend e il momentum a dominare. La situazione può cambiare velocemente come hanno dimostrato in maniera esemplare questo mese oro e argento.  

Le performance settimanali degli indici azionari sono state le seguenti:
Eurostoxx50             -2.66% a 4024 punti
SX7E (banche)          -4.69% a 106.99 punti
DAX                         -2.56% a 14798 punti
SMI                          -5.06% a 10348 punti
FTSE MIB                  -3.12% a 27357 punti
S&P500                     -2.39% a 4224.16 punti
Nasdaq100                -2.90% a 14560 punti

Lunedì i mercati azionari hanno avuto una seduta positiva (S&P500 +1.05%) grazie alla buona chiusura del venerdì precedente e al fatto che l'offensiva di Israele a Gaza non fosse ancora iniziata. La tregua sui mercati finanziari é stata però di breve durata - il rimbalzo si é esaurito martedì (S&P500 -0.01%) e nei giorni seguenti sono prevalse le vendite (S&P500 -1.34%, -0.85% e -1.26% a 4224.16 punti). Sulla seduta di venerdì c'é poco da dire - gli indici, in Europa e in America, hanno chiuso sul minimo giornaliero e con pesanti perdite.
La seduta al NYSE é stata negativa con A/D a 2141 su 6217, NH/NL a 110 su 1628 e volume relativo a 1.05. La volatilità VIX é salita a 21.71 punti (+0.31), il CBOE Equity put/call ratio era alto a 0.87 e il Fear&Greed Index é caduto a 26 punti (-2), vicino a quei 25 punti che segnalano l'inizio del panico. In questa seduta vediamo pochissimi segnali costruttivi - notiamo unicamente il guadagno del DJTransportation (+0.10%). C'é un'evidente situazione di ipervenduto ed eccesso di ribasso. Come sapete questa é una buona premessa per un'inversione di tendenza ma non una garanzia. Il quadro politico ed economico resta negativo - d'altra parte sappiamo che i solidi minimi si formano quando prevale il pessimismo, tutti sono convinti che le borse debbano ulteriormente scendere e nessuno osa comperare. Crediamo che il momento é vicino e guardiamo da vicino i Bonds (con venerdì una bella candela verde sul decennale americano)  e il CHF per scorgere divergenze positive.

Commento del 14-15 ottobre

La guerra tra Hamas e Israele crea confusione sui mercati finanziari ma non cambia l'impostazione di base

Riassunto: Il nostro scenario per i prossimi mesi é conosciuto da tempo. Ci aspettiamo che il rallentamento della crescita economica e il calo dell'inflazione facciano scendere i tassi d'interesse di mercato. Questo effetto insieme alla fine della politica monetaria restrittiva da parte delle Banche Centrali dovrebbe far scorrere la liquidità nuovamente in direzione dei mercati azionari. Il pessimismo e la sottoponderazione delle azioni nei portafogli degli investitori privati e internazionali dovrebbe alimentare un primo possente rally. Il rialzo dovrebbe poi proseguire grazie ad un rinnovato ottimismo ed al momentum - il nostro obiettivo di riferimento é un nuovo massimo storico dell'S&P500 sui 5000 punti. Il differenziale dei tassi d'interesse dovrebbe sfavorire il dollaro americano che dovrebbe indebolirsi. Questo aiuterà il rialzo della borsa americana. Con questa costellazione dovrebbe verificarsi anche un netto aumento dei prezzi dei metalli preziosi. Ovviamente osserviamo qualsiasi movimento significativo e conforme alle nostre aspettative di uno di questi mercati finanziari nella speranza che il resto debba poi seguire e confermare il nostro scenario.
Questa settimana c'é stata una diminuzione dei tassi d'interesse di mercato - il reddito dell'US Treasury Bond decennale é sceso mercoledì a 4.58% e ha terminato venerdì a 4.63% (-0.07%). C'é stato un rally dei prezzi dei metalli preziosi con guadagni settimanali dell'ordine del +5% (oro da 1832 a 1932 USD/oncia). Le borse invece lanciano segnali misti - sono salite fino a metà settimana ma poi hanno decisamente perso terreno - la borsa americana ha chiuso con una performance settimanale di poco positiva (S&P500 a 4327.78 punti, performance settimanale +0.45%) mentre il risultato in Europa é misto (a causa della forza del settore bancario). Il problema é che non sappiamo se e come questi movimenti sono stati provocati o influenzati dal conflitto tra Hamas e Israele. Normalmente quando spirano i venti di guerra gli investitori si spaventano e cercano sicurezza - vendono azioni e comprano beni rifugio come obbligazioni di prima qualità, oro o monete stabili come il Franco Svizzero. Il conflitto potrebbe quindi aver spinto gli investitori a comperare USTreasury Bonds (come suggerito nel commento del 7-8 ottobre) e metalli preziosi. Questa ipotesi verrebbe ulteriormente sostenuta dalla forza del Franco Svizzero (il cambio EUR/CHF é caduto da 0.9633 a 0.9481 - un crollo di circa il -1.5%!).
Insomma - si sta delineado il nostro scenario o quanto osservato settimana scorsa sui mercati finanziari é solo la conseguenza della guerra in Medio Oriente? Non lo sappiamo ma probabilmente i due effetti si mischiano e si sovrappongono. Nella prima parte della settimana le borse sono a sorpresa salite (S&P500 lu +0.63%, ma +0.52% e me +0.43%) - questi acquisti malgrado quanto sta accadendo tra israeliani e palestinesi sembrano confermare la nostra tesi. Nella seconda parte della settimana ha però prevalso la paura con un netto calo delle borse (S&P500 gio -0.62% e ve -0.50%) e un'impennata di petrolio (ve +5.80%), oro (ve +3.34%), argento (ve +4.26%) e Franco Svizzero (ve +0.66% contro USD). L'unico aspetto decisamente costruttivo della giornata di venerdì é che non si é verificato un crollo delle borse - i cali sono stati moderati e gli indici hanno chiuso sensibilmente sopra i minimi giornalieri.
Malgrado che questa settimana sia stato poco convincente, non abbiamo argomenti validi per abbandonare il nostro scenario costruttivo. Il rialzo di fine anno fatica a partire e svilupparsi ma fino a quando i minimi di settembre non vengono rotti al ribasso sembra che le borse sono ancora in un periodo di accumulazione. Settimana scorsa c'erano parecchi motivi per un'ondata di vendite ma bisogna ammettere che gli indici azionari si sono comportati piuttosto bene e hanno retto l'urto. Non prendiamo nota solo dei segnali costruttivi ma osserviamo con apprensione anche quelli negativi e in particolare i settori decisamente deboli. Il Russell2000 (ve -0.84% a 1719 punti, performance settimanale -1.65%) é vicino al minimo annuale e rischia una brutta rottura al ribasso. I nostri indicatori di base (solo il 20.2% dei titoli USA é sopra la SMA a 50 giorni, il Bullish Percent Index sul NYSE é a 36.65) mostrano che il trend é al ribasso e non migliorano. Ci sono quindi buoni argomenti tecnici per una continuazione lenta e regolare di questa fase di ribasso iniziata ad agosto. Il sentiment é però talmente negativo (Fear&Greed Index a 29 punti (-6)) che un crash non appare come una valida opzione. Secondo noi la correzione di agosto-inizio ottobre é praticamente finita e siamo vicini ad un'inversione di tendenza - in fondo é normale che gli indicatori siano pessimi quando le borse sono vicine ad un minimo significativo o hanno appena cambiato direzione come sospettiamo noi.
 
Le performance settimanali degli indici azionari sono state le seguenti:
Eurostoxx50             -0.22% a 4136 punti
SX7E (banche)          +1.05% a 112.26 punti
DAX                         -0.28% a 15186 punti
SMI                          +0.58% a 10900 punti
FTSE MIB                  +1.53% a 28237 punti
S&P500                     +0.45% a 4327.78 punti
Nasdaq100                +0.14% a 14995 punti

La seduta di venerdì é stata deludente. Sembra che gli investitori abbiano perso il coraggio mostrato nella prime tre sedute della settimana e abbiano gettato la spugna di fronte al flusso ininterrotto di notizie negative che ruotano intorno alla guerra tra Hamas e Israele. Notiamo unicamente, come segnale contrarian e incoraggiante, che gli indicatori di sentiment sono nettamente peggiorati (p.e. VIX a 19.32 punti, +2.63!) malgrado il modesto calo della borsa americana. È stata però una seduta molto volatile con un range di 65 punti sull'S&P500.
L'S&P500 ha aperto in guadagno a 4368 punti ed é salito fino a 4377 punti. Poi é arrivata una prima spinta di ribasso fino a 4323 punti. L'indice é rimbalzato e a metà seduta era a 4344 punti. Una seconda spinta di ribasso é finita alle 19.30 sul minimo giornaliero a 4312 punti. L'indice ha recuperato ed é poi oscillato fino alla chiusura (4327.78 punti, -0.50%) intorno ai 4325 punti. La seduta al NYSE é stata negativa con A/D a 3035 su 5271 e NH/NL a 252 su 1193 (molti NL ma pensavamo che potessero essere molti di più considerando la debolezza del Russell2000 (-0.84% a 11719 punti)) e volume relativo a 1.0. il CBOE Equity put/call ratio era a 0.70 dopo gli alti valori dei due precedenti giorni (1.04 e 0.80) - considerando solo questo indicatore sembra che settimana prossima ci debba essere per lo meno un forte rimbalzo tecnico (+2%-+3%). A fine giornata avevamo l'amaro in bocca ma oggettivamente poteva andare peggio.
Teniamo d'occhio il CHF - é l'unico puro rilevatore di crisi - se si indebolisce significa che gli investitori non si lasciamo più psicologicamente influenzare dalla guerra ma sono nuovamente disposti a prendere decisioni sulla base dei fondamentali. A questo punto i mercati azionari dovrebbero risollevarsi...

Commento del 7-8 ottobre

Il top sui tassi d'interesse dovrebbe innescare il rialzo di fine anno - il reversal di venerdì é significativo

Riassunto: La correzione intermedia iniziata ad agosto sembra non voler finire. L'incremento dei tassi d'interesse di mercato é stato superiore alle nostre aspettative - il reddito dell'US Treasury Bond decennale ha raggiunto questa settimana il 4.81%. L'economia nei Paesi occidentali rallenta e i dati suggeriscono che una recessione potrebbe già essere iniziata. Malgrado questo raffreddamento della congiuntura e un calo dell'inflazione, l'attesa inversione di tendenza sui Bonds non si é ancora verificata. Per questa ragione gli indici azionari scivolano verso il basso. I danni sono contenuti - l'S&P500 (+1.18% a 4308.50 punti) é sceso in poco più di due mesi dai 4600 punti fino a sfiorare i 4200 punti - una correzione di quasi il 10%. Settimana scorsa sono finalmente giunti dei segnali positivi. L'ipervenduto e l'eccesso di ribasso insieme a un sentiment pessimo (il Fear&Greed Index ha raggiunto martedì i 17 punti) ha provocato una stabilizzazione. Venerdì, malgrado dei dati sul mercato del lavoro migliori delle attese e un aumento del reddito del USTB decennale (+0.06% a 4.78%), c'è stato un inatteso reversal e un rally che ha permesso agli indici azionari americani di terminare la settimana con una performance positiva. A questo punto siamo confrontati con segnali tecnici contradditori. Secondo gli indicatori di base (17.7% delle azioni USA sopra la SMA a 50 giorni - Bullish Percent Index sul NYSE a 34.45) il trend di base é al ribasso. Però numerosi mercati mostrano che la tendenza dovrebbe essere vicina alla fine e un'inversione si sta profilando. Il prezzo del petrolio, che a fine settembre era tornato a 95 USD/barile (WTI) é ricaduto a 82.79 USD. L'argento venerdì ha avuto un rally del +3.55%. Il cambio EUR/USD ha toccato un minimo a 1.0448 ed é risalito venerdì a 1.0588. I Bonds USA tra mercoledì e venerdì hanno mostrato un tentativo di base con un doppio minimo - hanno chiuso le ultime tre sedute lontani dal minimo giornaliero. Tornando al mercato azionario riappare la forza relativa del settore tecnologico dove finalmente il Summation Index sul Nasdaq é tornato a salire. I NL non aumentano più - segno che la pressione di vendita sta sparendo.
Insomma - numerosi segnali suggeriscono che almeno a breve i mercati azionari e obbligazionari hanno toccato il fondo. Ancora non sappiamo se adesso avremo unicamente un breve rimbalzo tecnico o se invece sta iniziando il rialzo di fine anno. L'analisi tecnica non ci fornisce una risposta. Dobbiamo quindi affidarci al quadro macroeconomico per prendere le nostre decisioni d'investimento. È evidente che la crescita economica é in calo insieme all'inflazione - quindi presto o tardi i tassi d'interesse di mercato devono scendere. Secondo noi questo momento é vicino. Anche le Banche Centrali prevedono di fare una pausa nel rialzo dei tassi d'interesse di riferimento in attesa dello sviluppo della situazione. Appena il reddito delle obbligazioni comincerà a scendere la liquidità ricomincerà a scorrere in direzione dei mercati azionari e l'attuale pessimismo provocherà un possente short squeeze. Pensiamo che il movimento sarà dinamico e considerando la durata della correzione intermedia é possibile che non ci saranno più correzioni fino al raggiungimento di un nuovo massimo storico da parte dell'S&P500. Manteniamo il nostro obiettivo a 5000 punti anche se ormai sembra difficile che l'indice possa guadagnare 700 punti (+16%) in meno di tre mesi.

Sabato i palestinesi di Hamas hanno attaccato Israele. Le Stato ebraico ha dichiarato di essere in guerra con i terroristi di Hamas e sta scatenando una controffensiva. È difficile dire se questa tragedia avrà delle conseguenze negative sui mercati finanziari. Poiché le strutture petrolifere non vengono danneggiate, come é avvenuto in precedenti conflitti nel Medio Oriente, é probabile che le conseguenze economiche siano praticamente nulle (al di fuori di Israele). Ci potrebbero essere delle ripercussioni politiche e psicologiche - riteniamo però che l'effetto negativo sarà modesto sia in ampiezza che in durata. Poiché gli investitori potrebbero nell'incertezza comperare obbligazioni di Stato, la conseguenza per assurdo potrebbe proprio essere quell'effetto che aspettiamo da tempo - un calo dei tassi d'interesse di mercato. Il rialzo delle borse dovrebbe poi seguire - eventualmente con alcuni giorni o settimane di ritardo una volta che la situazione in Medio Oriente sarà chiara. Non crediamo che Hamas abbia sufficienti risorse per una guerra di lunga durata contro Israele - dovrebbe limitarsi ad attacchi terroristici con un notevole effetto psicologico. Purtroppo questo comporterà perdite di vite umane da entrambe le parti con un pesante bilancio per i civili. Un disastro che ci addolora profondamente.

Le performance settimanali degli indici azionari sono state le seguenti:
Eurostoxx50             -0.71% a 4144 punti
SX7E (banche)          -0.68% a 111.09 punti
DAX                         -1.02% a 15229 punti
SMI                          -1.15% a 10837 punti
FTSE MIB                  -1.53% a 27810 punti
S&P500                     +0.48% a 4308.50 punti
Nasdaq100                +1.75% a 14973 punti

La seduta di venerdì ha avuto un esito sorprendente. I dati sul mercato del lavoro pubblicati alle 14.30 era migliori del previsto. I mercati finanziari hanno reagito con un'impennata dei tassi d'Interesse e una caduta dell'S&P500 (future) fino a 4210 punti. Poi é arrivato l'inatteso recupero. L'S&P500 ha aperto alle 15.30 in calo a 4241 punti, ha ancora avuto una fase di debolezza con un minimo giornaliero a 4219 punti per poi involarsi e raggiungere i 4305 punti verso le 18.00. Dopo un consolidamento l'indice é salito fino a 4324 punti per infine scivolare sul finale a 4308.50 punti (+1.18%). La seduta al NYSE é stata positiva con A/D a 5785 su 2516, NH/NL a 251 su 1135 e volume relativo a 1.05. La tecnologia (Nasdaq100 +1.70%) si é distinta. La volatilità VIX é scesa a 17.45 (-1.04), il CBOE Equity put call ratio, dopo giorni sui 0.80 con una puntata a 1.11 mercoledì, é tornato ad un "neutro" 0.68 e il Fear&Greed Index é risalito a 29 punti (+5). Il sentiment é in generale pessimo con molti investitori con troppe poche azioni rispetto ai profili d'investimento.
Una seduta del genere dovrebbe avere una continuazione al rialzo all'inizio di settimana prossima. C'é però l'incognita creata dal conflitto Israelopalestinese. Pensiamo di conseguenza che la prossima settimana potrebbe iniziare con un aumento dei prezzi del petrolio, un'impennata dell'USD e un calo delle borse di un paio di punti in percentuale. L'effetto negativo dovrebbe però essere modesto e di breve durata.

Breve aggiornamento del 29 settembre

Minimo a 4238 punti di S&P500 - vedremo tra pochi giorni se adesso c'é solo un rimbalzo o inizia una possente spinta di rialzo

Questo weekend sono nuovamente assente. Di conseguenza pubblico oggi, venerdì 29 settembre, un breve aggiornamento della situazione che questa settimana ha finalmente avuto uno sviluppo significativo. Mercoledì 27 settembre la borsa americana ha toccato un minimo a 4238 punti di S&P500 - questo minimo é sicuramente un solido minimo di corto termine al quale deve seguire un rimbalzo di almeno tre giorni. Il rimbalzo potrebbe durare al massimo 10 giorni e far risalire l'S&P500 sui 4400 punti. Questa variante é valida se il trend dominante é al ribasso o neutro. Conoscete però il nostro scenario di base - secondo noi la borsa americana é ancora in un bull market e adesso dovrebbe essere iniziata la spinta finale che deve portare l'S&P500 nei prossimi mesi a toccare un nuovo record storico sui 5000 punti.
Come possiamo sapere se quello appena iniziato é solo un rimbalzo o l'inizio di una sostanziale spinta di rialzo di medio termine? Nell'immediato dobbiamo osservare come si sviluppa il mercato nel suo complesso. Il rialzo della borsa deve essere accompagnato da un calo dei tassi d'interesse di mercato, da un indebolimento dell'USD e da un rally dei prezzi delle materie prime (con l'eccezione del comparto  energia), in particolare dei metalli preziosi.
Mercoledì scorso il mercato azionario era fortemente ipervenduto a corto termine e gli investitori erano vicini al panico (Fear&Greed Index a 24 punti, CBOE Equity put call ratio a 0.94). Appena questi eccessi saranno compensati dobbiamo vedere se il mercato si imballa o se invece il rialzo si rafforza con buona partecipazione. Il rialzo non dovrebbe essere limitato al comparto tecnologia ma coinvolgere lentamente tutto il listino - sotto questo aspetto é confortante il fatto che mercoledì (+0.98%) e giovedì (+0.87%) sia stato il Russell2000 l'indice con la migliore performance.
Insomma - bisogna per lo meno aspettare fino a metà di settimana prossima per sapere se avremo solo un rimbalzo tecnico da ipervenduto o se invece é partito l'atteso rialzo fino a fine anno. Noi evidentemente siamo positivi e restiamo convinti long su azioni e obbligazioni in USD di lungo termine. Al rialzo devono partecipare anche i mercati azionari europei - negli ultimi giorni i dati sull'inflazione nei Paesi europei sono crollati e quindi la situazione monetaria dovrebbe nuovamente giocare in favore di azioni e obbligazioni.

Breve aggiornamento del 26 settembre

Il pivot si allontana

Da settimane aspettiamo che i tassi d'interesse di mercato smettano di salire. Secondo gli indicatori tecnici, specialmente per quel che riguarda il sentiment, il momento dovrebbe essere vicino. Invece i trends partiti a metà luglio non sembrano voler finire - non appare quella inversione di tendenza che secondo la nostra analisi tecnica dovrebbe a breve far riprendere il rialzo delle borse.
I tassi d'interesse di mercato continuano a salire - il reddito dell'US TBond decennale ha raggiunto venerdì 22 settembre il 4.44% e ieri, lunedì 25, c'é stato un ulteriore balzo a 4.55% (+0.11%). La logica conseguenza é che l'USD si rafforza e le borse continuano a correggere. Non c'é un crollo ma un regolare scivolare verso il basso (S&P500 performance settimanale -2.92%, Eurostoxx50 -2.04%) che logora i nervi strapazzati degli investitori senza provocare panico (Fear&Greed Index a 38 punti).
Malgrado che gli oscillatori da quasi una settimana segnalano ipervenduto a corto e medio termine, gli indici azionari non reagiscono e questo ci preoccupa - sembra che c'é più debolezza e pressione di vendita di quanto avevamo stimato.
Purtroppo, malgrado l'evidente errore, non possiamo cambiare le nostre previsioni visto che i segnali provenienti dall'analisi tecnica non cambiano. Sembra unicamente che ci sia un'estensione dei trend oltre i limiti abituali cosa che purtroppo non é insolita. Spesso un trend va seguito fino a quando l'inversione non é evidente - tentare di anticipare un pivot é un'operazione difficile che non sempre riesce malgrado anni di esperienza.
La situazione economica é confusa. Il rialzo dei tassi d'interesse dovrebbe provocare un forte rallentamento della crescita economica - questo effetto é già evidente in Europa. La diminuzione della domanda voluta dalle Banche Centrali dovrebbe far diminuire la pressione inflazionistica e in seguito i tassi d'interesse di mercato. Invece sembra che al momento prevalga la retorica delle Banche Centrali che insistono nell'alzare il costo del denaro e prospettano ulteriori interventi nei prossimi mesi. Infine non aiuta il prezzo del petrolio che oscilla sui 90 USD al barile (WTI). Considerando che da mesi ormai i prezzi dell'energia sono su un alto livello, é possibile che malgrado un rallentamento della congiuntura i dati sull'inflazione (anche core) restino elevati.
Insomma - bisogna aspettare che gli investitori trovino la soluzione (o pensino di averla trovata) al dilemma economico e monetario. Secondo noi le Banche Centrali stanno sbagliando e stanno alzando eccessivamente il costo del denaro. La frenata dovrebbe essere brusca e provocare l'attesa inversione di tendenza su tassi d'interesse e USD. La prima reazione delle borse dovrebbe essere positiva - per 3-6 mesi gli indici azionari dovrebbero salire poiché gli investitori si aspetteranno che come al solito l'allentamento monetario scateni un'altra spinta di rialzo a medio termine. Il risultato finale potrebbe essere un crollo deflazionistico ma prima dovremmo raggiungere nuovi massimi storici sui maggiori indici azionari.
Il nostro obiettivo di riferimento resta a 5000 punti di S&P500 per la fine dell'anno.

Commento del 23-24 settembre

A causa di un'assenza prolungata questo fine settimana non posso pubblicare il commento.
Scriverò un breve aggiornamento al mio ritorno - martedì 26 settembre in mattinata.



Commento del 16-17 settembre

Redditi USA e USD su un massimo - adesso devono calare i tassi d'interesse e l'USD e decollare gli indici azionari

Riassunto: Stiamo aspettando una ripresa del rialzo delle borse europee ed americana. Secondo il nostro scenario macroeconomico la crescita economica deve rallentare e l'inflazione deve diminuire - questo deve avere come conseguenza un calo dei tassi d'interesse di mercato e di riflesso un afflusso di liquidità sui mercati azionari. Secondo i cicli e le nostre previsioni dovevamo ancora avere una settimana relativamente debole e gli indici azionari dovevano raggiungere un minimo di medio termine in concomitanza con la scadenza dei derivati di settembre di venerdì 15. In effetti negli Stati Uniti abbiamo ancora avuto una settimana senza una chiara tendenza e con una serie di sedute volatili, negative e positive. La performance settimanale a New York é di poco negativa a causa della pessima seduta di venerdì (S&P500 -1.22% a 4450.32 punti, Nasdaq100 -1.75% a 15202 punti). In Europa invece é andata decisamente meglio - forse a causa della debolezza dell'EUR e del fatto che le borse europee non hanno ancora scontato il calo della borsa americana nella seconda parte della seduta. Osserviamo con estremo interesse lo sviluppo dei tassi d'interesse di mercato e dei cambi. Questa settimana il reddito dell'US Tresury Bond decennale é ancora lievitato a 4.33% (+0.04%) e questo ovviamente ha pesato sulle borse. L'USD é invece rimasto stabile (USD Index a 104.99) - in effetti il calo del cambio EUR/USD a 1.0650 é stata una conseguenza della debolezza dell'EUR e non di una rivalutazione dell'USD. A corto termine gli US Bonds sono su un minimo e l'USD é su un massimo - lo deduciamo dal fatto che da alcuni giorni i DSI (Daily Sentiment Index) su tassi d'interesse e USD si aggirano sui 90 punti. Il valore estremo di questo indicatore di sentiment di corto termine ci assicura che adesso avremmo un movimento nella direzione opposta - non sappiamo se ci sarà solo una breve correzione o un'inversione di tendenza come speriamo noi. In questo senso la prossima settimana é decisiva. Nei prossimi giorni dovrebbe delinearsi un'accelerazione al rialzo degl indici azionari, specialmente negli Stati Uniti, e l'S&P500 dovrebbe dirigersi in maniera dinamica verso il nostro obiettivo a 5000 punti. Se invece la noiosa oscillazione in laterale che osserviamo da alcuni mesi dovesse continuare é probabile che fino a fine anno non ci saranno più cambiamenti di rilievo.
Spesso, quando i mercati finanziari sono vicini a degli importanti punti tornanti, osserviamo un periodo di indecisione con forte volatilità e una serie senza logica di sedute negative e positive. Questo é quanto abbiamo osservato settimana scorsa su vari mercati. L'S&P500 é balzato giovedì del +0.84% per poi cadere venerdì del -1.22%. Il cambio EUR/USD é precipitato giovedì fino a 1.0631 ma non c'é stata la temuta continuazione al ribasso ma piuttosto un rimbalzo fino a 1.0690. L'argento ha avuto una settimana sulle montagne russe con movimenti giornalieri nelle due direzioni fino al 2%. Insomma - secondo gli indicatori e sulla base del comportamento dei mercati sembra che un movimento importante sia imminente. Sommando vari fattori noi arriviamo alla conclusione che a breve debba esserci una consistente spinta di rialzo sui mercati azionari accompagnata da un calo dei tassi d'interesse di mercato, un indebolimento dell'USD e un rialzo dei prezzi dei metalli preziosi. L'alternativa, se ci sbagliamo, é lo stutus quo con mercati fermi e che oscillano sui valori attuali ancora per parecchie settimane. O ci muoviamo adesso o ci annoieremo fino a fine anno.    

Le performance settimanali degli indici azionari sono state le seguenti:
Eurostoxx50             +1.39% a 4295 punti
SX7E (banche)          +3.34% a 110.81 punti
DAX                         +0.94% a 15893 punti
SMI                          +2.28% a 11197 punti
FTSE MIB                  +2.35% a 28895 punti
S&P500                     -0.16% a 4450.32 punti
Nasdaq100                -0.51% a 15202 punti

A New York abbiamo avuto una settimana volatile con parecchi cambiamenti di direzione. Le performance giornaliere dell'S&P500 (+0.67%, -0.57%, +0.12%, +0.84%, -1.22%) sottolineano questa fase di incertezza. I Summation Index sono instabili - sono saliti giovedì e ricaduti venerdì mostrando che basta poco per fare tendenza. Gli indicatori di partecipazione, momentum e sentiment (Fear&Greed Index a 52 punti) sono misti e in gran parte neutri con la conseguenza che gli analisti tecnici hanno buoni argomenti sia per un rialzo che per un ribasso. Noi non diamo molto peso all'esito delle sedute in concomitanza con una grande scadenza trimestrale dei derivati visto che molte operazioni sono legate ad aspetti tecnici e non a delle vere e proprie decisioni d'investimento. Gli alti volumi di venerdì (volume relativo a 1.9) mostrano in maniera esemplare questo effetto. Le prime sedute di settimana prossima dovrebbero darci delle chiare indicazioni per fare delle buone previsioni su quanto ci aspetta in autunno.
Osserviamo con interesse la buona performance settimanale del settore delle utilities in America (+2.89%) e delle banche in Europa (SX7E +3.34%) - spesso questi settori si muovono prima in aspettativa di una calo dei tassi d'interesse - vediamo...
Osservato speciale é il prezzo del petrolio (WTI a 90.02 USD/barile). Questo sta influenzando in maniera significativa i dati sull'inflazione e sulle vendite al dettaglio in America. Se come pensiamo l'economia sta frenando il prezzo dovrebbe ora ridiscendere in direzione dei 60 USD malgrado i disperati tentativi dell'Arabia Saudita di far salire ulteriormente il prezzo.

Commento del 9-10 settembre

Una settimana deludente - con tassi d'interesse in aumento e dollaro forte le borse scivolano verso il basso

Riassunto: Una settimana fà eravamo convinti che le borse stavano riprendendo il rialzo e che l'S&P500 si apprestava ad accelerare verso il nostro obiettivo a 5000 punti. Non ci aspettavamo più nessuna correzione di rilievo - in pratica pensavamo che il rialzo sarebbe ripreso in maniera dinamica. Sapevamo però che questo scenario positivo dipendeva da due fattori tra loro correlati: un calo dei tassi d'interesse di mercato e un indebolimento dell'USD. Siamo rimasti delusi - nelle ultime 4 (USA) / 5 sedute gli indici azionari hanno perso terreno, il reddito dell'USTBond decennale é marginalmente salito a 4.26% e il cambio EUR/USD é scivolato a 1.07. Insomma - uno sviluppo opposto rispetto a quanto avremmo desiderato noi. Osserviamo che in questa settimana le perdite degli indici sono inferiori ai guadagni della settimana precedente. Si potrebbe cercare delle scuse e osservare che solo Apple, il titolo guida dei mercati azionari mondiali, ha perso il -6% facendo pressione sia sull'S&P500 che sul Nasdaq. Questo però non basta a spiegare la debolezza delle borse che preferiscono ancora consolidare piuttosto che salire in maniera sostenibile. Il grafico degli indici azionari europei da aprile é paragonabile ad un encefalogramma piatto mentre S&P500 e colleghi stanno oscillando in laterale da metà giugno. Non sappiamo con precisione quando questa noiosa lateralità potrà finire. In teoria secondo gli oscillatori di medio termine un minimo significativo dovrebbe essere raggiunto alla fine di settimana prossima in concomitanza con la scadenza dei derivati di settembre. Questo non significa che settimana prossima le borse debbano necessariamente scendere ma piuttosto che fino a metà settembre i cicli sono ancora ostili con una labile pressione di vendita sui mercati.
Ribadiamo però il nostro concetto di base - la ripresa del rialzo delle borse mondiali e in particolare di quella americana é solo una questione di tempo - l'inflazione é tendenzialmente in calo e l'economia sta nettamente rallentando (in Europa potremmo già essere in recessione). Questo avrà come conseguenza che, nelle prossime settimane o al massimo mesi, i tassi d'interesse di mercato dovrebbero scendere convogliando nuovamente la liquidità sui mercati borsistici. C'é troppo pessimismo e troppi investitori sono sottoinvestiti. Molti sono ancora convinti che una recessione economica debba provocare una caduta delle borse - invece prevarrà l'effetto della diminuzione del costo del denaro - quando l'S&P500 supererà i 4600 punti tutti sarannno obbligati a salire sul treno in corsa - a questo punto i 5000 punti potrebbe essere raggiunti in due o tre settimane.
Restiamo fiduciosi e investiti in azioni - cominciamo ad essere impazienti ma d'altra parte non abbiamo motivi per preoccuparci visto che non appaiono sintomi tecnici che possano farci prevedre una forte correzione o addirittura un crollo dei mercati azionari. L'attuale noiosa ed apparentemente interminabile oscillazione in laterale deve risolversi al rialzo.

Le performance settimanali degli indici azionari sono state le seguenti:
Eurostoxx50             -1.04% a 4237 punti
SX7E (banche)          -3.36% a 107.23 punti
DAX                         -0.63% a 15740 punti
SMI                          -1.14% a 10948 punti
FTSE MIB                  -1.46% a 28233 punti
S&P500                     -1.29% a 4457.49 punti
Nasdaq100                -1.35% a 15280 punti

Lunedì la borsa americana era chiusa in occasione della Festa del Lavoro. Da martedi a giovedì ci sono stat tre sedute moderatamente negative (S&P500 -0.42%, -0.70% e -0.32%). Venerdì c'é stato un leggero rimbalzo (S&P500 +0.14% a 4457.49). Il minimo di metà agosto a 4335 punti resta lontano ma ovviamente la borsa mostra una certa debolezza e non la tonicità che ci aspettavamo noi. In particolare ci ha deluso il Russell2000 (performance settimanale -3.61%) che ha perso quanto ha guadagnato la settimana precedente provocando un netto peggioramente dei rapporti A/D a NH/NL cumulati. D'altra parte gli oscillatori di medio termine si stanno scaricando senza fare danni e quindi dobbiamo accontentarci e prepararci ad aspettare al massimo ancora una settimana prima della ripresa dinamica e sostenibile del rialzo. Prevediamo che l'impulso positivo arriverà dai bonds che sembrano finalmente alla fine del ciclo negativo - concretamente sembra che i tassi d'interesse di mercato sull'USD debbano già cominciare a scendere settimana prossima. Forse la svolta si concretizzerà tra mercoledì e giovedì quando saranno pubblicati i dati sull'inflazione USA (indice dei prezzi ai consumi) e la BCE comunicherà le sue decisioni di politica monetaria.

Commento del 2-3 settembre

La borsa americana riparte al rialzo e punta ai 4800 punti di S&P500 - l'Europa segue a fatica

Riassunto: Una settimana fà abbiamo affermato che la correzione di luglio-agosto era terminata sul minimo a 4335 punti di S&P500 del 18 agosto. Per una settimana l'S&P500 aveva consolidato e accumulato sopra i 4350 punti e noi pensavamo che questo periodo di assestamento dovesse proseguire ancora una decina di giorni prima che gli indici azionari potesse ripartire al rialzo. Invece già da lunedì 28 agosto i compratori hanno preso il controllo delle operazioni e c'é stata una serie quasi ininterrotta di sedute positive. Gli indici chiudono la settimana con una solida performance positiva - l'S&P500 sale da 4405 punti a 4515.77 punti (+0.18%, performance settimanale del +2.50%). In America i guadagni sono stati più consistenti che in Europa poiché gli investitori ritengono che la situazione economica e monetaria negli Stati Uniti sia migliore che in Europa dove si prospetta già per questo trimestre una recessione. Pensiamo che abbiano ragione - ci aspettiamo che nelle prossime settimane le borse europee, pur salendo, accumuleranno ulteriore ritardo sull'America.
Malgrado che questo movimento vada nella direzione da noi auspicata, siamo stati sorpresi dal timing. Gli indici sono ripartiti al rialzo senza che ci siano state notizie particolarmente positive o cambiamenti sensibili sul fronte dei tassi d'interesse (reddito dell'USTBond decennale stabile a 4.18% (+0.09%)) o dei cambi. I dati economici suggeriscono però che la crescita economica é in calo, il mercato del lavoro mostra delle crepe e l'inflazione é in scacco - probabilmente basta questo a convincere gli investitori che il ciclo di politica monetaria restrittiva da parte delle Banche Centrali é praticamente finito e ci sono buone ragioni, specialmente di liquidità, per tornare ad investire in azioni. Pensiamo che nelle prossime settimane molti investitori istituzionali, che sono sottoinvestiti, saranno obbligati a rincorrere il rialzo provocando un'accelerazione. Siamo convinti che ancora quest'anno il nostro obiettivo finale minimo del bull market a 5000 punti di S&P500 (nuovo massimo storico!) verrà raggiunto. È molto probabile che dopo questa correzione di metà luglio - metà agosto non si siano più correzioni intermedie di rilievo.
La borsa americana sta sovraperformando quelle europee. Non é una sorpresa visto che già ad inizio anno abbiamo previsto questo fenomeno. Questa differenza doveva però essere legata ad un indebolimento dell'USD che finora non c'é stato. Il cambio EUR/USD (1.0775) é praticamente sullo stesso livello di inizio anno. Pensiamo però che il rafforzamento dell'USD iniziato a metà luglio sia vicino alla fine. Lo "scollamento" che si é verificato in questa settimana dovrebbe essere temporaneo. Semplicemente il rialzo delle borse é partito prima del ribasso dell'USD. Pensiamo quindi che a breve l'USD Index (104.25) dovrebbe ritornare sui 100 punti per poi cadere in autunno verso il nostro obiettivo sui 90 punti. Il calo dell'USD dovrebbe corrispondere ad un aumento dei prezzi delle materie prime (con l'eccezzione del petrolio) e in particolare dei metalli preziosi.
Settimana scorsa abbiamo osservato un fenomeno molto costruttivo che ci rende particolarmente ottimisti. Da inizio anno molti analisti si lamentavano del fatto che solo una manciata di titoli "pesanti" del settore tecnologico facevano lievitare gli indici azionari. Non avevano tutti i torti - la scarsa partecipazione rende il rialzo fragile e a rischio di fallimento. La partecipazione é però decisamente migliorata - da mercoledì i Summation Index hanno ricominciato a salire. In questa settimana un contributo sostanziale al rialzo é arrivato dalle piccole e medie imprese raccolte nel Russell2000 (+1.11% a 1920 punti, performance settimanale a +3.63%). Siamo quindi fiduciosi e crediamo che il rialzo é destinato a continuare - non appare nessun segno di surriscaldamento. Gli indicatori di partecipazione, momentum e sentiment migliorano ma sono solo a metà strada e viaggiano ancora in territorio neutro. Chi é short deve assolutamente coprire al più presto e chi aspetta un'altra correzione per comperare potrà solo approfittare di brevi e modesti ritracciamenti come quello di venerdì del Nasdaq100 (-0.07%) arrivato dopo una serie di 5 sedute positive.
Siamo long azioni e USTBond ventennali in USD e assicuriamo l'USD su EUR e CHF. Lunedì abbiamo ancora comperato Russell 2000 e obbligazioni superando le quote normali fissate nei profili d'investimento. Ci aspettiamo ancora da tre a sei mesi di mercati finanziari molto favorevoli agli investimenti in azioni, obbligazioni e metalli preziosi.
 
Le performance settimanali degli indici azionari sono state le seguenti:
Eurostoxx50             +1.08% a 4282 punti
SX7E (banche)          +0.90% a 110.96 punti
DAX                         +1.33% a 15840 punti
SMI                          +1.08% a 11075 punti
FTSE MIB                  +1.57% a 28650 punti
S&P500                     +2.50% a 4515.77 punti
Nasdaq100                +3.67% a 15490 punti

Venerdì poteva esserci una caduta dopo il rally di lunedì - mercoledì (S&P500 +0.63%, +1.45% e +0.38%) e la frenata di giovedì (-0.16%). Invece le prese di beneficio si sono concentrate sul Nasdaq100 (-0.07% / Tesla -5.06%, Nvidia -1.71%) senza contagiare il resto del mercato. Al contrario uno spumeggiante Russel2000 (+1.11%) ha contribuito ad un'altra seduta nel complesso positiva (A/D a 5325 su 2914, NH/NL a 565 su 355, volume relativo a 0.85). L'S&P500 ha nuovamente aperto in guadagno a 4538 punti ed é salito fino a 4541 punti. Delle vendite dopo i dati economici USA delle 16.00 hanno fatto ridiscendere l'indice fino ai 4501 punti e obbligato le borse europee a chiudere in perdita (Eurostoxx50 -0.34%). La borsa americana ha però in seguito recuperato - l'S&P500 é oscillato per ore sui 4505 punti ed é salito in chiusura a 4515.77 punti (+0.18%). Notiamo il crollo della volatilità VIX a 13.09 punti (-0.48) che una settimana fà era ancora a 15.68 punti. Il CBOE Equity put/call ratio era relativamente basso a 0.65 mentre il Fear&Greed Index é a 56 punti (+3). Molti analisti non riescono a spiegare le ragioni di questo rally settimanale avvenuto sulla base di dati economici che mostrano un forte rallentamento della congiuntura. Molti ritengono che il rialzo non é sostenuto dai fondamentali e sono convinti che a breve le borse debbano cadere. Si sbagliano - gli investitori stanno già giocando il prossimo ciclo economico e sperano in un calo del costo del denaro. In ogni caso non vedono più ragioni per tenere i soldi in conto corrente e quindi comprano azioni o Bonds. Lo scetticismo alimenterà nel futuro il rialzo.
Non sappiamo cosa potrebbe succederà settimana prossima. Lunedì le borse di America e Canada resteranno chiuse in occasione della Festa del Lavoro. Venerdì la seduta a New York é stata nel complesso buona malgrado la forza dell'USD e la debolezza dei Bonds. In teoria era una giornata in cui normalmente si dovevano vendere azioni. Il fatto che questo non sia successo ci dice che i compratori prevalgono e sono decisi ed agguerriti. Per questa ragione la variante più probabile é che settimana prossima si riparte al galoppo al rialzo.

Commento del 26-27 agosto

Le borse stanno consolidando e si preparano a ripartire al rialzo

Riassunto: A metà luglio é iniziata una correzione di medio termine delle borse. Questa correzione é più lunga e profonda di quanto inizialmente previsto. All'inizio avevamo fissato un'obiettivo sull'S&P500 a 4450 punti. Una settimana fà l'S&P500 era però caduto fino a 4335 punti. Abbiamo quindi dovuto rivedere il nostro scenario riguardante questa fase. Con questo minimo a 4335 punti la correzione sembrava finita in termine di punti - gli indici non sembravano però ancora pronti a ripartire al rialzo. Di conseguenza pensavamo che ci dovessere essere una fase intermedia di consolidamento. In seguito, grazie ad un calo dei tassi d'interesse di mercato e all'indebolimento dell'USD, il rialzo delle borse doveva riprendere. In linea di massima ci aspettavamo un consolidamento dell'S&P500 sui 4350 punti. Nella settimana appena trascorsa questo scenario é stato rispettato. C'é stato un susseguirsi di sedute volatili, positive e negative, e per saldo gli indici azionari, in Europa e negli Stati Uniti, hanno guadagnato terreno. Lunedì e venerdì l'S&P500 (+0.67% a 4405.71 punti) ha toccato un minimo giornaliero rispettivamente a 4360 e 4356 punti - vicino quindi al nostro livello di riferimento a 4350 punti. Il problema dal nostro punto di vista é però che finora sul fronte dei tassi d'interesse e e dei cambi non succede nulla di significativo - il reddito dell'US Treasury Bond decennale resta ampiamente sopra il 4% (4.25%, +0.02%) e il dollaro americano non mostra segni di cedimento (USD Index a 104.15). Tecnicamente la situazione dei mercati azionari é praticamente invariata. L'ipervenduto e l'eccesso di ribasso di corto termine sono stati assorbiti. La pressione di vendita é evaporata. Gli oscillatori di medio termine e i Summation Index sono però ancora in calo e questo suggerisce che la correzione di medio termine ha bisogno ancora del tempo prima di essere completa. Questo non significa che ci deve ancora essere una spinta di ribasso ma piuttosto che il consolidamento potrebbe durare ancora una decina di giorni.
La riunione dei banchieri centrali a Jackson Hole non ha sbloccato la situazione. Jerome Powell ritiene che l'inflazione non é ancora sconfitta e non esclude nel futuro ulteriori aumenti dei tassi d'interesse di riferimento. Il suo discorso di venerdì non ha impressionato gli investitori. Dopo un calo iniziale gli indici azionari hanno recuperato e chiuso con un modesto guadagno. A noi preoccupano soprattutto i numerosi dati economici in Europa e in America che mostrano un forte rallentamento della crescita economica. Secondo noi c'é un rischio concreto di recessione e in questo caso é probabile che l'inflazione sparisca velocemente lasciando nuovamente spazio a pressioni deflazionistiche. Questo scenario fatica a concretizzarsi ma siamo convinti che nei prossimi mesi i tassi d'interesse di mercato debbano scendere rilanciando il rialzo delle borse specialmente nei settori di crescita e quelli sensibili al costo del denaro.
Tecnicamente sembra che il mercato dei Bonds e l'USD siano su un significativo punto tornante. Un calo dei redditi sull'USD dovrebbe provocare un indebolimento della moneta USA e rilanciare il rally delle borse. È solo una questione di tempo.
Una settimana fà vi avevamo segnalato il costruttivo sviluppo dei grafici dei metalli preziosi - specialmente platino e argento. In effetti nelle ultime 5 sedute c'é stato un rally di circa il +6% sull'argento. Anche l'oro lentamente si sta ora muovendo al rialzo. Ora ci aspettiamo che una simile inversione di tendenza si concretizzi sui Bond e sull'USD. Settimana scorsa i Bonds USA hanno già reagito con un evidente tentativo di formazione di base mentre l'USD Index (104.15) sembra venerdì avere esaurito la spinta intermedia di rialzo partita a metà luglio sui 99.50. Settimana prossima teniamo d'occhio questi due mercati per cercare di capire con precisione quando deve ripartire il rialzo dei mercati azionari.
Malgrado che la congiuntura in Europa sembra decisamente più debole che in America le borse europee seguono semplicemente quanto succede a Wall Street. Anche nei prossimi mesi questa correlazione dovrebbe continuare a funzionare.

Le performance settimanali degli indici azionari sono state le seguenti:
Eurostoxx50             +0.52% a 4236 punti
SX7E (banche)          +0.32% a 109.97 punti
DAX                         +0.37% a 15631 punti
SMI                          +1.09% a 10956 punti
FTSE MIB                  +1.61% a 28208 punti
S&P500                     +0.82% a 4405.71 punti
Nasdaq100                +1.68% a 14941 punti

La riunione dei banchieri centrali a Jackson Hole di giovedì e venerdì non ha avuto conseguenze per i mercati finanziari. Venerdì l'S&P500 ha aperto in positivo a 4400 punti, é salito fino a 4412 punti per poi cadere verso le 17.00 sul minimo a 4356 punti. Da qui le borse si sono risollevate e l'S&P500 é risalito a balzi irregolari fino alle 21.00. Dal massimo a 4418 punti l'S&P500 é sceso in chiusura a 4405.71 punti (+0.67%). La seduta al NYSE é stata positiva con A/D a 5086 su 3089, NH/NL a 129 su 972 e volume relativo a 0.85. La volatilità VIX é crollata a 15.68 punti (-1.52), il CBOE Equity put/cal ratio era piuttosto alto a 0.97 mentre il Fear&Gredd Index é neutro a 48 punti (+5). Nel complesso gli indicatori di sentiment sono misti e non ci aiutano a prevedere i prossimi movimenti del mercato.
La situazione tecnica é fluida - ci sono buoni argomenti sia per i rialzisti che per i ribassisti. Noi notiamo che le borse reagiscono relativamente bene ad una serie di notizie potenzialmente negative. Restiamo quindi decisamente costruttivi. Appena i tassi d'interesse di mercato cominceranno a scendere il periodo di consolidamento e accumulazione dovrebbe terminare. Osserviamo da vicino i dati sull'inflazione sia per quel che riguarda i consumi sia sul fronte dei prezzi alla produzione. Pensiamo che un dato decisamente meglio delle previsioni degli analisti dovrebbe sbloccare la situazione e provocare un rally dei mercati che sarà l'inizio di una sostanziale spinta di rialzo. Considerando i numerosi dati economici pubblicati nelle scorse settimane che mostrano una netta frenata dell'economia europea ed americana pensiamo che questo evento non dovrebbe tardare - restiamo convinti long sui mercati azionari e short sui mercati obbligazionari americani.

Breve commento del 19-20 agosto

Errore: la correzione non é finita. Prevediamo però a breve un'inversione di tendenza di USD, tassi d'interesse e borse. 

Riassunto: A metà luglio avevamo previsto l'inizio di una correzione a medio termine con obiettivo a 4450 di S&P500. Una settimana fà, quando l'S&P500 era sceso fino ai 4443 punti, avevamo pensato che la correzione potesse essere finita. Gli indici americani erano a corto termine ipervenduti e sembravano per lo meno pronti per un rally. Gli oscillatori di medio termine non erano però ancora in basso e gli indicatori di sentiment non mostravano pessimismo. Di conseguenza non sapevamo se la correzione di medio termine era finita ma credevamo che l'imminente rally potesse darci una risposta convincente. Ci siamo sbagliati. Il fiacco rimbalzo di lunedì (S&P500 +0.58%) non ha avuto una continuazione - da martedì (S&P500 -1.16%) sono riprese le vendite che sono continuate mercoledì (-0.76%) e giovedì (-0.77%). Venerdì l'S&P500 ha toccato un nuovo minimo per questa correzione a 4335 punti per poi recuperare e chiudere praticamente in pari (-0.01% a 4369.71 punti). Il fatto che la borsa americana non sia riuscita a sviluppare un rally convincente é un segnale di debolezza. A livello di indicatori la situazione non é cambiata di molto. A corto termine gli indici sono ipervenduti e in eccesso di ribasso - a medio termine invece c'é ancora spazio verso il basso. Per quel che riguarda il sentiment c'é stato un netto peggioramento (Fear&Greed Index a 45 punti, CBOE Equity put/call ratio a 0.76 con due sedute con valori intorno a 1, VIX a 17.30 punti) ma non si può ancora parlare di forte pessimismo né di panico. La pressione di vendita é aumentata come si vede dall'incremento dei NL (venerdì a 1823) mentre i Summation Index continuano a scendere. Anche i nostri indicatori di base riguardanti il trend sono ormai misti (29.7% dei titoli sopra la SMA a 50 giorni, Bullish Percent Index sul NYSE a 51.28).
Quello che ci fà restare decisamente positivi é la situazione sul fronte dei tassi d'interesse e delle divise. Il reddito dell'US Treasury Bonds decennale é salito fino a 4.30% e venerdì ha chiuso a 4.26%. Questo mercato sembra toppish e secondo i nostri indicatori un'inversione di tendenza sembra imminente. Lo stesso vale per l'USD. L'USD Index é salito venerdì fino a 103.57 e si é fermato a 103.32. I DSI di Bonds e USD mostrano che il rialzo dei tassi d'interesse e dell'USD dovrebbe a breve essere finito. Come sapete esiste una chiara correlazione tra Bonds, USD e borsa americana - una distensione sul fronte dei tassi d'interesse e un calo dell'USD dovrebbe permettere una ripresa del rialzo della borsa americana e di riflesso di quelle europee. La domanda é unicamente quando e da quali livelli. Non abbiamo una risposta precisa ma sembra che la correzione in termine di punti é vicina alla fine. Difficile dire se ci deve essere ancora un tuffo con panico o se si può ripartire dai 4350 punti di S&P500 dopo un breve consolidamento. Forse gli impulsi necessari per riprendere il rialzo arriveranno durante il meeting dei governatori delle Banche Centrali mondiali che si terra tra giovedì 24 e sabato 26 agosto a Jackson Hole.
Finora il calo delle borse iniziato a metà luglio ha ancora le caratteristiche di una correzione di medio termine all'interno di un rialzo. Non condividiamo l'isteria di molti investitori ed analisti che parlano già di bear market dopo una discesa di un 5-7% dai massimi. Le performances da inizio anno sono ancora ampiamente positive (S&P500 +13.81%, Eurostoxx50 +11.07%). Chiaramente esistono dei problemi come la crisi immobiliare in Cina o l'inflazione che cala solo lentamente. Le scetticismo riguardante questo bull market é ancora diffuso e sarà la molla per far scattare le borse nuovamente al rialzo nelle prossime settimane.
Restiamo pienamente investiti sui mercati azionari, long USTBonds e short USD.

Le performance settimanali degli indici azionari sono state le seguenti:
Eurostoxx50             -2.48% a 4213 punti
SX7E (banche)          -1.75% a 109.61 punti
DAX                         -1.63% a 15574 punti
SMI                          -2.19% a 10839 punti
FTSE MIB                  -1.81% a 27762 punti
S&P500                     -2.11% a 4369.71 punti
Nasdaq100                -2.22% a 14694 punti

La seduta di venerdì é stata sorprendente e secondo noi costruttiva. Molti si aspettavano un'accelerazione al ribasso al termine di una settimana dominata dalle vendite. Invece a Wall Street, dopo una quarantina di minuti, il mercato si é stabilizzato e ha recuperato grazie al sostegno proveniente dal Russell2000 (+0.51% a 1859 punti). L'S&P500 ha aperto a 4344 punti, é caduto su un minimo a 4335 punti e poi ha recuperato fino a metà seduta a 4371 punti. Dopo un'oscillazione in laterale sui 4360 punti c'é stata un'impennata fino ai 4381 punti. Delle vendite sul finale hanno fissato la chiusura a 4369.71 punti (-0.01%). La seduta al NYSE é stata nel complesso positiva con A/D a 4623 su 3607, NH/NL a 128 su 1824 e volume relativo a 0.95. Questa seduta si presta a due interpretazioni opposte a seconda dell'impostazione degli investitori. C'é chi dice che é stata una debole reazione ad una evidente situazione di eccesso di ribasso - paragona la seduta a quella di lunedì e si aspetta all'inizio di settimana prossima una ripresa delle vendite. C'é invece chi nota un esaurimento delle vendite e prevede per settimana prossima una ripresa del rialzo dopo un breve consolidamento. Noi propendiamo per la seconda variante ma teniamo d'occhio gli sviluppi sul fronte dei cambi e dei tassi d'interesse per ottenere una conferma.
Notiamo il comportamento molto costruttivo dei metalli preziosi. Il calo di argento e platino dai massimi di luglio sembra finito e settimana scorsa é apparso un evidente tentativo di inversione di tendenza. Questi due metalli hanno terminato la settimana in territorio positivo e ci aspettiamo che l'oro segua l'esempio.

Commento del 12-13 agosto

Ma é finita questa correzione? Probabilmente si. Il rally di settimana prossima ci darà la conferma.

Riassunto: A metà luglio, con l'S&P500 sui 4500 punti, avevamo previsto una correzione di medio termine con obiettivo teorico a 4450 punti. L'S&P500 é ancora salito fino ad un massimo annuale a 4607 punti prima di effettivamente cominciare a correggere. Questo ha cambiato la tempistica della correzione ma nella sostanza non é cambiato nulla. Le borse tra la fine di luglio la prima metà di agosto sono scese. Come era logico aspettarsi e come avevamo previsto, la tecnologia é il settore che ha corretto maggiormente. Nella settimana appena trascorsa le borse sono scivolate verso il basso senza cadute violente e senza molta pressione di vendita. Basta vedere quali sono stati i minimi giornalieri dell'S&P500 per rendersi conto di come le vendita prevalgano senza però provocare forti cedimenti. L'S&P500 ha toccato un minimo martedì a 4464 punti, mercoledì a 4461 punti, giovedì a 4458 punti e infine venerdi ha raggiunto quello che finora é il minimo di questa correzione a 4443.98 punti. L'indice ha terminato la settimana a 4464.05 punti (-0.11%) con una perdita settimanale di soli 14 punti o il -0.31%. Ora a corto termine si presenta una evidente situazione di ipervenduto e di eccesso di ribasso - gli investitori non sono più molto ottimisti ma non é ancora apparso pessimismo o addirittura panico. Gli oscillatori ci mostrano però che martedì 15 agosto la borsa americana dovrebbe toccare un minimo di periodo e deve poi seguire un consistente rally che sarà trascinato dal Nasdaq (visto che questo é l'indice maggiormente in ipervenduto). Gli oscillatori non sono perfetti - é possibili che il rally parta già lunedì o solo mercoledì. Se lunedì c'é ancora una seduta negativa avremo un'ottima occasione per un trade long comperando sui 4440-4450 punti di S&P500. Notiamo che il nostro obiettivo teorico per questa correzione a 4450 punti é stato raggiunto e i gaps sul grafico sono stati chiusi.
Non siamo però sicuri che il rialzo debba riprendere in maniera sostenibile e dinamica e portarci, come suggerito in un precedente commento, sui 4650-4700 punti di S&P500 per fine mese. La discesa della borsa americana é stata lenta e ordinata mentre a livello di sentiment i segnali sono misti. La VIX a 14.84 punti (-1.01) mostrano ancora un certo ottimismo mentre l'alto CBOE Equity put/call ratio mostra il pessimismo dei traders e garantisce unicamente il rally di settimana prossima. Non abbiamo a livello di indicatori la conferma che la correzione di medio termine é finita. I Summation Index sono in calo - non sembrano però voler "girare" e potrebbero scendere più in basso. Solo se il rally di settimana prossima sarà convincente a livello di dinamica e partecipazione (ci vuole un ritorno in due o tre sedute sopra i 4520 punti) potremmo credere che il rialzo ha ripreso il sopravvento. Per ora questa é ancora la tendenza di fondo dominante secondo gli indicatori di base (49.9% dei titoli sopra la SMA a 50 giorni e Bullish Percent Index sul NYSE a 59.60 punti). 
Il reddito dell'US Treasury Bond decennale é a 4.16% - il cambio EUR/USD é fermo a 1.0945 mentre l'USD Index (102.73) é ancora sopra i 100 punti. Vedete che sul fronte dei tassi d'interesse e su quello dei cambi non ci sono stati quei cambiamenti che noi ci aspettiamo come premessa per la ripresa del rialzo delle borse. Bisogna tenere d'occhio tutti i mercati per scorgere i segnali premonitori - le borse saliranno insieme ad un calo dei tassi d'interesse di mercato e un'indebolimento dell'USD. Non sappiamo quale mercato fornirà i primi segnali costruttivi. Ci sono evidenti supporti psicologici a 4% di reddito dell'USTB decennale e a 100 sull'USD Index.
Le borse europee da mesi non combinano nulla ad immagine del DAX tedesco che ad inizio maggio era sui 16000 punti e ha chiuso venerdì a 15832 punti (-1.03%). Ci sono talvolta degli scossoni come quello causata in Italia dal governo Meloni con la decisione di volere tassare gli extraprofitti delle banche. A parte questi incidenti di percorso ci aspettiamo che le borse europee seguano nel futuro  l'esempio dell'America nel bene e nel male.
L'inflazione é in calo e la tendenza é solida ed evidente - non lasciatevi influenzare da singoli dati mensili che sembrano confutare questa tendenza. Nel futuro il rischio é quello di una crisi deflazionistica e non un lungo periodo di inflazione.
Riassumendo la politica d'investimento resta invariata - siamo investiti in azioni, obbligazioni americane di lungo termine e assicuriamo l'USD contro EUR e CHF. Non crediamo che ci possa essere un ribasso (o peggio ancora un crash) delle borse provocato da una recessione economica - almeno non nei prossimi 3-6 mesi.

Le performance settimanali degli indici azionari sono state le seguenti:
Eurostoxx50             -0.34% a 4321 punti
SX7E (banche)          -0.90% a 111.59 punti
DAX                         -0.75% a 15832 punti
SMI                          -0.15% a 11081 punti
FTSE MIB                  -1.09% a 28274 punti
S&P500                     -0.31% a 4464.05 punti
Nasdaq100                -1.61% a 15028 punti

La seduta di venerdì é stata contrassegnata da due eventi. L'S&P500 (-0.11% a 4464.05 punti) ha mostrato una buona reazione e ha chiuso 20 punti sopra il minimo giornaliero e di questa correzione a 4444 punti - il minimo é stato toccato in apertura e il successivo rimbalzo ha fatto risalire l'indice a 4473 punti. In seguito c'é stata unicamente una noiosa oscillazione intorno ai 4460 punti. Il secondo fattore d'interesse é la buona performance relativa del Russell2000 (+0.13% a 1925 punti) - questa forza relativa é una buona premessa per l'atteso rally di settimana prossima. La seduta al NYSE é stata negativa con A/D a 3653 su 4616, NH/NL a 277 su 977 (realtivamente pochi) e volume relativo a 0.9 (1.3 sul Russell2000). Il Fear&Greed Index (66 punti, -1) é ancora ampiamente sopra i 50 punti. Le borse europee hanno terminato la giornata in forte calo - hanno seguito l'S&P500, che ha aperto alle 15.30 sul minimo, e dopo non sono più riuscite a recuperare. Venerdì pomeriggio erano già tutti partiti per il fine settimana...
Martedì 15 agosto solo la borsa italiana é chiusa. Le altre borse mondiali operano normalmente anche se notiamo una certa apatia e scarsi volumi - molti preferiscono a giusta ragione godersi le vacanze estive.
 
Aggiornamento del 5-6 agosto

Una correzione é una questione di punti e di tempo

Riassunto: A metà luglio con l'S&P500 (-0.53% a 4478.03 punti) sui 4500 punti, sulla base della posizione degli oscillatori e dei segnali provenienti dagli indicatori di corto e medio termine, avevamo previsto l'inizio di una correzione delle borse all'interno di un rialzo di base forte e solido. Secondo noi la correzione doveva essere un'oscillazione in laterale con un obiettivo verso il basso di 4450 punti.
La correzione si sta svolgendo in maniera irregolare - non ci sono stati alcuni giorni di costante caduta ma piuttosto un sali e scendi che sta lentamente permettendo agli indici azionari di eliminare la situazione di ipercomperato, l'eccesso di rialzo e di fiducia da parte degli investitori. L'ultima settimana di luglio era stata sorprendentemente buona. Nella prima settimana di agosto le borse sono invece tornate a correggere complici i tassi d'interesse di mercato che sono saliti. Il reddito dell'obbligazione del tesoro americano decennale (USTBond a 4.05%, -0.15%) ha nuovamente superato la barriera psicologia del 4% e ha raggiunto giovedì il 4.20% mettendo in allarme gli investitori. In generale é sorto il dubbio che lo scenario sui tassi d'interesse potrebbe essere sbagliato. Finora il calo dell'inflazione aveva indotto a credere che i tassi d'interesse presto a tardi dovevano tornare a scendere spingendo le borse al rialzo. Noi siamo convinti che questo scenario sia ancora valido ma ovviamente ci sono delle fasi di incertezza - come il rialzo delle borse ha delle correzioni intermedie anche il calo dei tassi d'interesse ha dei rimbalzi.
Ora é evidente che la correzione di medio termine necessita di tempo per scaricare gli eccessi. Sulla base degli oscillatori sembra che ci potrebbe essere bisogno ancora una settimana fino a dieci giorni prima che gli indici tocchino il fondo. La tendenza di fondo della borsa americana à ancora saldamente al rialzo (59.2% dei titoli sopra la SMA a 50 giorni, Bullish Percent Index sul NYSE a 62.88) e quindi pensiamo che il nostro obiettivo originale a 4450 punti di S&P500 sia ancora valido malgrado che disti solo 28 punti dalla chiusura di venerdì - ci sono ancora dei gaps che devono essere chiusi.
Le borse europee stanno semplicemente seguendo l'esempio, buono o cattivo, proveniente dagli Stati Uniti.

Le performance settimanali degli indici azionari sono state le seguenti:
Eurostoxx50             -2.94% a 4332 punti
SX7E (banche)          -0.94% a 112.59 punti
DAX                         -3.14% a 15951 punti
SMI                          -1.94% a 11098 punti
FTSE MIB                  -3.10% a 28586 punti
S&P500                     -2.27% a 4478.03 punti
Nasdaq100                -3.02% a 15275 punti

L'S&P500 é ancora salito lunedì (+0.14%) ma poi é sceso per il resto della settimana. Venerdì l'indice ha tentato un rimbalzo dai 4500 punti ma questo livello non si é dimostrato una solida base e nella sconda parte della seduta l'indice é caduto fino al minimo attuale di questa correzione a 4474 punti. L'S&P500 ha chiuso poco più in alto a 4478.03 punti (-0.53%). Finalmente gli indicatori di sentiment a corto termine mostrano un chiaro cambiamento d'umore (VIX a 17.10 punti (+1.18), CBOE Equity put/call ratio a 0.66, Fear&Greed Index a 5 punti). I Summation Index scendono. L'ottimismo sta scemando ma non c'é ancora pessimismo - l'impressione é quindi che c'é bisogno ancora del tempo per concludere questa correzione. All'inizio di settimana prossima l'S&P500 dovrebbe tentare di risalire sopra i 4500 punti. L'indice non dovrebbe risalire in maniera sostanziale e sostenibile sopra questa resistenza intermedia ma dovrebbe essere respinto verso il basso e verso un nuovo minimo per questa correzione. Pensiamo che verso metà mese dovrebbe riapparire la tendenza rialzista - la prossima spinta di rialzo dovrebbe essere possente e dovrebbe permettere all'S&P500 di salire su un nuovo massimo annuale - l'indice potrebbe raggiungere i 4650-4700 punti per fine mese.
State long ed investiti in azioni.

Commento del 29-30 luglio

È inutile tentare di indovinare quando avremo una correzione - il rialzo é forte e non si ferma

Riassunto: A metà luglio gli indici azionari americani sulla base degli oscillatori e secondo gli indicatori di ipercomperato ed eccesso di rialzo, erano su un massimo a corto e medio termine. Avevamo quindi previsto l'inizio di una correzione intermedia che però avevamo subito definito come trascurabile nell'ottica degli investitori. In effetti il trend rialzista é forte e solido e quindi in questa situazione spesso la correzione si risolve in una oscillazione in laterale senza conseguenze negative. In realtà finora di correzione si é visto ben poco - ci sono state delle sedute negative e dei brevi vuoti d'aria ma in generale le borse hanno ancora fatto progressi. L'S&P500 ha toccato un nuovo massimo annuale giovedì a 4607 punti e ha chiuso venerdì a 4582.23 punti (+0.99%) facendo dimenticare il reversal del giorno prima di 80 punti dal massimo. Anche le borse europee (Eurostoxx50, DAX, FTSE MIB, ecc.) hanno raggiunto venerdì dei nuovi massimi annuali - solo l'SMI svizzero fatica a salire appesantito dalla forza del CHF e dal carattere difensivo dell'indice. Nel complesso però questa settimana il rialzo é continuato e gli indici restano costantemente ipercomperati ed in eccesso di rialzo mentre i traders sono molto ottimisti - da otto settimane il Fear&Greed Index (78 punti) oscilla tra i 74 e gli 82 punti segnalando una pericolosa fiducia. Come sappiamo però un forte rialzo é in grado di ignorare e superare questi ostacoli tecnici specialmente quando non ci sono sorprese negative. Esistono costantemente le premesse tecniche per dei brevi vuoti d'aria di un -2%/-3% ma é praticamente impossibile individuare il momento esatto di queste correzioni minori ed intermedie. Per questa ragione abbiamo più volte consigliato agli investitori di ignorare questo problema e utilizzare eventuali momenti di debolezza per ottimizzare il portafoglio o addirittura aumentare la percentuale di azioni. È evidente che gli indici azionari hanno "voglia di salire" e finora, malgrado divergenze tecniche, scarsa partecipazione e l'ostile politica monetaria delle Banche Centrali non vediamo pericoli all'orizzonte. Consigliamo caldamente di restare long e siamo convinti che il nostro obiettivo a 5000 punti di S&P500 verrà raggiunto quest'anno. Molti investitori istituzionali sono ancora sottoinvestiti e in parecchi ambienti circola molto scetticismo nei riguardi di questo rialzo che apparentemente sfida i fondamentali. Solo quando osserveremo un'accelerazione e dell'euforia potremo pensare di essere vicini alla fine di questo bull market - finora questa costellazione appare solo tra alcuni leader della tecnologia (come NVidia) mentre il resto del mercato fa solo costanti ma timidi progressi.
Nelle prossime settimane un calo dei tassi d'interesse di mercato, un indebolimento dell'USD e un rally nei prezzi delle materie prime dovrebbe alimentare ulteriormente il rialzo.

Le performance settimanali degli indici azionari sono state le seguenti:
Eurostoxx50             +1.73% a 4466 punti
SX7E (banche)          +2.50% a 113.66 punti
DAX                         +1.81% a 16469 punti
SMI                          +0.98% a 11317 punti
FTSE MIB                  +2.24% a 29500 punti
S&P500                     +1.01% a 4582.23 punti
Nasdaq100                +2.11% a 15751 punti

Le Banche Centrali nelle loro riunioni ordinarie (FED ME 26.7. e BCE GIO 27.7.) hanno come preannunciato aumentato i tassi d'interesse di riferimento del +0.25%. Le borse non hanno praticamente reagito. Gli indici azionari sono saliti fino a giovedì pomeriggio e solo dopo l'annuncio da parte della Bank of Japan di voler cambiare qualcosa nella loro politica monetaria c'é stata un'impennata dei tassi d'interesse di mercato e un breve vuoto d'aria della borsa americana. La situazione é tornata nella normalità venerdì. L'S&P500 ha aperto in guadagno a 4571 punti, é sceso a 4566 punti ed é poi salito fino ai 4590 punti. Poco prima delle 20.00 é ridisceso a 4564 punti per poi risalire a zigzag e chiudere a 4582.23 punti (+0.99%). Formalmente é stata una seduta insignificante poiché l'S&P500 si é mosso nel range del giorno precedente. La seduta al NYSE é stata positiva con A/D a 6458 su 1818, NH/NL a 713 su 383 e volume relativo a 1.0. I NH sono pochi ma questo problema perdura da mesi senza essere in grado di far deragliare il rialzo - allora smettiamo di parlarne e ignoriamo questo fattore. Al rialzo hanno contribuito tutti i settori (DJT +1.75%, Nasdaq100 +1.85%, RUT +1.36%). Notiamo che in generale gli utili delle imprese sono superiori alle stime degli analisti e spesso la reazione degli investitori é violenta (p.e. Intel +6.6%). La tendenza di fondo é secondo gli indicatori al rialzo (72.4% dei titoli sopra la SMA a 50 giorni, Bullish Percent Index sul NYSE a 65.27 punti) mentre i Summation Index salgono. Basta dare un'occhiata alla mappa per notare quali sono stati questa settimana i titoli in evidenza - Google +10.56%, Meta +10.61%, Nvidia +5.51% e in generale i semiconduttori.
In Europa, mentre i dati economici mostrano che la Germania é caduta in recessione, il DAX (+0.39% a 16469 punti) sale su un nuovo record storico. Il FTSE MIB italiano ha guadagnato da inizio anno il +24.44% - questa sovraperformance é da imputare soprattutto ai titoli finanziari. L'impressione é che la borsa italiana abbia corso troppo ma non vediamo ragioni per separarci dalle azioni italiane. L'unico rischio che vediamo é quello di una certa sottoperformance nei prossimi mesi.

Commento del 22-23 luglio

La correzione é finora un consolidamento - dovrebbe durare ancora una decina di giorni con obiettivo a 4450 punti di S&P500

Riassunto: Una settimana fà la posizione degli oscillatori mostrava che gli indici azionari americani erano probabilmente su un massimo intermedio a corto e medio termine. Considerando la forza del trend rialzista avevamo quindi previsto l'inizio di una correzione che però doveva essere modesta e quindi trascurabile e insignificante per gli investitori. Dai 4505 punti di S&P500 di venerdì scorso ci aspettavamo un'oscillazione in laterale di circa due settimane con un limite inferiore sui 4450 punti di S&P500. In effetti il nostro timing é stato sbagliato di alcuni giorni. Il rialzo é continuato fino a mercoledì (LU +0.39%, MA +0.71%, ME +0.24%) quando l'S&P500 a metà seduta ha raggiunto un nuovo massimo annuale a 4578 punti. Da qui l'indice é scivolato verso il basso ed é tornato venerdì in chiusura a 4536.34 punti (+0.03%). Vedete dalle performance settimanali sottoelencate che la correzione finora é stata un semplice consolidamento ad alto livello. La maggior parte degli indici azionari ha ancora guadagnato meno dell'1% con l'eccezione dell'Eurostoxx50 che é sceso del -0.20%. Una settimana fà abbiamo scritto che avevamo preso dei benefici sul settore tecnologico per investire in altri settori ciclici - vedete che almeno nelle ultime 5 sedute questa strategia é stata vincente - il tecnologico Nasdaq100 ha perso il -0.89% mentre il Dow Jones ha guadagnato il +2.08% e il Russell2000 é salito del +1.39%.
La correzione sembra essere appena iniziata - gli indicatori di sentiment (VIX a 13.60 punti, Fear&Greed Index a 82 punti) mostrano ancora troppo ottimismo mentre gli oscillatori sono scesi poco dai massimi - gli indicatori di ipercomperato come il RSI (S&P500 a 68.09 punti) sono tuttora molto alti. Di conseguenza pensiamo che questa fase di incertezza e consolidamento deve ancora continuare per una manciata di sedute e manteniamo invariata la nostra previsione - l'S&P500 dovrebbe scivolare fino ai 4450 punti in maniera da chiudere i gaps, assorbire gli eccessi e permettere al rialzo di riprendere vigore. Nel frattempo l'USD Index (100.79) dovrebbe distribuire intorno ai 100 punti prima di ricominciare a scendere. L'indebolimento dell'USD dovrebbe coincidere con una spinta di rialzo sui prezzi dei metalli prezioni e l'oro (1961 USD/oncia) dovrebbe involarsi verso i 2100 USD/oncia.
Un rialzo non é mai lineare - viene sempre interrotto da fasi di pausa e correzioni intermedie come sta avvenendo in questo momento.
Ribadiamo però la solidità e costanza di questo rialzo - il 74.2% dei titoli USA é sopra la SMA a 50 giorni ed il Bullish Percent Index sul NYSE é a 65.05 punti - i Summation index, malgrado che il momentum é in calo, stanno ancora salendo. Siamo convinti che l'S&P500 raggiungerà il nostro obiettivo a 5000 punti in autunno.
Gli indici azionari europei seguono a fatica. Vi abbiamo più volte spiegato le ragioni di questo ritardo dovuto in gran parte all'effetto del cambio tra le divise. Usando la stessa moneta di riferimento (USD o EUR) la performance dei mercati azionari americani ed europei dovrebbe essere simile ancora nei prossimi mesi.
Il messaggio é semplice é chiaro. Bisogna ignorare i vari segnali di recessione, i gridi d'allarme di alcuni analisti fondamentali e restare investiti in azioni - le borsa sono già rivolte al prossimo ciclo economico contraddistinto da tassi d'interesse in calo e una modesta crescita economica con utili delle imprese di nuovo in aumento. È probabile che a questo periodo positivo seguirà a fine anno o all'inizio del 2024 una crisi deflazionistica che provocherà una caduta delle borse. Prima però godiamoci e sfruttiamo questo rialzo che nella fase finale dovrebbe essere contraddistinto da euforia e da una accelerazione di tipo esaustivo. Solo in seguito si potrà parlare di ribasso - mancano ancora parecchi mesi (ma non anni!).

Le performance settimanali degli indici azionari sono state le seguenti:
Eurostoxx50             -0.20% a 4391 punti
SX7E (banche)          +1.53% a 110.88 punti
DAX                         +0.45% a 16177 punti
SMI                          +0.87% a 11207 punti
FTSE MIB                  +0.67% a 28855 punti
S&P500                     +0.69% a 4536.34 punti
Nasdaq100                -0.89% a 15425 punti

Per far iniziare una correzione c'é spesso bisogno un'evento. L'occasione si é presentata giovedì quando Tesla (-9.7%) e Netflix (-8.4%) hanno presentato dei risultasti trimestrali che hanno deluso gli investitori. L'S&P500 ha perso il -0.68% e in Nasdaq Comp. é sceso del -2.1%. La seduta di venerdì é invece trascorsa nella calma ed é stata contraddistinta dalla scadenza dei derivati di luglio. L'S&P500 si é mosso in soli 20 punti. L'indice ha aperto a 4550 punti ed é sceso sul minimo a 4436 punti. Poi l'indice é salito a scatti per alcune ore raggiungendo verso le 20.00 il massimo giornaliero a 4555 punti. Nelle ultime due ore di contrattazioni l'S&P500 é ricaduto ed ha chiuso sul minimo a 4536.34 punti (+0.03%). La seduta al NYSE é stata equilibrata con A/D a 3962 su 4185, NH/NL a 869 su 311 e volume relativo a 1.4. C'é poco da dire se non notare la chiusura sul minimo che lascia aperta la strada verso il basso.
Ora l'attenzione degli investitori si fissa sulle prossime sedute delle Banche Centrali (FED ME 26.7. e BCE GIO 27.7.) dove si prevedono ulteriori incrementi del +0.25% nei tassi d'interesse di riferimento. Questo aumento é però già scontato e non dovrebbe influenzare la tendenza rialzista di base dei mercati azionari. Settimana prossima potrebbero esserci delle brevi turbolenze - gli investitori possono ignorare queste oscillazioni a corto termine e godersi le vacanze.

Commento del 15-16 luglio

Rally dai supporti in Europa - nuovi massimi in America insieme ad un minimo del'USD - il nostro scenario funziona bene

Riassunto: Una settimana fà avevamo evidenziato il calo delle borse europee. Secondo noi doveva trattarsi di una debolezza temporanea e ci aspettavamo questa settimana una decisa reazione dai supporti (Eurostoxx50 a 4200 punti, DAX a 15500 punti). In effetti c'é stato un rally di consistenti dimensioni che é partito già lunedì e si é affievolito solo venerdì.
Dopo il consolidamento sui 4400 punti di S&P500 anche il rialzo della borsa americana doveva riprendere vigore. Il nostro obiettivo per luglio é sui 4600 punti. Secondo gli oscillatori l'S&P500 poteva raggiungere un massimo intermedio a corto e medio termine a metà luglio. A questo scopo però l'S&P500 doveva guadagnare questa settimana  un +2%/+3%. Questo sviluppo non sembrava a prima vista realistico ma invece é esattamente quello che é successo - l'S&P500 ha toccato venerdì un massimo annuale a 4527.76 punti e ha chiuso a 4505.42 punti (-0.10%) con una performance settimanale del +2.42%. A questa spinta di rialzo hanno decisamente contribuito i dati sull'inflazione che in America é in netto calo - il reddito dell'USTBond decennale é nuovamente sceso, come speravamo, a 3.83%.
Il calo dei tassi d'interesse di mercato negli Stati Uniti ha indebolito l'USD - il cambio EUR/USD é salito a 1.1228 (+ca. 2.5% in una settimana!) mentre l'USD Index (99.63) é caduto sotto i 100 punti. Già all'inizio dell'anno vi avevamo avvisati che il rialzo della borsa americana sarebbe avvenuto insieme ad un indebolimento dell'USD. Per questa ragione vi avevamo anche consigliato di assicurare il cambio con operazioni a termine. Pensiamo che quest'anno il rialzo della borsa USA sarà più forte che in Europa ma che la differenza di performance sarà compensata dalla variazione sui cambi. È quello che sta succedendo e questo effetto proseguirà nei prossimi mesi.
È probabile che il calo dell'USD provochi un rialzo dei prezzi delle materie prime (energia esclusa). Per questa ragione ci aspettiamo anche una buona performance dei metalli preziosi e industriali. Entro fine anno l'USD dovrebbe ancore perdere un -10% rispetto alle maggiori monete di riferimento - questo significa che l'USD Index dovrebbe muoversi in direzione dei 90 punti.
Ora la borsa americana, sulla base della posizione degli oscillatori, si trova su un massimo a corto e medio termine. Considerando la forza e la costanza del trend rialzista (71.3% dei titoli sopra la SMA a 50 giorni, Bullish Percent Index sul NYSE a 62.43 punti) riteniamo che la correzione che ci aspetta nelle prossime una a due settimane dovrebbe essere trascurabile. Probabilmente avremo unicamente un movimento oscillatorio in laterale fino alla prossima riunione delle Banche Centrali (FED 26.7. e BCE 27.7.) prima della ripresa del rialzo - l'S&P500 non dovrebbe più scendere sotto i 4450 punti. Questa previsione é basata sul grafico - una correzione a medio termine di -1.5% sembra però veramente poco.

Le performance settimanali degli indici azionari sono state le seguenti:
Eurostoxx50             +3.86% a 4400 punti
SX7E (banche)          +3.56% a 109.35 punti
DAX                         +3.22% a 16105 punti
SMI                          +2.16% a 11110 punti
FTSE MIB                  +3.19% a 28663 punti
S&P500                     +2.42% a 4505.42 punti
Nasdaq100                +3.51% a 15565 punti

Venerdì il rialzo che ha contrassegnato la settimana si é fermato. L'S&P500 ha toccato il massimo annuale a 4527.76 punti verso le 16.15 e poi é ridisceso. A balzi irregolari é tornato a 4499 punti per poi chiudere a 4405.42 punti (-0.10%) con una insignificante perdita di 5 punti. Il calo in termine di punti é trascurabile ma rappresenta probabilmente l'esaurimento di questa spinta di rialzo a medio termine che era partita a fine maggio da ca. 4100 punti. La seduta al NYSE é stata decisamente negativa con A/D a 1994 su 6263, NH/NL a 744 su 312 e volume relativo a 1.0. La caduta del Russell2000 (-1.01%) dopo 4 giorni di forte rialzo ha rappresentato una battura d'arresto. I Summation Index stanno ancora salendo ma sembrano destinati a "girare". La volatilità VIX é scesa a 13.34 punti (-0.27), il CBOE Equity put/call ratio (0.55) é da giorni basso mentre il Fear&Greed Index a 80 punti resta in territorio di "extreme Greed". Gli indicatori di sentiment a corto termine, seguiti dai traders, mostrano quindi una certa euforia mentre gli investitori sono ancora molto scettici e sottoinvestiti. È quindi probabile che adesso debba esserci una correzione di medio termine ma che la tendenza di base rialzista non sia in discussione. Essendo il trend solido e dominate crediamo che questa correzione si risolverà in un semplice consolidamento ad alto livello. Vedremo all'inizio della settimana come si presenterà il mercato - se la nostra ipotesi é corretta gli indici scivoleranno verso il basso con perdite marginali e poca pressione di vendita. Noi approfittiamo di questa fase per prendere benefici su settori che già hanno corso parecchio tipo tecnologia e aumentare le posizioni su settori ciclici che ancora non si sono mossi.
Restiamo convinti long sui mercati azionari, short Bonds in USD e short USD (malgrado che ora ci sarà una pausa sui 100 punti di USD Index). Le borse europee seguiranno a fatica quella americana - la congiuntura é più debole e l'inflazione più ostinata. Malgrado le alte valutazioni fondamentali l'America offre le migliori opportunità.

Commento dell'8-9 luglio

Il reddito dell'USTBond decennale risale a 4.06% e mette in allarme, a torto, gli investitori - rialzo in stallo

Riassunto: Una settimana fà, in occasione della fine del semestre, l'S&P500 aveva raggiunto un nuovo massimo annuale a 4458 punti e aveva chiuso a 4450 punti. L'impennata di quel venerdì era chiaramente una conseguenza del window dressing e costituiva a cortissimo termine un'eccesso che andava riassorbito con un consolidamento. Avevamo quindi previsto una discesa dell'S&P500 fino a 4400 punti per chiudere il gap d'apertura prima della ripresa del rialzo. La festa dell'Indipendenza di martedì ha spalmato questo consolidamento nel corso della settimana. Nella corta seduta di lunedì (S&P500 +0.12%) non é successo nulla di importante, martedì la borsa di New York era chiusa e la caduta é slittata a giovedì (S&P500 -0.79% a 4411.59 punti, minimo giornaliero a 4385 punti) dopo che mercoledì c'era stata una seduta di pausa in attesa dei dati sul mercato del lavoro. Venerdì l'S&P500 é risalito fino a 4440 punti e ha chiuso a 4398.95 punti (-0.29%) - ne riparliamo in seguito.
Il consolidamento si é svolto in linea di massima come previsto - é durato però più di quanto avevamo sperato visto che in seguito ci aspettavamo una salita dell'S&P500 verso i 4600 punti per metà luglio - ora questo obiettivo sembra troppo ambizioso.
L'attenzione degli investitori si é focalizzata sul mercato obbligazionario. Il reddito dell'US Treasury Bond decennale é risalito sopra il 4% e ha raggiunto venerdì il 4.06% (+0.01%). Molti analisti ritengono che l'aumento dei tassi d'interesse di mercato debba soffocare il rialzo della borsa americana e provocare un ribasso. Noi non siamo d'accordo per due ragioni. Una é evidente - i tassi d'interesse salgono da maggio e finora non hanno frenato il rally degli indici azionari americani. La seconda é che nel passato ci sono stati periodi simili a quello attuale dove i tassi d'interesse sono saliti in previsione di una futura ripresa congiunturale. Basta che gli utili delle imprese salgano in parallelo per permettere alla borsa di continuare il rialzo. La realtà é che l'S&P500 é poco più dell'1% sotto il massimo annuale e per ora non vediamo ragioni per preoccuparci malgrado le molte divergenze negative che ci sono a livello di partecipazione. Restiamo della ferma opinione che nei prossimi mesi gli indici azionari saliranno decisamente più in alto. Manteniamo l'obiettivo a 4500-4600 punti di S&P500 per luglio e a 5000 punti (nuovo massimo storico) in autunno.
Questa settimana é chiaramente apparso un evidente problema. Già una settimana fà avevamo segnalato che il DAX tedesco faceva fatica. Le borse europee stavano sottoperformando quella americana. Questa divergenza si é ora accentuata. Questa settimana gli indici azionari europei hanno perso un 2%-2.5% in più rispetto agli indici americani. Sembra che contro le previsioni della maggior parte degli analisti delle banche svizzere la liquidità si stia spostando verso l'America a scapito dell'Europa malgrado le alte valutazioni fondamentali della azioni americane. Al momento non sappiamo spiegarci questo effetto e non sappiamo se anche nel futuro le borsa europee accumuleranno ritardo. Sembra che la congiuntura in Europa sia più debole che in America mentre l'inflazione é a livelli più elevati - questo in effetti potrebbe costituire un problema. Osservando i grafici notiamo che gli indici azionari europei sono ora arrivati su importanti supporti (Eurostoxx50 a 4200 punti, DAX a 15500 punti) e a breve sono ipervenduti. Settimana prossima le borse europee dovrebbero quindi risalire. La reazione che dovrebbe delinearsi a partire da lunedì prossimo ci dirà quanto grave e duraturo é il problema della sottoperformance delle borse europee - teoricamente dovrebbe solo trattarsi di un fattore temporaneo. Vedremo.

Le performance settimanali degli indici azionari sono state le seguenti:
Eurostoxx50             -3.69% a 4236 punti
SX7E (banche)          -1.64% a 105.59 punti
DAX                         -3.37% a 15603 punti
SMI                          -3.59% a 10874 punti
FTSE MIB                  -1.60% a 27778 punti
S&P500                     -1.16% a 4398.95 punti
Nasdaq100                -0.94% a 15036 punti

Venerdì l'S&P500 ha aperto a 4409 punti, é salito a 4415 punti ed é ricaduto a 4405 punti. In seguito é salito regolarmente e ha toccato il massimo giornaliero a 4440 punti verso le 19.30. Alla fine é sceso fino alla chiusura sul minimo giornaliero a 4398.95 punti (-0.29%). Questa chiusura sul minimo é un segnale negativo che però non vogliamo drammatizzare. In effetti la seduta al NYSE é stata positiva con A/D a 5608 su 2575 (grazie al buon comportamento del Russell2000 +1.22%), NH/NL a 551 (pochi !) su 388 e volume relativo a 0.95. La volatilità VIX é scesa a 14.89 (-0.61), il CBOE Equity put/call ratio era a 0.52 e il Fear&Greed Index é ancora alto a 78 punti. I Summation Index sono misti (NYSE su, Nasdaq giù). La tendenza di fondo della borsa americana é al rialzo con il 58.3% dei titoli sopra la SMA a 50 giorni ed il Bullish Percent Index sul NYSE a 56.16.
Per quel che riguarda le prossime due, tre settimane abbiamo sentimenti e segnali contrastanti. Vediamo che molti investitori sono preoccupati dell'alto livello dei tassi d'interesse. Tecnicamente noi crediamo che i tassi d'interesse debbano nel futuro tornare a scendere insieme ai dati sull'inflazione. Pensiamo quindi che da questo fronte debbano venire degli impulsi positivi per la borsa. A breve temiamo pero che il consolidamento possa continuare e che quindi é possibile che ci sia ancora un periodo di oscillazione in laterale. Insomma - per quel che riguarda il futuro prossimo non vediamo rischi di ribasso ma notiamo d'altra parte che il rialzo sembra in stallo. Gli oscillatori sono confusi visto che sembra delinearsi un massimo a medio termine verso metà mese. Per questo obiettivo però settimana prossima dovrebbe esserci una decisa spinta di rialzo (+2%/+3%) - al momento questo non sembra essere uno scenario realistico.
Restiamo convinti long sui mercati azionari, long Bonds negli Stati Uniti e short USD.

Commento del 1-2 luglio

Dopo la correzione minore é ripreso il rialzo - ora si sale ancora per due settimane con obiettivo a 4500-4600 punti di S&P500

Riassunto: A metà giugno avevamo previsto una correzione minore degli indici azionari all'interno di un trend rialzista solido e dominante. Secondo noi dal massimo a 4443 punti (16 giugno) l'S&P500 poteva scendere fino a 4310 punti (-3%) prima di riprendere il rialzo in direzione del prossimo obiettivo a 4500-4600 punti. In effetti la correzione é terminata lunedì 26 giugno con un minimo a 4328 punti. Come pensavamo la pressione di vendita durante questa correzione é stata modesta - pochi investitori hanno voluto vendere prima della fine del semestre. Da martedì ci sono stati soprattutto acquisti da parte di chi finora era sottoinvestito e non poteva permettersi di arrivare a questo importante appuntamento senza avere i titoli "giusti" (window dressing) in portafoglio. L'S&P500 ha terminato la settimana a 4450.38 punti (+1.23%) - l'indice ha toccato un nuovo massimo annuale a 4458 punti portando la performance 2023 al +15.91%. Le borse europee non sono da meno - da inizio anno l'Eurostoxx50 (+1.02% a 4399 punti) é salito del +15.96%. Il FTSE MIB italiano ha raggiunto un nuovo record annuale a 28230 punti (+1.08%, 2023 +19.08%) grazie alla forza relativa del comparto bancario.
La tendenza di fondo delle borse resta chiaramente al rialzo. Come ripetiamo da mesi il trend é solido e dovrebbe far salire gli indici azionari nei prossimi mesi decisamente più in alto. Liquidità e scetticismo alimentano il movimento. Secondo gli oscillatori di medio termine il prossimo massimo significativo dovrebbe verificarsi intorno a metà mese. Di conseguenza pensiamo che nelle prossime due settimane il rialzo continuerà in maniera dinamica e dovrebbe permettere all'S&P500 di raggiungere l'obiettivo intermedio indicato da tempo a 4500-4600 punti - a questo punto sembra che il massimo di questa spinta di rialzo sarà più vicino ai 4600 punti che ai 4500 punti. Vi ricordiamo che il nostro obiettivo finale per questo bull market é un nuovo massimo storico sui 5000 punti - questo obiettivo é indicativo e potrebbe essere rivisto, cammin facendo, al rialzo.
Restiamo investiti in azioni e abbiamo posizioni long in obbligazioni a lungo termine in USD. Finora il rialzo ha coinvolto soprattutto il settore tecnologico e le aziende ad alta capitalizzazione. Nei prossimi mesi ci aspettiamo che il rialzo si allarghi a tutto il listino e che anche le società piccola e media capitalizzazione (p.e Russell2000), fondamentalmente sottovalutate, si uniscano al rally. 

Leggiamo regolarmente le analisi fondamentali e tecniche di nostri colleghi. Ci concentriamo su quelle analisi che prevedono a breve un crollo dei mercati azionari - dobbiamo infatti confrontarci con chi ha opinioni diametralmente opposte alle nostre e giudicare se le loro giustificazioni sono valide e vanno prese in considerazione. In generale il problema di questo rialzo riguarda la scarsa partecipazione e l'eccesso di rialzo a corto termine - in effetti appaiono parecchie negative divergenze che suggeriscono una certa fragilità. Sulla base della nostra esperienza sappiamo che questi problemi non sono decisivi - possono favorire un'inversione di tendenza ma non provocarla se non intervengono altri fattori. Al contrario la debole partecipazione (al momento sono poche grandi imprese del settore tecnologico come Apple, Microsoft o NVidia che contribuiscono in maniera decisiva ai guadagni degli indici) può migliorare provocando un'accelerazione del rialzo - é proprio questo che ci aspettiamo nei prossimi mesi grazie ad una combinazione di inflazione e tassi d'interesse di mercato in calo e utili delle imprese superiori alle stime degli analisti. Molti investitori istituzionali e privati sono sottoinvestiti e saranno obbligati a saltare sul carro in corsa. Chi pensa che l'attuale rallentamento congiunturale farà cadere le borse si sbaglia - i mercati finanziari stanno già giocando la prossima fase quando il prezzo del denaro scenderà e la liquidità ricomincerà ad affluire in borsa.
L'ipercomperato non é un problema - bastano correzioni intermedie di breve durata ed intensità per assorbirlo. In un bull market gli indicatori che segnalano ipercomperato ed eccesso di rialzo restano sempre nella parte superiore del range poiché qualsiasi ritracciamento viene comperato come é successo in maniera esemplare nelle ultime due settimane.

Le performance settimanali degli indici azionari sono state le seguenti:
Eurostoxx50             +2.98% a 4399 punti
SX7E (banche)          +5.27% a 107.35 punti
DAX                         +2.01% a 16147 punti
SMI                          +0.53% a 11290 punti
FTSE MIB                  +3.75% a 28230 punti
S&P500                     +2.35% a 4450.38 punti
Nasdaq100                +1.93% a 15179 punti

Non abbiamo molti commenti da fare sulla settimana in borsa. La seduta di lunedì (S&P500 -0.45%) é stata negativa ma ha anche segnato la fine della correzione. La buona seduta di martedì (S&P500 +1.15%) é stata seguita da una pausa (-0.04%) e da due sedute in accelerazione (+0.45% e +1.23%). Come tradizione in un anno di borsa finora positivo gli indici sono arrivati a fine semestre su un massimo. È molto probabile che la tendenza debba continuare anche se lo "strappo" di venerdì con un gap up in apertura ha bisogno teoricamente di un breve pausa di consolidamento. Questa pausa potrebbe però anche mancare visto che spesso i nuovi semestri iniziano in maniera positiva grazie alla nuova liquidità affluita sui conti risparmio che deve essere investita.
Venerdì l'S&P500 ha aperto in gap up a 4429 punti. Dopo una prima fase positiva l'indice verso le 17.50 é ridisceso a 4436 punti. Da li il rialzo si é fatto costante e regolare fino ai 4458 punti. Negli ultimi minuti della seduta alcune prese di beneficio hanno fissato la chiusura a 4450.38 punti (+1.23%). La seduta al NYSE é stata positiva con A/D a 5678 su 2507, NH/NL a 984 (pochi !?) su 232 e volume relativo a 1.0. La volatilità VIX é salita di poco a 13.59 (+0.05) - notiamo con un sorriso che questa anomalia é stata presa dai ribassisti come presagio per una caduta delle borse a luglio - ci sembra che gli orsi si arrampicano ormai sui vetri per trovare argomenti a sostegno delle loro tesi. Restiamo dell'opinione che la VIX scenderà nei prossimi mesi verso i 10 punti.
A livello di sentiment concordiamo sul fatto che a breve c'é un certo surriscaldamento (CBOE Equity put/call ratio a 0.53, Fear&Greed Index a 80 punti) e quindi c'é la possibilità che il gap fino a 4400 punti venga chiuso prima della ripresa del rialzo. Al di fuori di questo fattore non vediamo problemi tecnici gravi in grado di fare deragliare il rialzo. La tendenza di fondo della borsa americana é positiva con il 62.9% dei titoli sopra la SMA a 50 giorni ed il Bullish Percent Index sul NYSE a 55.69.
Le borse europee seguono quella americana. Tra i vari indici ci sono delle temporanee differenze. Al momento il DAX tedesco fà fatica e non ha ancora migliorato il massimo annuale (16427 punti) che risale a metà giugno.  

Martedì di settimana prossima in America si festeggia il giorno dell'Indipendenza (4 luglio). La borsa di New York resta chiusa. La seduta di lunedì sarà più corta del solito e terminerà alle 13.00 ora locale. È quindi probabile che lunedì e martedì succeda ben poco - anche in Europa. Dopo il rally di venerdì, ultimo giorno del mese di giugno, é logico che ci sia essere una pausa di consolidamento di un paio di giorni prima della ripresa del rialzo. Il consolidamento potrebbe comportare un modesto ritracciamento di circa un -1%.

Breve commento del 24-25 giugno

La correzione é in corso - il trend resta al rialzo

Riassunto: Anche questo fine settimana sono assente e quindi mi limito ad un breve commento.
Una settimana fà l'S&P500 aveva toccato un nuovo massimo annuale a 4443 punti e aveva terminato la seduta di venerdì a 4409 punti. Noi avevamo dichiarato che era iniziata l'attesa correzione di corto termine. Visto che l'indice era salito più in alto di quanto avevamo precedentemente stimato pensavamo che la correzione sarebbe stata modesta e di breve durata. Per questa settimana ci aspettavamo un consolidamento tra i 4350 ed i 4450 punti - concretamente pensavamo che il culmine era stato praticamente raggiunto mentre dal massimo l'indice poteva scendere un centinaio di punti. In totale ci aspettiamo una correzione di circa un -3% dal massimo (= ca. 4310 punti). L'S&P500 ha toccato questo venerdì il minimo settimanale e finora minimo di questa correzione a 4441 punti e ha chiuso a 4448.33 punti (-0.77%). In generale la correzione si svolge come previsto. La pressione di vendita é modesta - sembrano più che altro prese di beneficio. Lunedì la borsa americana era chiusa - ci sono state tre sedute negative e una positiva - la perdita giornaliera é sempre stata inferiore all'1%. I Summation Index sono in calo mentre i nostri due indicatori di base restano rialzisti (50.2% dei titoli sopra la SMA a 50 giorni, Bullish Percent Index sul NYSE a 53.18). Gli indici scivolano verso il basso ed é difficile stimare quando la correzione sarà finita. Per ora gli indicatori di sentiment di corto termine sono cambiati di poco (VIX a 13.44, Fear & Greed Index a 74 punti) e quindi é possibile che l'S&P500 debba perdere ancora una cinquantina di punti prima di toccare il fondo e riprendere il rialzo. Da due giorni il CBOE Equity put call ratio (0.64) é risalito sopra i 0.60 - segno che gli speculatori long stanno mollando la presa.
Restiamo long sui mercati azionari e approfittiamo della correzione per ottimizzare il portafoglio - al più tardi all'inizio di luglio il rialzo dovrebbe riprendere in direzione dei 4500-4600 punti di S&P500. Le borse europee seguiranno quella americana.
Nel complesso non c'é nulla di nuovo rispetto allo scenario che descriviamo da mesi.

Le performance settimanali degli indici azionari sono state le seguenti:
Eurostoxx50             -2.80% a 4271 punti
SX7E (banche)          -2.85% a 101.97 punti
DAX                         -3.23% a 15830 punti
SMI                          -1.45% a 11221 punti
FTSE MIB                  -2.34% a 27209 punti
S&P500                     -1.39% a 4348.33 punti
Nasdaq100                -1.27% a 14891 punti


Commento del 17-18 giugno

Trend stabilmente al rialzo e in rafforzamento - a breve prevediamo una correzione di corto termine

Riassunto: Da mesi siamo positivi sui mercati azionari malgrado l'aumento dei tassi di'interesse di riferimento da parte delle Banche Centrali e una pericolosa combinazione di inflazione e rallentamento della crescita economica. Usiamo come riferimento l'S&P500 americano (-0.37% a 4409.59 punti) - il nostro obiettivo per questa spinta di rialzo di medio termine é a 4500-4600 punti e stimiamo che il rally dovrebbe sfociare ancora quest'anno in un nuovo massimo storico sui 5000 punti. Liquidità e fattori tecnici e psicologici obbligano gli investitori a comperare azioni - malgrado i guadagni da inizio anno (S&P500 +14.85%, Eurostoxx50 +15.85%) molti analisti sono ancora pessimisti e molti portfolio manager sono sottoinvestiti rispetto ai profili d'investimento. Esiste quindi ancora parecchio carburante per alimentare un rialzo che si sviluppa nell'incredulità di molti e nello scetticismo.
Tecnicamente la tendenza di fondo della borsa americana é saldamente al rialzo con il 65.3% dei titoli sopra la SMA a 50 giorni ed il Bullish Percent Index sul NYSE a 55.92. I Summation Index continuano a salire e mostrano come non siano solo le società tecnologiche (Nasdaq +30.79% da inizio anno) a spingere gli indici verso l'alto - la partecipazione al movimento é in aumento.
Una settimana fà avevamo scritto che si stava profilando una situazione di ipercomperato e di eccessi di rialzo e ottimismo a corto termine. L'S&P500 era a 4298 punti e noi pensavamo che l'indice potesse salire fino a metà settimana sui 4340-4360 punti prima di cominciare a correggere. Avevamo osservato che le riunioni delle Banche Centrali e le loro decisioni di politica monetaria potevano influenzare questo scenario - inoltre era possibile che le borse salissero su un massimo intermedio solo in occasione della grande scadenza dei derivati di giugno di venerdì. In effetti la spinta di rialzo é stata più possente di quanto ci eravamo immaginati e l'S&P500 ha toccato un nuovo massimo annuale a 4443 punti solo venerdì - l'indice ha terminato la seduta a 4409.59 punti (-0.37%) con una perdita di 16 punti e sembra aver cominciato l'attesa correzione. L'indice é però salito 83 punti sopra i 4360 punti che avevamo previsto noi. Dobbiamo di conseguenza rivedere nei dettagli la previsione di correzione a fronte di un rialzo più possente di quando avevamo precedentemente stimato. Probabilmente la correzione di corto termine sarà solo un consolidamento di alcuni giorni con un calo di circa il -3% dal massimo - l'indice potrebbe quindi settimana prossima ricadere sui 4300 punti prima di riprendere la corsa in direzione del prossimo obiettivo a 4500-4600 punti. Esiste solo un fattore d'incertezza - non pensiamo che prima della fine del semestre ci saranno parecchie vendite malgrado che gli oscillatori mostrino adesso la presenza di un top di corto termine. Considerando questo fattore é possibile che settimana prossima l'S&P500 si muova unicamente tra i 4350 e i 4450 punti.
Come previsto il rialzo della borsa americana é stato copiato dalle borse europee specialmente nei settori ciclici. DAX ed Eurostoxx50 hanno raggiunto dei nuovi massimi annuali. Inoltre il cambio EUR/USD é salito a 1.0943 - significa che per un investitore con moneta di riferimento EUR gli utili conseguiti sulla borsa americana in USD sono stati in buona parte cancellati dalla perdita sulla moneta. Questo effetto negativo non é una sorpresa poiché vi avevamo avvertiti che si sarebbe verificato. L'indebolimento dell'USD dovrebbe nelle prossime settimane dare nuovo slancio al rialzo dei prezzi dei metalli preziosi.   

Le performance settimanali degli indici azionari sono state le seguenti:
Eurostoxx50             +2.45% a 4394 punti
SX7E (banche)          +1.91% a 104.97 punti
DAX                         +2.56% a 16357 punti
SMI                          +1.17% a 11386 punti
FTSE MIB                  +2.58% a 27861 punti
S&P500                     +2.58% a 4409.59 punti
Nasdaq100                +3.82% a 15083 punti

Dopo il rally di giovedì le borse sono nuovamente salite sullo slancio fino nel primo pomeriggio. L'S&P500 dopo l'apertura ha ancora avuto la forza di salire su un nuovo massimo annuale a 4448 punti malgrado valori di RSI e DSI a livello di guardia. Questi indicatori di ipercomperato e sentiment di cortissimo termine garantiscono però solo una breve reazione negativa ma non l'inizio di una sensibile correzione. Per prevedere una correzione noi ci basiamo soprattutto sugli oscillatori e gli indicatori di sentiment (Fear&Greed Index a 82 punti) che al momento convergono nel segnalare un'alta probabilità di correzione.
Dopo la buona apertura l'S&P500 é sceso a sbalzi irregolari fino a 4421 punti, é risalito fino a metà seduta a 4440 punti e poi, esausto,  é sceso fino alla chiusura sul minimo a 4409.59 punti. La grande scadenza trimestrale di opzioni e futures ha condizionato la seduta e ha fatto esplodere i volumi (volume relativo a 1.7). La seduta al NYSE é stata negativa con A/D a 2866 su 5102 e NH/NL a 1107 su 277 (relativamente pochi NH a causa della debolezza relativa del Russell2000 (-0.73% a 1875 punti)). La volatilità VIX é scesa a 13.54 punti (-0.96) mentre il CBOE Equity put/call ratio era ancora basso a 0.46 (troppa speculazione al rialzo).
È troppo presto per dire se questo é l'inizio dell'attesa correzione o solo una reazione negativa ad un temporaneo eccesso di rialzo - ovviamente questa é la nostra speranza ma scopriremo la verità solo settimana prossima.
Gli investitori possono ignorare queste oscillazioni di corto termine e devono rimanere tranquillamente long. Siamo convinti che nei prossimi mesi gli indici azionari saliranno decisamente più in alto. È possibile che i nostri obiettivi vengano superati - al contrario riteniamo poco probabile che i ribassisti siano in grado di riprendere l'iniziativa ed imporsi. A momento non appare nulla all'orizzonte in grado di farci cambiare idea e far deragliare il rialzo delle borse.

Commento del 10-11 giugno

Nuovi massimi annuali in America - si verifica l'atteso sorpasso dell'Europa con un indebolimento dell'USD

Riassunto: Venerdì l'S&P500 (+0.11% a 4298.86 punti) americano ha toccato un nuovo massimo annuale a 4322 punti. L'indice ha guadagnato più del 20% dal minimo di ottobre dell'anno scorso e ora secondo le regole si trova di conseguenza ufficialmente in un bull market. Anche i nostri indicatori confermano la tendenza rialzista - il 58% dei titoli é sopra la SMA a 50 giorni e il Bullish Percent Index sul NYSE é a 51.25 punti. Malgrado i dati positivi ci sono ancora molti analisti che prevedono a breve un crollo del mercato basandosi sui dati economici che mostrano l'inizio di una recessione. Come suggerito più volte nei nostri commenti questi pessimisti si sbagliano.
Nel futuro ci aspetta una crisi deflazionistica - prima però, nel periodo di passaggio dall'inflazione alla deflazione, i tassi d'interesse di mercato scenderanno e questo alimenterà il rialzo delle borse mondiali - lo scetticismo aiuterà il movimento. Ribadiamo la nostra previsione positiva per le azioni e confermiamo l'obiettivo a 5000 punti di S&P500.
A breve gli oscillatori di corto termine segnalano la vicinanza di un massimo intermedio. Settimana prossima avremo le riunioni dei responsabili di due importanti Banche Centrali: mercoledì 14 la FED e giovedì 15 la BCE comunicheranno le loro valutazioni economiche e le loro decisioni in materia di politica monetaria. Venerdì 16 ci sarà infine la grande scadenza trimestrale dei derivati (futures e opzioni) - spesso in questa occasione le borse segnano un massimo o un minimo di periodo. Tutti questi fattori convergono e ci inducono a prevedere che a corto termine verso la metà di settimana prossima l'S&P500 raggiungerà un massimo significatico sui 4340-4360 punti. In seguito dovrebbe verificarsi una correzione minore necessaria per assorbire gli eccessi (ipercomperato, eccesso di rialzo e di ottimismo). Considerando la tendenza di base rialzista é però probabile che questa sarà solo una correzione minore di breve durata (3-7 giorni) e di portata limitata (-3%/-5%). In seguito le borse dovrebbero ripartire al rialzo - vi ricordiamo che l'S&P500 dovrebbe salire senza correzioni importanti di medio termine fino al prossimo obiettivo intermedio a 4500-4600 punti.
Da due settimane le borse europee stanno sottoperformando l'America e marciano sul posto. Crediamo che questo effetto debba perdurare. In Europa l'inflazione sembra più persistente mentre il rallentamento economico, specialmente in Germania, potrebbe essere peggiore di quello americano. Sembra quindi che, giustamente, gli investitori preferiscano la borsa americana malgrado le ricche valutazioni fondamentali. L'indebolimento dell'USD dovrebbe ulteriormente favorire le società e le azioni americane.

Le performance settimanali degli indici azionari sono state le seguenti:
Eurostoxx50             -0.78% a 4289 punti
SX7E (banche)          +0.06% a 103.00 punti
DAX                         -0.42% a 16051 punti
SMI                          -1.65% a 11254 punti
FTSE MIB                  +0.35% a 27162 punti
S&P500                     +0.39% a 4298.86 punti
Nasdaq100                -0.12% a 14546 punti

È stata una settimana noiosa con modesti movimenti giornalieri degli indici azionari (S&P500 -0.20%, +0.24%, -0.38%, +0.62%, 0.11%). Gli investitori sono andati alla ricerca di settori "rimasti indietro" e ancora una volta ad approfittarne é stato il Russell2000 (performance settimanale +1.90%) con l'ovvia conseguenza che gli indicatori di partecipazione sono nuovamente migliorati. Un'altra prevedibile ripercussione é stato il calo della volatilità VIX a 13.83 punti - negli ultimi giorni il DSI é sceso più volte sotto i 10 punti - é quindi probabile che settimana prossima ci sia una reazione e un'impennata della VIX che dovrebbe corrispondere ad alcuni giorni di S&P500 in sensibile calo. Ripetiamo però che questi contraccolpi dovrebbero essere di breve durata - dopo l'attesa correzione intermedia di corto termine il rialzo dell'S&P500 riprenderà vigore e la VIX scenderà nei prossimi mesi verso i 10 punti.
Venerdì l'S&P500 ha aperto a 4304 punti. All'inizio é salito sullo slancio fino a 4322 punti. Poi é sceso a balzi irregolari fino a metà seduta quando ha toccato i 4291 punti. Dopo un doppio minimo l'indice é risalito fino ai 4308 punti e si é sgonfiato sul finale chiudendo a 4298.86 punti (+0.11%). La tecnologia ha seguito (Nasdaq100 +0.30%). La seduta al NYSE é stata negativa (a causa di prese di beneficio sul Russelll2000 (-0.80%)) con A/D a 2732 su 5179, NH/NL a 711 su 239 e volume relativo a 0.9. Il CBOE Equity put/call ratio era a 0.50 mentre il Fear&Greed Index si é fermato a 77 punti (+1) - questi dati sul sentiment segnalano a corto termine un certo eccesso di ottimismo e di speculazione al rialzo. Per logica questi eccessi devono essere eliminati tramite una sana correzione minore.
I Summation Index continuano a salire.
Nel complesso il rialzo delle borse é tecnicamente sano ed é destinato a proseguire. Lo scenario generale continua a svilupparsi a grandi linee secondo le nostre previsioni. Siamo long azioni e a corto termine favoriamo la borsa americana che dovrebbe essere sostenuta da un indebolimento dell'USD. Ci aspettiamo che l'USD Index tenti nelle prossime settimane di rompere il supporto a 100 punti. Il supporto é robusto e quindi saranno necessari alcuni tentativi (con relativi rimbalzi tecnici), prima della rottura definitiva al ribasso.
Nei prossimi mesi i tassi d'interesse di mercato dovrebbero scendere - vediamo una potenziale interessante sui Bonds americani e abbiamo una significativa posizione long in USTB ventennali.

Commento del 3-4 giugno

L'America riparte, come previsto, al rialzo - non bisogna guardare l'economia con il retrovisore

Riassunto: Le borse sono proiettate nel futuro ed ignorano i dati economici che riflettono il passato. L'inflazione sembra sotto controllo malgrado che la BCE di Lagarde continua ad alzare i tassi d'interesse e combatte una battaglia inutile. Nonostante che molti analisti prevedano un crollo delle borse pensando che il mondo é sull'orlo di una pesante recessione, gli indici azionari si limitano a fare delle correzioni minori ed intermedie seguite da ulteriori nuovi massimi marginali di periodo. Gli indicatori tecnici sono misti, in buona parte neutrali e contraddittori - a seconda della scelta degli indicatori si può giustificare qualsiasi scenario per il futuro.
Noi seguiamo fedelmente il nostro scenario di base che questa settimana ha ottenuto un'ulteriore conferma con una rottura al rialzo dell'S&P500 (+1.45% a 4288.37 punti) su un nuovo massimo annuale a 4290 punti. Interessante é che questa rottura al rialzo é avvenuta con un miglioramento dei dati sulla partecipazione mentre gli indici azionari non sono né ipercomperati né in eccesso di rialzo. È quindi probabile che questo movimento possa continuare senza correzioni significative fino a circa 4500-4600 punti di S&P500. Le borse europee saranno costrette, volenti o nolenti, a seguire.
Mentre la borsa americana nelle ultime tre settimane ha fatto progressi, quelle europee hanno marciato sul posto. L'Eurostoxx50 é passato da 4317 a 4323 punti. A questo riguardo c'é poco da dire - anche l'Europa sembra alla fine di un periodo di consolidamento.
Siamo invece delusi dal comportamento dell'EUR - il cambio EUR/USD é passato da 1.0850 a 1.0710. C'é stato quindi un lieve rafforzamento dell'USD mentre noi ci aspettavamo una sensibile perdita di valore da parte della moneta americana. Niente di drammatico ma la nostra teoria che il rialzo della borsa americana doveva essere accompagnato da una svalutazione dell'USD non é funzionata a dovere almeno nelle ultime tre settimane. Con USD forte é abbastanza logico che i metalli preziosi abbiano perso qualcosina ma la differenza in EUR é minima.
Nel complesso il rialzo delle borse fà fatica svilupparsi ma la tendenza é indiscutibile e nelle prossime settimane ci aspettiamo un ulteriore aumento dei prezzi delle azioni. Il rialzo non dovrebbe più limitarsi alla tecnologia ma coinvolgere il mercato nel suo complesso. I settori finora trascurati dovrebbero ritrovare i favori degli investitori come abbiamo già visto nella seduta di venerdì (Russell2000 +3.56%).

Le performance settimanali degli indici azionari sono state le seguenti:
Eurostoxx50             -0.32% a 4323 punti
SX7E (banche)          +0.06% a 102.94 punti
DAX                         +0.42% a 16051 punti
SMI                          +0.08% a 11443 punti
FTSE MIB                  +1.33% a 27068 punti
S&P500                     +1.83% a 4282.37 punti
Nasdaq100                +1.73% a 14546 punti

La seduta di venerdì é stata ottima. Da una parte ha confermato la rottura al rialzo dell'S&P500, dall'altra ha salvato il bilancio settimanale delle borse europee che fino a quel punto era decisamente in rosso. I dati sul mercato del lavoro americano delle 14.30 hanno messo le ali ai mercati azionari che già erano ben disposti dopo l'accordo negli Stati Uniti sull'innalzamento del tetto del debito.
L'S&P500 ha aperto in gap up a 4254 punti, é sceso fino a 4245 punti e poi é salito regolarmente fino al nuovo massimo annuale a 4290 punti. Una pausa sul finale ha obbligato l'S&P500 ad un ritracciamento fino ai 4282.37 punti (+1.45%). Tutti i settori hanno partecipato al rialzo con un evidente passaggio di testimone dalla tecnologia (Nasdaq100 +0.73%) alle PMI (Russell2000 +3.56%) e alle banche regionali (KRE +6.16%).
La seduta al NYSE é stata positiva con A/D a 6389 su 1654, NH/NL a 1008 su 169 e volume relativo a 1.05. I Summation Index continuano a salire. La volatilità VIX é scesa a 14.60 punti (-1.05) - vi ricordate cosa vi abbiamo detto quando la VIX lottava sul supporto a 18 punti? La rottura al ribasso é stata in effetti definitiva con un obiettivo finale per la VIX sui 10 punti.
I dati sul sentiment a corto termine mostrano un certo eccesso di ottimismo (CBOE Equity put/call ratio a 0.52, Fear&Greed Index a 65 punti (-2)) e quindi all'inizio di settimana prossima potrebbe esserci una breve correzione fino a chiudere il gap a 4221 punti. Questo gap sembra però un'accelerazione (o una continuazione) e quindi potrebbe non venir colmato. Un'eventuale ritracciamento costituisce un'occasione d'acquisto in preparazione del rally estivo che verrà alimentato da liquidità e scetticismo. Chi é short o sottoinvestito sarà obbligato a comperare - dalle statistiche sembra che questo gruppo sia ancora folto.
Restiamo long azioni con decisione e convinzione. Abbiamo anche posizioni long su obbligazioni americane convinti che i tassi d'interesse di mercato debbano tornare a scendere alimentando il rialzo delle borse. Restiamo positivi per i metalli preziosi (oro, argento) e negativi sull'USD contro EUR.

Commento del 13-14 maggio

Meglio andare in vacanza mentre aspettiamo che la situazione si sblocchi

Riassunto: Questa settimana ho deciso di non annoiarvi con un'insipida analisi che non sarebbe in grado di aggiungere nulla di nuovo a quanto scritto nelle ultime settimane. L'S&P500 (-0.16% a 4124.08 punti) all'inizio di aprile ha superato i 4100 punti e da quel momento si é limitato ad oscillare intorno a questo valore in un range di circa 130 punti (4050-4180 punti). La tecnologia ha nel frattempo sovraperformato mentre la crisi delle banche regionali americane ha pesato sugli indici settoriali e in particolare sul Russell2000. Gli indicatori tecnici sono misti e tendenzialmente neutri. Nessuno é in grado di prevedere sulla base dell'analisi tecnica in quale direzione si muoveranno gli indici azionari e di consegeunza se avremo una rottura al rialzo o al ribasso.
Notiamo unicamente un diffuso pessimismo tra gli investitori che restano ancora sottoinvestiti. Siamo convinti che questo fatto presto o tardi alimenterà il rialzo. Malgrado parecchie notizie negative il mercato azionario non cede e non corregge - consideriamo questo comportamento come un segnale di forza.
Noi sulla base di riflessioni di tipo forndamentale restiamo decisamente rialzisti - lo scenario macroeconomico si sta sviluppando secondo le nostre attese (prezzi dell'energia (petrolio WTI a 70.04 USD/barile) e dati sull'inflazione in calo) e quindi non vediamo per ora ragioni per cambiare la nostra politica d'investimento.

Parto tre settimane in vacanza - direi che il momento é ideale visto che l'attuale fase di incertezza potrebbe durare ancora parecchio tempo. Il prossimo commento tecnico verrà pubblicato domenica 4 giugno.

Le performance settimanali degli indici azionari sono state le seguenti:
Eurostoxx50             -0.52% a 4317 punti
SX7E (banche)          +0.90% a 102.30 punti
DAX                         -0.30% a 15913 punti
SMI                          +0.09% a 11564 punti
FTSE MIB                  -0.00% a 27347 punti
S&P500                     -0.29% a 4124.08 punti
Nasdaq100                +0.61% a 13340 punti


Commento del 6-7 maggio

La borsa americana é ancora in un pantano ma l'uscita sarà al rialzo

Riassunto: Questa settimana sia la FED americana che la BCE europea hanno alzato i tassi d'interesse di riferimento del +0.25%. In America, dopo 9 aumenti del costo del denaro in 14 mesi, il tasso di riferimento dei FED Funds é arrivato a 5%-5.25%. Questo rapido aumento ha messo in crisi molte banche regionali americane che usavano i depositi dei clienti (soldi a corto termine) per finanziare crediti (p.e. ipoteche) o investimenti (obbligazioni a 10-30 anni) a lungo termine. Il deflusso dei soldi dei clienti verso i Money Market Funds, che offrono un reddito tra il 5% ed il 5.5%, ha destabilizzato i bilanci e provocato delle crisi di liquidità. Se le banche vendono le obbligazioni a lungo termine in bilancio per compensare i deflussi realizzano delle pesanti perdite che erodono il capitale proprio. Un management non all'altezza del compito, una manchevole gestione delle risorse finanziarie e la mancanza di disciplina di bilancio sta facendo fallire numerose banche regionali. Malgrado questi gravi problemi nel sistema finanziario americano, che questa settimana hanno messo pressione sui prezzi delle azioni delle banche sia in America che in Europa, gli indici azionari traballano ma non cedono. Un rally venerdì (S&P500 +1.85% a 4136.25 punti, Eurostoxx50 +1.25% a 4340 punti) ha permesso alla borsa americana di contenere le perdite (S&P500 performance settimanale -0.80%). In Europa invece il quadro é misto (Eurostoxx50 in perdita, DAX / SMI e FTSE MIB in guadagno) dove le differenze tra i vari indici é costituita per la maggior parte dal peso del settore finanziario.
In questa settimana gli indicatori sono rimasti pressoché invariati - la tendenza di fondo della borsa americana é formalmente debolmente al ribasso con il 45.9% dei titoli sopra la SMA a 50 giorni ed il Bullish Percent Index sul NYSE a 43.83. Il Summation Index sul NYSE é in calo, quello sul Nasdaq sale di poco. La divergenza a livello di partecipazione, segnalata nelle scorse settimane, permane. Sono soprattutto alcuni grandi nomi nel settore tecnologico a guadagnare terreno e stabilizzare gli indici. Mentre il Nasdaq quest'anno guadagna il +16.90% il Russell2000 perde il -0.16% - la differenza é clamorosa e spiega la debolezza tecnica riscontrata nei rapporti A/D e NH/NL.
L'inflazione sta diminuendo mentre le economie occidentali sono sull'orlo di una recessione. Le Banche Centrali hanno segnalato l'intenzione di voler fare una pausa e attendere lo sviluppo della situazione prima di procedere eventualmente a ulteriori aumenti del costo del denaro. Gl investitori si aspettano che nel futuro i tassi d'interesse di riferimento tornino a scendere e questo spiega la differenza di rendimento tra l'USTBills a 1 mese (5.59%) e l'USTBond decennale (3.44% - invariato rispetto a settimana scorsa). Noi crediamo che basti questa pausa per dirigere nuovamente la liquidità sui mercati azionari e alimentare il rialzo delle borse.
A breve la borsa americana sembra ancora bloccata. I grandi nomi della tecnologia hanno già corso troppo e per ora non sembra che il resto del listino possegga la necessaria forza per spedire gli indici decisamente in alto. Temiamo che la fase di consolidamento dell'S&P500 tra i 4050 ed i 4200 punti possa durare ancora delle settimane. Attendiamo un evento in grado di sbloccare la situazione ed obbligare i molti pessimisti a saltare sul carro in corsa. A corto termine gli indicatori di sentiment sono misti - il CBOE Equity put/call ratio (0.69) é da giorni un pò troppo alto (pessimismo) mentre il Fear&Greed Index (59 punti, +6) segnala un certo ottimismo. Gli investitori istituzionali sono però sottoinvestiti e presto o tardo questa situazione deve essere corretta.
In generale notiamo che ci sono parecchi eventi negativi e notizie preoccupanti - questo flusso negativo non é però in grado di mettere le borse in ginocchio - questo é un segnale di forza. Da inizio anno gli indici azionari sono in guadagno - molti investitori che aspettano ancora un crollo delle borse dovranno presto o tardi ricredersi e saranno obbligati a comperare. Improvvisamente avremo un'accelerazione al rialzo. Consigliamo di restare completamente investiti in azioni rispettando i profili d'investimento. La debolezza dell'USD contro EUR e CHF deve essere assicurata con operazioni a termine.

Le performance settimanali degli indici azionari sono state le seguenti:
Eurostoxx50             -0.42% a 4340 punti
SX7E (banche)          -1.19% a 102.30 punti
DAX                         +0.24% a 15961 punti
SMI                          +1.02% a 11554 punti
FTSE MIB                  +1.00% a 27348 punti
S&P500                     -0.80% a 4136.25 punti
Nasdaq100                +0.09% a 13259 punti

La crisi delle banche regionali americane ha provocato quattro sedute consecutive di ribasso (S&P500 -0.04%, -1.16%, -0.70%, -0.72%). Venerdì, in mancanza di ulteriori notizie negative, c'é stato l'atteso ovvio rimbalzo da ipervenduto. L'S&P500 ha aperto in gap up a 4104 punti, é salito a 4124 punti, é ridisceso a metà seduta a 4114 punti per poi salire costantemente sul massimo a 4147 punti. Dopo le 21 l'indice é scivolato fino alla chiusura a 4136.25 punti (+1.85%). La seduta al NYSE é stata positiva con A/D a 6459 su 1578, NH/NL a 559 su 417 e volume relativo a 1.0. Il rialzo ha goduto di buona partecipazione (Nasdaq100 +2.13%, RUT +2.39%, DJT +2.13%). La volatilità VIX é caduta a 17.19 punti (-2.90). Questo rapido cambiamento d'umore insieme al calo nell'ultima ora di contrattazioni ci inducono a credere che questa spinta di rialzo é soprattutto un rimbalzo tecnico con aspetti speculativi. Crediamo che settimana prossima l'S&P500 debba ancora ridiscendere fino a 4082 punti per chiudere il gap. Poi dovrebbe partire la prossima sostenibile spinta di rialzo a medio termine con obiettivo a 4500-4600 punti di S&P500. Non siamo sicuri che deve ancora esserci questo ritracciamento che deve essere considerato come una continuazione della fase di consolidamento. Il rialzo potrebbe ripartire subito specialmente se lunedì l'S&P500 riesce a superare con slancio i 4150 punti.
Il rialzo secondo noi non é in discussione - é solo l'uscita da questa fase di stallo che non é ancora chiara.

Commento del 29-30 aprile

Un rialzo apparentemente senza logica alimentato da liquidità e scetticismo - seguiamo il trend

Riassunto: Domenica scorsa pensavamo che l'S&P500 potesse salire sui 4150-4170 punti e poi avere ancora un vuoto d'aria di un'ottantina di punti prima di riprendere il rialzo. È successo il contrario - l'S&P500 é sceso fino a mercoledì a 4050 punti ed é salito giovedì e venerdì chiudendo la settimana sul massimo a 4169.48 punti (+0.83%) con un guadagno totale di 36 punti. Il risultato non cambia - il consolidamento é alla fine e il prossimo movimento dovrebbe essere un'ulteriore sostanziale spinta di rialzo di circa 400 punti. Molti analisti e investitori sono perplessi e sono scettici - in effetti molti dati economici suggeriscono che l'economia americana sta entrando in recessione. Considerando il difficile momento economico e il fatto che le Banche Centrali stanno ancora alzando i tassi d'interesse di riferimento per combattere l'inflazione sembra illogico che le borse possano continuare a guadagnare terreno. Molti analisti tecnici sottolineano la fragilità del movimento che dipende da pochi titoli di peso nel campo della tecnologia (AGMAF). La curva dei tassi d'interesse di mercato invertita mostra però chiaramente l'opinione della maggioranza degli investitori - le Banche Centrali dovranno presto o tardi cambiare politica monetaria e tornare ad essere espansive anche perché i deficit degli Stati devono essere rifinanziati. Inoltre si sta verificando un interessante effetto - le imprese stanno utilizzando la scusa dell'inflazione per alzare, in parte arbitrariamente, i prezzi e mantenere in questa maniera margini e profitti. A perderci sono le economie domestiche i cui redditi diminuiscono in termini reali poiché gli aumenti di salario sono inferiori agli incrementi dei prezzi al consumo.
Questa costellazione, almeno per parecchi mesi, favorisce un rialzo delle borse. L'analisi mostra che molti investitori hanno troppe poche azioni in portafoglio e saranno obbligati e comperare ed inseguire il rialzo provocando un'accelerazione del movimento.
La partecipazione al rialzo (NH/NL, volumi) é in questo momento modesta ed questo é un motivo di preoccupazione. Molti analisti tecnici parlano di divergenze negative. Noi grazie al fatto che da anni seguiamo i mercati finanziari, sappiamo che questo problema può essere superato senza danni. La partecipazione può migliorare mano a mano che gli indici salgono. Per il momento i segnalì tecnici sono misti e molti indicatori sono in territorio neutro - il 45.7% dei titoli USA é sopra la SMA a 50 giorni ed il Bullish Percent Index sul NYSE é a 46.97 punti. I Summation Index stanno leggermente salendo. L'analisi tecnica offre buoni argomenti sia ai rialzisti che ai ribassisti a seconda del peso che si vuole dare ai singoli indicatori. Noi propendiamo decisamente per una prosecuzione dei rialzo grazie a tassi 'interesse di mercato tendenzialmente in calo (reddito dell'USTBond decennale a 3.44%). Due fattori sostengono la nostra previsione. Da metà marzo le borse non correggono più e ogni ritracciamento viene comperato - questo é un comportamento bullish. Inoltre le borse europee passano da un nuovo massimo annuale marginale al successivo - i progressi sono modesti ma regolari - il DAX é arrivato a 15922 punti (+0.77%) e si avvicina lentamente al record storico (!) di 16290 punti. L'Eurostoxx50 e il FTSE MIB questa settimana hanno invece fatto un passo indietro a causa della debolezza del settore bancario (SX7E a 103.54 punti, -1.97%) - l'effetto negativo dovrebbe essere temporaneo.
Tra l'altro anche i mercati emergenti mandano segnali costruttivi - consigliamo investimenti in Cina e in Brasile.

Le performance settimanali degli indici azionari sono state le seguenti:
Eurostoxx50             -1.12% a 4359 punti
SX7E (banche)          -3.89% a 103.54 punti
DAX                         +0.26% a 15922 punti
SMI                          -0.20% a 11437 punti
FTSE MIB                  -2.41% a 27077 punti
S&P500                     +0.87% a 4169.48 punti
Nasdaq100                +1.89% a 13246 punti

Come accennato nell'introduzione la settimana é iniziata male. Invece che con un tentativo di superare la resistenza a 4150-4170 punti di S&P500 la borsa americana é scesa fino a mercoledì quando l'indice ha toccato i 4050 punti. Molti "orsi" erano a questo punto convinti che finalmente ci sarebbe stata una rottura al ribasso sotto la linea di trend e un ritorno del bear market. Invece il mercato si é ripreso in maniera spettacolare. Giovedì (S&P500 +1.96%) e venerdì (S&P500 +0.83%) gli acquisti sono stai costanti e le borse hanno terminato la settimana sui massimi. La seduta al NYSE é stata positiva con A/D a 5788 su 2205, NH/NL a 574 (pochi !?) su 547 e volume relativo a 1.05. La volatilità VIX é caduta a 15.78 punti (-1.25). La VIX é scesa decisamente sotto il vecchio supporto a 18 punti e ora Il DSI  é basso - a breve potrebbe quindi esserci un rimbalzo della VIX con un prolungamento del consolidamento dell'S&P500 sotto i 4170 punti di alcuni giorni - questa però é solo un'ipotesi riguardante l'inizio della prossima settimana - a maggio prevediamo una ripresa del rialzo, un veloce superamento della barriera a 4200 punti e un'accelerazione a 4500-4600 punti. Su questo livello l'S&P500 dovrebbe essere nuovamente ipercomperato a medio termine e quindi potrebbe verificarsi la prossima significativa correzione.
Lunedì 1. maggio le borse europee (con Cina e Brasile) saranno chiuse in occasione della festa del lavoro. Negli Stati Uniti é invece un giorno feriale e Wall Street sarà normalmente operativa.
Vi ricordiamo che siamo long EUR contro USD (ripettivamente assicuriamo le posizioni in USD su EUR/CHF) poiché riteniamo che il differenziale dei tassi d'interesse e l'inflazione si muoveranno in favore della moneta europea. Per fine giugno il nostro obiettivo per il cambio EUR/USD (1.1015) e a 1.15. Siamo convinti che il rialzo della borsa americana debba svolgersi a pari passo con un indebolimento dell'USD. Se come pensiamo l'S&P500 quest'anno salirà a 5000 punti (obiettivo) é probabile che anche il cambio EUR/USD possa dirigersi verso gli 1.20-1.25 (valore indicativo).

Commento del 22-23 aprile

Consolidamento in America - lento e costante rialzo in Europa

Riassunto: Il 31 marzo l'S&P500 (+0.09% a 4133.52 punti), che nella correzione di marzo era quasi caduto fino a 3800 punti, aveva nuovamente superato i 4100 punti. Nelle ultime tre settimane é successo poco o niente. L'indice si é mosso tra i 4070 ed i 4170 - un range di consolidamento di un centinaio di punti. Questa pausa é comprensibile - al mercato mancano gli stimoli visto che a livello di tassi d'interesse (reddito dell'USTBond decennale a 3.57%) e cambi (EUR/USD a 1.0990) non succede più niente. L'inflazione diminuisce pur restando troppo alta e l'economia rallenta anche se gli indicatori economici non confermano ancora l'inizio di una recessione. Al momento sono gli utili delle imprese a muovere i prezzi delle azioni mentre il mercato nel suo complesso é senza tendenza - si può parlare di consolidamento. A dire il vero gli indicatori tecnici non convincono specialmente per quel che riguarda la partecipazione - i rapporti A/D cumulati non si espandono e i NH non aumentano. Gli investitori sono piuttosto ottimisti (Fear&Greed Index a 66 punti) senza però che appaia dell'euforia. In generale sembra che sono tutti convinti che il peggio é passato e che il minimo dell'ottobre dell'anno scorso sia definitivo. Mancano però forza tecnica e argomenti per far salire gli indici decisamente più in alto. A livello di oscillatori sembra che il mercato possa salire ancora per due o tre settimane prima che appaia il rischio di una seria correzione di medio termine. Insomma - dall'analisi tecnica arriva ancora luce verde anche se a breve il potenziale di rialzo sembra modesto.
Le borse europee riescono ancora a progredire - venerdì l'Eurostoxx50 (4408 punti, +0.54%) ha toccato un nuovo massimo a 52 settimane. La performance settimanale é però modesta. A breve anche dall'Europa non ci aspettiamo molto.
La tendenza di fondo della borsa americana é formalmente di poco al rialzo (43.3% delle azioni sopra la SMA a 50 giorni, Bullish Percent Index sul NYSE a 50.19) ma i Summation Index hanno ricominciato a scendere. I prezzi delle prime correggono e sembra quindi che da questo fronte non possano a breve arrivare impulsi. Notiamo che i settori "forti" sono al momento quelli difensivi come consumi di base e farmaceutica - questa costellazione é tipica per un mercato "pauroso" e non di uno che si prepara ad un'accelerazione al rialzo.
Riassumendo manteniamo le nostre posizioni long azioni, long bond e short USD. Non vediamo rischi di forti correzioni o inversioni di tendenza. A breve però non appare abbastanza forza d'acquisto per permettere una ripresa dinamica del rialzo - al contrario é possibile che in certi settori ci siano delle prese di beneficio con la conseguenza che potrebbe esserci una modesta correzione minore di -2%/-3%.
Fino alle prossime riunioni della FED e della BCE del 3-4 maggio non pensiamo che gli indici azionari possano muoversi in maniera sostanziale. 

Le performance settimanali degli indici azionari sono state le seguenti:
Eurostoxx50             +0.41% a 4408 punti
SX7E (banche)          +2.92% a 107.74 punti
DAX                         +0.47% a 15881 punti
SMI                          +1.04% a 11460 punti
FTSE MIB                  -0.45% a 27745 punti
S&P500                     -0.10% a 4133.52 punti
Nasdaq100                -0.60% a 13000 punti

È stata una settimana tranquilla durante la quale gli indici si sono mossi in pochi punti e i movimenti giornalieri sono rimasti contenuti in un range dell'1%. Anche venerdì abbiamo riscontrato questo andamento. L'S&P500 ha aperto a 4133 punti e si é mosso tra i 4113 ed i 4138 punti chiudendo praticamente invariato a 4133.52 punti (-0.10%). Gli indici azionari europei hanno invece chiuso sul massimo giornaliero,
La seduta al NYSE é stata formalmente negativa con A/D a 3710 su 4231 e NH/NL a 489 su 608. La buona performance di alcuni titoli di peso (p.e. Amazon +3.03%) ha permesso all'S&P500 e al Nasdaq100 (+0.11% a 13000 punti) di chiudere in guadagno. La volatilità VIX é scesa a 16.77 punti (-0.40) come conseguenza della lunga pausa intorno ai 4100 punti di S&P500 - da giorni il DSI é sui 15-18 punti e quindi é probabile che settimana prossima ci sia improvvisamente una seduta decisamente negativa. Pensiamo che l'S&P500 possa salire ancora un paio di sedute fino ai 4150-4170 prima di avere un vuoto d'aria di un'ottantina di punti. 
Non siamo in grado di dire quando il rialzo riprenderà in maniera dinamica. Aspettiamo lo sviluppo della situazione osservando le varie varianti - in particolare riteniamo che i redditi di mercato delle obbligazioni in USD debbano ulteriormente cadere prima che il mercato azionario possa uscire da questa fase di stasi.

Breve commento di venerdì 14 aprile - 16.00

Rialzo tranquillo e regolare con brevi correzioni intermedie

Questo fine settimana sono nuovamente assente. Mi sto godendo la "pensione". Parto per una settimana di vacanza a Palermo e dintorni e torno sabato prossimo. Di conseguenza pubblico ora un aggiornamento della situazione.

Anche questa settimana le borse hanno guadagnato terreno. Dai 4105 punti di giovedì prima di Pasqua l'S&P500 é salito agli attuali 4162 punti - nelle ultime 5 sedute ha guadagnato una sessantina di punti. Nel frattempo l'Eurostoxx50 sta sfiorando i 4400 punti con una performance settimanale che si avvicina al +2%.
Tra gli investitori regna lo scetticismo. Malgrado che l'umore dei traders (Fear&Greed Index a 68 punti) sia decisamente migliorato, i dati mostrano che gli investitori istituzionali sono sottoinvestiti. Nei social media molti analisti prevedono ancora un crollo delle borse basandosi sulla velenosa combinazione di tassi d'interesse di riferimento in aumento e rallentamento economico. Inoltre la borsa americana é fondamentalmente sopravvalutata (aspetto sul quale concordiamo anche se secondo noi é sul medio termine irrilevante). Sono invece i tassi d'interesse di mercato in calo e il fatto che la borsa stia tentando di anticipare il prossimo ciclo economico a spingere i mercati al rialzo. La liquidità é ancora abbondante.
A breve potrebbe ancora esserci una correzione intermedia. La pausa nella ultima decina di sedute sui 4100 punti di S&P500 ha permesso di assorbire parte degli eccessi ma a causa della spinta di giovedì (+1.33%) ed oggi (fino adesso) l'S&P500 é nuovamente in ipercomperato a corto termine. Inoltre come avevamo previsto la volatilità VIX é caduta sotto i 18.00 punti e si trova ora a 17.67 punti. Sullo slancio la VIX potrebbe scendere più in basso e l'S&P500 potrebbe raggiungere direttamente il prossimo obiettivo a 4200 punti. Poi però la VIX deve ritestare il vecchio supporto a 18 punti (e ora resistenza) e provocare un'altra correzione intermedia dell'S&P500.
Gli investitori possono ignorare queste oscillazioni che divertono e impegnano solo i traders. Non importa se c'é ora una correzione dai 4160 ai 4100-4120 punti o dai 4200 ai 4150 punti. L'importante é che la tendenza dominante resta saldamente rialzista e che in seguito vedremo salire gli indici azionari decisamente sopra i livelli attuali. Manteniamo un obiettivo a 5000 punti di S&P500 nei prossimi 6-9 mesi.
Restiamo long azioni americane ed europee, short USD e long obbligazioni in USD di lungo termine.

Breve commento del 7 aprile 12.00 - Pasqua

Nulla di nuovo - correzione minore come da copione

Riassunto: Una settimana fà le borse erano a breve termine ipercomperate e in eccesso di rialzo. Poiché la volatilità VIX (18.40 punti, -0.68) era sul supporto a 18 punti avevamo previsto che ci dovesse essere una correzione minore degli indici azionari assieme ad un rimbalzo della VIX dal supporto. Pensavamo che l'S&P500 (+0.36% a 4105.02 punti) dovesse scendere una sessantina di punti dai 4109 punti di venerdì 31 marzo prima di riprendere il rialzo e raggiungere il prossimo obiettivo a 4200 punti entro la metà del mese di aprile.
In effetti é stata una settimana tranquilla durante la quale gli indici azionari si sono mossi poco. L'S&P500 é sceso mercoledì e giovedì fino ai 4070 punti e poi ha recuperato terminando la settimana praticamente invariato (performance settimanale del -0.10%). Le borse europee hanno copiato quanto successo a Wall Street con risultati analoghi (Eurostoxx50 a 4309 punti, performance settimanale del -0.13%).
In America i dati congiunturali mostrano che l'economia americana é sull'orlo di una recessione. I mercati obbligazionari hanno reagito secondo logica - il reddito dell'USTBond decennale é sceso al 3.30%. Le borse sembrano invece indifferenti ai rischi di recessione. Molti analisti ed investitori pensano che le borse debbano reagire negativamente e prevedono l'inizio di una fase di ribasso rispettivamente il ritorno del Bear Market. Le banche svizzere con cui collaboriamo invitano alla prudenza e hanno ridotto la percentuale di azioni nei portafogli sotto gestione. Pensiamo che molti investitori istituzionali siano sottoinvestiti.
Noi siamo invece convinti che le borse si preparano già al prossimo ciclo economico che sarà nuovamente contraddistinto da una politica monetaria espansiva. Di conseguenza riteniamo che il rialzo delle borse debba continuare senza sostanziali pause o forti cedimenti grazie alla liquidità e allo scetticismo. Molti investitori saranno obbligati ad inseguire un mercato azionario al rialzo che si rifiuta evidentemente di correggere (con il termine correzione definiamo normalmente un calo di almento il -5%). Finora lo sviluppo degli indicatori sembra darci ragione. La partecipazione migliora e non vediamo nessuna divergenza che potrebbe suggerire un rischio di ribasso. La nostra opinione tecnica é invariata rispetto a una settimana fà - l'unica differenza é che questa pausa di 4 giorni ha permesso di assorbire buona parte degli eccessi.

Venerdì 7 aprile alle 14.30, a mercati chiusi, verrà pubblicato il rapporto sul mercato del lavoro americano a marzo. Il dato potrebbe scuotere il mercato e noi abbiamo preferito scrivere questo breve commento prima di conoscere le cifre. Questo per la semplice ragione che lunedì potrebbe esserci un breve vuoto d'aria fino ai 4050 punti di S&P500 ma di base la tendenza rialzista non é a rischio. Se i mercati azionari, all'inizio di settimana prossima, facessero un tuffo, avremmo solo un'altra occasione d'acquisto.
Restiamo pienamente investiti in azioni, short USD e long USTBond ventennali.

Oggi venerdì Santo i mercati finanziari in Europa e in America sono chiusi. Lunedì di Pasqua invece la borsa americana sarà aperta normalmente - solo in Europa i mercati saranno ancora chiusi.
Buona Pasqua a tutti.

Commento del 1-2 aprile

Mercati in ebollizione - borse europee a caccia dei massimi del 2021 - attenti alla VIX

Riassunto: Una settimana fà la crisi bancaria era al suo apice - dopo che l'UBS, col sostegno del governo svizzero, aveva rilevato il Credito Svizzero salvandolo dal fallimento sembrava che Deutsche Bank fosse il prossimo Istituto bancario europeo a barcollare. Noi avevamo definito questa crisi una tempesta in un bicchiere d'acqua che sarebbe finita nell'arco di qualche giorno. Eravamo rimasti positivi ed investiti sui mercati azionari soprattutto considerando il fatto che lo scenario macroeconomico si stava sviluppando secondo le nostre attese. Eravamo convinti che pessimismo e liquidità avebbero permesso agli indici azionari americani ed europei di riprendere rapidamente il rialzo ed avevamo ignorato i grafici e gli indicatori di base che mostravano come le borse fossero ancora in difficoltà.
Abbiamo avuto ragione. Lunedì (S&P500 +0.16%) e martedì (S&P500 -0.16%) le borse hanno ancora marciato sul posto ma poi, visto che la "crisi bancaria" non mieteva nuove vittime, i rialzisti hanno preso decisamente l'iniziativa (S&P500 +1,42%, +0.57% e +1.68% a 4109.31 punti) permettendo agli indici azionari europei di avvicinare i massimi del 2021 - nel caso del DAX stiamo parlando del massimo storico (16290 punti). Il rialzo ha coinvolto tutti i settori e le performance settimanali, complice la chiusura mensile, sono state, come potete constatare dalle cifre sottostanti, eccezzionali. I gestori patrimoniali sono stati costretti a comperare poiché per la fine del trimestre non potevano mostrare ai loro clienti un sottoinvestimento in azioni.
Gli indicatori stanno ovviamente migliorando. I Summation Index da martedì stanno salendo ed anche i nostri indicatori di base sul mercato americano, pur non essendo ancora per definizione rialzisti (solo il 38.2% dei titoli USA sono sopra la SMA a 50 giorni, il Bullish Percent Index sul NYSE é a 45.07) sono decisamente migliorati.
Questa accelerazione al rialzo ha provocato a breve una leggera situazione di ipercomperato e di eccesso di rialzo che deve essere riassorbita. Da un punto di vista tecnico é interessante la situazione della volatilità VIX (18.70 punti -0.32). Come vedete sul grafico la VIX é arrivata su un evidente supporto e il folto gruppo di investitori pessimisti, che ancora difendono la tesi del ribasso (bear market), sono convinti che da questo supporto la VIX deve risalire innescando una possente spinta di ribasso. Nessuno sembra prendere in considerazione la possibilità che il supporto sui 18 punti venga rotto facendo scendere la VIX nelle prossime settimane sui livelli di metà 2021 (14 punti). A corto termine il DSI sulla VIX é talmente basso che effettivamente dovrebbe esserci un rimbalzo in concomitanza con un consolidamento o una breve correzione minore sull'S&P500. Noi pensiamo di conseguenza che all'inizio di settimana prossima l'S&P500 debba scendere una sessantina di punti per chiudere i gaps e assorbire gli eccessi. Crediamo però che successivamente il rialzo delle borse debba riprendere e che la VIX debba definitivamente e decisamente cadere sotto i 18 punti. A questo punto buona parte dei pessimisti saranno obbligati a saltare sul carro in corsa facendo accelerare il movimento - il prossimo obiettivo sull'S&P500 a 4200 punti dovrebbe essere raggiunto velocemente vale a dire entro metà mese.
Ulteriori guadagni della borsa americana provocheranno una continuazione del rialzo in Europa con numerosi indici guida che toccheranno dei nuovi massimi di periodo o addirittura storici. Anche questo fattore dovrebbe alimentare il rialzo visto che nessuno a questo punto potrà negare l'evidente esistenza di un trend positivo. Nuovi massimi sono una evidente conferma della validità di una tendenza.

Le performance settimanali degli indici azionari sono state le seguenti:
Eurostoxx50             +4.46% a 4315 punti
SX7E (banche)          +6.26% a 101.95 punti
DAX                         +4.49% a 15628 punti
SMI                          +4.44% a 11106 punti
FTSE MIB                  +4.72% a 27114 punti
S&P500                     +3.48% a 4109.31 punti
Nasdaq100                +3.24% a 13181 punti

Venerdì a New York abbiamo avuto un'ottima seduta (S&P500 +1.44% a 4109.31 punti). Non avendo notato nessuna notizia di particolare interesse riteniamo che questo rally sia stata una conseguenza della chiusura trimestrale - era nell'interesse di molti che gli indici azionari chiudessero su alti livelli e i shortisti in difficoltà sono stati costretti a chiudere le posizioni. Questo spiega anche il balzo di 13 punti dell'S&P500 negli ultimi minuti di contrattazioni.
L'S&P500 ha aperto in gap up a 4064 punti e al contrario del giorno precedente il gap non é stato chiuso. L'indice é salito fino a metà seduta a 4090 punti. Ha consolidato un paio d'ore sui 4082-4090 punti, é balzato sopra i 4100 punti, ha ritracciato nuovamente fino ai 4096 punti e sul finale si é impennato fino al massimo giornaliero a 4109.31 punti (+1.44%). Il rialzo é stato trascinato da tutti i  settori (DJT +2.19%, Nasdaq100 +1.68%, RUT +1.93% a 1802 punti!). La seduta é stata positiva con A/D a 6357 su 1643, NH/NL a 616 su 253 e volume relativo a 1.0. Notiamo l'evaporazione dei NL con la relativa sparizione della pressione di vendita. A livello settoriale sorprende in bene la forza dei consumi ciclici che riprendono il testimone dalla tecnologia. La buona performance del settore bancario, anche in Europa, suggerisce che la crisi é superata.
Il sentiment migliora (VIX a 18.70 punti, CBOE Equity put/call ratio a 0.59, Fear&Greed Index a 49 punti) ma lo scetticismo non sparisce. Molti sono ancora gli "esperti" che prevedono un crollo delle borse quando avremo i primi dati a conferma di una recessione. Nessuna si immagina che le borse possano salire malgrado un rallentamento della congiuntura. Gli investitori temono soprattutto l'inflazione e una politica restrittiva da parte delle Banche Centrali. Ora che i prezzi al consumo, specialmente nel comparto energia, sono in netto calo, la borsa si orienterà al prossimo ciclo economico.
Questa settimana i tassi d'interesse di mercato (USTB decennale a 3.48%, Bund decennale a 2.28%) sono rimasti fermi e anche i cambi si sono mossi poco (EUR/USD a 1.0840). Nel prossimo futuro però la debolezza dell'USD dovrebbe accentuarsi mentre i tassi d'interesse dovrebbero lentamente continuare a calare.
Restiamo decisamente rialzisti sui mercati azionari europei ed americano. Siamo investiti in obbligazioni a lungo termine.
Ancora quest'anno l'S&P500 dovrebbe raggiungere i 5000 punti. I maggiori indici azionari europei dovrebbero avere una performance simile aggiustata dal cambio. Questo significa che se l'S&P500 guadagnerà circa il +20% mentre il cambio EUR/USD salirà di un +6% (obiettivo a 1.15), l'Eurostoxx50 dovrebbe avere una performance di circa il +14%. Tenete conto di questo effetto e adattate la politica d'investimento alla vostra moneta di riferimento.
 
Breve commento del 25-26 marzo

Malgrado la debolezza del settore bancario e un clima da crisi finanziaria gli indici azionari salgono

Commento: Anche questo fine settimana sono assente e di conseguenza il commento odierno é sommario ed ridotto all'essenziale.
Domenica scorsa il governo ha salvato il Credito Svizzero obbligando praticamente l'USB ad assorbirlo. Le perdite per gli azionisti sono pesanti - la banca é stata venduta ad un prezzo di circa 3 Mia di CHF (contro un valore patrimoniale teorico di circa 35-40 Mia) mentre chi possedeva i CoCo Bonds ha visto azzerare il suo investimento di 16 Mia di CHF. Questa banca sistemica non é però fallita e sono stati evitati gravi problemi al sistema finanziario mondiale.
Mercoledì la FED ha nuovamente alzato i tassi d'interesse di riferimento sull'USD di +0.25%. Il mercato obbligazionario é rimasto indifferente - il reddito dell'USTB decennale resta fermo al 3.38% malgrado che il tasso di riferimento dei FED Funds sia ora del 5%. Probabilmente la FED nell'ultimo anno ha alzato i tassi d'interesse troppo velocemente e in maniera radicale creando gli scompensi che ora appaiono nel sistema bancario e nel mercato immobiliare. Gli investitori scommettono su una recessione che obbligherà nei prossimi mesi le Banche Centrali a seguire nuovamente una politica monetaria decisamente espansiva.
In Europa gli speculatori stanno cercando il prossimo Credito Svizzero e ora attaccano la Deutsche Bank (-8.53%). La nostra opinione é che questa crisi dovrebbe presto rientrare poiché il problema sembra circoscritto ad alcune banche, tipo Silicon Valley Bank o Credit Suisse, che erano mal condotte e nel passato hanno fatto gravi errori. Superata questa fase di incertezza il rialzo delle borse dovrebbe riprendere con vigore. Nei social media molti analisti si affannano a prevedere una ripetizione della crisi bancaria del 2008 e propagano scenari apocalittici - siamo convinti che si sbagliano poiché attualmente abbiamo a che fare unicamente con una crisi di fiducia e liquidità - entrambi i problemi possono essere facilmente combattuti dai Governi e dalle Banche Centrali.

Le performance settimanali degli indici azionari sono state le seguenti:
Eurostoxx50             +1.61% a 4130 punti
SX7E (banche)          -2.65% a 95.94 punti
DAX                         +1.28% a 14957 punti
SMI                          +0.19% a 10634 punti
FTSE MIB                  +1.56% a 25892 punti
S&P500                     +1.39% a 3970.99 punti
Nasdaq100                +1.98% a 12767 punti

Mentre nei commenti di borsa prevalgono i tono drammatici che si parla di crolli e di rischi di recessione la realtà mostra che questa settimana gli indici azionari si sono opposti con efficacia ad una serie di notizie negative e hanno guadagnato terreno. Negli indicatori di sentiment prevale il pessimismo (VIX a 21.74 punti (-0.87), CBOE Equity put call ratio a 0.73 (con valori molto alti sugli Index put/call ratio), Fear&greed Index a 33 punti (-1)). Per assurdo questo generale scetticismo alimenta il rialzo poiché molti bears sono obbligati dalla situazione a coprire le posizioni ribassiste.
Il mercato non é in ottima forma - molti grafici sono ribassisti, i nostri dati di base sono negativi (solo il 22.3% dei titoli USA sono sopra la SMA a 50 giorni, il Bullish Percent Index sul NYSE a 34.84) e per ora pochi settori sono veramente in un solido trend rialzista (p.e. tecnologia).
Con soddisfazione vediamo però che il nostro scenario macroeconomico di delinea come atteso (tassi d'interesse in calo, USD debole, fiammate rialziste su metalli e metalli preziosi) e le borse assorbono senza danni la pressione di vendita proveniente dal settore bancario. Venerdì l'indice delle banche europee ha ancora subito un crollo (SX7E -4.61%) e la performance settimanale é negativa (-2.65%). I maggiori indici azionari europei hanno però durante la settimana guadagnato terreno e venerdì la seduta a New York é stata decisamente positiva. Malgrado i segnali di debolezza provenienti dall'Europa (Eurostoxx50 -1.82%), dopo le 17.00 i rialzisti hanno preso il controllo delle operazioni e l'S&P500 ha chiuso sul massimo giornaliero a 3971 punti (+0.56%) con un guadagno di 22 punti. Ha sorpreso in bene l'indice Russell2000 (+0.85%) nel quale sono concentrate le banche a media e bassa capitalizzazione che in teoria dovrebbero costituire l'epicentro della crisi in America. Finora la borsa suggerisce che quella attuale é una tempesta in un bicchiere d'acqua.
Restiamo rialzisti su tutte le borse europee e su quella americana. L'S&P500 dovrebbe ora salire velocemente a 4200 punti, consolidare poi poi attaccare i 4500-4550 punti. Su questo livello potrebbe esserci un'ulteriore correzione a medio termine. Il nostro obiettivo resta a 5000 punti nei prossimi 6-9 mesi.

Commento del 18-19 marzo

Crollo dei titoli finanziari europei - l'America recupera grazie ai tassi d'interesse in forte calo - USD debole e oro al rialzo !

Riassunto: Una settimana fà ci aspettavamo che l'S&P500, malgrado i problemi che affioravano nel sistema bancario americano, riuscisse a fare base sui 3900 punti. Pensavamo che una fase di sostanziale e sostenibile rialzo potesse iniziare dopo la scadenza dei derivati di marzo (venerdì 17 marzo) a partire da questo livello. Nelle ultime 5 sedute la borsa americana ha ancora avuto dei momenti di debolezza - lunedì l'S&P500 é caduto fino ai 3814 punti. La borsa si é però dimostrata resistente e insensibile ad una serie di notizie negative. Il rallentamento dell'economia é ormai evidente e l'inflazione é in calo. Il prezzo del petrolio é caduto sotto il supporto a 70 USD (WTI 66.93 USD al barile) - é sceso sotto gli 80 USD di inizio 2022, prima della guerra in Ucraina, ed é meno della metà rispetto ai 130 USD di massimo raggiunti a marzo del 2022 pochi giorni dopo l'invasione russa. I tassi d'interesse stanno rispecchiando le negative prospettive economiche e il reddito dell'US Treasury Bond decennale é precipitato in pochi giorni a 3.39%. Il calo dei tassi d'interesse di mercato é stato causato non solo dal rallentamento congiunturale e dal calo dell'inflazione ma anche dalla crisi del sistema finanziario che dopo aver toccato le banche americane di media grandezza sta ora travolgendo il Credit Suisse. Ma restiamo ancora un attimo in America prima di passare all'Europa e alle sue banche.
Settimana prossima si riunisce la FED - al termina della seduta di mercoledì 22, alle 19.00, Powell comunicherà le decisioni della Banca Centrale americana. È probabile che per mantenere la sua credibilità, anche la FED come la BCE alzerà i tassi d'interesse di riferimento. Non sappiamo se l'incremento sarà di un +0.25% o di +0.50% - non é rilevante. È evidente che il mercato obbligazionario ha già preso la sua decisione e imporrà la sua volontà alle Banche Centrali - ciò significa che questo sarà probabilmente l'ultimo aumento del costo del denaro. Le borse hanno già scontato questo atteso cambiamento della politica monetaria - basta guardare la performance settimanale del Nasdaq100 (+5.82% !) per rendersene conto. La prossima fase di rialzo delle borse a medio termine é già cominciata - anche l'S&P500 ha terminato la settimana appena trascorsa con un saldo positivo del +1.43%. Ci sono ancora dei settori deboli come energia e finanza - il quadro tecnico, grafici a parte, é però decisamento costruttivo. Negli indicatori appaiono divergenze positive specialmente a livello di partecipazione e gli oscillatori di medio termine ci dicono che la borsa, in ipervenduto e in eccesso di ribasso, ha toccato questa settimana un minimo significativo. Ora deve esserci per lo meno un rimbalzo che ha buone probabilità di trasformarsi in un sostanziale rialzo. Facciamo questa affermazione non basandoci sugli indicatori di trend che sono a dire il vero deboli (20.4% dei titoli sopra la SMA a 50 giorni, Bullish Percent Index sul NYSE a 34.54) ma sul fatto che lo scenario in generale si sta sviluppando secondo le nostre previsioni. L'USD si sta indebolendo (USD Index a 103.52), i prezzi dei metalli preziosi sono in netto aumento (oro a 1988 USD/oncia) e, come già spiegato in precedenza, i tassi d'interesse di mercato sono in calo malgrado la retorica delle Banche Centrali. 
Una settimana fà eravamo sorpresi della forza relativa delle borse europee che sembravano non voler prendere nota della difficoltà e della correzione in America in corso da inizio gennaio. Questa settimana é arrivato il conto e un aggiustamento sotto forma di una pesante caduta dei listini. La crisi bancaria in America ha avuto ripercussioni in Europa - il Credit Suisse, una banca sistemica, é stato travolto dalla crisi. Il mercato ha sfiduciato l'Istituto bancario elvetico dal quale scappano i migliori impiegati ed i clienti. Malgrado che il Credit Suisse sia finanziariamente solido e viene sostenuto, per quel che riguarda la liquidità, dai crediti della BNS, non può sopravvivere in maniera indipendente. È probabile che settimana prossima la banca venga venduta o assorbita dall'UBS  e il marchio CS sparirà. Le difficoltà del Credit Suisse hanno contagiato il sistema finanziario europeo e in borsa c'é stata un'ondata di vendite di azioni di banche ed assicurazioni. Giovedì 16 marzo la BCE ha alzato i tassi d'interesse di riferimento del +0.5% - la misura era stata preannunciata come necessaria per combattare l'inflazione - ha però messo ulteriore pressione sulla borsa. Le Banche Centrali agiscono in ritardo - hanno cominciato ad alzare i tassi d'interesse un anno fà quando l'inflazione era già evidente ed ora che si preannuncia un recessione stanno ancora strangolando la congiuntura quando invece bisognerebbe operare in maniera anticiclica. FED e BCE, condotte da due giuristi, stanno facendo una serie di errori che presto o tardo provocheranno una catastrofe. Hanno alzato i tassi d'interesse troppo tardi e troppo velocemente. Per fortuna ora dovrebbero passare nuovamente ad una politica monetaria espansiva che provocherà una fase di rialzo delle borse.
Restiamo della ferma opinione che nei prossimi 6-9 mesi ci sarà un rally di ampie dimensioni alimentato dalla liquidità e dallo scetticismo. Il nostro obiettivo di riferimento resta a 5000 punti di S&P500 con nuovi massimi storici sui maggiori indici azionari europei. Restiamo long azioni e Bonds americani ventennali. Crediamo che l'USD debba perdere di valore alimentando un rialzo nei prezzi dei metalli preziosi. Assicuriamo l'USD contro EUR. Settimana scorsa abbiamo approfittato della situazione per alcuni acquisti selettivi di azioni.
All'inizio di settimana prossima potrebbero ancora esserci alcune sedute volatili. Non tutti i problemi delle banche sembrano risolti e potrebbero ancora affiorare degli Istituti di medie dimensioni in difficoltà che dovranno fallire o essere salvati. In linea di massima ci aspettiamo però che da adesso l'atteso rialzo prenda corpo e gli indici azionari nelle prossime settimane e mesi dovrebbero salire con dinamica e partecipazione in aumento.     

Le performance settimanali degli indici azionari sono state le seguenti:
Eurostoxx50             -3.89% a 4065 punti
SX7E (banche)          -12.00% a 98.56 punti
DAX                         -4.28% a 14768 punti
SMI                          -1.41% a 10613 punti
FTSE MIB                  -6.55% a 25494 punti
S&P500                     +1.43% a 3916.64 punti
Nasdaq100                +5.82% a 12519 punti

La seduta di venerdì non necessita di lunghi commenti. In questa giornata sono scaduti i derivati di marzo - era una grande scadenza trimestrale che ha condizionato la seduta con degli aggiustamenti tecnici ed alti volumi di titoli trattati (volume relativo a 2.0). L'S&P500 si é mosso tra i 3901 ed i 3958 punti e ha chiuso in mezzo al range a 3916.64 punti (-1.10%). Poteva andare peggio considerando le difficoltà del sistema bancario e le numerose previsioni di crack imminenti. Ovviamente gli investitori sono pessimisti (VIX a 25.51 (+2.52), CBOE Equity put/call ratio a 0.65, Fear&Greed Index a 25 punti (-4)). Molti analisti sono negativi e prevedono una ripresa della correzione ma negli indicatori appaiono segnali positivi. Per esempio la tecnologia (Nasdaq100 -0.49% a 12519 punti) mostra da giorni forza relativa mentre i rapporti NH/NL (226 su 1387) mostrano un calo della pressione di vendita e un lento affiorare di una nuova leadership. I Summation Index sono ancora in calo ma sembrano vicini ad un punto tornante. Insomma - come succede spesso alla fine di una correzione i grafici puntano verso il basso e gli indicatori di trend non sono incoraggianti. Gli indicatori di momentum mostrano però la voglia di "girare" del mercato e quelli di partecipazione mostrano la diminuzione della pressione di vendita con l'apparire contemporaneo di nuovi compratori in settori favoriti da un calo dei tassi d'interesse di mercato (tecnologia, materie prime, consumi di base). Settimana prossima questo cambiamento dovrebbe irrobustirsi e permettere anche alla borse europee di termine la correzione e riprendere il rialzo - non dimentichiamo che l'Eurostoxx50 da inizio anno, malgrado la correzione di questa settimana, guadagna ancora il +7.15%.

Breve aggiornamento di venerdì 10 marzo - 11.00

Un pò di panico per formare una solida base per un rialzo sostenibile

Sono le 11.00 del mattino e l'S&P500 vale circa 3900 punti. Questa settimana ci aspettavamo che l'S&P500 avesse ancora un tuffo per chiudere il gap a 3987 punti e poi continuasse a consolidare sui 4000 punti. Domenica scorsa avevamo dichiarato che la correzione di febbraio era terminata a 3920 punti. È chiaro che adesso l'S&P500 si trova 20 punti sotto questo livello e quindi in termine di punti sembra che la correzione abbia una continuazione verso il basso. Ribadiamo però l'affermazione che la correzione é formalmente terminata - escludiamo la possibilità che l'indice scenda sensibilmente più in basso e ci aspettiamo che verso metà mese parta una nuova sostanziale e sostenibile spinta di rialzo. I motivi sono molteplici a partire dal fatto che formalmente la tendenza di fondo é ancora al rialzo fino alla posizione degli oscillatori che segnalano la vicinanza di un minimo a medio termine.
Ieri é balcollata la Silicon Valley Bank (SIVB) - l'azione, che appartiene all'S&P500, ha perso il -60.4% su voci di una possibile illiquidità di questo istituto bancario. L'indice settoriale XLE é caduto del -4.06%. Questo "incidente" a fatto precipitare l'S&P500 (-1.85% a 3918.32 punti) che fino a mercoledì aveva seguito il nostro scenario.
La debolezza del settore bancario ha anche i suoi aspetti positivi. Finalmente gli indicatori di sentiment segnalano un pessimismo vicino al panico (VIX +3.50 a 22.61, CBOE Equity put/call ratio a 0.81, Fear&Greed Index +11 punti a 35 punti). Inoltre gli altri due mercati che osserviamo da vicino per determinare il trend si muovono finalmente nella direzione "giusta" - il reddito dell'USTBond decennale è scivolato a 3.93% (-0.05%) e l'USD si é indebolito. La FED deve scegliere se continuare ad alzare i tassi d'interesse di riferimento, creare problemi di liquidità come quello presso la Silicon Valley Bank e provocare una recessione o se invece tornare alla precedente politica monetaria accomodante. Noi siamo convinti che malgrado le affermazione di Powell, il ciclo di rialzo dei tassi d'interesse di riferimento da parte delle Banche Centrali sia vicino alla fine. A un anno dall'inizio della guerra in Ucraina, che ha fatto esplodere i prezzi al consumo specialmente nel comparto energia, i dati sull'inflazione annuale dovrebbero adesso scendere rapidamente come hanno fatto i prezzi di petrolio e gas negli ultimi 11 mesi.
Le borse europee sono oggi in forte calo ma fino a ieri gli indici azionari veleggiavano vicini ai massimi annuali. Da inizio febbraio le borse europee subiscono la correzione in America e non riescono più a fare progressi. Il quadro tecnico é però decisamente costruttivo e ci aspettiamo che il rialzo riprenda appena l'S&P500 troverà la forza per risollevarsi.
Pensiamo che fino alla grande scadenza trimestrale dei derivati di venerdì 17 marzo é poco probabile che possa partire la prossima gamba di rialzo. Consigliamo di utilizzare queste giornate di incertezza per adattare il portafoglio azionario ed effettuare acquisti nel caso in cui qualcuno fosse ancora sottoinvestito.

Commento del 4-5 marzo

Il rally di venerdì ridà vigore allo scenario rialzista - borse europee sui massimi annuali

Riassunto: Una settimana fà avevamo ribadito la validità del nostro scenario di base rialzista malgrado che la correzione di febbraio, specialmente in America, fosse più lunga e profonda del previsto. Eravamo però preoccupati dalla caduta dell'S&P500 (+1.61% a 4045.64 punti) sotto i 4000 punti e speravamo che questa settimana il mercato mostrasse segnali di forza. Ci aspettavamo l'affiorare di divergenze positive sul fronte dei cambi e dei tassi d'interesse e un rapido ritorno dell'S&P500 sopra i 4000 punti.
La prima parte della settimana é stata deludente. Solo il cambio EUR/USD (1.0635) ha toccato un minimo lunedì a 1.0532 ed é poi risalito - non sembrava però che la ripresa del rialzo dell'EUR (e il calo del'USD Index) avesse ripercussioni positive sulle borse. Gli indici azionari, dopo un breve e modesto rimbalzo lunedì (S&P500 +0.31% a 3982.24 punti) hanno ripreso la loro lenta discesa. I ribassisti sembrava avere il controllo delle operazioni anche grazie ad un continuo aumento dei tassi d'interesse di mercato. Il reddito dell'US Treasury Bond decennale ha superato la barriera psicologica del 4% e giovedì ha raggiunto un massimo intermedio a 4.08% - contemporaneamente giovedì l'S&P500 in preborsa é precipitato fino a 3920 punti e all'inizio della seduta ha fatto segnare quello che é probabilmente il minimo della correzione di febbraio - inizio marzo a 3930 punti. A questo punto eravamo veramente allarmati. Per fortuna c'é stato un reversal e l'S&P500 é risalito 51 punti dal minimo e ha chiuso a 3981.35 punti (+0.76%). Venerdì il pessimismo sui Bonds (DSI vicino a 10 punti) ha finalmente provocato un rimbalzo, il reddito dell'USTBond decennale é tornato sotto il 4% (3.97% -0.11%) e la borsa si é involata. L'S&P500, una volta balzato sopra i 4000 punti, é salito fino alla chiusura a 4045.64 punti (+1.61%).
La correzione di febbraio dei mercati azionari, iniziata dai 4200 punti di S&P500 é finita e gli indici azionari europei (Eurostoxx50 +1.28% a 4294 punti) sono già nuovamente a ridosso del massimo annuale. Non crediamo però che il rialzo possa proseguire subito in maniera dinamica. Il rally di venerdì sembra solo un rimbalzo tecnico causato dall'ipervenduto e da una situazione di eccesso di ribasso. Il calo dei tassi d'interesse sembra essere stato causato da una reazione tecnica dovuta all'estremo pessimismo sui Bonds e non da un cambiamento nel quadro macroeconomico o dalla politica monetaria delle banche Centrali. Di conseguenza crediamo che, come anticipato settimana scorsa, debba ancora esserci una settimana di assestamento con l'S&P500 ad oscillare sui 4000 punti. Le reazioni dell'USD (USD Index a 104.48) e dei tassi d'interesse sono costruttive e sostengono il nostro scenario. La tendenza di fondo della borsa americana resta al rialzo con il 54.9% dei titoli sopra la SMA a 50 giorni ed il Bullish Percent Index sul NYSE a 57.24 punti. I Summation Index, pur esserdo ancora in calo, sembrano matematicamente avvicinarsi ad un punto tornate.
Insomma - restiamo investiti in azioni, in America e in Europa, e in obbligazioni di lungo termine in USD. La correzione di febbraio sembra finita - il mercato non sembra ancora abbastanza forte per poter riprendere il rialzo in maniera sostenibile e dinamica. Appena però ci saranno dei segnali di distensione sul fronte dei tassi d'interesse é probabile che il rally sarà veloce e possente. Se le borse, grazie alla liquidità, riescono a salire malgrado fondamentali ostili, immaginatevi cosa succederà appena il vento girerà e avranno il vento in poppa.

Le performance settimanali degli indici azionari sono state le seguenti:
Eurostoxx50             +2.78% a 4294 punti
SX7E (banche)          +3.72% a 118.02 punti
DAX                         +2.42% a 15578 punti
SMI                          +0.07% a 11190 punti
FTSE MIB                  +3.11% a 27825 punti
S&P500                     +1.90% a 4045.64 punti
Nasdaq100                +2.68% a 12290 punti

Venerdì il reversal di giovedì era in attesa di una conferma. Molti operatori erano ancora scettici ed erano convinti che l'S&P500 avrebbe ripreso il ribasso. I Furu in rete erano in gran parte posizionati al ribasso. Il mercato delle opzioni mostrava posizioni record di put in scadenza giornaliera - gli speculatori erano posizionati short e come spesso succede in simili situazioni tecniche il mercato é stato risucchiato verso l'alto poichè mancavano nuovi venditori. La discesa dei tassi d'interesse di mercato ha accentuato il movimento. L'S&P500 ha aperto in gap up a 3996 punti e per circa un'ora c'é stato un combattimento intorno ai 4000 punti con un minimo a 3995 punti. Per le 16.30 l'S&P500 é balzato a 4017 punti e a questo punto i ribassisti si sono lentamente ritirati e i rialzisti hanno preso il controllo delle operazioni. L'S&P500 é inesorabilmente salito fino alla chiusura a 4045.64 punti (+1.61% - massimo giornaliero a 4048 punti). Tutti i settori hanno partecipato al rally (DJT +0.48%, Russell2000/RUT +1.35%, Nasdaq100/NDX +2.04%) - solo i settori difensivi hanno frenato (consumi di base / utilities). Ovviamente la seduta é stata positiva con A/D a 6465 su 1586, NH/NL a 521 su 432 e volume relativo a 0.95. La volatilità VIX é scesa a 18.49 (-1.10 / netta caduta sotto i 20 punti che potrebbe significare l'inizio di una spinta di rialzo a medio termine), il CBOE Equity put/call ratio era nuovamente basso a 0.59 e il Fear&Greed Index é balzato a 55 punti (+6 / neutro).
Se come pensiamo noi il rally di giovedì-venerdì é stato soprattutto una reazione tecnica, all'inizio di settimana prossima l'S&P500 deve ancora consolidare e riscendere a chiudere il gap a 3987 punti. Pensiamo però che questa pausa intorno ai 4000 non debba durare più di una manciata di sedute e in seguito l'S&P500 dovrebbe muoversi velocemente verso i 4200 punti (prossimo obiettivo intermedio).
La grande scadenza dei derivati di marzo si verificherà venerdì 17 marzo - in questa occasione gli indici azionari potrebbero trovarsi su dei massimi e dei minimi intermedi. Attenzione alle prossime sedute delle Banche Centrali previste il 16 marzo (BCE) e il 22 marzo (FED). Saranno però i dati sull'inflazione e il movimenti sui mercati obbligazionari e condizionare lo sviluppo delle borse.
Il mese di marzo rischia di essere volatile, appassionante e decisivo. 

Commento del 25-26 febbraio

Errore - il consolidamento a Wall Street si trasforma in una correzione intermedia più profonda e lunga del previsto

Riassunto: Ad inizio febbraio avevamo previsto che l'S&P500 americano, dopo aver raggiunto un massimo intermedio a 4195 punti, aveva bisogno di consolidare e correggere. Pensavamo che l'S&P500 dovesse scendere un centinaio di punti per eliminare l'ipercomperato e l'eccesso di rialzo, ritrovare una solida base e in seguito riprendere il rialzo. Questa correzione doveva essere accompagnata da un rimbalzo dell'USD Index (105.19) a 104-105 punti e dei tassi d'interesse sulle obbligazioni in USD. Stimavamo che il reddito dell'US Treasury Bond decennale, che era sceso a gennaio sotto i 3.40%, potesse risalire a 3.80-3.90%. Ci siamo sbagliati - la correzione della borsa americana é più lunga e profonda del previsto. L'S&P500 (-1.05% a 3970.04 punti) é ricaduto sotto i 4000 punti e venerdì ha toccato un minimo a 30 giorni a 3943 punti. Nel frattempo l'USD Index ha superato la soglia dei 105 punti e il reddito dell'USTB decennale (3.95%, +0.07%) sfiora il 4%. Queste differenze rispetto ai nostri target non sarebbero un problema se avessimo dei chiari segnali tecnici che la fase di correzione é alla fine. Purtroppo non abbiamo questo tipo di conferma . Gli indicatori sono possibilisti - manca però quella situazione a corto termine di ipervenduto, eccesso di ribasso e pessimismo che normalmente garantisce la presenza di un solido minimo. In pratica il rialzo potrebbe riprendere dal livello attuale ma la variante di una continuazione della correzione, specialmente nel tempo, é ancora una possibilità da prendere in seria considerazione. L'S&P500 ha solido supporto solo sui 3900 punti, il reddito dell'USTB decennale, se riuscisse inaspettatamente a tornare sopra il 4% dovrebbe tentare una scalata verso il massimo annuale a 4.25% e l'USD Index, superato il settore 104-105 sembra avere via libera almeno fino a 106 punti.
Purtroppo gli ultimi dati economici sono poco incoraggianti per quel che riguarda il nostro conosciuto scenario macroeconomico. I dati sull'inflazione sono superiori alle attese e l'economia non scivola in recessione nei tempi da noi previsti. Di conseguenza i tassi d'interesse restano alti mentre le imprese presentano risultati trimestrali deludenti. Psicologicamente questa é una costellazione negativa per le borse poiché questa combinazione di dati negativi riguardanti il passato e incerti per quel che riguarda il futuro economico provoca una forte insicurezza. Le Banche Centrali non fanno nulla per aiutare i mercati finanziari e riassicurare gli investori. La FED continua a ripetere che avremo una soft landing ma tutti sanno che questo obiettivo nel passato non é mai stato raggiunto. Il mercato si divide in maniera radicale tra pessimisti e ottimisti - da inizio fabbraio sono i ribassisti a prevalere anche perché i dati economici e la retorica delle Banche Centrali sostengono le loro tesi.
La tendenza di fondo della borsa americana é ancora al rialzo (46.1% dei titoli sopra la SMA a 50 giorni, Bullish Percent Index sul NYSE a 57.45) anche perché i precedenti segnali d'acquisto non sono ancora stati neutralizzati. I Summation Index sono però in calo e i dati sulla partecipazioni si stanno deteriorando. Settimana prossima abbiamo bisogno di segnali positivi e di una convincente reazione della borsa americana - in caso contrario il nostro scenario estremamente positivo per il primo semestre dell'anno é a rischio di revisione.
Tra i segnali positivi annoveriamo il comportamento delle borse europee. Fino a giovedì i più importanti indici azionari (Eurostoxx50, DAX) sono rimasti vicini al massimo annuale. Solo la caduta di venerdì (Eurostoxx50 -1.86% a 4178 punti, DAX -1.72% a 15209 punti) ha causato la performance settimanale negativa. In Europa la correzione di febbraio é stata finora solo un consolidamento come ci eravamo aspettati. in fondo la differenza con l'America é stata una conseguenza, come spesso succede, di un aggiustamento sul cambio tra le monete. Dagli 1.10 di inizio mese il cambio EUR/USD é sceso agli 1.0547 di venerdì. Questo rafforzamento di circa +4.5%% dell'USD compensa la perdita dell'S&P500 rispetto all'Eurostoxx50 in questo periodo. Per inciso il prossimo solido supporto sul cambio EUR/USD si trova a 1.05.     

In linea di massima noi restiamo costruttivi e rialzisti. Non perché l'analisi tecnica ci fornisce delle evidenti conferme ma perché non abbiamo ancora elementi per poter confutare il nostro scenario positivo. Dopo tre settimane di correzione e dopo un calo di circa il -6% dal massimo abbiamo però ora bisogno che l'S&P500 riprenda vigore. Speriamo che dai 3950 punti l'S&P500 riesca a tornare rapidamente sopra la barriera psicologica dei 4000 punti. In questo caso dovrebbe poi muoversi velocemente in direzione dei 4200 punti e successivamente dei 4600 punti. Ricordiamo e ripetiamo che questa reazione deve essere accompagnata da un calo dei tassi d'interesse di mercato e dell'USD.

Le performance settimanali degli indici azionari sono state le seguenti:
Eurostoxx50             -2.25% a 4178 punti
SX7E (banche)          -2.41% a 113.78 punti
DAX                         -1.76% a 15209 punti
SMI                          -0.66% a 11181 punti
FTSE MIB                  -2.76% a 26986 punti
S&P500                     -2.67% a 3970.04 punti
Nasdaq100                -3.25% a 11969 punti

Venerdì l'S&P500 ha trascorso per la prima volta nel mese di febbraio tutta la seduta sotto la barriera psicologica dei 4000 punti. Tecnicamente c'é stato qualcosa per tutti i gusti. L'indice ha toccato un nuovo minimo di periodo a 3943 punti ma ha chiuso 27 punti sopra questo minimo a 3970.04 punti (-1.05%). La pressione di vendita era costante ma moderata - non osserviamo un drammatico aumento dei NL (1493) ma da giorni i Summation Index sono il calo. A corto termine c'é una situazione di ipervenduto ed eccesso di ribasso e quindi la prossima settimana dovrebbe per lo meno esserci un rimbalzo tecnico. A medio termine però la correzione non sembra completa e quindi il rally non dovrebbe sfociare in una fase di sostenibile e sostanziale rialzo ma piuttosto in un'altra pausa di una decina di giorni con oscillazioni intorno ai 4000 punti. Mancano settori forti in grado di trascinare un rialzo - al momento solo finanza, industria, real estate e trasporti hanno un Bullish Percent Index sopra i 60 punti mentre il Nasdaq100 (-1.73% a 11969 punti, BPI a 33.00) rappresenta una zavorra per il mercato azionario.
Venerdì l'S&P500 ha aperto in gap down a 3959 punti. Dopo un recupero a 3969 punti l'indice é caduto ad ondate sul minimo a 3943 punti. Poi é risalito a chiudere il gap fino a 3978 punti. Alle 20.50 é ricaduto a 3957 punti ma un rally sul finale ha fissato la chiusura a 3970.04 punti (-1.73%). Mentre l'indice ha chiuso lontano dal minimo, l'USD Index e i tassi d'interesse hanno finito la giornata a ridosso del massimo - di conseguenza é poco chiaro se il rimbalzo della borsa avrà lunedì una continuazione anche se questa é la nostra variante favorita. Il resto del mercato era meno debole (DJT -0.54%, RUT -0.92%) - le vendite erano concentrate nel settore tecnologico (Nasdaq100 -1.73%).
A livello di sentiment non abbiamo segnali particolari. La volatilità VIX é a 21.67 (+0.53), il CBOE Equity put/call ratio é relativamente alto a 0.82 e il Fear&Greed Index é sceso a 59 punti (-4). Nelle varie inchieste affettuate tra i differenti tipi di investitori i Bear sono tornati a prevalere sui Bulls - nelle ultime tre settimane l'umore degli investitori é decisamente peggiorato ma non si può parlare di forte pessimismo o panico.
Insomma - considerando tutte le notizie negative che hanno innondato i mercati finanziari nelle ultime tre settimane riteniamo che le borse si siano comportate ancora abbastanza bene e mostrano forza relativa. Ora però ci sono bisogno delle notizie positive sul fronte dei tassi d'interesse e un rallentamento congiunturale che possa far presagire la fine del ciclo restrittivo delle banche Centrali. In caso contrario la correzione potrebbe ancora continuare. Restiamo in attesa di divergenze positive sul fronte dei tassi d'interesse e/o dei cambi.   

Breve aggiornamento di venerdì 17 febbraio - 17.00

Consolidamento a Wall Street praticamente completo

Oggi pubblico un breve commento intermedio poiché durante il fine settimana sono assente e non potrò scrivere l'abituale analisi tecnica del fine settimana.

Durante la settimana il Dollaro americano e i tassi d'interesse sull'USD sono ancora saliti. L'USD Index ha toccato un massimo a 104.61 ed é entrato nella zona 104-105 punti che era il nostro obiettivo del rimbalzo. Il reddito dell'US Treasury Bond decennale ha raggiunto oggi un reddito massimo a 3.92% e sembra avere esaurito con questa impennata il rimbalzo tecnico. L'S&P500 sta ancora consolidando - ha trascorso la settimana tra i 4050 e i 4170 punti riuscendo a compensare le spinte negative provenienti dai dati economici, dal rafforzamento dell'USD e dall'aumento dei rendimenti delle obbligazioni.
Il mercato azionario americano resta strutturalmente e tecnicamente forte malgrado un logico indebolimento degli indicatori dovuto alle due settimane di correzione in laterale. Aspettiamo impazienti la ripresa del rialzo. La borsa americana dovrebbe ricominciare a salire quando l'USD di indebolirà e i tassi d'interesse scenderanno. A questo punto anche i prezzi dei metalli preziosi dovrebbero nuovamente crescere.
Non siamo in grado di dire quando questo avverrà. Rimbalzi e correzioni sembrano completi ma potrebbe esserci bisogno un breve periodo di distribuzione (USD, tassi d'interesse) rispettivamente di accumulazione per gli indici azionari prima che i mercati finanziari ricomincino a muoversi in sintonia con le nostre conosciute previsioni di medio termine.
Ieri molti indici azionari europei hanno toccato (Eurostoxx50, FTSE MIB) o sfiorato (DAX) un nuovo massimo annuale. È evidente ed indiscutibile che gli indici azionari europei si trovano in una solida e sostenibile fase di rialzo che dovrebbe accelerare appena avviveranno segnali costruttivi da Wall Street.
Oggi scadono in America i derivati di febbraio - il mercato é nervoso e volatile poiché ormai i volumi di opzioni a corto termine costituiscono il 50% dei volumi totali - é un mercato di speculatori che diventa sul cortissimo termine dominato da fattori tecnici ed é quindi imprevedibile. Settimana prossima dovrebbe tornare la calma e speriamo che riappaia una stabile tendenza, Bisognerà però aspettare martedì poiché lunedì la borsa americana é chiusa in occasione del President's Day / Washington's Birthday.

Commento del 11-12 febbraio

Una settimana di consolidamento con dei previsti rimbalzi tecnici sull'USD e sui tassi d'interesse

Riassunto: Da inizio anno le borse erano salite praticamente senza correggere. Una settimana fà avevamo previsto che doveva esserci una pausa di consolidamento - secondo noi l'S&P500 (+0.22% a 4090.46 punti), dopo aver quasi raggiunto i 4200 punti (massimo annuale a 4195 punti) doveva consolidare e avere una correzione minore fino a 4090 punti. La correzione doveva corrispondere ad un rimbalzo dell'UD Index (103.47) fino a 104-105 punti e da una modesta risalita dei tassi d'interesse. In effetti il reddito dell'US Treasury Bond decennale é aumentato dai 3.53% di una settimana fà ai 3.74% (+0.04%) di venerdì. L'S&P500 é sceso venerdì fino al minimo settimanale a 4060 punti ma é poi rimbalzato e ha chiuso a 4090 punti - la correzione é stata quindi più profonda di quanto avevamo stimato ma considerando la chiusura siamo soddisfatti. La correzione non sembra aver arrecato danni strutturali. Malgrado che i Summation Index stiamo lentamente scendendo da mercoledì la tendenza di fondo resta saldamente al rialzo (70.1% dei titoli sopra la SMA a 50 giorni e Bullish Percent Index sul NYSE a 64.25) e il mercato é stato in grado di assorbire senza eccessive scosse una serie di notizie negative.
A breve é possibile che il consolidamento debba durare ancora qualche giorno poiché gli obiettivi del rimbalzo di USD e tassi d'interesse non sono ancora stati raggiunti. La correzione ha permesso ai mercati azionari di assorbire l'ipercomperato (le RSI sono tornate a 50-60 punti) e sembra praticamente completa in termini di punti - di conseguenza é possibile che ci siano ancora delle scosse di assestamento e l'S&P500 potrebbe ancora toccare un minimo discendente sui 4050 punti ma in seguito il rialzo dovrebbe riprendere in maniera dinamica.
Cercando di combinare questo scenario basato sull'analisi tecnica con l'agenda economica notiamo che martedì 14 febbraio alle 14.30 verrà pubblicato in America l'indice dei prezzi ai consumi. Probabilmente questo dato sull'inflazione darà una scossa al mercato. O provocherà un ultimo tuffo per completare la correzione o permetterà alla borsa americana di decollare direttamente e partire in direzione del nostro prossimo obiettivo intermedio a 4300 punti di S&P500.
Le borse europee continuano a muoversi come la borsa americana. Risalta la buona performance del settore bancario - la forza relativa di questo settore, e di riflesso della borsa italiana, sembra però agli sgoccioli. Quando i tassi d'interesse ricominceranno a scendere anche le azioni delle banche dovrebbero rientrare nel plotone.
In generale la nostra politica d'investimento é invariata. Siamo bullish e long sui mercati azionari e sulle obbligazioni di Stato specialmente in USD. Crediamo che nei prossimi mesi l'USD debba indebolirsi rispetto all'EUR e assicuriamo il rischio cambio.

Le performance settimanali degli indici azionari sono state le seguenti:
Eurostoxx50             -1.41% a 4198 punti
SX7E (banche)          +1.14% a 112.97 punti
DAX                         -1.09% a 15308 punti
SMI                          -1.93% a 11130 punti
FTSE MIB                  +1.18% a 27268 punti
S&P500                     -1.11% a 4090.46 punti
Nasdaq100                -2.17% a 12305 punti

È stata una settimana tranquilla con ampie oscillazioni giornaliere ma nessun movimento drammatico. C'é stata una serie di sedute positive e negative (S&P500 lu -0.61%, ma +1.29%, me -1.11%, gio -0.88% e ve +0.22%) che per saldo hanno provocato una performance settimanale negativa. Ancora una volta però i molti ribassisti e bear che affollano i social media sono rimasti delusi - ogni volta che ci sono un paio di sedute negativa c'é un folto gruppo di Furu (Financial Guru) che urlano al crollo imminente ma poi non succede nulla. La riprova é stata la seduta di venerdì dove c'erano le premesse per un'altra seduta negativa. Con tassi d'interesse in aumento l'S&P500 ha aperto nuovamente in calo a 4075 punti e all'inizio é caduto fino ai 4060 punti. Dopo le 16.00 però le vendite sono evaporate e gli indici si sono risollevati. Dopo una fase di debolezza a metà seduta l'S&P500 ha recuperato fino ai 4094 punti e ha chiuso poco più in basso a 4090.46 punti (+0.22%). Questa chiusura vicina al massimo giornaliero é un monito per i ribassisti che almeno fino a martedì prossimo staranno calmi. La seduta al NYSE é stata negativa con A/D a 3813 su 4211, NH/NL a 214 su 664 e volume relativo a 1.0. La tecnologia (Nasdaq100 -0.62%) ha corretto più dell'S&P500 e questa é una reazione normale.
Sul fronte del sentiment notiamo abbastanza ottimismo ma non siamo preoccupati - specialmente il CBOE Equity put/call ratio (0.69) ha perso la sua capacità di rispecchiare l'umore degli investitori a causa dell'esplosione dei volumi sulle opzioni di cortissimo termine. Il movimento di questo indicatore é diventato erratico - di conseguenza anche il Fear&Greed Index (70 punti, -2) tende ad esagerare nel bene e nel male. È evidente che il rally dal minimo di ottobre 2022 ha provocato un certo ottimismo ma noi riscontriamo ancora parecchio scetticismo che si concretizza in una sottoesposizione degli investitori, istituzionali ma soprattutto privati, sui mercati azionari. Molti strateghi sono ancora negativi per quel che riguarda le prospettive economiche e invitano alla prudenza - secondo noi non hanno capito che le borse si stanno inoltrando già nel prossimo ciclo. Quando arriveranno i primi dati economici che confermeranno l'inizio di una recessione gli investitori staranno già giocando il successivo miglioramento congiunturale provocato dalla reazione delle Banche Centrali che abbandoneranno la politica monetaria restrittiva poiché il problema non sarà più l'inflazione ma la possibilità che la frenata congiunturale sia eccessiva.
Seguiamo il trend, chiaramente rialzista, e cerchiamo di non farci confondere da singoli dati economici contraddittori - specialmente i dati riguardanti il mercato del lavoro, con tutti gli aggiustamenti stagionali, non rispecchiamo la realtà. I mercati obbligazionari, con la curva dei rendimenti fortemente invertita, lanciano segnali chiari e indiscutibili.

Commento del 4-5 febbraio

Tecno e volatilità - il rialzo é ancora selettivo

Riassunto: Anche la prima prima settimana di febbraio é terminata con una performance positiva delle borse europee ed americana. L'ipercomperato ha obbligato lunedì le borse ad una battuta d'arresto (lu S&P500 -1.30%) ma poi ci sono state tre sedute di forte rialzo (S&P500 ma +1.46%, me +1.05% e gio +1.47%) - i previsti aumenti dei tassi d'interesse di riferimento da parte della FED (me +0.25%) e della BCE (gio +0.50%) non hanno preoccupato gli investitori. Sembra che più le Banche Centrali si intestardiscono nella lotta all'inflazione e più aumentano le probabilità di recessione. Lo scenario più probabile é che le Banche Centrali stanno provocando un'eccessiva frenata congiunturale che poi dovranno combattere con una politica monetaria espansiva. In ogni caso sembra che ormai molti investitori stiano già giocando il prossimo ciclo economico - la prima reazione consiste nel chiudere posizioni short e tornare nei portafogli a posizioni azionarie neutrali rispetto ai profili d'investimento. Ad approfittare di questo effetto sono soprattuto le azioni delle società di tecnologia che più avevano sofferto nel 2022.
In questa fase non bisogna fare l'errore di concentrarsi sui dati del passato, come quelli relativi al mercato del lavoro e agli utili delle imprese, per fare delle previsioni. Non é illogico che i prezzi delle azioni non reagiscono negativamente a dei risultati trimestrali in parte deludenti specialmente quando questi sono accompagnati da piani ristrutturazione con una diminuzione dei posti di lavoro.
Il continuo a costante rialzo degli indici azionari lascia i mercati in una costante situazione di ipercomperato e di eccesso di rialzo - spesso le RSI sono sopra i 70 punti, le candele giornaliere sui grafici svettano sopra i limiti superiori delle Bollinger Bands e gli indici si allontanano sensibilmente dalle MM a 50 e 200 giorni. Questi eccessi a breve termine vengono compensati con delle improvvise sedute negative come quella di venerdì (S&P500 -1.04% a 4136.48 punti) - dei dati sorprendentemente buoni sul mercato del lavoro americano hanno fatto rimbalzare i tassi d'interesse (reddito dell'USTBond decennale a 3.53%, +0.13%) e dei deludenti risultati trimestrali di alcuni big della tecnologia hanno invogliato i traders a delle prese di beneficio. La caduta di venerdì potrebbe avere un seguito fino al massimo i 4090 punti ma ormai i grafici parlano chiaro - c'é una serie di massimi a minimi ascendenti ed ogni correzione minore ed intermedia é un'occasione d'acquisto.
Finora il rialzo é selettivo e c'é una sana rotazione tra settori. Da inizio anno hanno sottoperformato i consumi di base, la farmaceutica e le aziende di pubblica utilità. La liquidità che defluisce da questi settori va verso altri settori come la finanza, industria, tecnologia o consumi ciclici. Per questa ragione i nuovi massimi (NH) si espandono ma non ancora in maniera massiccia e i Summation Index stanno entrando in stallo. Questo effetto non dovrebbe creare problemi al trend di base che resta saldamente rialzista (80.0% dei titoli sopra la SMA a 50 giorni e Bullish Percent Index sul NYSE a 67.79). Il rialzo accelererà solo quando la partecipazione sarà generalizzata. Questo avverrà quando i grafici e gli indicatori di partecipazione negheranno in maniera definitiva la possibilità che si stia unicamente verificando un bear market rally. Questo dovrebbe succedere quando l'S&P500 supererà chiaramente la prossima forte resistenza a 4300 punti. Vi ricordiamo che noi ci aspettiamo la prossima consistente correzione intermedia solo sui 4300 punti di S&P500 (che corrisponde al prossimo obiettivo intermedio) e siamo convinti che quest'anno l'S&P500 salirà su un nuovo massimo storico intorno ai 5000 punti.
La rapida successione di sedute molto positive o negative mette disordine negli indicatori tecnici. La volatilità resta relativamente alta e la tradizionale correlazione tra S&P500 e VIX non funzione più su base giornaliera - per esempio venerdì, contro logica, sono scesi sia S&P500 che VIX (18.33 punti, -0.40). La conseguenze é che non ci si può più basare su questi indicatori, specialmente quelli di sentiment, per il trading giornaliero. Da giorni il CBOE Equity put/call é basso (0.57) e il Fear&Greed Index é alto (76 punti, +4) ma questo non basta per poter prevedere una fase negativa della borsa. I dati sulle opzioni sembrano troppo influenzati dei traders e dalle opzioni a scadenza settimanale e il Fear&Greed Index può restare alto per settimane senza che si verifichi un'inversione di tendenza.
Insomma - questo rialzo per molti aspetti é irrazionale ma questa é una buona ragione per credere nella sua continuazione. C'é ancora molto scetticismo e troppa liquidità parcheggiata in attesa di un buon investimento. La finanza é soggiogata al Bench Market - se gli indici di riferimento salgono nessuno può permettersi di restare a lungo fuori dal gioco. Tutti saranno presto o tardi obbligati a partecipare a questo pazzo rialzo delle borse provocando nei prossimi mesi un'accelerazione di tipo esaustivo.
Ancora una volta le Banche Centrali saranno presto o tardi obbligati a fornire liquidità a basso prezzo a imprese e Stati schiacciati da debiti eccessivi e da tassi d'interesse insostenibilmente alti.

Le performance settimanali degli indici azionari sono state le seguenti:
Eurostoxx50             +1.91% a 4258 punti
SX7E (banche)          +2.29% a 111.69 punti
DAX                         +2.15% a 15476 punti
SMI                          +0.15% a 11349 punti
FTSE MIB                  +1.95% a 26950 punti
S&P500                     +1.62% a 4136.48 punti
Nasdaq100                +3.34% a 12573 punti

Venerdì gli Stati Uniti hanno comunicato che a gennaio sono stati creati 517'000 nuovi posti di lavoro al di fuori dell'agricoltura. Questo dato, sorprendentemente buono, era troppo distante dalle previsioni (185'000) per non avere conseguenze sui mercati finaziari. L'USD si é impennato (il cambio EUR/USD é sceso da 1.0930 a 1.0795) e come ovvia reazione i prezzi delle materie prime sono scesi (il prezzo dell'oro é crollato da 1930 a 1866 USD/oncia - il petrolio WTI ha perso 2.49 USD a 73.39 USD al barile). La borsa americana ha aperto in forte ribasso a 4133 punti di S&P500. L'indice é riuscito a recuperare fino ai 4182 punti ma é ridisceso e poco prima delle 20.00 é caduto sul minimo giornaliero a 4123 punti. Da qui non si é più risollevato. L'S&P500 é oscillato per ore sui 4130 punti e ha chiuso a 4136.48 punti (-1.04%). La seduta al NYSE é stata negativa con A/D a 2232 su 5867, NH/NL a 1080 su 164 e volume relativo a 1.25.
Questa seduta negativa dovrebbe avere un moderato seguito. L'USD Index (102.82) é sceso senza interruzioni dai 114 punti di novembre 2022 ai 101 punti di giovedì - secondo noi ora ci vorrebbe un rimbalzo tecnico almento fino ai 104-105 punti. Questa reazione dovrebbe ripercuotersi in un rimbalzo dei tassi d'interesse e in un ulteriore calo di una quarantina di punti dell'S&P500. In linea di massima ci aspettiamo che settimana prossima ci sia un calo iniziale seguito da una stabilizzazione. Una pausa di una settimana con l'S&P500 a consolidare sui 4100 punti sembra la variante più probabile prima ripresa del rialzo in direzione dei 4300 punti.

Commento del 28-29 gennaio

La tecnologia riprende il comando

Riassunto: Dopo la correzione minore di metà gennaio fino ai 3900 punti di S&P500 ci aspettavamo questa settimana una ripresa del rialzo grazie in particolare alle azioni tecnologiche americane. Pensavamo che l'S&P500 dovesse fare ancora una breve pausa intorno ai 4000 punti prima che questa resistenza potesse essere definitivamente superata. In effetti l'S&P500 é salito lunedì subito su questo livello (+1.19% a 4019.81 punti), é oscillato per due sedute sui 4000 punti (ma -0.07% a 4016.95 punti, me -0.02% a 4016.22 punti) e si é infine involato giovedì (+1.10% a 4060.43 punti) e venerdì (+0.25% a 4070.56 punti). Senza andare nei dettagli notiamo che il contributo maggiore al movimento di rialzo é arrivato dal settore tecnologico (Nasdaq100 performance settimanale +4.70%).
A livello di sentiment la situazione non cambia. Come ripetiamo da settimane ci sono ancora molti investitori che non riescono ad accettare il fatto che la borsa salga malgrado fondamentali ostili - l'inflazione resta alta, le Banche Centrali stanno ancora alzando i tassi d'interesse, all'orizzonte si profila una recessione e gli utili delle imprese sono in calo. La borsa però sta già giocando il prossimo ciclo. Molti settori economici estremamente sensibili agli incrementi dei tassi d'interesse sono in grave difficoltà (immobiliare, auto) e gli interessi passivi in aumento stanno diventando un grave problema in particolare per quegli Stati molto indebitati. È molto probabile che nei prossimi mesi le Banche Centrali debbano piegarsi al volere dei mercati obbligazionari - questo significa che appena i dati sull'inflazione lo permetteranno (e questo succederà prima di quello che molti pensano) le Banche Centrali torneranno ad avere una politica monetaria espansiva. Questo significa la fine dell'aumento dei tassi d'interesse di riferimento, eventualmente (ma non necessariamente) un pivot e un ritorno del Quantitative Easing. A questo punto la liquidità, che adesso solo lentamente torna ad affluire in borsa, verrà investita massicciamente sui mercati azionari incurante delle valutazioni fondamentali e delle prospettive economiche. In poche parole siamo convinti che il rialzo é solo all'inizio e avrà tendenza ad accelerare.
A corto termine però le borse devono confrontarsi con la realtà. Da alcune settimane i tassi d'interesse di mercato (reddito dell'US Treasury Bond decennale a 3.52%) non scendono più e i cambi sono stabili (EUR/USD a 1.0870). Il mercato si é mosso sulla base di attese e adesso ha bisogno di conferme. Settimana prossima la parola passa alle Banche Centrali - mercoledì la FED e giovedì la BCE decideranno un aumento dei tassi d'interesse - dovrebbero però comunicare la decisione di voler fare una pausa di riflessione poiché l'inflazione é in calo e l'economia sta frenando. Se le Banche Centrali comunicassero invece l'intenzione di voler combattere in maniera prioritaria l'inflazione pensiamo che il rialzo potrebbe fare ancora una pausa o potrebbe ancora esserci una correzione intermedia. La tendenza é però solida e sostenibile (77.4% dei titoli sopra la SMA a 50 giorni, Bullish Percent Index sul NYSE a 61.65) e quindi il raggiungimento del prossimo obiettivo intermedio a 4300 punti di S&P500 é solo una questione di tempo. L'altro fattore importante sono gli utili delle imprese - finora la borsa riesce ad assorbire dei risultati trimestrali deludenti - se i mercati continuano ad ignorare il calo degli utili significa che questo fattore é insignificante - é già scontato nei corsi attuali e le borse stanno già guardando oltre. Nella prossima settimana sarà quindi importante osservare la reazione della borsa alla pubblicazione dei risultati trimestrali dei colossi tecnologici Amazon, Meta (Facebook), AMD, AAPL e Google.
Venerdì la borsa é salita malgrado i terribili dati forniti da Intel (-6.41% dopo un'apertura a -10%) e ha reagito con entusiasmo alle notizie provenienti da Tesla (+11.00%). Notiamo in questi casi come il short covering sia ancora una forza in grado di spingere i corsi delle azioni al rialzo. Immaginatevi cosa potrebbe succedere se i tassi d'interesse di riferimento e di mercato scendessero!
A corto termine le borse secondo molti parametri tecnici sono ipercomperate - non necessariamente questo deve provocare una reazione negativa. Un mercato al rialzo dove non c'é una correzione malgrado l'ipercomperato é per definizione un mercato forte con un trend solido, sostenibiile e dominante. Guardate ad esempio come si sviluppa il prezzo dell'oro - il RSI sopra i 70 punti rallenta semplicemente il movimento ma non provoca nessuna inversione di tendenza. Ci vuole una combinazione di fattori tecnici negativi (partecipazione, momentum, sentiment) per provocare una correzione importante o un crash. Per ora il semaforo resta sul verde.

Le performance settimanali degli indici azionari sono state le seguenti:
Eurostoxx50             +1.41% a 4178 punti
SX7E (banche)          +4.13% a 109.18 punti
DAX                         +0.77% a 15150 punti
SMI                          +0.33% a 11332 punti
FTSE MIB                  +2.56% a 26435 punti
S&P500                     +2.47% a 4070.56 punti
Nasdaq100                +4.70% a 12166 punti

La seduta di venerdì non ci ha detto nulla di nuovo. Di positivo possiamo notare come la borsa abbia assorbito senza contraccolpi i pessimi risultati trimestrali di Intel. L'S&P500 ha aperto in calo a 4053 punti, si é impennato a 4076 punti ed é caduto a 4048 punti di minimo giornaliero. Poi l'S&P500 é salito ad ondate fino alle 21.10 quando ha toccato il massimo a 4094 punti. Vendite sul finale hanno fissato la chiusura a 4070.56 punti (+0.25). La seduta al NYSE é stata positiva con A/D a 4060 su 3576, NH/NL a 1357 su 149 (rapporto in generale con un lento e costante incremento) e volume relativo a 1.1. La volatilità VIX é scesa a 18.51 (-0.22), il CBOE Equity put/call ratio era di 0.51 mentre il Fear&Greed Index era fermo a 69 punti. Il sentiment degli investitori migliora ma non appare nessun eccesso - nei social media traspare ancora parecchio pessimismo e la parola d'ordine é ancora "bear market rally". I Summation Index continuano a salire.
Le borse europee questa settimana hanno sottoperformato l'America - i guadagni sono stati modesti e concentrati nei settori ciclici, finanziario e tecnologico. La correlazione con l'America non é però a rischio. Siamo convinti che le borse europee e quelle dei mercati emergenti seguiranno la borsa americana. Continuiamo a prevedere un nuovo record storico dell'S&P500 sui 5000 punti nel corso di quest'anno.
Continuiamo a ridurre la liquidità in favore di azioni, obbligazioni e metalli preziosi. Attenzione che in Europa la curva dei tassi d'interesse non é invertita come é il caso per l'America. Questo ha delle ovvie implicazioni a livello congiunturale - in America si prevede una recessione - in Europa no. Lo spread sui titoli di Stato italiani ci sembra eccessivo - vale la pena comperare BTP. 

Commento del 21-22 gennaio

Dopo una modesta correzione il rialzo può continuare con rinnovato vigore

Riassunto: Da ottobre 2022 la tendenza di fondo delle borse mondiali é al rialzo. L'anno 2023 é iniziato con forti guadagni e una settimana fà l'analisi tecnica aveva segnalato una situazione di ipercomperato ed eccesso di rialzo a corto termine. La tendenza rialzista era però solida e sostenibile e quindi avevamo previsto che doveva solo esserci una pausa di consolidamento con una correzione minore - dai 4000 punti l'S&P500 doveva scendere nel settore 3920-3950 punti prima di risalire. In effetti abbiamo avuto una correzione e a Wall Street, dopo la chiusura di lunedì in occasione del Martin Luther King Day, ci sono state tre sedute negative (S&P500 ma -0.20%, me -1.56% e gio -0.76%). Giovedì l'S&P500 ha toccato il minimo di questa correzione a 3886 punti - l'indice é sceso più in basso di quanto avevamo stimato ma in questi casi é difficile fare una previsione esatta visti i numerosi fattori che possono influenzare a corto termine il mercato - bastano una notizia pessima o una dato economico negativo per ampliare il movimento di 1 o più punti in percentuale. Inoltre ci sono altissimi volumi nelle opzioni a breve scadenza - significa che ci sono tanti piccoli speculatori che aumentano considerevolmente la volatilità giornaliera - il CBOE Equity put/call ratio é passato dai 1.31 (!) di giovedì ai 0.54 di venerdì. Venerdì (S&P500 +1.89% a 3972.61 punti) é iniziata la riscossa con una seduta di forte rialzo trascinata dai big della tecnologia (Nasdaq100 +2.86%) - la forza relativa del settore, che si era delineata nelle scorse settimane, ha avuto un'ulteriore conferma.
Adesso la fase di sostanziale e sostenibile rialzo può riprendere il suo corso. Anche durante la correzione la partecipazione é rimasta buona e i Summation Index continuano a salire. La tendenza di fondo della borsa americana resta sulla base degli indicatori (72.3% dei titoli sopra la SMA a 50 giorni, Bullish Percent Index sul NYSE a 56.86 punti) al rialzo. Nelle prossime settimane ci aspettiamo un contributo sostanziale dalla tecnologia e dalle PMI (Russell2000) che su base fondamentale sono sottovalutate. I big della tecnologia stanno affrontando delle profonde ristrutturazioni con massicce diminuzioni di personale che dovrebbe ristabilire la redditività del settore.
Il Fear&Greed Index (59 punti, +6) non rappresenta in maniera oggettiva l'umore degli investitori. Regna ancora lo scetticismo - la recessione che si profila negli Stati Uniti rende la gente pessimista e pochi comprano azioni con convinzione. Al momento sembra che la diminuzione dell'inflazione e il calo dei tassi d'interesse abbia più cha altro bloccato il flusso delle vendite e obbligato i shortisti a coprire le posizioni - il numero dei nuovi minimi é in costante diminuzione. C'é ancora un'abbondante liquidità parcheggiata in titoli di Stato a corta scadenza e in attesa di buone occasioni d'investimento. Più gli indici azionari salgono e più aumenta la pressione psicologica su chi é sottoinvestito e deve presto o tardi comperare. Pensiamo che la prossima gamba di rialzo debba far salire l'S&P500 sui 4300 punti - a questo livello ci aspettiamo la prossima correzione di medio termine. Quando questo livello verrà superato il rialzo dovrebbe accelerare in maniera esponenziale - ci aspettiamo questa fase nel secondo trimestre dell'anno. Le borse mondiali e quelle dei mercati emergenti dovrebbe svilupparsi alla stessa maniera.
Restiamo investiti in azioni, in obbligazioni di ottima qualità (USTBond ventennali) e short USD. Manteniamo le posizioni in oro - il rialzo é regolare in USD - in EUR il prezzo fatica ancora a salire ma noi restiamo ottimisti.

Le performance settimanali degli indici azionari sono state le seguenti:
Eurostoxx50             -0.74% a 4120 punti
SX7E (banche)          -0.49% a 104.84 punti
DAX                         -0.35% a 15033 punti
SMI                          +0.04% a 11295 punti
FTSE MIB                  -0.03% a 25775 punti
S&P500                     -0.66% a 3972.61 punti
Nasdaq100                +0.67% a 11619 punti

Venerdì fino nel primo pomeriggio non sembrava che il vento stesse cambiando. Le borse europee erano in leggero guadagno grazie al recupero della borsa americana il giorno prima in finale di seduta. Il future sull'S&P500 era praticamente invariato. L'apertura a Wall Street é stata circospetta. L'S&P500 ha esordito a 3910 punti e all'inizio é ancora sceso a 3897 punti. I 3900 si sono però dimostrati un solido supporto e da qui l'S&P500 é risalito a 3930 punti. Per ore l'indice é oscillato su questo livello. Solo dopo le 19.15 i rialzisti hanno preso il controllo delle operazioni e l'indice é salito regolarmente fino alla chiusura sul massimo a 3972.61 punti (+2.86%).
La seduta al NYSE é stata positiva con A/D a 6410 su 1693, NH/NL a 763 su 258 e volume relativo a 1.05. La correzione delle precedenti tre sedute ha permesso di assorbire l'ipercomperato e l'accesso di rialzo negli indicatori (RSI a 55.99 punti). A livello di sentiment non notiamo cambiamenti particolari - la volatilità VIX (19.85 punti, -0.67) ha avuto nella prima parte della settimana l'atteso rimbalzo e nella prossima fase dovrebbe precipitare sotto i 18 punti facendo cadere in depressione tutti quelli che si aggrappano alle ultime possibilità offerte dall'analisi tecnica e grafica per un ritorno di quel bear market che ha dominato nei primi tre trimestri del 2022.
Noi siamo incoraggiati dal fatto che la correzione si sia svolta come pensavamo - in una fase di solido e sostanziale rialzo, nella quale secondo noi ci troviamo, l'ipercomperato e l'eccesso di rialzo vengono riassorbiti tramite semplici correzioni minori di tre giorni e alcuni punti in percentuale sugli indici (-2%/-3%). Quando la tendenza di fondo é invece al ribasso queste correzioni sono molto più lunghe e profonde. Gli oscillatori non hanno ancora completamente scaricato l'eccesso di rialzo - questo significa che potrebbero ancora esserci alcune sedute con l'S&P500 ad oscillare sui 4000 punti. Il quadro tecnico generale resta però estremamente costruttivo.

Commento del 14-15 gennaio

Rialzo solido e costante - a corto termine l'ipercomperato e l'eccesso di rialzo obbligherano le borse a fare una pausa

Riassunto: Come previsto le borse hanno continuato il rialzo di inizio anno. L'S&P500 (+0.40% a 3999.09 punti) ha finalmente abbandonato la fascia 3800-3900 punti e sullo slancio ha raggiunto i 4000 punti. La tecnologia mostra forza relativa e questa settimana la performance del Nasdaq100 (+0.71% a 11541 punti, performance settimanale +4.53%) é stata migliore del resto del mercato. Le borse europee, grazie ai settori ciclici, hanno continuato la loro corsa. A corto termine si delinea una situazione di ipercomperato e di eccesso di rialzo - gli oscillatori sembrano trovarsi su un massimo intermedio. Questo fatto non deve sorprendere nessuno considerando l'ampiezza del rialzo nelle prime due settimane del 2023 (Eurostoxx50 +9.42% / S&P500 +4.16%). Settimana prossima deve quindi esserci una pausa di consolidamento. Non ci aspettiamo una correzione intermedia ma piuttosto un'oscillazione in laterale di 3-5 giorni con un modesto ritracciamento (-1% fino a -2%). La ragione é semplice. A livello di indicatori il trend si sta rafforzando - la partecipazione é buona e in aumento - non appaiono divergenze negative. La tendenza di fondo della borsa americana é adesso ufficialmente al rialzo con il 75.6% dei titoli sopra la SMA a 50 giorni ed il Bullish Percent Index sul NYSE a 55.67 punti. Per quel che riguarda di sentiment tra gli investitori regna ancora scetticismo - il Fear&Greed Index é salito solo fino a 63 punti (+6). Il mercato ha solo bisogno di assorbire i sostanziali progressi delle prime sedute dell'anno. Non abbiamo indicatori in posizioni estreme - solo la volatilità VIX a 18.35 punti (-0.48) sembra scesa su un supporto con una DSI molto bassa ed é pronta per un rimbalzo tecnico. Come sapete se la VIX rimbalza (sale) l'S&P500 dovrebbe ritracciare (scendere). Secondo il grafico un logico obiettivo per un ritracciamento si trova tra il supporto a 3950 punti e la MM a 50 giorni (ca. 3920 punti). 
Il nostro scenario finora si sviluppa secondo le attese - l'inflazione scende, i tassi d'interesse di mercato calano (reddito dell'US Treasury Bond a 3.49%) e l'USD si indebolisce (USD Index a 101.96). Ribadiamo di conseguenza la nostra previsione a medio termine - siamo all'inizio di una sostenibile e sostanziale fase di rialzo che dovrebbe permettere all'S&P500 di salire su un nuovo massimo storico a 5000 punti. Liquidità e sentiment alimenteranno il movimento. Il rialzo dovrebbe toccare tutte le borse mondiali e dovrebbe lentamente coinvolgere anche i settori di crescita e di rischio come la tecnologia. Sopra i 5000 punti di S&P500 l'aria sarà estremamente rarefatta ed esisterà una forte rischio d'inversione di tendenza. Dovrebbe poi seguire un lungo e profondo bear market durante il quale sarà sconsigliabile possedere azioni. Avremmo il tempo di discutere questo sviluppo nei prossimi mesi - anticipiamo questa nostra previsione unicamente per ricordarvi di utilizzare la fase finale del rialzo per vendere. Adesso bisogna essere investiti e bisogna lasciarsi trascinare dalla corrente - sembra che per i mercati azionari ci sia un potenziale di rialzo di ca +20% e parecchi mesi di tempo prima di entrare in una zona di pericolo.

Le performance settimanali degli indici azionari sono state le seguenti:
Eurostoxx50             +3.31% a 4150 punti
SX7E (banche)          +1.22% a 105.36 punti
DAX                         +3.26% a 15086 punti
SMI                          +1.31% a 11290 punti
FTSE MIB                  +2.40% a 25783 punti
S&P500                     +2.67% a 3999.09 punti
Nasdaq100                +4.53% a 11541 punti

È stata una settimana tranquilla durante la quale le borse sono salite costantemente assorbendo senza problemi notizie potenzialmente negative. Sembra che lentamente gli investitori abbraccino la teoria del rialzo mentre tra i ribassisti comincia a serpeggiare i dubbi. Nei social media sono spariti gli scenari catastrofici che prevedavano una ripresa del ribasso e una rapida discesa verso i minimi di ottobre dell'anno scorsa che oggettivamente sono ormai lontani. Pochi investitori riescono a conciliare la realtà di borse in ascesa con le previsioni economiche piuttosto negative che puntano su una recessione. Pochi si ricordano che le borse scontano già la situazione attuale e guardano già al prossimo ciclo congiunturale.
Venerdì le borse hanno fatto segnare moderati guadagni - come nelle altre sedute della settimana.
L'S&P500 ha aperto a 3950 punti, é salito a 3980 punti ed é ritornato a 3970 punti. Fino alle 19.30 é lentamente risalito sui 3980 punti per poi accelerare al rialzo, raggiungere il massimo giornaliero a 4004 punti e chiudere poco più in basso a 3999.09 punti (+0.40%) con un guadagno di 16 punti. La seduta al NYSE é stata decisamente positiva (come succede spesso negli ultimi tempi) con A/D a 5253 su 2784, NH/NL a 1576 su 66 e volume relativo a 1,0. I Summation Index continuano a salire. I dati sul sentiment sono ancora misti - la volatilità VIX é scesa a 18.35 punti (-0.48) - é su un supporto con un pesssimo sentiment (DSI) e quindi deve a breve rimbalzare - a medio termine ha però ancora parecchio spazio verso il basso. Il CBOE Equity put/call ratio era a 0.69 - in generale sembra sparita la speculazione al ribasso mentre ancora pochi speculano al rialzo.
Insomma - la situazione si sviluppa come previsto e gli indicatori finora confermano il rialzo e la sua solidità. Non appaiono problemi all'orizzonte e l'ipercomperato (le RSI sugli indici azionari europei sono sui 71-73 punti) può essere assorbito tramite una semplice pausa di consolidamento.
Notiamo che la corsa dell'oro continua (1920 USD/oncia) - l'oro guadagna terreno anche in EUR (1773 EUR/oncia) riuscendo a più che compensare la debolezza dell'USD. Anche il calo del CHF (EUR/CHF a 1.0037 - minimo a 0.9420 a settembre 2022) sottolinea il fatto che le dinamiche all'interno dei mercati finanziari sono cambiate - lentamente si abbandonano i beni rifugio in favore di maggiore rischio - pensiamo che il cambio possa risalire nei prossimi mesi a 1.05.
Lunedì 16 gennaio in America é un giorno festivo (Martin Luther King Day) - la borsa di New York é chiusa e senza le indicazioni provenienti dall'America le borse europee saranno letargiche.

Commento del 7-8 gennaio

Un forte calo dei tassi d'interesse di mercato scatena il rally delle borse - sostanziale rialzo

Riassunto: L'anno é iniziato sui mercati azionari con una decisa spinta di rialzo. I dati economici hanno confermato che l'inflazione in Europa é in calo e le borse hanno reagito con una serie di sedute positive - gli indici hanno rotto al rialzo facendo segnare dei nuovi massimi a 6 mesi. La borsa americana invece ha fatto più fatica. Solo venerdì un rally (S&P500 +2.28% a 3895.08 punti) ha permesso agli indici di chiudere la settimana con una performance positiva. Anche in America sono stati dei dati economici, che confermano il forte rallentamento congiunturale e l'imminenza di una recessione, a spingere i tassi d'interesse di mercato al ribasso e invogliare gli investitori a comperare azioni. Il reddito dell'USTBond decennale é sceso in una settimana (4 sedute) da 3.88% a 3.55% - in Europa il calo é stato più massiccio visto che il reddito del Bund tedesco decennale é crollato da 2.5650% a 2.1950%. Si sta quindi concretizzando il nostro scenario - lentamente gli investitori perdono la paura dell'inflazione e abbracciano la variante della recessione. Le Banche Centrali dovranno adattarsi a quanto decidono i mercati obbligazionari. I tassi d'interesse di mercato sono nettamente più bassi dell'inflazione e stanno scendendo malgrado che le Banche Centrali stanno ancora alzando i tassi d'interesse di riferimento. Le curve dei redditi sono invertite - un US Treasury Bill americano a 6 mesi rende il 4.79%. È evidente che gli investitori si aspettano che l'inflazione, almeno nella sua componente legata ai prezzi dell'energia (prezzo del petrolio WTI a 73.77 USD/barile), scenda e che quindi le Banche Centrali cambieranno nei prossimi mesi la loro politica monetaria. Noi siamo convinti che almeno nella prima fase questo avrà un effetto decisamente positivo sui mercati azionari che guardano al futuro. I prezzi delle azioni scontano al momento una situazione economica decisamente negativa con utili delle imprese in forte calo - la conseguenza é che le borse sono scese molto in basso - probabilmente troppo nel settore tecnologico.
Gli investitori sono ancora troppo pessimisti e sottoinvestiti. Crediamo che ora ci sarà un movimento nella direzione opposta paragonabile a quello di un'altalena - dall'eccesso in una direzione passeremo all'eccesso nella direzione opposta. Gli investitori scommetteranno su una nuovo periodo di crescita sostenuto da una politica monetaria espansiva. Ci prepariamo ad una fase di sostanziale e sostenibile rialzo dei mercati azionari che dovrebbe far salire l'S&P500 su un nuovo massimo storico. La nostra previsione é da mesi invariata - ci aspettiamo che nei prossimi 6-9 mesi l'S&P500 raggiunga i 5000 punti. Ovviamente la premessa é che non ci siano ulteriori sorprese decisamente negative come sono state la pandemia da Covid o la guerra in Ucraina.
Lentamente sta apparendo forza d'acquisto su tutti i mercati azionari - solo la tecnologia ha ancora dei problemi. Il Nasdaq100 (+2.78% a 11040 punti) si trova ancora poco sopra il minimo dell'anno 2022 di metà ottobre. Anche questa settimana la tecnologia (Nasdaq) ha sottoperformato. Per alimentare il rialzo é necessario che questa situazione cambi e che la tecnologia ricominci a trascinare i listini. Tassi d'interesse in calo dovrebbero nuovamente favorire i settori di crescita e invogliare gli investitori a prendere nuovamente rischi.  Ripetiamo infine il nostro avvertimento - tenete d'occhio i cambi poiché la performance dei portafogli verrà quest'anno sensibilmente influenzata dalle oscillazioni delle divise. In particolare ci aspettiamo che l'USD abbia una fase di debolezza mentre siamo convinti che nel 2022 l'EUR sia stato eccessivamente penalizzato. Crediamo che la prossima fase di rialzo delle borse debba essere accompagnata da rivalutazione dell'EUR contro USD - il nostro obiettivo é a 1.15.

Le performance settimanali degli indici azionari sono state le seguenti:
Eurostoxx50             +5.91% a 4017 punti
SX7E (banche)          +8.58% a 104.09 punti
DAX                         +4.93% a 14610 punti
SMI                          +3.87% a 11144 punti
FTSE MIB                  +6.22% a 25180 punti
S&P500                     +1.45% a 3895.08 punti
Nasdaq100                +0.92% a 11040 punti

Sul rialzo in Europa abbiamo poco da commentare - performance e grafici parlano da sé. Gli indici hanno chiuso venerdì su dei nuovi massimi di periodo. Gli incroci tra le MM a 50 e 200 giorni lanciano segnali d'acquisto a medio termine. È probabile che sullo slancio gli indici debbano guadagnare ancora un +5%/+8% prima che ci sia una prima correzione intermedia causata dall'ipercomperato, dalle resistenze e dai cicli. Al momento non vediamo nessun ostacolo all'orizzonte - oscillatori e indicatori sono ancora in posizioni intermedie ed é possibile che la prossima settimana sia una copia della settimana appena trascorsa.
In America invece la settimana é stata più indecisa e contrastata. Solo venerdì la borsa ha deciso di nuoversi decisamente al rialzo grazie ad un chiaro movimento sul fronte dei tassi d'interesse (reddito dell'USTB decennale a 3.55% / -0.16%). A livello di indicatori notiamo unicamente una chiara diminuzione dei NL (nuovi minimi) fatto che suggerisce che le vendite, specialmente nel settore tecnologico, si stanno esaurendo. L'S&P500 (+2.28% a 3895.08 punti) non é però ancora riuscito ad abbandonare il range 3800-3900 punti. Malgrado un lento miglioramente degli indicatori non c'é stato un movimento liberatorio e un'accelerazione al rialzo.
Venerdì l'S&P500 ha ancora aperto a 3834 punti e all'inizio é ancora sceso fino ai 3809 punti. Solo dopo la pubblicazione alle 16.00 dell'indice ISM dei responsabili degli acquisti (49.6 punti contro gli attesi 55) la borsa é decollata. L'S&P500 ha raggiunto alle 18.00 i 3880 punti, ha consolidato un paio d'ore, si é impennato fino ad un massimo a 3906 punti e ha chiuso a 3895 punti.
La seduta al NYSE é stata decisamente positiva con A/D a 6691 su 1463, NH/NL a 1003 su 281 e volume relativo a 1.0. Tutti i settori hanno pertecipato (Nasdaq100 +2.78%, RUT +2.26%, DJT +3.38%). La volatilità VIX é caduta a 21.13 punti (-1.33), il CBOE Equity put/call ratio era ancora alto a 0.91 e il Greed&Fear Index é a 46 punti (+2).
Notiamo che in generale esiste ancora un folto gruppo di traders che scommette incessantemente su una ripresa del ribasso che ha contraddistinto i primi 10 mesi del 2022. La tecnica ci dice che questo gruppo non ha ancora perso e fino a quando l'S&P500 non supera desisamente i 3900 punti esiste ancora la possibilità di una ricaduta ed un test dei 3800 punti.
I Summation Index salgono - la tendenza di fondo della borsa americana é secondo gli indicatori neutra e contradditoria (55.00 dei titoli é sopra la SMA a 50 giorni, il Bullish Percent Index sul NYSE é a 44.14 - i dati stanno però migliorando).
Riassumendo il rialzo iniziato ad ottobre del 2022 sta riprendendo vigore dopo una correzione intermedia di medio termine. Il movimento é confermato in Europa. In America esiste ancora la possibilità che il consolidamento prosegua ancora per qualche giorno. Il quadro generale (calo dell'inflazione e dei tassi d'interesse) favorisce però decisamente la variante del sostenibile e sostanziale rialzo dei mercati azionari nel primo semestre dell'anno.
 
Commento del 31 dicembre - 1 gennaio

Due settimane di ... 3850 punti di S&P500. Non c'é stato l'atteso rally di Natale e fine anno

Riassunto: Due settimane fà avevamo giudicato che la correzione intermedia di dicembre era terminata quando l'S&P500 (-0.25% a 3839.50 punti) aveva raggiunto l'obiettivo a 3830-3850 punti. Malgrado che negli indicatori tecnici non vedevamo ancora le premesse per l'inizio di una fase di sostanziale e sostenibile rialzo eravamo ottimisti per quel che riguardava le ultime due settimane del 2022 sulla base dell'effetto stagionale - spesso in questo periodo c'é un rally in occasione di Natale e prima della fine dell'anno. Pensavamo che l'S&P500 potesse risalire sui 4000 punti. Invece abbiamo avuto due settimane di oscillazioni in laterale tra i 3800 ed i 3900 punti di S&P500. Il calo dei tassi d'interesse di mercato ha subito una battuta d'arresto ed il reddito dell'US Treasury Bond decennale é risalito a 3.88%. Gli investitori non hanno ancora fatto una scelta tra i due scenari economici che si profilano all'orizzonte. I dati sull'inflazione e la politica monetaria delle Banche Centrali favoriscono un aumento del costo del denaro. Il rallentamento della crescita economica che probabilmente nel 2023 sfocerà in una recessione lasciano invece presagire un calo dei tassi d'interesse. Fino a quando uno dei due scenari non prevarrà é probabile che la borsa rimarrà senza direzione. A questo punto, con borse che oscillano in laterale, si pone la solita domanda: gli indici azionari stanno consolidando e preparando un rialzo o stanno distribuendo e si apprestano ad effettuare un ulteriore tuffo sotto i minimi di ottobre 2022? In favore di uno scenario positivo parla sicuramente il sentiment o l'umore degli investitori. Sia negli indicatori tecnici che nelle inchieste effettuate tra i vari tipi di investitori trapela un eccessivo pessimismo. La volatilità VIX (21.67 punti) resta testardamente sopra i 20 punti, il CBOE Equity put/call ratio veleggia costantemente sui 0.85 con punte a 2.40 (mercoledì 28.12) e 1.33 (giovedì 29.12) - Il Fear&Greed Index é a 37 punti. In rete prevalgono i commenti negativi. Molti analisti sono convinti che i tassi d'interesse relativamente alti strangoleranno l'economia e provocheranno una diminuzione degli utili delle imprese. Un ulteriore calo dei listini dovrebbe essere la conseguenza di questo scenario recessivo. Noi invece riteniamo che gli aspetti negativi sono già scontati nelle attuali quotazioni. Pensiamo che i tassi d'interesse di mercato, sia sull'USD che sull'EUR, nei prossimi mesi scenderanno facendo nascere tra gli investitori la speranza che il miracolo di una politica monetaria espansiva unita ad uno stimolo fornito dalla spesa pubblica, sarà in grado di rilanciare la crescita economica e sostenere i mercati finanziari. L'abbondante liquidità ancora a disposizione degli investitori istituzionali e privati dovrebbe tornare a scorrere in direzione delle azioni favorendo un'ultima fase di forte rialzo - noi restiamo dell'opinione che nei prossimi 6 mesi (questo lasso di tempo potrebbe variare di 3-6 mesi) l'S&P500 salirà su un nuovo massimo storico sui 5000 punti.
Le borse europee dovrebbero muoversi in parallelo con la borsa americana. Come nel 2022 la differenza di performance dovrebbe essere data dalla differenza sul cambio. Noi avevamo previsto che il cambio EUR/USD per fine anno dovesse risalire a 1.10 - non abbiamo sbagliato di molto considerando che il cambio ha chiuso venerdì a 1.0705. Le borse europee nel 2022 hanno perso circa il 12% - l'S&P500 é calato del -19% - l'USD ha guadagnato circa il 6% contro EUR. Il conto torna - un'investitore europeo nel 2022 ha perso con azioni americane il 13% (-19% +6%). Riteniamo che l'effetto si ripeterà nel 2023 - crediamo che l'USD si indebolirà e quindi la performance in moneta locale della borsa americana sarà superiore di quella delle borse europee. Affrontiamo il 2023 investiti in azioni, short USD contro EUR e long obbligazioni (soprattutto in America).
Torniamo ora alla questione accumulazione o distribuzione - praticamente dobbiamo decidere come inizierà il 2023. A corto termine non si profila una tendenza. I dati riguardanti momentum e partecipazione sono neutri. I Summation index sono in leggero calo ma basta poco per fargli cambiare direzione. Per ora i settori difensivi mostrano forza relativa nei riguardi dei settori di crescita. Praticamente il Nasdaq100 continua a sottoperformare e questo non é un segnale costruttivo. D'altra parte non appare una particolare pressione di vendita - il numero di nuovi minimi (NL) ristagna. Malgrado che molti operatori da settimane prevedono un crash giustificandolo con validi argomenti di tipo fondamentale gli indici si rifiutano di scendere. La tendenza di fondo della borsa americana é ancora al ribasso (39.1% dei titoli sopra la SMA a 50 giorni, Bullish percent Index sul NYSE a 40.87 punti) ma i dati non peggiorano.
Noi pensiamo che il deludente sviluppo delle borse nel mese di dicembre sia dovuto al window dressing di fine anno e dalle operazioni legate a riflessioni di ottimizzazione fiscale. In anni di borsa negativi come il 2022 questi effetti tendono a sfociare in vendite nei titoli che hanno performato male durante l'anno. Non é quindi una sorpresa che i grossi nomi (Apple, Google Amazon, Tesla, Nvidia) abbiano avuto un dicembre disastroso. L'effetto dovrebbe sparire all'inizio del 2023 e noi siamo convinti che dai 3800-3850 punti di S&P500 dovrebbe svilupparsi una sostanziale spinta di rialzo con obiettivo (già indicato in precedenti commenti) a 4300 punti di S&P500. La premessa é costituita da un calo dei tassi d'interesse di mercato. Riteniamo possibile che a breve il reddito dell'USTBond decennale possa provare a risalire sul 4% - in seguito però i tassi d'interesse di mercato devono ricominciare a scendere alimentando il rialzo delle borse.
Pensiamo che i problemi che attualmente affliggono l'economia internazionale (la guerra in Ucraina e la conseguente instabilità dei prezzi dell'energia, la pandemia in Cina) possono accelerare o rallentare il rialzo delle borse ma non cambiare in maniera radicale il nostro scenario di base. Ovviamente non siamo in grado di prevedere l'impatto di un eventuale inatteso evento di grande portata come lo scoppio di un conflitto tra Taiwan e la Cina con il coinvolgimento degli Stati Uniti.

Le performance settimanali degli indici azionari sono state le seguenti:
Eurostoxx50             -0.61% a 3793 punti
SX7E (banche)          -0.46% a 95.86 punti
DAX                         -0.12% a 13923 punti
SMI                          -0.70% a 10729 punti
FTSE MIB                  -0.71% a 23707 punti
S&P500                     -0.14% a 3839.50 punti
Nasdaq100                -0.41% a 10939 punti

Sulle ultime sedute del 2022 c'é poco da dire. Sono state contrassegnate da modesti volumi di titoli trattati e da operazionio legate alla chiusura annuale. Gli investitori hanno cercato di abbellire i loro portafogli vendendo i titoli ad alta capitalizzazione e con pessime performance. I livelli tecnici hanno determinato i movimenti giornalieri. Lo si é visto ancora venerdì quando l'S&P500 ha toccato un minimo a 3800 punti (supporto intermedio) prima di recuperare e risalire dopo le 20.30 fino ai 3839.50 punti (-0.25%).
Per il resto abbiamo poco da segnalare. Dagli indicatori non arrivano segnali particolari (A/D a 3294 su 4754, NH/NL a 284.55). L'unico mercato che sembra raggiungere un livello tecnico significativo é quello delle obbligazioni - il DSI sui Bonds é sceso sotto i 20 punti e il reddito dell'USTB decennale (3.88%) si avvicina alla forte resistenza a 4%. Ripetiamo quindi che se il reddito salisse nei prossimi giorni verso il 4% é probabile che si verifichi un massimo intermedio sui redditi dei Bonds rispettivamente un minimo significativo sugli indici di borsa americani. Poiché secondo gli oscillatori la borsa americana é intorno ad un minimo di medio termine é probabile che in seguito parta un movimento di rialzo sostenibile. Insomma - sembra che il 2023 debba iniziare in maniera positiva anche se esiste ancora la possibilità di alcune sedute con l'S&P500 ad oscillare sui 3800-3850 punti. Qualsiasi caduta sotto i 3800 punti di S&P500 é da considerarsi un'occasione d'acquisto. Lo stesso vale per il Nasdaq100 (-0.10% a 10939 punti) nell'improbabile caso in cui il minimo annuale del 2022 a 10440 punti venisse nuovamente avvicinato e testato.

Chiusura 2022

Le performance annuali (2022) degli indici azionari sono state le seguenti:
Eurostoxx50             -11.74% a 3793 punti
SX7E                        -4.64% a 95.86 punti
DAX                         -12.35% a 13923 punti
SMI                          -16.67% a 10729 punti
FTSE MIB                  -13.31% a 23707 punti
S&P500                    -19.44% a 3839.50 punti
Nasdaq100               -33.41% a 10939 punti
Nikkei                      -9.37%
Shanghai                  -15.12%

EUR/USD a 1.0705 (-5.84%)
EUR/CHF a 0.9898 (-4.63%)
Oro a 1823 USD/oncia - 1705 EUR/oncia (fine 2021 1829 USD/oncia)
Petrolio (WTI) a 80.26 USD/barile (fine 2021 75.21 USD / barile)
Reddito USTBond decennale (USD) a 3.88% (fine 2021 1.52%)
Reddito Bund decennale (EUR) a 2.5650% (fine 2021 -0.1815%)

Commento del 17-18 dicembre

La correzione é finita - manca (ancora) la forza per ripartire in maniera dinamica al rialzo

Riassunto: L'analisi di domenica scorsa era arrivata alla conclusione che la correzione di medio termine si stava svolgendo come previsto e doveva continuare ancora per tutta questa settimana con un'obiettivo massimo sull'S&P500 a 3830-3850 punti. L'S&P500 ha toccato venerdì un minimo a 3827 punti e ha chiuso a 3852.36 punti (-1.11%). Gli investitori reagiscono positivamente a dati economici che confermano un calo dell'inflazione mentre temono la testardaggine delle Banche Centrali che continuano ad alzare i tassi d'interesse di riferimento. Questo spiega il rally di lunedì (S&P500 +1.43%) e martedì (+0.73% con un balzo fino a 4133 punti in preborsa) al quale sono seguite tre sedute negative. In particolare l'incremento dei tassi d'interesse di +0.50% da parte di FED, BCE, BNS e BoE accompagnata da previsioni di ulteriori aumenti ha messo di cattivo umore gli investitori che adesso temono le conseguenze di una recessione. Il cambiamento d'umore é evidente e si rispecchia nei dati sul sentiment - il Fear&Greed Index é sceso a 42 punti (-9) e da giorni il CBOE Equity put/call ratio é decisamente sopra la media (me 1.33, gio 0.73 e ve 1.19) segnalando parecchia speculazione al ribasso. Secondo gli indicatori la correzione é finita. Almeno a corto termine gli oscillatori segnalano la probabile presenza di un minimo e questa costellazione unita al pessimismo degli investitori deve sfociare settimana prossima in una fase di rialzo che dovrebbe far tornare l'S&P500 sui 3950 punti. Il problema é che al momento non vediamo quei segnali positivi che spesso appaiono prima di una fase di sostenibile rialzo. Non vediamo settori particolarmente forti, non appare una leadership, lo sviluppo del rapporto NH/NL é deludente (malgrado che non ci sia una particolare pressione di vendita) e i Summation Index sono in calo. Formalmente i nostri indicatori di base (48.8% dei titoli sono sopra la SMA a 50 giorni, il Bullish Percent Index sul NYSE é a 44.18) sono ribassisti.
Gli oscillatori di medio termine favoriscono ancora una fase interlocutoria di una manciata di sedute. Questo significa che settimana prossima dovrebbe partire una spinta di rialzo ma questo movimento non sarà probabilmente sostenibile. Dopo una salita sui 3950 punti di S&P500 la borsa americana rischia di ricadere e ritestare i minimi del 17 dicembre. Non sembra quindi che fino a fine anno avremo un dinamico rialzo - più probabile sembra essere un'oscillazione in laterale sui 3850-3950 punti con una chiusura a fine anno sui 4000 punti.
Purtroppo anche le borse europee hanno perso smalto. In linea di massima gli indici azionari europei seguono l'andamento della borsa americana. Poiché questa settimana l'EUR si é rafforzato nei riguardi dell'USD le borse europee hanno perso in percentuale di più di quella americana. Questo é un effetto che conosciamo. Il comportamento delle borse europee é passivo. Non ci sono più quei segnali di forza relativa che eranno apparsi precedentemente e questo é un fattore supplementare per farci credere che fino a fine anno il potenziale generale di rialzo delle borse é modesto malgrado il favorevole periodo stagionale.
La nostra politica d'investimento é invariata. Siamo investiti in azioni (specialmente EU e USA) con una posizione neutra rispetto al profilo d'investimento, siamo long obbligazioni (riteniamo che i tassi d'interesse di mercato debbano scendere) e siamo long EUR contro USD. Finora non appare nulla in grado di mettere in discussione questo scenario di base valido per i prossimi sei mesi.

Le performance settimanali degli indici azionari sono state le seguenti:
Eurostoxx50             -3.52% a 3804 punti
SX7E (banche)          -0.46% a 92.87 punti
DAX                         -3.32% a 13893 punti
SMI                          -2.69% a 10770 punti
FTSE MIB                  -2.43% a 23688 punti
S&P500                     -2.08% a 3852.36 punti
Nasdaq100                -2.76% a 11243 punti

La seduta di venerdì é stata condizionata dalla scadenza dei derivati di dicembre. Era una grande scadenza trimestrale che ha fatto esplodere i volumi di titoli trattati (volume relativo a 1.9). Spesso questa scadenza tecnica corrisponde ad un massimo o un minimo intermedio - é probabile che ora si é verificato un minimo visto che gli indici appaiono ipervenduti e in eccesso di ribasso a corto termine. L'S&P500 ha aperto a 3874 punti, é salito fino a 3890 punti per poi ricadere e stabilizzarsi sui 3840 punti. Per ore il mercato é rimasto tranquillo - l'S&P500 ha toccato un minimo giornaliero a 3827 punti. Dopo le 20.30 la borsa si é ripresa. L'S&P500 é tornato a 3864 punti ed é ricaduto sul finale a 3852.36 punti (-1.11%). La seduta al NYSE é stata negativa con A/D a 2335 su 5742 e NH/NL a 201 su 2057. La volatilità VIX é stranamente scesa a 22.62 punti (-0.21) - da mesi questo indicatore lancia segnali contraddittori - la tradizionale correlazione negativa con l'S&P500 a corto termine non funziona più.
Gli altri indici hanno perso meno terreno (Nasdaq100 -0.89%, Russell2000 -0.63%, DJ -0.85%, DJT -1.09%) - un effetto strano che probabilmente é dovuto alle scadenze tecniche.
A questo punto é molto probabile che settimana prossima si verifichi un rimbalzo tecnico. Purtroppo però non vediamo negli indicatori le premesse per una sostenibile e sostanziale fase di rialzo. Gli investitori sembrano indecisi e sballottati tra scenari contrastanti. Mentre il calo dei tassi d'interesse di mercato e la debolezza dell'USD hanno un'influsso positivo e fanno sperare che nel futuro le Banche Centrali saranno piu concilianti, i dati economici suggeriscono che nel prossimi mesi l'economia mondiale dovrebbe cadere in recessione mentre le Banche Centrali stanno ancora alzando il costo del denaro. Per saldo é poco chiaro quali effetti prevarranno sulle borse. Noi siamo convinti che la liquidità tornerà a scorrere in direzione dei mercati azionari e prevediamo un primo semestre 2023 positivo. Seguiamo da vicino il comportamento dei mercati obbligazionari (reddito dell'USTBond decennale a 3.48%) che sono meno volatili e sembrano più razionali. 
Il prossimo fine settimana, 24 - 25 dicembre, non pubblicheremo il commento tecnico. La prossima analisi é prevista il 1. o il 2 gennaio (in Svizzera é un giorno di festa) 2023.

Auguriamo a tutti i lettori Buone Feste e un felice e prospero Anno Nuovo.

Commento del 10-11 dicembre

La correzione intermedia si svolge come previsto - lentamente manca lo spazio per un consistente rally di fine anno

Riassunto:
Due settimane fà avevamo previsto l'inizio di una correzione intermedia a partire dalla zona di resistenza a 4056-4100 punti di S&P500. Settimana scorsa avevamo ribadito che le borse dovevano ancora correggere e assorbire una situazione di ipercomperato e di eccessi di rialzo a corto e medio termine. Per questa settimana ci aspettavamo una discesa dell'S&P500 sui 3950 punti - in effetti l'indice ha toccato un minimo martedì a 3918 punti e ha chiuso venerdì a 3934.38 punti (-0.73%). Crediamo che l'obiettivo massimo di questa correzione si situa a 3830-3850 punti. Dopo la correzione dovrebbe riprendere il rialzo - finora avevamo stimato che l'S&P500 potesse risalire sui 4300 per la fine dell'anno.
Ora affiora un problema. La correzione non sembra completa - gli oscillatori non sono ancora vicini ad un minimo e nessun indicatore é in una posizione tale da far presagire l'imminente ripresa del rialzo. Gli indicatori di sentiment (Fear&Greed Index a 54 punti, -3 punti) sono in generale neutri e non mostrano ancora pessimismo. La volatilità VIX (22.83 punti, +0.54) é tornata decisamente sopra i 20 punti ma non si é impennata come pensavamo. Di conseguenza sembra che la correzione possa durare ancora tutta la prossima settimana. Per questo ci sono varie ragioni non solo tecniche ma anche fondamentali. Gli investitori prima di prendere ulteriori iniziative aspetteranno le decisioni delle Banche Centrali attese tra mercoledì (FED) e giovedì (BCE, BoE, BNS) - sono previsti degli aumenti dei tassi di interesse di riferimento ma molti si aspettano che il ritmo nell'aumento del costo del denaro nel futuro diminuisca. Infine venerdì scadono i derivati di dicembre - si tratta di una grande scadenza trimestrale che spesso condiziona i mercati. Se fino a metà dicembre gli indici azionari rischiano di continuare a scivolare verso il basso é poco probabile che il successivo rally, considerando la pausa natalizia e le varie festività, possa far salire gli indici fino ai nostri obiettivi. Una performance di un +10% in una decina di sedute sembra al momento uno scenario poco realistico malgrado che l'analisi tecnica mandi ancora segnali in generale positivi. La tendenza di fondo della borsa americana resta al rialzo con il 61.2% dei titoli sopra la SMA a 50 giorni ed il Bullish Percent Index sul NYSE a 51.68 punti. Nelle ultime due settimane le borse avrebbero potuto correggere di più - assorbono gli eccessi con il tempo (e meno attraverso i prezzi) e si comportano relativamente bene considerando le premesse tecniche e una serie di notizie dal fronte economico poco edificanti. Specialmente i listini europei mostrano sorprendentemente forza relativa. Bisogna però prendere in considerazione un effetto - la performance degli indici da inizio anno (S&P500 - 17.45%, Eurostoxx50 -8.28%, SMI -14.04%) sono espresse nella moneta del Paese (USD, EUR, CHF). Se si considerano le differenze sui cambi (calcolando per esempio la performance per tutti gli indici in USD), le differenze si riducono notevolmente.  

Le performance settimanali degli indici azionari sono state le seguenti:
Eurostoxx50             -0.89% a 3942 punti
SX7E (banche)          -0.53% a 93.30 punti
DAX                         -1.09% a 14370 punti
SMI                          -1.16% a 11068 punti
FTSE MIB                  -1.40% a 24277 punti
S&P500                     -3.37% a 3934.38 punti
Nasdaq100                -3.59% a 11563 punti

La settimana appena trascorsa é iniziata con due sedute decisamente negative (S&P500 -1.79% e -1.44%). Questa era la logica conseguenza di una costellazione tecnica che invocava la correzione. Sopra la barriera dei 3900 punti l'S&P500 si é però stabilizzato (mercoledì -0.19%) e ha poi recuperato terreno (giovedì +0.75%). La seduta di venerdì é finita con un tonfo dell'S&P500 a 3934.38 punti (-0.73%). Il calo di quasi 30 punti nell'ultima ora di contrattazioni suggerisce la possibilità che la prossima settimana inizi con un tentativo di discesa dell'S&P500 sotto i 3900 punti. Sulla base dei commenti che leggiamo nei forum per traders ed i alti valori di CBOE Equity put/call ratio (0.95) degli ultimi giorni sembra che molti investitori sono decisamente negativi e prevedono a breve una pesante caduta. Noi sosteniamo l'ipotesi della correzione intermedia ma non vediamo a livello tecnico nessuna ragione per un crollo delle borse. Restiamo di base costruttivi per quel che riguarda i prossimi 6 mesi.
La perdita di 34 punti nella seduta di venerdì ha provocato un peggioramento dei dati tecnici (A/D a 2433 5661, NH/NL a 331 su 929, volume relativo a 0.9, Summation Index in calo) ma non sembra apparire una particolare pressione di vendita. Inoltre notiamo volatilità e nervosismo in America ma gli altri mercati borsistici che seguiamo regolarmente ignorano questa frenesia e sono tranquilli e relativamente stabili.
Il calo dei tassi d'interesse di mercato (reddito dell'USTBond decennale a 3.57% (+0.09%) - reddito del Bund decennale a 1.9345%) sta facendo una pausa - l'USD Index si é fermato a 104.90. Borse, tassi d'interesse e cambi stanno consolidando i loro movimenti in contemporanea e questo ci sembra logico e normale.

Insomma - é possibile e probabile che la prossima settimana inizi con delle ulteriori vendite. Pensiamo però che questo calo sia una normale fase di correzione all'interno di un rialzo di medio-lungo termine. Restiamo investiti in azioni e consigliamo di comperare a chi fosse sottoinvestito nel caso l'S&P500 cadesse sul nostro obiettivo massimo a 3830-3850 punti.
Notiamo la discesa del prezzo del petrolio (WTI) a 71.02 USD. Dai 130 USD al barile, prezzo raggiunto all'inizio dell'invasione russa dell'Ucraina, il greggio ha perso 60 USD ed é tornato a livello pre crisi. Ci aspettiamo un calo anche dei prezzi di gas e elettricità anche se qui il processo di adattamento é più difficile e quindi il calo necessiterà di più tempo - ridistribuire il petrolio é più facile che sostituire il gas trasportato attraverso una pipeline. Il discorso é ancora più difficile per l'elettricità che deve essere in gran parte prodotta e consumata sul momento. La conseguenza é evidente - l'inflazione nei prossimi mesi scenderà - il rischi attuale é quello di una recessione economica - speriamo che le Banche Centrali se ne rendano conto e reagiscano di conseguenza.

Commento del 3-4 dicembre

S&P500 si blocca sotto i 4100 punti - la pausa nel rialzo dovrebbe durare ancora una settimana prima del rally di fine anno

Riassunto: La tendenza di fondo dei mercati azionari é al rialzo. Una settimana fà avevamo però rilevato sugli oscillatori una situazione di eccesso a medio termine che doveva essere assorbita tramite un consolidamento ed una correzione intermedia. L'S&P500 era bloccato dalla fascia di resistenza a 4056-4100 punti. Considerando le molte posizioni speculative short pensavamo che l'S&P500 dovesse brevemente salire sopra i 4100 punti per sconvolgere i piani dei traders per poi ricadere sotto questa barriera e continuare a correggere. L'S&P500 ha toccato un massimo settimanale a 4101 punti giovedì e ha chiuso la seduta di venerdì a 4071.70 punti (-0.12%). L'eccesso di rialzo e l'ipercomperato non sono ancora stati riassorbiti - pensiamo quindi che la pausa di consolidamento in America debba proseguire ancora per parecchie sedute. Guardate ad esempio cosa sta succedendo in Europa dove l'ipercomperato (RSI di Eurostoxx50 a 73.64 e DAX a 71.69) segnalato dalla RSI sopra i 70 punti, da metà novembre ha frenato il rialzo ma non ha impedito agli indici di continuare a fare marginali progressi.
Terminata questa fase di stallo il rialzo dovrebbe proseguire in maniera dinamica - l'S&P500 potrebbe raggiungere per fine anno i 4300 punti.
Il calo dei tassi d'interesse (reddito dell'USD Treasury Bond decennale a 3.51% (-0.02%) e l'indebolimento dell'USD (USD Index a 104.44, EUR/USD a 1.0540) é ormai evidente e il movimento a breve sembra troppo esteso. Esiste quindi la possibilità che adesso avvenga un consistente rimbalzo tecnico in concomitanza con una correzione delle borse. Concretamente é possibile che il consolidamento dell'S&P500 sotto i 4100 punti diventi una correzione minore con obiettivo massimo a 3830-3850 punti. In questo caso non bisogna spaventarsi ma mantenere la rotta. Questi livelli sarebbero delle occasioni d'acquisto per chi non ha ancora abbracciato la tesi del rialzo delle borse ed é sottoinvestito.
Restiamo della ferma opinione che a medio termine (3-6 mesi) l'S&P500 debba salire su un nuovo massimo storico sui 5000 punti. L'Europa parteciperà al rialzo - ci saranno delle differenze di performance tra America ed Europa che verranno in buona parte compensate dal cambio EUR/USD. Concretamente pensiamo che l'USD Index a medio termine debba ricadere sui 94-96 punti.
Nell'immediato notiamo il forte calo della volatilità VIX (19.06 punti, -0.78) che é scesa sotto la barriera simbolica dei 20 punti. A corto termine la VIX (osservate il grafico del future) é caduta troppo in basso - il DSI (Daily Sentiment Index) é vicino ai 10 punti. È probabile che nelle prossime sedute ci sia come reazione un'impennata della VIX e un'aumento della volatilità giornaliera. In pratica nella prossima settimana ci devono essere una o due sedute decisamente negative - se lunedì ci fosse ancora un tentativo di salire a 4100 punti bisogna prendere al volo questa opportunità per un trade short di almeno 100 punti - noi pensiamo di rivedere settimana prossima i 3950 punti.

Le performance settimanali degli indici azionari sono state le seguenti:
Eurostoxx50             +0.39% a 3977 punti
SX7E (banche)          -1.60% a 93.80 punti
DAX                         -0.08% a 14529 punti
SMI                          +0.27% a 11198 punti
FTSE MIB                  -0.39% a 24621 punti
S&P500                     +1.13% a 4071.70 punti
Nasdaq100                +2.02% a 11994 punti

È stata una settimana volatile il cui risultato finale é stato determinato dal rally di mercoledì (S&P500 +3.09%, Nasdaq100 +4.58%). Jerome Powell ha annunciato di voler ridurre il ritmo di aumento dei tassi d'interesse - gli investitori hanno interpretato questa affermazione come l'atteso cambiamento nella politica monetaria della FED e hanno comperato azioni spedendo l'S&P500 marginalmente sopra i 4100 punti. Resistenze e ipercomperato hanno però nuovamente bloccato il rialzo. La correzione iniziata lunedì (S&P500 -1.54%) e proseguita martedì (-0.16%) é continuata giovedì (-0.09%) e venerdì. Venerdì l'S&P500 ha aperto a 4032 punti, é secso sul minimo giornaliero a 4026 punti ed é risalito a metà seduta a 4062 punti. Dopo un movimento laterale di ore l'indice si é impennato fino ai 4080 punti e ha chiuso a 4071.70 punti (-0.12%). I buoni dati sul mercato del lavoro comunicati alle 14.30 hanno fatto inizialmente sperare in un'economia meno debole di quanto si pensava. Questi dati riguardano però il passato e sono stati presto accantonati da una borsa che guarda al futuro. Notiamo che per ora gli indici non scendono malgrado dati economici apparentemente ostili e buone premesse tecniche per una correzione intermedia. Questo é un segnale di forza.
La seduta al NYSE é stata positiva con A/D a 4376 su 3671, NH/NL a 739 su 289 e volume relativo a 0.9. Il Fear&Greed Index é sceso a 63 punti (-6). I Summation Index salgono - la tendenza di fondo é al rialzo (73.9% dei titoli sopra la SMA a 50 giorni, Bullish Percent Index sul NYSE a 58.15.
Riassumendo ora ci sono le premesse per una correzione intermedia all'interno di una solida fase di rialzo. La correzione potrebbe durare fino a 10 giorni e far scendere al massimo l'S&P500 a 3830-3850 punti. La correzione potrebbe però anche solo essere una semplice pausa di consolidamento tra i 3900 ed i 4000 punti. In seguito ci aspettiamo una rally fino alla fine dell'anno - l'S&P500 potrebbe sullo slancio raggiungere i 4300 punti.
La correlazione tra borsa, tassi d'interesse e USD é sempre più forte ed evidente. La borsa sale quando i tassi d'interesse di mercato scendono e l'USD si indebolisce. Succederà il contrario se la borsa correggerà.

Commento del 26-27 novembre

Oscillatori di medio termine vicini ad un massimo intermedio - difficile per ora superare i 4056-4100 punti di S&P500

Riassunto: Nella settimana appena trascorsa le borse hanno ancora guadagnato terreno. Noi speravamo che l'S&P500 (-0.03% a 4026.12 punti) potesse salire fino ai 4100 punti. Eravamo però coscienti del fatto che con solo 4 sedute a disposizione l'obiettivo era ambizioso. Giovedì 24 novembre in America si é festeggiata la Festa del Ringraziamento (Thanksgiving) e i mercati finanziari sono rimasti chiusi. Già mercoledì in serata l'attività é diminuita e venerdì (volume relativo a 0.4!) solo pochi operatori erano presenti sul mercato e le borse erano letargiche (range giornaliero dell'S&P500 di soli 14 punti!).
Ora é importante ricordarsi quale scenario macroeconomico si sta delineando e qual'é la tendenza di fondo delle borse.
L'inflazione ha probabilmente toccato i massimi tra ottobre e novembre e ora sta diminuendo. L'inflazione é stata provocata da un'interruzione e un malfunzionamento delle catene di approvvigionamento mondiali causate in origine dal Covid. Dopo anni di stabilità dei prezzi molte aziende hanno approfittato della situazione per imporre un aumento dei prezzi ai consumi - in parte questi aumenti sono ingiustificati. La guerra in Ucraina ha fatto esplodere i prezzi dell'energia (petrolio, gas, elettricità). L'incremento dei prezzi era in parte dovuto alla speculazione e da aspetti tecnici - conosciamo bene questo effetto sulle borse e li chiamiamo short covering o "paura di restare fuori" o semplicemente "segui il trend e il momentum". Ora i prezzi dell'energia stanno diminuendo - il prezzo del petrolio aveva toccato un massimo all'inizio dell'invasione russa sui 130 USD al barile (WTI) - ora il prezzo é sceso a 76.26 USD (!). Anche il prezzo del gas e dell'elettricità sono in calo non tanto per le misure adottate dai governi ma piuttosto per un semplice effetto di domanda ed offerta. L'offerta non é diventata così scarsa come molti temevano mentre la domanda é in calo a causa del rallentamento economico e dal contenimento dei consumi. Tutto questo ha un effetto sui tassi d'interesse. Il reddito dell'US Treasury Bond decennale era salito a metà ottobre a 4.25% - ora é sceso a 3.68% (-0.03%). Contemporaneamente gli indici azionari hanno toccato il minimo annuale, hanno cambiato direzione e ora la tendenza dominante é al rialzo (il 68.9% dei titoli USD sono sopra la SMA a 50 giorni, il Bullish Percent Index sul NYSE é a 56.07 punti). Il rialzo é destinato a continuare anche perché si é creato quel circolo virtuoso che prevedavamo da mesi. L'inflazione é in scacco, i tassi d'interesse di mercato scendono e l'USD si sta indebolendo (USD Index a 105.94, cambio EUR/USD a 1.04). Ora manca solamente che le Banche Centrali adattino la loro politica monetaria a queste nuove condizioni. Devono smettere di combattere l'inflazione (che in questo caso non é una conseguenza diretta della politica monetaria) aumentando ancora il costo del denaro ma devono piuttosto preoccuparsi di sostenere l'economia che deve affrontare un rallentamento economico che si rivelerà probabilmente una recessione. Quando la FED si unirà ai segnali che già stanno inviando i mercati obbligazionari, il rialzo delle borse subirà un'accelerazione.
Ora le borse si trovano in una situazione tecnica contraddittoria. C'é specialmente in Europa un eccesso di rialzo a corto termine (RSI sull'Eurostoxx50 a 76.94) e anche a medio termine gli oscillatori segnalano la vicinanza di un massimo significativo. Tutti vedono sui grafici le resistenze che si trovano tra i 4056 punti (MM a 200 giorni) e i 4100 punti (linea di trend discendente e resistenza statica) di S&P500. Sembrerebbe quindi logico che dei mercati ipercomperati e in eccesso di rialzo a corto e medio termine debbano fare una pausa e correggere a contatto con delle resistenze. D'altra parte a livello di sentiment questo é quello che si aspetta la maggioranza degli operatori. La volatilità VIX é molto bassa (20.56, +0.08) con un DSI che si avvicina a 10 punti. Da giorni osserviamo dei valori alti di (equity) put/call ratio (insolita speculazione al ribasso). Molti traders annunciano sui social media di avere riaperto posizioni short in previsione di una spinta di ribasso o addirittura di una ripresa del Bear Market. Raramente però le borse fanno quello che sembra ovvio e tutti si aspettano.
Noi pensiamo quindi che non ci sarà un'importante correzione. A breve l'S&P500 dovrebbe o potrebbe salire sopra i 4100 punti per sconvolgere i piani dei molti speculatori short - poi potrebbe correggere ma in questo caso ci aspettiamo solo un calo modesto prima della ripresa del rialzo.
Insomma - le borse sono corse troppo in troppo poco tempo (l'Eurostoxx50 é salito dai 3250 punti di fine settembre - ottobre agli attuali 3962 punti!) - lo stesso vale per i tassi d'interesse di mercato e per l'USD. Ci vuole ora una breve fase di digestione prima del rally di fine anno. Restiamo investiti in azioni e in obbligazioni di lungo termine - assicuriamo l'USD contro l'EUR.
L'Europa segue l'America.

Le performance settimanali degli indici azionari sono state le seguenti:
Eurostoxx50             +0.96% a 3962 punti
SX7E (banche)          +1.87% a 95.33 punti
DAX                         +0.76% a 14541 punti
SMI                          +1.11% a 11168 punti
FTSE MIB                  +0.18% a 24718 punti
S&P500                     +1.53% a 4026.12 punti
Nasdaq100                +0.67% a 11756 punti

C'é poco da dire sulla seduta di venerdì. Durante il Black Friday tutti erano occupati a fare gli acquisti di Natale a prezzi scontati e in borsa é successo poco o nulla. L'S&P500 si é mosso tra i 4020 ed i 4034 punti e ha chiuso praticamente invariato a 4026.12 punti (-0.03%). A livello tecnico é stata una seduta insignificante. I Summation Index continuano a salire. Il Fear&Greed Index é a 64 punti - mostra ottimismo ma ancora nessuna euforia - c'é spazio verso l'alto.
Per ora la partecipazione al rialzo é mediocre - il rapporto NH/NL non migliora come dovrebbe - speriamo che questa divergenza negativa sparisca nelle prossime settimane. C'é bisogna che la tecnologia (Bullish Percent Index sul Nasdaq a 41.36) ritrovi almeno parte del suo antico splendore per permettere agli indici nei prossimi mesi di raggiungere dei nuovi massimi storici. L'attuale forza di settori tradizionali (Dow Jones - industria), difensivi (consumi discrezionali - farmaceutica) e della finanza non basta.

Commento del 19-20 novembre

Pausa di consolidamento prima della prossima spinta di rialzo in direzione dei 4100 punti di S&P500

Riassunto: Una settimana fà le borse erano reduci da un possente rally - gli indici azionari specialmente in America erano a corto termine in eccesso di rialzo. Noi avevamo previsto una pausa di consolidamento con una discesa dell'S&P500 a 3920 punti. Il minimo settimanale si é verificato giovedì in pre borsa a 3904 punti - l'S&P500 ha terminato la settimana a 3965.34 punti (+0.48%). Dopo questa pausa il rialzo dovrebbe riprendere e culminare su un massimo ciclico di medio termine sui 4100 punti in concomitanza con la Festa del Ringraziamento (Thanksgiving) di giovedì 24 novembre. Poiché il consolidamento sta durando un paio di giorni in più del necessario sembra che il top intermedio verrà raggiunto solo dopo il prossimo fine settimana vale a dire verso la fine di novembre.
Da un punto di vista tecnico la situazione si sta sviluppando in maniera positiva - la partecipazione al movimento é soddisfacente anche se il rapposto NH/NL non sta migliorando come abbiamo sperato. I Summation Index però continuano a salire (significa che la maggior parte delle azioni sta guadagnando terreno) e la tendenza di fondo secondo i nostri indicatori di base (66.1% dei titoli americani sono sopra la SMA a 50 giorni, il Bullish Percent Index sul NYSE é a 55.12) é al rialzo. Osserviamo un consolidamento anche a livello di tassi d'interesse (reddito dell'US Treasury Bond decennale a 3.82% (+0.05%) e di valute (USD Index a 106.86 / cambio EUR/USD a 1.0325). Da questi due mercati arrivano quindi delle conferme che il nostro scenario rialzista per i prossimi mesi é corretto.
A livello di sentiment c'é ancora molto scetticismo. Tra i traders prevale l'opinione che si sta unicamente verificando un rally in controtendenza all'interno di un bear market. Molti stanno tentando di indovinare dove questo rally terminerà e  quando l'S&P500 ricomincerà a scendere verso un nuovo minimo annuale. Abbiamo l'impressione che ci sono ancora molte posizioni speculative short e che molti investitori hanno ancora troppe poche azioni in portafoglio rispetto ai profili d'investimento e ai benchmark. Tutti questi sono fattori che nelle prossime settimane dovrebbero alimentare il rialzo. Per assurdo la recessione economica che si profila all'orizzonte dovrebbe avere un influsso benefico sui mercati azionari poiché dovrebbe provocare un calo dell'inflazione e dei tassi d'interesse di mercato legando le mani alle Banche Centrali.
Abbiamo preso nota del buon comportamento questa settimana delle borse europee dovuto in parte al lieve apprezzamento dell'USD. In questo senso la nostra opinione non cambia - anche le borse europee parteciperanno al rialzo. Ci saranno dei brevi periodi di sovraperformance o sottoperformance - il cambio EUR/USD servirà da elemento di compensazione. Il problema dell'approvvigionamento energetico ha una maggiore importanza per l'Europa. Anche in Europa bisogna però essere investiti in azioni.
L'aspetto ciclico e stagionale é positivo e sostiene il rialzo delle borse fino alla prima decade di gennaio 2023 - di conseguenza pensiamo che la prossima correzione a medio termine, che dovrebbe iniziare verso la fine del mese e dai 4100 punti di S&P500, non dovrebbe fare danni significativi.

Le performance settimanali degli indici azionari sono state le seguenti:
Eurostoxx50             +1.46% a 3924 punti
SX7E (banche)          +2.68% a 93.58 punti
DAX                         +1.46% a 14431 punti
SMI                          -0.73% a 11045 punti
FTSE MIB                  +0.90% a 24675 punti
S&P500                     -0.69% a 3965.34 punti
Nasdaq100                -1.18% a 11677 punti

Nella settimana appena trascorsa é tornata la calma sui mercati finanziari. L'S&P500 ha avuto per saldo movimenti giornalieri inferiori all'1% (-0.89% / +0.87% / -0.83% / -0.31% / +0.48%). L'impressione é che gli investitori avessero bisogno di fare una pausa e riordinare le idee dopo il possente rally della settimana precedente. Poiché la tendenza di fondo é al rialzo noi partiamo dal principio che questa pausa é di consolidamentoe non di distribuzione. Notiamo che gli indici non scendono malgrado RSI alte - in Europa gli RSI sono decisamente sopra i 70 punti, livello che abitualmente segnala ipercomperato (DAX a 77.22, Eurostoxx50 a 76.42). Un indice che non scende malgrado questi eccessi mostra che il rialzo é robusto. Abbiamo a che fare con mercati strutturalmente forti.
Sulla seduta di venerdì c'é poco da dire - l'S&P500 si é mosso a caso tra i 3936 ed i 3974 punti e ha chiuso nella parte superiore del range a 3965.34 punti (+0.48%) con un modesto guadagno di 18 punti. La seduta al NYSE é stata positiva con A/D a 4701 su 3402, NH/NL a 533 su 351 e volume realtivo a 0.9. La volatilità VIX é scesa a 23.12 punti (-0.81), il CBOE Equity put/call ratio era a 061 mentre il Fear&Greed Index é a 62 punti (-1). Non abbiamo nessun indicatore tecnico in posizione estrema e quindi non abbiamo segnali particolari per permetterci di prevedere cosa potrebbe succedere nei prossimi giorni - é un momento in cui gli indicatori si prestano a qualsiasi tipo di interpretazione e in rete si sommano le più svariate previsioni. Noi restiamo dell'opinione che la variante più probabile é una continuazione della tendenza dominante e quindi siamo convinti che il rialzo debba riprendere - riteniamo possibile che l'S&P500 salga nelle prossime 4 sedute (giovedì la borsa americana é chiusa e venerdì la maggior parte degli operatori saranno assenti) a 4100 punti (+3.4%). L'effetto stagionale gioca in nostro favore.
Vi ricordiamo che i tassi d'interesse e l'USD devono muoversi in correlazione con il rialzo delle borse. Significa che i tassi d'interesse di mercato devono scendere e l'USD deve indebolirsi - non é però necessario che questo succeda tutti i giorni - é la tendenza che conta.

Commento del 12-13 novembre (redatto il 14.11)

Trend rialzista confermato

Da giovedì e domenica sono stato a Francoforte. Purtroppo il viaggio di rientro é stato un disastro. Le ferrovie tedesche (DB - Deutsche Bahn) sono nel caos. Da Francoforte la metà dei treni erano notevolmente in ritardo e ci sono state parecchie annullazioni per guasti tecnici. Il mio treno in direzione Zurigo delle 18.06 é stato cancellato dopo che ho aspettato per circa 50 minuti la partenza che veniva costantemente annunciata come imminente. I viaggiatori si sono spostati su altri treni che erano poi affollati e non riuscivano a partire poiché le porte non si chiudevano. Senza dilungarmi eccessivamente, tra ritardi, cambi di percorso e un taxi per coprire una tratta dove ormai non circolava più nessun mezzo di trasporto pubblico sono arrivato a casa alle 2 del mattino.
DB - mai più! Forse viaggiare in auto o in aereo non é ecologico ma in certi casi é meglio e meno caro.

Oggi mi limito ad un breve commento.

Giovedì 10 novembre sono stati pubblicati in America gli ultimi dati dell'inflazione. Finalmente l'indice dei prezzi ai consumi é risultato inferiore alle stime degli analisti e l'inflazione su base annua é in calo. Le nostre previsioni macroeconomiche si stanno rivelando corrette. Infine i mercati finanziari reagiscono come ci eravamo aspettati. Gli indici azionari salgono, i tassi d'interesse di mercato scendono (il reddito del'USTBond decennale é caduto a 3.82%) e l'USD si é decisamente indebolito (USD Index a 106.16). La borsa americana ha avuto un rally storico con guadagni giornalieri tra il +5.5% per l'S&P500 ed il +7.5% per il Nasdaq100. Il rialzo sullo slancio é proseguito venerdì (S&P500 +0.92% a 3992.93 punti, performance settimanale +5.89% / Nasdaq100 +1.82% a 11817 punti, performance settimanale +8.84%).
Ora il trend rialzista che dovrebbe far salire l'S&P500 nei prossimi 6 mesi su un nuovo massimo storico é lanciato e confermato - la tendenza di fondo é al rialzo con il Bullish Percent Index sul NYSE a 56.17 e il 67.8% dei titoli sopra la SMA a 50 giorni.
A corto termine il rally é stato troppo intenso e il movimento sembra troppo esteso ed eccessivo. All'inizio di questa settimana dovrebbe esserci un consolidamento. Ci aspettiamo una discesa dell'S&P500 sui 3920 punti in due o tre sedute. Poi però il rialzo dovrebbe continuare e la prossima seria resistenza si trova solo a 4100 punti. Pensiamo che questo obiettivo intermedio debba essere raggiunto nelle prossime due settimane (secondo gli oscillatori la borsa americana sarà ipercomperata intorno al 22-25 novembre) e solo a quel punto dovrebbe esserci una prima consistente correzione intermedia.
La nostra politica d'investimento non cambia - long azioni, long bonds (e short tassi d'interesse) e short USD.
Avrete notato che si sta verificando una evidente rotazione tra settori. Nelle ultime sedute i titoli della tecnologia hanno sovraperformato a scapito dei titoli difensivi come alimentari o farmaceutica. Gli investitori si buttano sulle azioni di quelle società che più avevano sofferto durante il ribasso. Questo effetto dovrebbe durare qualche settimana - in seguito però il rialzo dovrebbe coinvolgere tutto il listino.
Le borse europee (Eurostoxx50 +0.57% a 3868 punti, performance settimanale +4.88%) seguono la borsa americana al rialzo. Attenzione però che probabilmente ci sarà una differenza causata dall'aumento di valore dell'EUR rispetto all'USD (1.0360). In termini nominali la borsa americana dovrebbe avere una performance migliore ma la differenza rispetto all'Europa dovrebbe essere compensata dall'indebolimento dell'USD. Per questa ragione siamo short USD e annulliamo il rischio cambio sulle nostre posizioni azionarie americane.

Commento del 5-6 novembre

La borsa americana corregge più del previsto - il quadro tecnico resta in generale costruttivo

Riassunto: Una settimana fà l'S&P500 aveva raggiunto i 3900 punti e noi ci aspettavamo una pausa di consolidamento rispettivamente una correzione minore. Questo, nelle nostre intenzioni, doveva corrispondere ad un calo fino a circa 3800 punti in due o tre sedute. Invece l'S&P500 ha avuto una correzione profonda ed é caduto giovedì fino a 3696 punti. I 3700 punti sono stati testati più volte prima che il mercato trovasse la forza di riprendersi e l'S&P500 ha terminato la settimana a 3770.55 punti (+1.36%). È stata una settimana strana contraddistinta da forti movimenti nelle due direzioni, anche durante le singole sedute, ed un netto calo della volatilità (VIX a 24.44, -0.75). I big della tecnologia sono ancora in forte calo ma la loro debolezza é stata nuovamente compensata da altri settori. Un'altro aspetto insolito e sorprendente é stata la buona performance delle borse europee che sono salite nonostante i segnali negativi provenienti da Wall Street. Malgrado un incremento dei tassi d'interesse di mercato (reddito dell'USTBond decennale a 4.17%, +0.03%) l'USD ha avuto venerdì un tracollo perdendo quasi il 2% del suo valore (USD Index a 110.67, -1.92%). Insomma - ci sono stati molti movimenti che non rispettano la logica e le abituali correlazioni tra borse, tassi d'interesse e cambi sulle divise. L'impressione é che c'é un aspro combattimento tra chi punta su uno scenario inflazionistico e chi invece favorisce uno scenario recessivo. Noi favoriamo ancora la nostra variate rialzista malgrado che in questa settimana non ci siano stati ulteriori segnali tecnici in nostro favore. La tendenza di fondo della borsa americana resta formalmente ribassista (45.3% dei titoli sopra la SMA a 50 giorni, BullishPercent Index sul NYSE a 46.57 punti) ma i dati sono praticamente uguali a quelli di una settimana fà nonostante la perdita settimanale degli indici azionari. I Summation Index stanno ancora salendo.
Malgrado che i dati sul mercato del lavoro americano pubblicati venerdì fossero decisamente meglio delle stime degli analisti, la borsa ha reagito positivamente a questo segnale inflazionistico - l'S&P500 ha difeso in maniera convincente il supporto a 3700 punti. Ora però la borsa americana, dopo questa correzione intermedia, deve ripartire al rialzo ed essere in grado di superare di slancio e con un miglioramento degli indicatori tecnici la barriera sui 3900 punti di S&P500. Se non riesce a salire adesso rischia di restare impastoiato ancora per settimane intorno ai 3800 punti. Un USD debole dovrebbe essere d'aiuto.

Le performance settimanali degli indici azionari sono state le seguenti:
Eurostoxx50             +2.08% a 3688 punti
SX7E (banche)          +4.10% a 91.04 punti
DAX                         +1.63% a 13459 punti
SMI                          +0.14% a 10787 punti
FTSE MIB                  +3.34% a 23282 punti
S&P500                     -3.35% a 3770.55 punti
Nasdaq100                -5.96% a 10857 punti

Dopo 4 sedute negative molti si aspettavano venerdì un crollo in direzione dei 3630 punti di S&P500. Invece l'S&P500 ha aperto a 3774 punti, é sceso inizialmente a 3734 punti ed é salito sorprendentemente fino alle 15.40 quanto ha toccato il massimo giornaliero a 3796 punti. Finalmente i ribassisti pensavano di avere partita vinta quando l'S&P500 é precipitato a 3710 punti. Dopo un rimbalzo c'é stato un nuovo tentativo di ribasso con un minimo giornaliero a 3708 punti. A questo punto i traders short hanno gettato la spugna e l'S&P500 é salito fino alla chiusura a 3770.55 punti (+1.36%). In questa giornata é sicuro che molti traders inesperti hanno perso i nervi e sono stati obbligati a chiudere posizioni, sopratutto al ribasso, in perdita.
La seduta é stata positiva con A/D a 5714 su 2420, NH/NL a 752 su 701 e volume relativo a 1.2. La tecnologia é ipervenduta e la reazione di venerdì del Nasdaq100 (+1.56% a 10857 punti) sembra solo l'inizio di un ampio rimbalzo.
Non abbiamo idee precisa su cosa potrebbe succedere settimana prossima. I segnali tecnici sono misti e contrastanti. È però evidente che per sostenere il nostro scenario rialzista la borsa americana deve ricominciare a salire. Le borse europee dovrebbero seguire - la forza relativa mostrata settimana scorsa é un segnale incoraggiante che non ci eravamo aspettati.
Sarà molto importante osservare la reazione dei mercati ai dati sull'inflazione in America previsti giovedì alle 14.30. Un mercato forte e rialzista deve essere in grado di reagire positivamente anche in caso di dati negativi per i prezzi delle azioni - come é successo venerdì 4 novembre dopo che i dati sul mercato del lavoro americano.

Commento del 29-30 ottobre

Due settimane di forte rialzo e nessuno capisce le ragioni - borsa americana forte malgrado il crollo di molti big della tecnologia

Riassunto: Due settimane fà avevamo dichiarato che il minimo del 13 ottobre a 3491 punti di S&P500 doveva essere definitivo. In seguito ci aspettavamo una sostenibile e sostanziale fase di rialzo che doveva fare salire l'indice americano in 3-6 mesi fino ad un nuovo massimo storico a circa 5000 punti. Una settimana fà gli indicatori tecnici segnalavano che questo rialzo era iniziato - non stava avvenendo un altro rimbalzo tecnico all'interno del bear market ma si era verificata l'attesa inversione di tendenza.
Nella settimana appena trascorsa gli indici azionari hanno ancora guadagnato terreno malgrado che molti big della tecnologia (Google, Microsoft, Amazon, e soprattutto Facebook/Meta) abbiano presentato risultati trimestrali inferiore alle stime degli analisti con conseguenti pesanti perdite del corso delle azioni. Il mercato azionario americano però adesso si é emancipato, é strutturalmente solido ed in grado di compensare la debolezza di questi colossi tecnologici. Venerdì il mercato é stato aiutato da Apple (+7.56%) - la società ha pubblicato utili sorprendentemente buoni e il mercato, che si aspettava un'altra delusione, ha reagito con un rally.  Al momento però sono altri settori tradizionali (Dow Jones performance settimanale +5.72% !) come industria, consumi di base o finanza a sostenere e alimentare il rialzo.  
Abbiamo finalmente notato un calo dei tassi d'interesse di mercato (reddito dell'US Treasury Bond decennale a 4.02% contro il 4.21% di una settimana fà). Come avevamo giustamente valutato venerdì 21 ottobre i mercati obbligazionari hanno toccato un minimo significativo. Ora il prezzo delle obbligazioni deve lentamente salire mentre i tassi d'interesse di mercato scendono. Questo é quello che ci aspettavamo da settimane e dovrebbe dare un'ulteriore spinta al rialzo delle borse. Lentamente il rallentamento economico e il rischio di recessione si rispecchiano sui tassi d'interesse che dovrebbero scendere malgrado che le Banche Centrali stanno ancora combattendo l'inflazione ed alzando i tassi d'interesse di riferimento.
Il rialzo non sarà lineare ma ci saranno come d'abitudine delle correzioni intermedie. In due settimane l'S&P500 é passato dal minimo a 3491 punti ai 3901.06 punti (+2.46%) di venerdì. L'indice ha guadagnato circa 400 punti o +11% in 11 sedute. A corto termine gli oscillatori segnalano una situazione di ipercomperato e in certi indicatori di sentiment appare della speculazione al rialzo. L'umore degli investitori sta rapidamente cambiando (Fear&Greed Index a 61 punti (+4)). Di conseguenza é probabile che sui 3900 punti il rialzo debba fare una pausa. La tendenza é però forte e quindi eventuali ritracciamenti dovrebbero essere modesti e devono essere considerati delle occasioni d'acquisto. La prossima forte resistenza é solo sui 4100 punti di S&P500.
Mercoledì 2 novembre si riunisce la FED americana e dovrebbe annunciare un ulteriore aumento dei tassi d'interesse di riferimento del +0.75. Crediamo che prima di questo appuntamento gli investitori saranno prudenti e quindi l'ipercomperato di corto termine dovrebbe provocare all'inizio di settimana prossima una correzione minore.
A livello fondamentale sembra che il problema inflazione sia più acuto in Europa. Di conseguenza temiamo che il rialzo delle borse in Europa possa subire un certo ritardo. Le borse europee seguiranno l'America ma forse al momento é meglio puntare su altri mercati azionari - in Europa favoriamo la Gran Bretagna dove azioni e Sterlina Inglese sembrano decisamente sottovalutati. Siamo coscienti dei problemi politici ma crediamo che il nuovo Primo Ministro Sunak sarà in grado di fare un lavoro migliore di Liz Truss e ridare fiducia ai mercati.
In generale molti investitori sono ancora pessimisti per quel che riguarda le prospettive economiche e gli utili delle imprese. C'é ancora un folto gruppo di analisti ed operatori che ritengono che il bear market debba riapparire nelle prossime settimane e far crollare le borse su nuovi minimi. Molti investitori, privati ed istituzionali, posseggono troppe poche azioni rispetto a posizioni neutre o rispetto ai Benchmark. Più il mercato sale e più questi investitori saranno obbligati a saltare sul treno in corsa - il rialzo nei prossimi mesi avrà tendenza ad autoalimentarsi ed accelerare. Sconsigliamo caldamente qualsiasi operazione al ribasso. Formalmente la tendenza di base in America é ancora al ribasso (46.7% dei titoli sopra la SMA a 50 giorni, Bullich Percent Index sul NYSE a 47.99) ma come notate gli indicatori sono nettamente migliorati e probabilmente settimana prossima, anche se si verificasse una correzione minore, passerano la barriera di 50 dando un segnale d'acquisto. Questi indicatori di base reagiscono lentamente ai cambiamenti e ci mettono un pò di tempo prima di confermare l'inversione di tendenza. Forse molti di voi avranno notato che quasi tutti gli indici sono tornati sopra la MM a 50 giorni - l'unica eccezione é il Nasdaq100. Chi vuole comperare tecnologia (lo consigliamo) deve favorire il Nasdaq Composite al Nasdaq100. Il periodo di dominanza degli AGMAF+ é terminato. 

Le performance settimanali degli indici azionari sono state le seguenti:
Eurostoxx50             +3.92% a 3613 punti
SX7E (banche)          +2.84% a 87.45 punti
DAX                         +4.03% a 13243 punti
SMI                          +3.40% a 10772 punti
FTSE MIB                  +4.46% a 22529 punti
S&P500                     +3.95% a 3901.06 punti
Nasdaq100                +3.17% a 11546 punti

Venerdì a Wall Street c'erano i presupposti per una seduta negativa. Le cifre trimestrali di Amazon (-6.80%) aveva deluso gli investitori e i risultati di Apple a prima vista non sembravano entusiasmanti. L'S&P500 ha aperto praticamente invariato a 3808 punti. I compratori si sono però buttati su Apple (+7.56%), altri titoli tecnologici che nei giorni prima sono stati massacrati sono stati comperati (Microsoft +4.02%, Google +4.30%) e i piani di ristrutturazione di Intel (+10.66%) hanno aiutato il settore dei semiconduttori. La borsa americana é partita al rialzo e si é fermata solo alla chiusura sui massimi giornalieri - l'S&P500 ha toccato i 3905 punti e ha chiuso a 3901.06 punti (+2.46%). La seduta al NYSE é stata molto buona con A/D a 5986 su 2144, NH/NL a 1352 su 267 e volume relativo a 1.1. Tutto il listino ha partecipato al movimento (DJT +1.54%, Nasdaq100 +3.17%, RUT +2.25%). L'umore degli investitori sta (troppo?) velocemente migliorando - la volatilità VIX é scesa a 25.75 punti (-1.64) mentre il CBOE Equity put/call ratio (0.66) é da giorni piuttosto basso. I Summation Index salgono. Insomma - il rialzo é lanciato e sembra godere di buona salute con partecipazione in aumento. A corto termine il rally sembra essere stato troppo intenso e istintivamente preferiremmo che ora ci sia una pausa di consolidamento sui 3900 punti prima della prossima spinta in direzione 4100 punti.
Siamo convinti long - siamo investiti in azioni e in obbligazioni di Stato americane a lungo termine. Siamo long EUR contro USD.

Commento del 22-23 ottobre

Rialzo dei mercati azionari malgrado che i tassi d'interesse continuano a salire - segnali tecnici molto costruttivi

Riassunto: La settimana é andata meglio del previsto e ha avuto una caratteristica sorprendente. I mercati azionari sono partiti al rialzo malgrado che i tassi d'interesse di mercato continuino a salire - il reddito dell'US Treasury Bond decennale ha raggiunto il 4.24%.
Noi pensavamo che l'S&P500 (+2.37% a 3752.75 punti) dovesse fare base sui 3600 punti prima di poter cominciare a salire insieme al mercato obbligazionario. Invece gli indici azionari sono partiti al rialzo in solitaria - solo le divise hanno mantenuto l'abituale correlazione (il cambio EUR/USD é salito a 0.9860 mentre USD Index é scivolato a 111.82). Non c'é nessuna ragione concreta per giustificare il movimento di rialzo delle borse che ha sorpreso molti traders e molti investitori convinti che il bear market dovesse continuare. Noi una settimana fà avevamo dichiarato che le borse avevano raggiunto un minimo significativo ed erano pronte per un'inversione di tendenza. C'erano però solo dei buoni presupposti per un solido minimo ma ancora nessun segnale tecnico come premessa per una spinta di rialzo. Molti pensano ora che si stia verificando un rally da ipervenduto e da eccesso di ribasso - sono convinti che questa spinta si debba esaurire velocemente e che in seguito le borse debbano nuovamente crollare. Noi invece siamo dell'opinione che sia iniziata l'attesa fase di rialzo che deve catapultare nei prossimi 3-6 mesi l'S&P500 verso un nuovo massimo storico intorno ai 5000 punti. Da settimane i prezzi dell'energia stanno calando e presto o tardi questo si rifletterà nei dati riguardanti l'inflazione. L'economia mondiale sta rallentando e in molti Paesi occidentali si delinea una recessione. È probabile che nei prossimi mesi le Banche Centrali smettano di combattere l'inflazione alzando i tassi d'interesse e si concentrino invece sui problemi congiunturali e dei mercati finanziari. Ad un certo punto il costo del denaro ricomincerà a scendere e si lanceranno dei nuovi programmi di Quantitative Easing. Gli investitori anticiperanno questa manovra delle Banche Centrali - i tassi d'interesse di mercato scenderanno e i mercati azionari saliranno prima che i dati confermino il calo dell'inflazione e il probabile cambiamento di politica monetaria da parte delle Banche Centrali. Noi pensiamo che questo movimento sia imminente e che probabilmente il rialzo delle borse sia già iniziato. La conferma deve arrivare a breve dai mercati obbligazionari.
C'é assolutamente bisogno che i tassi d'interesse di mercato, specialmente sull'USD, comincino adesso a scendere per alimentare il rialzo delle borse. Venerdì i prezzi delle obbligazioni sembrano aver toccato un minimo significativo e sulle obbligazioni fino a 10 anni sembra che si sia verificata un'inversione di tendenza. In pratica i mercati obbligazionari sembrano avere una settimana di ritardo rispetto ai mercati azionari - sono ipervenduti e in eccesso di ribasso - il DSI giovedì era sotto i 10 punti.
Insomma - settimana prossima le borse devono continuare a salire ma questa volta il movimento deve essere confermato e sostenuto da un calo dei tassi d'interesse di mercato. In caso contrario abbiamo una persistente divergenza negativa che dovrebbe provocare una ricaduta dei mercati azionari.
La tendenza di fondo della borsa americana resta formalmente al ribasso con il 24.1% dei titoli sopra la SMA a 50 giorni ed il Bullish Percent Index sul NYSE a 31.57. I dati stanno però decisamente migliorando e i Summation Index stanno salendo. La tecnologia mostra forza relativa e questo effetto é indispensabile per un solido rialzo dei mercati azionari. Gli investitori sembrano nuovamente disposti a prendere dei rischi.

Le performance settimanali degli indici azionari sono state le seguenti:
Eurostoxx50             +2.81% a 3476 punti
SX7E (banche)          +4.54% a 85.03 punti
DAX                         +2.36% a 12730 punti
SMI                          +0.86% a 10418 punti
FTSE MIB                  +3.04% a 21567 punti
S&P500                     +4.74% a 3752.75 punti
Nasdaq100                +5.78% a 11310 punti

La settimana é iniziata con il botto - lunedì l'S&P500 ha guadagnato il +2.65%. Chi a breve speculava su un crash é stato obbligato a coprire le posizioni short e questo ha amplificato il movimento di rialzo che é continuato martedì (+1.14%). Mercoledì (-0.67%) e giovedì (-0.80%) c'é stato un ritracciamento e un consolidamento. Proprio quando i ribassisti pensavano di aver ripreso il controllo delle operazionio ed essere in grado di schiacciare l'S&P500 a 3600 punti c'é stata un'altra inattesa e robusta spinta di rialzo. Venerdì l'S&P500 ha aperto in calo a 3659 punti, é sceso sul minimo giornaliero a 3652 punti ed si é poi impennato a 3712 punti. Un'intervento della Bank of Japan a sostegno dello YEN ha indebolito l'USD e sostenuto i mercati azionari. L'effetto é sembrato subito scemare quando l'S&P500 verso le 17.00 é tornato a 3673 punti. Da qui però l'indice é solo salito, ha toccato il massimo settimanale a 3757 punti e ha chiuso a 3752.75 punti (+2.37%). La seduta é stata decisamente positiva con A/D a 6211 su 1951, NH/NL a 339 su 633 e volume relativo a 1.2 (!). La volatilità VIX resta alta a 29.69 punti (-0.29), il CBOE Equity put/call ratio era basso a 0.58 e il Fear&Greed Index é salito a 45 punti (+5). Il rialzo ha coinvolto tutti i settori (DJT +2.12%, Nasdaq100 +2.39%, RUT +2.22%).
Settimana prossima giovedì la BCE e venerdì la BoJ si riuniscono per discutere la politica monetaria e fissare i tassi d'interesse di riferimento. Qualsiasi dichiarazione a sostegno della nostra tesi dovrebbe avere effetti positivi sui mercati azionari.
Settimana scorsa le borse sono salite malgrado il vento contrario che spirava dai mercati obbligazionari. Immaginatevi cosa potrebbe succedere se i tassi d'interesse di mercato cominciassero a scendere. Noi abbiamo completato le nostre posizioni long in azioni con un investimento in obbligazioni di Stato americane a lungo termine (scadenza 20 anni - reddito 4.54%).
C'é un'evidente resistenza a 3800 punti di S&P500 - a questa barriera si aggrappano i traders short. Se l'S&P500 riesce a passare questa resistenza ci aspettiamo un'accelerazione provocata dalla copertura di posizioni short e dai portfolio managers che sono obbligati a comperare per evitare un sottoinvestimento in azioni nei portafogli rispetto ai profili d'investimento e ai Benchmark.
È possibile e probabile che l'S&P500 abbia bisogno alcuni tentativi e del "lavoro" prima di passare definitivamente i 3800 punti.

Commento del 15-16 ottobre

Giovedì 13 ottobre c'é stato un key reversal day - il minimo a 3491 punti di S&P500 dovrebbe essere definitivo

Riassunto: Giovedì 13 ottobre negli Stati Uniti sono stati pubblicati i dati sull'inflazione aggiornati a settembre. L'inflazione su base annuale é del +8.2% - sopra le stime degli analisti di 8.1%. Tutti i dati (mensili e core) erano leggermente superiori alle attese. L'inflazione non diminuisce malgrado i numerosi aumenti del costo del denaro ed il calo del prezzo del petrolio (attualmente WTI a 85.61 USD/barile). Questi dati proccupanti hanno inizialmente fatto precipitare le borse. L'S&P500 é crollato del -3.5% in 1 minuto e ha toccato un minimo annuale a 3491 punti. Poi l'eccesso di ribasso e l'ipervenduto hanno provocato la chiusura di posizioni short e scatenato un rally - dal minimo, l'S&P500 é rimbalzato in 2 ore del +4.7%, ha toccato un massimo giornaliero a 3685 punti e ha chiuso a 3669.91 punti con un guadagno di 92 punti (+2.60%). Formalmente questo key reversal day dovrebbe aver completato la gamba di ribasso iniziata a metà agosto e terminato la fase di ribasso iniziata a gennaio. Questa giornata sembra aver esaurito il trend con una iniziale caduta caratterizzata da del panico, seguita da una forte reazione positiva. Dobbiamo ancora usare il condizionale poiché la seduta di venerdì é stata deludente (S&P500 -2.37% a 3583.07 punti) - la spinta di rialzo iniziata giovedì é bastata a far salire l'S&P500 fino ai 3712 punti ma poi hanno di nuovo dominato le vendite e gli indici azionari americani hanno chiuso sui minimi giornalieri e nuovamente con pesanti perdite. L'S&P500 non é riuscito a restare sopra la barriera psicologica dei 3600 punti - é però rimasto 92 punti sopra il minimo annuale.
Le performance settimanali in America sono negative e la tecnologia ha nuovamente sottoperformato (Nasdaq100 venerdì -3.10% / performance settimanale -3.24%). Non appaiono ancora chiare divergenze positive, i Summation Index sono ancora in calo e la tendenza di fondo é ancora al ribasso (16.0% dei titoli USA sopra la SMA a 50 giorni, Bullish Percent Index sul NYSE a 25.56). Di conseguenza é probabile che la seduta di giovedì abbia segnato la fine del ribasso ma non si é ancora concretizzata un'inversione di tendenza.
Le borse europee seguono quella americana. Non bisogna lasciarsi ingannare dalle performances settimanali positive. Venerdì nel dopo borsa l'Eurostoxx50 é ancora sceso e alle 22.00 valeva 3357 punti. Sembra però che lentamente la debolezza relativa dei mercati azionari europei stia sparendo - durante la settimana il DAX tedesco, anche aggiustato con le differenze d'orario, ha guadagnato terreno e il settore bancario (SX7E) mostra un'inattesa reazione positiva. Il cambio EUR/USD (0.9724) si é stabilizzato. Di conseguenza non c'é più ragione, almeno secondo l'analisi tecnica, per prevedere nel futuro un comportamento peggiore delle borse europee rispetto a quella americana.
I giochi però non vengono decisi dai mercati azionari ma da quelli obbligazionari. Sui bonds non si delinea ancora nessuna inversione di tendenza. Il reddito dell'US Treasury Bond decennale é salito al 4.00% (+0.03%) e venerdì i futures hanno fatto segnare la peggiore chiusura giornaliera dell'anno. Fino a quando i prezzi delle obbligazioni scendono e i tassi d'interesse di mercato salgono é molto improbabile che le borse possano iniziare quella fase di rialzo che noi prevediamo su base fondamentale.  
Per ora solo sul mercato delle divise ci sono divergenze positive - negli ultimi giorni l'USD Index (113.17) non ha toccato un nuovo massimo annuale e in generale la forza dell'USD sembra scemare.
Osserviamo con interesse che tra gli investitori ed i traders prevale il pessimismo (Fear&Greed Index a 21 punti (-2)) e tutti sono estremamente negativi come se le borse non facessero che scendere a precipizio da mesi. Da inizio anno l'S&P500 perde il -24.82%. L'S&P500 si trova però solo un centinaio di punti sotto i livelli di metà giugno - sotto questa ottica le perdite negli ultimi tre mesi sono state solo del ca. -3%. Poco in confronto al costante afflusso di notizie negative, all'impennata dell'inflazione e al rischio di recessione.
Noi restiamo costruttivi per quel che riguarda il comportamento delle borse per i prossimi 3 a 6 mesi.

Le performance settimanali degli indici azionari sono state le seguenti:
Eurostoxx50             +0.19% a 3381 punti
SX7E (banche)          +2.01% a 81.33 punti
DAX                         +1.34% a 12437 punti
SMI                          +0.20% a 10329 punti
FTSE MIB                  +0.14% a 20930 punti
S&P500                     -1.55% a 3583.07 punti
Nasdaq100                -3.24% a 10692 punti

Venerdì noi speravamo che le borse riuscissero a confermare i progressi mostrati giovedì. Noi ci aspettavamo un consolidamento - la seduta é però andata decisamente peggio di quanto avevamo previsto. L'S&P500 dopo l'apertura a 3692 punti é ancora salito a 3712 punti. Poi però le vendite sono riapparse in maniera massiccia. Alle 16.30 l'S&P500 era già ricaduto a 3620 punti. Si é stabilizzato su questo livello per circa un'ora e poi é scivolato costantemente verso il basso toccando un minimo a 3579 punti. Ha chiuso poco più in alto a 3583.07 punti (-2.37%). La borsa ha quindi chiuso sui minimi giornalieri con debolezza in tutti i settori (DJT -1.89%, RUT -2.66%, Nasdaq100 - 3.10%). La seduta al NYSE é stata decisamente negativa con A/D a 1372 su 6780, NH/NL a 435 su 517 e volume relativo a 1.05. La VIX é salita poco a 32.02 punti (+0.08) mentre il CBOE Equity put/call ratio era relativamente basso a 0.63 - sembra che i traders siano relativamente ottimisti - forse condividono la nostra opinione che il minimo a 3491 punti di S&P500 é definitivo.
Per settimana prossima le opinioni divergono estremamente. Sui social media i ribassisti prevedono per lunedì un crash. Noi non vediamo ragioni per un'ulteriore pesante caduta dei mercati - non possiamo però escludere ancora una serie di sedute negative ed un ulteriore test del minimo annuale. Gli indici azionari restano a medio termine ipervenduti e in eccesso di ribasso - il rally di giovedì ha però alleviato a corto termine questo problema con la conseguenza che per le prossime sedute c'é nuovamente dello spazio verso il basso.
Ora bisogna osservare attentamente il comportamento dei mercati obbligazionari. I rischi di recessione dovrebbero provocare un'inversione di tendenza con conseguenze positive sui mercati azionari. Speriamo (ma non abbiamo elementi validi a supporto di questa ipotesi) che settimana prossima l'S&P500 riesca a fare base sui 3600 punti. Abbiamo bisogno di questa base per confermare la validità e solidità del minimo di giovedì scorso e come premessa per l'inizio dell'agognata fase di rialzo a medio termine.
Nell'agenda economica di settimana prossima non scorgiamo nessun appuntamento in grado di dare una scossa decisiva ai mercati finanziari.
 
Commento del 8-9 ottobre

Mercati volatili e dominati dalle emozioni - probabilmente si sta formando una base

Riassunto: In questo momento tutto gira intorno ai tassi d'interesse e alla discussione se nel futuro il problema principale dell'economia americana sarà l'inflazione o una recessione. L'inversione della curva tassi d'interesse (l'USTBills a 6 mesi rende il 4.09%, poi si sale fino ai TBonds a 3 anni che rendono il 4.33% - da qui si scende al 3.89% dei TBonds decennali fino al 3.86% dei Tbonds trentennali) indica che il mercato obbligazionario si aspetta una recessione. I dati economici sono contraddittori - quelli proiettati nel futuro mostrano un forte rallentamento congiunturale nei prossimi mesi - quelli che rispecchiano il passato ci dicono invece che la crescita é ancora robusta. Gli investitori sembrano confusi e fanno poca differenza tra futuro e passato. Venerdì é stato pubblicato il rapporto sul mercato del lavoro USA a settembre - al di fuori del settore agricolo sono stati creati 263'000 nuovi posti di lavoro e la disoccupazione é scesa al 3.5%. Questo dato, migliore delle stime degli analisti, ha alimentato la paura dell'inflazione e ha aumentato la probabilità che la FED a novembre alzi nuovamente i tassi d'interesse di riferimento del +0.75%. La reazione della borsa a questo punto era scontata - l'S&P500 é caduto a 3639.66 punti (-2.80%). Malgrado questo tonfo la performance settimanale é positiva (+1.51%) grazie alle due ottime sedute di lunedì (+2.59%) e martedì (+3.06%). Gli investitori non sembrano in grado di mantenere un'opinione e una rotta ma, dominati dalle emozioni, si spostano rapidamente in una o nell'altra direzione a seconda dei dati che vengono pubblicati o degli avvenimenti. Il taglio della produzione da parte dell'OPEC ha fatto nuovamente impennare il prezzo del petrolio (WTI 92.84 USD/barile, +4.19USD) e ha fatto aumentare i tassi d'interesse.
In generale sembra che i tassi d'interesse stiano formando un top (o i bonds un bottom) mentre gli indici di borsa provano a fare base sopra i minimi di fine settembre. Questo vale fino a quando non ci sarà un nuovo massimo annuale sui redditi o un nuovo minimo annuale su uno dei maggiori indici azionari.
L'analisi tecnica mostra che prevale decisamente il pessimismo - la volatilità VIX é salita a 31.36 punti (+0.84), il CBOE Equity put/call ratio é a 0.88 mentre il Faer&Greed Index é molto basso a 22 punti (-5). Le statistiche mostrano che la liquidità é abbondante e gli investitori hanno sottopesato le azioni nei portafogli - questo dovrebbe alimentare il rialzo nel caso in cui si verificasse un'inversione di tendenza.
Finora però la tendenza di fondo é ancora al ribasso con il 16.8% dei titoli americani sopra la SMA a 50 giorni ed il Bullish Percent Index sul NYSE a 26.49. I Summation Index sono in calo. Solo il settore energia é in un trend rialzista - questo non basta a sostenere il mercato.
La nostra opinione non cambia. Di base abbiamo a che fare con mercati azionari ipervenduti e con investitori troppo pessimisti. Siamo convinti che i rischi di recessione nel prossimo futuro prevarranno e questo obbligherà le Banche Centrali ad adattare la politica monetaria. I mercati finanziari dovrebbero anticipare questo cambiamento. I tassi d'interesse dovrebbero scendere, l'USD dovrebbe indebolirsi e le borse iniziare una fase di sostenibile e sostanziale rialzo. In questa settimana però abbiamo rilevato ben poco a sostegno di questa tesi - ci accontentiamo del fatto che per saldo nelle ultime 5 sedute gli indici azionari abbiano guadagnato terreno. Le sedute di giovedì e venerdì sono state però dominate dalle vendite. Il momentum é dalla parte dei ribassisti. A questo punto é importante come inizia la prossima settimana. Come già indicato nel commento di una settimana fà l'S&P500 deve stare sopra i 3630-3640 punti - in questo senso il recupero nell'ultima ora di contrattazioni venerdì dal minimo a 3620 punti alla chiusura a 3639 é un segnale costruttivo.

Le performance settimanali degli indici azionari sono state le seguenti:
Eurostoxx50             +1.73% a 3375 punti
SX7E (banche)          +1.52% a 79.72 punti
DAX                         +1.31% a 12273 punti
SMI                          +0.40% a 10308 punti
FTSE MIB                  +1.22% a 20901 punti
S&P500                     +1.51% a 3639.66 punti
Nasdaq100                +0.61% a 11039 punti

La seduta di venerdì é stata deludente per chi come noi pensava che finalmente il ribasso fosse finito sul minimo di fine settembre. Mercoledì l'S&P500 (-0.20%) aveva retto bene considerando il forte aumento dei tassi d'interesse di mercato (il reddito dell'USTB decennale era salito a 3.76%, +0.14%). Alla scivolato di giovedì (-1.02%) é però seguito il crollo provocato dal job report. Durante la settimana l'S&P500 non é riuscito a superare di slancio l'importante resistenza a 3800-3820 punti. Questo ha permesso ai ribassisti di riprendere coraggio e il controllo delle operazioni. Venerdì l'S&P500 ha aperto molto debole a 3697 punti ed é sceso a balzi fino alle 21.30 quanto ha toccato il minimo a 3620 punti. Il recupero sul finale non é bastato a contenere i danni (-2.80% a 3639.66 punti). Questo susseguirsi in rapida seguenza di sedute ottime o pessime é sconcertante.
La seduta é stata decisamente negativa con A/D a 1043 su 7147, NH/NL a 188 su 995 (relativamente pochi) e volume relativo a 1.05. Ci sorprende il fatto che il calo sia stato progressivo e ordinato - senza accelerazioni o segnali di panico.
Ora non abbiamo indicatori che mostrano eccessi di ribasso - teoricamente a breve c'é ancora spazio verso il basso e quindi é possibile che la prossima settimana inizi con un nuovo minimo annuale sotto i 3589 punti di S&P500. Il Nasdaq100 (-3.88% a 11039 punti) é già vicino al record negativo (minimo annuale a 10967 punti). Non facciamo previsioni per l'inizio di settimana prossima. Crediamo però che le probabilità di un'altra settimana positiva siano superiori a quelle di un'ulteriore caduta o ancora peggio un crash. Soggettivamente ci sembra che questi mercati abbiano già ampiamente scontato tutte le notizie negative.
Le borse europee continuano a seguire l'America senza poter sviluppare una dinamica indipendente. L'Eurostoxx50 (-1.69% a 3375 punti) da inizio anno perde il -21.47% - la performance é simile a quella dell'S&P500 -23.64% considerando anche il fatto che nel dopo borsa l'indice é ancora sceso a 3359 punti.
Teniamo d'occhio il ballo coordinato di mercato azionari, obbligazionari e delle divise. Da uno di questi mercati devono arrivare delle divergenze positive in grado di segnale con anticipo un'inversione di tendenza.  Cerchiamo dei massimi discendenti o dei minimi ascendenti.
Lunedì 10 ottobre in America é Columbus Day. Il mercato delle obbligazioni é chiuso e senza questo importante punto di riferimento é probabile che i mercati azionari saranno statici e poco mossi.

Breve aggiornamento del 3 ottobre

Finora abbiamo solo dei rimbalzi in un bear market - tassi d'interesse e cambi lanciano però segnali incoraggianti

Le performance settimanali degli indici azionari sono state le seguenti:
Eurostoxx50             -0.89% a 3318 punti
SX7E (banche)          -5.46% a 78.52 punti
DAX                         -1.38% a 12114 punti
SMI                          +1.28% a 10267 punti
FTSE MIB                  -1.98% a 20648 punti
S&P500                     -2.91% a 3585.62 punti
Nasdaq100                -1.73% a 10971 punti

Settimana scorsa le borse hanno ancora perso terreno. Ci sono stati dei segnali positivi come la buona performance della borsa svizzera e la diminuzione dei nuovi minimi a 30 giorni in America che mostra una diminuzione della pressione di vendita (NL 1194 venerdì 30 settembre rispetto ai 3686 del precedente venerdì). Per ora é però evidente che le situazioni di eccesso di ribasso, ipervenduto e pessimismo provocano solo dei brevi rimbalzo tecnici (come quello di mercoledì 28) e niente di più. Le borse non sembrano ancora aver toccato il fondo ed essere pronte per un'inversione di tendenza malgrado che la caduta finale di venerdì (S&P500 -1.51% a 3585.62 punti) abbia l'aspetto di una capitolazione.
Settimana scorsa i tassi d'interesse di mercato sull'USD sembrano aver toccato un massimo (reddito dell'USTBond decennale a 3.83% contro il top di giovedì a 3.97%) e l'USD ha incominciato ad indebolirsi (USD Index a 112.08 contro i 112.81 della settimana precedente) ma questo non basta ancora ad influenzare positivamente le borse vittime di una spirale negativa. Il continuo flusso di notizie preoccupanti dai vari fronti di crisi non permettono ai mercati azionari di riprendere il fiato. La possibilità che il Credit Suisse sia sull'orlo del fallimento ha fatto riapparire i fantasmi della caduta della Lehman Brothers e della crisi dei mercati finanziari del 2008.

Noi pensavamo che settimana scorsa l'S&P500 (-1.51% a 3585.62 punti) dovesse scendere a testare il minimo di giugno a 3637 punti. Eravamo poi incerti se dopo questo test l'indice dovesse semplicemente fare base sopra i 3600 punti o se invece potesse già ripartire al rialzo. La caduta di venerdì ha negato entrambi i scenari e ci mette ora in una posizione difficile. Secondo gli indicatori il mercato resta ipervenduto a corto e medio termine e quindi il mese di ottobre dovrebbe iniziare con una fase di rialzo sostenibile (non solo un rally di un paio di giorni ma un rialzo di alcune settimane con obiettivo minimo a 3800 punti). La rottura sotto i 3600 punti e su un nuovo minimo annuale mostra però che il mercato é ancora molto debole e sembra mancare una solida base da cui ripartire. Solo un veloce e netto ritorno sopra i 3630 punti negherebbe la possibilità della continuazione del ribasso alimentando la variante della falsa rottura al ribasso.
La tendenza di fondo della borsa americana resta ribassista con il 12.4% dei titoli sopra la SMA a 50 giorni e il Bullish Percent Index sul NYSE a 18.65.

Non abbandoniamo però il nostro scenario rialzista. Siamo convinti che prossimamente i dati sull'inflazione miglioreranno decisamente e che di conseguenza i tassi d'interesse di mercato ricominceranno a scendere. L'USD dovrebbe indebolirsi. A questo punto le Banche Centrali dovrebbero cambiare politica monetaria e concentrare le loro preoccupazioni sui rischi di recessione. Le borse dovrebbero approfittarne e reagire con un rialzo alimentato inizialmente dal short covering. Al momento c'é nettamente troppo pessimismo (VIX a 31.62 punti, Fear&Greed Index a 17 punti).
Questa settimana deve iniziare con un ulteriore rimbalzo tecnico causato dall'eccesso di ribasso di venerdì. Se il rally durerà almeno tre giorni facendo risalire l'S&P500 decisamente sopra i 3630-3640 punti é possibile che si verifichi un'inversione di tendenza. La conferma deve arrivare dai mercati delle obbligazioni e delle divise.

Commento del 24-25 settembre

Il ribasso continua - eccesso di ribasso, ipervenduto e panico provocheranno settimana prossima un rally
Sarà un rimbalzo tecnico o un'inversione di tendenza? Lo decideranno l'USD e i tassi d'interesse di mercato

Riassunto: Mercoledì 21 settembre la FED americana ha alzato nuovamente i tassi d'interesse di riferimento del +0.75% e ha ribadito l'intenzione di voler combattere l'inflazione con una politica monetaria restrittiva e ulteriori aumenti del costo del denaro. Questa stretta monetaria é stata accolta con scetticismo dagli investitori che sono preoccupati dalle conseguenze congiunturali - Stati Uniti ed Europa si avvicinano a grandi passi ad una recessione e per molti analisti (noi compresi) Jerome Powell sta facendo un grave errore. In ogni caso la decisione ha provocato un'ulteriore crollo delle borse, un'impennata dei tassi d'interesse di mercato sull'USD (reddito dell'US Treasury Bond decennale a 3.69% (-0.01%)) e un'accelerazione del rafforzamento dell'USD (USD Index a 112.81, cambio EUR/USD a 0.9692). Tutto questo é esattamente il contrario di quanto avevamo previsto - ci siamo sbagliati e l'S&P500 (-1.72% a 3693.23 punti, -1.72%) ha perso anche il supporto a 3800 punti ed é sceso a testare il minimo di giugno a 3637 punti. L'indice venerdì ha toccato un minimo giornaliero a 3647 punti contro il minimo annuale del 17 giugno a 3637 punti. Anche le borse europee sono state trascinate nel baratro - l'Eurostoxx50 (-2.29% a 3348 punti) e il DAX (-1.97% a 12284 punti) hanno raggiunto venerdì un nuovo minimo annuale marginale. Venerdì la presentazione del nuovo piano finanziario del governo inglese, che prevede una forte espansione della spesa pubblica finanziata col debito, ha contribuito a spaventare gli investitori e a provocare una pesante caduta della Sterlina Inglese e un'impennata dei tassi d'interesse. La tendenza di fondo delle borse é decisamente al ribasso e questo viene confermato dai nostri indicatori di base in America (12.5% dei titoli sopra la SMA a 50 giorni, Bullish Percent Index sul NYSE a 21.46 punti). Ora le borse sono decisamente ipervendute e in eccesso di ribasso - questo vale sia a corto termine che a medio termine. Poiché venerdì abbiamo osservato del panico (VIX a 29.92 punti (+2.57), massimo giornaliero a 32.31 punti, CBOE Equity put/call ratio a 1.02 (!), Fear&Greed Index a 24 punti (-7)) é molto probabile che settimana prossima ci sia un rally. Ci sembra però poco probabile che il rally parta senza un test del minimo a 3637 punti di S&P500 - di conseguenza pensiamo che lunedì o martedì possa ancora esserci un vuoto d'aria.
Non sappiamo se il rally che ci sarà settimana prossima o all'inizio di ottobre sarà solo un rimbalzo tecnico in un bear market o se invece si verificherà un'inversione di tendenza. Siamo convinti che a breve il rialzo dei tassi d'interesse di mercato deve finire visto che nel futuro i dati economici che indicano l'arrivo di una recessione si moltiplicheranno. Inoltre i dati sull'inflazione devono migliorare visto che da settimane i prezzi dell'energia sono in calo (p.e. petrolio WTI a 78.74 USD/barile). Infine da giorni molti DSI (Daily Sentiment Index) si trovano in territorio estremo - i DSI su S&P500 Nasdaq e US Bonds sono sotto i 10 punti mentre quello sull'USD Index era giovedì a 93 punti. Questa concomitanza di posizioni estreme a livello di sentiment preannuncia un calo dell'USD e dei tassi d'interesse (già venerdì i redditi degli USTBond tra i 10 dei i 30 anni é sono scesi) e un forte rimbalzo degli indici azionari. Poiché il pessimismo degli investitori viene confermato da vari indicatori (inchieste, posizioni sui mercati delle opzioni e dei futures) il potenziale per un rally di copertura sembra consistente. Bisognerà poi vedere se durante questo rally appariranno anche della forza d'acquisto e partecipazione e se invece avremo solo un rimbalzo di modeste dimensioni e con debole partecipazione.
Per ora i grafici parlano contro la possibilità di un'inversione di tendenza generalizzata (borsa, divise e tassi d'interesse).     

Le performance settimanali degli indici azionari sono state le seguenti:
Eurostoxx50             -4.34% a 3348 punti
SX7E (banche)          -3.82% a 83.06 punti
DAX                         -3.59% a 12284 punti
SMI                          -4.46% a 10137 punti
FTSE MIB                  -4.72% a 21066 punti
S&P500                     -4.65% a 3693.23 punti
Nasdaq100                -4.63% a 11311 punti

Nella seduta di venerdì ci sono stati dei movimenti di accelerazione che hanno le caratteristiche di una capitolazione. Non possiamo però parlare di key reversal day malgrado il recupero dell'S&P500 (-1.72% a 3693.23 punti) di 46 punti dal minimo - in effetti l'indice ha chiuso sotto il livello d'apertura e con una perdita. La reazione é però degna di nota.
L'S&P500 ha aperto in gap down a 3716 punti ed é sceso a balzi fino alle 21.00 quando ha toccato i 3647 punti. Nell'ultima ora di contrattazioni é risalito a 3693 punti. La seduta al NYSE é stata pessima con A/D a 1051 su 7206, NH/NL a 45 su 3686 (tanti - troppi) e volume relativo a 1.15. Ci sono state vendite in tutti i settori (Nasdaq100 -1.66% a 11311 punti, DJT -1.83%, RUT -2.48%). L'unico aspetto positivo é che lentamente la tecnologia mostra forza relativa. I Summation Index sono in calo.
Normalmente dopo una seduta del genere c'é un rimbalzo tecnico. Ci sono però due fattori da considerare. La vicina fine del trimestre e la posizione degli oscillatori che mostrano il probabile raggiungimento di un minimo significativo a corto e medio termine a metà di settimana prossima. È quindi possibile che l'S&P500 si "trascini" sui 3600 punti fino alla fine della settimana prossima e che la prevista fase di rialzo slitti all'inizio di ottobre. I traders possono provare ad aprire posizioni short sui 3600-3640 punti con obiettivo minimo a 3800 punti.
Gli investitori rimangono invece finora investiti in azioni in maniera neutrale secondo il loro profilo d'investimento.

Sono assente una settimana. Il prossimo fine settimana non pubblicherò il commento tecnico. Scriverò solo un breve aggiornamento il lunedì 3 ottobre in mattinata.

Commento del 17-18 settembre

Dolorosa ricaduta - ora si riparte dai 3800 punti di S&P500

Riassunto: La settimana é stata pessima - la pesante perdita settimanale degli indici azionari non corrisponde alle nostre attese e previsioni. Noi avevamo sperato che l'S&P500 (-0.72% a 3873.33 punti) riuscisse a fare base sopra i 4000 punti. Invece i dati sull'inflazione americana ad agosto pubblicati martedì sono stati accolti dagli investitori con un'ondata di vendite - le speranze di un netto calo dell'inflazione sono state infrante. A dire il vero i dati non erano così male - l'inflazione su base annua é al +8.3% contro il +8.5% del mese precedente. Gli analisti avevamo però stimato un calo al +8.1% e quindi la delusione é stata bruciante. Inoltre il dato "core" é stato del +0.6% contro il precedente +0.3%. L'S&P500 é salito fino a martedì alle 14.30 su un massimo a 4149 punti - poi é precipitato fino a venerdì toccando un minimo a 3837 punti. Un crollo di 312 punti (ca. -7.6%!) in quattro sedute. Nel commento di due settimane fà vi avevamo avvisati che "Nei prossimi mesi potrebbero esserci parecchie sorprese. I mercati finanziari sono molto instabili e volatili - gli investitori sono nervosi e cambiano velocemente opinione e posizione - la liquidità abbonda e favorisce gli eccessi. La speculazione amplia i movimenti e in molti mercati agiscono attori inesperti e non abituati a operare con simili ampi movimenti e nell'incertezza." Questi ampi e dinamici movimenti sono però veramente insoliti. Noi riteniamo che il ribasso sia stato amplificato dalla scadenza trimestrale dei derivati di settembre che si é verificata venerdì. Molti adepti delle Elliott Wave invece sostengono il contrario - dicono che la scadenza ha provocato il rimbalzo dopo le 20.00 che ha fatto tornare l'S&P500 a 3873 punti (+36 punti dal minimo) - si aspettano un ulteriore crollo settimana prossima. Noi invece seguiamo le nostre metodiche e non le Elliott Wave. Spesso alla scadenza dei derivati il mercato si trova su un minimo o su un massimo significativo - ora dovrebbe esserci stato un minimo. La pressione di vendita ci sembra modesta se paragonata all'ampiezza della perdita - il numero dei nuovi minimi a 30 giorni (NL a 2046) é relativamente basso - ai Summation Index, che sono ancora in calo, basterebbe poco per cambiare direzione. Infine sembra che tutti gli investitori sono ora pessimisti e sottoinvestiti - i traders sono tutti short. Non abbiamo mai vissuto un crash in una situazione di tale disfattismo. Notiamo inoltre che il cambio EUR/USD (1.0014) non cala più e questa settimana non ha seguito la borsa americana al ribasso - il cambio sta evidentemente facendo base e spesso il mercato delle divise é un precursore. Ricordiamo che un calo dell'USD (USD Index a 109.39) é una delle nostre premesse per una fase di sostenibile e sostanziale rialzo della borsa americana. L'altra componente sono i tassi d'interesse. Qui abbiamo un problema. Il reddito dell'USTBond decennale é salito questa settimana al 3.45% - l'incremento da settimana scorsa (3.33%) é moderato ma indiscutibile - non c'é (ancora) nessun segnale d'inversione di tendenza.
Ora l'attenzione degli investitori si concentra sull'appuntamento di mercoledì 21 settembre - alle 20.00 (orario locale) la FED dovrebbe alzare di nuovo i tassi d'interesse di riferimento del +0.75% - molti pensano che l'incremento potrebbe essere del +1% - il mercato si aspetta entro fine anno un aumento totale del +2%. D'altra parte si sommano i segnali di recessione - venerdì Federal Express (-21.40%), il leader nel settore dei trasporti, ha pubblicato risultati decisamente inferiori alle stime e l'azione é crollata. Molti indicatori economici che guardano al futuro segnalano un forte rallentamento della congiuntura mentre il mercato del lavoro é ancora robusto. Se la FED cominciasse a mandare segnali di preoccupazione con una propensione ad occuparsi maggiormente della crescita economica piuttosto che dell'inflazione, dovrebbe esserci un cambio di tendenza in borsa. Questo cambiamento dovrebbe provocare quella possente spinta di rialzo che noi ci aspettiamo da mesi. 
A corto termine pensiamo che il supporto sui 3800 punti di S&P500 dovrebbe reggere - settimana prossima potrebbe ancora esserci una caduta fino a questo livello nel caso in cui la FED alzasse i tassi del +1% e si mostrasse ostinata nel combattere unicamente lo spettro di un'inflazione provocata soprattuto da uno shock a livello d'offerta. Nel caso in cui ci sbagliassimo l'S&P500 dovrebbe tornare a testare il minimo di giugno a 3636 punti. Secondo la nostra analisi il quadro tecnico generale gioca in favore del nostro scenario costruttivo - solo le analisi grafiche e i dati di base (25.8% dei titoli sopra la SMA a 50 giorni, Bullish Percent Index sul NYSE a 37.70) parlano per una continuazione del ribasso.
Le borse europee continuano a seguire a distanza quella americana. Questa settimana si sono comportate relativamente meglio compensando il distacco accumulato nella settimana precedente. La borsa italiana approfitta del buon comportamento del settore bancario che ha reagito positivamente ai regali della BCE e all'incremento dei tassi d'interesse di mercato. L'effetto dovrebbe essere però evanescente e di breve durata.

Le performance settimanali degli indici azionari sono state le seguenti:
Eurostoxx50             -1.95% a 3500 punti
SX7E (banche)          +2.90% a 86.36 punti
DAX                         -2.65% a 12741 punti
SMI                          -2.66% a 10610 punti
FTSE MIB                  +0.07% a 22110 punti
S&P500                     -4.77% a 3873.33 punti
Nasdaq100                -5.77% a 11861 punti

Non c'é una ragione particolare per analizzare in maniera approfondita la seduta di venerdì. La settimana é stata determinata dalla seduta a New York di martedì quando l'S&P500 é crollato del -4.32% a 3932 punti. La rottura della fascia di supporto sui 4000 punti ha automaticamente riaperto la strada verso il basso almeno fino al minimo di inizio mese (3883 punti). Venerdì la scadenza dei derivati di settembre ha causato volatilità e volumi (volume relativo a 1.9) con un aspro combattimento tra ribassisti e rialzisti. Sullo slancio del momentum i ribassisti hanno fatto scendere l'indice a metà giornata fino a 3837 punti. L'S&P500 (-0.72% a 3873.33 punti) ha però chiuso a ridosso del massimo  giornaliero - l'hammer sul grafico e il recupero fino ai 3880 punti suggeriscono che un minimo significativo é stato raggiunto. Potrebbe esserci stata una falsa rottura al ribasso come premessa ad un'ennesima inversione di tendenza.
I dati sul sentiment mostrano un diffuso pessimismo (VIX a 26.30 punti (+0.03), CBOE Equity put/call ratio a 0.81, Fear&Greed Index a 36 punti (-4)) - i dati sono rafforzati dalle inchieste tra i vari tipi d'investitore e dalle nostre rilevazioni sui social media. Gli analisti si superano in previsioni catastrofiche basate su scenari di recessione con un contemporaneo aumento del costo del denaro. Ricordiamo che questi sono fatti conosciuti e già rispecchiati dalle attuali valutazioni delle borse.  
Noi consigliamo di restare investiti sui mercati azionari in maniera neutrale rispettando il profilo d'investimento. Abbiamo chiuso le nostre posizioni speculative long alla rottura del supporto a 4000 punti e le abbiamo riaperte venerdì sera.
Consigliamo di investire parte della liquidità in obbligazioni in USD - assicuriamo però la divisa con operazioni a termine. Siamo long EUR/USD sulla parità - siamo quindi ribassisti sull'USD.
Siamo meno ottimisti per le borse europee. Crediamo che la popolazione e la borsa stiano sottovalutando il pericolo di una penuria invernale di energia. Tutti pensano solo ai prezzi e alle bollette da pagare - il problema sarà però la disponibilità di gas ed elettricità - una brusca frenata economica sembra secondo le nostre stime inevitabile - speriamo di sbagliarci.
Personalmente ho già provveduto a ridurre la regolazione del riscaldamento in casa per una temperatura tra i 19 ed i 20 gradi e a comperare legna da ardere per il camino, candele e lampade solari.

Commento del 10-11 settembre

L'S&P500 (4067 punti) torna nettamente sopra i 4000 punti e innesca probabilmente la prossima fase di rialzo

Riassunto: La BCE giovedì ha alzato i tassi d'interesse di riferimento del +0.75%. L'aumento del costo del denaro proprio quando l'economia europea é sull'orlo della recessione é un errore. Come sottolineato più volte l'inflazione non é una conseguenza di un eccesso di domanda ma di uno shock a livello di offerta provocato prima dalla pandemia e in seguito dalla guerra in Ucraina che ha causato un'impennata dei prezzi dell'energia. I mercati azionari reagiscono con volatilità e movimenti caotici a questa situazione intricata. L'aumento dei tassi d'interesse ha un effetto negativo su congiuntura e borse. D'altra parte si profila una recessione e questo rallentamento dell'economia é già ampiamente scontato nei prezzi delle azioni. Tra gli investitori prevale il pessimismo. Molti analisti, operatori ed investitori (noi compresi) si aspettano quindi che nei prossimi mesi le Banche Centrali ricomincino a sostenere l'economia ed i mercati con una politica monetaria espansiva. Questo spiega in parte il rally che si é verificato questa settimana a Wall Street - é stato un misto di short covering da eccesso di ribasso e di pessimismo, e di speranza che l'aumento dei tassi d'interesse di mercato sia finito.
A breve alcuni fattori tecnici devono ancora influenzare il mercato azionario - il short covering non sembra ancora finito e la grande scadenza trimestrale dei derivati di settembre (venerdì 17) provocherà una forte volatilità. Crediamo che le prossime 5 sedute saranno turbolente. Se come pensiamo l'S&P500 (+1.53% a 4067.36 punti) riesce a formare base sopra i 4000 punti é probabile che in seguito il rialzo guadagni di forza e acceleri in direzione del primo obiettivo a 4600 punti (massimi di aprile) con resistenza intermedia a 4250-4300 punti. Ricordiamo che questo movimento deve assere accompagnato da un calo dei tassi d'interesse sull'USD e da una svalutazione della moneta americana. Finora su questi due mercati é successo poco: il reddito dell'USTBond decennale é a 3.33% (+0.04%) mentre l'USD Index é stabile a 108.94. Molti investitori questa settimana si aspettavano che grazie alla spinta delle Banche Centrali (i rappresentanti di FED e BCE continuano a ripetere che siamo solo all'inizio di un periodo di rialzo dei tassi interesse) i tassi d'interesse e l'USD dovessero continuare a salire al rialzo e invece sorprendentemente abbiamo assistito ad una battuta d'arresto. 
Settimana scorsa eravamo rimasti di base costruttivi e rialzisti ma, impressionati da due sedute decisamente negative, avevamo mostrato una certa cautela e reso il nostro scenario positivo dipendente dalla difesa da parte dell'S&P500 del supporto a 3900 punti. Inoltre avevamo previsto un rally della borsa americana e un ritorno dell'S&P500 sopra i 4000 punti - idealmente una salita fino a 4063 punti. Questa previsione si é realizzata - l'S&P500 mercoledì ha ancora toccato un minimo intraday a 3884 punti e poi si é involato. In 4 sedute ha guadagnato 143 punti o il +3.65%.
La tendenza a corto termine é ora al rialzo mentre a medio termine il quadro é ancora confuso. Gli indicatori sono in territorio neutro con molte contraddizioni a seconda che si guardi il quadro a corto, medio o lungo termine. La tendenza di fondo della borsa americana é formalmente ancora al ribasso (49.8% dei titoli sopra la SMA a 50 giorni, Bullish Percent Index sul NYSE a 44.65) ma i dati stanno migliorando. I Summation Index stanno ancora scendendo ma il calo rallenta e si prospetta un'inversione di rotta.
Noi restiamo investiti e long. Manteniamo la nostra previsione di una salita dell'S&P500 a 5000 punti - il raggiungimento dell'obiettivo potrebbe però slittare all'anno prossimo.
Le borse europee come atteso seguono a fatica l'America. L'economia europea é in grave difficoltà e la recessione potrebbe essere più lunga e profonda che in America. Inoltre la FED ha maggiore spazio di manovra mentre la BCE sembra fare parecchi errori e perseguire una politica piena di contraddizioni che segue troppi obiettivi creando solo confusione. L'aumento dei tassi d'interesse é stato tardivo ed é arrivato al momento sbagliato - la BCE inoltre continua a comperare titoli di Stato per impedire un aumento eccessivo degli spreads. Temiamo che l'UE rischi nei prossimi anni di essere vittima delle sue disuguaglianze - potrebbe politicamente implodere. Per i prossimi mesi ci aspettiamo una rivalutazione dell'EUR sull'USD dell'ordine del +10%/+20% causata dal calo del differenziale dei tassi d'interesse - questo fuoco di paglia dovrebbe però terminare l'anno prossimo ed essere seguito da un crollo.   

Le performance settimanali degli indici azionari sono state le seguenti:
Eurostoxx50             +0.72% a 3570 punti
SX7E (banche)          +4.48% a 83.92 punti
DAX                         +0.29% a 13088 punti
SMI                          +0.08% a 10900 punti
FTSE MIB                  +0.79% a 22094 punti
S&P500                     +3.65% a 4067.36 punti
Nasdaq100                +4.05% a 12588 punti

Lunedì la borsa americana é rimasta chiusa in occasione del Labor Day. Fino a mercoledì mattina gli indici azionari sono scivolati verso il basso - gli investitori sembrava attendere le decisioni della BCE e le dichiarazioni di Jerome Powell. Mercoledì c'é stato un primo rally a Wall Street (S&P500 +1.83%). Il rialzo é continuato giovedì (+0.66%) ed ha accelerato venerdì (S&P500 +1.53% a 4067.36 punti). Quest'ultima seduta decisamente positiva é stata la più sorprendente e convincente poiché non é giustificata da nessun dato o avvenimento in particolare. I compratori hanno semplicemente preso il controllo delle operazioni e l'hanno mantenuto per tutta la giornata dall'Asia, all'Europa fino all'America.
La seduta al NYSE é stata positiva con A/D a 6639 su 1579, A/D a 326 su 239 e volume relativo a 0.95. Tutti i settori hanno partecipato al rialzo (Nasdaq100 +2.17%, DJT +2.44%, Russell2000 +1.95%). Gli indici azionari hanno adesso assorbito l'ipervenduto e l'eccesso di ribasso - le RSI sono sui 50 punti, gli oscillatori sono risaliti dai minimi. Anche a livello di sentiment gli indicatori sono migliorati e sono neutri (VIX a 22.79 punti (-0.82), CBOE Equity put/call ratio a 0.52, Fear&Greed Index a 45 punti (+3)). Indicatori a parte, molti investitori sono ancora sottoinvestiti e, considerando il preoccupante quadro macroeconomico, molti pensano che le borse sono in un Bear Market e prevedono un crollo. Pessimismo e scetticismo dovrebbero nelle prossime settimane alimentare il rialzo.
All'inizio di settimana prossima prevediamo un breve ritracciamento dopo un rally di 3 sedute e il raggiungimento dell'obiettivo intermedio dell'S&P500 a 4063 punti. L'S&P500 dovrebbe però fare base sopra i 4000 punti per poi continuare da metà settembre il rialzo.
Teniamo d'occhio cambi (l'USD deve indebolirsi) e tassi d'interesse (devono scendere). La correlazione tra questi due mercati e gli indici azionari non é ferrea - i movimenti di questi mercati devono però tendenzialmente confermarsi a vicenda.

Commento del 3-4 settembre

Prevediamo a breve un rally sopra i 4000 punti di S&P500 - le prospettive a medio termine peggiorano e noi diventiamo cauti 

Riassunto: Settimana scorsa l'S&P500 era caduto fino a 4057 punti. Noi avevamo previsto che molto probabilmente la correzione non era terminata e una caduta dell'indice fino all'obiettivo originario a 3900 punti fosse possibile - giovedì 1. settembre l'S&P500 (-1.07% a 3924.26 punti) ha toccato un minimo a 3903 punti - questo minimo é stato ritestato con successo venerdì (minimo giornaliero a 3906 punti). Lunedì 5 settembre la borsa americana resta chiusa in occasione della giornata del lavoro (Labor Day). A cortissino termine gli indici azionari americani sono decisamente ipervenduti e in eccesso di ribasso. Gli oscillatori segnalano la possibile presenza di un solido minimo a corto termine. È molto probabile che la prossima settimana inizi con un ulteriore rimbalzo tecnico che dovrebbe far risalire l'S&P500 decisamente sopra i 4000 punti. A questo rimbalzo dovrebbe seguire una fase di accumulazione intorno ai 4000 punti fino a metà settembre.
La correzione iniziata il 17 agosto sta però facendo più danni tecnici di quanto ci eravamo immaginati - i NL aumentano costantemente - i Summation Index scendono senza dare l'impressione di volersi fermare. La tendenza di fondo della borsa americana torna ad essere ribassista con il 31.8% dei titoli sopra la SMA a 50 giorni ed il Bullish Percent Index sul NYSE a 43.11 punti. I tassi d'interesse in America continuano lentamente a salire - il reddito dell'US Treasury Bond decennale é a 3.20% (-0.06%). Anche l'USD Index (109.57) raggiunge regolarmente dei nuovi massimi. Non sembra che sul mercato delle obbligazioni e su quello delle divise ci debba essere a breve un'inversione di tendenza. Come sapete un calo dei tassi d'interesse e una fase di debolezza del'USD costituiscono le nostre premesse per una fase di rialzo sostanziale e sostenibile della borsa americana. A questo punto cominciamo ad avere dei dubbi che a settembre possa partire l'attesa fase di rialzo con obiettivo a 5000 punti di S&P500. Siamo convinti che le Banche Centrali presto o tardi torneranno a sostenere i mercati finanziari con una politica monetaria accomodante. Riteniamo inoltre che i prezzi dell'energia debbano scendere (come sta già avvenendo sul petrolio / WTI a 86.87 USD al barile dopo il picco a 130 USD (!) all'inizio della guerra in Ucraina) ma purtroppo temiamo che nel futuro le economie dei paesi occidentali saranno confrontate con un problema di disponibilità. In poche parole il problema non sarà il prezzo (e la relativa spinta inflazionistica) ma la carenza d'offerta. Riteniamo che la recessione economica, che prevediamo da mesi, é inevitabile e poco potranno fare i governi e le Banche Centrali per evitarla. A questo punto é difficile che possa crearsi quell'ottimismo necessario per alimentare una possente gamba di rialzo delle borse. Lo scenario economico che stiamo prospettando é quella di un periodo di stagflazione - una moderata recessione con prezzi dei beni e dei servizi in aumento a causa di una diminuzione dell'offerta superiore al calo della domanda. Il meccanismo della globalizzazione basato su dei sistemi di distribuzione su base mondiale funzionanti alla perfezione si é inceppato. Bisogna nuovamente cominciare a produrre localmente e prevedere magazzini e riserve di merci. In questo contesto gli utili delle imprese dovrebbero diminuire e non possiamo immaginarci uno scenario in grado di dare un forte impulso positivo alle borse.
Nei prossimi mesi potrebbero esserci parecchie sorprese. I mercati finanziari sono molto instabili e volatili - gli investitori sono nervosi e cambiano velocemente opinione e posizione - la liquidità abbonda e favorisce gli eccessi. La speculazione amplia i movimenti e in molti mercati agiscono attori inesperti e non abituati a operare con simili ampi movimenti e nell'incertezza. La prova sono gli assurdi e fortissimi movimenti dei prezzi dell'energia elettrica in Europa. Poiché ora in borsa regna il pessimismo é possibile che un marginale miglioramento della situazione politica ed economica basti a provocare un rally di vaste dimensioni.
Riassumendo é meglio aspettare due settimane e vedere come la borsa si comporta in questa fase che dovrebbe essere di accumulazione prima di prendere delle decisioni riguardante l'impostazione di base del portafoglio. Se l'S&P500 fa base sui 4000 punti, i tassi d'interesse di mercato cominciano a scendere e l'USD si indebolisce é ancora possibile e probabile che fino a fine anno le borse possano apprezzarsi. Le borse europee sembrano voler semplicemente seguire quella americana. L'ulteriore prova, oltre alle performance da inizio anno che sono praticamente uguali tra i principali indici europei e quelli americani, é il comportamento settimana scorsa. L'Europa ha semplicemente copiato l'America. Purtroppo questo vale anche per quel che riguarda la caduta a Wall Street venerdì dopo le 18.00. L'Eurostoxx50 ha chiuso la seduta ufficiale di venerdì a 3544 punti con un guadagno del +2.54%. Nel dopo borsa però le borse europee sono crollate - l'Eurostoxx50 venerdì 2 settembre alle 22.00 valeva 3462 punti!

Le performance settimanali degli indici azionari sono state le seguenti:
Eurostoxx50             -1.65% a 3544 punti
SX7E (banche)          +3.25% a 80.29 punti
DAX                         +0.61% a 13050 punti
SMI                          -0.46% a 10891 punti
FTSE MIB                  +0.12% a 21921 punti
S&P500                     -3.29% a 3924.26 punti
Nasdaq100                -4.02% a 12098 punti

Forse lo scetticismo e la cautela che affiorano nel commento odierno sono una conseguenza delle ultime due sedute della settimana. Fino a mercoledì l'S&P500 é scivolato verso il basso (-0.67%, -1.10%, -0.78%) senza reazioni degne di rilievo. Giovedì però l'indice (+0.30% a 3966.85 punti) é rimbalzato con convinzione a contatto con l'importante supporto a 3900 punti (minimo a 3903 punti). Pensavamo che l'indice potesse poi risalire ma venerdì siamo rimasti delusi e a dire il vero sconcertati.
L'S&P500 ha aperto in gap up a 3990 punti, ha ritracciato fino a 3974 punti (16.00) e poi con slancio é salito a 4018 punti di massimo. A questo punto sembrava che la correzione di agosto fosse terminata e che l'S&P500 avesse realizzato un'inversione di tendenza. Invece i rialzisti (come noi) sono rimasti ampiamente delusi. Dopo le 18.00 l'indice é sceso e per le 20.00 ha raggiunto i 3926 punti. Dopo una reazione fino ai 3942 punti c'é stata ancora una spinta di ribasso fino ad un minimo a 3906 punti. Solo dopo le 20.40 c'é stata una reazione e l'indice é risalito a 3924.26 punti (-1.07%). Alla fine resta una perdita di 42 punti e l'impressione che i ribassisti hanno il controllo delle operazioni. In effetti la seduta é stata decisamente negativa con A/D a 2893 su 5237, NH/NL a 114 su 1105 e volume relativo a 0.95. La volatilità VIX é scesa (?!) a 25.47 punti (-0.09), il CBOE Equity put/call ratio era alto a 0.81 mentre il Fear&Greed Index é sceso a 41 punti (-4). Durante la settimana la volatilità VIX é rimasta praticamente invariata e questo é anomalo - non ne capiamo le ragioni.
Insomma - ci aspettavamo che dai 3900 punti l'S&P500 potesse risalire in alcuni giorni con facilità fino ai 4063 punti coprendo le perdite provocate dal discorso di Jerome Powell a Jackson Hole. Invece la pressione di vendita non accenna a diminuire e questo non ci piace.
Se contro le nostre previsioni l'S&P500 cade sotto i 3900 punti, dovrebbe in seguito perdere ulteriori 200 punti ed avvicinare il minimo annuale a 3636 punti di metà giugno. Una prospettiva deprimente considerando il fatto che resterebbe poi solo un trimestre per "salvare" l'annata.

Commento del 27-28 agosto

La correzione intermedia é quasi finita - ora c'é bisogno un periodo di accumulazione prima della prossima spinta di rialzo

Riassunto: Avevamo previsto che ad agosto dovesse esserci una correzione intermedia delle borse. Inizialmente pensavamo che la correzione dovesse partire da circa 4150 punti di S&P500 e avere come obiettivo i 3900 punti. In seguito, quando la spinta di rialzo ha fatto salire l'S&P500 più in alto di quanto previsto (massimo a 4325 punti il 16 agosto), avevamo pensato che la correzione dovesse far scendere l'S&P500 solo fino a circa 4100 punti. Venerdì le dichiarazioni di Jerome Powell a Jackson Hole hanno provocato una possente spinta di ribasso e hanno fatto precipitare l'S&P500 a 4057.66 punti (-3.37%). Il capo della FED ha dato l'impressione di voler perseguire una politica monetaria piuttoste restrittiva prendendo in considerazione la possibilità che questo possa provocare una recessione economica. Powell sembra mettere la sua priorità nel combattere l'inflazione. Questo ha spaventato gli investitori in azioni ma non ha impressionato più di quel tanto il mercato delle obbligazioni. Il reddito dell'USTBond decennale é salito, come previsto settimana scorsa, a 3.04% - venerdì l'incremento é stato però solo del +0.01%.
A breve é difficile stimare se la correzione é finita o se l'S&P500 deve cadere più in basso e raggiungere l'obiettivo originario a 3900 punti. Gli indicatori di ipervenduto (RSI sull'S&P500 a 43.88 punti), di eccesso di ribasso, gli oscillatori e gli indicatori di sentiment (Fear&Greed Index a 44 punti, -5) non solo su quei valori estremi che normalmente assicurano la presenza di un solido minimo. È possibile che sullo slancio l'S&P500 possa scendere più in basso anche perché molti traders long sono stati sorpresi venerdì dall'ampiezza e velocità della spinta di ribasso e quindi ci saranno ancora dei traders che devono vendere e chiudere posizioni speculative long. L'USD Index (108.75 con possibile doppio massimo) sembra però su un massimo insieme ai tassi d'interesse sui titoli di Stato in USD. Stimiamo di conseguenza, sulla base della correlazione tra questi mercati, che il minimo di questa correzione sia vicino ed imminente. È improbabile che le borse possano riprendere in tempi brevi il rialzo malgrado che gli indicatori di base (59.2% dei titoli sopra la SMA a 50 giorni, Bullish Percent Index sul NYSE a 54.32 punti) siano ancora rialzisti. Dopo il tonfo di venerdì ci deve prima essere una decelerazione e una fase di accumulazione prima che gli indici azionari possano ricominciare a salire. Considerando i cicli pensiamo che l'S&P500 debba fare base sui 4000 punti fino a metà settembre prima che possa iniziare a muoversi nuovamente al rialzo.
Al momento la possibilità che le borse si trovino in un bear market e che quindi la spinta di ribasso di venerdì possa avere una sostanziale e sostenibile continuazione ci sembra molto bassa - strutturalmente il mercato sembra ancora abbastanza solido con una modesta espansione dei nuovi minimi. L'unico problema é che gli investitori si lasciano trascinare eccessivamente dalle emozioni e che quindi il mercato é estremamente volatile (VIX a 25.56 punti, +3.78). Nessuno sembra aver notato che venerdì Jerome Powell ha reso le sue future decisioni sui tassi d'interesse dipendenti dallo sviluppo degli indicatori economici - gli Stati Uniti sembrano muoversi verso una recessione e noi non pensiamo che la FED possa seguire una politica monetaria molto restrittiva. Joe Biden spende però a piene mani tentando di assicurarsi il sostegno degli elettori in occasioni delle elezioni di medio termine di inizio novembre. Sarebbe meglio che FED e Governo agissero in armonia e non con politiche contrapposte e divergenti come avviene ora.
Teniamo d'occhio, con attenzione e da vicino, i mercati obbligazionari. I movimenti del reddito dell'USTB decennale ci diranno quello che pensa la maggior parte degli investitori - sarà questo mercato in fine dei conti a indicare quale direzione devono prendere i mercati azionari.

Le performance settimanali degli indici azionari sono state le seguenti:
Eurostoxx50             -3.39% a 3603 punti
SX7E (banche)          -4.28% a 77.76 punti
DAX                         -4.23% a 12971 punti
SMI                          -1.92% a 10942 punti
FTSE MIB                  -2.84% a 21895 punti
S&P500                     -4.04% a 4057.66 punti
Nasdaq100                -4.81% a 12605 punti

Settimana scorsa il mercato é stato molto nervoso e volatile con ampi movimenti nelle due direzioni (S&P500 -2.14%, -0.22%, +0.29%, +1.41%). Fino a venerdì molti hanno tentato di indovinare sulla base dei dati economici che venivano mano a mano pubblicati, cosa avrebbe detto Jerome Powel venerdì. Finalmente venerdì alle 16.00 la tensione si é scaricata al termine di un discorso relativamente breve - Jerome Powell ha condensato le sue riflessioni in una decina di minuti. Gli investitori hanno però avuto bisogno di una trentina  di minuti per prendere una decisione. L'S&P500 alle 15.30 ha aperto sui 4200 punti, poco dopo le 16.00 é caduto a 4163 punti per in seguito rimbalzare nuovamente a 4200 punti. Poi c'é stata una prima consistente spinta di ribasso e l'S&P500 é precipitato a 4125 punti. Sembrava volersi fermare su questo livello ma poi lentamente le vendite hanno ripreso il sopravvento e l'indice é sceso regolarmente e inesorabilmente fino alla chiusura a 4057.66 punti (-3.37%). È stata una seduta pessima sotto tutti punti di vista - non solo per la pesante perdita di 141 punti. I dati della giornata sono in effetti estremamente negativi (A/D a 977 su 7227, NH/NL a 332 su 781 e volume relativo a 0.95) con tutti i settori travolti dalle vendite (DJT -3.86%, Nasdaq100 -4.10%, RUT -3.30%). Normalmente dopo una seduta del genere c'é un breve ed evanescente rimbalzo tecnico ma in seguito ci devono ancora essere delle vendite. Non crediamo che i 4057 punti rappresentino il minimo della correzione.

Ovviamente anche le borse europee venerdì sono precipitate (Eurostoxx50 -1.93% a 3603 punti, performance settimanale del -3.39%) - come avevamo anticipato solo l'SMI svizzero (-1.10% a 10942 punti) si é salvato grazie ai suoi titoli difensivi. Nel dopo borsa però gli indici azionari europei hanno ulteriormente perso terreno. Alle 22.00 l'Eurostoxx50 valeva 3568 punti e dobbiamo aspettarci lunedì mattina che le contrattazioni riprendano da questo livello (ca -1%). La situazione tecnica delle borse europee ricalca quella americana. Poiché l'economia europea sembra decisamente più debole di quella americana e poiché il problema energetico sembra in Europa acuirsi con ovvie conseguenze sulle attese d'inflazione, crediamo che le prossimo futuro sia preferibile puntare su Wall Street piuttosto che sulle borse dell'UE.
Ripetiamo però che, secondo gli indicatori tecnici (specialmente DSI), l'USD Index sembra essere su un massimo significativo - di conseguenza crediamo che l'USD nei prossimi mesi debba perdere di valore rispetto all'EUR. Il cambio tra le valute potrebbero compensare la sottoperformance dei mercati azionari europei.

Commento del 20-21 agosto

Correzione intermedia causata dall'ipercomperato e dal rimbalzo dei tassi d'interesse - tendenza di base al rialzo

Riassunto:
Alcuni dati economici, pubblicati durante la settimana, hanno suggerito che l'inflazione, specialmente in Europa, non é ancora sotto controllo. Come previsto il reddito dell'US Treasury Bonds decennale é risalito a 2.98%. Venerdì c'é stata una seduta decisamente negativa (S&P500 -1.29% a 4228.48 punti) che ha condizionato la performance settimanale. Finalmente si sta sviluppando l'attesa correzione minore ed intermedia - per il momento questa correzione segue lo scenario descritto in precedenti commenti. Strutturalmente la borsa appare ancora robusta e quindi il calo non dovrebbe essere importante. Oscillatori e RSI mostrano però che la correzione é appena iniziata e dovrebbe durare ancora quanche giorno. I Summation Index sono da venerdì in calo. La tendenza di fondo della borsa americana resta al rialzo con il 71.7% dei titoli sopra la SMA a 50 giorni ed il Bullish Percent Index sul NYSE a 59.02.

Questo fine settimana sono assente e quindi non ho il tempo per effettuare un'analisi dettagliata. Passo subito alle conclusioni.
L'obiettivo della correzione minore é a 4100 punti di S&P500 - come preannunciato settimana scorsa. Questo movimento dovrebbe essere correlato ad una breve salita del reddito dell'USTB decennale sopra il 3.00%. La correzione deve essere utilizzata per ottimizzare il portafoglio azionario. A settembre prevediamo una ripresa dinamica del rialzo che dovrebbe sfociare su un nuovo record storico dell'S&P500. I settori ciclici e i titoli di crescita verrano favoriti rispetto ai settori difensivi. A breve sarà quindi l'SMI svizzero a mostrare la migliore performance relativa. In seguito bisognerà puntare su Nasdaq100 e Russell2000.

Le performance settimanali degli indici azionari sono state le seguenti:
Eurostoxx50             +1.23% a 3730 punti
SX7E (banche)          -4.45% a 81.24 punti
DAX                         -1.12% a 13544 punti
SMI                          +0.26% a 11156 punti
FTSE MIB                  -1.90% a 22534 punti
S&P500                     -1.21% a 4228.48 punti
Nasdaq100                -2.38% a 13242 punti

Commento del 13-14 agosto

Il rialzo dai minimi di giugno/luglio continua - la mancanza di una correzione intermedia é una prova della forza del mercato

Riassunto: Mercoledì é stato pubblicato il CPI (indice dei prezzi al consumo) negli Stati Uniti di luglio. Su base mensile l'indice é rimasto invariato (+0.00%) - su base annuale la crescita dei prezzi é stata del +8.5%, in netto calo dal picco di +9.1% di giugno. Il costante calo dei prezzi del petrolio (WTI) dai 120+ USD al barile di giugno agli attuali 92.09 USD, ha avuto la sua ovvia conseguenza. Il presidente Biden ha potuto annunciare trionfante che l'inflazione é del +0.0% e la borsa é decollata (S&P500 +2.13%). Molti investitori sono dell'opinione che la FED abbandonerà la politica monetaria restrittiva e sono corsi a comperare azioni malgrado fondamentali ancora ostili. Noi avevamo previsto questa reazione emotiva - era logico che dei dati altalenati su inflazione e crescita economica avrebbero influenzato l'umore degli investitori e fatto oscillare ampiamente gli indici azionari.
Secondo l'analisi tecnica esistevano già due settimane fà le premesse per una correzione minore fino ai 3900 punti di S&P500 - non é però necessario che l'ipercomperato venga compensato e assorbito tramite una correzione. Se la spinta di rialzo é possente, come nel caso attuale, gli indici possono estendere il rialzo ignorando temporaneamente le barriere tecniche e spostando la correzione nel tempo e su livelli superiori. Venerdì la borsa americana ha avuto un'altra ottima seduta e l'S&P500 ha chiuso sul massimo a 4280.15 punti (+1.73%). È possibile che la correzione parta dai 4300-4320 punti con obiettivo sui 4100 punti - questa però é solo un'ipotesi basata su indicatori e resistenze, fisse o dinamiche (MM a 200 giorni). In un mercato molto emotivo e dominato dai flussi di liquidità saranno a breve le notizie e i dati economici a provocare le prossime spinte nelle due direzioni. A corto termine una correzione minore é ancora lo scenario più probabile - a medio termine il rialzo dovrebbe continuare (la tendenza di fondo é positiva con il 81.2% dei titoli sopra la SMA a 50 giorni e il Bullish Percent Index sul NYSE a 59.63) e manteniamo il nostro obiettivo a 5000 punti di S&P500. Restiamo long e investiti in azioni.
Le borse europee non riescono a tenere il ritmo dell'America e gli indici azionari europei sottoperformano quelli americani. È la logica conseguenza delle differenze tra i due continenti per quel che riguarda le prospettive di crescita economica e l'inflazione. La crisi energetica attanaglia l'Europa che é maggiormente dipendente dalle forniture di gas dalla Russia - i prezzi dell'elettricità e del gas naturale continuano a salire. Pensiamo che questo effetto debba perdurare e siamo convinti che al momento sia più interessante investire in America che in Europa malgrado che parte della differenza di performance verrà assorbita dalla svalutazione dell'USD (cambio EUR/USD a 1.0260).
Ora l'attenzione degli investitori si sposta sulla prossima riunione della FED americana del 20-21 settembre. Se qualche settimana fà tutti erano convinti che la FED avrebbe annunciato un ulteriore aumento dei tassi di riferimento del +0.75%, ora un incremento del +0.5% sembra più appropriato. Il rialzo della borsa delle ultime due settimane e il ritrovato ottimismo degli investitori (Fear&Greed Index a 55 punti (+2) contro i 24 di inizio luglio) ci fanno però credere che molti pensano che la FED debba fare una pausa e i tassi d'interesse non saliranno più. Attenzione perché il mercato delle obbligazioni (reddito dell'USTBond decennale a 2.84%) manda dei segnali tecnici discordanti - sembra che a breve il reddito debba rimbalzare sui 3.00%-3.20% e questo potrebbe innescare la correzione della borsa.   

Le performance settimanali degli indici azionari sono state le seguenti:
Eurostoxx50             +1.38% a 3776 punti
SX7E (banche)          +2.69% a 85.03 punti
DAX                         +1.63% a 13795 punti
SMI                          -0.05% a 11128 punti
FTSE MIB                  +1.70% a 22970 punti
S&P500                     +3.26% a 4280.15 punti
Nasdaq100                +2.71% a 13565 punti
 
Se il rally a New York di mercoledì (S&P500 +2.13%) é giustificato dai dati sull'inflazione quello di venerdì (S&P500 +1.73% a 4280.15 punti) sembra unicamente legato ad aspetti tecnici. Molti traders sono ancora pessimisti e short - parlano di bear market rally e prevedono una ripresa del ribasso con nuovi minimi annuali. Questo scetticismo é comprensibile - crea però un folto gruppo di investitori che presto o tardi si ritrova a dover chiudere posizioni short in perdita o dover rincorrere il mercato e comperare quanto avevano venduto tra maggio e giugno. Le inchieste affettuate tra i vari tipi di investitori mostrano che molti portafogli sono ancora sottoinvestiti. Il rally di venerdì sembra un effetto del short covering - nei social media circolava la convinzione che questa gamba di rialzo dovesse esaurirsi sotto i 4200 punti e la rottura di mercoledì, confermata giovedì (S&P500 -0.07% a 4207 punti) ha indotto molti a comperare. L'S&P500 venerdì ha aperto a 4228 punti, é oscillato per ore sui 4219-4236 punti ed é salito per le 17.15 a 4243 punti. A questo punto i compratori hanno preso il controllo delle operazioni e l'indice é salito in maniera regolare fino alla chiusura a 4280.15 punti (+1.73%). Il rialzo ha coinvolto tutti i settori (Nasdaq100 +2.06%, DJT +0.49%, RUT +2.09%) e ovviamente la seduta é stata decisamente positiva con A/D a 6592 su 1598, NH/NL a 1646 su 133 e volume relativo 0.8. Da giorni il "respiro" del mercato é in miglioramento - i nuovi minimi a 30 giorni (NL) sono evaporati mentre i Summation Index sono in costante ascesa.
A livello di sentiment appare un problema - mentre a luglio c'era ancora molto scetticismo per quel che riguardava la possibilità di un rialzo ora l'umore é cambiato e gli investitori cominciano a credere al rialzo e scommettono long (CBOE Equity put/call ratio a 0.50). Ora non solo gli oscillatori mostrano ipercomperato - anche indicatori tradizionali come la RSI (S&P500 a 71.67) mostrano un eccesso.
Le premesse per una correzione intermedia di un 200-300 punti di S&P500 sono ideali - ci vuole però un catalizzatore per far scattare le vendite. Nel calendario economico di settimana prossima non scorgiamo però nulla in grado di provocare dei tumulti sul mercato.

Un ammorbidimento della politica monetaria della FED dovrebbe provocare un calo dei tassi d'interesse di mercato e un indebolimento dell'USD. Al momento però sembra che il reddito dell'USTB decennale si sia stabilizzato sui 2.80% e l'USD Index si sia fermato sui 105 punti. Teniamo d'occhio questi due mercati (divise e tassi d'interesse) per cercare di capire quali sono le intenzioni degli investitori. Se i tassi d'interesse di mercato a breve salgono a causa di un rimbalzo tecnico e l'USD Index non cala é probabile che la borsa debba correggere. Negli scorsi mesi i movimenti su questi due mercati hanno preceduto e anticipato quelli dei mercati azionari.
 
Commento del 6-7 agosto

Finora l'ipercomperato viene assorbito con un consolidamento

Riassunto:I prezzi del petrolio scendono (WTI 89.01 USD/barile) insieme a quelli di molte materie prime. È probabile che nel futuro i dati sull'inflazione siano meno preoccupanti di quelli rilevati negli scorsi mesi. Molti analisti ed investitori cominciano a parlare del "FED pivot" - così viene definito l'atteso cambiamento di politica monetaria da parte delle Banche Centrali che noi abbiamo descritto regolarmente nei nostri commenti settimanali. Per combattere la recessione pensiamo che nel futuro la FED americana debba nuovamente abbassare i tassi d'interesse e seguire una politica monetaria espansiva con un maggiore sostegno dei mercati finanziari. Questa fase non sarà però priva di turbolenze e di periodi di incertezza - i tassi d'interesse non scenderanno in maniera lineare e il rialzo delle borse sarà interrotto da correzioni intermedie e consolidamenti. Una settimana fà avevamo rilevato una situazione di ipercomperato e di eccesso di rialzo degli indici azionari. Pensavamo che l'S&P500, catturato dalla densa zona di resistenza a 4080-4180 punti, dovesse fermarsi e correggere - il nostro obiettivo ideale per questa correzione intermedia si situava sui 3900 punti. Finora l'indice non ha corretto - si é semplicemente fermato. Giovedì 4 agosto l'S&P500 ha toccato un massimo di periodo a 4170 punti - ha terminato la settimana a 4145.19 punti (-0.16%). Malgrado la modesta performance settimanale positiva (+0.36%) il mercato azionario americano ha mostrato i muscoli. C'erano tutte le premesse per una correzione - venerdì i buoni dati sul mercato del lavoro (+528'000 nuovi posti di lavoro contro i previsti +250'000) hanno fatto riaccendere i rischi d'inflazione e hanno fatto salire i tassi d'interesse di mercato (reddito dell'USTBond decennale a 2.83%, +0.15%). La borsa ha però reagito bene - dopo un tuffo fino a 4107 punti l'indice ha recuperato e ha chiuso 38 punti più in alto con una piccola perdita di 12 punti. Sembra che il mercato voglia assorbire l'ipercomperato con un semplice consolidamento.
Anche le borse europee si sono comportate bene e sono salite fino a giovedì quando hanno toccato un nuovo massimo a 30 giorni (Eurostoxx50 massimo a 3781 punti, chiusura venerdì a 3725 punti (-0.78%)).
A corto termine abbiamo una situazione contraddittoria. Gli indicatori mostrano che la tendenza di fondo é al rialzo (68.7% dei titoli USA sopra la SMA a 50 giorni, Bullish Percent Index sul NYSE a 53.94). A corto termine però ci sono ancora degli accessi che andrebbero teoricamente assorbiti con una correzione. L'S&P500 non sembra in grado di superare di slancio i 4180 punti. I traders sono speculativamente long (CBOE Equity put/call ratio a 0.58) e l'umore degli investitori é decisamente migliorato in poco tempo (Fear&Greed Index a 50 punti). A breve c'é troppo ottimismo. Di conseguenza crediamo che la correzione non é ancora finita. Durata ed ampiezza dipenderanno probabilmente dai dati economici che verranno prossimamente pubblicati. Ci aspettiamo che il reddito dell'USTBond decennale torni sui 3% riaccendendo la discussione sulla politica monetaria della FED. Più si parlerà della possibilità che la FED debba ancora alzare i tassi d'interesse di riferimento e più aumenterà il rischio che ci sia un breve vuoto d'aria fino ai 3900 punti di S&P500.
Per quel che riguarda la politica d'investimento rimaniamo positivi, siamo investiti in azioni in maniera neutrale sulla base del profilo d'investimento e manteniamo un obiettivo a 6-9 mesi a 5000 punti di S&P500. Sembra però che questa fase di rialzo faccia fatica a svilupparsi e abbia bisogno di un lungo tempo di incubazione prima che si verifichi un'accelerazione. Bisogna restare investiti in azioni e sconsigliamo di vendere ora tentando di "giocare" la correzione. I traders possono provare a prendere posizioni speculative short  - il rischio é che la correzione si risolva con una consolidamento di un paio di settimane intorno ai 4100 punti di S&P500. Chi é ancora sottoinvestito dovrebbe avere nel prossimo futuro delle buoni occasioni d'acquisto a livelli inferiori di quelli attuali.

Le performance settimanali degli indici azionari sono state le seguenti:
Eurostoxx50             +0.47% a 3725 punti
SX7E (banche)          +3.46% a 82.80 punti
DAX                         +0.67% a 13574 punti
SMI                          -0.20% a 11123 punti
FTSE MIB                  +0.81% a 22586 punti
S&P500                     +0.36% a 4145.19 punti
Nasdaq100                +2.00% a 13207 punti

È stata una settimana relativamente tranquilla con borse poco mosse e con moderati volumi di titoli trattati. A New York abbiamo avuto quattro sedute negative e solo una positiva - il balzo di mercoledì (S&P500 +1.56%) ha però permesso agli indici di avere una performance settimanale generalmente positiva. Ancora una volta sono stai comperati i settori di crescita mentre ci sono state vendite sui settori difensivi - la conseguenza é stata la perdita settimanale dell'SMI svizzero (-0.20%) e il netto guadagno del Nasdaq100 (+2.00%) sul cui grafico appare un'impressionante serie di 8 candele verdi - significa che gli investitori comprano i momenti di debolezza e l'indice termina la seduta sopra il livello d'apertura - questo é un segnale di forza. La buona forma delle borse é sottolineata dai Summation Index che continuano a salire - la maggior parte dei titoli sta guadagnando. Le performances da inizio anno sono ancora decisamente negative (S&P500 -13.03% / Eurostoxx50 -13.33%) ma il recupero dai minimi di giugno e luglio é sostanziale. Ci sono perfino degli indici azionari in guadagno (FTSE100 inglese +0.75%, PSI portoghese +9.11%) contro la logica economica (recessione in Gran Bretagna).
La seduta di venerdì é stata condizionata dal report sul mercato del lavoro americano a luglio. Dopo il dato delle 14.30 estremamente positivo e il balzo dei tassi d'interesse sull'USD, molti si aspettavano un crollo della borsa. Invece il future sull'S&P500 é caduto in preborsa "solo" a 4103 punti e l'indice ha aperto sul minimo a 4107 punti. Per le 16.15 l'S&P500 aveva recuperato fino a 4151 punti. Poi il mercato si é calmato, gli indici si sono stabilizzati e l'S&P500 ha chiuso nella parte superiore del range giornaliero con una modesta perdita di 12 punti (-0.16% a 4145.19 punti). La seduta al NYSE é stata positiva (grazie al rialzo del Russell2000 +0.81%) con A/D a 4265 su 3909, NH/NL a 1247 su 243 e volume relativo a 0.9. La volatilità VIX é scesa (!) a 21.15 punti (-0.29), il CBOE Equity put/call ratio é rimasto basso a 0.58 e il Fear&Greed Index si é fermato in zona neutra a 50 punti. Questa settimana gli oscillatori, legati al momentum, sono scesi diminuendo la situazione di ipercomperato. Dovrebbero però ulteriormente scendere - tramite una pausa di consolidamento o un calo degli indici - come di preciso non lo sappiamo e non abbiamo elementi per prevederlo. Notiamo però che finora le borse hanno ignorato il rimbalzo dei redditi delle obbligazioni. Tutti sono convinti che il picco dell'inflazione é stato raggiunto - forse ci vorranno dei dati in grado di confutare questa tesi per innescare una correzione intermedia delle borse che secondo noi a questo punto é tecnicamente dovuta e auspicabile. Ci prepariamo ad una serie di dati economici contradditori che dovrebbe causare un andamento altalenante delle borse per alcune settimane. Ciclicamente é possibile che il rialzo riprenda in maniera dinamica solo a metà ottobre.

Commento del 30-31 luglio

Il rialzo a medio termine é confermato - a breve ipercomperato e resistenze dovrebbero provocare una correzione minore 

Riassunto: Mercoledì 27 luglio la FED americana ha alzato i tassi d'interesse di riferimento di un +0.75% portando quello dei FED Funds al 2.5%. Questa mossa per combattere l'inflazione era stata preannunciata da tempo e non ha sorpreso gli investitori. La borsa ha reagito con tre sedute di forte rialzo (S&P500 +2.62%, +1.21% e +1.42%) - il rally é stato favorito dai buoni risultati trimestrali di alcuni colossi della tecnologia. Powell nel suo discorso di mercoledì sera si é mostrato preoccupato del rallentamento economico e molti analisti e investitori hanno interpretato le sue dichiarazioni come l'intenzione di voler cambiare nei prossimi mesi la politica monetaria. Questo corrisponde al nostro scenario di base - la spinta inflazionistica dovrebbe diminuire mentre al centro delle preoccupazioni delle Banche Centrali dovrebbe entrare il rischio di recessione. Confermiamo la nostra previsione - nei prossimi mesi la politica monetaria dovrebbe diventare nuovamente espansiva e favorire il rialzo delle borse specialmente in America. Wall Street ha anticipato questa mossa. Dal minimo di metà giugno a 3636 punti l'S&P500 (+1.42% a 4130.29 punti) venerdì é risalito fino ai 4140 punti (+504 punti o +13.86%!). Nel frattempo il reddito dell'US Treasury Bond decennale é caduto dai 3.49% di giugno agli attuali 2.67%.
Per questa settimana noi ci aspettavamo un rialzo dell'S&P500 fino ai 4050-4070 punti - é andata meglio del previsto - noi abbiamo operato come preannunciato e abbiamo chiuso le nostre posizioni speculative long tra i 4095 ed i 4135 punti - i buoni risultati trimestrali di Microsoft e Google mercoledì e Apple e Amazon venerdì ci hanno indotto ad alzare i nostri limiti di vendita. A 4080-4180 punti c'é però una densa zona di resistenza. A corto termine, secondo gli oscillatori, la borsa americana é ipercomperata e i traders sono speculativamente long (da giorni la CBOE Equity put/call ratio (0.61) é bassa). Il reddito delle obbligazioni, che é strettamente inversamente correlato con la borsa, é sceso di molto in poco tempo - dovrebbe esserci ora un rimbalzo anche perché il prezzo del petrolio non scende più (prezzo del petrolio WTI a 98.62 USD/barile). Di conseguenza, come abbiamo preannunciato nel commento di settimana scorsa, ora dovrebbe iniziare una correzione intermedia a corto termine - l'S&P500 dovrebbe ridiscendere nelle prossime una a due settimane sui 3900 punti. Questo livello é indicativo poiché molti fattori emotivi influenzano a breve l'ampiezza delle oscillazioni degli indici - gli investitori sono ancora nervosi ed incerti e reagiscono istericamente ai dati sull'inflazione, a quelli sulla possibile recessione e alle notizie riguardanti i vari focolai di crisi (guerra in Ucraina, scarsità di energia in Europa, tensioni tra USA e Cina, ecc.).
Malgrado i numerosi problemi politici ed economici il rialzo delle borse iniziato a metà giugno sembra sostanziale e sostenibile e noi confermiamo la nostra previsione - l'S&P500 dovrebbe salire nei prossimi 6 a 9 mesi su un nuovo record storico - il nostro obiettivo indicativo é a 5000 punti. La tendenza di fondo della borsa americana é ora long con il 66.0% dei titoli sopra la SMA a 50 giorni ed il Bullish Percent Index sul NYSE a 49.66.
Noi restiamo investiti in azioni ed intendiamo ritornare long sull'S&P500 (futures) al termine dell'attesa correzione intermedia che dovrebbe partire settimana prossima.
Le borse europee faticano a seguire l'America - i rischi di recessione in Europa sono più alti che in America considerando la dipendenza dell'economia dalla fornitura di gas dalla Russia. Inoltre la BCE ha meno spazio di manovra poiché il suo tasso d'interesse di riferimento é al 0.5% e sta continuando a comperare titoli di Stato (QE) per impedire che lo spreads di alcuni Paesi come l'Italia salga eccessivamente.
Pensiamo che nei prossimi mesi le borse europee debbano sottoperformare quella americana - questa differenza dovrebbe essere in parte compensata da un rialzo del cambio EUR/USD (1.0230).

Le performance settimanali degli indici azionari sono state le seguenti:
Eurostoxx50             +3.10% a 3708 punti
SX7E (banche)          +4.43% a 80.03 punti
DAX                         +1.74% a 13484 punti
SMI                          +0.45% a 11145 punti
FTSE MIB                  +5.63% a 22405 punti
S&P500                     +4.26% a 4130.29 punti
Nasdaq100                +4.45% a 12948 punti

Fino a mercoledì gli investitori sono rimasti in attesa delle decisioni della FED. Le sedute di lunedì e martedì hanno visto le borse marciare sul posto o perdere qualche punto. Qualcuno a preferito non prendere rischi e vendere mentre nessuno ha osato comperare nel timore che la Banca Centrale americana esagerasse nel combattere l'inflazione. Una volta che da decisione é stata comunicata é sparita l'incertezza e le borse sono decollate - sui grafici degli indici americani appaiono tre convincenti candele verdi ad indicare tre sedute di forte rialzo con chiusura vicine ai massimi giornalieri. Il copione si é ripetuto nell'ultima seduta della settimana. L'S&P500 venerdì ha aperto a 4089 punti, ha brevemente ritracciato fino ai 4079 punti, é balzato fino a 4120 punti ed é poi ricaduto a 4092 punti. Dopo la chiusura In Europa i rialzisti hanno preso il controllo delle operazioni e l'S&P500 é salito regolarmente fino ad un massimo a 4140 punti. Solo sul finale l'indice é ridisceso a 4130.29 punti (+1.42%). Ancora una volta é stata la tecnologia a trascinare il listino (Nasdaq100 +1.81% a 12948 punti). La seduta al NYSE é stata positiva con A/D a  5486 su 2658, NH/NL a 1943 su 322 (da giorni in miglioramento) e volume relativo a 1.05. I Summation Index continuano a salire. La volatilità VIX é scesa a 21.33 punti (-1.00), la CBOE Equity put/call ratio era bassa a 0.61 mentre il Fear&Greed Index é salito a 42 punti (+3 punti ma ancora sotto i 50 punti). Per il momento gli investitori sono ancora scettici e molti attendono ansiosi la ripresa del ribasso - nessuno riesce a capacitarsi del fatto che malgrado il probabile inizio di una recessione (in USA ci sono stati due trimestri di crescita negativa del PIL) la borsa possa reagire in maniera positiva. Tutti sottovalutano l'effetto di un probabile cambiamento della politica monetaria ed il fatto che molto dell'attuale pessimismo degli investitori é ingiustificato. Nei prossimi mesi é probabile che molti saranno obbligati a saltare sul treno in corsa seguendo le vecchie regole - mai combattere contro la FED. Inoltre nessun portfolio manager può permettersi di essere sottoinvestito in una fase di rialzo - l'investire seguendo un mercato di riferimento ha le sue regole.
In Europa gli investitori hanno ricomperato l'Italia ora che la situazione per i prossimi mesi é chiara - avremo elezioni anticipate. La BCE si é però schierata a sostegno del mercato dei titoli di Stato e questo ha diminuito i timori di un crollo e ha fatto riaffluire la liquidità. Il DAX é invece ancora frenato dal problema dell'approvvigionamento energetico. Il difensivo SMI svizzero in questa fase sottoperforma - non ci si può aspettare altro. Per saldo l'Eurostoxx50 3708 punti) ha avuto una solida performance settimanale (+3.10%). 
Prepariamoci ora ad una correzione intermedia - dovrebbe costituire l'ultima occasione d'acquisto prima dell'accelerazione del rialzo. Riteniamo altamente improbabile che i minimi annuali vengano nuovamente testati. Non si possono però escludere sorprese tipo un intervento militare cinese a Taiwan. In questo caso un crollo delle borse é ancora possibile. 

Commento del 23-24 luglio

Il nostro scenario si sta delineando - molti segnali tecnici positivi

Riassunto: Come sapete noi ci aspettiamo l'inizio di una recessione economica. Questo sviluppo dovrebbe obbligare le Banche Centrali a cambiare la politica monetaria. Finora il problema é stata l'inflazione e quindi le Banche Centrali hanno adottato una politica monetaria restrittiva alzando a raffica i tassi d'interesse di riferimento - questa settimana per esempio la BCE ha alzato il costo del denaro del +0.5% abbandonando il regime dei tassi d'interesse negativi. Tra qualche mese il problema principale sarà il rallentamento economico e quindi la politica monetaria dovrebbe nuovamente diventare espansiva. Normalmente i mercati finanziari anticipano questo sviluppo - in particolare i redditi delle obbligazioni segnalano questo cambiamento cominciando a scendere. A metà giugno il reddito dell'US Treasury Bond decennale aveva toccato un massimo annuale a 3.49% - venerdì il reddito é caduto a 2.77% (-0.14%) - l'inversione di tendenza é evidente e indiscutibile. Anche i mercati azionari dovrebbero entrare in una fase di rialzo poiché vengono stimolati dal sostegno delle Banche Centrali, dalla liquidità e dal ritrovato ottimismo degli investitori che da mesi sono decisamente pessimisti (Fear&Greed Index ancora a 39 punti).
L'S&P500 ha raggiunto un minimo annuale a 3636 punti il 17 giugno in concomitanza con il massimo del rendimento del USTBond. Questa settimana l'S&P500 é brevemente salito sopra i 4000 punti prima di chiudere a 3961.63 punti (-1.77%). Noi avevamo previsto una settimana positiva con una salita a 3950 punti. L'indice é risalito in un mese di circa un +10% dal minimo - molti analisti parlano di bear market rally provocato dalla temporanea chiusura di posizioni short. Noi evitiamo definizioni - secondo noi questo rialzo é sostenibile e sarà sostanziale. Il nostro obiettivo a medio termine (6-9 mesi) resta a 5000 punti e questo significa un nuovo massimo storico. Non possiamo escludere che il minimo di giugno venga nuovamente testato. Settimana prossima ci aspettiamo un ulteriore rally di un centinaio di punti ma poi avremo una situazione di ipercomperato che dovrebbe obbligare il mercato ad effettuare una sensibile correzione intermedia. Le caratteristiche di questa correzione ci daranno chiare indicazioni per il futuro. In questa fase negativa ci aspettiamo che il mercato resti strutturalmente forte con una sana rotazione tra settori - il reddito dell'USD Treasury Bond decennale non dovrebbe più risalire sopra il 3.12% per confermare la testa e spalle ribassista. Sul fronte dell'inflazione arrivano le attese notizie positive - il prezzo del petrolio é sceso a 94.70 USD al barile (WTI) mentre il prezzo del grano é precipitato sotto il livello registrato prima dell'invasione russa dell'Ucraina.
Anche sul mercato delle divise appare un'inversione di tendenza - il cambio EUR/USD (1.0215) sale dopo essere caduto brevemente a luglio sotto la parità - crediamo che questo é solo l'inizio di una fase di rialzo. Nei prossimi mesi il differenziale dei tassi d'interesse dovrebbe muoversi in favore dell'EUR poiche la BCE é in ritardo rispetto alla FED per quel che riguarda il ciclo monetario.
Restiamo long sull'S&P500 a 3800 punti - pensiamo di prendere i guadagni nel caso che settimana prossima l'S&P500 salga sui 4050 punti. Siamo fondamentalmente long sulle borse - anche i nostri indicatori di base stanno migliorando (51.0% dei titoli americani sopra la SMA a 50 giorni, Bullish Percent Index sul NYSE a 42.06) con la conseguenza che molti sistemi tecnici si apprestano a fornire dei segnali d'acquisto. Gli indici azionari americani di riferimento sono saliti questa settimana sopra la media mobile a 50 giorni - gli indici azionari europei si apprestano a farlo. Il quadro tecnico sta migliorando.  

Le performance settimanali degli indici azionari sono state le seguenti:
Eurostoxx50             +3.43% a 3596 punti
SX7E (banche)          +3.52% a 76.63 punti
DAX                         +3.02% a 13253 punti
SMI                          +1.04% a 11096 punti
FTSE MIB                  +1.33% a 21212 punti
S&P500                     +2.55% a 3961.63 punti
Nasdaq100                +3.44% a 12396 punti

Questa settimana malgrado la caduta del governo Draghi in Italia e la seduta decisamente negativa venerdì a Wall Street (S&P500 -0.93% a 3961.63 punti) gli indici azionari hanno guadagnato terreno. Noi eravamo convinti che Draghi avrebbe terminato la legislatura - evidentemente ci siamo sbagliati e abbiamo sottovalutato l'instabilità del sistema politico italiano. Per fortuna le conseguenze negative sono state modeste - sia il FTSE MIB che l'indice europeo delle banche SX7E hanno avuto una performance settimanale positiva.
In America abbiamo avuto due sedute negative e tre positive - sembra che i compratori sono più forti e convinti dei venditori. Le sedute positive hanno visto gli indici azionari chiudere sui massimi giornalieri mentre nelle giornate negative ci sono stati degli acquisti sul finale. Gli investitori comprano nuovamente tecnologia e settori "rischiosi" e il numero dei nuovi massimi si sta lentamente espandendo (NH/NL venerdì a 1383 su 256). I Summation Index continuano a salire. Nel complesso questo rialzo iniziato a metà giugno sembra sano e non solo provocato dallo short covering. L'unico aspetto che ci lascia perplessi é finora la tiepida reazione del mercato al netto calo del rendimento delle obbligazioni - ci saremmo aspettati maggiore entusiasmo specialmente del settore tecnologico.
Venerdì l'S&P500 ha aperto a 4000 punti e sullo slancio é salito fino a 4012 punti di massimo. Poi l'indice é scivolato verso il basso fino alle 20.15 quando ha toccato il minimo a 3938 punti. Nelle ultime due ore di contrattazioni l'S&P500 é risalito lentamente fino a 3961.63 punti (-0.93%). La pressione di vendita era modesta ma diffusa (A/D a 2272 su 5929, volume relativo a 0.9). La perdita di 37 punti viene tecnicamente compensata dalla chiusura 23 punti sopra il minimo - abbiamo sia segnali negativi che positivi.
Gli investitori restano scettici e tendenzialmente pessimisti - molti parlano di bear market e sono convinti che nel corso dell'anno le borse scenderanno decisamente sotto i livelli di metà giugno (USA) e metà luglio (Europa). Noi giudichiamo i dati sul sentiment in maniera costruttiva - é normale che un rialzo venga inizialmente accompagnato e alimentato dallo scetticismo. A corto termine si profila una situazione di eccesso di rialzo e di ipercomperato - crediamo che nelle prossime due settimane l'S&P500 rimarrà bloccato nel range 3800-4050/4070 punti. Mercoledì 27 luglio la FED americana dovrebbe annunciare un ulteriore aumento dei tassi d'interesse di riferimento - in questa occasione l'S&P500 potrebbe toccare un massimo intermedio prima di correggere.
I dati tecnici riguardanti il sentiment sono contrastanti. La volatilità VIX (23.03 punti, -0.08 / in lento e costante calo dal 13 di giugno / in termini assoluti ancora piuttosto alta) e il Fear&Greed Index (39 punti, -3 punti) mostrano ancora un moderato pessimismo. Il CBOE Equity put/call ratio (0.73) é invece volatile e ballerino - suggerisce che i traders cambiano fronte e opinione velocemente e facilmente - questo rende il mercato instabile e difficilmente prevedibile sul cortissimo termine.
Continuiamo a monitorare da vicino i mercati delle divise e dei metalli preziosi. Per confermare il fatto che il rialzo dei mercati azionari é sostenibile il cambio EUR/USD (1.0215) dovrebbe continuare a salire (e non più cadere sotto la parità) insieme al prezzo dell'oro (1727 USD/oncia) e dei metalli preziosi in generale.

Commento del 16-17 luglio

Malgrado il trend ribassista e i fondamentali ostili le borse non crollano

Riassunto: La settimana é stata una brutta copia di quella precedente. Ancora una volta i mercati azionari sono stati sballottati da notizie e dati economici discordanti. L'S&P500 (+1.92% a 3863.16 punti) é scivolato verso il basso nelle prime quattro sedute - solo venerdì c'é stato un convincente rally che ha cancellato i segnali tecnici negativi che si erano accumulati nelle precedenti sedute e ha permesso di contenere la perdita settimanali. In fondo, malgrado che il quadro politico e macroeconomico non sia per niente entusiasmante, le borse reggono bene e danno segnali di forza. Gli indici azionari europei sembrano aver testato con successo (false e marginali rotture al ribasso) i minimi di marzo mentre in America da metà giugno abbiamo dei minimi ascendenti. Mancano ancora dei massimi ascendenti per poter ipotizzare la presenza di solidi minimi di medio termine, la fine della correzione e l'inizio di una sostenibile e sostanziale fase di rialzo.
I dati economici che stimano lo sviluppo futuro ci dicono che probabilmente le economie mondiali stanno entrando in recessione e quindi ormai molti economisti ed analisti si aspettano che la politica monetaria delle Banche Centrali nei prossimi mesi cambi. Per il momento i tassi di interesse di riferimento dovrebbero ancora salire ma sembra delinearsi un cambiamento - é questo che dovrebbe nel prossimo futuro permettere ai mercati azionari di ritrovare la via del rialzo. In ogni caso i tassi d'interesse di mercato non aumentano più e sembrano voler nuovamente scendere - il reddito dell'US Treasury Bond decennale resta sotto il 3% (2.93%, -0.03%) mentre il reddito del Bund decennale (1.13%) é decisamente sotto il massimo annuale di metà giugno (1.96%). I tassi d'interesse reali (nominale - inflazione) sono decisamente negativi e questo dovrebbe spingere la liquidità in direzione dei mercati azionari appena gli investitori decideranno di essere più coraggiosi e meno pessimisti (Fear&Greed Index a 27 punti).
L'unico problema resta il conflitto ucraino e il suo influsso sui mercati dell'energia (prezzo del petrolio WTI a 97.59 USD). Abbiamo più volte discusso questo tema in prededenti commenti e sapete cosa ci aspettiamo e cosa sarebbe necessario per stimolare gli acquisti di azioni.
Questa settimana c'é anche stata la crisi politica in Italia con le dimissioni di Mario Draghi respinte dal Presidente Mattarella . Questo ha influenzato negativamente la borsa italiana, i titoli bancari e in generale i mercati borsistici europei. Se come noi credete che Mario Draghi riuscirà a terminare la legislatura e in Italia non ci saranno elezioni anticipate potete adesso speculativamente comperare l'indice SX7E o azioni italiane.
Il cambio EUR/USD (1.0090) sembra aver toccato il fondo dopo una falsa rottura della barriera psicologica della parità. Da questo livello ci aspettiamo che il cambio salga in direzione di 1.20. Le correlazioni fino a fine anno dovrebbero funzionare in questa maniera: calo dei tassi d'interesse di mercato e dell'USD, rialzo delle borse, dei prezzi delle materie prime (con l'eccezione del comparto energia) e dei metalli preziosi. I primi a muoversi in questa direzione sono stati i tassi d'interesse - ora devono seguire le borse. Entro la fine di luglio il consolidamento dell'S&P500 sui 3700-3900 punti deve finire. 

Le performance settimanali degli indici azionari sono state le seguenti:
Eurostoxx50             -0.84% a 3477 punti
SX7E (banche)          -7.23% a 74.02 punti
DAX                         -1.16% a 12864 punti
SMI                          -0.30% a 10982 punti
FTSE MIB                  -3.86% a 20933 punti
S&P500                     -0.93% a 3863.16 punti
Nasdaq100                -1.17% a 11983 punti

Le borse sono scese nelle prime quattro sedute della settimana e noi eravamo decisamente perplessi - questo comportamento sembrava in contraddizione con quanto di positivo avevamo visto nella settimana precedente. Per fortuna venerdì c'é stato un netto cambiamento e si é verificato un convincente rally. Forse nei giorni precedenti gli investitori si sono lasciati eccessivamente influenzare dalla crisi politica italiana e dalla caduta dell'EUR.
Venerdì le borse europee hanno aperto praticamente invariate e nulla lasciava presagire che avremmo avuto un'ottima giornata. I compratori sono apparsi all'apertura e a fasi alternanti hanno dominato per tutta la giornata (Eurostoxx50 +2.37% a 3477 punti). Nel pomeriggio l'S&P500 ha aperto in netto rialzo a 3840 punti. Dopo un breve ritracciamento fino ai 3817 punti, l'S&P500 é salito per la chiusura in Europa sui 3860 punti. Per il resto della giornata é oscillato una ventina di punti sotto questo livello e ha chiuso sul massimo giornaliero a 3863.16 punti (+1.92%). Tutto il listino ha partecipato alla festa (Nasdaq100 +1.83%, DJT +1.90%, RUT +2.16%) con la conseguenza che la seduta al NYSE é stata decisamente positiva (A/D a 6530 su 1649, NH/NL a 587 su 368, volume relativo a 0.9). I Summation Index salgono. La tendenza di fondo della borsa americana é ancora al ribasso (30.8% dei titoli sopra la SMA a 50 giorni, Bullish Percenti Index sul NYSE a 26.37) ma appaiono sembra più segnali di forza relativa - la pressione di vendita é sparita (i NL diminuiscono) mantre notiamo su parecchi grafici delle evidenti inversioni di tendenza.
Molti traderse piccoli investitori con un orizzonte d'investimento a corto termine sono ancora convinti che la borsa americana é in un bear market e si aspettano nel futuro dei nuovi minimi annuali. Ora dovrebbero cominciare ad innervosirsi poiché il minimo del 17 giugno (3636 punti di S&P500) é ormai lontano. Ci aspettiamo che il short covering provochi ad un certo momento una possente spinta di rialzo - se l'S&P500 riuscisse a tornare sopra i simbolici 4000 punti avremo una conferma che la tendenza é cambiata.
Siamo long a 3800 punti sull'S&P500 e siamo convinti che le borse stiamo facendo base e dovrebbero a breve cominciare a muoversi con decisione al rialzo. Nella prossima settimana l'S&P500 dovrebbe provare a salire in direzione della resistenza sui 3945 punti.

Commento del 9-10 luglio

La tendenza sta cambiando ma il passaggio da ribasso a rialzo richiede tempo

Riassunto: La settimana é terminata con una performance positiva degli indici azionari. Abbiamo però avuto segnali contrastanti sia dal punto di vista economico che tecnico - sia ribassisti che rialzisti hanno elementi per sostenere le proprie tesi. Le borse hanno guadagnato terreno ma gli indici hanno unicamente compensato (parte) delle perdite della settimana precedente e non hanno superato i precedenti massimi della fine di giugno - in questo senso la serie di massimi e minimi discendenti che contrassegnano un mercato ribassista non é ancora stata interrotta. Sul fronte economico abbiamo avuto dati incoraggianti da una parte (mercato del lavoro) e preoccupanti dall'altra (vendite al dettaglio). Il mercato dell'energia é ancora in balia del conflitto ucraino e ora l'opinione generale é che la Russia bloccherà la fornitura di gas all'Europa. La conseguenza é che il prezzo del petrolio non scende (104.79 USD al barile) e i prezzi del gas in Europa schizzano alle stelle. L'Europa teme di dover trascorrere l'inverno al freddo a causa della carenza di energia elettrica e gas. Gli investitori sono indecisi sulle prospettive economiche e questo si rispecchia sui tassi d'interesse che cambiano direzione quasi giornalmente. Il reddito dell'USTBond decennale é tornato sopra il 3% (3.09%).
Da un punto di vista tecnico le borse sono in territorio neutro e non abbiamo segnali particolari. Non abbiamo situazioni di ipercomperato o ipervenduto (RSI tra 45 e 53 punti). Mancano chiari segnali d'acquisto o di vendita. La tendenza di base della borsa americana resta ribassista con il 31.7% dei titoli sopra la SMA a 50 giorni ed il Bullish Percent Index sul NYSE a 29.55. D'altra parte la borsa americana nel suo complesso manda segnali incoraggianti. C'é stata una serie di quattro sedute positive che é stata unicamente interrotta dal modesto calo di venerdì (S&P500 -0.08% a 3899.38 punti). La tecnologia mostra i muscoli (Nasdaq100 +0.14% a 12125 punti, performance settimanale di +4.66% in 4 sedute) e compensa ampiamente la debolezza del comparto energia. In questo senso i minimi di metà giugno sembrano essere definitivi e la correzione iniziata ad inizio anno sembra essere terminata. I mercati azionari non sembrano però ancora avere abbastanza forza e partecipazione per poter partire al rialzo in maniera sostenibile e duratura. I volumi sono modesti e malgrado che i Summation Index continuino a salire lentamente il movimento sembra fragile e a rischio di fallimento (basterebbero due o tre sedute decisamente negative per interrompere il rialzo).
Solo sul mercato delle divise si delinea un possibile cambiamento. L'USD é in eccesso di rialzo mentre l'EUR é ipervenduto. I DSI (Daily Sentiment Index) sono da giorni in posizione estrema con USD costantemente sopra i 90 punti e EUR sotto i 10 punti. A breve dovrebbe per lo meno esserci un forte rimbalzo tecnico che potrebbe innescare un'inversione di tendenza. Visto che il cambio EUR/USD é vicino alla magica barriera della parità (1.0185) é probabile che il rimbalzo inizi dopo una breve caduta sotto 1. I traders possono pianificare una posizione long.
Nel complesso é difficile prevedere cosa potrebbe succedere nelle prossime due o tre settimane. In linea di massima, in mancanza di chiari segnali e tendenze, é probabile che il consolidamento sui livelli attuali debba continuare. La correzione (o bear market) del primo semestre sembra finita. Mancano però le basi per ricominciare a salire. Ci sono ancora troppe incertezze e le Banche Centrali sembrano ancora intenzionate a combattere l'inflazione invece che agire per evitare una recessione. Teniamo d'occhio i tassi d'interesse intorno ai quali sembrano gravitare tutti gli altri mercati finanziari.

Le performance settimanali degli indici azionari sono state le seguenti:
Eurostoxx50             +1.69% a 3506 punti
SX7E (banche)          +0.07% a 79.79 punti
DAX                         +1.58% a 13015 punti
SMI                          +2.27% a 11015 punti
FTSE MIB                  +1.96% a 21774 punti
S&P500                     +1.94% a 3899.38 punti
Nasdaq100                +4.66% a 12125 punti

In fondo é stata una settimana tranquilla con movimenti delle borse limitati. Solo giovedì c'é stato un netto balzo in America (S&P500 +1.50%) - per il resto abbiamo avuto una serie di sedute tranquille con bassi volumi di titoli trattati. Anche venerdì non ci sono state sorprese. L'S&P500 ha aperto a 3886 punti, é sceso sul minimo a 3869 punti ed é salito sul massimo a 3918 punti. Sui 3900 punti sembra però esserci un'importante zona di resistenza e la borsa non sembra per ora aver la forza necessaria per superarla. L'indice é quindi ridisceso e ha chiuso praticamente invariato a 3899.38 punti (-0.08%). La seduta al NYSE é stata di poco negativa con A/D a 3870 su 4220, NH/NL a 680 su 158 e volume relativo a 0.7. La situazione di stasi ed equilibrio é apparsa in tutti i settori (DJT -0.52%, RUT -0.01%).
Fino a quando non si delieerà una chiara tendenza sui tassi d'interesse e sui prezzi dell'energia é improbabile che le borse possano muoversi in maniera sostanziale. I tassi d'interesse di mercato (in USD e EUR) e i prezzi dell'energia sono toppish (sembrano aver raggiunto un massimo e si deliea un'inversione di tendenza). Devono però decisamente scendere per invogliare gli investitori a riprendere rischi e comperare azioni.

Commento del 02-03 luglio

Il reddito dell'USTB decennale scende a 2.88% - ora tocca all'S&P500: dopo il consolidamento deve ricominciare a salire

Riassunto: Dopo il rally della settimana precedente questa settimana ci aspettavamo un consolidamento - le borse dovevano compensare a breve una situazione di eccesso di rialzo e l'S&P500 doveva fare una pausa intorno ai 3900 punti. Invece nelle prime quattro sedute della settimana gli indici sono nuovamente scivolati verso il basso - abbiamo avuto quattro sedute negative con un tonfo martedì (S&P500 -2.01%). La pressione di vendita era nel complesso modesta ma é evidente che gli investitori non hanno ancora voglia di comperare. Solo venerdì c'é stata finalmente una reazione positiva (S&P500 +1.05% a 3825.33 punti). Gli indici americani hanno ritracciato solo circa la metà dei guadagni della settimana precedente - gli indici europei sono rimasti (di poco) sopra i minimi di marzo. Di conseguenza la situazione tecnica del mercato, malgrado la tendenza di base ribassista (24.6% dei titoli USA sopra la SMA a 50 giorni, Bullish Percent Index sul NYSE a 28.33) resta costruttiva con segnali positivi a livello di partecipazione - i NL sono relativamente pochi mentre i Summation Index tendenzialmente salgono.
Il reddito dell'US Treasury Bond decennale é sceso in una settimana dal 3.13% al 2.88% - il trend rialzista é stato rotto e sembra che si sia verificata un'inversione di tendenza. Conoscete il nostro scenario di base - siamo convinti che nei prossimi mesi la paura dell'inflazione verrà sostituita dal rischio di recessione - questo obbligherà le Banche Centrali ad adottare nuovamente una politica monetaria accomodante a sostegno della crescita economica e dei mercati finanziari. Questo dovrebbe provocare una sostanziale spinta di rialzo in grado di far salire l'S&P500 su un nuovo record storico. Il calo dei tassi d'interesse di mercato é il primo tassello di questo mosaico. Ora abbiamo bisogno che i prezzi dell'energia comincino a scendere (Petrolio WTI a 108.43 USD/barile) e che l'USD si indebolisca (USD Index a 104.88). Forse dovremmo aspettare fino alla prossima riunione della FED del 26-27 luglio prima che le borse possano partire decisamente al rialzo.
Naturalmente anche degli sviluppi positivi sul mercato dell'energia potrebbero influenzare positivamente le borse. Gli investitori sono talmente pessimisti (Fear&Greed Index a 24 punti) che basterebbe poco per stimolare gli acquisti di azioni. I dati sull'inflazione stanno già migliorando - le componenti legate ad alimentari ed energia continuano ad aumentare di prezzo ma il resto delle componenti (core) rispecchiano già il rallentamento congiunturale e sono in pari o in calo.
In generale ci aspettiamo ancora un paio di settimane di consolidamento delle borse sui livelli attuali. Le borse europee rischiano di continuare a sottoperformare la borsa americana.

Le performance settimanali degli indici azionari sono state le seguenti:
Eurostoxx50             -2.40% a 3448 punti
SX7E (banche)          -5.00% a 79.73 punti
DAX                         -2.33% a 12813 punti
SMI                          -0.49% a 10770 punti
FTSE MIB                  -3.46% a 21354 punti
S&P500                     -2.21% a 3825.33 punti
Nasdaq100                -4.29% a 11585 punti

Dopo quattro sedute negative venerdì finalmente le borse si sono risollevate. Questo é un segnale positivo - spesso l'ultima seduta di una settimana completa il trend delle precedenti sedute e prima della lunga pausa della Festa dell'Indipendenza era logico aspettarsi una certa prudenza da parte degli investitori. Il fatto invece che la scelta sia stata quella di comperare ed andare long é un chiaro rigetto della possibilità di un ulteriore test del minimo dell'S&P50 del 16 giugno a 3636 punti.
L'S&P500 ha aperto a 3784 punti e dopo una breve caduta é salito per le 16.00 a 3806 punti. In seguito é sceso per le 17.40 sul minimo giornaliero a 3752 punti - notiamo che il minimo del giorno precedente a 3736 punti non é stato avvicinato. Dopo l'S&P500 é salito a balzi irregolari fino ai 3828 punti e ha chiuso a 3825.33 punti. La seduta al NYSE é stata positiva con A/D a 5748 su 2422, NH/NL a 289 su 742 e volume relativo a 0.9. La volatilità VIX é scesa a 26.70 punti (-2.01) mentre il CBOE Equity put/call ratio era a 0.69. Tutti i settori hanno contribuito al rialzo (Nasdaq100 +0.71%, DJT +1.01%, RUT +1.16%). In generale non abbiamo indicatori in posizione estrema e quindi é difficile fare delle previsioni a corto termine sulla sviluppo del mercato. L'impressione generale é però che il ribasso iniziato a gennaio é finito ed ora le borse stanno provando a fare base - questa fase di passaggio dalla predominaza delle vendite a quella degli acquisti dovrebbe durare ancora delle settimane ed essere contrassegnata da volatilità. Bisogna avere pazienza, leggere con attenzione i comunicati delle Banche Centrali e osservare da vicino gli sviluppi sui vari mercati finanziari (tassi d'interesse, divise, prezzi delle materie prime). Questi sviluppi dovrebbero confermare il nostro scenario economico e di politica monetaria che dovrebbe avere come logica conseguenza un rialzo delle borse nella seconda parte dell'anno.

Lunedì 4 luglio, in occasione delle Festa dell'Indipendenza, la borsa americana é chiusa.

Commento del 25-26 giugno

La situazione economica evolve come previsto - il rialzo a Wall Street sembra essere sostenibile

Riassunto: Una settimana fà gli indici azionari erano ipervenduti e in eccesso di ribasso con investitori estremamente pessimisti. Sul punto tornante costituito dalla scadenza dei derivati di giugno (17 giugno) avevamo previsto la presenza di un minimo intermedio e l'inizio di un rimbalzo di cui non potevamo ancora conoscere le caratteristiche. Nel frattempo la situazione economica sta cambiando e la paura dell'inflazione viene lentamente sostituita del timore di una recessione. I mercati obbligazionari stanno anticipando un cambio nella politica monetaria delle Banche Centrali che saranno obbligate cambiare strategia. Il rallentamento economico attenua la spinta inflazionistica e quindi probabilmente la FED tornerà nei prossimi mesi a sostenere l'economia ed i mercati finanziari con una politica monetaria espansiva ed accomodante.
Le borse hanno reagito a questa prospettiva con un rally - l'S&P500 é salito questa settimana del +6.45% malgrado che la borsa americana lunedì fosse chiusa - sono bastate le sedute di martedì (+3.31%) e venerdì (+3.06% a 3911.74 punti) a cambiare radicalmente la situazione. Questa spinta di rialzo é giovane (4 sedute) e non siamo ancora in grado di dire se si tratta di un semplice rimbalzo tecnico in un bear market o dell'inizio di una sostanziale e sostenibile fase di rialzo - non abbiamo ancora conferme tecniche. L'indice ha superato di slancio la zona di resistenza a 3800-3900 punti e ha chiuso numerosi gaps. Grazie al momentum l'S&P500 dovrebbe per lo meno essere in grado di tornare sui 4100 punti. Ovviamente noi difendiamo l'ipotesi che sia iniziata l'attesa fase di sostenibile rialzo con obiettivo a 5000 punti anche perché i dati sulla partecipazione stanno decisamente migliorando - la tecnologia (Nasdaq100 +3.49% a 12105 punti, performance settimanale a +7.44%) ha ripreso a trascinare il mercato. D'altra parte tra gli investitori regna ancora lo scetticismo (Fear&Greed Index a 28 punti) e quindi esiste ancora parecchio carburante per alimentare nelle prossime settimane il rialzo.
Parlando di carburante vengono subito in mente i prezzi dell'energia - il petrolio é sceso a 107.62 USD al barile (WTI) (il massimo a 130 USD di marzo é ormai lontano) mentre il gas é trattato a 6.27 USD contro il massimo a 9.66 USD dell'8 di giugno. In generale i prezzi delle materie prime sono da settimane in calo e questo nei prossimi mesi dovrebbe riflettersi positivamente sull'inflazione. Il problema a questo punto non é il prezzo ma l'approvvigionamento. Questa é la nostra unica preoccupazione per quel che riguarda il nostro scenario rialzista a medio termine per le borse. La performance settimanale del DAX tedesco (-0.06%) mostra che evidentemente non siamo gli unici ad essere preoccupati. L'industria tedesca é la più esposta al rischio di recessione nel caso in cui Putin decidesse di bloccare le forniture di gas all'Europa. Riteniamo che questa sia una concreta possibilità e quindi preferiamo decisamente la borsa americana a quelle europee. Siamo tornati long sull'S&P500 alle rottura sopra i 3800 punti.

Le performance settimanali degli indici azionari sono state le seguenti:
Eurostoxx50             +2.75% a 3533 punti
SX7E (banche)          +1.86% a 83.93 punti
DAX                         -0.06% a 13118 punti
SMI                          +3.57% a 10823 punti
FTSE MIB                  +1.52% a 22119 punti
S&P500                     +6.45% a 3911.74 punti
Nasdaq100                +7.44% a 12105 punti

Venerdì é stata una giornata interessante poiché l'azione dei rialzisti é finalmente apparsa costante, potente e inarrestabile. La mattina le borse europee hanno aperto in pari - subito sono arrivati gli acquisti e gli indici europei e americani sono saliti senza sensibili ritracciamenti fino alla chiusura. L'Eurostoxx50 ha chiuso sul massimo a 3533 punti (+2.82%) ma il rialzo dei listini é proseguito fino alle 22.00 quando l'indice europeo ha raggiunto il valore teorico di 3564 punti.
L'S&P500 ha aperto in gap up a 3831 punti e per le 16.20 era già a 3886 punti. Fino alle 20.30 é oscillato intorno a questo valore in un range di 25 punti. Infine ha ricominciato a salire, ha toccato un massimo a 3921 punti e ha chiuso a 3911.74 punti (+3.06%). Al rialzo hanno partecipato tutti i settori (DJT +3.96%, RUT +3.16%) e in particolare la tecnologia (Nasdaq100 +3.49%). La seduta al NYSE é stata decisamente positiva con A/D a 6393 su 1820, NH/NL a 666 su 337 e volume relativo a 1.4 (!). I dati sul sentiment sono contrastanti (VIX a 27.23 punti (-1.82), CBOE Equity put/call ratio a 0.51, Fear&Greed Index a 28 punti (+5)). Il rally ha sorpreso molti e quindi é possibile che prosegua senza pause alimentato da chi é ancora short ed é obbligato a chiudere la posizione comperando. Tecnicamente appare a breve un accesso di rialzo e di speculazione che dovrebbe essere compensato con un consolidamento di alcuni giorni sui 3900 punti di S&P500. Per il momento gli indicatori di base puntano ancora al ribasso (23.7% dei titoli sopra la SMA a 50 giorni, Bullish Percent Index sul NYSE a 27.31) ma ci aspettiamo nelle prossime sedute un netto miglioramento anche nel caso di una pausa nel rialzo - questi indicatori infatti hanno bisogno di tempo per reagire. I Summation Index stanno salendo - il movimento é iniziato sul Nasdaq martedì e da giovedì ha coinvolto anche il NYSE.
Siamo convinti che siamo all'inizio del rialzo estivo che, per coincidenza, é partito lo stesso giorno dell'inizi dell'estate. Come sapete ci aspettiamo che i tassi d'interesse di mercato ricomincino a scendere (reddito dell'USTBond decennale a 3.13%, reddito del Bund tedesco decennale a 1.4375%) e che l'USD debba perdere di valore - siamo quindi rialzisti sul cambio EUR/USD che non ha toccato la parità come molti "esperti" prevedono da anni.
L'unica incognita riguarda la guerra in Ucraina e in particolare la possibilità che Putin, come misura di ritorsione, blocchi le forniture di gas verso l'Europa. Noi riteniamo purtroppo questo scenario molto probabile e quindi l'Europa deve prepararsi ad un inverno al freddo e ad una recessione economica alla quale la BCE non ha nessun strumento per opporsi. In questo caso é improbabile che le borse europee possano seguire il rialzo dell'America.
Concretamente se l'S&P500 nei prossimi 6 mesi guadagna un +25% le borse europee potrebbero fermarsi ad un +10% con una rivalutazione dell'EUR sull'USD di un +10%/+20%. In pratica ci aspettiamo che la FED ritorni ad applicare una politica monetaria estremamente espansiva nel tentativo di evitare per le elezioni di metà mandato una recessione economica.

Commento del 18-19 giugno

Abbiamo sottovalutato la forza del ribasso a Wall Street - gli indici europei sono ancora sopra i minimi di marzo
Indici ipervenduti e sentiment pessimo - ci sarà a breve un rally di cui non conosciamo ancora le caratteristiche

Riassunto: Da inizio anno l'S&P500 (+0.22% a 3674.84 punti) ha perso il -22.90%. L'indice ha toccato venerdì 17 giugno un nuovo minimo annuale a 3636 punti. Noi pensavamo che i 3810 punti del 20 maggio fossero un solido minimo dal quale doveva svilupparsi una sostanziale e sostenibile fase di rialzo. Gli indicatori di base (13.2% dei titoli sopra la SMA a 50 giorni, Bullish Percent Index sul NYSE a 19.97 punti) erano però ancora orientati al ribasso e quindi l'inversione di tendenza era ancora un'ipotesi senza conferma. Purtroppo ci siamo sbagliati. Già lunedì l'S&P500 ha accelerato al ribasso e ha rotto il supporto a 3820 punti. I dati sull'inflazione in aumento e gli incrementi dei tassi d'interesse da parte di numerose Banche Centrali hanno spaventato gli investitori - il ciclo di rialzo dei tassi d'interesse sembra essere solo all'inizio.
Venerdì c'é stata la grande scadenza dei derivati di giugno - spesso in questa occasione gli indici si trovano su dei massimi o dei minimi intermedi - ovviamente in questa occasione potrebbe esserci stato un minimo. Gli indici sono ipervenduti e in eccesso di ribasso - gli investitori sono decisamente pessimisti (Fear&Greed Index a 14 punti). È quindi probabile che la prossima settimana inizi con un rimbalzo. I grafici offrono però poche speranze - non sembra che il ribasso sia terminato. Solo a livello fondamentale vediamo dei segnali costruttivi - il prezzo del petrolio sta calando (WTI a 107.99 USD al barile) e i tassi d'interesse di mercato scendono (reddito dell'USTBond decennale a 3.25%). A livello settoriale notiamo che la tecnologia (Nasdaq100 +1.24% a 11266 punti) comincia a sovraperformare mentre avviene una rotazione tra i titoli del settore energia (deboli) e quelli del settore finanziario (relativamente forti). È quindi possibile che qualcosa stia cambiando. Notiamo inoltre che gli indici azionari europei, malgrado due pessime settimane, non sono ancora scesi sotto i minimi di marzo.
Le nostre posizioni long sono state chiuse alla rottura del supporto a 3820 punti di S&P500 - ora aspettiamo lo sviluppo della situazione - ci sembra troppo tardi per vendere e prima di prendere ulteriori decisioni preferiamo attendere l'esito del rimbalzo che si verificherà settimana prossima. Attenzione che lunedì 20 giugno la borsa americana é chiusa.

Le performance settimanali degli indici azionari sono state le seguenti:
Eurostoxx50             -4.47% a 3438 punti
SX7E (banche)          -0.62% a 83.25 punti
DAX                         -4.62% a 13126 punti
SMI                          -5.71% a 10531 punti
FTSE MIB                  -3.36% a 21788 punti
S&P500                     -5.79% a 3674.84 punti
Nasdaq100                -4.78% a 11266 punti

La settimana é stata pessima con due sedute catastrofiche - lunedì (S&P500 -3.88%) e giovedì (S&P500 -3.33%) gli indici azionari hanno subito pesanti perdite. Le vendite hanno colpito non solo i mercati azionari ma anche altri beni normalmente negativamente correlati come i metalli preziosi o le cryptocurrencies (Bitcoin a 18'300 USD contro il massimo a 69'000 USD di novembre 2021). Gli investitori sembrano quindi in panico e vendono di tutto (anche i settori difensivi come alimentari e farmaceutica) per aumentare la liquidità in portafoglio. Spesso questo comportamento si verifica alla fine di una fase di ribasso - possono però ancora esserci parecchie sedute negative con ulteriori crolli significativi.
Venerdì scadevano i derivati di giugno - era quindi una giornata particolare contrassegnata da alti volumi di titoli trattati (volume relativo a 1.8). Malgrado che esistessero già le premesse ideali per l'inizio di un sostanziale rimbalzo gli indici hanno guadagnato relativamente poco terreno (Eurostoxx50 +0.31% a 3438 punti, S&P500 +0.22% a 3674.84 punti). Non diamo però troppo peso a questa fiacca reazione - d'abitudine quando scadono i derivati c'é volatilità ma per saldo pochi movimenti poiché la maggior parte delle posizioni speculative sono già state chiuse o prolungate nei giorni precedenti.
In effetti la seduta di venerdì é stata relativamente tranquilla - l'S&P500 ha aperto a 3682 punti, é salito sul massimo a 3707 punti ed é caduto sul minimo a 3636 punti. Dopo le 16.45 la seduta era praticamente finita. L'S&P500 ha recuperato e si é stabilizzato intorno ai 3685 punti - ha chiuso a 3674.84 punti (+0.22%). La seduta al NYSE é stata positiva con A/D a 5330 su 2953 e NH/NL a 205 su 1348 (pochi NL = divergenza positiva). La volatilità VIX é scesa a 31.13 (-1.82) mentre il CBOE Equity put/call ratio era ancora piuttosto alto a 0.72 (MM a 10 giorni a 0.73). I Summation Index sono in calo. Finora sui grafici appaiono delle serie di massimi e minimi discendenti tipici di un bear market - i rimbalzi dalle situazioni di ipervenduto sono anemici e il pessimismo resta diffuso.
È difficile stimare quando il ribasso potrebbe finire. Ci vorrebbe un cambiamento nella retorica delle Banche Centrali. Per almeno ancora un mese i dati sull'inflazione saranno però pessimi mentre a luglio la FED dovrebbe nuovamente aumentare i tassi d'interesse. Di conseguenza a breve é possibile e probabile che ci sia una stabilizzazione specialmente se il prezzo del petrolio si ferma sui 100 USD al barile e i tassi d'interesse di mercato si bloccano. Sembra però che prima di metà luglio non possano esserci le premesse fondamentali per l'inizio di un rialzo.
 
Commento del 11-12 giugno

Errore di valutazione - lo scenario rialzista é però, fino a prova contraria, ancora valido

Riassunto: Eravamo convinti che l'S&P500 dal minimo del 20 maggio a 3810 punti avesse iniziato una sostanziale e sostenibile fase di rialzo. Quando a fine maggio l'S&P500 era tornato sopra i 4100 punti pensavamo che non si trattasse di un bear market rally ma dell'inizio dell'atteso rialzo. Credevamo che la pausa sopra i 4100 punti fosse di accumulazione - invece c'é stata distribuzione. Questa settimana le borse sono nuovamente pesantemente cadute e l'ipotesi del rialzo é fortemente messa in discussione anche perché i nostri indicatori di base (22.1% dei titoli USA sopra la SMA a 50 giorni, Bullish Percent Index sul NYSE a 41.47 punti) sono formalmente ancora ribassisti. L'errore ovviamente si estende a tutti i mercati strettamente correlati e sui quali ci aspettavamo un'inversione di tendenza: il prezzo del petrolio (120.67 USD al barile / WTI) non ricade sotto i 100 USD, il reddito del'USTreasury Bond decennale (3.15%) é risalito sopra il 3% tornando a testare il massimo annuale e l'USD Index (104.23 punti) rimane vicino ai 104 punti.
Il nostro scenario macroeconomico si sta però concretizzando - l'economia americana si sta indebolendo e rischia di cadere in recessione - per logica nei prossimi mesi la diminuzione della domanda dovrebbe far calare il prezzo del petrolio e diminuire le attese d'inflazione. I tassi d'interesse di mercato dovrebbero tornare a scendere. Nell'immediato però prevalgono le notizie negative - secondo il dato pubblicato venerdì l'inflazione negli Stati Uniti ha raggiunto il +8.6% - gli investitori hanno reagito negativamente a quello che sembra un rischio di stagflazione. Una recessione insieme ad una spinta inflazionistica é il peggio che possa capitare ad un'economia.
Oggettivamente nessuno degli indici azionari che analizziamo é sceso sotto i precedenti minimi annuali. Questo vale sia per le borse europee (Eurostoxx50 a 3599 punti, -3.36%), i cui minimi restano quelli registrati a marzo (Eurostoxx50 a 3387 punti), che per la borsa americana (S&P500 a 3900.86 punti (-2.91%) contro il precedente minimo del 20 maggio a 3810 punti). Questo vale anche per la tecnologia (Nasdaq100 a 11832 punti (-3.56%) contro il precedente minimo del 20 maggio a 11493 punti). Di conseguenza, fino a prova contraria, non possiamo ancora dichiarare che lo scenario rialzista é sbagliato. Realisticamente però lo spazio di manovra é limitato - all'S&P500 mancano solo 90 punti o un -2.3% ad un nuovo minimo annuale. Considerando quanto é successo giovedì (-2.38%) e venerdì (-2.91%), il trend ribassista di cortissimo termine e il momentum é possibile che già settimana prossima il bear market diventi una realtà confermata.
A favore della possibilità della ripresa del rialzo gioca il sentiment che resta catastrofico - gli investitori oscillano tra il pessimismo e il panico (VIX a 27.75 punti (+1.66), CBOE Equity put/call ratio a 0.89, Fear&Greed Index a 28 punti (-4)). Gli analisti fondamentali dipingono scenari foschi mentre si parla continuamente dell'inflazione, dell'effetto negativo dell'aumento del costo del denaro, della guerra in Ucraina che spinge al rialzo i prezzi dell'energia e dei cereali e della pandemia in Cina che continua a frenare la produzione e l'esportazione di beni indispensabili per far funzionare le economie occidentali. In mezzo a tutto questo si tende a dimenticare che la disoccupazione resta estremente bassa mentre i consumi rimangono elevati. I tassi d'interesse reali sono ancora ampiamente negativi e la liquidità é abbondante. Le borse potrebbero ancora rinascere e riprendere a volare come una fenice.
Solo una netta caduta degli indici azionari sotto i precedenti minimi annuali ci obbligherebbe ad abbandonare il nostro scenario di un rialzo estivo.
Le borse europee continuano a seguire da vicino la borsa americana. Questa settimana l'annuncio da parte della BCE di voler alzare il tasso d'interesse di riferimento a luglio ha scosso i mercati obbligazionari e ha messo sotto pressione in particolare le borse dei Paesi fortemente indebitati come l'Italia. Resta da capire se questa reazione negativa é giustificata dai fondamentali o ha solo radici psicologiche. È però evidente che se i tassi d'interesse di mercato e gli spreads aumentano le borse non potranno recuperare. Il bonus di cui ha goduto l'Italia nei primi mesi dell'anno potrebbe tramutarsi in un malus.

Le performance settimanali degli indici azionari sono state le seguenti:
Eurostoxx50             -4.88% a 3599 punti
SX7E (banche)          -7.31% a 83.77 punti
DAX                         -4.83% a 13761 punti
SMI                          -3.86% a 11084 punti
FTSE MIB                  -6.70% a 22547 punti
S&P500                     -5.05% a 3900.86 punti
Nasdaq100                -5.70% a 11832 punti

Le borse sono rimaste stabili e tranquille fino a mercoledì. Solo giovedì e venerdì si é verificato un crollo. L'S&P500 é rimasto tre sedute sopra i 4100 punti - la successiva rottura al ribasso é stata però devastante e indiscutibile.
Venerdì l'S&P500 ha aperto in gap down e sul massimo giornaliero a 3955 punti. Alle 16.30 era già sceso a 3905 punti e ha chiuso sul minimo a 3900 punti (-2.91%) con una pesante perdita di 117 punti. La seduta al NYSE é stata pessima (come quella di giovedì) con A/D a 1184 su 7115, NH/NL a 195 su 848 e volume relativo a 1.0. A dire il vero ci aspettavamo più NL e maggiori volumi. Le vendite hanno travolto tutto il listino (Nasdaq100 -3.56%, RUssell2000 -2.73%). I Summation Index sono in calo. Questa seduta non offre oggettivamente molte speranze per settimana prossima. La variante più probabile sembra a breve una continuazione del ribasso almeno fino a testare i minimi annuali. Teniamo però d'occhio petrolio, USD e tassi d'interesse per una possibile reazione - i valori estremi di DSI suggeriscono che esiste una concreta possibilità di un'inversione di tendenza. Le prime sedute di settimana prossima saranno in questo senso decisive.

Commento del 4-5 giugno

Consolidamento sui 4100 punti di S&P500 - mercati in balia del petrolio e dei tassi d'interesse

Riassunto: Dal minimo annuale del 20 maggio a 3810 punti l'S&P500 é risalito per fine maggio fino a circa 4200 punti. Questa spinta di rialzo può essere un bear market rally o la prima ondata di una fase di rialzo di medio termine. Noi favoriamo decisamente la seconda variante e prevediamo un rialzo estivo fino a circa 5000 punti - questo rappresenterebbe un nuovo massimo storico. Una settimana fà avevamo previsto che questo rally iniziale avesse bisogno di una fase di consolidamento - pensavamo che tra martedì e mercoledì (lunedì la borsa americana é rimasta chiusa in occasione del Memorial Day) l'S&P500 dovesse ridiscendere sui 4100 per poi ripartire al rialzo. In effetti mercoledì l'S&P500 é ridisceso fino ai 4066 punti, é balzato giovedì a 4176 punti (+1.84%) ma é ricaduto venerdì a 4108.54 punti (-1.63%) - durante la settimana nessuna seduta é terminata con l'S&P500 sotto i 4100 punti. La seduta negativa di venerdì é stata provocata da dei buoni dati riguardanti il mercato del lavoro americano - i tassi d'interesse di mercato sono saliti (reddito dell'USTBond decennale a 2.96% (+0.04%)) e la borsa é precipitata trascinata come al solito verso il basso dai big della tecnologia (Nasdaq100 -2.67%). Al momento tutti gli investitori che agiscono sul mercato a breve si comportano seguendo il medesimo schema - alternando il rischio di recessione alla paura dell'inflazione fanno muovere i tassi d'interesse e la borsa - se i tassi d'interesse salgono la borsa scende zavorrata dalla tecnologia e viceversa. Oltre ai dati economici anche il prezzo del petrolio (WTI a 118.87 USD/barile) gioca in questa fase un ruolo determinante. Noi pensiamo che questa settimana, malgrado le performances negative degli indici, le borse si siano comportate ancora relativamente bene - hanno assorbito senza grandi cedimenti l'ipercomperato di corto termine, l'aumento dei tassi d'interesse e del prezzo del petrolio - gli indici hanno difeso i supporti.
Finora il rallentamento delle economie occidentali non ha avuto un influsso negativo sui prezzi dell'energia che si muovono sulla base di decisioni politiche - anche la speculazione finanziaria gioca un ruolo importante. Finora la nostra previsione di un prezzo del petrolio in calo decisamente sotto i 100 USD al barile é sbagliata - attenzione però che la situazione può cambiare velocemente e radicalmente visto che i dati sul sentiment (DSI) sono in territorio estremo per quel che riguarda bonds (tutti short e negativi) e petrolio (tutti long).
Gli indicatori di base riguardanti il trend di borsa in America (33.2% dei titoli sopra la SMA a 50 giorni, Bullish Percent Index sul NYSE a 49.11) segnalano formalmente ancora ribasso ma stanno decisamente migliorando - i Summation Index salgono. Noi restiamo positivi e posizionati long.
Pensiamo che settimana prossima il rialzo debba riprendere. Rileviamo che c'é ancora parecchio pessimismo (Fear&Greed Index a 27 punti) e molti analisti prevedono una recessione e borse in calo. Notiamo sul mercato delle opzioni ancora parecchi puts - la chiusura di questo posizioni short dovrebbe alimentare il rialzo - per la scadenza dei derivati di giugno (17 giugno) stimiamo che l'S&P500 debba salire sulla prossima importante resistenza a 4300 punti.
Le borse europee si limitano a seguire quella americana - ci sono delle differenze sulla base del peso dei settori (p.e. finanza in Italia) negli indici. Le oscillazioni del cambio EUR/USD compensano in parte le differenze di performance. Per il resto gli investitori apprezzare il fatto che la BCE sembra restia ad alzare i tassi d'interesse di riferimento e adottare una politica monetaria restrittiva - questo nei prossimi mesi dovrebbe favorire l'EUR a scapito dell'USD.

Le performance settimanali degli indici azionari sono state le seguenti:
Eurostoxx50             -0.66% a 3783 punti
SX7E (banche)          -1.97% a 90.38 punti
DAX                         -0.01% a 14460 punti
SMI                          -1.01% a 11529 punti
FTSE MIB                  -1.91% a 24166 punti
S&P500                     -1.20% a 4108.54 punti
Nasdaq100                -1.04% a 12548 punti

Gli occhi degli investitori sono puntati sull'America - a causa della chiusura lunedì a Wall Street (Memorial Day) abbiamo quindi avuto una settimana con sole 4 sedute rilevanti. Il calo di martedì e mercoledì era previsto - é stato modesto e gli indici hanno chiuso decisamente sopra i minimi giornalieri. La seduta di venerdì é stata per noi deludente poiché il rally di giovedì non ha avuto una continuazione. D'altra parte non ci si può aspettare altro quando vengono pubblicati dei dati economici diversi dalle previsioni e a causa di tensioni politiche i prezzi dell'energia salgono.
Le borse europee hanno chiuso in leggero calo (Eurostoxx50 -0.30% a 3783 punti) e anche nel dopo borsa non hanno ceduto (Eurostoxx50 alle 22.00 a 3789 punti). L'S&P500 ha avuto una seduta decisamente negativa - formalmente ha però svolto una seduta nel range del giorno precedente e ha difeso il supporto a 4100 punti.
L'indice ha aperto in calo a 4139 punti e all'inizio é sceso fino a 4117 punti. Per le 16.00 é risalito sul massimo giornaliero a 4142 punti - alle 17.15 é caduto sul minimo a 4098 punti. In seguito si é limitato ad oscillare ampiamente intorno a 4115 punti e ha chiuso a 4108.54 punti (-1.63%). Osserviamo con interesse il diagramma dell'S&P500 - le perdite più importanti si concentrano nei semiconduttori e nei big (Tesla -9.22%, Apple -3.86%) - i pochi guadagni sono nel settore dell'energia (ETF Energy +1.32%) - l'energia non basta però a bilanciare le perdite della tecnologia (Nasdaq100 -2.67% a 12548 punti) vista la differenza di peso dei due settori nell'indice.
La seduta al NYSE é stata negativa con A/D a 2206 su 6050, NH/NL a 547 su 137 e volume relativo a 0.7. La volatilità VIX é salita di poco a 24.79 punti (+0.07) - il CBOE Equity put/call ratio era relativamente alto a 0.77.

Nelle prossime settimane dovrebbero abbondare i segnali di un forte rallentamento economico specialmente negli Stati Uniti. La retorica della FED dovrebbe lentamente cambiare a favore di una politica monetaria in sostegno dell'economia a scapito della lotta contro l'inflazione. La diminuzione della domanda di petrolio insieme al forte aumento della produzione in America specialmente nel fracking dovrebbe finalmente alleviare le tensioni sul mercato e permettere al prezzo di ricadere sotto i 100 USD al barile. L'USD Index (102.18) dovrebbe ricadere sotto i 100 punti favorendo un'impennata del prezzo dell'oro. Gli investitori dovrebbero ricominciare a comperare massicciamente azioni appena vedranno che i tassi d'interesse di mercato sono in calo. Se questo scenario si sviluppa come pensiamo avremo probabilmente quel rialzo estivo delle borse che ora appare solo con possibilità nei grafici e nello sviluppo positivo degli indicatori di partecipazione.

Commento del 28-29 maggio

La prevista fase di sostenibile e sostanziale rialzo é iniziata
L'S&P500 é ipercomperato a corto termine ma ancora ipervenduto a medio termine

Riassunto: Nel primo trimestre del 2022 il PIL degli Stati Uniti é diminuito del -1.5%. Improvvisamente serpeggia la paura di una recessione mentre il rischio che una spirale inflazionistica travolga l'economia si affievolisce. Per assurdo la borsa reagisce con un rally alle notizie negative che provengono dal fonte economico. Questo é però esattamente quello che ci eravamo aspettati e rientra nella logica contorta dei mercati finanziari. Gli investitori temevano che la FED alzasse quest'anno più volte e massicciamente i tassi d'interesse di riferimento - per questa ragione venivano vendute le azioni di settori di crescita come quello tecnologico. Ora invece é molto probabile che la Banca Centrale sostenga nuovamente l'economia e i mercati con una politica monetaria espansiva. La liquidità torna a scorrere in direzione delle borse.
Dal minimo di una settimana fà a 3810 punti l'S&P500 é risalito a 4158 punti. Noi avevamo previsto un recupero fino a 4100 punti entro la fine del mese - abbiamo peccato di prudenza. Gli investitori sono ancora pessimisti (Fear&Greed Index a 17 punti) e molti si aspettano ancora una caduta degli indici azionari su dei nuovi minimi annuali e una capitolazione. La maggioranza degli analisti tecnici parla di bear market rally. Noi siamo invece decisamente più ottimisti - il rialzo é appena iniziato e confermiamo la nostra previsione. Abbiamo a che fare con una sostanziale e sostenibile fase di rialzo che dovrebbe permettere all'S&P500 di salire su un nuovo record storico - riteniamo che verso la fine dell'estate l'S&P500 debba raggiungere i 5000 punti.
Il rialzo verrà alimentato dalla liquidità e dallo scetticismo. Tutti saranno obbligati a salire sul treno in corsa poiché nessun professionista può permettersi in una situazione del genere di essere sottoinvestito. La psicologia farà il resto - dopo anni di bull market gli investitori privati sono abituati a comperare qualsiasi correzione - il rialzo finirà solo nell'euforia generale.
A corto termine la borsa americana é, secondo alcuni parametri tecnici, ipercomperata - noi ci aspettavamo una pausa sui 4100 punti di S&P500 prima che la prima spinta di rialzo permettesse all'indice di raggiungere i 4300 punti. Venerdi l'S&P500 ha superato di slancio i 4100 punti e ha chiuso sul massimo giornaliero a 4158.24 punti (+2.47%). Riteniamo che questo superamento sia una conseguenza del short covering e del fatto che lunedì 30 maggio la borsa americana sarà chiusa in occasione del Memorial Day. Chi doveva assolutamente chiudere posizioni short per evitare perdite insopportabili lo ha fatto venerdì in serata. Pensiamo che all'inizio di settimana prossima debba esserci una pausa di consolidamento con un ritorno dell'indice sui 4100 punti - poi il rialzo a medio termine potrà continuare. Non dovrebbe esserci nessuna sensibile correzione prima dei 4300 punti. Il rialzo nei prossimi mesi non si svilupperà in maniera lineare ma ci saranno delle correzioni intermedie - queste dipenderanno sia da aspetti tecnici (eccesso di rialzo) che dalle notizie che arriveranno dai vari fronti di crisi.
Il comportamento dei mercati obbligazionari costituisce il faro che illumina e mostra la via - il reddito dell'USTBond decennale sta scendendo (USTB decennale a 2.74%) - gli investitori anticipano le mosse della FED.
Le borse europee seguono e copiano lo sviluppo della borsa americana - l'unica differenza sembra essere l'ampiezza dei movimenti nelle due direzioni. Le performances da inizio anno sono simili (Eurostoxx50 -11.39%, S&P500 -12.76%). È il peso negli indici della tecnologia a fare la differenza. 
Finora vediamo solo un problema all'orizzonte che potrebbe far deragliare il nostro scenario positivo per le borse. Il prezzo del petrolio (115.05 USD al barile WTI) non scende e se il costo dell'energia continua lentamente a salire é improbabile che la paura dell'inflazione sparisca velocemente. Abbiamo bisogno che il prezzo del petrolio cada nelle prossime settimane decisamente sotto i 100 USD per alimentare il rialzo delle borse. 

Le performance settimanali degli indici azionari sono state le seguenti:
Eurostoxx50             +4.15% a 3808 punti
SX7E (banche)          +5.77% a 92.20 punti
DAX                         +3.44% a 14462 punti
SMI                          +2.99% a 11647 punti
FTSE MIB                  +2.25% a 24636 punti
S&P500                     +6.58% a 4158.24 punti
Nasdaq100                +7.15% a 12681 punti

È stata una settimana positiva contrassegnata da una serie di sedute con forti guadagni. Solo martedì la borsa americana ha avuta una battuta d'arresto (S&P500 -0.81%) - in Europa invece c'é stata una pausa giovedì quando in numerosi Paesi si é festeggiata l'Ascensione. Per il resto hanno prevalso le compere - gli indici azionari sono stati catapultati verso l'alto da una evidente situazione di ipervenduto, eccesso di ribasso ed estremo pessimismo. Il reversal di venerdì 20 maggio a New York ha dato il via al movimento di copertura dei short e ha innescato l'inversione di tendenza.

Venerdì c'é stata un'accelerazione. Improvvisamente sembrava che tutti i traders avessero combiato idea - accantonato (ma non abbandonato) lo scenario di un bear market (per definizione questo si concretizza dopo una perdita del 20%) tutti hanno abbracciato l'ipotesi del rally da eccesso di ribasso - stranamente senza che negli indicatori fosse apparso quel panico e quella capitolazione attesi da molti per il raggiungimento di un solido minimo.
Venerdì l'S&P500 ha aperto in gap up ed é salito fino alla chiusura sul massimo a 4158.24 punti (+2.47%) - sui 4130 punti c'é stata una lunga pausa a conferma della presenza di una resistenza intermedia. Tutti i settori hanno partecipato al rally (Nasdaq100 +3.30% a 12681 punti, DJT +2.14%, RUT +2.70%) anche se ovviamente é stata la tecnologia a fare la parte del leone. Ci aspettiamo che questa leadership rimanga anche nel prossimo futuro. La seduta al NYSE é stata decisamente positiva con A/D a 7176 su 1122, NH/NL a 931 su 157 (un netto ribaltamento) e volume relativo a 0.9. La volatilità VIX é scesa a 25.72 (-1.78) mentre il CBOE Equity put/call ratio era basso a 0.49 - i traders stanno andando long. La tendenza di fondo della borsa americana é ancora formalmente al ribasso (32.9% dei titoli sopra la SMA a 50 giorni, Bullish Percent Index sul NYSE a 44.42 punti) ma i dati stanno nettamente migliorando e a breve dovrebbe esserci un segnale d'acquisto. I Summation Index salgono.
Insomma - in una settimana la situazione tecnica é radicalmente cambiata. Molti analisti pensano che questo sia solo un bear market rally. Noi invece, grazie alla convincente accelerazione sopra i 4100 punti di S&P500, siamo convinti che sia iniziato l'atteso e previsto rialzo estivo. Ci aspettiamo una breve correzione intermedia sui 4300 punti di S&P500 - seguendo esempi del passato riteniamo che questa fase di rialzo debba sfociare su un nuovo massimo storico della borsa americana - il nostro obiettivo, dichiarato da tempo, resta a 5000 punti di S&P500.

Lunedì la borsa americana é chiusa in occasione del Memorial Day. Sullo slancio di venerdì le borse europee apriranno in guadagno e per logica anche il future sull'S&P500 dovrebbe ancora salire di una decina di punti. Tra martedì e mercoledì ci aspettiamo una sana pausa di consolidamento prima che il rialzo continui in maniera dinamica in direzione dei 4300 punti di S&P500. Lo sviluppo sugli altri mercati (cambi, tassi d'interesse, prezzi dell'energia) dovrebbe confermare questa nostra previsione - in particolare l'USD dovrebbe indebolirsi e il cambio EUR/USD dovrebbe velocemente salire a 1.10.

Commento del 21-22 maggio

La tecnologia zavorra ancora i mercati - forza relativa dell'Europa

Riassunto: Venerdì l'S&P500 ha toccato un nuovo minimo annuale a 3810 punti prima di rimbalzare e chiudere a 3901 punti (+0.01%). Questo ulteriore minimo conferma il fatto che la tendenza di fondo é ancora ribassista come viene segnalato dagli indicatori (14.3% dei titoli sopra la SMA a 50 giorni e Bullish Percent Index sul NYSE a 29.21 punti). Sugli altri mercati finalmente notiamo degli sviluppi costruttivi che corrispondono alle nostre previsioni: i tassi d'interesse di mercato sull'USD stanno scendendo (reddito dell'UST Bond decennale a 2.78%), l'USD si é leggermente indebolito (USDS Index a 103.06, cambio EUR/USD a 1.0560), il prezzo dell'oro sale (1846 USD/oncia) e il prezzo del petrolio é stabile (110.28 USD/barile WTI). L'inversione di tendenza che notiamo su questi mercati non ha però ancora avuto delle ripercussioni positive sulla borsa americana che non riesce a fissare un minimo definitivo e fare base. Le borse europee da inizio aprile scivolano verso il basso ma gli indici azionari restano ampiamente sopra i minimi annuali di marzo - questo é un segnale costruttivo e mostrano che l'Europa mantiene una forza relativa - probabilmente senza l'esempio negativo dell'America le borse europee avrebbero già da settimane ripreso il rialzo.
In America notiamo persistenti divergenze positive. Il numero di nuovi minimi a 30 giorni resta relativamente basso - venerdì malgrado il nuovo minimo annuale dell'S&P500 e del Nasdaq/Nasdaq100 (ma non del Russell2000!) i NL erano solo 1040. Significa che solo pochi titoli soprattutto del settore tecnologico vengono continuamente e sistematicamente venduti. In generale i Summation Index hanno fermato la loro caduta e da giorni tentano di cambiare tendenza - mercoledì sono saliti (NYSE e Nasdaq), giovedì sono scesi e venerdì erano di poco in positivo. Insomma - ci sono le premesse per l'atteso cambiamento di tendenza ma per ora la borsa americana non riesce a risollevarsi e secondo indicatori e grafici (serie di minimi discendenti - i rimbalzi vengono venduti) resta in un trend ribassista.
Le performance settimanali dei nostri indici sono miste con addirittura un segno positivo sul FTSE MIB (e sul settore bancario europeo). L'Europa (Eurostoxx50) ha perso solo parte dei guadagni della settimana precedente. Le azioni tecnologiche americane zavorrano ancora gli indici azionari - questa debolezza sembra essere strettamente correlata alle attese d'inflazione - siamo convinti che quando la paura dell'inflazione verrà sostituita dal timore di una recessione la situazione si ribalterà - i titoli di crescita e tecnologici ricominceranno a correre provocando l'atteso rialzo estivo. Vediamo....
Gli investitori sono decisamente pessimisti (Fear&Greed Index a 11 punti) e speculativamente orientati al ribasso (CBOE Equity put/call ratio a 0.80, MM a 10 giorni a 0.75). Questa situazione crea un effetto di molla compressa - la prima spinta di rialzo dovrebbe essere esplosiva e riteniamo possibile che entro la fine del mese di maggio l'S&P500 possa tornare sui 4100 punti.

Le performance settimanali degli indici azionari sono state le seguenti:
Eurostoxx50             -1.25% a 3657 punti
SX7E (banche)          +1.57% a 87.17 punti
DAX                         -0.33% a 13981 punti
SMI                          -2.93% a 11309 punti
FTSE MIB                  +0.19% a 24095 punti
S&P500                     -3.05% a 3901.36 punti
Nasdaq100                -4.45% a 11835 punti

La settimana é stata condizionata dalla pessima giornata di mercoledì (S&P500 -4.04% / Nasdaq100 -5.06%). Per fortuna chi di conseguenza aveva previsto un crash per venerdì ha dovuto gettare la spugna verso le 19.30. I ribassisti sono riusciti a fare pressione sull'indice fino ai 3810 punti ma quando molti si aspettavano un ulteriore netto cedimento le vendite sono sparite. L'indice ha recuperato ad ondate fino alla chiusura a 3901.36 punti (+0.01%). Questo evidente reversal di quasi 100 punti potrebbe costituire un'inversione di tendenza - noi siamo ancora prudenti nell'abbracciare questa interpretazione visto che il guadagno finale é minuscolo e il Nasdaq100 ha ancora perso il -0.34% a 11835 punti. La seduta al NYSE é stata di poco negativa con A/D a 3956 su 4122, NH/NL a 169 su 1040 e volume relativo a 1.05. La volatilità VIX é risalita a 29.43 punti (+0.08). Venerdì sono scadute le opzioni di maggio - sembra che c'erano molti venditori di nacked put che durante la settimana hanno ampiato la cauta degli indici. Questo effetto negativo dovrebbe sparire settimana prossima ed essere sostituito da uno short covering. Come al solito non sappiamo se avremo un ulteriore rimbalzo tecnico di modesta portata oppure se inizierà una spinta di rialzo. In questo senso i 4100 sono importanti e decisivi. Un rimbalzo deve fermarsi al più tardi a 4100 punti - se nelle prossime settimane l'indice supera questo livello sarà ufficialmente in una fase di rialzo con primo obiettivo intermedio a 4300 punti e obiettivo finale sui 5000 punti.
Riteniamo molto probabile che il cambio EUR/USD (1.0560) venerdì 13 maggio abbia raggiunto il minimo annuale a 1.0350. Potrebbe ora iniziare una fase di rialzo. Siamo abbastanza convinti dell'esattezza di questa previsione. Abbastanza da chiudere le posizioni short - attendiamo il superamento della resistenza a 1.0640 per aprire posizioni speculative long.
Crediamo in un imminente rally della borsa americana correlato ad una marcata debolezza dell'USD - é il compito di ogni investitore di trovare il sistema di partecipare al rialzo della borsa senza farsi penalizzare dall'eventuale calo dell'USD.

Commento del 14-15 maggio

L'S&P500 a 3858 punti ha toccato un soIido minimo - rimbalzo o rialzo ? - prossima fermata a 4300 punti

Riassunto: La spinta di ribasso iniziata ad aprile, che fa ancora parte della complessa correzione iniziata a gennaio, sembra finita. Le borse europee hanno toccato lunedì 9 maggio un minimo ascendente rispetto al minimo annuale di marzo - questo significa che gli indici azionari europei non sono scesi sotto i minimi del 7 di marzo e mostrano forza relativa. La borsa americana ha invece toccato giovedì un nuovo minimo annuale - l'S&P500 (+2.39% a 4023.89 punti) ha fatto segnare un minimo a 3858 punti. Questi 3858 punti sono decisamente meno di quanto avevamo stimato noi - eravamo inizialmente convinti che in questa fase l'S&P500 non sarebbe sceso sotto il minimo di marzo (4106 punti) - settimana scorsa con l'S&P500 a 4123 punti avevamo parlato di un'ulteriore potenziale massimo di ribasso di un -2%/-3% (corrispondente a circa 4000 punti). Ovviamente la debolezza della borsa americana ci preoccupa anche perché la tendenza di fondo resta formalmente al ribasso (14.0% dei titoli sopra la SMA a 50 giorni, Bullish Percent Index sul NYSE a 28.18). D'altra parte é proprio questo eccesso di ribasso, l'ipervenduto e il panico osservati giovedì (Fear&Greed Index a 6 punti!) che ci fanno credere che sia arrivato il momento per un cambiamento di tendenza. Finalmente i tassi d'interesse sull'USD (reddito dell'USTBond decennale a 2.93%) cominciano a scendere a causa della evidente frenata dell'economia che rischia di cadere in recessione. Ci aspettiamo che nei prossimi mesi la FED cambi politica monetaria e invece che combattere l'inflazione comincia a preoccuparsi della debole situazione congiunturale. In questo caso la FED non dovrebbe più alzare di molto i tassi d'interesse di riferimento e la liquidità dovrebbe tornare a scorrere in direzione dei mercati azionari.
Non sappiamo se tra giovedì sera e venerdì l'S&P500 (+2.39% a 4023.89 punti) ha iniziato un rimbalzo tecnico o una fase di sostenibile e sostanziale rialzo. Favoriamo la seconda variante ma non abbiamo ancora nessuna conferma - solo degli indizi.
Da giorni la partecipazione al ribasso in borsa (NL, Summation Index) é in diminuzione e intravvediamo dei cambiamenti di tendenza (o per lo meno una pausa di distribuzione ad alto livello) su petrolio (110.49 USD), tassi d'interesse e USD (USD Index a 104.51). Pensiamo che settimana prossima l'S&P500 sarà in grado di restare sopra i 4000 punti - in questo caso dovrebbe poi continuare a salire e raggiungere entro fine mese i 4300 punti. Su questa forte resistenza l'S&P500 nelle scorse settimane é rimasto bloccato più volte e dovrà quindi fare una pausa di consolidamento. Se la nostra previsione di un rialzo estivo fino ai 5000 punti é giusta (questa resta la nostra variante preferita malgrado l'ultimo tuffo di questa settimana a 3858 punti) i 4300 punti dovrebbero essere superati senza grossi problemi e senza un'ulteriore correzione intermedia.

Le performance settimanali degli indici azionari sono state le seguenti:
Eurostoxx50             +2.05% a 3703 punti
SX7E (banche)          +3.59% a 85.82 punti
DAX                         +2.59% a 14028 punti
SMI                          -0.68% a 11650 punti
FTSE MIB                  +2.44% a 24048 punti
S&P500                     -2.41% a 4023.89 punti
Nasdaq100                -2.41% a 12387 punti

Giovedì abbiamo finalmente osservato panico sui mercati azionari con molti titoli della tecnologia che sono stati venduti in maniera generalizzata, indiscriminata e fondamentalmente ingiustificata. Il crollo ha travolto il Nasdaq100 comprese le società ad alta capitalizzazione come gli AGMAF, Tesla, NVidia e i semiconduttori. La volatilità VIX ha nuovamente superato i 34 punti mentre il CBOE Equity put/call ratio é schizzato a 0.82. Venerdì il rimbalzo iniziato giovedì (-0.13% a 3930 punti) dal minimo a 3858 punti é continuato. L'S&P500 ha aperto a 3972 punti e inizialmente ridisceso a 3963 punti. Le vendite erano però finite e i ribassisti sono battuti in ritirata. Per le 18.10 l'indice é salito sul massimo giornaliero a 4038 punti. C'é stata una modesta ricaduta a 3980 punti ma dopo le 20.00 i rialzisti hanno nuovamente preso il controllo delle operazioni e l'S&P500 ha chiuso a 4023.89 punti (+2.39%). Finalmente sul grafico é apparsa una lunga candela giornaliera verde dopo una serie di 7 candele rosse. Tutto il listino ha partecipato al rialzo (Nasdaq100 +3.70%, DJT +0.95%, RUT +3.06%). La seduta al NYSE é stata positiva con A/D a 6919 su 1526, NH/NL a 149 su 514 (con un calo costante durante la settimana: lu 3336, ma 2999, me 2711, gio 2684) e volume relativo a 1.0. La volatilità VIX é scesa a 28.87 punti (-2.90) ma resta alta, la CBOE equity put/call ratio é scesa a 0.62 mentre il Fear&Greed Index é salito a 12 (ancora molto basso = panico). I Summation Index sono ancora in calo ma sembrano fare base ed essere pronti a risalire.
Insomma - l'umore degli investitori é ancora nero e tutti sono convinti che adesso ci deve essere solo un breve e modesto rimbalzo tecnico prima della ripresa del ribasso. Noi invece vediamo le premesse per una sostanziale fase di rialzo anche se non escludiamo che l'S&P500 debba fare ancora base sui 4000 punti. Questo significa che potremmo ancora avere alcune sedute estremamente volatili intorno a questo valore prima che ci possa essere una serie costante di sedute di rialzo.
In generale le borse europee dovrebbero seguire quella americana - non sappiamo però quale potrebbe essere l'effetto di un indebolimento dell'USD. Crediamo che finora la forza dell'USD (USD Index a 104.51) abbia favorito i listini europei. La correlazione sembra stretta tra Eurostoxx50 e S&P500 in USD (!). Se l'EUR, come pensiamo, comincerà rivalutarsi rispetto all'USD é probabile che le borse europee debbano sottoperformare la borsa americana.
Vi ricordiamo che un USD debole significa oro forte - se l'USD cominciasse a svalutarsi a causa del calo dei tassi d'interesse é probabile che l'oro (1811 USD/oncia) possa ricominciare a muoversi al rialzo e tornare entro fine mese sui 2000 USD.
Purtroppo la guerra in Ucraina e il comportamento della Russia continuano ad avere un influsso determinante sui prezzi dell'energia e sulle attese d'inflazione. Poiché Putin sembra imprevedibile e irriducibile é possibile che malgrado un calo della domanda il prezzo del petrolio resti sui 100 USD/barile. In questo caso le probabilità di un forte rialzo estivo della borse sono modeste.
Noi restiamo rialzisti pur essendo coscienti del fatto che il raggiungimento dei 5000 punti di S&P500 dipende da delle variante politiche che si situano al di fuori delle nostre capacità di previsione. Un calo delle prospettive d'inflazione e dei tassi d'interesse di mercato alimentarà il rialzo. Il trend positivo é molto probabile - il potenziale di rialzo é invece ancora incerto.

Commento del 7-8 maggio

La situazione tecnica a Wall Street non cambia. C'é un diffuso pessimismo ma nessun panico.

Riassunto: il 24 febbraio l'S&P500 ha toccato un minimo a 4106 punti. Lunedì 2 maggio l'indice ha toccato un nuovo minimo annuale a 4062 punti e ha terminato la settimana a 4123 punti (-0.57%). Il quadro tecnico non cambia. La pressione di vendita é modesta ma costante - il numero dei nuovi minimi a 30 giorni (NL a 2207) non si impenna. I dati sul sentiment (VIX a 30.19 punti (-1.01), Fear&Greed Index a 31 punti) mostrano parecchio pessimismo ma non appare quel panico necessario per un solido minimo definitivo. Sul fronte delle divise (cambio EUR/USD a 1.0550, USD Index a 103.68), dei tassi d'interesse (reddito dell'USTBond decennale a 3.12% (+0.07%), reddito del Bund decennale a 1.1280%) e del petrolio (109.70 USD/barile WTI) non si verifica l'atteso cambiamento di tendenza. La borsa americana sembra voler fare base per poi iniziare una fase di rialzo ma per il momento mancano ancora le premesse tecnico per un'inversione di tendenza. Il processo potrebbe durare ancora delle settimane e nel frattempo gli indici azionari potrebbero ancora scivolare verso il basso e perdere un paio di punti in percentuale. Le borse europee stanno imitando l'America ma sono ancora ampiamente sopra i minimi di inizio marzo.
Questa lunga e complessa correzione iniziata a gennaio assomiglia alla guerra in Ucraina. I russi attaccano e mantengono l'iniziativa - da settimane gli ucraini si difendono accanitamente e meglio del previsto. Il risultato é che i russi non riescono più a fare sensibili progressi - per ora però gli ucraini non sembrano in grado di contrattaccare con efficacia e recuperare parte del terreno perduto. Anche i ribassisti in borsa continuano a predominare - gli indici però non scendono di molto ed il numero di titoli veramente deboli non aumenta. Se il prezzo del petrolio cominciasse a scendere insieme ai tassi d'interesse di mercato, subito i titoli tecnologici e growth verrebbero nuovamente comperati e risalirebbero da una evidente situazione di eccesso di ribasso. Le borse non sembrano ancora mature per questo sviluppo malgrado che il mercato dell'energia si stia riorganizzando e a breve l'offerta dovrebbe nuovamente aumentare compensando le difficoltà di approvvigionamento provocate dall'invasione russa dell'Ucraina.

Le performance settimanali degli indici azionari sono state le seguenti:
Eurostoxx50             -4.57% a 3629 punti
SX7E (banche)          -3.96% a 82.84 punti
DAX                         -3.00% a 13674 punti
SMI                          -3.28% a 11730 punti
FTSE MIB                  -3.20% a 23475 punti
S&P500                     -0.21% a 4123.34 punti
Nasdaq100                -1.25% a 12693 punti

È stata una settimana dall'andamento altalenante. L'S&P500 é salito nelle prime tre sedute malgrado che lunedì 2 maggio abbia toccato un nuovo minimo annuale a 4062 punti. Mercoledì, dopo l'annuncio da parte della FED di un aumento dei tassi d'interesse di riferimento di un +0.5%, c'é stato un imponente rally - dal minimo giornaliero a 4148 punti l'indice é salito fino ad un massimo a 4307 punti e ha guadagnato un +3%. Giovedì ci aspettavamo un ritracciamento di circa un -1% - invece l'S&P500 é precipitato del - 3.56%.  Venerdì l'S&P500 si é mosso nel range settimanale. Ha aperto a 4128 punti, é caduto fino a 4067 punti e ha recuperato ad ondate fino alle 17.20 quando ha toccato il massimo a 4157 punti. Poi é scivolato nuovamente fino ai 4086 punti per infine recuperare negli ultimi 20 minuti di contrattazioni fino ai 4123.34 punti (-0.57%). La tecnologia era nuovamente debole - il Nasdaq100 ha perso il -1.22% a 12693 punti e ha toccato un nuovo minimo annuale. La seduta al NYSE é stata negativa con A/D a 1937 su 6234, NH/NL a 163 su 2207 e volume relativo a 1.0.  Il CBOE Equity put/call ratio era alto a 0.72. I Summation Index sono leggermente in calo.
La tendenza di fondo della borsa americana é per definizione al ribasso con il 19.1% dei titoli sopra la SMA a 30 giorni ed il Bullish Percent Index sul NYSE a 37.57.
Nella statistica dei COT notiamo un sensibile cambiamento - i Commercials (spesso giusti) hanno chiuso parecchi short e si avvicinano ad una posizione neutra - d'altra parte i piccolo speculatori (spesso sbagliati) sono invece in pari. Gli equilibri stanno cambiando ma per ora favoriscono solo una stabilizzazione dell'S&P500 sui 4100 punti.
Le borse europee seguono l'America - questa settimana hanno perso percentualmente di più ma questa é solo una conseguenza del ritardo nella reazione. Una settimana fà si erano comportate meglio grazie al fatto che non erano cadute venerdì dopo le 17.30 come era successo a Wall Street. L'effetto é stato compensato dalla perdita di lunedì mattina.

Riassumendo rimaniamo costruttivi e rialzisti per quel che riguarda i prossimi 6 mesi. A breve é possibile che gli indici azionari debbano ancora scendere un -2%/-3% prima di trovare un solido minimo. La fase di formazione di base e di inversione di tendenza potrebbe durare ancora alcune settimane. Attenzione però che la molla é compressa - molti settori sono ipervenduti e c'é un chiaro eccesso di pessimismo. Il primo movimento di rialzo potrebbe essere esplosivo. Teniamo d'occhio i vari mercati per individuare le prime divergenze positive. Notiamo per esempio che il CHF, tipica moneta rifugio che si rafforza in caso di crisi, da alcuni giorni sta perdendo di valore contro EUR. I futures sui USTBond americani sono decisamente ipervenduti con il DSI (Daily Sentiment Index) sotto i 10 punti. Settimana prossima ci deve per lo meno essere un rimbalzo - vedremo se questo rimbalzo avrà le caratteritiche dell'inversione di tendenza. Vi ricordiamo che se i future sui Bond salgono significa tassi d'interesse scendono. Al momento quasi nessuno prende in considerazione la possibilità che i tassi d'interesse possano scendere vista l'isteria che regna sul fronte dell'inflazione. I dati sull'inflazione riguardano però il passato - non il futuro...

Commento del 30 aprile - 1. maggio

La borsa americana dovrebbe aver toccato il fondo - settimana prossima c'é un rimbalzo tecnico o inizia di una fase di rialzo

Riassunto: Il PIL degli Stati Uniti nel 1. trimestre del 2022 é calato del -1.4%. Questo inatteso dato negativo mostra che l'economia americana sta decisamente rallentando e che probabilmente la FED non potrà combattere l'inflazione aumentando sensibilmente i tassi d'interesse di riferimento. La borsa americana ha reagito con un crollo (S&P500 -3.63% a 4131.93 punti) a questa notizia che si é aggiunta ad alcuni risultati deludenti delle imprese - per esempio l'azione di Amazon é caduta del -14.05% dopo aver annunciato una perdita trimestrale. Venerdì l'S&P500 ha fatto registrare la peggiore chiusura giornaliera dell'anno e ha avvicinato il minimo del 24 febbraio a 4106 punti. Il Nasdaq100 (-4.47% a 12854 punti) ha toccato un nuovo minimo annuale. Sugli indici c'é ora una situazione di eccesso di ribasso con molto pessimismo (Fear&Greed Index a 27 punti, -1 punto). È molto probabile che la prossima settimana inizi con un rimbalzo tecnico. Malgrado che noi avevamo previsto l'inizio di una sostenibile e sostanziale fase di rialzo dopo una falsa rottura al ribasso sotto i minimi del 24 febbraio, siamo leggermentre inquieti e preoccupati - in aprile tutte le reazioni dopo delle accelerazioni al ribasso e delle situazioni di ipervenduto si sono rivelate dei rimbalzi tecnici evanescenti. Forse anche questa volta rimarremo delusi dalla reazione degli investitori - lo scopriremo all'inizio di settimana prossima. Se i bulls non escono ora allo scoperto e non riprendono il controllo delle operazioni, é possibile che il nostro scenario positivo per la primavera-estate di quest'anno sia sbagliato. L'obiettivo a 5000 punti di S&P500 tra agosto e settembre di quest'anno sembra al momento troppo ottimistico considerando che la tendenza di fondo del mercato azionario americano é al ribasso (19.7% dei titoli sopra la SMA a 50 giorni, Bullish Percent Index sul NYSE a 38.32 punti). Solo delle divergenze positive a livello di partecipazione (NH/NL) e il sentiment estremamente negativo ci fanno ancora sperare in una inversione di tendenza.
Vi ricordiamo che il nostro scenario rialzista per la borsa é legato ad alcuni sviluppi su altri mercati. Il prezzo del petrolio dovrebbe scendere (WTI a 104.69 USD), i tassi d'interesse di mercato dovrebbero calare (reddito dell'USTBond decennale a 2.89% (+0.04%),
reddito del Bund decennale a 0.9345%) e il dollaro dovrebbe perdere di valore (cambio EUR/USD a 1.0545, USD Index a 103.23). Fino adesso invece su questi mercati non appaiono dei cambiamenti significativi e la tendenza é ancora al rialzo per petrolio, tassi d'interesse e USD.

Le performance settimanali degli indici azionari sono state le seguenti:
Eurostoxx50             -0.97% a 3802 punti
SX7E (banche)          -4.45% a 86.26 punti
DAX                         -0.31% a 14097 punti
SMI                          -1.06% a 12128 punti
FTSE MIB                  -0.11% a 24252 punti
S&P500                     -3.27% a 4131.93 punti
Nasdaq100                -3.75% a 12854 punti

Fino a giovedì abbiamo avuto una settimana altalenante con una performance vicina alla pari. Venerdì c'é stato un crollo che ha condizionato il risultato complessivo degli ultimi 5 giorni di contrattazioni. Non bisogna lasciarsi ingannare dal buon comportamento delle borse europee che hanno tralasciato buona parte del calo di venerdì sera a New York. Alle 22.00 sulla base del future l'Eurostoxx50 valeva 3740 punti (-62 punti) - agli indici europei  manca un -1.6% sulla performance settimanale che teoricamente si avvicina a quella della borsa americana.
L'S&P500 ha aperto abbastanza bene a 4240 punti e all'inizio é ancora salito a 4269 punti. Poi le vendite hanno travolto il listino. Gli indici sono scesi ad ondate regolari fino alla chiusura. L'S&P500 ha toccato un minimo a 4124 punti e ha chiuso a 4131.93 punti (-3.63%). Al NYSE é stata una giornata pessima con A/D a 1411 su 6796, NH/NL a 211 su 1396 (non male! - pochi titoli della tecnologia fanno spofondare gli indici - c'é una evidente divergenza positiva) e volume relativo a 1.05. La volatilità VIX é salita a 33.40 punti (+3.41) e il CBOE Equity put/call ratio era a 0.78 - i valori sono alti ma non si trovano in territorio estremo. Gli indici sono caduti sotto il bordo inferiore delle Bollinger Bands - i Summation Index sono in calo. Non sappiamo se venerdì i rialzisti hanno capitolato - siamo però sicuri che esistono le premesse per un buon rimbalzo tecnico. Speriamo che questo sia l'inizio dell'atteso sostenibile rialzo ma non ne siamo più sicuri visto che nel mercato non vediamo gli sviluppi da noi auspicati.
Come pensavamo il dato negativo sul PIL dovrebbe provocare un ripensamento nella politica monetaria delle Banche Centrali. A maggio la FED dovrebbe alzare il tasso d'interesse di riferimento del +0.5% - poi però dovrebbe cambiare rotta. Se gli investitori tornano ad essere convinti che la FED sosterra i mercati azionari e stimolerà l'economia con una politica monetaria espansiva, l'abbondante liquidità dovrebbe riversarsi nei prossimi mesi nuovamente sulle borse provocando una possente spinta di rialzo. In questo senso la prossima settimana é decisiva.

Commento del 27 aprile

Consolidamento più lungo e profondo del previsto - la prevista fase di rialzo si profila però all'orizzonte

Riassunto: Le borse si trovano ancora in una fase di correzione e consolidamento. La base per un rialzo non sembra ancora completa. Pensavamo che l'S&P500 (-2.81% a 4175 punti) potesse difendere il supporto a 4400 punti e partire al rialzo da questo livello. Invece ci siamo sbagliati - sembra che ci voglia un ulteriore test del minimo del 24 febbraio a 4114 punti con del panico per concludere questa fase. In effetti non si sta ancora verificando quel cambiamento che ci eravamo immaginati. Le Banche Centrali sono ancora, almeno nelle dichiarazioni, più orientate a combattere l'inflazione che a sostenere la crescita economica. Per il momento i nostri valori di riferimento sono stabili e non si é ancora verificata una decisiva inversione di tendenza. I tassi d'interesse scendono da alcuni giorni ma il reddito dell'USTBond decennale resta ancora al 2.77% (-0.04%). Il prezzo del petrolio (WTI a 101.70 USD al barile) oscilla intorno ai 100 USD e non scende. L'USD é ancora forte (USD Index a 102.20) mentre noi ci aspettavamo un indebolimento ed eravamo convinti che l'USD Index non avrebbe stabilmente superato i 100 punti. Insomma - per ora la guerra in Ucraina e la pandemia in Cina, che mette nuovamente in crisi la catena di forniture nell'economia, creano parecchio pessimismo e gli indici azionari scendono senza reazioni di rilievo. A breve ci aspettiamo però un pò di panico e il raggiungimento di un minimo definitivo che vista la situazione odierna potrebbe in America trovarsi di poco sotto il livello del 24 febbraio (probabile falsa rottura al ribasso). Le borse europee si comportano in questa fase relativamente meglio ma non possono sfuggire al trend. Le perdite degli indici da inizio anno sono in percentuale simili a quelle dell'America ma per lo meno i minimi annuali di inizio marzo sono ancora lontani e molto probabilmente non verranno avvicinati.

Da alcuni giorni i ribassisti hanno preso il controllo delle operazioni. Fino al 20 di aprile gli indici sembravano voler formare base attraverso un'ampia oscillazione in laterale. L'S&P500 rispettava in linea di massima il range 4400-4600 punti. Poi si é verificata un'accelerazione al ribasso che é stata provocata soprattutto dalla debolezza delle grandi società tecnologiche (Nasdaq100 -3.87% a 13009 punti). Ieri però le vendite hanno travolto tutto il listino (A/D a 1152 su 7046, RUT -3.26%) in un movimento che puzza di capitolazione. I dati sul sentiment sono pessimi (VIX a 33.52 punti, CBOE Equity put/call ratio a 0.72, Fear&Greed Index a 26) ma potrebbero ancora peggiorare e non possiamo ancora parlare di panico - c'é molto pessimismo ma forse ci vuole ancora un tuffo per eliminare gli ultimi traders long. Notiamo nei commenti in internet che molti tentano ancora di indovinare il minimo e aprono posizioni long invogliati dagli interessanti livelli raggiunti dagli indici - ci sono ancora molte analisi che parlano di testa e spalle rialzista e eccesso di ribasso. Questi speculatori devono gettare la spugna prima che possa iniziare una sostenibile e sostanziale fase di rialzo.
I dati della seduta di ieri a Wall Street sono decisamente negativi (A/D a 1152 su 7046, NH/NL a 181 su 2217, Summation Index in calo) e quindi oggi dovrebbe esserci un fugace rimbalzo tecnico. Non rileviamo però ancora quelle divergenze positive necessarie per un rialzo. I mercati azionari non sono ancora ipervenduti (p.e. RSI sui 32 - 39 punti - non ancora sotto quei 30 punti che segnalano ipervenduto). Temiamo che la formazione di una base possa durare più a lungo di quanto avevamo inizialmente previsto e possa durare ancora da due a quattro settimane.
Non crediamo che le borse siano in una fase di ribasso a medio termine. Siamo convinti che in primavera e in estate debba ancora esserci una fase di rialzo in grado di riportare gli indici azionari su dei nuovi massimi annuali o storici (obiettivo sull'S&P500 a 5000 punti). Questa fase positiva deve essere provocata da una politica monetaria delle Banche Centrali accomodante e da notizie costruttive riguardanti i problemi che attualmente affliggono gli investitori. Ci riferiamo ovviamente alla gueraa in Ucraina e alla situazione pandemica in Cina.
Malgrado la ricaduta delle borse in aprile restiamo costruttivi ed investiti sui mercati azionari ai quali non esiste al momento una valida alternativa. A breve l'abbondate liquidità dovrebbe nuovamente scorrere in favore dei mercati azionari.

Breve aggiornamento dell'8 aprile 22.00

Il consolidamento continua e le borse non cadono malgrado i fondamentali ostili - il rialzo dovrebbe ripartire entro fine mese

La guerra in Ucraina continua, i tassi d'interesse salgono (reddito dell'USTBond decennale a 2.71%), il prezzo del petrolio rimane sui 100 USD al barile (WTI ca. 98 USD) e le Banche Centrali stanno diventando aggressive, vogliono combattere l'inflazione e almeno verbalmente si apprestano ad alzare in maniera sostanziale i tassi d'interesse di riferimento. In America gli esperti si aspettano 7 aumenti ancora quest'anno e molti ritengono che a maggio la FED alzerà il tasso d'interesse guida del +0.5%. Con queste premesse non si può che essere sorpresi dalla buona tenuta delle borse che sia in America che in Europa limitano le perdite. Alcuni settori difensivi come alimentari o farmaceutica vengono addirittura comperati e questo spiega la buona performance dell'SMI svizzero che stacca tutti di quasi 4 punti in percentuale.

Le borse sono scese fino a mercoledì e hanno recuperato nella seconda parte della settimana. Noi avevamo preso in considerazione l'eventualità che la correzione potesse continuare e avevamo scritto una settimana fà che l'S&P500 (4488.28 punti, -0.27%) poteva scendere ancora fino ai 4400 punti. L'indice a metà settimana ha toccato un minimo a 4449 punti. L'S&P500 potrebbe riprendere il rialzo da questo minimo ma al momento ci sembra più probabile che il consolidamento tra i 4400 ed i 4600 punti debba ancora durare da una a due settimane. Mancano per il momento abbastanza settori tecnicamente forti per poter provocare un'accelerazione al rialzo. Invece ci sono ancora alcuni settori chiave come tecnologia, Industria, consumi ciclici e banche (malgrado l'aumento dei tassi d'interesse di mercato!) che continuano a mostrare debolezza relativa e i cui indici settoriali scivolano verso il basso. Il numero dei nuovi minimi a 30 giorni (NL) non aumenta però in maniera preoccupante e non osserviamo pericolose rotture al ribasso.

Lo scenario di base non cambia. Noi siamo costruttivi e rialzisti. Ci vorrebbero però degli sviluppi positivi in Ucraina per eliminare l'incertezza e far cambiare l'umore agli investitori. Il cambiamento, oltre che in borsa, dovrebbe avvenire come sapete su più fronti. Le Banche Centrali, confrontate con il rischio di una recessione, dovrebbero segnalare una politica meno restrittiva di quanto hanno comunicato finora. I tassi d'interesse di mercato dovrebbero fermare la loro salita ed eventualmente ridiscendere. Il prezzo del petrolio dovrebbe cadere diminuendo le stime per l'inflazione. Infine ci aspettiamo che l'USD si indebolisca. Oggi l'USD Index (99.83) ha brevemente superato i 100 punti ed é poi ricaduto sotto questa barriera psicologica. Noi pensavamo che l'indice non potesse superare in maniera sensibile e duratura la forte resistenza a 99.50 punti. Crediamo di conseguenza che l'USD sia su un massimo e che dopo questa marginale (falsa) rottura al rialzo debba cominciare a perdere di valore. Vediamo...   

Le performance settimanali degli indici azionari sono state le seguenti:
Eurostoxx50             -1.54% a 3858 punti
SX7E (banche)          -3.85% a 88.40 punti
DAX                         -1.13% a 14283 punti
SMI                          +2.70% a 12507 punti
FTSE MIB                  -1.37% a 24819 punti
S&P500                     -1.26% a 4488.28 punti
Nasdaq100                -3.59% a 14327 punti

Il prossimo aggiornamento verrà pubblicato mercoledì 27 aprile verso le 08.30.

Commento del 2-3 aprile

L'incertezza provoca un noioso consolidamento - gli indici marciano sul posto - la tendenza é al rialzo

Riassunto: All'inizio di marzo é terminata la correzione delle borse. Tra il 7 di marzo (Europa) e il 15 di marzo (America) é iniziata l'attesa e prevista sostenibile e sostanziale fase di rialzo. L'inizio del movimento é stato dinamico ed é stato contrassegnato dalla copertura delle posizioni short. Poi é seguita una fase di consolidamento - da circa due settimane gli indici azionari sono volatili, hanno bruschi e ampi movimenti nelle due direzioni ma per saldo non riescono più a fare sostanziali progressi. Questa é una conseguenza della guerra in Ucraina che provoca parecchia incertezza e insicurezza tra gli investitori. Noi pensavamo che il rialzo dovesse essere alimentato da un calo dei prezzi del petrolio e da una diminuzione delle attese di inflazione. Invece finora il prezzo del petrolio resta stabile intorno ai 100 USD al barile (WTI a 99.27 USD/barile, -1.01 USD) e i tassi d'interesse di mercato non scendono (reddito dell'USTB decennale in USD a 2.38% (+0.06%), reddito del Bund decennale in EUR a 0.5575%). Strutturalmente il mercato si sta rafforzando e la tendenza di fondo a Wall Street é saldamente al rialzo (56.2% dei titoli sopra la SMA a 50 giorni, Bullish Percent Index sul NYSE a 57.73 punti). A corto termine però lo sviluppo é ancora incerto - manca forza d'acquisto - il numero di nuovi massimi a 30 giorni (NH) non si espande. Il sentiment é neutro (Fear&Greed Index a 49 punti) e non osserviamo evidenti situazioni di ipervenduto o ipercomperato. Questo significa che l'andamento altalenante delle borse potrebbe continuare ancora per una o due settimene specialmente se non ci saranno dei concreti sviluppi nel conflitto in Ucraina. Noi pensiamo che nessuno é in grado di vincere la guerra e quindi presto o tardi ci saranno dei seri colloqui di pace e verrà sottoscritto un accordo. Putin e la Russia non possono però permettersi di apparire come perdenti e quindi fino a quando non avranno occupato almeno la parte della Ucraina che strategicamente gli interessa (il Dombass e il corridoio a sud (Mariupol) fino alla Crimea) non si siederanno al tavolo delle trattative costi quel che costi in termini di perdite di vite umane ed economiche.
Verso il basso le borse hanno formato a marzo una solida base - é però possibile che ci sia ancora una correzione intermedia fino ai 4400 punti di S&P500 (4545.86 punti, +0.34%). In seguito siamo convinti che il rialzo debba riprendere - la liquidità resta abbondante e mancano altenative all'investimento in azioni. Le Banche Centrali eviteranno di strangolare la ripresa economica alzando di molto i tassi d'interesse di riferimento - l'attuale diffuso pessimismo dovrebbe lentamente trasformarsi in ottimismo ed euforia facendo salire i maggiori indici azionari su dei nuovi massimi storici - riteniamo che l'S&P500 abbia il potenziale per salire sui 5000 punti nel corso dell'estate.

Le performance settimanali degli indici azionari sono state le seguenti:
Eurostoxx50             +1.32% a 3918 punti
SX7E (banche)          +2.85% a 91.94 punti
DAX                         +0.98% a 14446 punti
SMI                          +0.47% a 12179 punti
FTSE MIB                  +2.46% a 25163 punti
S&P500                     +0.06% a 4545.86 punti
Nasdaq100                +0.72% a 14861 punti

Nella settimana tra il 21 ed il 25 di marzo le borse europee avevano perso qualche punto mentre la borsa americana era riuscita a guadagnare terreno. Noi non abbiamo rilevato cambiamenti importanti nella situazione tecnica e non abbiamo sentito il bisogno di scrivere un commento - la tendenza non era cambiata e restava al rialzo. Anche questa settimana non ci sono stati cambiamenti di rilievo.
Gli indici azionari sono salito lunedì e martedì e l'S&P500 ha toccato un massimo di periodo a 4637 punti. Il superamento dei 4600 punti ha però esaurito a corto termine la spinta di rialzo e l'indice guida americano é arrivato in una situazione di ipercomperato - é seguita una correzione minore che ha fatto scendere l'S&P500 venerdì in serata fino ai 4507 punti. Senza una ragione particolare é improbabile che l'S&P500 possa salire stabilmente sopra i 4600 punti - se la prossima settimana iniziasse con alcune sedute positive é probabile che dopo l'S&P500 debba poi ricadere sotto i 4500 punti fino ad arrivare ad una situazione di ipervenduto. Non siamo in grado di dire quando questo sviluppo altalenante tra i 4400 ed i 4600 punti potrebbe finire - siamo solo convinti che in seguito le borse debbano salire più in alto - i dati tecnici stanno da settimane migliorando e assolutamente non vediamo le premesse per un crash come viene previsto da più parti. Secondo noi le discussioni riguardati l'inversione della curva dei tassi d'interesse in America (che dovrebbe segnalare l'inizio di una recessione) sono fuori luogo poiché abbiamo a che fare con un mercato manipolato dalla FED. Fino a quando i tassi d'interesse reali resteranno ampiamente negativi esiste un ampio e solido sostegno ai mercati azionari malgrado le alte valutazioni fondamentali.

Come detto mercoledì e giovedì le borse hanno corretto - venerdì sono rimbalzate e grazie a questo guadagno finale tutti gli indici hanno avuto una performance settimanale positiva. Avrete però notato che mancano delle rotture al rialzo - se i 4600 punti sembrano bloccare l'S&P500 lo stesso vale per 4000 punti di Eurostoxx50 ed i 15000 punti di DAX (valori indicativi e di riferimento).

Dopo il calo di mercoledì e giovedì c'era chi venerdì si aspettava un'accelerazione al ribasso e un crollo. Invece le borse si sono comportate in maniera costruttiva. La cosa non ci sorprende - si sta unicamente verificando un consolidamento con una correzione intermedia.
L'S&P500 ha aperto salendo sul massimo a 4548 punti. Poi é sceso fino a metà seduta, ha toccato un minimo verso le 19.30 a 4507 punti per poi rimbalzare fino a 4541 punti (20.45). Dopo un ritorno a 4520 punti (21.45) l'indice é risalito in chiusura a 4545.86 punti (+0.34%). Malgrado il debole guadagno anche della tecnologia (Nasdaq100 +0.15% a 14861 punti) la seduta al NYSE é stata decisamente positiva con A/D a 5253 su 2908, NH/NL a 753 su 386 e volume relativo a 0.9. I buoni dati sono una conseguenza della buona performance del Russell2000 (+1.01%). I Summation Index continuano a salire.
I dati sul sentiment sono misti e neutri (VIX a 19.63 punti (-0.93), CBOE Equity put/call ratio a 0.59 (dopo alcuni giorni a 0.41-0.45). A corto termine la borsa americana é senza tendenza - questo permette una correzione dell'S&P500 fino ai 4400 punti in caso di ulteriori notizie negative dall'Ucraina. La tendenza di fondo resta però solidamente al rialzo (anche nel caso in cui ci fosse questa estensione della correzione intermedia) e quindi bisogna restare investiti in azioni.

Crediamo che sull'USD Index (98.54) ci sia una forte e insuperabile resistenza sui 99.50 punti. In linea di massima ci aspettiamo nei prossimi mesi una fase di debolezza dell'USD in concomitanza con la ripresa del rialzo delle borse. Con un USD debole é probabile che la borsa americana debba sovraperformare le borse europee. Un USD debole dovrebbe anche sostenere il prezzo dell'oro (1924 USD/oncia / tendenza al rialzo) che in estate dovrebbe far segnare un nuovo record storico.
 
Commento del 19-20 marzo

Gli indicatori che guardano al futuro battono i grafici che mostrano il passato. Solo short squeeze o sostenibile rialzo?

Riassunto: Gli investitori hanno "preso le misure" della guerra in Ucraina - hanno superato la fase di incertezza e sono in grado di valutare le conseguenze economiche del conflitto. Il prezzo del petrolio si é stabilizzato sui 100 USD al barile (WTI 103.09 USD, +1.44 USD) e i tassi d'interesse di mercato hanno fermato la loro corsa al rialzo (reddito dell'USTB decennale a in USD a 2.14% (-0.06%), reddito del Bund decennale in EUR a 0.3615%). La correzione delle borse é finalmente terminata anche in America e gli indici azionari hanno iniziato l'attesa fase di sostanziale e sostenibile rialzo. La nostra ipotesi era che il minimo del 24 febbraio sull'S&P500 a 4106 punti era il minimo della correzione - abbiamo avuto ragione ma per poco e a fatica visto che il 15 marzo questo minimo é stato ritestato (4137 punti) e che lo stesso giorno il Nasdaq100 ha fatto segnare un nuovo minimo annuale marginale. Come preannunciato nel commento di settimana scorsa il minimo in Europa si é invece verificato il 7 marzo.
Da una decina di giorni gli indicatori di partecipazione, momentum e sentiment erano costruttivi - sulla base dei segnali forniti da questi indicatori noi eravano rimasti positivi - eravamo in attesa di un rialzo al termine di una fase di formazione di base. I grafici erano invece orrendi con una serie di massimi e minimi discendenti dal top di gennaio. Il problema é che alla fine di un ribasso i grafici hanno sempre un aspetto terribile e solo analizzando la situazione tecnica nel suo complesso é possibile evitare l'errore di shortare sui minimi e restare oggettivamente positivi. I grafici sono ottimi nel mostrare il trend ma pessimi nell'indentificare con anticipo una possibile inversione di tendenza.
Il rialzo di questa settimana é stato favorito dal short covering e da fattori tecnici come la scadenza trimestrale dei derivati di marzo.
È probabile che settimana prossima il mercato debba digerire questo rally con alcune sedute di consolidamento ed eventualmente un modesto ritracciamento di un paio di punti in percentuale. Siamo però all'inizio di una fase di sostenibile e sostanziale rialzo alimentato dalla liquidità e dallo scetticismo. Il rialzo potrebbe essere dinamico e dovrebbe sfociare in estate su un nuovo massimo storico dell'S&P500.

Le performance settimanali degli indici azionari sono state le seguenti:
Eurostoxx50             +5.85% a 3902 punti
SX7E (banche)          +8.71% a 92.04 punti
DAX                         +5.76 a 14413 punti
SMI                          +6.00% a 12185 punti
FTSE MIB                  +5.13% a 24222 punti
S&P500                     +6.16% a 4463.12 punti
Nasdaq100                +8.41% a 14420 punti

La settimana in borsa é iniziata ancora con delle vendite e una seduta negativa a Wall Street (S&P500 -0.74%). Le vendite sono però presto terminate e da martedì le borse sono decollate. L'S&P500 ha avuto un'impressionante serie di 4 sedute di deciso rialzo (+2.14%, +2.24%, +1.23% e +1.17%). L'aumento dei tassi d'interesse di riferimento (+0.25%) da parte della FED americana non ha avuto nessun influsso se non quello di togliere un fattore d'incertezza - la mossa era scontata da tempo. I tassi d'interesse reali (nominale - inflazione) restano ampiamente negativi obbligando praticamente gli investitori ad investire il denaro che lasciato in contanti sui conti correnti perde solo di valore. Molti analisti sono convinti che la FED é solo all'inizio di una serie di aumenti del costo del denaro. Noi invece ci aspettiamo nei prossimi mesi un netto rallentamento della crescita economica - questo obbligherà la FED a cambiare la sua retorica, abbandonare la variante di una politica monetaria restrittiva e rinunciare ad alzare di molto i tassi d'interesse. In pratica ci aspettiamo che la FED torni a sostenere economia e mercati senza realizzare l'atteso massiccio aumento del costo del denaro per combattere l'inflazione. Questo dovrebbe provocare una robusta fase di rialzo delle borse - forse l'ultima di questo bull market.

In ogni caso le sedute tra martedì e venerdì sono state all'insegna del rialzo e tecnicamente convincenti. Abbiamo osservato un netto miglioramento di tutti i parametri tecnici. Gli indicatori di base in America, finora negativi, sono tornati neutri (47.5% dei titoli sopra la SMA a 50 giorni, Bullish Percent Index sul NYSE a 51.91 punti). A livello di sentiment c'é ancora parecchio scetticismo (Fear&Greed Index a 37 punti, +11 punti). Crediamo che nelle ultime quattro sedute il rialzo é stato alimentato dalla copertura di short - chi era orientato al ribasso ha gettato la spugna. Le varie inchieste effettuate tra gli investitori mostrano però che tutti sono ancora sottoinvestiti. Nella prossima fase tutti saranno obbligati a saltare sul carro in corsa per adattare il portafoglio alle nuove condizioni di mercato. Alla fine sarà l'euforia e la speculazione al rialzo a provocare l'accelerazione finale ma fino a questo punto mancano ancora parecchi mesi.

Le borse europee stanno seguendo l'America. Nella prima settimana di marzo erano cadute troppo in basso e in seguito avevano dovuto recuperare. Ora si sono affiancate a Wall Street e seguono lo stesso ritmo. La performance settimanale é simile.
Nelle prossime settimane noi ci aspettiamo un modesto calo dei tassi d'interesse di mercato e una rivalutazione dell'EUR sull'USD (EUR/USD a 1.1050). Questo avrà delle conseguenze sulle borse (America meglio di Europa, tecnologia meglio che banche e assicurazioni) ma in linea di massima tutti i mercati azionari dovrebbero muoversi al rialzo con poche differenze. Per evitare errori é meglio essere investiti in ETF sugli indici.

Venerdì la seduta é stata condizionata dalla scadenza dei derivati di marzo. In Europa la scadenza era diluita durante la giornata e quindi l'effetto é stato modesto (Eurostoxx50 +0.44% a 3902 punti)). In America invece c'é stata ancora una seduta di forte rialzo - probabilmente c'erano ancora parecchi short che speravano in un salvataggio sul finale. Noi ci aspettavamo una seduta di pausa - questo ulteriore guadagno é un segnale positivo anche se a breve il rialzo sembra ora parecchio esteso.
L'S&P500 ha aperto con un balzo a 4394 punti - prima dell'apertura il future indicava un valore sui 4375 punti. Questo iniziale attacco dei rialzisti ha costretto i ribassisti alla ritirata. L'S&P500 é salito praticamente per tutta la giornata e ha raggiunto i 4465 punti. Ha chiuso a 4463.12 punti (+1.17%). Un leggero calo dei tassi d'interesse ha favorito il settore tecnologico (Nasdasq100 +2.14% a 14420 punti). La seduta al NYSE é stata positiva con A/D a 5806 su 2382, NH/NL a 1317 (buono!) su 159 e volume relativo a 1.6 (nulla di speciale - é la conseguenza della chiusura delle posizioni in derivati). La volatilità VIX é scesa a 23.87 punti (-1.80), il CBOE Equity put/call ratio era a 0.45 (basso - forse nell'immediato c'é troppa speculazione al rialzo) e il Fear&Greed Index é salito a 37 punti. I Summation Index stanno salendo.
In generale gli indici azionari sono tornati sui bordi superiori delle Bollinger Bands - le RSI giornaliere sono sui 55 punti. Secondo gli oscillatori gli indici potrebbero essere ipercomperati verso la fine di settimana prossima. Spesso quando la scadenza dei derivati corrisponde ad una fase di rialzo il venerdì c'é un massimo intermedio. Di conseguenza ci aspettiamo che settimana prossima ci sia un consolidamento. Non siamo in grado di dire se già lunedì gli indici potrebbero avere una seduta negativa - forse sullo slancio il rally potrebbe proseguire ancora una o due sedute. Pensiamo però che le performances settimana prossima saranno di poco positive e che avremo una qualche seduta con segno negativo. La pausa servirà per raccogliere forze e continuare in seguito a salire in maniera dinamica. Restiamo convinti long.

Commento del 12-13 marzo

Una faticosa fase di formazione di base c'é molto pessimismo

Riassunto: Secondo le nostre previsioni l'anno doveva cominciare con una correzione delle borse. La correzione doveva terminare a gennaio ed essere seguita da una sostenibile e sostanziale fase di rialzo. La guerra in Ucraina ha cambiato questa road map - la caduta delle borse, specialmente in Europa, é stata più profonda di quanto ci eravamo inizialmente immaginati, la fase di formazione di base é prolungata e il successivo rialzo fatica a partire. Le conseguenze economiche del conflitto sono ancora poco chiare poiché la situazione, sul fronte ma specialmente a livello di sanzioni, é in continua evoluzione. L'incremento dei costi dell'energia (petrolio WTI a 109.35 USD/barile) e in generale dei prezzi delle materie prime alimenta l'inflazione e aumenta il rischio di recessione. La crescita economica mondiale é però ancora robusta e l'uscita dalla pandemia ha un effetto stimolante. Gli utili delle imprese sono solidi mentre la politica monetaria delle Banche Centrali resta espansiva. Malgrado un aumento dei tassi d'interesse di mercato (reddito del Bund decennale in EUR a 0.2380%, reddito dell'USTBond decennale a 2.00%) i tassi d'interesse reali restano fortemente negativi e la liquidità é abbondante. L'attuale pessimismo degli investitori (Fear&Greed Index a 14 punti, -1) dovrebbe alimentare il rialzo appena questo dovesse delinearsi. Gli indicatori tecnici sono costruttivi. Solo i grafici ci preoccupano. Questa settimana gli indici azionari europei hanno toccato lunedì un nuovo minimo annuale - gli indici azionari americani sono rimasti sopra i minimi del 24 febbraio ma la correzione potrebbe essere una correzione di medio termine con tre spinte di ribasso e non una semplice correzione ABC. Concretamente esiste la possibilità che l'S&P500 (4204.31 punti, -1.30%) debba ancora cadere sotto i 4100 punti - la seduta di venerdì non ci é per niente piaciuta malgrado che gli indicatori di partecipazione mostrino delle divergenze positive e una diminuzione della pressione di vendita. Venerdì di settimana prossima scadono i derivati di marzo (opzioni e futures) - é una importante scadenza trimestrale. Le prime tre sedute della settimana sono quindi decisive per lo sviluppo del trend. Se l'S&P500 riesce a stabilizzarsi sui 4200 punti senza cadere sotto i 4100 punti é probabile che la fase di formazione di base si avvicini alla fine.

Le performance settimanali degli indici azionari sono state le seguenti:
Eurostoxx50             +3.68% a 3686 punti
SX7E (banche)          +4.49% a 84.66 punti
DAX                         +4.07 a 13628 punti
SMI                          +1.73% a 11495 punti
FTSE MIB                  +2.57% a 22464 punti
S&P500                     -2.88% a 4204.31 punti
Nasdaq100                -3.87% a 13301 punti

È stata una settimana molto volatile con numerosi cambiamenti di direzione e ampi movimenti nelle due direzioni. Il rally di mercoledì (Eurostoxx50 +7.44%, S&P500 +2.57%) ci ha mostrato come delle borse ipervendute e in eccesso di ribasso reagiscono al minimo segnale positivo - la copertura degli short può provocare dei movimenti molto dinamici e di una rara ampiezza. Il problema é che finora questi movimenti sono provocati dai traders e non dagli investitori. I traders long abbandonanno il mercato appena hanno un guadagno e al primo segnale di pericolo - non alimentano dei trend sostenibili. La volatilità é un sintomo del combattimento che sta avvenendo tra ribassisti e rialzisti - questo succede normalmente quando si sta verificando un'inversione di tendenza.
Le borse europee terminano la settimana con una performance positiva. I segnali sono però contrastanti poiché lunedì gli indici hanno toccato un nuovo minimo annuale che teoricamente lascia aperta la strada verso il basso. Per confermare la fine della correzione e l'inversione di tendenza l'Eurostoxx50 dovrebbe terminare una seduta sopra i 3800 punti. Venerdì l'indice europeo ha chiuso a 3686 punti (+0.97%) - nel dopo borsa é ricaduto a 3655 punti - ha perso quanto aveva guadagnato durante la giornata ma ha fatto meglio della borsa americana.
In generale riteniamo molto probabile che lunedì 7 marzo le borse europee abbiano toccato il minimo della correzione. Il rabbioso rally di mercoledì dovrebbe rappresentare il primo concreto segnale di rialzo - ci vuole però una continuazione verso l'alto. Le vendite si stanno prosciugando - le mani forti non stanno però ancora comperando con convinzione.

Mentre le borse europee nel corso della settimana hanno dato segnali di forza la borsa americana ha continuato tristemente a scivolare verso il basso. Su 5 sedute 4 sono state negative - come la settimana precedente. I volumi sono moderati e la pressione di vendita é modesta. I NL non aumentano. Mancano però i settori forti in grado di trascinare un possibile rialzo. Solo i settori energia, miniere d'oro e società di pubblica utilità sono secondo i BPI in un trend rialzista - troppo poco per controbilanciare la debolezza della tecnologia che soffre sotto l'aumento dei tassi d'interesse.
Ci vuole un calo dei prezzi del petrolio e dei tassi d'interesse per scatenare il rialzo delle borse - questa settimana per saldo il prezzo del petrolio é sceso (!) di 6 USD al barile ma i tassi d'interesse sono ancora saliti - non va bene.
Pensavamo che la seduta di venerdì potesse essere positiva. Invece l'S&P500 ha aperto sul massimo (4291 punti) ed é sceso praticamente per tutta la giornata. A metà seduta c'é stato un recupero dai 4235 ai 4256 punti. Poi però hanno nuovamente dominato le vendite e l'S&P500 ha chiuso 4 punti sopra il minimo a 4204.31 punti (-1.30%). Le vendite sono state diffuse (Nasdaq100 -2.13% a 13301 punti, Russell2000 - 1.59%) ma i volumi erano sotto la media (volume relativo a 0.95). La seduta al NYSE é stata negativa con A/D a 1845 su 6345, NH/NL a 640 su 661 (pochi). I Summation Index sono scesi. La tendenza di fondo della borsa americana é al ribasso con il 26.4% dei titoli sopra la SMA a 50 giorni e il Bullish Percent Index sul NYSE a 39.93. I dati sul sentiment mostrano un diffuso pessimismo (VIX a 30.75 punti (+0.52), CBOE Equity put/call ratio a 0.66, Fear&Greed Index a 14 punti (-1)).
Dopo il rally di mercoledì gli indici azionari sia in Europa che in America non sono più ipervenduti. In teoria nulla a livello tecnico impedisce un'ulteriore caduta di un -2%/-3%. Questo ci preoccupa poiché in questo caso gli indici americani farebbero segnare un nuovo minimo annuale. Fino a quando la serie di minimi e massimi discendenti non viene interrotta le divergenze positive e il pessimismo sono unicamente una buona premessa per un rialzo ma non ancora un elemento valido per prevedere con buone probabilità di successo un rialzo. 
È troppo tardi per vendere - molto probabilmente la correzione é praticamente finita. Noi siamo investiti seguendo i profili d'investimento - nel frattempo stiamo speculando long. Per ora stiamo guadagnando poco e accumulando una serie impressionante di posizioni long chiuse dagli stop loss sui prezzi d'acquisto. È la conseguenza di molte false partenze. Ci vuole pazienza e disciplina...

Commento del 5-6 marzo

La guerra in Ucraina fa crollare le borse europee e l'EUR - la borsa americana é forte e pronta a partire al rialzo

Premessa: Le sanzioni economiche decretate dai Paesi occidentali contro la Russia sono ampie e brutali - hanno avuto profonde ripercussioni sui mercati finanziari. Le borse europee sono crollate. Il prezzo del petrolio, del gas e in generale delle materie prime sono notevolmente aumentati. Questo sviluppo inatteso ci ha preso di sorpresa - non poteva essere previsto con l'analisi tecnica. Ora si tratta di capire se in Europa c'é stato il solito evanescente crash delle borse causato da un evento inatteso o se le conseguenze sono più profonde. Russia e Ucraina rappresentano il 3% dell'economia mondiale. In teoria la guerra non dovrebbe far deragliare la ripresa economica post pandemia e non cambia le prospettive a medio termine. Bisogna però vedere quali saranno i contraccolpi dell'aumento dei prezzi dell'energia e se potrebbero esserci rilevanti problemi di approvvigionamento - non solo di petrolio e gas ma anche di alcuni beni di cui l'Ucraina fornisce una parte importante della produzione mondiale - ci riferiamo in particolare al grano e al neon (un gas necessario alla produzione di semiconduttori che proviene per il 70% dall'Ucraina). 
Riassunto: Noi prima del conflitto prevedevamo un calo del prezzo del petrolio - questa settimana invece il petrolio ha nettamente superato i 100 USD al barile e ha raggiunto venerdì i 115.68 USD (+8.01 USD / WTI). Come avevamo suggerito una settimana fà queste turbolenze economiche colpiscono soprattutto l'Europa - le borse europee si sono quindi staccate da quella americana e sono precipitate - nell'incertezza sono spariti i compratori, é diminuita la liquidità e i venditori non hanno incontrato resistenza. L'EUR ha perso notevolmente di valore - il cambio EUR/USD é caduto a 1.0930 - anche questo é uno sviluppo che non avevamo previsto - non é dovuto a ragioni economiche e razionali ma é in buona parte una reazione psicologica e di panico. Nel panico é difficile dire quando é stato raggiunto il fondo del ribasso delle borse europee. Gli indici sono ipervenduti (RSI tra 24 e 29 punti) e c'é molto pessimismo. Le vendite di venerdì hanno fatto crollare ulteriormente gli indici (Eurostoxx50 -4.96%) e l'accelerazione al ribasso sembra costituire un esaurimento. Secondo l'analisi tecnica la caduta dovrebbe essere praticamente finita - potrebbero ancora esserci una o due pessime sedute ma in linea di massima i mercati azionari europei sono pronti per un ampio e dinamico rimbalzo. La borsa americana si comporta relativamente bene - mentre in Europa regna il caos l'S&P500 (-0.79% a 4328.87 punti) ha perso questa settimana solo il -1.27%. Questo malgrado le pessime notizie dal fronte della guerra, l'impennata dei prezzi dell'energia e i deludenti dati economici. L'S&P500 é rimasto ampiamente sopra il minimo del 24 febbraio a 4106 punti e se non ci fosse verificata l'invasione dell'Ucraina da parte della Russia la borsa americana si sarebbe probabilmente involata come prevediamo da alcune settimane. Il mercato azionario americano é strutturalmente forte e vediamo parecchie divergenze positive. L'umore degli investitori é invece pessimo (VIX a 31.98 punti (+1.50), Fear&Greed Index a 17 punti (-5)). La borsa americana é una molla compressa pronta a scattare verso l'alto. C'é solo da sperare che dall'Ucraina non arrivino ulteriori sorprese negative. Se in America parte l'atteso rialzo, le borse europee dovrebbero seguire e salire - non sappiamo però se seguiranno solo a distanza e se invece saranno in grado di recuperare il terreno perduto nelle ultime due settimane.  

Le performance settimanali degli indici azionari sono state le seguenti:
Eurostoxx50             -10.44% a 3556 punti
SX7E (banche)          -18.68% a 81.02 punti
DAX                         -10.11% a 13094 punti
SMI                          -5.73% a 11300 punti
FTSE MIB                  -12.84% a 22464 punti
S&P500                     -1.27% a 4328.87 punti
Nasdaq100                -2.48% a 13837 punti

Venerdì in Europa hanno dominato i venditori - tutti i rimbalzi intermedi sono stati venduti e gli indici azionari hanno chiuso sui minimi con pesanti perdite (Eurostoxx50 -4.96%, DAX - 4.41%, FTSE MIB -6.24%). Le azioni delle società con un qualche legame con la Russia sono precipitate. In particolare il settore bancario é stato fatto a pezzi (SX7E -7.92%, Unicredit -14.59%) e le perdite su base settimanale sono pesantissime (SX7E -18.68%! a 81.02 punti). Regna il panico e le perdite superano nettamente le possibili ripercussioni negative del conflitto in Ucraina. Bisogna avere i nervi saldi per comperare ma probabilmente a medio termine questa é la strategia vincente. Quasi sempre lo scoppio di una guerra é stata un'occasione d'acquisto e al crollo iniziale é sempre seguito un recupero totale delle perdite in tempi relativamente brevi (3-12 mesi).
Tecnicamente esistono le premesse ideali per (almeno) un sostanziale rimbalzo. I mercati europeei sono però deboli e non riescono a farsi incoraggiare dal buon comportamento della borsa americana. Malgrado il recupero dell'S&P500 nella seconda parte della seduta venerdì l'Eurostoxx50 é risalito alla 22.00 solo a 3574 punti.

L'S&P500 venerdì ha perso 41 punti (-0.79%) - é poco in relazione al bagno di sangue che c'é stato in Europa. Nessuna seduta a Wall Street durante la settimana é stata veramente pessima e mercoledÌ c'é stato addirittura un rimbalzo del +1.86%.
L'S&P500 ha aperto a 4326 punti e ha balzi é sceso fino alle 17.10 quando ha toccato il minimo a 4285 punti. Poi tentennante ha recuperato fino alle 19.00 (massimo a 4342 punti) per infine tornare a 4328.87 punti (-0.79%). La seduta al NYSE é stata negativa con A/D a 2289 su 5902, NH/NL a 662 su 1107 e volume relativo a 1.1. La RSI sull'S&P500 é a 43.34 punti - i Summation Index sono scesi di poco - la borsa americana contiene le perdite e mostra forza relativa. I dati relativi alla tendenza di base cambiano solo leggermente (27.9% dei titoli sopra la SMA a 50 giorni, Bullish Percent Index a 42.05 (in aumento rispetto a settimana scorsa!)).
Malgrado la buona tenuta del mercato azionario americano i dati sul sentiment sono pessimi e venerdì abbiamo anche notato un'impennata del CBOE Equity put/call ratio a 0.67. Il reddito dell'USTBond decennale é sceso a 1.74% (-0.12%) - questo é un fattore positivo per la borsa.
Riassumendo siamo convinti che il ribasso é esagerato - in America le premesse per l'inizio di una sostanziale e sostenibile fase di rialzo sono ancora buone - speriamo che anche l'Europa possa approfittarne.
È decisamente troppo tardi per vendere azioni. Chi ha coraggio deve andare long. Ci sono però parecchi fattori d'incertezza. Non possiamo escludere la possibilità che sia l'America a seguire l'Europa nel baratro - di conseguenza qualsiasi posizione speculativa long deve essere assicurata con stop loss. 
Noi venerdì con disciplina siamo riusciti a guadagnare soldi giocando solo long...

Commento del 26-27 febbraio

Il rialzo parte malgrado la guerra in Ucraina - le borse odiano l'incertezza ma non temono un conflitto armato circoscritto

Premessa: Abbiamo fatto un errore - eravamo convinti che la Russia non avrebbe invaso l'Ucraina. Condanniamo questo atto di guerra di cui Putin assume la piena responsabilità  - non c'é nessuna scusa valida ed alcuna spiegazione plausibile. Speriamo ardentemente che la Svizzera si unisca senza mezzi termini alle sanzioni contro la Russia previste dall'UE. Non siamo però qui per parlare di politica o per commentare gli avvenimenti internazionali. Ci concentriamo sull'analisi dei mercati finanziari e lasciamo agli esperti il compito di giudicare i crimini commessi dallla Russia.
Riassunto: Si é avverato lo scenario alternativo che abbiamo presentato settimana scorsa. Le borse hanno reagito negativamente alla prospettiva di un conflitto armato e fino a giovedì in serata sono precipitate. L'S&P500 ha toccato un nuovo minimo annuale a 4114 punti. L'Eurostoxx50 (+3.69% a 3970 punti) é caduto fino a 3765 punti. Poi é seguito un rally provocato dall'ipervenduto, dall'eccesso di ribasso e dal panico. Venerdì sera l'S&P500 ha chiuso a 4384.65 punti (+2.24%), 270 punti sopra il minimo e sopra il precedente minimo del 24 gennaio a 4222 punti. È molto probabile che questo rally costituisca l'inizio dell'attesa fase di sostenibile e sostanziale rialzo. La guerra ha unicamente fatto partire questo rialzo in ritardo e da un livello inferiore rispetto a quello inizialmente previsto dei minimi del 24 gennaio. Le borse stanno mostrando forza relativa e notiamo parecchie divergenze positive. La guerra tra la Russia e l'Ucraina potrebbe riservare ancora delle sorprese negative. In linea di massima però da questa situazione di estremo pessimismo sui mercati finanziari dovrebbe svilupparsi un consistente rialzo di medio termine. I tassi d'interesse di mercato dovrebbero scendere (reddito dell'USTBond decennale a 1.97% / poco superiore ai 1.92% di settimana scorsa) e difficilmente la FED alzerà i tassi d'interesse di riferimento. Il prezzo del petrolio é stabile (USD 91.59 al barile contro i USD 90.21 di una settimana fà) mentre il prezzo del gas sale solo in Europa. La liquidità dovrebbe alimentare il rialzo a cui tutti desiderano partecipare dopo aver visto che simili situazioni nel passato sono sempre state delle occasioni d'acquisto.

Le performance settimanali degli indici azionari sono state le seguenti:
Eurostoxx50             -2.54% a 3970 punti
SX7E (banche)          -8.52% a 99.64 punti
DAX                         -3.16% a 14567 punti
SMI                          -0.19% a 11987 punti
FTSE MIB                  -2.77% a 25773 punti
S&P500                     +0.82% a 4384.65 punti
Nasdaq100                +1.28% a 14189 punti

Giovedì l'S&P500 ha toccato un minimo a 4114 punti e ha chiuso in positivo a 4288.70 punti (+1.50%). Questo é stato un classico key reversal day accompagnato da divergenze positive - il numero dei nuovi minimi a 30 giorni (2622) é risultato inferiore a quello del 24 gennaio malgrado che l'S&P500 fosse sceso 108 punti più in basso. Il rialzo é proseguito venerdì malgrado che le notizie dal fronte fossero per niente incoraggianti. Le borse europee hanno avuto un rally di consistenti dimensioni (Eurostoxx50 +3.69%) e hanno chiuso sul massimo giornaliero. Il rialzo é proseguito in America. L'S&P500 ha aperto a 4296 punti, si é ancora tuffato a 4286 punti ma poi i rialzisti hanno ripreso il controllo delle operazioni e l'S&P500 é salito verso le 18.30 a 4380 punti. C'é stata poi un'oscillazione in laterale che si é conclusa a 4384.65 punti (+2.24%). Al rally hanno partecipato tutti i settori (DJT +2.56%, RUT +2.25%) anche se per una volta la tecnologia ha faticato (Nasdaq100 +1.53) frenata probabilmente dai tassi d'interesse che ancora non scendono. La seduta al NYSE é stata positiva con A/D a 6651 su 1661, NH/NL a 538 su 157 e volume relativo a 1.0. La volatilità VIX é scesa a 27.59 punti (-2.73 / massimo giovedì a 37.79 punti), il CBOE Equity put/call ratio era neutro a 0.57 mentre il Fear&Greed Index é risalito a 31 punti (+6 punti). I Summation Index sono leggermente saliti! Nel complesso vediamo un mercato che ha voglia di salire - la guerra in Ucraina non ha provocato un crollo ma solo l'atteso vuoto d'aria di un -5% seguito da una rapida e vigorosa ripresa. Ignoriamo di conseguenza gli indicatori della tendenza di fondo che parlano ancora di ribasso (29.6% dei titoli sopa la SMA a 30 giorni e Bullish Percent Index sul NYSE a 38.15).

In questa fase le borse europee sono più deboli di quella americana. È una logica conseguenza del fatto che il conflitto é alle porte dell'Europa e le maggiori conseguenze economiche negative colpiranno gli Stati dell'UE. La Russia potrebbe tagliare le forniture di gas all'Europa creando gravi problemi di approvvigionamento e provocando un'impennata dei prezzi. Per fortuna ci avviciniamo alla primavera e la temperatura esterna sta salendo facendo diminuire i consumi per il riscaldamento.
Le borse europee dovrebbero continuare a restare in coda a quella americana se non c'é un rapido miglioramento nelle relazioni con la Russia.

Due settimane fà avevamo consigliato caldamente di prendere i guadagni e vendere il settore bancario europeo. L'indice SX7E si trovava a 114.74 punti. Venerdì l'indice ha chiuso a 99.64 punti - malgrado il guadagno venerdì di +3.50% la perdita settimanale (-8.52%) é ancora pesante. L'esclusione della Russia dal sistema SWIFT, decisa questo fine settimana, dovrebbe provocare ulteriori problemi al sistema bancario - non é ancora giunto il momento di ricomperare le azioni delle banche malgrado la forte correzione.

In generale consigliamo di restare long ed investiti in azioni. Qualsiasi segnale di distensione con la Russia, improbabile al momento attuale ma non da scartare completamente, dovrebbe alimentare il rialzo delle borse. Putin ha però dimostrato negli ultimi giorni di essere un pazzo imprevedibile - non bisogna escludere la possibilità che una volta messo alle strette reagisca tentando di aggredire la NATO o usando l'arma atomica. In questo caso é meglio avere una strategia per assicurare il portafoglio.

Commento del 19-20 febbraio

Settimana di transizione - la fase di rialzo é solo rimandata - le premesse tecniche restano in favore di questa ipotesi

Premessa: La crisi ucraina sta influenzando l'umore degli investitori e a breve sta decisamente condizionando in negativo i mercati azionari. Noi siamo convinti che non ci sarà una guerra su larga scala - la Russia non invaderà l'Ucraina cercando di prendere militarmente il controllo del Paese. Putin continuarà a fare pressione sulla NATO cercando di ottenere concessioni con lo scopo di allargare la sua sfera di influenza nella regione. Probabilmente ci sarà un'escalazione nel Dombass e pensiamo che i russi andranno in soccorso dei loro alleati separatisti accusando l'Ucraina di aver provocato lo scontro. Se la Crimea é stata un facile e in parte giustificabile boccone, l'Ucraina é una preda troppo grande per la Russia - supera le capacità operative dell'esercito e la forza finanziaria del Paese che rischia di essere confrontato con massicce sanzioni economiche e di essere tagliato fuori dal commercio mondiale. Putin cercherà di far cadere il governo ucraino pro occidentale per sostituirlo con un governo marionetta che può controllare come fa con la Bielorussia. Per questo aumenta la pressione militare obbligando i Paesi occidentali a trattare.
Se ci sbagliamo e la Russia invade effettivamente l'Ucraina con le imponenti forze militari che sono attualmente ammassate al confine (si parla di 150'000 soldati o circa il 40% dell'esercito russo) logicamente le borse reagiranno inizialmente con un crollo (-5%). Se però il prezzo di petrolio e gas non salgono considerevolmente (questa settimana il prezzo del petrolio é sceso di 3 USD al barile / WTI a 90.21 USD/barile) crediamo che le conseguenze negative sulle borse occidentali saranno di breve durata e modeste.
Non bisogna criticare la Russia - si sta comportando come hanno fatto gli Stati Uniti per anni in Sud America, in Asia (Vietnam, Cambogia) e in medio Oriente.
Riassunto: La prima parte della settimana à stata volatile ma equilibrata. A seconda delle notizie che costantemente affluivano riguardanti l'Ucraina ci sono state delle spinte di rialzo e di ribasso ripartite tra i mercati europei e quello americano. Lunedì gli indici azionari europei hanno testato e in parte peggiorato i minimi di gennaio. Fino a mercoledì sera però gli indici azionari erano praticamente invariati. Solo giovedì la pressione di vendita é decisamente aumentata e le borse hanno chiuso in perdita portando la performance settimanale in negativo. Le perdite sono dell'ordine del -1.5%/-2% - poco considerando che potrebbe esserci un conflitto armato che coinvolge le maggiori potenze mondiali. È però evidente che dal minimo del 24 gennaio finora non c'é stata il rialzo che avevamo annunciato. Le premesse sono però intatte. Specialmente a livello di sentiment c'é un generale pessimismo. Nessuno prevede un rialzo delle borse poiché la paura dell'inflazione, l'aumento dei tassi d'interesse e il rischio di guerra impediscono alla maggior parte degli investitori di avere una visione serena ed oggettiva della situazione. La crescita economica resta solida e la liquidità é abbondante. Il prezzo del petrolio sembra essersi fermato alla soglia dei 100 USD/barile e comincia a scendere come avevamo previsto. Il cambio EUR/USD (1.1325) é stabile mentre il prezzo dell'oro (1897 USD/oncia) ha finalmente superato di slancio la zona di resistenza sui 1850-1870 USD e si dirige verso il massimo storico. La tendenza é al rialzo e nel corso dell'anno ci aspettiamo prezzi decisamente sopra i 2000 USD.
Malgrado la crisi ucraina il mercato azionario americano resta strutturalmente solido. Il deterioramente strutturale é modesto considerando che la borsa sta correggendo da inizio anno. Le maggiori perdite si registrano nei titoli speculativi della categoria dell' "economia distruttiva" - sono quelle società che promettevano di catapultare il mondo nel futuro con delle innovazioni tecnologiche strepitose - finora però avevano accumulato solo perdite. È giusto e sano che le quotazioni di queste società abbiano subito un tracollo - gli speculatori stanno sparendo dal mercato. La prossima spinta di rialzo dovrebbe partire da una solida base ed essere sostanziale e sostenibile. Dobbiamo unicamente superare la situazione di stallo nella crisi ucraina. Quando sarà sparita l'incertezza i mercati azionari potrebbero decollare - forse per l'ultima volta prima di una profonda crisi economica deflattiva.

Le performance settimanali degli indici azionari sono state le seguenti:
Eurostoxx50             -1.95% a 4074 punti
SX7E (banche)          -5.07% a 108.92 punti
DAX                         -2.48% a 15042 punti
SMI                          -1.81% a 12010 punti
FTSE MIB                  -1.70% a 26506 punti
S&P500                     -1.58% a 4348.87 punti
Nasdaq100                -1.74% a 14009 punti

Venerdì c'é stata una seduta negativa sia in Europa (Eurostoxx50 -0.95% a 4074 punti) che in America (S&P500 -0.72% a 4348.87 punti). Prima del lungo fine settimana nessuno ha osato comperare mentre alcuni hanno preferito vendere. La conseguenza é stato un "scivolare verso il basso" con volumi di titoli trattati nella media. L'S&P500 ha chiuso 21 punti sopra il minimo giornaliero mentre ancora la tecnologia (Nasdaq100 -1.14%) e alcuni suoi titoli speculativi (ROKU -22.29%) hanno subito le perdite più consistenti.
L'S&P500 ha aperto praticamente invariato a 4382 punti, ha toccato il massimo giornaliero a 4394 punti e in seguito é sceso regolarmente fino alle 19.15 quando ha toccato il minimo a 4327 punti. Poi é rimbalzato, ha fatto due picchi a 4375 e 4378 punti prima di ricadere una quarantina di punti. Infine ha recuparato e chiuso a 4348.87 punti (-0.72%). La seduta al NYSE é stata negativa con A/D a 2407 su 5756, NH/NL a 287 su 780 (ancora relativamente pochi NL) e volume relativo a 1.0. La volatilità VIX é stranamente scesa a 27.75 punti (-1.28), il CBOE Equity put/call ratio era piuttosto alto a 0.73 e il Fear&Greed Index era a 37 punti (-1). Nelle varie inchieste che vengono effettuate tra i vari tipi di investitori appare parecchio pessimismo - alcuni dati sono vicini ai valori di marzo 2020!
La tendenza di fondo della borsa americana é tra il neutro e il ribasso - il 28.1% dei titoli é sopra la SMA a 50 giorni ed il Bullish Percent Index sul NYSE é a 47.87 - vista la situazione ci saremmo però aspettati numeri peggiori.

Come preannunciato una settimana fà il periodo di sovraperformance del settore finanziario é terminato. In Europa l'indice delle banche europee SX7E ha perso il -5.07%! In generale i mercati finanziari mandano su parecchi fronti lo stesso messaggio - per il momento l'aumento dei tassi d'interesse di mercato é finito e deve esserci una correzione. Il reddito dell'USTB decennale é sceso a 1.9% - quello del Bund decennale é ricaduto a 0.1785%. I mercati abbligazionari sembrano dire che la paura dell'inflazione é eccessiva - questa attitudine dovrebbe a breve influenzare positivamente anche i mercati azionari.

Lunedì 21 febbraio la borsa americana é chiusa in occasione del "Washington's Birthday". Aspettiamo degli sviluppi concreti sul fronte ucraino. Appena ci sarà una situazione chiara e sparirà l'incertezza ci aspettiamo l'inizio dell'attesa fase di rialzo. Se il tira e molla diplomatico continua potremmo purtroppo avere alcune settimana di formazione di base con mercati azionari volatili e per saldo ancora in leggera perdita. Bisogna avere pazienza...

Commento del 12-13 febbraio

Rialzo per il momento bloccato dalla crisi Ucraina

Riassunto: Due settimane fà avevamo annunciato che con il minimo sull'S&P500 (-1.90% a 4418.64 punti) del 24 gennaio a 4221 punti la correzione era terminata e che il venerdì 28 gennaio era iniziata una fase di rialzo sostanziale e sostenibile. Da quel momento però le borse non sono riuscite a fare sostanziali progressi. Ci sono stati alcuni tentativi di rialzo che sono stati annullati da dati sull'inflazione preoccupanti e dal rischio che la Russia invada l'Ucraina. L'incremento dei prezzi ai consumi in America ed in Europa ha provocato un ulteriore aumento dei tassi d'interesse di mercato - il reddito dell'US Treasury Bond ha superato marginalmente il 2% e solo venerdì (1.92%, -0.11%) é ricaduto sotto questa barriera psicologica - il reddito del Bund tedesco decennale é salito a 0.2875% (in territorio positivo !). Il prezzo del petrolio (WTI 93.10 USD/barile, +3.22%) si avvicina ai 100 USD. Malgrado questi effetti negativi i mercati azionari non crollano e gli indici restano ampiamente sopra i minimi di fine gennaio - le borse sono relativamente forti e sfidano il pessimismo degli investitori (Fear&Greed Index a 33 punti, -4 punti). Noi siamo convinti che la crisi Ucraina non avrà conseguenze durature sui mercati finanziari - sta solo creando molta incertezza. In casi simili ci sono delle vendite tra i ribassisti mentre i rialzisti aspettano di avere una visione chiara della situazione prima di comperare. Considerando la situazione politica le borse si comportano abbastanza bene - crediamo che c'é poco spazio verso il basso per una ulteriore correzione e restiamo convinti che nei prossimi mesi ci debba essere un sostanziale rialzo. Eventuali cadute come quella di venerdì (S&P500 -1.90% a 4418.64 punti) sono delle occasioni d'acquisto.
Per quel che concerne cambi, oro e petrolio cominciamo ad osservare dei movimenti nella direzione da noi prevista e auspicata. Il cambio EUR/USD é salito sopra gli 1.14 e solo venerdì é ricaduto a 1.1350. Il prezzo dell'oro é tornato sopra i 1800 USD/oncia (1858 USD). Solo il prezzo del petrolio continua a salire alimentando le attese d'inflazione. Quando la crisi Ucraina avrà uno sviluppo (nel bene o nel male) pensiamo che il prezzo del petrolio comincerà a scendere scatenando il rialzo delle borse. Le premesse monetarie e macroeconomiche restano buone - la nostra previsione non cambia - per i prossimi mesi siamo long.

Le performance settimanali degli indici azionari sono state le seguenti:
Eurostoxx50             +1.68% a 4155 punti
SX7E (banche)          +4.08% a 114.74 punti
DAX                         +2.16% a 15425 punti
SMI                          +0.76% a 12232 punti
FTSE MIB                  +1.36% a 26966 punti
S&P500                     -1.82% a 4418.64 punti
Nasdaq100                -3.09% a 14253 punti

A livello diplomatico non sembra esserci una soluzione alla crisi Ucraina. La Russia ammassa le sue truppe al confine. I Paesi della NATO con gli Stati Uniti in testa annunciano embarghi e ritorsioni ma un intervento armato sembra fuori discussione. Joe Biden venerdì ha dichiarato di ritenere un'invasione dell'Ucraina da parte della Russia imminente e questo ha spaventato gli investitori. Venerdì alle 19.20 l'S&P500 era ancora a 4480 punti - dopo il discorso di Biden l'indice é crollato fino a 4401 punti ed ha chiuso a 4418.64 punti (-1.90%) con una pesante perdita di 85 punti. Il Nasdaq100 ha fatto ancora peggio (-3.07% a 14253 punti). Le vendite hanno raggiunto anche il DJT (-2.54%) mentre notiamo che il Russell2000 (-1.02%) si comporta relativamente meglio. Sono soprattutto gli speculatori e gli investitori retail che si spaventano e scappano.
I dati della giornata sono ovviamente negativi (A/D a 2289 su 5936, NH/NL a 435 su 489 e volume relativo a 1.0) ma a livello di partecipazione rileviamo ancora una situazione costruttiva con poca pressione di vendita. Il Summation Index sul NYSE é in leggero calo mentre quello sul Nasdaq é salito (di poco). La tendenza di fondo della borsa americana é incerta con il 29.6% dei titoli sopra la SMA a 50 giorni e il Bullish Percent Index sul NYSE a 51.82 - i dati stanno però decisamente migliorando rispetto a due settimane fà.
Gli indicatori di sentiment mostrano che gli investitori sono pessimisti (VIX a 27.36 punti (+3.45), CBOE Equity put/call ratio a 0.64). Molti analisti giudicano che sia già iniziato un bear market. Noi riteniamo che la costellazione tecnica resta costruttiva - a sorpresa ad un certo momento le borse cominceranno a muoversi al rialzo a tutti saranno obbligati a saltare sul treno in corsa a causa dell'alta liquidità e dalla mancanza di alternative. Nella seconda parte dell'anno ci aspettiamo una crisi deflattiva (!) e un crollo delle borse ma avremo il tempo di discuterne più in là nel tempo.

Come vedete dalle performance settimanali le borse europee si comportano meglio di quella americana. Venerdì alle 22.00 l'Eurostoxx50 (-1.00% a 4155 punti) valeva 4079 punti e quindi buona parte della sovraperformance é sparita nel dopo borsa. La differenza resta però significativa in favore dell'Europa.
Sapete che da mesi avevamo un'opinione decisamente positiva sulle azioni delle banche europee - l'indice SX7E in effetti ha terminato il 2021 sui 100 punti e ha chiuso venerdì a 114.74 punti (-1.20%). Il settore finanziario é stato favorito dall'aumento dei tassi d'interesse. Noi crediamo che per alcune settimane i tassi d'interesse debbano adesso scendere e quindi pensiamo che il rally delle banche sia praticamente finito. Malgrado che restiamo fondamentalmente positivi sul settore vi invitiamo a prendere i guadagni e investire in altri settori ciclici.

Commento del 29-30 gennaio

La correzione é finita lunedì - il rialzo é iniziato venerdì in America

Riassunto: Il nostro scenario per i mercati azionari per la prima parte dell'anno si sta concretizzando secondo i piani. A gennaio doveva esserci una correzione della borsa americana durante la quale gli indici dovevano scendere sotto i minimi di novembre e dicembre 2021 - in particolare l'S&P500 (+2.43% a 4431.85 punti) doveva cadere sotto i 4500 punti. Lunedì c'é stata l'ondata finale di vendite - l'S&P500 ha toccato un minimo a 4222 punti e finalmente abbiamo osservato una cristallina situazione di ipervenduto, eccesso di ribasso e panico. Come avevamo facilmente previsto le borse europee hanno partecipato a questa correzione - hanno testato i minimi di novembre e dicembre senza però cadere decisamente più in basso. In questa fase l'Europa ha mostrato forza relativa e le perdite da inizio anno dei maggiori indici europei sono decisamente minori (Eurostoxx50 -3.76%) di quelle degli indici americani (S&P500 -7.01%). Con il selling climax di lunedì la correzione é terminata. Sono poi seguite tre sedute volatili con vari cambiamenti di direzione e test dei supporti - c'é stato un combattimento tra rialzisti e ribassisti per il controllo del mercato e tecnicamente queste sedute rappresentano la formazione di una base. Questa fase di cambiamento di tendenza é durata fino a venerdì pomeriggio. Verso le 14.00 gli indici azionari europei insieme ai futures americani hanno toccato il minimo della giornata e poi é iniziato un rally. L'S&P500 (+2.43% a 4431.85 punti) ha chiuso sul massimo giornaliero con un forte guadagno di 105 punti. Il recupero pomeridiano non ha permesso alle borse europee di evitare a fine seduta una perdita (Eurostoxx50 -1.15% a 4136 punti). Il valore dell'Eurostoxx50 alle 22.00 (4171 punti) mostra però che anche in Europa il trend é probabilmente passato al rialzo. L'analisi tecnica non é in grado di dire con sicurezza che il rally di venerdì é l'atteso inizio di una sostenibile e sostanziale fase di rialzo. Potrebbe anche essere stato semplicemente un forte rimbalzo da ipervenduto. Molti analisti in effetti pensano che la borsa americana sia già in un bear market e questa ipotesi viene paradossalmente sostenuta dai nostri indicatori di base (17.5% dei titoli sopra la SMA a 50 giorni, Bullish Percent Index sul NYSE a 35.10 punti). Conoscete però la nostra ipotesi basata su esperienze del passato, sulla situazione economica e sulla politica monetaria della FED. Noi siamo convinti che la paura dell'inflazione é eccessiva e che la liquidità resterà abbondante. Nei prossimi mesi si parlerà molto di rischio di recessione - la FED si mostrerà nuovamente accomodante provocando un'ultimo rialzo della borsa con un'accelerazione esponenziale di tipo esaustivo. Solo settimana prossima sapremo se questa nostra ipotesi é corretta - il rally di venerdì dovrebbe avere una continuazione con un miglioramento dei dati tecnici. Da adesso e per qualche mese bisogna essere long e completamente investiti - dovrebbe salire praticamente tutto - saranno però favoriti i settori ciclici (tecnologia, industria, materie prime, ecc.) rispetto ai settori difensivi (alimentare, consumi di base, società di pubblica utilità, ecc.).

I mercati azionari si sviluppano secondo le nostre previsioni. Per il momento invece i cambi (EUR/USD a 1.1150), il prezzo dell'oro (1792 USD/oncia) e del petrolio (WTI 86.82 USD/ barile) non si comportano come pensavamo. Secondo noi l'USD dovrebbe indebolirsi, il prezzo dell'oro salire in direzione dei 1900 USD e quello del petrolio scendere. Questo sviluppo é coerente con il nostro scenario per i mercati azionari. Teniamo quindi d'occhio questi mercati per avere una conferma della nostra previsione di un forte rialzo delle borse nei prossimi mesi.

Le performance settimanali degli indici azionari sono state le seguenti:
Eurostoxx50             -2.19% a 4136 punti
SX7E (banche)          +1.15% a 106.13 punti
DAX                         -1.83% a 15319 punti
SMI                          -2.03% a 12104 punti
FTSE MIB                  -1.83% a 26565 punti
S&P500                     +0.77% a 4431.85 punti
Nasdaq100                +0.11% a 14454 punti

Venerdì fino alle 14.00 la seduta é andata veramente male e noi temevamo che gli indici volessero tornare a testare i minimi di lunedì. Eravamo perplessi poché l'ipervenduto, l'eccesso di ribasso e il forte pessimismo degli investitori non sembrava provocare nessuna reazione. Invece nel pomeriggio il vento é cambiato. Le borse europee, che stavano perdendo circa il -2.5%, hanno lentamente recuperato e il future sull'S&P500, che era ridisceso sui 4275 punti, si é risollevato. Dopo le 16.00 i rialzisti hanno decisamente preso il controllo delle operazioni. Per le borse europee era tardi - l'Eurostoxx50 dal minimo giornaliero a 4071 punti é risalito a 4136 punti (-1.15%) ma non ha potuto evitare una perdita di 48 punti. In America invece c'é stato un rally di vaste dimensioni e con buona partecipazione.
L'S&P500 ha aperto in guadagno a 4333 punti ma nella prima mezz'ora di contrattazioni é ancora caduto a 4292 punti. Poi a metà seduta é risalito a 4387 punti, é rimasto fino alle 20.00 a ridosso di questo livello, é sceso alle 20.30 fino a 4339 punti per infine decollare e chiudere sul massimo a 4331.85 punti (+2.43%). Il rialzo é stato trascinato dai big della tecnologia (Nasdaq100 +3.22%) con Apple in testa (+6.98%) grazie a buoni risultati trimestrali.
La seduta al NYSE é stata positiva con A/D a 6063 su 2174, NH/NL a 105 su 2326 e volume relativo a 1.2. Il rialzo ha coinvolto tutti i settori (DJT +1.61%, RUT +1.93%). I Summation Index sono però ancora in discesa e il numero di nuovi minimi a 30 giorni (NL), pur non aumentando ancora, non scende. Tecnicamente é quindi ancora troppo presto per cantare vittoria. L'S&P500 ha una zona di resistenza sui 4430 punti - una chiusura giornaliera sopra i 4454 punti sarebbe una conferma tecnica che il trend a medio termine é al rialzo.
Attenzione ai tassi d'interesse - l'aumento del reddito dell'USTBond decennale (1.78%, -0.03%) é in stallo - probabilmente ora ci sarà una lunga fase di pausa sui 1.50-1.80% prima che il tasso d'interesse possa superare il 2% come noi prevediamo. Fino a quando i tassi d'interesse reali (tasso nominale - inflazione) restano ampiamente negativi le premesse monetarie restano decisamente favorevoli ai mercati azionari. La liquidità é abbondante e se come pensiamo gli indici ricominciano a salire molti saranno obbligati a saltare sul carro in corsa.

Commento del 22-23 gennaio

A breve deve iniziare una fase di sostanziale e sostenibile rialzo - possono ancora esserci alcuni giorni turbolenti

Riassunto: La borsa americana ha avuto una settimana terribile - tra martedì e venerdì ci sono state quattro sedute di forte ribasso con chiusure sui minimi giornalieri - sui grafici degli indici americani abbiamo quattro lunghe candele rosse. È difficile dire quando il minimo di una correzione é stato raggiunto - nel panico la caduta non si ferma su dei supporti - osservare le medie mobili, le Bollinger Bands o possibili supporti dinamici o fissi serve a poco. Per concludere una correzione ci vuole ipervenduto, eccesso di ribasso e panico. Venerdì questre tre condizioni si sono avverate. Il panico é però spesso soggettivo - una VIX a 28.85 punti e un CBOE Equity put/call ratio a 0.82 ci sembrano però sufficienti. Non ci fidiamo del Fear&Greed Index a 43 punti (-12 punti) poiché alcune delle 7 componenti di questo indice non sono aggiornate - in particolare il CBOE put/call ratio (MM a 5 giorni) é fermo al 17 gennaio. In realtà pensiamo che questo indice, se calcolato correttamente, dovrebbe trovarsi sui 30 punti. Venerdì in ogni caso é stato venduto tutto e questa settimana non sono solo scesi i big della tecnologia ma il mercato in generale come testimonia il crollo dell'S&P500.
A breve deve iniziare una fase di sostenibile e sostanziale rialzo. Potrebbero ancora esserci alcune sedute negative - spesso ci vuole una buona notizia per risollevare il morale degli investitori e per obbligare i shortisti a comperare scatenando un rally. Non pensiamo che la correzione terminerà con una fase di formazione di base sui 4400 punti di S&P500 (-1.89 a 4397.94 punti) ma piuttosto con un forte rimbalzo tecnico. Il rimbalzo potrebbe partire lunedì ma forse bisognerà aspettare fino a mercoledi sera quando la FED comunicherà le sue decisioni riguardanti la politica monetaria. Non bisogna inoltre dimenticare che la stagione di pubblicazione dei risultati trimestrali delle imprese americane é in pieno svolgimento - settimana prossima sono previsti i dati di Microsoft,Tesla e Apple.
Siamo però convinti, come ripetiamo da settimane, che questa é un occasione d'acquisto in vista di una fase di rialzo della durata di qualche mese. Questa fase potrebbe sorprendere in positivo e rappresentare la fine del bull market. A questo punto vale la pena di spiegare succintamente il nostro scenario - questa previsione non é basata solamente sull'analisi tecnica ma é legata allo sviluppo economico in America e alla politica monetaria della FED.

Noi riteniamo che l'inflazione nei prossimi mesi debba scendere insieme al prezzo del petrolio. Gli analisti si aspettano che la FED quest'anno alzerà i tassi d'interesse di riferimento almeno 3 volte - noi pensiamo invece che la FED aumenterà il prezzo del denaro al massimo una volta. Il reddito dell'USTBond decennale (1.75%) dovrebbe salire sopra il 2% e potrebbe raggiungere il 2.5%. Questo però non dovrebbe impedire un rialzo della borsa americana poiché ci sarà ancora abbondante liquidità a disposizione. Se i tassi d'interesse aumentano nessuno compera obbligazioni che perdono sul corso - quindi tutti compreranno azioni grazie ad una favorevole combinazione di ottimi utili aziendali e una solida crescita economica. Inoltre i tassi d'interesse reali resteranno ampiamente negativi malgrado che l'inflazione diminuirà (dagli attuali 7%) e i tassi d'interesse di mercato aumenteranno - questo giustifica un investimento in azioni. Ogni bull market della storia, quando la azioni hanno valutazioni fondamentali decisamente troppo alte come é il caso adesso negli Stati Uniti, termina con un'accelerazione finale di tipo esaustivo contrassegnata da euforia e da una forte speculazione. Crediamo che adesso possa iniziare questa fase e che quindi potrebbero esserci delle sorprese positive con ulteriori guadagni di 20-30% dai livelli attuali. Non bisogna lasciarsi ingannare dal pessimismo che é emerso nelle scorse settimane e dal panico che é apparso settimana scorsa in borsa. Guardatelo come un episodio circoscritto all'America e legato a fattori tecnici.
Il fatto che la politica monetaria della FED sarà decisamente meno restrittiva di quanto si aspetta ora la maggioranza degli investitori dovrebbe inoltre indebolire l'USD. Pensiamo che il cambio EUR/USD possa salire a 1.22-1.25 alimentando ulteriormente il rally della borsa americana.

Le performance settimanali degli indici azionari sono state le seguenti:
Eurostoxx50             -1.00% a 4229 punti
SX7E (banche)          -3.85% a 104.92 punti
DAX                         -1.76% a 15603 punti
SMI                          -1.36% a 12355 punti
FTSE MIB                  -1.75% a 27061 punti
S&P500                     -5.68% a 4397.94 punti
Nasdaq100                -7.51% a 14438 punti

Venerdì c'é stata un'altra seduta decisamente negativa. Rispetto ai giorni precedenti abbiamo osservato anche il cedimento dei listini europei (Eurostoxx50 -1.63% a 4229 punti, alle 22.00 l'indice valeva 4185 punti) che fino a giovedì avevano ignorato la caduta degli indici americani. Anche questo é un tassello che completa la nostra previsione - alla fine della correzione ci aspettavamo una caduta generalizzata di tutti i settori e di tutte le borse.
Venerdì l'S&P500 ha aperto quasi in pari a 4475 punti e all'inizio é sceso a 4422 punti. Molti pensavano che questo potesse essere il minimo e c'é stato un rally di sollievo - l'indice é risalito fino alle 17.20 a 4494 punti. Poi però sono riapparsi i venditori che hanno dominato fino alla chiusura. A balzi l'indice é sceso fino a 4394 punti e ha chiuso a 4397.94 punti (-1.89%).
I dati della seduta sono pessimi (A/D a 1422 su 6922, NH/NL a 112 su 3102 e volume relativo a 1.4) come si conviene ad una giornata che potrebbe rappresentare il minimo della correzione. I Summation Index continuano a scendere. Secondo i nostri indicatori di riferimento (18.5% dei titoli sopra la SMA a 50 giorni, Bullish Percent Index sul NYSE a 44,12) la tendenza di fondo della borsa americana é al ribasso.
Molti analisti pensano che é iniziato un bear market. Secondo noi invece sta terminando una correzione. Vedremo nei prossimi giorni chi ha ragione. A nostro favore gioca la nostra previsione che finora si é avverata (da settimane aspettavamo che si verificasse una correzione che doveva far cadere l'S&P500 sotto i 4500 punti) e la costellazione tecnica (ipervenduto, eccesso di ribasso e panico). I prossimi giorni saranno ricchi di appuntamenti importanti e saranno sicuramente interessanti. Probabilmente avremo ancora molta volatilità che sfrutteremo con operazioni di trading - da settimane giochiamo tendenzialmente al ribasso - da settimana prossima pensiamo che sarà meglio orientarsi al rialzo. Attenzione agli ultimi eventuali colpi di coda di questa correzione.

Aggiornamento del 21 gennaio

Correzione vicina alla fine - chiudere short - preparare long

Da martedì a giovedì 20 gennaio (S&P500 -1.84%, -0.97%, -1.10% a 4482 punti) la borsa americana ha avuto tre pessime sedute dominate dalle vendite. Gli indici azionari hanno chiuso sui minimi giornalieri e il nostro obiettivo é stato raggiunto - l'S&P500 é caduto sotto i 4500 punti facendo segnare un nuovo minimo a 60 giorni - l'indice é sceso sotto il minimo del 3 dicembre 2021 a 4494 punti. Il Nasdaq100 (-1.36% a 14846 punti) e il Russell2000 (-1.88% a 2024 punti) sono scesi ancora più in basso.
Finora il mercato azionario americano si é sviluppato secondo le previsioni.
La correzione doveva terminare con una caduta finale durante la quale l'S&P500 doveva sprofondare sotto i 4500 punti e negli indicatori dovevamo osservare ipervenduto e panico. Gli indici azionari sono ora scesi abbastanza e sono in effetti ipervenduti. Negli indicatori di sentiment però non rileviamo ancora panico - solo un diffuso pessimismo (VIX a 25.59 punti (+1.74), CBOE Equity put/call ratio a 0.62, Fear&Greed Index a 52 punti). Abbiamo l'impressione che la correzione é vicina alla fine. È sicuramente troppo tardi per vendere - bisogna a questo punto chiudere le posizioni short. È possibile che ci siano ancora un paio di sedute negative in grado di eliminare le ultime mani deboli - gli indicatori di sentiment dovrebbero ancora peggiorare. Oggi però scadono i derivati di gennaio e questa giornata potrebbe rappresentare un punto tornante. Stamattina l'S&P500 vale 4460 punti - potremmo aver raggiunto il minimo della correzione.
Come pensavamo in questa fase le borse europee si sono comportate meglio di quella americana. Dall'inizio dell'anno l'Eurostoxx50 perde il -0.15% contro il -5.90% dell'S&P500. La correzione ha toccato soprattutto la tecnologia e le PMI americane mentre i settori ciclici (energia, materie prime, banche, assicurazioni) hanno guadagnato terreno.
Sotto l'effetto psicologico della correzione molti analisti pensano ora che sia iniziato un baer market e che la borsa possa perdere nei prossimi mesi il 50% del proprio valore. Noi abbiamo uno scenario all'inizio diametralmento opposto. Crediamo che debba ancora esserci una fase di sostanziale e sostenibile rialzo di alcuni mesi. Per la seconda parte del 2022 siamo pessimisti ma avremo il tempo di discuterne più in là nel tempo.

Commento del 16-17 gennaio

Gli investitori si adattano ad un cambiamento della politica monetaria - le borse devono continuare a correggere

Riassunto: Abbiamo avuto una settimana di borsa movimentata con numerosi cambiamenti di direzione. Gli indici dei prezzi ai consumi salgono e l'inflazione ha raggiunto in America il 7% mentre in Europa si aggira intorno al 5%. I tassi d'interesse di mercato aumentano (reddito dell'USTBond decennale in USD a 1.78% - reddito del Bund decennale in EUR a -0.0455%) ma i tassi d'interesse reali (tasso nominale - inflazione) restano ampiamente negativi. Le Banche Centrali devono fare qualcosa per combattere l'inflazione e hanno segnalato un cambiamento nella politica monetaria. Gli acquisti mensili di obbligazioni (Quantitative Easing) diminuiranno e in certi Paesi come gli Stati Uniti ci saranno quest'anno degli aumenti dei tassi d'interesse di riferimento ora decisamente troppo bassi. Gli investitori cercano di capire quali conseguenze avrà questo cambiamento sui mercati azionari. L'adeguamento a questo nuovo scenario sta provocando una correzione delle borse. Per ora gli investitori si limitano ad un adattamento del portafoglio. Vendono azioni di società fondamentalmente sopravvalutate (tecnologia) e comprano azioni di società meno care ma che approfitteranno della crescita economica. Malgrado il disgusto dei sostenitori della Green Economy questa settimana é stato comperato il settore energia (petrolio a USD 83.82 al barile) che é salito del +5.68%. La correzione però non é finita - il tassi d'interesse devono salire più in alto e noi ribadiamo la nostra previsione che il reddito dell'USTBond deve superare il 2%. La borsa americana non é ipervenduta - gli investitori sono ancora relativamente fiduciosi ed ottimisti (Fear&Greed Index a 55 punti, +4 punti). I piccoli investitori ed i traders, le cosidette mani deboli, sono convinti che la borsa deve ricominciare a salire e per ora comprano azioni appena appare una possibilità che il minimo della correzione sia imminente. Questa settimana é stato comperato il Nasdaq100 (+0.75% a 15611 punti) appena é caduto sotto l'ovvio supporto a 15500 punti o é stato comperato l'S&P500 (+0.08% a 4662.85 punti) dopo l'ennesima rottura sotto la MM a 50 giorni. Nei prossimi giorni o settimane questa rotazione e questi tentativi di indovinare la fine della correzione finiranno con un fallimento e una ritirata - devono esserci alcuni giorni di forti vendite generalizzate con un pò di panico sul mercato. Solo a questo punto avremo un solido minimo dal quale potrà partire la prossima fase di rialzo sostanziale e sostenibile. Siamo convinti che l'S&P500 deve ritestare i 4500 punti. Le borse europee seguono l'esempio dell'America. Mostrano però forza relativa mentre il cambio EUR/USD (1.1415) sale. Gli indici azionari europei devono prossimamente scendere insieme a quelli americani - molto probabilmente però non cadranno sotto i minimi di novembre e dicembre 2021- questo perché le borse europee hanno più società nei settori ciclici e finanziari e meno nel settore tecnologico.
Crediamo che l'USD debba nei prossimi mesi perdere di valore mentre il prezzo dell'oro deve lievitare.

Le performance settimanali degli indici azionari sono state le seguenti:
Eurostoxx50             -0.78% a 4272 punti
SX7E (banche)          +1.89% a 109.13 punti
DAX                         -0.40% a 15883 punti
SMI                          -2.13% a 12525 punti
FTSE MIB                  -0.27% a 27554 punti
S&P500                     -0.30% a 4662.85 punti
Nasdaq100                +0.12% a 15611 punti

A dire il vero c'é poco da dire su questa settimana. Lunedì c'é stata una caduta e l'S&P500 ha toccato un minimo verso le 16.30 a 4581 punti. Gli indici azionari americani in serata hanno però recuperato e hanno terminato la giornata con solo una leggera perdita. Mercoledì l'S&P500 ha toccato il massimo settimanale a 4748 punti. C'é stata quindi parecchia volatilità (range settimanale di 166 punti) ma per saldo gli indici si sono mossi poco - rispetto venerdì 7 gennaio l'S&P500 ha perso solo 15 punti. Grazie al rimblalzo di venerdì (+0.75%) il Nasdaq100 ha guadagnato durante la settimana 19 punti mentre il Nasdaq Composite 100 é sceso come l'S&P500 (-0.28%). Questa settimana la correzione ha colpito più il Russell2000 (-0.84%). A livello di indicatori non notiamo nulla di particolare o anomalo. Il numero di nuovi minimi a 30 giorni aumenta (venerdì NL a 1412) ma non in maniera considerevole - la pressione di vendita é limitata ad alcuni settori ma non é generale. Gli indicatori di sentiment sono in territorio neutro. La volatilità VIX à a 19.19 punti (-1.12). Il CBOE Equity put/call ratio si muove parecchio - l'umore dei traders cambia velocemente a seconda del risultato delle singole sedute (CBOE Equity put/call ratio venerdì a 0.64). Sembra quindi che le oscillazioni degli indici siano causate dalle operazioni di trading e non da una vera a propria tendenza. Anche i nostri indicatori di base sono